NOT ME – CAPITOLO 23

La verità nascosta.

Non è che non credo a quello che ha detto Black, ma sono rimasto molto sorpreso.

«Davvero? Black, ci deve essere un malinteso.» dissi guardando mio fratello negli occhi, mentre cautamente presi il cellulare e mandai un messaggio.

«Non sto scherzando. Sono serio, White. Ti ho protetto. Fidati di me, sono tuo fratello. Non lascerei mai che la tua vita venga rovinata a causa di Sean!» Black si raddrizzò, ma non si girò a guardarmi.

Riuscii a mandare un messaggio a Sean. Probabilmente lui sapeva cosa fare. Non sapevo se Sean fosse davvero così pericoloso come diceva Black. Era sicuramente un malinteso. Mi fidavo di Sean più di quanto potessi pensare.

***********************

POV di Sean

Il mio cellulare cominciò a squillare, tra lo stress e la preoccupazione di tutti. Io, Yok, Gram e Kumpha eravamo nervosi da quando Kumpha aveva detto che White era stato portato via da suo fratello.

Misi la mano nella tasca dei pantaloni e presi il cellulare.

«Ha mandato un messaggio.» mormorai e sbloccai il cellulare.

[White: Black è tornato.]

Dopo aver visto il testo di White, sospirai. Quel messaggio non solo significava che suo fratello era tornato, ma anche che avrei dovuto dire la verità o avrei dovuto fare qualcosa a riguardo. Ovviamente lo avrei fatto.

«Per cosa mi hai chiamato?» Yok sollevò un sopracciglio.

Dopo che Kumpha era tornato per dirmi che Black aveva portato via White, avevo immediatamente chiamato Yok e Gram per raggiungermi.

«Gram…» Guardai il mio migliore amico, che mi guardò a sua volta: «C’è qualcosa che voglio dirti.»

«Cosa c’è che non va?» Gram mi guardò dubbioso. Lanciai un’occhiata a Yok e poi ripresi a guardare Gram.

«Sei l’unico che ancora non lo sa.»

Kumpha ci guardava. Il motivo per cui doveva rimanere qui era perché anche lui era coinvolto in questa situazione. Kumpha era tra i presenti in quel momento, sapeva esattamente cosa stava succedendo, quindi non potevo mandarlo via. Forse poteva aiutarci, dopotutto, io e lui eravamo amici.

Gram aggrottò le sopracciglia, guardò Yok, poi me e Kumpha e infine mi guardò nuovamente.

«Non stai scherzando, vero? È successo qualcosa, Sean?»

«Ti sembra che stia scherzando?» Lo guardai freddamente: «Quello che è successo prima è stato divertente per te?»

Gram rimase in silenzio e io guardai dritto negli occhi di Yok. Lui mi guardò con uno sguardo di sfida e addirittura sorrise.

«Non c’è bisogno di fingere perché è tutto finito per te, Yok!»

«Cosa ho fatto?» Quando me lo chiese non riuscii più a contenere le mie emozioni. Lo spinsi talmente forte da fargli fare qualche passo indietro e poi gli urlai contro. Di solito non ero così scortese con le persone.

«Hai ancora la faccia tosta di chiedere che cosa hai fatto? Pensi che non sappia il motivo per il quale stai cercando di usare Gram?»

Yok non disse nulla e guardò altrove. Ma dalla sua espressione, sapeva che non stavo scherzando.

«Sai che Gram si fida di te facilmente, quindi l’hai usato per distruggere il mio rapporto con il mio ragazzo. Sapevi tutto fin dal primo giorno.»

Sapevo che Yok non era stupido, gli piaceva giocare come una mantide religiosa che cattura i grilli che si nascondono. Se non lo conoscessi così bene come potrei essergli ancora amico?

Nessuno parlava, ma tutti si fissavano a vicenda. Yok sapeva di White fin dal primo giorno, ma continuava a fingere. Non avevo alcun problema con quell’idiota di Yok, aveva fatto un ottimo lavoro. Ma questo non era il momento per i bastardi come lui di giocare.

A prima vista, Yok sembrava qualcuno a cui piaceva scherzare, ma sotto sotto, tutti conoscevano la sua grande cattiveria. Era anche uno stratega, desideroso di vincere. Forse non intelligente quanto Dane, ma era brutale come chiunque altro.

«Ehi, di cosa state parlando?» Gram cominciò ad infuriarsi e si portò i capelli all’indietro, guardando attentamente la mia stanza.

«Allora dove è andato Black?»

«Black è scomparso due mesi fa.»

«Cosa hai detto?» Gram mi guardò confuso: «Che stai dicendo Sean? Non sto scherzando.»

«Non ce la faccio più. Dammi una sigaretta.» disse Kumpha mettendosi una sigaretta in bocca. La accese e fece un respiro profondo, come se stesse per impazzire alla tensione.

La stanza era piena di fumo, ma non avevo nessuna voglia di dirgli di uscire a fumare.

«Smettila di divagare, diglielo Sean.» disse Kumpha. Guardai Gram che aspettò una mia risposta.

«Non è abbastanza chiaro?»

«Ehi!» Gram gridò: «Hai detto che Black se n’è andato da due mesi. Allora, chi ho visto oggi? Un fantasma!?»

«Suo fratello gemello, White.» risposi con calma, il mio sguardo non lasciò Gram, che rimase sbalordito per un momento, poi finse di ridere.

«Non scherzare.»

«Nessuno sta scherzando.» Intravidi Yok, che spinse la punta della lingua contro l’interno della guancia: «Black è stato picchiato da alcuni teppisti, era ricoverato in ospedale per le ferite. Hanno assunto un gruppo di persone per venire a picchiarmi. Ma non so cosa sia successo. Black è andato lì da solo. I teppisti hanno scambiato Black per me. Ma quando l’ho scoperto, Black era già stato picchiato e ricoverato in ospedale.»

Gram era ancora sotto shock, ma dovevo continuare.

«White è il fratello gemello di Black. Dal primo giorno del semestre estivo fino ad oggi, colui che è sempre stato con noi è White. Il motivo per cui è venuto qui è perché voleva sapere chi aveva mandato suo fratello all’ospedale in quello stato. Se mi lasci indovinare, Black darà la colpa a noi, per questo suo fratello vuole capire.»

«Io…. credevo di star pensando troppo.» Gram mormorò a bassa voce: «Pensavo che non fosse Balck, ma poi mi sono detto che voleva solo cambiare se stesso, le sue abitudini.»

«No.» Scossi la testa: «Non è Black.»

Gram mi guardò negli occhi: «Quindi sapevi la verità fin dall’inizio?»

«Sì, perché mi piace White.» guardai Gram: «Lo seguo da anni. Anche se si tinge i capelli, cambia il suo stile di abbigliamento e imita l’aspetto di Black, posso capire la differenza solo avvicinandomi a lui.» Gram mi maledì e mi guardò con rabbia.

«E non hai mai pensato di dirmi nulla?» si fermò all’improvviso: «Aspetta un minuto, prima hai detto che sono l’unico che non lo sa. Questo significa che Yok…» Gram indicò Yok.

Fissai in silenzio Yok, strappando ancora una volta la sua maschera.

«Lo sapeva fin dall’inizio.»

«È vero, Yok?» Gram si voltò immediatamente e guardò Yok con uno sguardo di sfida. Yok rimase in silenzio, rifiutandosi di rispondere a qualsiasi cosa. «Quello che ha detto Sean, è vero? Non riesci a sentire quello che sto chiedendo?»

Quella era una delle poche volte in cui Gram rimproverava qualcuno in quel modo. Yok sospirò, non voleva che Gram lo sapesse. Ma mi aveva sottovalutato, essendo amici da così tanto tempo avrebbe dovuto sapere meglio di chiunque altro che ero una persona molto astuta e attenta. Riuscivo a scoprire tutto, se non prima di lui, nello stesso momento.

«Sì, è vero. Sapevo tutto fin dall’inizio.»

«Tu bastardo!» Gram gridò a Yok. Si precipitò ad afferrarlo per il collo, comportandosi come se stesse per dargli un pugno, ma lo fermai.

«Questo non è il momento per picchiarsi.» Guardai Gram e cercai di fargli pressione con il mio sguardo, in modo che si fermasse. Gram fece un respiro profondo e spinse via Yok. Si voltò per un momento, poi riguardò Yok e lo indicò.

«Se non che tagli i miei legami con te. Dimmi tutto quello che sai.»

«Ti ricordi? Quando ho detto che avevo una ragione per essere qualcuno che si prendeva cura di un ragazzo?» chiese Yok a Gram. Io incrociai le braccia ed ascoltati in silenzio, anche perché non sapevo di cosa stessero parlando.

«Mi ricordo.» Gram annuì.

«Perché l’ho quasi ucciso.»

«L’incidente…»mormorò Kumpha dolcemente.

«Cosa? Quale incidente?» Gram si accigliò. La mia espressione invece non cambiò, rimase normale. Yok fece un respiro profondo. Nonostante cercasse di non rivelare molte espressioni facciali, il suo sguardo era simile a quello di qualcuno che si sentiva in colpa e non dimenticava mai quello che faceva da quando era piccolo.

«Quando eravamo alle elementari, andavamo tutti nella stessa scuola elementare. Questa storia non ha bisogno di essere raccontata, potresti ancora ricordare.» Yok si fermò un momento e Gram annuì.

«Sì. Ricordo approssimativamente.»

«Anche Black e il suo gemello andavano a scuola lì. Mi piaceva prendere in giro suo fratello gemello. Intendo White. Lo facevo con un sacco di battute. Ho mantenuto il mio brutto carattere, dal passato fino ad ora. White aveva sempre più paura di me. Più aveva paura, più ero cattivo con lui. Ma l’incidente, in realtà non lo volevo, lo avevo spinto accidentalmente e lui era caduto dal marciapiede. Proprio in quel momento arrivò un’auto e lo investì …» Yok allungò la mano per strofinarsi le tempie, come se fosse teso da ciò che era accaduto, anche se erano passati più di dieci anni.

«È questo il motivo per cui White si è trasferito in un’altra scuola?» Kumpha sembrò improvvisamente capire tutto.

«Forse sì.» risposi.

«Sembra tutto più chiaro.» Kumpha esclamò: «Penso di iniziare a capire perché Yok vuole prendersi cura di White. Perché vuole fare ammenda. Ma quello che non capisco è… perché Black odia così tanto Sean?»

«Come fai a sapere cosa è successo tra me e Black?» Mi voltai per chiederglielo e lo guardai in silenzio.

Kumpha sorrise: «Perché io sono Kumpha.»

Che risposta orribile.

«C’è qualcosa che io non so?» Kumpha rise, poi si leccò le labbra secche con la lingua.

«So che potresti avere qualche asso nella manica, ma le tue abilità di pettegolezzo non sono nulla di cui vantarsi.» dissi guardando Kumpha con un’espressione vuota.

«Se mi vuoi maledire, fallo. Sai che non puoi fermarmi.» Kumpha mi indicò.

«Black ti odia? Ecco perché è venuto a portare via White.» disse Gram con l’espressione di una persona che ancora non aveva capito tutto.

«Sì, Black mi odia.»

«Perché?» Gram aggrottò le sopracciglia e si girò a guardare Yok: «È tutta colpa di Yok, non è vero?»

«Devi saperlo, Gram.» Gli toccai la spalla.

«Cosa?»

«Beh, ascolta attentamente quello che sto per dire…» guardai Gram negli occhi: «Questa questione è molto importante. Lo so dal padre di Black… Ho tenuto d’occhio White per tutto il tempo. Non sono riuscito a dimenticarlo, neanche quando ha cambiato scuola. Black l’aveva scoperto ed era venuto a casa mia più volte, causando trambusto. Quando il padre di Black lo scoprì, venne da me per parlare. Non voleva che sconvolgessi Black.»

«Perché? Ti aveva ferito. Non è giusto.» Gram aggrottò leggermente le sopracciglia «Anche se è Black.»

«Perché Black è schizofrenico.»

*(N/T: La schizofrenia è un disturbo mentale a lungo termine. Fa sì che i malati sperimentino allucinazioni, deliri, disturbi del pensiero e cambiamenti comportamentali. La loro quotidianità viene quindi influenzata da pensieri che non rispettano la realtà, invalidandoli anche nelle attività più semplici.)

«Che cos’è?» Yok sembrò confuso.

«È un disturbo psichiatrico. Da quello che ho sentito da suo padre, la malattia è causata dalla mentalità di una persona che ha vissuto una serie di eventi così traumatici da superare il limite della tolleranza. Questo trauma ha violato i limiti della resistenza che può accettare da solo. Le persone con questa malattia diventeranno incapaci di distinguere gli eventi reali da quelli creati dalla loro mente.»

«Allora perché odia te?» Yok scosse la testa: «Dovrebbe odiare me.»

«Perché ha la sindrome da dipendenza complessa del fratello. Black ama molto suo fratello. Il suo amore non è quello fraterno che possiamo provare noi. Questo può essere dovuto al fatto che la sua famiglia si è divisa quando era molto piccolo. Lui e White furono costretti a separarsi. E mi è capitato di prendere il suo posto in quel momento. Ero vicino a White e lui odiava questa cosa così tanto. Non gli piaceva sapere che amavo White.»

«Capisco, quindi non si ricorda di me.» Yok sembrò capire la situazione ed io annuii.

«Sì. E ciò che lo ha colpito di più è stato che ha quasi perso suo fratello. L’incidente lo portò a soffrire ed avere un crollo mentale. Ha incolpato me di tutti gli errori che hai fatto. Sicuramente non lo sapevi perché quel giorno sei scappato.» Guardai Yok con gli occhi pieni di rabbia, tanto che lui evitò il mio sguardo.

«A quel tempo ero ancora uno studente delle elementari. Ero spaventato quando ho visto il sangue di White scorrere su tutto il mio corpo.» Yok scosse la testa: «Avevo paura di aver commesso un errore.»

Il giorno dell’incidente, quando White venne investito da un’auto, Yok rimase scioccato al punto da scappare via. Avevo appena ricevuto un vaso di rose che avevo piantato (alle elementari, mi ero unito al club di piantagione, solo perché sapevo che a White piacevano le rose) e stavo per mostrarlo a White. Ma quando raggiunsi i cancelli della scuola lo vidi a terra, incosciente e con pozze di sangue intorno a lui. Gettai a terra il mio vaso di fiori che andò in frantumi, poi corsi con tutte le mie forze per sostenerlo. Black mi vide proprio in quel momento, così pensò che fossi io.

«Mi dispiace.» sussurrò Yok.

«La persona con cui dovresti scusarti non sono io. Quando sei scappato in quel momento, Black è rimasto così scioccato da prendersi questa malattia. Crede che sia io ad avergli fatto quasi perdere suo fratello. Crede che io abbia seguito White perché volevo ferirlo. Il suo cervello gli ha fatto credere questo. Così il padre mi pregò di lasciar perdere White.»

«Ma non è nella tua natura rinunciare a qualcuno, Sean.» Kumpha alzò un sopracciglio.

«Come hai potuto tollerare così facilmente per tutto questo tempo?»

«Lo sopporto perché amo White.»

«Beh, non avrei dovuto fare una domanda così straziante.» Kumpha girò la testa dall’altra parte.

«Non credo di aver immaginato nulla. Quel giorno, io e Black… lo abbiamo fatto davvero. Deve essere tornato e probabilmente se n’è andato prima che mi svegliassi.»

Yok rimase in silenzio, forse non sapeva cosa dire.

«Penso… dovrei essere io a fare qualcosa.» Gram sembrò aver finalmente preso una decisione: «Che mi dici di te, Sean?»

«Io?» Lo guardai.

«Penso di poter fermare Black. Devo aiutarti, perché ti ho messo nei guai con White. Che stupido da parte mia dubitare di me stesso e rifiutare di credere che non fosse la persona che pensavo fosse.» Gram sembrò compatirmi. Scossi la testa.

«In primo luogo, non è colpa tua.»

«Gli amici possono sempre perdonarsi a vicenda.»

«Anche io sono tuo amico, giusto?» chiese Yok e mi guardò.

«Certo.» risposi guardandolo negli occhi: «Se vuoi ancora essere mio amico, dobbiamo mettere fine a tutto questo insieme. Non solo Gram. Non solo io. Tu stesso devi sacrificare alcune cose. Devi prenderti le tue responsabilità e dire la verità.» Yok guardò in basso e sorrise, come se si sentisse dispiaciuto per se stesso.

«Pensi che mi odierebbe così tanto?» Yok mi guardò ed io scossi la testa.

«Fidati di me. Nessuno ti odierà alla fine, amico.» Strinsi leggermente la spalla di Yok. Tirai fuori il mio cellulare ed inviai un messaggio a White. Immaginavo che dopo aver letto questo messaggio, potessero esserci buone notizie, almeno potevo vedere dove Black aveva portato suo fratello.

Fine POV di Sean

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Un messaggio in arrivo aveva fatto vibrare il mio telefono. Lo avevo subito spento per paura che Black lo potesse prendere e nascondere. Avrei sicuramente perso l’occasione di contattare Sean.

«Black, penso che dovremmo tornare a casa.» Black si voltò a guardarmi non appena finii la mia frase. Mi chinai per sedermi accanto a lui, toccandogli la spalla con la mano.

«Tornare a casa?» Black ripeté le mie parole.

«Sì, andiamo a casa.» Gli presi la mano.

«Casa mia non è casa tua. I nostri genitori sono divorziati. Devo tornare indietro da mia madre, e tu devi tornare a vivere con tuo padre. Dopodiché, non possiamo più vederci. È questo quello che chiami casa?» mi chiese Black. I suoi occhi ora non erano più duri o feroci, ma erano pieni di solitudine e tristezza. La tristezza di qualcuno che voleva evitare la verità. Scossi la testa.

«Non è così, fratello.» Afferrai saldamente la sua mano. Anche Black si voltò a guardarmi di nuovo.

«Se non è così? Allora com’è?»

«Anche se è mio padre, è anche tuo padre. Troveremo papà, poi chiameremo la mamma e gli diremo che starai con noi. Poi sarà tutto finito. Siamo abbastanza grandi da convincerli a capire, specialmente mamma.»

«White…» Black pronunciò il mio nome come se fosse sorpreso da ciò che avevo detto, così gli sorrisi.

«È arrivato il momento di smettere di pensare che dovremmo separarci. Gli umani non possono scappare dalla realtà per sempre. Devi affrontarlo coraggiosamente. Andiamo a casa insieme.» Continuai a persuaderlo.

In fondo, sapevo che Black non era così forte come stava cercando di apparire. Più cercava di proteggersi, più diventava vulnerabile.

Black distolse lo sguardo e cominciò ad esitare.

«Allora?» chiesi di nuovo e alla fine accettò.

«Va bene, torniamo a casa.»

Dopo che Black accettò di tornare, impacchettammo tutte le cose che si era portato dietro in quel motel. Poi prendemmo un taxi per tornare a casa. Non avevamo lasciato nulla alle nostre spalle. 

Quando mio padre vide Black, la prima cosa che fece fu raggiungerci e abbracciare Black, facendolo piangere. Black non piangeva facilmente. Tutti sapevano che ero io quello dalla lacrima facile. Ma era troppo da sopportare. Aveva portato troppo peso sulle sue spalle, lo aveva fatto per molto tempo.

«Va tutto bene, figlio mio…» Forse era per queste parole, accompagnate da un abbraccio caloroso, che era diventato così debole.

«Andiamo a casa.» Papà sorrise a Black e lo condusse in casa con il braccio intorno alle sue spalle.

Colsi l’occasione per guardare il messaggio che Sean aveva inviato.

[Sean: Se ne hai la possibilità, dimmi dove siete, verrò da voi.]

Dopo aver letto il testo del messaggio decisi di chiamare invece che rispondergli via messaggio. Aspettai meno di tre secondi, Sean rispose immediatamente come se stesse aspettando la mia chiamata.

[Ciao. Dove sei, piccolo?]

«A casa di mio padre.»

[Puoi inviarmi l’indirizzo? Verrò lì.]

«Va bene, sono contento che tu voglia venire. Voglio chiarire le cose in modo che finisca tutto quanto.» Le mie parole confusero Sean.

[Cosa c’è che non va? Cosa ti ha detto Black?]  Sean non era affatto stupido. Sapeva che un giorno mio fratello mi avrebbe raccontato la sua storia.

«Sì, la tua storia, Sean. Mi ha detto che non eri una brava persona, che cercavi sempre di farmi del male fino a quando non ho avuto un incidente d’auto quando ero alle elementari, e quello mi ha fatto perdere la memoria.»

[Quindi credi che io sia quel tipo di persona?]

La voce di Sean era così calma che non riuscivo a capire i suoi sentimenti. Ma anche così, non riuscivo a smettere di sorridere.

«Non riesco a crederci, ma sto aspettando di sentirlo direttamente dalla tua bocca. Sono sicuro di non fidarmi delle persone sbagliate.»

[Verrò presto da te.]

«Va bene.»

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POV di Sean

Dopo aver finito la telefonata con White, guardai Yok che sembrò essere preoccupato.

«White ha chiamato.»

«Sì, lo so, hai parlato dolcemente, è stato sufficiente per capirlo.» disse Gram.

«Allora, la finiamo ora?» chiese Yok curioso.

«Black e White sono a casa del padre.»

In quel momento mi arrivò un messaggio da parte di White. Mi aveva mandato la posizione di casa sua.

«Dobbiamo fare in fretta. Ora che anche il padre di Black e White sono lì, le cose verranno spiegate più facilmente e chiaramente.» proposi e tutti furono d’accordo.

«Come convincerai Black?» chiese Yok.

«Giusto, dobbiamo preparare un piano per questo.»

«Lo farò io.» disse Gram: «Se si arrabbierà, sarò lì per controllarlo. Yok, devi solo dire la verità.»

«Sì, lo so.» Yok annuì.

Subito ci avviammo verso casa del padre di White, tranne Kumpha che non era direttamente interessato alla questione. Circa un’ora dopo, la mia auto si fermò davanti alla casa. Andai a suonare il campanello, aspettando il momento in cui White uscisse per aprire la porta.

«Sei arrivato prima di quanto pensassi.» White mi salutò.

«Siamo venuti il prima possibile.» White guardò Gram e Yok in piedi dietro di me e sorrise timidamente.

«Loro… lo sanno, giusto?»

«Sì.»

«Io sono White, il fratello gemello di Black. Mi dispiace per avervi mentito.» disse White guardando i due. Non era a conoscenza che Yok lo sapeva già e faceva solo finta di non saperlo.

«Yok lo sapeva da molto tempo.» risposi, facendo alzare gli occhi a White.

«Davvero?» Guardò Yok e lui annuì.

«Sono venuto qui perché ho molte cose da dire.» disse Yok.

«Vuoi dire qualcosa?» White ripeté e Yok annuì di nuovo.

«Ok, dov’è Black?» Gram spinse la porta già aperta, chiedendo notizie della persona che voleva incontrare di più in quel momento.

«In camera, abbiamo appena finito di mangiare e ha detto che sarebbe andato in camera. Mio padre è appena andato via.»

«Tuo padre non è qui, andrà tutto bene?» chiese Gram.

«Siamo arrivati fin qui. Va bene.»

Non aveva senso tornare indietro adesso. L’unico modo per mettere fine a tutto questo era affrontarela verità. White entrò per primo in casa. Poi ci fece cenno di sederci ed aspettare sul divano, prima di entrare nella stanza. Una ventina di minuti dopo, sentii il rumore di qualcuno che correva giù per le scale. Sembrava un passo affrettato. Ma non veloce come le mani che mi afferrarono per il colletto, sollevandomi dal divano. Un pugno colpì il mio viso in segno di saluto. Non ero preparato a questo e caddi a terra, Black avrebbe voluto colpirmi ancora ma Gram lo fermò.

«Togliti di mezzo.» urlò in faccia a Gram. Mentre io mi asciugai il sangue dall’angolo della bocca, poi mi alzai con l’aiuto di White.

«Stai bene, Sean?» chiese White preoccupato guardando il mio viso.

«Non fa troppo male.» Gli accarezzai il dorso della mano e Black sembrò infuriarsi ancora di più vedendo quel gesto.

«Gram, ti sto dicendo di lasciarmi andare!» Black spinse Gram con tutte le sue forze e stava per correre di nuovo contro di me. Ma Gram gli afferrò il braccio e lo tirò indietro nuovamente.

«Gram» Black gridò più forte.

«Vuoi causare altri problemi? Black, non devi fingere di non sapere che tuo fratello e Sean si amano e sono felici insieme. Ti piace vedere tuo fratello triste?» Gram cercò di far ragionare Black, ma Black non sembrò dargli importanza.

«Quest’uomo ha cercato di separarmi da mio fratello. Che diritto ha una persona che non ricorda, di dire queste parole alla porta di mio padre?» Le parole di Black sembravano ferire molto Gram.

«Non è che non ricordo. È solo che non sono sicuro e non posso credere che tuo fratello gemello sia venuto al tuo posto, come succede nei film.»

«Lascia perdere, ora non voglio parlare di questo. Ti sto chiedendo di lasciarmi andare in modo che io possa chiarire con Sean.»

«Hai intenzione di chiarire con le parole? O la tua soluzione è usare la violenza, come l’ultima volta che hai pagato qualcuno per picchiarmi, fino a quando non sono stato ricoverato in ospedale?» White si girò per guardare suo fratello con un’espressione sorpresa.

«Come? Hai assunto qualcuno per picchiare Sean?» White non riusciva a credere che suo fratello fosse così malvagio.

«Perché lo odio!» ammise Black. Era sempre stato una persona che credeva nei suoi giudizi sbagliati anche quando non c’erano prove: «Ti ho detto che era una persona cattiva. Perché non mi credi? Sono tuo fratello, White. Sono tuo fratello!»

«Ma non puoi controllare la mia vita. Come puoi costringermi ad odiare l’uomo che amo?» Anche White sembrò aver raggiunto il suo limite, mentre rispondeva alle parole di suo fratello mi teneva la mano.

Black rimase in silenzio e smise di parlare. Guardò White con occhi pietosi, ma White non si fermò.

«Black, ti amo così tanto. Siamo fratelli, Sean non potrà mai sostituirti. Ma tu non potrai mai sostituire Sean. Non voglio perdere nessuno. Tu sei mio fratello, Sean è il mio ragazzo. Voglio entrambi. Capisci cosa intendo, vero?»

«Non capisco.» Black indicò il volto di suo fratello. Non riusciva ad avvicinarsi a noi perché Gram si rifiutava di lasciarlo andare, non importava quanto duramente lottasse, poteva solo stare lì: «Devi scegliere! Se hai intenzione di vivere con lui, non aspettarti di vedermi di nuovo. Ma se vuoi che io torni in questa casa a vivere con te, rompi con Sean.»

«Black non farlo, lo sai che non posso scegliere.» White sembrò sul punto di piangere. Gram non ce la faceva più, così tirò indietro Black per costringerlo a guardarlo.

«Non è troppo ridicolo, Black?»

«Com’è che si dice? Ho le mie ragioni anche se sono irragionevole. E poi? Le persone come te non si preoccupano mai di quelle come me me, non ricordano mai nulla delle cose che hanno a che fare con me.» Non sapevo cosa fosse successo a Black e Gram. Forse avevano condiviso una storia che io non conoscevo. Si guardavano negli occhi mentre litigavano.

«Mi ricordo! Ricordo quando ero alle elementari, non importava quanto mi ferissi, ma continuavo a cercarti per giocare ogni giorno.» Gram disse trionfante come se si fosse trattenuto per molto tempo e Black rimase immobile.

«Ti ricordi ancora…»

«Sì, mi ricordo.»

«Menti!» Black si arrabbiò improvvisamente: «Allora perché mi hai chiesto come mi chiamavo quando ci siamo incontrati per la prima volta all’università? Non ti ricordi! Te lo sei appena ricordato o te lo ha detto il tuo migliore amico Sean.» Black spostò il centro della conversazione su di me, ma scossi la testa.

«Non so nulla. Gram non mi ha parlato di voi.»

«Questo non ha nulla a che fare con Sean.» Gram continuò a fissare Black: «Quando ti ho baciato al parco giochi, mi avevi chiesto di non farti più vedere la mia faccia.» Le parole di Gram spaventarono Black: «Avevo solo paura che dicendoti che mi ricordavo di te, saresti scappato via.»

«Allora perché ne stai parlando adesso? Questo non è il momento.» Black cambiò nuovamente argomento, ma in base a quello che sapevo della sua personalità, aveva solo paura di perdere la faccia. In fondo era probabilmente contento che Gram si ricordasse di lui.

«Questo ha a che fare con tutto. Black devi smettere di odiare Sean.» Gram afferrò il viso di Black e lo guardò negli occhi: «Capisci cosa sto dicendo?»

«No! Lasciami andare ora.» Black cercò di allontanare Gram, ma Gram non lo lasciò andare.

«Smettila, non essere più testardo, ascoltami!» Gram si aggrappò al braccio di Black, ma lui lottò per farsi lasciare. Gram allora urlò con rabbia: «Te lo sto chiedendo!»

«Non ascolterò nulla!» Black gridò come se la sua rabbia avesse raggiunto il picco. Dopodiché, Gram si voltò a guardare Yok che era in piedi con le mani in tasca.

«Yok….» Yok annuì, si fece avanti e si fermò di fronte a Black come se fosse disposto ad accettare la punizione che doveva accettare.

«Black, non è stato Sean a causare l’incidente d’auto di White quel giorno.»

«Cosa hai detto?» Black ignorò Gram e si rivolse a Yok. Gram lasciò andare lentamente il braccio di Black. Ma rimase vicino cosicché se Black avesse perso di nuovo il controllo avrebbe potuto fermarlo.

«Colui che ha fatto sì che White venisse investito da un’auto quel giorno ero io, non Sean. Ma ero scioccato, quindi sono scappato. Sean è quello che ha aiutato White.» Le parole di Yok fecero trasalire White che era in piedi accanto a me. Lo stesso Black era sorpreso, solo che non ci credeva.

«Non devi proteggere il tuo migliore amico! Ho visto con i miei occhi che mio fratello giaceva in una pozza di sangue e c’era solo una persona, Sean!» Black indicò me.

«Come ho detto, ero troppo spaventato e sono scappato, ma non volevo davvero lasciare che ciò accadesse.»

«No, non ci credo. È lui che ha maltrattato e ferito mio fratello. È lui… è Sean!» Eravamo tutti in silenzio perché avevo detto anche a loro che Black ricordava solo ciò a cui credeva. Dava tutta la colpa a me, perché aveva un disturbo psichiatrico. L’unica soluzione ora è portarlo a farsi curare, e probabilmente White ancora non lo sa. Penso che glielo spiegherò lentamente più tardi. 

«L’ho fatto io, Black. Ma tu ancora non mi credi e dai tutta la colpa a Sean. Il fatto che tu abbia quasi perso tuo fratello ti ha causato un crollo mentale. Non puoi distinguere e dire cosa è reale o cosa è la tua immaginazione. Capisci cosa sta succedendo? Capisci ciò che ho detto!? Sono stato io a farlo, quindi puoi smettere di incolpare Sean!! Tu sei schizofrenico. Capisci cosa sta succedendo? Bastardo!!»

«Yok! Calmati!» Quando vide Yok lì in piedi che urlava, Black sembrò bloccarsi alle sue parole. Mi precipitai a sostenere il mio migliore amico. Black era così scioccato che non si mosse, il suo viso era bianco pallido, non avevo mai visto niente del genere prima. 

Probabilmente era troppo scioccato dal fatto che Yok gli avesse urlato contro e avesse detto che era malato di mente. Se fossi stato al suo posto, sarei stato sorpreso anch’io. Non avrei dovuto lasciare che quel bastardo dicesse la verità. Avrei dovuto sapere che era un uomo con un brutto carattere, facilmente irascibile, non importa quanto fosse colpevole, era difficile cambiare le vecchie abitudini. 

«Black…» Gram fece un passo avanti e abbracciò Black da dietro, mentre lui rimase ammutolito e tutto il suo corpo tremava. Era una scena che non avevamo mai visto da quando eravamo diventati amici. Black era sempre forte, qualunque cosa fosse accaduta, non sembrava mai debole, non piangeva, non si lamentava, non si arrendeva facilmente e non si preoccupava di nulla. Ma in quel momento stava vacillando, le lacrime cadevano a terra. 

«Black!» White chiamò suo fratello. Stava per fare un passo avanti, ma io tirai indietro la sua mano. 

«No.»

«Perché?» White si voltò a guardarmi con un’espressione confusa.

«Lascia che ci pensi Gram, fidati di me.» Quando White mi sentì dire questo, anche lui girò la testa per guardare suo fratello che veniva abbracciato strettamente da Gram che si rifiutava di lasciarlo andare. Quando Black si abbassò per sedersi, Gram si chinò delicatamente sulla spalla tremante di Black, e lo confortò con una voce dolce. Nel nostro gruppo, Gram era il più gentile, delicato e sensibile alle emozioni e alla psicologia degli altri. 

Nessun altro poteva calmare e convincere Black ad accettare il trattamento. Avevo anche concordato con lui in anticipo che sarebbe stato lui ad assumersi la responsabilità di persuadere Black, e sapevo che Gram ci sarebbe riuscito. 

«Black, va tutto bene.»

«Un disturbo mentale?» Black chiese a Gram. Non l’avevo mai visto così pietoso, così triste che White stava quasi per piangere, mi si tratteneva perché non voleva far preoccupare suo fratello.

«Non mi sembra affatto strano.» Gram sorrise debolmente: «Ce l’ho anch’io.»

«Menti.» urlò Black. Era davvero troppo sotto pressione, ma Gram lo prese per mano.

«Non sto mentendo. Possiamo ricevere cure insieme. Quando starai meglio, guarirò anche io. Sarò sempre al tuo fianco e non ti lascerò mai. Te lo prometto.» Gram colse l’opportunità mentre Black soffocava e agganciò il suo mignolo a quello di Black.

Tutti noi guardiamo con ansia la reazione di Black, chiedendoci se avrebbe fatto come diceva Gram. Black guardò in basso verso le loro mani unite. Infine, annuì. 

Gram lo tirò in un abbraccio stretto. Anch’io mi girai e abbracciai forte White. Dato che Gram aveva convinto Black, io e White non avremmo dovuto più rompere. 

«Dannazione, tutti hanno un partner.» Yok imprecò a bassa voce e poi si girò provocando una risatina di White. Anche se all’inizio sembrava che stesse per piangere per la situazione di suo fratello.

Fine POV di Sean

*****************

Dopo che tutti i problemi furono risolti, lasciai mio fratello a calmarsi con Gram. Poi mi sedetti e parlai con Sean. Implorandolo, minacciandolo e costringendolo a raccontare tutte le storie della sua infanzia, comprese le storie che conosceva di mio fratello. Adoravo ascoltarlo, mentre Sean mi diceva che sapeva cosa mi piaceva e cosa no perché mi pedinava continuamente. 

Sembrava un pervertito, ma era anche carino. Anche se non sembrava che volesse dirmelo, avevo insistito finché non aveva accettato di continuare a raccontarmi tutto. Mi sedetti, ascoltai e sorrisi fino a quando la mia bocca non si stancò.

«Ridi perché è divertente, vero?» Sean disse sarcastico,ma io semplicemente feci spallucce.

«È perché sono sollevato dal fatto che Black non sia più testardo ed è finalmente ricettivo alle medicine.» espressi i sentimenti che avevo dentro di me. Prima non sapevo che Black avesse quella malattia. Quando avevo sentito la sua storia, nel mio cuore avevo provato molto del dolore che stava attraversando. Sentivo che era davvero triste, ma ero anche contento che le cose fossero finite bene e che non era stato troppo tardi.

«Sei contento che non ci impedirà di uscire di nuovo insieme, giusto?» Sean strofinò la sua mano sulla mia guancia, io la spinsi via e dissi con rabbia: «Non c’è bisogno di dirlo. Rispondi onestamente, se non avessi sostituito Black all’università, avresti continuato a seguirmi in quel modo per sempre?»

«No, probabilmente saresti venuto da me.» Sean fece un piccolo sorriso all’angolo della bocca, era un sorriso sornione, il tipo che mi faceva arrabbiare: «Ma avrebbe potuto volerci del tempo, giusto?» Ridemmo insieme. 

«Ma credo che Black e Gram si piacciano da molto tempo. Cosa ne pensi?» chiesi a Sean, che fece un’espressione pensierosa e scosse la testa. 

«Non lo so. Questa questione è tra loro due.» Mentre io e Sean parlavamo, mio padre tornò. Uscii per aiutarlo a portare le borse, perché era andato al supermercato a comprare le cose per la cena. Papà fu sorpreso di vedere Yok in piedi davanti alla casa e Sean con me.

«Ah, gli amici sono venuti a farti visita?» chiese mio padre 

«Sì Pà. Lascia che ti aiuti a fare il riso.» risposi.

«Va bene, allora ti lascio andare per primo.» Mio padre sorrise rassicurante a tutti, ma diede due o tre pacche sulla spalla a Sean.

«Come stai? Stai diventando più alto e più bello.» 

«Grazie, Pà.» Sean chiamò mio padre così e mi voltai urlando.

«Pà?»

«Beh, mio suocero.» rispose Sean impassibile e la mia faccia divenne rossa. Ero quasi morto di paura, ma mio padre si limitò a ridere.

«È veloce e intelligente.» Non solo mio padre non era arrabbiato, ma scherzava con Sean!

Sean sorrise ampiamente a mio padre, anche se di solito non sorrideva in quel modo. Oh mio Dio, mi fa arrabbiare così tanto! 

Io, Sean, mio padre, Black, Gram e Yok eravamo seduti insieme intorno al tavolo. Durante il pasto tutti parlavano tra loro. Black era di buon umore, anche se Sean aveva ancora i suoi occhi feroci addosso. Ma non menzionava o mi diceva di non frequentare più Sean.

Gram si comportava come un amico intimo di Black, quindi non sapevo ancora se loro due erano solo amici o di più. Comunque era una loro decisione.

«Black vivrà qui, tua madre lo sa?» Gram chiese improvvisamente questo e tutti si voltarono a guardarlo. Specialmente mio padre, che alzò anche leggermente le sopracciglia.

«Perché mi ricordo che quando ero piccolo, la madre di Black, diventava molto aggressiva se Black andava a cercare suo padre o suo fratello minore.»

«Si.» Mio padre annuì dopo aver sentito Gram dirlo: «Ora sto solo aspettando che lui venga qui. Se viene davvero, allora è il momento di sistemare le cose in modo che possa finire questa situazione. Dopo tutto, Black è mio figlio. Ha tutto il diritto di vivere qui e di conoscere il suo fratellino. L’ultima volta forse era troppo debole, ecco perché mio figlio ha dovuto soffrire così tanto.» Nostro padre guardò Black con occhi rammaricati poi guardò di nuovo Gram. 

«Ma d’ora in poi non sarà più così. Non voglio che Black sia triste perché non può stare con suo padre e suo fratello come prima.» Gram rise, poi mangiò felicemente il riso. Quanto a mio fratello, mangiava segretamente i ravioli, senza dire niente a nessuno. Forse non sapeva cosa fare. Quanto a mio padre, continuava a mangiare come se nulla fosse successo. Ma, improvvisamente, si sentì una frase che lasciò tutti quelli a tavola senza parole.

«I ragazzi di questa famiglia si vendono molto bene. Peccato che io abbia solo due figli. Avrei dovuto avere un altro figlio per te, Yok!!!» 

«Pà!!!» Io e Black gridammo insieme!

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