EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 8

Nuea è un bugiardo

– Praram –

Eravamo lì per parlare con P’Nuea del tutoraggio. In realtà non volevo andarci, era un’idea di Pralak, perché insisteva di non voler più seguire il vecchio insegnante. Dunque mi aveva esortato ad andare con lui alle tre del pomeriggio, era il nostro unico tempo libero durante le lezioni. Noleggiammo due biciclette per arrivare fin lì, cosa che non avevamo mai fatto prima. 

Avrei voluto dirgli che non era necessario prendersi la briga di fare così tanto per andare a trovare P’Nuea. Pralak tuttavia sosteneva che, poiché P’Nuea ci avrebbe fatto da tutor gratuitamente, avremmo avuto più soldi per i giochi. Poi insinuò che P’Nuea avrebbe potuto flirtare con me molto più facilmente se ci avesse insegnato. Desiderarlo tanto colpirlo con un libro in testa. 

Mi trattò male per tutto il tempo, al punto da sentirmi morire se non fossimo andati a vederlo. Come se non bastasse iniziò a prendermi in giro, recitando quello che era successo la mattina stessa. Come potevo sapere che sarebbe venuto a trovarmi? Inoltre, per quale motivo mi sentivo mancare ogni volta che non lo vedevo? Se fossi morto, sarebbe stato sicuramente colpa del mio cuore che batteva troppo veloce ogni volta che lo guardavo. 

«Cos’è che hai detto? Il tuo cuore batte forte come quello del mio gemello?» chiese incuriosito Pralak. La frase cambiò di poco il significato ma, non appena mi guardai intorno osservando gli amici di Nuea, mi resi conto che quello che aveva detto il mio gemello non era qualcosa che avrebbe dovuto dire in quel momento. Pralak era impazzito?

«Ummh…»

«Nong Praram il tuo cuore batte forte a causa del mio amico? Non trattenerti adesso!» P’Lee parlò prima che Nuea potesse aprire bocca. 

«È un inganno. Non sprecare il tuo cuore, ti sto dicendo solo come stanno realmente le cose.» intervenne Pan mentre P’Nuea ed io ci guardavamo negli occhi confusi, entrambi non sapevamo cosa dire. 

«Alle tue spalle è un ingannatore, davanti è spudorato.» 

«Ha centinaia di donne e migliaia di uomini.» 

«È infedele, civettuolo e falso.» 

«Bene, allora rompi la nostra amicizia, se vuoi continuare a parlare in questo modo.» quasi urlò P’Nuea infastidito, improvvisamente mi prese la mano e mi trascinò via con sé. 

«P’Nuea puoi prendermi la mano e camminare anche con me?» Un beffardo Pralak allungò la mano e Nuea si voltò sorridendogli prima di guardarmi.

«Scusa, l’ho dimenticato ma credo tu non possa venire con noi.» rispose Nuea volgendo lo sguardo sulle nostre mani. 

«Oh! Siamo tutti seduti a tavola. Le tue bugie non sono così buone. Studierai di nuovo con Ai’Bar?» parlò Tee. Sembrava quasi lo disprezzasse. 

«Non posso andare anch’io con P’Nuea?» Pralak allungò la mano per aggrapparsi al braccio di Nuea. Quest’ultimo posò ancora una volta lo sguardo su di me, ma io continuavo semplicemente a fissare il mio gemello.

«Se Nong Pralak non può andare con loro, allora posso accompagnarti io, ti terrò anche la mano.» intervenne P’Lee alzandosi.

«Non ce n’è bisogno, posso farcela da solo.» Pralak lasciò bruscamente il braccio di P’Nuea e andò a sedersi vicino gli altri. 

«Si comporta come un bambino.» commentai dolcemente.

«Vorrei insultare anch’io i miei amici.» disse Nuea.

«Mi ha costretto a venire qui.»

«Quindi dovrei pensare che non sei arrivato fin qui per venirmi a trovare.» P’Nuea mi guardò.

«Scusate, ci molti posti liberi dove potete sedervi.» urlò P’Kla verso me e Nuea che eravamo gli unici in piedi.

«O devo prenderti per mano per farti sedere?» chiese ironico Pralak.

«Basta…»  Mi voltai a guardare il mio gemello mentre P’Nuea si sedeva. Io mi accomodai vicino a mio fratello Pralak, invece Nuea mi era seduto di fronte.

«Nuea vai a sederti vicino il tuo Nong.» parlò YiWa.

«Se non posso sedermi qui, allora quale posto mi permetterà di avere Praram nel mio cuore?» rispose Nuea.

«Possessivo da parte tua.» commentò YiWa.

«Mi piace stare quì.» P’Nuea continuò ad osservarmi. Quando mi guardava in quel modo la mia faccia diventava improvvisamente calda; sembrava quasi che l’avessi messa davanti un caminetto. 

«Ohi!! Custodisci ogni minuto, ogni istante.»

«Ci sono dettagli che conserverò nel mio cuore.» Quando finì di pronunciare quelle parole sorrise ai suoi amici. Quanto ai senior che ci avevano preso in giro qualche attimo prima, rimasero tutti senza parole. 

«In questi giorni sei così cattivo.» disse P’Pound.

«È sempre stato cattivo.» YiWa sorrise

«D’ora in poi sarò una brava persona con il mio piccolo Praram.» Nuea disse sorridendomi ancora una volta. I suoi amici continuavano ad essere stupiti e da quel che potei intuire, non capitava spesso che P’Nuea dicesse quelle cose.

«Emm… Io… Io vado in bagno.» dissi a voce basse. Non volevo farmi sentire, ero così a disagio in quelle situazione che preferii scappare via.

«Esci dall’edificio, gira a sinistra e continua a camminare, troverai il bagno sul lato destro.» P’Pan mi indicò un grande edificio non molto lontano da dove eravamo. 

«Vuoi che ti accompagni?» chiese dolce P’Nuea. 

«Se non vuoi andare così lontano per raggiungerlo, vai dietro questo edificio, gira a destra e lì c’è un altro bagno.» mi suggerì Yiwa.

«Grazie.» dissi prima di alzarmi.

«Lascia che ti aiuti.» disse Nuea alzandosi.

«Se vuoi c’è un altro edificio a sinistra…»

«Oih! Adesso basta!» P’Nuea si voltò per sgridare i suoi amici.

«Avevo paura si perdesse, e poi non è conveniente per te portarlo lì.» disse Pan cercando di far perdere la pazienza a P’Nuea. 

«Ho detto che non è conveniente per caso?» chiese esasperato Nuea.

«Tu hai detto che saresti andato con lui.» intervenne YiWa.

«Beh…» Nuea si voltò verso di me prima di continuare. «Posso venire con te?» 

La sua voce aveva un tono supplichevole, così annuii senza pensarci troppo. Ignorai le prese in giro degli altri e lo sguardo divertito di Pralak. 

Lungo la strada nessuno dei due parlò, c’era un silenzio tombale. Era come se nessuno dei due sapesse cosa dire. Non sapevo la motivazione del suo silenzio, ma potei immaginare fosse a causa del suo battito cardiaco. Riuscirlo a controllare era già faticoso di suo, le parole sarebbero arrivate in futuro.

«Aspetterò fuori.» disse soltanto, quando arrivammo davanti l’entrata del bagno.

«Ok.» annuii e subito dopo entrai.

Non c’era niente che volessi fare in realtà, se non restare seduto lì in silenzio per un po’ ad analizzare il mio cuore che batteva rapidamente. Esaminai i miei pensieri, sul perché pensassi costantemente a lui, su ciò che avrei dovuto fare ogni volta che mi sarei seduto e avrei dovuto ascoltare i senior prendermi in giro. 

«Praram.» mi chiamò.

«Si?» risposi alla persona che mi stava aspettando fuori, tirai lo sciacquone e mi lavai mani e viso. Uscì dai bagni e lo trovai lì in piedi ad attendere con un dolce sorriso. 

«Scusami, se hai dovuto aspettare così a lungo.» Mi asciugai l’acqua rimasta ancora sul mio volto. 

«Va bene, non preoccuparti. Come mai la tua faccia è così bagnata?» chiese prima di prendere un fazzolettino per asciugarmi il viso.

Si avvicinò a me; con una mano prese il mento per sollevarmi il volto e, con quella che reggeva il fazzoletto, mi tamponò il viso. Il suo volto si avvicinò al mio, come per controllare che fosse tutto a posto. 

Non c’era così tanta acqua, solo qualche goccia mica non un litro, quindi per quale motivo ci impiegava tutto quel tempo? Pregai che finisse il prima possibile, ma una volta che ebbe terminato, mi sentivo come… come se non volessi più allontanarmi da lui. 

«Grazie, ma la prossima volta non devi farlo.»

«Non dirmi che hai paura di offendermi, per poi vietarmi di farlo.» Quando ascoltai quelle parole alzai le sopracciglia. «Dicono che sono senza vergogna; e io sono d’accordo con questo, quindi sarebbe inutile negarmelo.»  

«Io… io non ho ancora detto nulla.»

«Lo dico per te, così non dovrai più sprecare il tuo tempo per parlare.» rispose infine, sorridendomi ancora una volta.

«È incredibile che porti con te un fazzoletto.» Cercai di cambiare argomento, il suo continuo sorridere mi rendeva agitato. 

«Già.»

«Ne porti sempre uno con te?» chiesi mentre iniziammo ad incamminarci. 

«Si.»

«Perché?» domandai incitandolo a continuare.

«L’ho sempre portato con me.» Si fermò a guardarmi per qualche istante, poi pronunciò delle parole che mi fecero arrossire di nuovo.

«D’ora in avanti ne porterò sempre uno con me, per usarlo.»

Tornammo al tavolo e, naturalmente, non riuscimmo a sfuggire dalle prese in giro dei seniors. Affermavano che ci avevamo messo troppo tempo, dunque non eravamo andati solo in bagno.

Quanto a Pralak, asserì che da quel momento in avanti non sarei andato più in bagno da solo. Perché diavolo stavano parlando del bagno? Loro non lo sapevano, giusto? Non sapevano cosa fosse successo gli attimi precedenti davanti l’entrata del bagno. Perché ci stavo ancora pensando?

«Allora cosa state combinando voi due, cosa mi dici di Kan?» chiese P’Kla, stava cercando di far pressione a P’Nuea, il quale però non rispose. 

«Perché dovresti interessarti alle questioni degli altri?» disse P’Nuea dopo che io non risposi alla domanda.

«Non sei Ai’Bar, non dovresti usare il nome di Kan ed il tuo nella stessa frase.» rispose in seguito Kla.

«Dov’è P’Bar?» Pralak si intromise. 

«Dove vuoi che sia? Oggi il dottore non ha lezioni, quindi Bar ha saltato le sue.»

«Sempre così smielati.» mormorai a P’Nuea dolcemente. In realtà ero geloso, per loro essere teneri era normale. Alla fine compresi che essere geloso di loro non portava nessun guadagno. 

«Se vuoi essere dolce come loro, allora accetta il mio amore.» sussurrò piano vicino al mio orecchio. 

«Quale amore? Allontanati.» Cercai di allontanarmi e lui mi sorrise scuotendo lentamente la testa. 

«Forse fin troppo adorabili.» si intromise P’Lee incrociando le braccia.

«Non farti coinvolgere.» P’Nuea si voltò a fissare il suo amico. 

«Beh, tu stavi disturbando questo Nong.»

«Questo perché da adesso in poi lo corteggerò.» Ancora una volta nessuno disse nulla ascoltando le parole di Nuea. Il mio cuore iniziava a battere velocemente, avrei sicuramente perso il controllo.

«P’Nuea.» lo chiamai gentilmente. 

«Krap?» [N/T: significa “Si” nella versione formale in Thailandese.]

«Krap? Sei educato fino a questo punto? Ah, sei così falso.» intervenne P’Pan dopo aver ascoltato le parole di Nuea. Le persone intorno al tavolo sembravano confuse, lo ero anch’io in verità. Ma ero ancora più confuso dalle parole di P’Pan. Ogni volta che in passato avevo incontrato P’Nuea, era sempre stato gentile, caloroso e di bell’aspetto. Dunque tutto questo era ciò che Pan chiamava falso?

«Lo è per certo, anche se Nong Praram sembra credergli dal primo istante.» P’Lee disse indicandomi.

«Ma io non ho aperto bocca.» risposi ancora più confuso. Di solito io e Pralak eravamo bravi a parlare, a casa avevamo solo l’un l’altro con cui colloquiare, quindi eravamo sempre fiduciosi di quello che dicevamo; ma in quel momento, con i seniors che parlavano in quel modo, non sapevo davvero cosa dire. 

«Inoltre non ti ho detto niente “Nuu ka”.» Stava parlando di me? Era una bella parola, ma non eravamo poi così intimi. 

[N/T: “Nuu”, questa parola è usata per rivolgersi a persone anziane oppure a persone a te vicine. In questo caso Pan è stata scortese, perché Pan e Praram non mai stati vicini.]

«Cosa ci fate qui?» domandò P’Pin. Attesi un po’ prima di rispondergli. 

«Siamo venuti per parlare con P’Nuea per il tutoring.» rispose Pralak prima che avessi potuto farlo io. 

«Eh?» rispose subito confuso. Spostò il suo sguardo su di me cercando una spiegazione a ciò che stava dicendo il mio gemello.

«Beh.. Phi ha detto che sarebbe stato il nostro tutor di matematica.» spiegai.

«Sì, ed è gratis.» aggiunse Pralak. 

«Aspetta un minuto…» P’Vee alzò la mano interrompendoci. Mi girai stando attento alle sue parole; di solito non parlava mai, se ne stava sempre seduto con P’Mark in silenzio. 

«Tutor?» disse P’Pan alzando di qualche tono la voce.

«Si.»

«Matematica?» chiese P’Pound con fare perplesso come Pan. 

«Gemelli forse avrete sentito male.» P’Vee era davvero scettico.

«Non abbiamo sentito male. Il giorno in cui ho litigato con il nostro attuale insegnante, lui si è offerto di farlo.» spiego meglio Pralak. 

«Cosa? Nuea? Sono confuso.»

«È…»

«Perché siete tutti così scioccati da quando ho detto che P’Nuea sarò il nostro tutor?» chiese in fine Pralak; era un quesito che scioccava anche me.

«Qualcuno come Nuea può davvero insegnare matematica?» P’Pin scosse la testa. 

«Cosa intendi?» chiese Pralak.

«Nuea non frequenta i corsi di calcolo. È passato solo per i pochi punti di merito. All’inizio pensavo non fosse bravo con i numeri, poi ho constato che era solo davvero stupido.» rispose YiWa. 

«Ma con la matematica del liceo dovrei essere bravo.» si giustificò P’Nuea.

«Vero, ma ti rendi conto che farai da insegnante per persone che faranno gli esami di ammissione alla facoltà di medicina, si? Cosa gli insegnerai?» chiese poi P’Kla.

«Bene…»

«Perché quel giorno hai detto che avresti potuto insegnarci?» gli chiesi. 

«Beh, non sapevo davvero cosa avrei dovuto insegnarti.» P’Nuea rispose cercando di giustificarsi. 

«Quindi sei rimasto lì a guardarci, poi sei stato con noi a parlare per mezza giornata, cosa stavi cercando di fare?» domando ancora Pralak.

P’Nuea mi guardò e mi sorrise.

«Quel giorno volevo solo conoscere meglio Praram, per stare con lui oggi.»

«P’Nuea…» pronunciai il suono nome a voce bassa, per poi guardarlo. 

«Ci hai chiaramente dato delle false speranze.» disse Pralak.

«Nuea è bravissimo a dare speranze.» rispose P’Tee.

«Non… non era mia intenzione.» P’Nuea parlò con un tono di rimorso nella sua voce.

«Beh, cosa dovrei fare adesso? Sono venuto qui per vederti, pensavo fosse già tutto deciso. Ho speso tutti i soldi per i giochi, non avrei dovuto farlo.» si lamentò Pralak.

«Mi dispiace troverò una soluzione.» P’Nuea si guardò intorno al tavolo.

«Mark puoi aiutarmi?» P’Mark era seduto, concentrato a giocare con il telefono accanto a P’Vee. Quando si sentì chiamare, interruppe ciò che stava facendo ed alzò lo sguardo e, indicando se stesso, alzò le sopracciglia incredulo. 

«Io?» chiese preso alla sprovvista.

«Si. Per favore aiutami.»

«Sei così divertente Nuea. Vuoi davvero che sia Mark a fare da tutor a Praram?» disse YiWa facendo sembrare P’Nuea frustrato. 

«Mark è il migliore in matematica.» rispose P’Nuea.

«Beh, nel caso te ne fossi dimenticato, prima che Mark avesse una relazione con Vee, hai anche provato a corteggiarlo.» si intromise P’Kla.

«E quindi? Loro adesso escono insieme ed io ci sto provando con Praram.» ribatté Nuea.

Il mio sguardo si posò sulla figura di Mark, non potevo fare a meno di ammirarlo. Non mi meravigliai che potesse piacere a P’Nuea, era davvero attraente.

«Non glielo permetterò.» intervenne P’Vee.

«Ma Vee glie l’ho già detto.» rispose Nuea all’intervento del suo amico Vee.

«P’Nuea, avresti dovuto chiedere al tuo Nong prima se gli andasse bene.» disse Mark, facendo voltare Nuea verso di me. 

«Praram, mi dispiace di non avertelo chiesto. Ma se lascerai che Mark sia il vostro insegnante, voi ragazzi migliorerete di molto. Mark è davvero bravissimo in questa materia.» 

Ero lì per sapere quanto fosse bravo Mark o cosa?

«Va bene, se è così difficile chiederò a nostra madre di trovarne un tutor migliore.» disse Pralak. Volevo ringraziarlo, perché aveva perfettamente capito cosa pensassi a riguardo ed averlo espresso anche per me. 

«Perché prendersi questo fastidio? Lasciate che Mark sia il vostro tutor, non ci sarebbero problemi.» Sembrava una domanda, ma prestando attenzione, suonava più come un ordine. 

Non c’era altra scelta, se non accettare Mark come insegnante. 

Io d’altro canto avevo un’altra scelta.

«Non voglio essere un peso.» dissi sorridendo a Mark. Lui annuì semplicemente con la testa, come per dire che non c’era nessun disturbo. Immaginavo fosse una questione di carattere. Inoltre io ero andato lì per cercare qualcuno, quindi perché avrei dovuto disturbarlo. 

«Ma…»

«Smettila di essere stupido.» Vee interruppe Nuea prima che potesse continuare a parlare.

«Stupido?» Nuea confuso, si voltò verso il suo amico. 

«Si, stupido. Hai mai pensato di parlarne con Praram? Ti siederai a guardare la persona che ti piaceva un tempo fare da tutor alla persone che ti piace adesso? Anche se non provi nulla, sei consapevole di come invece potrebbe sentirsi lui a riguardo?» spiegò Vee. 

«Beh…»

«Non provo nulla.» dissi prima di sorridere. «Non sono così preoccupato.» continuai senza dar peso alle parole che uscivano dalle mia labbra. 

Se tutte le azioni di P’Nuea fino a quel momento erano state descritte come “false”, le parole che avevo pronunciato erano una bugia ancora più grande. 

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