NOT ME – CAPITOLO 16

Minuti decisivi

«Sean… Hai sentito anche tu uno strano rumore?» sussurrai a Sean dopo che anche il secondo round si era concluso. In quel momento stavamo facendo la doccia. 

«Sì, l’ho sento.» rispose. 

«Ascolta… Cos’è quel suono?» Alzai gli occhi al cielo pensando a cosa potesse essere, quando io e Sean lo stavamo facendo avevo udito dei gemiti dall’esterno, erano un po’ diversi dalle nostre voci. In un primo momento avevo pensato di essere ubriaco e di aver sentito male, ma quando finimmo di farlo potevo sentire ancora gemiti provenire da fuori. 

«Sentirti gemere così forte vicino al mio orecchio mi rende così felice.» Colpii forte la mano di Sean che cominciò a ridere di gusto. 

«No, Sean ho sentito come… Uno strano rumore, come quando anche noi lo stavamo facendo.» dissi. 

«È qui che noi stavamo facendo sesso prima.» rispose Sean

«Non eravamo noi! Il rumore proviene da fuori!… Potrebbero essere Gram e Yok…« spalancai la bocca al solo pensiero. 

«Non pensarci troppo.» disse Sean accarezzandomi dolcemente il capo. «Assolutamente no! Questo posto non ha solo questa stanza, ce ne sono tante altre.» 

«Questa è la prima volta che mi sgridi da quando ci siamo incontrati. Adesso non sei più carino!»  

«Possiamo uscire da qui? Sono stanco.» Sean non disse nulla, prese le mia braccia e le avvolse intorno al suo collo. Mi abbracciò per poi portarmi fuori dal bagno. 

Lo strinsi tra le mie braccia, nel mio cuore stavo pensando se Gram e Yok lo stessero davvero facendo l’un con l’altro. Non volevo pensarci, ma avevo quel presentimento! 

«Guarda, Yok sta  ancora dormendo.» Sean posò il piede sul pavimento dove Yok stava dormendo, poi guardò verso il letto.

«Anche Gram sta ancora dormendo.» commentò, ma i miei occhi erano acuti.

«Perchè Gram si è tolto la maglietta?» Guardai il volto di Sean. 

«Aveva caldo?» disse lui.

«Ah, sì?» chiesi con fare sospettoso guardando in faccia Sean.

«Perché fai così tante domande? Perché non lo svegli e chiedi direttamente a lui?» Le sue parole erano sarcastiche, ma i suoi occhi mi osservavano intensamente.

«..»

«Oppure vuoi chiedere al piccolo Sean?» 

«Oh! Tu non…» risposi borbottando, ma Sean mi stese sul letto e prese a calci Gram buttandolo fuori dal letto.   

«Dannazione!» imprecò Gram, ma a Sean non sembrava importare. Si sdraiò accanto a me e tirò su la coperta per coprire entrambi i nostri corpi, poi si stese su un lato per guardarmi. Feci finta di nulla e chiusi gli occhi per dormire, ma quando li aprivo di nascosto continuava ad avere gli occhi su di me. Non importava quante volte lo facessi, lui mi guardava sempre.

Sean, ho sonno. Vuoi continuare a giocare?» imprecai sarcasticamente. 

«Voglio giocare a… fissare mia moglie.»  disse sorridendo. 

«Dormiamo.»

«Dormi! Dormi! Dormi!» tirai la coperta sul volto di Sean e risi anche io. 

«Vuoi stuzzicarmi?» Sean premette rapidamente il suo corpo contro il mio, fino a che non mi baciò intensamente sul viso. 

«Ohi! Sean! Smettila!…» Mi dimenai tra le sue braccia, anche se in realtà non mi teneva molto stretto, non riuscivo lo stesso a liberarmi dal suo abbraccio. 

«Drrrt… Ddrrtt…»

Improvvisamente si udì un cellulare vibrare accanto al letto. Mi accigliai un po’ chiedendomi chi mi stesse chiamando. Erano le tre del mattino passate, quasi le quattro. Mi mossi leggermente per prendere il telefono. 

Sean stava decisamente cominciando a darmi problemi, i dolori al mio corpo stavano iniziando a farsi sentire. 

[Chiamata in arrivo … P’Dane]

P’Dane? Perchè P’Dane mi ha chiamato?

«Cosa succede? Perché hai quella faccia?» Alla domanda di Sean non diedi alcuna risposta, mi alzai in piedi e risposi alla chiamata.

«Cosa c’è che non va Phi?»

[White, Black è con te?]

«N…No, come potrebbe essere qui? Dovrebbe essere in ospedale.»

[È scappato dall’ospedale! È tutta la notte che lo cerco, ma non riesco a trovarlo. Prima mi ha maledetto per non avergli detto di te. Sa che sei con Sean.]

Improvvisamente il mio volto impallidì. 

«Come… Cosa devo fare? Cosa devo fare P’Dane?» Ero nel panico. Se Black avesse agito come suo solito, sarebbe corso a cercare me e Sean. 

Se scoprisse che io e Sean… Dannazione!! Ucciderà di sicuro Sean. 

Se avesse avuto un coltello in mano, avrebbe sicuramente pugnalato Sean dieci volte. Il solo pensiero mi terrorizzava.

[Perché sei così spaventato? Hey, non dirmi che stai con Sean…] Ecco che la voce arrabbiata di P’Dane stava arrivando. 

«Beh… Da come hai capito sono con Sean…» Questo era sufficiente per fargli capire, no? 

[Credo che morirai White. Ti avevo detto di non scherzare con Sean.]

«Perché? Perchè non puoi dirmi cosa sta facendo?» Sapevo che Sean mi stava ascoltando ma in quel momento non riuscivo a riagganciare. Black era fuggito dall’ospedale come un dinosauro. Come i dinosauri scappati da Jurassic Park.

AAHH! MERDA! 

[Non ha fatto nulla.] 

«Ah?» 

[A questo punto, posso dirti che Sean non ha fatto nulla. Ma Black…. Black ha fatto molte cose. Lui ed io temevamo che Sean potesse approfittarsi di te. Capisci? Non è una persona cattiva, ma è peggio di altre. ] 

«No…» Non riuscii a rispondere perché Sean mi aveva preso il telefono. 

«S… Sean…» Prese il cellulare e lo portò all’orecchio.

«Perché io?» chiese a bassa voce. Il mio viso diventò ancora più pallido, potevo sentire P’Dane parlare chiaramente, quindi Sean aveva ascoltato tutto il tempo!

[Sean, tu!]

«Se hai qualche problema vieni a parlarne direttamente con me, oppure temi Yok?» 

[Non ho mai avuto paura di lui.] 

«Allora di cosa hai paura?» Sean inarcò un sopracciglio con aria di sfida. 

[Non scherzare con White. Questo è un problema tra te e Black, solo tra voi due.]

«Non avete iniziato voi? Grazie per avergli detto che ho suo fratello.» Ancora una volta impallidii.

Non dirmi che Sean mi vede solo come uno strumento per vendicarsi di Black. Il mio cuore all’improvviso fa male. 

[SEAN!!] urlò P’Dane.  

«Digli di venire presto. Lo sto aspettando.» dopo aver finito di parlare Sean mise giù il telefono e io non avevo una bella cera.

«Sean, mi stai prendendo in giro?» chiesi con voce flebile, stavo per piangere. 

Tutti mi avevano avvertito, ma io non ci credevo.

Se la sua risposta era un sì, io… non potevo incolpare nessuno se non me. Lo dovevo accettare. 

«Non piangere, non mi sto prendendo gioco di te. Volevo solo infastidire tuo fratello.» Mi avvolse in un abbraccio, calmandomi dolcemente.

«Allora cosa ti ha fatto mio fratello?» Mi alzai e mi liberai dall’abbraccio. Non stavo davvero piangendo, ma ci ero molto vicino. 

«È un segreto.» Sean sorrise. 

«Allora… Quando ci siamo incontrati… Quando hai capito che non ero Black?» parlai a bassa voce, nonostante fossi curioso non volevo che Yok sentisse. 

«Dal primo giorno che ti sei unito alla banda.» Sean rise in gola, quel suo sorriso sembrava elegante. 

«Dovresti chiedere a tuo fratello il motivo per il quale mi odia.» Feci una smorfia confusa mentre Sean continuava a sorridere. Abbracciò il mio collo da dietro, tirandomi giù allo stesso tempo, ma non riuscivo ancora a dormire. Black non era una persona normale come pensava lui. Probabilmente stava organizzando qualcosa di folle, non volevo pensare a cosa potesse accadere. Tutto quel pensare mi fece venire le vertigini.

************************ 

Il mattino seguente…

Mi svegliai con difficoltà a causa di un forte rumore in camera che mi costrinse ad alzarmi dal letto. Avevo dolori ovunque. Sapevo che avrebbe fatto male, ma non pensavo che sarebbe stato così tanto doloroso da riuscire a malapena a muovere il mio corpo.

«Sean! Gram!… Cos’è questo?» Ero confuso nel vedere Sean seduto a terra con i capelli in disordine. Yok era in piedi appoggiato al muro e nel mentre scuoteva la testa avanti e dietro come stordito ancora dal sonno. Gram, invece, era quello più sveglio e teneva Sean stretto a sé con un’espressione seccata, come se qualcuno avesse ucciso il suo cane. 

«Ma cosa sta succedendo?» Ero scioccato. 

«È arrivato all’improvviso e mi ha buttato giù dal letto!! Cosa ti dice il cervello?» Sean lanciò un’occhiataccia a Gram senza alzarsi. 

«Cosa dice a te? Dopo che te ne sei andato, come puoi venire qui e sdraiarti vicino a Black? Ieri notte eravamo lì insieme.» Era raro vedere Gram sgridare Sean in quel modo. Non era finita lì, si avvicinò a me tirandomi fuori dal letto nascondendomi dietro di lui. Gemetti dal dolore. 

«Ooh! Fa male!» Non volevo dirlo a Gram, ma non riuscivo a sopportare il dolore. Il mio dolore era così evidente che anche Sean si alzò in piedi. Guardai Gram diritto negli occhi. 

«Qual è il problema?» 

«Scusa, ti fa male? In effetti, ieri sera mi sembrava di averlo fatto troppo forte.» Gram si voltò per parlarmi, ma le sue parole mi lasciarono confuso. 

«Cosa hai detto?»

«Non sognartelo nemmeno.» borbottò Sean. 

«Cos’è quello?» chiese Gram.

«Non è tua responsabilità, non c’è bisogno di preoccuparsi delle mogli degli altri.» Dopo aver finito di parlare mi prese per il polso e mi portò dietro la sua schiena. 

Basta così! Calmatevi, sono ferito!

«È mezzogiorno, perché ancora non sei sveglio?» Ero ancora stordito. La scorsa notte l’avevo fatto con Sean, lo ricordavo perfettamente. Non mi sentivo timido come una ragazzina che l’ha fatto la prima volta, perchè io sono un ragazzo. Questo non voleva dire che, solo perché sono un ragazzo, non potevo provare vergogna… in verità la provavo. Ma dirlo non era nel mio stile. 

«Black, non nasconderlo, dillo a Sean.» Il volto di Gram era molto serio. 

«Cos… Dire cosa?» Ero sempre più sorpreso. 

«Allora lascia che ti parli.» Accidenti Gram non aveva ancora finito.  

«Cosa vuoi Gram?» chiese Sean infastidito. 

«Voglio che dica la verità.» Gram avevo lo sguardo di un ragazzo tenace che non si sarebbe mai arreso. 

Cos’è tutto questo? Cosa succede?? Che casino!! Non capisco più nulla!!!

«Quale verità? Di che diavolo stai parlando? Sei paranoico.» Sean disse esattamente quello che stavo pensando anche io. 

«Questo!» Gram mi tirò a sé. «Se dicessi che ieri notte io e Black l’abbiamo fatto, cosa faresti Sean?»

Cosa? Non capisco?? È tutto così incasinato!

Come potrei aver fatto qualcosa con lui? Impossibile. 

Quando Gram pronunciò quelle parole l’intera stanza cadde in un silenzio di tomba, nessuno proferì parola. Eravamo tutti immersi nei nostri pensieri. Non riuscivo a sopportare la pressione di quel silenzio e decisi di essere io il primo a romperlo. 

«Eh… Forse stavi sognando?» Non potevo evitare di fargli quella domanda, i volti di Sean e Yok erano sconvolti.

«Che diavolo! Davvero hai detto che stavo sognando?» ruggì Gram. Gram tirò la maglietta che indossavo facendola scivolare da una spalla.

«Il tuo corpo è pieno dei segni che ti ho lasciato e continui a dirmi che stavo sognando? Hai paura che non mi prenda le mie responsabilità? Quando si tratta di queste cose… Dovresti dire la verità, per quanto ancora esiterai?» Sussultai alle parole di Gram, nel frattempo Sean e Yok rimasero in silenzio.

«Eh… Non è… Come puoi dire che abbiamo fatto questo e quello? Hahahaha, come puoi scherzare così? La prossima volta non scherzare su queste cose.» dissi con un finto sorriso sulle labbra. I tre ragazzi nella stanza mi stavano fissando in silenzio. 

«Black questo non è il momento di scherzare. Se vuoi farlo… dovresti capire bene la situazione.» 

«Raccontalo a te stesso, Gram.» Sean fece girare Gram per poterlo guardare meglio. 

«Perché? Non riesci ad accettarlo?»

«Sei tu quello che non riesce a vedere le cose. Quei segni, sono io che glieli ho lasciati.» Sean guardò Gram. Le sue parole mi fecero sentire calore sulle guance. C’era bisogno di dire così tanto? Che cavolo! Nella mia mente cominciavano a pormi innumerevoli domande.

«Ieri, io e lui l’abbiamo fatto in bagno. Come potrebbe stare con te?» Sean mi afferrò la mano affinché Gram lo vedesse ed io lo lasciai fare.

«Non me lo sto inventando! Voi tutti a che gioco state giocando? Se non abbiamo fatto nulla insieme allora quella macchia sul letto cos’è? Ero ubriaco ma ricordo bene cosa ho fatto. Black so che non mentirai, non stare dalla parte di Sean, lui mi ha ingannato.» Gram mi fissava e sembrava molto arrabbiato.

«Gram…» Alzai il volto per guardarlo. «Ieri non ho fatto nulla con te. Sei ancora ubriaco?» 

«Non sono ubriaco!» Gram urlava per tutta la stanza finchè non mi afferrò il polso. «Vieni qui.»

«Ahi, Gram!… Fa male!» Gemetti dal dolore per la sua presa faceva tremare tutto il mio corpo. 

«Gram, stai esagerando.»

«È troppo? Non sto affatto esagerando. Ti ho lasciato passare avanti a me per molto tempo, Sean. Ci avevo rinunciato perché Black non era mio. Ma adesso lo è e lo sarà anche se muoio, non lo lascerò andare.»

«Hai intenzione di portarmelo via?» domandò Sean tirandomi indietro mentre stringeva i pugni. «Se hai intenzione di farlo, sono pronto a battermi con te.» 

Pazzi!! Questo è troppo!! Pensavo fosse un malinteso.

Mi voltai a guardare Yok in richiesta di aiuto. Mi si allontanò come se non fossero affari suoi. 

Che bastardo!

«Possiamo combattere, non mi importa! Ma Black deve stare con me!» Gram mi lasciò la mano ed iniziò per primo a spingere il petto di Sean, quest’ultimo rispose immediatamente con un pugno. L’attacco di Sean fece cadere Gram in un angolo della stanza e le lattine vuote di alcol volavano ovunque. Gram si alzò velocemente, attaccando in risposta Sean che non riusciva a parare i pugni in tempo.

«Sean!» urlai sconvolto quando vidi Sean steso a terra con la bocca sanguinante a causa dei pugni ricevuti. Più mi avvicinavo a Sean più Gram si scagliava su di lui. Sean non si tirò indietro e inizio a prendere a calci Gram con forza, riuscì ad alzarsi continuando a picchiare l’altro senza preoccuparsi di nulla. 

«Yok! Per favore Yok fermali!» Mi girai per parlare con Yok e lui si avvicinò lentamente. Ero felice che stava per dare una mano, poi però mi afferrò il polso. 

«Seguimi.» disse conducendomi fuori dalla stanza. 

«Che diavolo? Yok lasciami andare!» protestai mentre Yok continuava a trascinarmi fuori dalla stanza. Ci avvicinammo all’ascensore che però tardava ad arrivare e Yok non voleva aspettare, quindi mi trascinò giù per le scale. 

«Non posso scendere… Yok… Io…» Sentivo tutto il  mio corpo dolorante e l’asma che iniziava a farsi sentire. Se continuavo a correre con lui giù per le scale di quel passo sarei morto.

«Non posso essere io?» 

«Non fare così. Torna indietro e prenditi cura di quei due. Hey!!» urlai quando Yok riafferrò il braccio e cominciò a correre di nuovo giù per le scale. Misi velocemente la mano intorno alle sue spalle per afferrarlo, volevo fermalo quella postura era troppo pericolosa. 

Scese tre o quattro gradini alla volta. È una tartaruga ninja? Yok mi portò alla sua macchina alla velocità della luce, prese le chiavi per aprire la portiera buttandomi sul sedile del passeggero, prima che lui salisse al lato del conducente. 

Mi afferrò subito il braccio, senza avere il tempo di aprire la portiera e colpirlo. 

«Non muoverti se non vuoi farti male.» 

«Cos… Perché? Mi colpirai??» feci un’espressione sconcertata. Non riuscivo a credere che Yok si stesse comportando come un gangster proprio con me. 

«Ti faro quello che ti hanno fatto ieri.» Quando pronunciò quelle parole mi pietrificai.

«Eh? Non l’ho fatto con Gram!» 

«Ma io vi ho sentito. Ho sentito il suono del letto dove eravate tu e Gram.» Mi guardava fisso in viso e si avvicinava così tanto che la punta del suo naso toccava il mio prendendomi in giro. Per allontanarmi da lui indietreggiai fino ad arrivare a toccare la schiena la portiera della macchina. 

Yok continuava ad avvicinarsi, così coprii con una mano la mia bocca. Lui rise, ma quella risata era strana.

«Chi sceglierai? Sean o Gram?» Non risposi perché il suo viso era troppo vicino al mio e se avessi tolto la mano mi avrebbe baciato sicuramente. Yok sollevò la mano poggiandola sulla portiera vicino al mio volto. 

«Non rispondi?» Sembrava si stesse divertendo, ma io scossi la testa.«Hai paura di me?» Yok continuava a fare domande ed io lo guardavo con occhi spaventati. 

«Non ancora? Non ho fatto niente per spaventarti. Non aver paura. Aspetta che lo faccia.» Yok si fermò e mi fissò dritto negli occhi. Non riuscivo a capire a cosa stesse pensando. Sembrava di guardare il mare nero, non importa quanto questo sia profondo, è impossibile riuscire a vedere il fondo. 

«Non è troppo tardi per avere paura.» Yok si allontanò da me.

«Resta lì e stai zitto. Non essere testardo e fa ciò che ti dico. Non sono bravo come Gram e non ti ho mai viziato come fa Sean. Ma se lo voglio, me lo prendo.» Appena finì di parlare mise in moto la macchina e partì. 

Come potevo dimenticare che la persona peggiore del gruppo era Yok? Cosa avrebbe fatto non lo sapevo neppure io. Mi portò a casa sua, dove c’eravamo solo noi due, quindi iniziai a guardarmi intorno con sospetto.

«Drrrt… Ddrrtt…»

Il telefono di Yok squillò, erano passati poco meno di cinque minuti da quando avevamo lasciato il parcheggio del dormitorio. Probabilmente Gram aveva notato che ero sparito insieme a Yok, chiamò continuamente senza mai fermarsi, ma Yok non rispose neppure una volta. 

«Yok, perché mi hai portato qui?» chiesi, ma ancora una volta mi prese il polso e mi trascinò in casa. 

«Entra, così possiamo passare del tempo insieme.» 

Quando le luci si accesero si fermò improvvisamente, perché c’era un uomo seduto con le gambe incrociate che guardava la TV come se nulla fosse. 

«Sapevo sarebbe andata a finire così.» 

La voce calma dell’uomo mi fece trasalire. Yok borbottò qualcosa tra i denti facendo voltare P’Dane verso di noi. Si alzò avvicinandosi a Yok prima di salutare educatamente. 

«Sono io, Yok. Sono felice che ti ricordi ancora di me.» Yok lasciò andare il mio polso e strinse i pugni così forse che avevo paura potesse colpire P’Dane. Ma P’Dane non aveva paura, anche se era più giovane di Yok. 

«Perché sei venuto a casa mia?» chiese Yok, sembrava stesse cercando di controllare le sue emozioni. Lo sguardo duro che aveva con tutti mi fece capire quanto in realtà Yok fosse debole dinanzi a Dane, il suo ex. 

«Mi hai dato una chiave di riserva da portare con me. L’hai dimenticato?» parlò con voce profonda ed un sorriso letale comparve sulle sue labbra. Poi fece ondeggiare le chiavi davanti il volto di Yok in modo che potesse vederle chiaramente. 

«Restituiscimele!» Yok guardò P’Dane con occhi feroci, nonostante potesse afferrare le chiavi facilmente si rifiutava di fare un passo avanti. Era come se avvicinarsi a P’Dane lo avesse fatto cedere.

«Non voglio.» 

«Ridammele, Dane!!» 

«No, non lo farò!» 

«Restituiscile!!»Yok gridò facendomi trasalire e si diresse verso Dane, ma lui rimase dov’era sorridendo, come se potesse chiamare i passi di Yok.

«Smettila di giocare ed io te le ridarò.» 

«Di cosa stai parlando?» Mi chiesi perché Dane si era rivolto così educatamente a Yok in quel momento.

Quello era il modo di provocare di P’Dane. Usare il tono di voce basso, parlare gentilmente con occhi dolci, era questo che piaceva fare a Dane nonostante la sua giovane età. Facendo così Yok non avrebbe potuto fronteggiarlo. P’Dane si avvicinava, invece, Yok faceva l’esatto opposto, indietreggiava ed indietreggiava rifiutandosi di avvicinarsi a Dane. 

«Sto parlando del ragazzo in piedi accanto a te.» La voce di P’Dane mutò, adesso era piatta e non aveva più quel sorriso amichevole sul volto. All’improvviso accarezzò i capelli di Yok, il quale rimase fermo, poi mi tirò a sé per restare dietro di lui.

«Lo proteggi o cosa? Queste è casa mia, puoi entrarci facilmente, ma non aspettarti lo stesso per uscirne.» 

«Davvero? Hehehe, sei molto arrabbiato, vero? Quando le cose non vanno secondo i tuoi piani.»

«Fingere così a lungo è una perdita di tempo. Ovviamente so tutto.» La battuta di P’Dane mi sorprese ancora una volta. 

Il viso di Yok impallidì ed io rimasi stordito. Non aveva importanza, per quanto tempo ci pensassi non capivo a cosa si stava riferendo P’Dane, poi fece dondolare più volte le chiavi davanti al volto di Yok.

«Permettimi gentilmente di portarlo a casa oppure lascia che ti racconti tutti qui. A te la scelta Dragon Ball.» 

************************ 

Come descrivereste in 3 parole questo capitolo? 
Noi con ANSIA, ANSIA  e se non si fosse ancora capito A-N-S-I-A!!!! 

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