EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 29

Quella sensazione si è cristallizzata molto tempo fa

-Mark Masa-

Il tempo continuava a passare, proprio come il nostro rapporto, stava crescendo silenziosamente. Mi piacciono questi momenti, i miei sentimenti e come mi sentivo in quell’ultimo periodo.

Alcuni si erano arrabbiati per quello che stava succedendo a Vee, altri al contrario, se l’erano presa con lui, ma nonostante tutto continuava a procedere la nostra storia.

Vee, anche se da poco, si comportava molto bene e spesso ripensavo alle parole che aveva pronunciato la scorsa settimana, o alle sue recenti azioni, ricordavo tutto. Oggi continuavo a pensare al suo bel viso perché era molto meglio della lezione che stava tenendo il professore. Se i miei amici avessero saputo a cosa stavo pensando mi avrebbero sgridato di sicuro.

I miei amici… che fossero vicino o meno, scalpitavano e si divertivano a prevedere cosa sarebbe accaduto. In quel momento il mio rapporto con Vee non era ancora noto a molti. Ribadisco ancora le mie precedenti parole, non volevo rendere pubblico quello che stava accadendo perché ero preoccupato, non solo per me stesso, ma anche per Vee.

Ero seduto a bordo piscina e mentre guardavo i senior allenarsi, mi divertivo a calciare l’acqua. Ieri Bar mi aveva chiamato per chiedermi se volevo partecipare ai giochi con il club di nuoto, mi aveva chiesto continuamente se per me sarebbe stato un problema a causa di Vee. Gli avevo subito risposto di sì assicurandogli che non ci sarebbero stati problemi. All’inizio ero davvero confuso dalle sue domande, ma ora stavo cominciando a capire.

«Ma fai sul serio? Solo quel minuscolo pezzo di stoffa bianca per coprirti?» Chiese la voce impaziente della persona accanto a me. Distolsi gli occhi dalla piscina e guardai Vee con il suo bel viso, tutto imbronciato. Ecco che mi ripeteva la stessa domanda…quella era o l’ottava o la nona volta che lo diceva soltanto oggi.

«Esattamente cosa vuoi che faccia?» Chiesi.

«Non lo so, non voglio che tu lo indossi.»

«Allora devo togliermelo?»

«Provaci…» Replicò, ma poi le sue mani afferrarono rapidamente l’asciugamano. I suoi occhi acuti cercarono di sembrare spaventosi, ma io sorrisi nel vedere la sua reazione.

«Adesso devo andare a nuotare.» Dissi a Vee.

«Non hai un k-way?» Si lamentò sottovoce cercando di fermarmi.

«Non ha molto senso metterlo se poi devo entrare ed uscire dall’acqua per gli allenamenti.» Risposi.

«Dannazione! Nel frattempo non puoi metterlo?»

«Vedi altre persone farlo? No.» Replicai.

«Beh … io … ma vaffanculo…»

«Qual è il tuo problema, Vee?» Chiese Dare mentre venne verso di noi con un cronometro in mano.

«Vorrei tanto sapere come fa il dottorino a non impazzire mentre Bar se ne sta mezzo nudo, in bella mostra davanti a tutti.» Vee alluse a Tossakan mentre indicò Bar che stava nuotando.

«Il ragazzo dice che ama Bar, quindi ama anche qualunque cosa Bar ami.» Dare rispose a Vee.

«No, se fossi in lui non lascerei che la mia ragazza si tolga la maglietta così che chiunque possa guardarla.» si intromise P’Mun.

«Le cose stanno così, punto. Ma per quanto riguarda Mark…ora hai bisogno del suo permesso, eh?» Mi girai a guardare Dare quando me lo chiese. Rimasi così sorpreso dalle sue parole e da ciò che realmente intendeva dire che cominciai a sudare, segno che il mio viso ed il mio corpo avevano preso a imporporasi. Io e Vee non stavamo ancora insieme, però, volevo comunque conoscere la sua risposta.

«Non è ancora il mio ragazzo.» La risposta di Vee ricominciò a farmi arrossire di nuovo.

«Quindi non sei geloso?»

«Sono geloso! In questo momento accecherei uno ad uno tutti quelli che lo stanno guardando, ma non ne ho il diritto, quindi non posso farlo.»

«Perché?» Dare chiese.

«Come ho detto, non è il mio ragazzo.» Ripeté Vee prima di rivolgermi uno sguardo infuocato «Se ne avessi il diritto allora …»

«Allora?» Chiesi, cercando di controllare il mio viso e la mia voce.

«Lo segregerei in stanza. Se vuole tanto togliersi i vestiti, potrà farlo soltanto per me. Se proprio vorrà nuotare mezzo nudo in piscina lo farà davanti a me soltanto.» Mi stavo surriscaldando alle sue parole. Sembrava che facesse sul serio, i suoi occhi mi confermarono che non stava scherzando.

«Molto serio amico mio.» Disse Dare prima di dare una pacca sulla spalla di Vee.

«Ovviamente.» Vee sorrise dolcemente al suo amico.

«Ma per ora devi accettare che altre persone possano ammirarlo dato che non sei ancora il suo ragazzo.» Continuò Dare sfoggiando un sorriso a Vee.

«Stronzo…»

«Mark, dai andiamo, devo prendere il tuo tempo.» Disse Dare e mi chiese di seguirlo.

«Ok.» Risposi e mi alzai quando vidi che gli occhi di Vee, che ora guardavano il vuoto davanti a loro, sembravano tristi.

«Adesso che ti prende?» Gli chiesi.

«Sono geloso!» Borbottò, sembrando un bambino petulante. Quello che disse fece spostare l’attenzione della gente intorno tutta su noi tre, ma sembrava che sia Vee che Dare non se ne preoccupassero affatto.

«Sei tu la causa…» Disse mentre andavamo verso la corsia.

Il mio allenamento durò un paio d’ore, abbastanza per allenarmi in tutti gli stili e per perfezionare il mio preferito. Bar mi aveva fatto promettere di potenziare l’allenamento per essere al meglio durante la competizione. Non avevo molta voglia di cominciare proprio oggi, ne avevo abbastanza di nuotare, volevo solo osservare gli altri allenarsi e vedere gli occhi di una persona in particolare. Scorsi Vee andare avanti e indietro sul bordo piscina…ovviamente stava attirando l’attenzione di parecchia gente qui. Soprattutto ora che si stava avvicinando a me.

«Il campo da calcio è da queste parti P’?» Chiese ironico uno del secondo anno. Vee alzò le sopracciglia prima di guardarmi e rispondere.

«No. È solo che qui c’è il mio cuore.» 

«Disgustoso.» Disse Dare.

«Se il tuo viso non fosse così bello, vomiterei davvero.»

«Fino ad ora solo Gun veniva qui, ora sarete in due?» Così quel ragazzo insieme agli altri del club iniziarono a prendere bonariamente in giro Vee che sorridendo alzò le spalle per poi dirigersi verso di me.

«Allora, possiamo finalmente dire che state insieme, Vee?» Chiese un senior del quarto anno.

«Che cosa? È proprio come vedi.» Vee smise di guardare me per rispondere a P’Keng.

«Dovreste specificare chiaramente cosa siete.» P’Keng si avvicinò a noi mentre lo chiedeva.

«Non siete mica la commissione disciplinare, quindi non vedo perché dobbiate sapere i fatti nostri.» Rispose Vee infastidito.

«Oh, che figo….» P’Keng si fermò davanti a noi. «Accidenti alle persone bellissime. Non bastava il dottore, ora abbiamo un altro bel rompiscatole.»

«Dov’è il tuo k-way?» Vee mi chiese mentre mi si piazzò davanti. Alzai lo sguardo e indicai lo spogliatoio così da farlo sospirare a lungo.

«Metti questa.» Borbottò molto infastidito.

Si tolse la camicia nera e me la posò in grembo. Spostai più volte lo sguardo da Vee alla camicia sulle mie gambe, dovevo metterla alla svelta prima che Vee andasse in modalità testa-cada, inoltre mi riscaldava dal freddo che cominciavo a sentire fuori dall’acqua. Non appena la camicia scura toccò la mia pelle, il fragrante profumo del suo proprietario arrivò al mio naso.

«Creare un universo tutto nostro, un luogo speciale da offrire dove portermi percepire anche solo nell’aria che respiri. Oh Mark! Non potresti essere interessato a me? Anche solo un po’?» Disse Keng, facendo voltare Vee a guardarmi mentre io lo fissai non sapendo cosa dire, ero piazzato dalle parole del senior.

«Allora?» Mi chiese Vee.

«Tu…»

«Io cosa?»

«Creare un nostro universo.» Ripetè P’Keng mentre la pazienza di Vee iniziò a scalpitare vistosamente.

«No grazie, non ho bisogno di un altro universo.»

«E’ perché in quello che stai vivendo, Mark, a nessuno piace essere un di più….» Disse Dare.

«Ok, basta così, andiamo.» Vee afferrò la mia mano e mi trascinò via da loro. Io mi alzai chiaramente confuso da quello che stava facendo ed anche i suoi amici sembrarono scioccati.

«Fai sul serio?»

«Non vuoi essere l’eccesso, giusto? Quindi chiaramente noi due non siamo parte dello stesso suo universo.» Vee rispose sorridendo.

«Vee …» Lo chiamai a bassa voce, si voltò e alzò le sopracciglia sorpreso.

«Cosa c’è?» Chiese.

«Sono timido…» All’inizio non lo ero, ma dopo quanto detto da Dare, il mio viso aveva cominciato a riscaldarsi.

«Ora capisco… quando Bar è timido è carino, ma guardando questo ragazzo quando è timido, è sexy.» P’Keng disse avvicinando il suo viso al mio.

«P’Keng!» Vee mi spostò piazzandosi di fronte a Keng.

«Oh…come siamo possessivi.»

«E molto di più se serve a proteggerlo.»

«Dovresti allentare la morsa, non credi di star esagerando un pò?»

«Beh …» Vee smise di ribattere quando sentì che lo stavo tirando per la maglietta da dietro. Se lo avessi lasciato continuare a discutere con i senior allora la persona cattiva sarei stata io. Vee si voltò anche se non aveva finito la frase, i suoi occhi acuti mi guardarono come a chiedere ‘cosa c’è che non va’. Gli risposi dolcemente: «…spogliatoio.»

Da quando trascorrevamo tutto il nostro tempo libero insieme bastava solo uno sguardo tra di noi per comunicare, ci bastava guardarci negli occhi per capire cosa l’altro stesse pensando. Bastava una sola parola e una persona sapeva come si sentiva l’altra. Più ripensavo al tempo passato a litigare, più rimpiangevo tutto quel tempo perso. Quel tempo però era servito ad apprezzare meglio i giorni che stavamo vivendo insieme adesso, perché anche se solo un po’ alla volta, in maniera molto graduale, era bello lasciarsi andare al proprio cuore.

*************************

Eravamo seduti al tavolo del ristorante, scegliendo cosa prendere. Vee era seduto di fronte a me, completamente immerso nel menù. Lo girava e lo rigirava, leggendo attentamente ogni pagina, quando la cameriera venne al tavolo, ritornò alla pagina precedente.

«Pesce fritto alle erbe o maiale fritto alle erbe. Cosa dovrei mangiare?» L’uomo bello alzò gli occhi e mi chiese.

«Devi mangiarlo tu. quindi sei tu a scegliere.» Risposi.

«Non ce la faccio, scegli tu per me per favore.» Disse facendo una faccia supplichevole.

«Maiale.» Risposi brevemente.

«Ok maiale fritto con erbe.» Annuì e lo comunicò alla cameriera.

Il mio cuore prese a battere forte nel mio petto, era solo una piccola cosa, ma aveva il potere di rendermi così felice. Era solo una persona che chiedeva all’altra di scegliere per lui. Stava solo chiedendomi di scegliere la nostra cena, un piatto semplice.

«E per te?» Guardai con il menu quando la cameriere si rivolse a me.

«Um … maiale fritto all’aglio.» Dissi.

La cameriera ci sorrise e si scusò, perché dato che il ristorante aveva cominciato a riempirsi l’attesa sarebbe stata più lunga del solito. Per me non era un problema, si mangiava bene lì. Ero venuto spesso con i miei amici e questa era la prima volta per me e Vee dato che non mangiavamo così spesso fuori. La maggior parte delle volte ci vedevamo a tarda sera, da me, oppure ci vedevamo facoltà.

Stare qui, seduto con lui ad aspettare i nostri piatti, era una cosa che mi rendeva felice, perché non capitava spesso di fare qualcosa del genere insieme. Quindi tutto ciò che accadeva era prezioso per me e voleva che anche Vee lo apprezzasse.

«Fai una foto.» La persona seduta di fronte a me mi porse il suo telefono rendendomi confuso.

«Facebook?» Chiesi.

«No, IG.» Rispose Vee ed io annuii.

Feci per scattare una foto alla persona che guardava l’obiettivo di fronte a lui. Non sapevo se era la fotocamera del telefono ad essere così buona o gli occhi dell’altra persona ad essere così affascinanti. I suoi occhi erano rivolti a me, non alla fotocamera. Non volevo pensare a cosa avrebbe pensato la gente quando avrebbe visto questa foto postata. I suoi occhi dolci mi incantarono, ma fu quando mi rivolse quel piccolo sorriso che sapevo di essere perso.

«Fatto?» Sembrava non lo stesse facendo intenzionalmente eppure quella bella volpe di fronte a me credo sapesse perfettamente l’effetto che aveva su di me.

«Ehm …» Mi schiarii la gola prima di restituirgli il telefono.

«Si, sono davvero bello in questa foto.» Si complimentò prima di continuare ad armeggiare col telefono. «Apri il tuo IG e aggiungimi.» Disse alzando la testa per guardarmi.

«Non ho un account.» Risposi. In realtà ce l’avevo, ma non lo usavo molto.

«Bugiardo, ho visti che eri online ieri.» Disse prima di passarmi il telefono.

Presi il mio telefono e faccio click sul tasto segui sulla pagina di Vee.

«Fatto.» E rivolsi il telefono alla persona di fronte in modo che potesse vedere che avevo fatto quanto mi aveva chiesto.

«Molto bene. Mi piace questa app, niente gruppi o pagine pettegole, ti basta mettere un cuore sotto una foto.» Mentre parlava di sporse per prendere il mio telefono ancora aperto sulla sua foto.

«Che stai facendo?»

«Mi hai già messo un cuore?» Passai in un attimo da confuso a tranquillo. Non capitava spesso che qualcuno mi lasciasse senza parole. Guardare Kan flirtare con Bar era abbastanza imbarazzante, non potevo assolutamente comportarmi così, ma non potevo nemmeno restarmene zitto e mettere un cuore alla foto di Vee.

«Ehi … se non vuoi farlo non sei costretto…se non ti piace non devi fare niente, ok?» La sua voce tremante disse, sembrava quasi che si sentisse in colpa.

«Va bene. Perché hai smesso di stare su Facebook?» Chiesi.

«Non voglio più aprire quell’app e vedere la tua foto con quella persona.» Disse chinandosi sul telefono.

«Chi?»

«Pack e te.» Vee alzò la testa per parlare con me.

«Oh …» E restammo in silenzio. Vee tornò a concentrarsi sul telefono mentre io continuai a fissarlo, ma non dissi nient’altro.

«È … molto importante?» Alzò gli occhi e chiese.

«È importante.» Risposi.

«Um … era un amore reciproco?»

«Ancora adesso lo amo.» Replicai guardandolo negli occhi. La risposta non era sbagliata, lo amavo, ma non era di certo quel tipo di amore.

«Alcune parole, sai bene quanto mi feriscono, potresti non dirle per favore?» Si lamentò dolcemente.

Il silenzio calò su di noi, Vee non disse nient’altro e io non sapendo cosa dire restai zitto. Quando arrivò il cibo Vee iniziò a mangiare tranquillamente. Era così silenzioso e mesto che non potei più sopportarlo quindi mise il cucchiaio sul piatto e lo guardai.

«Siamo come fratelli.»

«Si ok, va bene se è questo quello che provi, però sai bene anche cosa io provo per te.» Sospirai quando vidi che la persona di fronte a me aveva male interpretato ciò che avevo detto.

«Mi riferisco a Pack. Io e lui sono come fratelli.» Era sempre stato così. Pack e io, non ci eravamo mai sentiti più di così, la nostra amicizia non sarebbe mai stata così bella dopo aver rotto se fosse stato diverso.

«E Nook?» Chiese esitante, guardandomi in modo tale da sembrare che mi stesse chiedendo il permesso.

«Nook è il code-line di James.» Risposi lentamente.

«Siete vicini.»

«Quella sera, tra noi due non è successo niente. Nook era venuto a dormire da me solo perché aveva avuto una discussione con il suo ragazzo.» Non sapevo cos’altro dire, ma non volevo che Vee fraintendesse ancora. 

«Veramente?» Vee alzò lo sguardo e lo chiese come se non credesse alle sue orecchie.

«Quella mattina, ho detto quelle cose senza pensare….» Non sapevo ancora perché gli stavo dicendo tutto questo. Forse per cosa aveva detto di provare per me o forse perché riuscivo a vedere quanto le mie parole riuscissero a ferirlo così profondamente.

«E se … potessi essere la persona a cui sei interessato.» Parlò piano con un sorriso sfrontato.

«Continua a mangiare.» Dissi indicando il suo cibo.

«Sempre più timido e da prassi ecco che cambi argomento.» Scherzò mentre continuò a mangiare.

«Non sono timido.» Ovviamente era una bugia e la mia faccia era diventata rossa. Non volevo dire altro, mancava molto poco per aprirgli completamente di nuovo il mio cuore, ma resistetti perché non volevo rendergli le cose semplici, volevo che imparasse ad apprezzarmi poco a poco.

«Davvero? Neanche un pochino?»

«No.» Risposi in modo non troppo serio, cercando di nascondere il mio viso. In quel momento ogni suo gesto lo trovavo sensuale e provocante, come ora, che inclinò la testa di lato e mi sorrise con un’espressione furba sul viso.

«Ok ok, niente timidezza. Il solo fatto che tu sappia cosa io provo per te, per me è abbastanza.» Alzai gli occhi al cielo, ma lui sorrise come soddisfatto della mia reazione.

«Dannazione Vee.» Sussurrai quando alzai gli occhi e lo guardai, ma lui non si mosse di una virgola.

«Che cosa c’è?»

«Ti è passata la fame?»

«Se non posso mangiarti, allora mi accontenterò riso.»

«P’Vee…» Dissi a bassa voce, quasi ringhiando mentre lo guardai ferocemente.

«Ok, mangio il riso.»

Non sapevo che mangiare con qualcuno potesse essere così difficile. Forse avrei dovuto imparare a cucinare? Non sarebbe stato così faticoso per il mio cuore affrontare un pasto. Batteva così tanto perché Vee era stato troppo…

Dopo aver finito di mangiare, Vee mi accompagnò alla mia stanza. Gli avevo ripetuto cento volte che non era necessario che mi scortasse fino in camera ogni volta. Davvero, non c’era motivo di farlo, ma Vee era testardo e ogni volta lo faceva.

Fissai il mio telefono che stava suonando, sorrisi quando vidi il nome della persona importante che mi mancava troppo.

«Ciao mamma.» Dissi dopo aver risposto.

[Da quando te ne sei andato non mi hai chiamato affatto. Sono molto preoccupata.] Sorrisi un po’ sentendo l’ansia nelle sue parole.

«Sto bene mamma, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Non ho chiamato perché sono occupato in questi giorni.» Le risposi.

[Impegnato con la scuola o impegnato con il tuo cuore?] Mi accigliai quando la sentii dire questo.

«Per caso hai sentito James o Wind?» Chiesi di rimando mentre mi sedetti sul divano, poi accesi la TV e tolsi il volume.

[La persona con cui ho parlato non è James o Wind, ma Pack.]

«Che cosa?» Non riuscivo a credere a quello che avevo appena sentito. Pack e mia mamma non si vedevano spesso e soprattutto, Pack non conosceva di certo gli ultimi sviluppi tra me e Vee a meno che, ovviamente, uno dei miei altri ‘adorabili’ amici non gli avesse raccontato tutto.

[Pack ha detto che ha ricevuto le notizie da James.] Traditore.

«Mamma … cosa ne pensi?»

[Sii onesto figliolo, ti manca? Se stai seriamente pensando di tornare da lui, sei sicuro che dopo starai bene? Portalo a conoscermi.] Quasi mi soffocai con la mia stessa saliva quando sentii le parole di mia madre.

«Mamma … come ti viene in mente una cosa del genere?»

[Pack ha detto che questo ragazzo è serio con te, Quando però sei tornato a casa e ti ho visto in quello stato, non mi è sembrato abbastanza adeguato, Ora, però, ti ha detto che ti ama moltissimo. Pack mi ha assicurato che quello che prova è reale vero e ha visto con i propri occhi quanto ti ama, quindi ora mi piacerebbe incontrarlo.] Disse mia madre.

«Mamma … non è ancora una cosa seria.»

[Non ho detto che lo sia, ma quando lo diventerà, voglio che tu me lo dica.]

«E papà…»

[Oi! Sai benissimo che tua padre ti ama, vuole che tu sia felice.] Sospirai, a mia madre piaceva dire regolarmente che mio padre mi amava, ma come lui si comportava con me non sembrava che fosse esattamente così.

«Mamma…»

[Perché sembra che tu stia sbuffando?]

«Perché a sentirti sembra una cosa da niente! Mamma, lui non ha ancora nemmeno accettato la mia scelta sugli studi.»

[Potrebbe non essere d’accordo, ma ti ha lasciato comunque andare a studiare fuori. Ora, quanto sei propenso a rendere le cose serie tra voi due?]

«Beh … ci sto solo pensando.» In verità il mio cuore batteva all’impazzata dal primo giorno in cui l’avevo rivisto..

[Va bene figliolo. Se le cose dovessero diventare serie, non dimenticare di portarlo a qui a conoscermi. Voglio vedere quanto è carino il tuo ragazzo.] Risi stupidamente alle parole di mia mamma. 

Se si parla di lineamenti del viso, Vee era tutt’altro che carino. Se mi avessero chiesto di parlarle di come si comportava abitualmente, avrei dovuto raccontarle che ultimamente si comportava in modo così carino e dolce che temevo seriamente per la tenuta a lungo termine del mio cuore.

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