NOT ME – CAPITOLO 10

Catturandoti

«Gram!» 

Gridai dolcemente il suo nome, ma poi rimasi senza parole a causa di quello che aveva detto Gram. Se fosse stato vero, Sean avrebbe dovuto essere un buon amico per mio fratello.

Gram si strinse nelle spalle e mi sorrise, poi continuò a copiare i compiti e disse:

«Quando sei felice, non hai bisogno di pensare a me, non sarò triste. Lo capisco!» Gram rise, ma senza alcuna traccia di sarcasmo nella sua voce. I suoi occhi e il suo sorriso mostrarono infatti la sua onestà. Non si sentiva affatto ferito o turbato e questo mi rese nervoso.

«Quello che hai detto mi fa sentire molto triste.» Ad essere sinceri, a volte Black poteva essere davvero cattivo, pensava sempre a Gram come ad un bidone della spazzatura. «Perdonami.»

Mi scusai al posto di mio fratello.

«Siamo amici, non c’è bisogno di scusarsi.» Gram rise di me ed io mi limitai a sorridere e gli arruffai i capelli.

Ero un po’ preoccupato per il problema tra Gram, Yok, Sean e mio fratello. Non sapevo cosa fosse successo tra loro, ma la cosa più preoccupante era il pensiero di come si sarebbero sviluppate le cose dopo la mia scomparsa.

Soprattutto il rapporto tra me e Sean.

************************

La mattina dopo

Fui svegliato da Gram alle 8 del mattino, o meglio, dal suo grosso cane che, una volta entrato in stanza, saltò sul letto e si sedette sul mio viso. Quasi mi soffocò a morte. Lo spinsi via, tra le risate di Gram. Mi tirai la coperta fin sopra la testa per tornare a dormire, ma Gram mi tirò fuori dal letto. Voleva che lo aiutassi ad innaffiare le piante e lavare la macchina.

Non mi diede neanche il tempo di fare la doccia e cambiarmi i vestiti. Mi lasciò lavare solo la faccia e i denti.

«Cosa c’è, Gram?» mi lamentai quando Gram mi trascinò giù: «Non ho dormito ieri, non potresti lasciarmi continuare?»

Cosa avevamo fatto ieri sera? Solo chiacchierato! Chiacchierato tutta la notte. Gram era una persona loquace e non smetteva mai di parlare.

Quando ero con Sean, andavo a letto dandogli le spalle e stavo sveglio fino alle 11, perché a quel ragazzo piaceva sempre lasciarmi tranquillo. Ma d’altra parte, mi sentivo a mio agio con Gram e non ero stressato. Certamente però lui non avrebbe mai ammesso che gli piacevo come Sean.

Ma era stato comunque crudele perché mi aveva svegliato alle 8 del mattino.

«Alzati, non posso svegliarmi tardi quando sono a casa, innaffia le piante per me.»

Ritiro ciò che ho detto, non è gentile e premuroso.

Gram mi cacciò via dalla stanza, così sospirai, mi alzai e presi un tubo dell’acqua iniziando ad innaffiare, riluttante, le piante. Gram rise e andò a prepararsi per lavare la macchina.

«Non andrai al campus oggi?» chiesi.

«Ci sono i tre giorni di vacanza, oggi è il primo.»

«Oh…»

Ma prima di ciò…

«Verrai a casa mia durante le vacanze?» 

«Oh… se venissi a casa tua, dove dormirei?»

«Beh… dormiresti nella mia stanza.»

La conversazione tra me e Sean riecheggiò improvvisamente nella mia mente. In quel momento mi aveva invitato a casa sua, ma io non avevo accettato o rifiutato chiaramente quell’invito.

Non sapevo se Sean se ne fosse dimenticato o meno. La nostra relazione in quel momento era imbarazzante, quindi forse lo aveva già dimenticato.

«Oh, ehi, non puoi innaffiare così. Ora le mie piante sono morte!» Il grido di Gram mi spaventò al punto che rapidamente girai il tubo dall’altra parte.

«Perdonami.» risi guardandolo.

Anche se Gram poteva sembrare un cattivo ragazzo, aveva uno stile di vita carino. Amava gli animali, le piante, le moto e il suo cuore era molto gentile, andava ben oltre la mia mente…

Volevo davvero sapere com’era Sean a casa sua.

Mentre innaffiavo le piante di Gram, una moto si fermò davanti alla casa. I motociclisti indossavano le solite 2 t-shirt nere, jeans e sneakers. I vestiti erano un po’ larghi, ma risultavano perfetti per corpi alti e spalle larghe come le loro. Uno di loro indossava un casco, quindi non potevo riconoscerlo, finché non aprì la porta ed entrò spontaneamente nella casa di Gram.

«Ah?» rimasi confuso quando quella persona si tolse il casco.

«S… Sean!»

Maledizione!

Mi lanciò il casco, che presi al volo, poi immediatamente mi afferrò il polso. Gram si girò a guardarci e gridò immediatamente:

«Ehi, ehi! Che diavolo!» Gram si precipitò da me e Sean.

«Sean, cosa stai facendo? Sta annaffiando le mie piante, sei cieco?» Gram mi chiese di farmi parte, confuso nel vedere cosa stava facendo Sean. Improvvisamente venni trascinato, non riuscivo ancora a stare in piedi.

«Non posso più aspettare a lungo, ho cambiato idea. Devi rispondermi.» Gram ovviamente non capiva cosa stesse dicendo Sean, ma io capii subito. La confessione.

Oh merda! Avevi detto che potevi aspettare, giusto? È questo ciò che chiami attesa??

«Che diavolo! Non capisco.»

«Voglio andare a casa.» Sean disse senza guardarlo. «Voglio portarlo a casa.»

«A casa tua?» chiese Gram.

«Sì.»

«Oh, hai detto che volevi tornare da tua madre.» Gram annuì come se avesse capito qualcosa, poi si voltò per chiedermi: «Hai accettato di andare a casa sua?»

«Io… Non ancora.»

«Davvero?» Sean alzò un sopracciglio.

«Sì.» Annuii.

«Allora d’accordo.» disse Sean.

È facile per te, vero? Pensi che accettare di andare a casa tua sia semplice?

«Sean, guardami, non mi sono ancora fatto la doccia.» mi lamentai: «Fammi preparare prima.»

«No, non mi importa.» parlò con la sua solita voce calma e la sua espressione immutabile.

«Ok, verrò a casa tua. Aspetta però che mi faccia una doccia e mi cambi!» Alla fine mi arresi e decisi di andare con lui. Anche se avessi detto che non volevo, avrebbe continuato a tirarmi. Perché aveva tanta fretta? Anche se aveva detto che avrebbe aspettato, era questo il vero volto di Sean.

«Beh, se lo porti via, devi innaffiare le piante. Altrimenti non lo lascerò andare.» disse Gram, pensando ancora alle sue piante. Sean non disse nulla, afferrò immediatamente un tubo per innaffiare le piante e spinse la mia testa.

«Fatti una doccia!»

«Ok.»

Annuii ed entrai in casa, mi precipitai nella stanza di Gram, mi feci la doccia e cambiai i miei vestiti, poi scesi nuovamente. Erano entrambi seduti nella stanza a chiacchierare e, sentendoli parlare di Yok, decisi di non uscire ancora.

«Volevi portarlo a casa perché temevi che Yok sarebbe venuto a litigare con lui?» gli chiese Gram.

 «Sì.» rispose Sean: «Ma ci sono anche altre ragioni.»

«Quali sarebbero?» Gram non conosceva la situazione.

«Ancora non le conosco. Quando le scoprirò, te le dirò.» Sean disse semplicemente e Gram gridò di nuovo.

«Non capisco quello che stai dicendo. Ma va bene, sbrigati e portalo via. Non importa cosa, Yok verrà da me. Non voglio essere coinvolto tra di voi, se c’è qualcosa che non voglio fare, è prendere a pugni Yok.»

«Se Black viene a casa mia, Yok non ci verrà. Sono ancora arrabbiato con lui.» disse Sean.

«Probabile.» Gram annuì e cambiarono argomento, così decisi di uscire.

«Molto veloce.» Sean scherzò ed io sospirai.

«È davvero molto veloce.»

Sean aveva circondato il mio collo con un braccio facendomi avvicinare lui.

«Lasciati baciare, è delizioso. La lunga attesa ne è valsa la pena.» Dopo aver detto ciò aveva sepolto il suo naso nel mio collo, facendo tremare tutto il mio corpo.

Non siamo ancora a casa tua, Sean!

************************

POV di Gram

«Cosa stai facendo!?» Black spinse via Sean.

Quella scena sembrò un pugno in faccia. Improvvisamente sentì dolore da qualche parte, come il primo giorno di mestruazioni di una donna… 

Perché lo sto paragonando a questo

Non sapevo come spiegare il dolore pulsante.

Merda, da quando sono così vicini? Oh, ma stanno insieme ogni giorno! Allora perché sento che qualcosa che non va?

«Questa è la casa di Gram, quindi aspetta.» Black disse in tono aggressivo.

Perché fa più male? Allora, se voi due non siete a casa mia, Sean ha il permesso di farlo?

Perché mi sento “insignificante”?

«Ehi, voglio parlare un po’.» Alzai la mano per avvisare Sean che volevo dire qualche parola a Black e poi afferrai la sua mano. Sean non ci seguì, ma abbassò la testa senza nessuna espressione sul viso. Guardai il piccolo uomo di fronte a me con occhi confusi.

«Cosa c’è che non va?» Black mi guardò confuso.

«Tu…» Lo guardai attentamente.

«Ah?» Anche lui mi guardò allo stesso modo.

«Lasciami essere diretto.» dissi guardandolo ancora «Accidenti! Sono così geloso, puoi non andare a casa sua?»

Black rimase sbalordito e un attimo dopo mi guardò come se avesse visto un fantasma. I suoi occhi grandi mi fissarono per alcuni momenti, prima che il suo sorriso rosa pallido comparve sul suo viso facendomi ridere.

Perché l’ha fatto? Oh! Perché ha riso?

«Davvero, sei come un bambino. Cosa ti rende geloso? Ho chiacchierato con te tutta la notte e non sei ancora soddisfatto?»

Ti sei mai sentito così? Se qualcuno ti prende molto sul serio, vuoi sicuramente che presti più attenzione a te, se qualcuno si prende davvero cura di te, ti aspetteresti di più da lui.

«Ma tu andrai con lui per tre giorni.»

Black guardò Sean, inclinò la testa di lato e poi la girò per guardarmi di nuovo.

«Domani, puoi venire.»

«Ah?»

«Non sai dov’è la casa di Sean?» Black rise di me: «Non vuoi venire?»

Mi diede qualche pacca sulla spalla e io gli sorrisi indeciso su cosa rispondere.

«Non ridere così. Non puoi ridere così come non si può ridere quando Lucky non mangia.» 

Black mi pizzicò una guancia ed io risi, per poi tirare su i pollici in segno di consenso.

«Va bene!»

«Vado a fumare.» disse Sean guardandoci, i suoi occhi sembrarono dire “Quando è troppo, è troppo, ciao.”, poi uscì dalla porta.

«Ti sto dando la possibilità di ripensarci. Non stai bene a casa mia? C’è il cane, le piante e ci sono anch’io. Posso cucinare buon cibo per te, Sean invece non sa cucinare.» Sembravo un bambino di 2 anni che infastidisce irrazionalmente le persone. Non mi ero mai sentito così geloso. Non volevo nemmeno che Sean vedesse Black, anche se eravamo tutti amici.

«Solo per un po’. Non puoi venire domani?» Black rise nuovamente di me: «Sean non dirà niente, vieni e basta.»

Mi accarezzò di nuovo la spalla.

«Ha aspettato abbastanza, ora si incazzerà. Ci vediamo.»

Black mi salutò agitando la mano e uscì di casa come se fosse in esecuzione. Non avevo altra scelta che seguirlo per portarlo via.

«Fatto?» Sean chiese a Black.

«Aspetta, metto le scarpe.» Black si accovacciò per mettersi le scarpe, ma non sembrò riuscire ad allacciarle, fece un passo in avanti e barcollò appena. Io allungai un braccio pronto per sorreggerlo, ma Sean era più vicino, afferrò per primo Black e lo abbracciò.

Rimasi fermo per un secondo e poi ritirai la mano.

«Sbadato.» disse Sean mentre si inchinò per allacciare le scarpe di Black.

Di nuovo quel dolore. 

Quella scena così familiare. Ero solito allacciare le scarpe di Black così.

Perché odiavo così tanto la faccia di Sean? Volevo prenderla a calci, ma come uno stupido sopportai e basta.

Sean prese il polso di Black, lo portò sulla sua moto e si mise il casco. Andai a vederli attraverso il cancello di casa mia.

Sono patetico…

«Hey…» chiamai Black che si voltò verso di me, usò entrambe le mani per toccare le mie che tenevano il cancello di ferro e mi sussurrò:

«Ricordati di venire domani.»

Doveva aver paura che Sean lo sentisse, anche il mio cane grasso sapeva che Sean voleva tornare a casa da solo con Black, anche se lui mi aveva chiesto di venire, sapevo che non dovevo apparire a casa sua. Anche se ci fossi andato, mi sentivo già il terzo incomodo.

Presi la sua piccola mano, lui mi guardò come per chiedere cosa volessi. Sean si sedette sulla moto e lo aspettò.

«Se hai bisogno qualcosa, chiamami. Se discuterai con lui, basta che mi chiami, verrò a prenderti.» dissi a Black, che rise dopo aver sentito quelle parole.

«Sei pazzo? Non ho intenzione di litigare con lui, non pensare troppo. Se vuoi, vieni domani.» abbassò la voce e subito dopo portò il dito contro le sue labbra, come per fingere di non aver detto l’ultima frase.

«Non dirgli che ti ho invitato, shh.»

Oh, merda! Quel gesto così carino mi fece venire voglia di trascinarlo in casa.

Geloso! Geloso! Sono geloso!

«Parti.» Black si sedette sul sedile dietro Sean e mi salutò.

«Sei pronto?» Sean si voltò, vide Black seduto troppo indietro e mise la mano sulla sua spalla: «Aspetta, così cadrai.»

«No, mi sto tenendo.»

«Abbracciami la vita.» disse Sean.

«No.»

«Se non vuoi sederti alle mie spalle, lasciami sedere dietro di te, così posso abbracciarti la vita.» Sean fece per scendere dalla moto e Black dovette a malincuore abbracciare la sua vita. Dopo che Sean accese la moto, si voltò per guardarmi.

«Noi andiamo.»

«Sì.» Annuii infelice. Sean abbassò la visiera del casco e poi partì.

Continuai a guardarli fino a quando non vidi più le loro spalle, poi appoggiai il mento sul cancello di ferro.

Ora capivo come si sentiva Lucky ogni volta che uscivo di casa.

Fine POV di Gram

************************

La moto di Sean si fermò al cancello di una grande villa, casa sua. Parcheggiò la moto e ci togliemmo i caschi. Sean si avvicinò e suonò il campanello della porta di metallo. Un attimo dopo, una bella e magra donna di mezza età uscì dalla casa. 

«Mamma!» gridò Sean mentre si aggrappò alla porta di metallo, sua madre sembrava molto felice e si precipitò ad aprirci la porta. 

«Oh, Sean! Tesoro, perché non mi hai detto che saresti tornato a casa? Potevo mandare un autista a prenderti. Quante volte ti ho detto di non andare in moto così? Mi preoccupo.» 

La madre di Sean lo abbracciò e gli strofinò la schiena, poi lo baciò forte sulla guancia destra e sinistra. Mi veniva da piangere. Da quando i miei genitori avevano divorziato, mia madre aveva completamente tagliato i contatti con me e non aveva mai pensato di contattarmi o vedermi. Erano passati più di 10 anni da quando l’avevo vista. Ma mio padre non provava rancore verso di lei, così Black aveva avuto l’opportunità di incontrarlo, ma lei non aveva mai voluto vedermi, come se non avessi nulla a che fare con lei.

«Va tutto bene, mamma. Ho portato un amico oggi.» Sean lasciò andare sua madre e mi presentò. Unii le mani e ho feci un wai per salutarla.

«Molto carino.» La madre di Sean mi guardò e poi si voltò verso suo figlio e sorrise: «È un amico o un amante?»

Sean non disse nulla, lanciò solo uno sguardo a sua madre. 

«Zia, sono un ragazzo.» risi dolcemente, la signora Sean si avvicinò, mi abbracciò alla vita e mi portò dentro casa. 

«Ci sono così tanti ragazzi che hanno un fidanzato ora, no? Li chiamano coppia Y o qualcosa del genere giusto?» 

Oh, mio Dio! 

La sua mentalità era così al passo coi tempi, non potevo fare a meno di sorridere, era così bella. Sean spinse la moto nel cortile, chiuse la porta e ci seguì in casa. 

«Come si chiama il ragazzo?» La madre di Sean chiese amorevolmente. 

«Il mio nome è W… Black.» Ricambiai il sorriso, e il sorriso gentile della signora Sean mi fece quasi dire il mio vero nome. 

«Hehe…» Sean rise, anche se non c’erano nulla di divertente. 

«Stavo cucinando, Sean non mi aiuta mai.» si lamentò di suo figlio come una bambina. Sean si pettinò i capelli indietro e rispose… 

«Se ti aiuto io, tutto sarà distrutto.» 

«Allora lascia che aiuti io, di solito aiuto gli adulti a casa.» dissi ridendo.

«Allora andiamo in cucina insieme.» Mi invitò casualmente, così non mi sentii affatto nervoso. Sean ci seguì tranquillamente in cucina. 

«Mamma, dov’è Sorn?» chiese Sean. Se ricordo bene, “Sorn” è il nome del fratello di Sean. Sean mi aveva detto che suo fratello stava guidando la sua macchina. 

«Abbiamo finito la salsa di pesce, così gli ho chiesto di comprarla.» rispose la madre di Sean. Stava parlando quando sentimmo la porta di metallo aprirsi. 

«Non è ancora tornato a casa?» La madre di Sean si voltò a guardarmi dopo aver detto: «Black, aiutami a tagliare il cetriolo, sai come si fa?»

«Come si taglia?» chiesi e sorrisi dolcemente. Questo è quello che si chiama aiuto? Mio padre cucinava molto bene e io ero bravo a mangiare. Al massimo, aiutavo solo a rompere le uova. Lo avevo detto solo per far piacere a sua madre, ma non era infastidita, mi insegnò pazientemente come fare, poi si mise da parte per osservare. 

«Bene. Ottimo lavoro, figliolo.» 

Non è solo tagliare un cetriolo? 

La madre di Sean era una donna molto bella e amorevole. Mi ricordava mia madre. Non so se Black era così quando stava con lei. 

«Perché? Mio fratello è tornato?» Proprio quando stavo pensando a mia madre, si sentì una voce maschile, era il fratello di Sean. Stavo per girarmi, ma mi tagliai accidentalmente con il coltello. 

«Oh!»

«Black, stai bene?» La madre di Sean mi corse incontro, Sean si alzò immediatamente dalla sedia e mi prese la mano. 

«Mamma, lascia che Sorn ti aiuti, Black non sa davvero cosa fare.» Sean si voltò per parlare con sua madre. 

«Ehi, è solo un piccolo taglio, sto bene.» dissi rapidamente. 

«Anche così, sei disposto ad aiutarmi. Sono felice, Black. È tutto a posto. Sorn è tornato, chiederò a lui di cucinare, Sorn è il miglior cuoco della casa.» La madre di Sean ricominciò a vantarsi del suo figlio maggiore, così mi girai per guardare il fratello maggiore di Sean.

Dannazione, dannazione!!! E’ così bello che voglio dimenticarmi del mondo!!!! 

Perché in questa famiglia sono tutti belli?! Così bello che anche mio figlio si sentirebbe imbarazzato. Sorn guardò me e Sean, poi si voltò a parlare con lui: 

«Non mi presenti il tuo amico?»

«Ciao, P’Sorn, mi chiamo Black.» Mi strinse la mano e mi salutò con un dolce sorriso. Lui mi guardò con occhi gentili. 

«Ehi, sei così carino.» Sorn stava per camminare verso di me, ma Sean allungò la mano e lo fermò. 

«Esci.» disse solo poche parole. 

«Questo monello, una volta tornato, non sa come rispettare suo fratello!» P’Sorn lo rimproverò, ma Sean fece tranquillamente spallucce, poi mi afferrò il polso e si girò per dirlo a sua madre. 

«Mamma, lo porto nella mia stanza.» 

«Va bene.»

La madre di Sean rispose e chiamò P’Sorn in cucina per aiutarla. Poi Sean mi condusse nella stanza. 

Quando vidi la scritta sulla porta di Sean, non potei fare a meno di ridere. C’erano due stanze adiacenti al secondo piano. Ogni stanza aveva una piccola insegna, una stanza diceva “Stanza di P’Sorn” e l’altra stanza diceva… 

«Hahahahaha, “Stanza di Nong Sean”.»

Non potevo fare a meno di ridere, chi poteva pensare a uno studente di architettura selvaggio di fronte a me come proprietario della “Stanza di Nong Sean”. Non corrispondeva affatto, anche se sapevo che quella insegna era probabilmente di molto tempo prima. 

«Divertente?» Sean mi guardò con un debole sorriso, poi aprì la porta e mi tirò dentro la stanza. 

Risi ancora finché la porta non si chiuse. 

«Certo che è divertente. Così tenero, Nong Sean.» 

«Il cartello sulla porta è stato fatto da mio padre.» spiegò Sean. La stanza di Sean era molto spaziosa, c’era una scrivania per il computer, due armadi, un tavolo a specchio e un letto matrimoniale da circa un metro e 80. La stanza era attrezzata con aria condizionata e un bagno, ma senza non troppi mobili, c’era molto spazio vuoto. 

Non sapevo dove sedermi, così mi sedetti sul letto. 

«La tua stanza è troppo vuota.»

«Sì, non mi piace il caos.» La risposta fu così. Vidi uno spesso libro di inglese vicino al letto così lo sfogliai, Sean si tolse l’orologio e lo mise sul tavolo, poi venne a sedersi accanto a me e mi diede una delicata pacca sulla testa. 

«Hai trovato qualcosa di bello?» 

«Anche tu leggi libri come questo?» risi

«Sto leggendo…» Sean annuì, poi guardò il libro nella mia mano. Mise la mano sul letto e indicò il cortile aperto. 

«Lascia che ti insegni l’inglese.»

«Cosa c’è, Sean?» chiesi confuso. Perché non si ricorda che il mio inglese è molto buono o pensa ancora che sono stupido? Ah, dimenticavo, Black non è molto bravo in inglese. 

«Want to è volere, ma non necessariamente, e Need to è avere bisogno, doverlo avere lo stesso.» disse tutte le frasi di base che conoscevo da molto tempo, ma annuii lo stesso e continuai ad ascoltarlo. 

«Sì…» 

«Se I want you è ti voglio davvero, ma se non ti ho, non morirò. Ma ora, I need you!» 

Senza parole! Oh, merda! Pensa che io mi beva la sua banale battuta! Sean Bastardo…!!! 

Non potei fare a meno di ridere, Sean ridacchiò leggermente, poi si trasformò in una risata, mentre io spinsi via le sue spalle. 

«La tua battuta è banale.» 

Sean mi fissò in silenzio, poi lentamente cadde in silenzio, lasciando solo un leggero sorriso all’angolo della sua bocca. 

La stanza improvvisamente cadde in silenzio, non sapevo cosa dire. Anche lui rimase in silenzio. 

«Ti fa male la mano?» chiese Sean, apparentemente se ne ricordò improvvisamente. 

«Oh~ um, un pochino.» 

«Prendo un batuffolo di cotone e ci metto la medicina.» Sean andò a prendere del cotone e una bottiglia di betadine dal cassetto. L’uomo alto si sedette e spalmò la mia ferita con la medicina,ci soffiò sopra delicatamente e infine la coprì accuratamente. 

«Grazie.» lo ringraziai brevemente. Sean mi fissò senza battere le palpebre. I nostri occhi erano fissi l’uno sull’altro. Non aveva nemmeno lasciato la mia mano, ma la afferrò delicatamente, anche se non ce n’era affatto bisogno. 

Non riuscivo a parlare quando mi fissava così, non sapevo davvero cosa fare, così abbassai lo sguardo. Non osai togliere la mia mano e quando lo guardai, il suo bel viso si avvicinò al mio. I nostri nasi si toccarono, improvvisamente capii, non c’era più bisogno di spiegare. 

Quando Sean si avvicinò a me, il mio corpo si bloccò di nuovo e, devo ammettere, ero un po’ scioccato. Ma immediatamente lo spinsi via, non perché mi sentissi disgustato, ero solo molto confuso.

Mentre ero perso nei miei pensieri su cosa fare, il viso di Sean si avvicinò lentamente, e finalmente le sue labbra calde toccarono le mie…

Questa volta… questa volta è un vero bacio…

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