EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 7

Dal mattino alla sera

– Nuea –

Non avevo la minima idea di che ora fosse e non avevo alcuna voglia di alzarmi. Mi sentivo come se non avessi dormito nemmeno un minuto, ma per amore dovevo assolutamente uscire da quel letto. Dovevo ad ogni costo incontrare Praram prima della scuola, anche se solo per poco tempo. Solo grazie al desiderio di vederlo, riuscì ad alzarmi dal letto alle 6 del mattino. Mi preparai di tutto punto ed arrivai davanti la scuola poco dopo le 7. Nemmeno studiare o dare un esame mi avrebbe fatto alzare così presto. 

«P’Nuea, sei davvero tu?» Sentii una voce allegra avvicinarsi alle mia spalle. Mi voltai e vidi una ragazza carina, con i capelli raccolti in una coda di cavallo, che mi guardava. La osservai attentamente, i suoi lineamenti era familiari, e poi finalmente riuscì a capire chi fosse. 

«Ciao, Sida, Pralak, Praram!» salutai quest’ultimo con un sorriso. Mi guardò con la coda dell’occhio prima di iniziare a camminare nella direzione opposta. 

«Cosa ci fai qui così presto?» chiese Pralak avvicinandosi. 

«Sono venuto qui per vedere la scuola. Mi mancano i tempi del liceo.» Sorrisi, anche se sapevo che Pralak aveva già intuito il vero motivo per il quale i fossi lì di prima mattina.

«Ti mancano i tempi del liceo, oppure un ragazzo del liceo?» disse Sida girando lo sguardo su qualcun’altro.

«Sida…» Praram pronunciò solo il suo nome con voce ferma; poi fece una smorfia che avrebbe dovuto sembrare spaventosa, ma che in realtà fece solo sogghignare sua sorella.

«Andiamo Nong.» disse Pralak rivolgendosi a sua sorella, esortandola ad andare via.

«Oh.. Non stai invitando anche P’Praram?» domandò lei confusa.

«Dove vorresti che lo invitassimo? Praram preferirebbe stare qui, perché il suo cuore sta impazzendo.»

«Pralak!» Praram rimproverò suo fratello. Dal canto suo Pralak rimase indifferente al richiamo del gemello; quindi imperterrito prese la mano di sua sorella e prima di andare via disse: «Beh, se non è così, puoi seguirci tranquillamente.» Dopo quelle parola ci lasciarono soli. Eravamo io e Praram, in piedi, in silenzio, e non sapevo cosa dirgli.

Mi sentivo impacciato. Ero… timido.

Non avrei pensato di potermi sentire così, non mi era mai capitato prima. Era come se mi fossi innamorato di nuovo per la prima volta. Sebbene avessi già attraversato quella fase in passato, i sintomi erano gli stessi. Non riuscivo a trovare il coraggio per parlargli, tuttavia non volevo assolutamente lasciarlo andare via. Cosa mi stava succedendo?

«Buongiorno.» Parlò lui per primo, facendomi alzare lo sguardo. «Cosa mai sei qui così presto?» chiese in fine.

«Beh… Non ero sicuro dell’ora in cui saresti venuto, ma… volevo vederti.» risposi sinceramente. Essere onesti era l’opzione migliore, anche se dovevo ammettere che essere così franco mi rendeva timido. 

«Perché devi essere sempre così schietto?» Le sue guance diventarono rosse, mi piaceva tanto guardarle quando si coloravano. 

«Cosa avrei dovuto dire? Hai detto che ti piacciono le persone oneste.»  

«Bene…» 

«O forse mi sbaglio?» lo interruppi.

«È…» continuò timido.

«Se ti dimostro che sono sincero, allora ti piacerò?» Alzai le sopracciglia sperando in una risposta positiva.

«Ho scoperto che ci provi con molte persone.» parlò ignorando la mia domanda. 

«Oh… hai fatto delle ricerche su di me, adesso sono timido.» scherzai. 

«P’Nuea!»

«Ok ok. A quanto pare sono un playboy, l’hai capito da solo?» Alzai le mani in segno di resa verso Praram. 

«Lo hanno detto all’università.» 

«Se non vuoi che flirti con gli altri, allora prendi il controllo.»

«Ma ieri sera avevi detto… che avresti parlato solo con me.» Pronunciò quelle parole a bassa voce, spostando lo sguardo a terra. 

«Sei molto carino, lo sai?» Mi avvicinai. «Così carino che non ci sono possibilità che io possa vedere qualcun altro, non essere spaventato.» sussurrai piano, facendogli alzare lo sguardo verso di me.

«Non voglio essere carino.» disse.

«Così carino, che mi fai tremare così tante volte.» continui a sussurrargli dolcemente. 

«P’Nuea!»

«Sono sincero.» sorrisi.


«Phi questo è…» 

«Praram dobbiamo metterci in fila!» Praram smise di parlare, ci voltammo entrambi verso il suo amico, lo stesso che era con noi la sera prima. 

«Smettila di provarci con il mio amico. So che hai fretta di parlargli, ma adesso dobbiamo sbrigarci e metterci in fila.» Mi rimproverò ancora una volta Min. Praram aprì la bocca per parlare, ma io lo bloccai prima che lo facesse. 

«Che ti prende?» mi chiese arrabbiato.

«Se gli rispondi, lui continuerà a chiedere. In questo modo tu diventerai timido.» gli spiegai.

«Ma…» 

«Credi davvero che non diventerai timido?» Mi chinai, avvicinandomi a lui, per guardarlo in faccia.  Praram si ritrasse prima di guardarmi. 

«Ma stanno parlando di me.»

«Quello che dicono gli altri sulla nostra relazione, sono fatti nostri!»

«Pazzo! Chi ha una relazione con te?» replicò.

«Oh… vorresti dire che non stiamo flirtando tra di noi?» chiesi chinadomi. 

«Ne ho abbastanza, vado a mettermi in fila.» Mi spinse via per poi andare verso l’entrata della scuola. 

«Mettiti pure in fila, una volta che avrai finito, sarà finita anche con il mio cuore!» urlai abbastanza forte da essere ascoltato. Si voltò rosso in viso, non sapevo se per la vergogna o per la rabbia. Ma presumendo l’atteggiamento dei suoi amici, era di sicuro per la sua timidezza. 

Tornai all’Università in tempo per la sessione mattutina. I miei amici sembravano sorpresi di vedermi lì. Perché erano così scioccati? Stavo solo seguendo la lezione mattutina. 

«C’è lezione nel pomeriggio eppure sei riuscito a frequentare anche quella di mattina.» disse Kla ai miei amici. 

«Cosa io? Cosa c’è di sbagliato nel seguire lezioni anche la mattina?» domandai rispondendo a quegli sguardi inquisitori.  

«Sei uno studente pomeridiano, è strano che tu sia qui di mattina.» chiese Pan. 

«Oh, Beh, pago le tasse universitarie quanto te, quindi perché non posso venire quando ne ho voglia?» risposi seccato.

«Perché non ci dici il vero motivo per il quale sei qui stamattina?» intervenne Lee.

«Ho sentito che sei andato al liceo.» interruppe Tee.

«E allora?» dissi irritato. 

«Cosa ci facevi lì?» Lee mi squadrò dall’alto al basso. 

«La tua fonte di notizie non ti ha detto anche questo?»

«Dice che ci sei andato per flirtare con Praram.»

«Quindi secondo questa notizia, da qualunque parte provenga, quello che dice, è affidabile?» risposi facendoli sorridere. Non m’importava se mi avessero rimproverato, non avevo di certo paura dei miei amici. Chiunque avesse voluto criticare sarebbe stato irrilevante per me. Semplicemente avrei acconsentito a qualsiasi cosa. 

«Sei…»

«Sono cosa?»

«Dire sfacciato, è dire poco.»

«Inaffidabile.»

«Cosa c’è che non va se m’innamoro?» chiesi dopo le continue prese in giro.

«Amare qualcuno non è sbagliato. Ma qualcuno come te che esce e ci prova con qualcuno è sbagliato.» spiegò Pan avvicinandosi a me. 

«Perché sarebbe sbagliato?»

«È sbagliato farlo innamorare, farlo fidare di te dato che alla fine lo lascerai solo.» Una voce dolce ma al tempo stesso forte interruppe Pan, l’intera stanza sembrò fermarsi per un istante. Ascoltando quella voce e aggrottai le sopracciglia, per poi scorgere in lontananza, una bella ragazza della facoltà di gestione in piedi con tre persone al suo fianco. 

«Jaeng?» dissi fissandola confuso. Non mi sarei mai aspettato che sarebbe venuta in facoltà. Chiacchierammo per un po’ tempo fa, quando avevo il cuore spezzato a causa di Mark; ma fu solo per un breve periodo. 

«Sono venuta per chiederti se le voci che girano sono vere. Come puoi flirtare con un ragazzo delle superiori?» Si avvicinò e si fermò a pochi tavoli dal mio. Tutti i miei amici mi guardarono confuso. 

«Oii!! Perché parli alta voce, mi fanno male i timpani.» Lee si lamentò rimproverandola, poi si sedette accanto a me seguito da Tee. Pan invece si accomodò di fronte a me mentre anche tutti gli altri presero posto. 

«Sono venuta qui per chiedere a P’Nuea se quello che la gente dice è vero?» rilassò la voce replicando la domanda.

«Se lo hai già sentito allora lo sai, perché chiedere?» domandò Pan.

«Voglio sentirlo dalla sua bocca!» urlò spazientita la ragazza. 

«Perché hai bisogno di sentirlo da me? Ci siamo parlati, ma tra noi non è successo nulla.»  risposi schietto, lei ne era a conoscenza fin dall’inizio. 

«Ma ci siamo parlati a lungo.» ribatte lei. 

«E Praram sarà la persona con cui parlerò ancora più a lungo di te.» dissi irriverente non appena lei ebbe finito di parlare. 

«P’Nuea…»

«Lo hai sentito? Adesso vattene sei fastidiosa.» parlò Tee prima di incrociare le gambe e puntare lo sguardo dritto davanti a sé. 

«Ma P’Nuea…»

«Quando abbiamo parlato, ti ho spiegato tutto fin dall’inizio.» dissi di nuovo. 

«Ma tu mi piaci davvero tanto.» Iniziò a camminare verso di me, mi prese gli avambracci esercitando una leggere pressione su di essi come se stesse chiedendo compassione. 

«Jeang…» alzai lo sguardo. «Ascoltami per favore, Praram mi piace davvero tanto.» 

«Nuea…»

«Cosa?» Le chiesi prima di prenderle le mani e scostarle dai miei avambracci.

«Perché quel ragazzino è così fortunato?» domandò perplessa.

«In realtà sono io ad essere fortunato.» sorrisi. Data quella circostanza immaginai tutte le persone con cui avevo chattato, lì a chiedere spiegazione. In passato non mi era mai successa una cosa del genere.

«Parli così bene Nuea, non credevo fosse possibile per un ragazzaccio come te parlare in questo modo.» disse Pan dopo che Jaeng e le sue amiche se ne furono andate.

«A volte le parole non bastano per definire la bontà o la cattiveria di una persona, Pan.» Lee predicò prima di sporgersi in avanti.

«Sì, è vero molte persone sanno fingere bene.»

«Perché guardi me quando parli di fingere?» chiesi di rimando. 

«Sì, perché prima hai rimproverato quella ragazza, adesso il tuo amico. Ma da che parte stai?» domandò Pound voltandosi. 

«Io sono dalla parte di Nong Praram. Se farai del male al mio Nong, mi arrabbierò davvero con te.» si intromise Tee un po’ irritato. 

«Da quanto è diventanto il tuo Nong?» chiesi leggermente irritato anche io.

«Da quando ho aperto gli occhi per ammirare questo fantastico mondo, ho preservato questo Nong.» Tee scosse la testa. Quella storia stava diventando sempre più strana. 

«Come mai l’insegnante non è ancora arrivato?» mormorai piano infastidito, cambiando argomento.

«Di solito il professore fa sempre 10 minuti di ritardo. Se fossi venuto altre volte lo sapresti.» YiWa si sedette al suo posto. 

«Bellezza, ti sei persa un sacco di cose» Lee stuzzicò Yiwa non appena lei prese posto.

«Se si tratta di Praram e Nuea, non voglio nemmeno saperlo. È così noioso.»

Oih!… Perché parlava di me in quel modo?

«No, non si tratta di quello. Ma di ciò che è accaduto poco fa.» Tutti si voltarono verso Yiwa per spifferare tutto quello che era successo qualche attimo prima. Rimasi lì seduto, accigliato non riuscendo a tenere il passo con quello che accadeva.

Ero lì ad oziare cercando inutilmente di ascoltare il professore. Andavo raramente alle lezioni mattutine, per questo ero ancora più confuso. Ero solito andare a quelle pomeridiane e alle lezioni in laboratorio, ascoltare le sessioni orali era estremamente tedioso. La cosa peggiore era la voce monocorde del professore. Sarei dovuto rimanere in stanza, sarebbe stata una tortura minore. Sfortunatamente quel giorno decisi di svegliarmi presto, e senza pensarci mi diressi verso l’università e seguire la lezione completamente stordito.

L’insegnante spiegò per un’ora e mezza, dunque avevamo del tempo libero fino alle 14. Durante quel lasso di tempo decidemmo di studiare per un oretta. Stordito come sempre, ero seduto ed avevo notato l’assenza di Bar durante tutta la giornata. Non sapevo che fine avesse fatto, alla fine smisi di pensarci.

«Dove stai andando Nuea?» domandò Pound. 

«Non lo so forse aspetterò che Praram finisca?» guardai l’orologio e mi accorsi che mancava poco più di mezz’ora alle 16.

«Sei così sfacciato ultimamente.» parlò YiWa voltandosi verso di me.

«Beh, se lo sono posso tranquillamente continuare.» dissi spudoratamente. 

«A lui sta bene che tu vada?» chiese Vee riferendosi a Praram. 

«Non credo affatto gli dispiaccia.» risposi.

«Se ne sei così convinto.» intervenne Pan roteando gli occhi. 

«Non parlare così, il nostro amico qui sta cercando di fare le cose seriamente.» Pound si voltò verso le due ragazze, ma la sua espressione era tutto tranne che seria.

«Voi ragazzi non mi aiutate affatto e tanto meno mi supportate.» replicai infastidito mettendo il broncio.

«Guardatelo, da quando esce con un bambino, inizia a comportarsi come tale.» Mi prese in giro Kla dandomi un colpetto sulla guancia prima che io riuscissi a scacciarlo via. Incominciai a capire Praram, compresi quanto potesse sentirsi a disagio quando veniva preso in giro in questo modo dai propri amici.

«Ragazzi, siete davvero fastidiosi.» dissi prendendo le mie cose.

«Dove stai andando?» chiese Vee.

«A vedere Praram!» risposi ancora un volta frustrato. Continuavano a farmi sempre le stesse domande ed io rispondevo allo stesso modo. Mi infastidivano continuamente; ah, che amici pazzi…

«Ma allora perché Praram è qui?» chiese Pound stranito. 

«Haha, molto divertente, stai cercando di prendermi in giro? Quando la smetterai?» Lo guardai ferocemente. 

«Sono serio. Perché dovrei scherzare su una cosa del genere?» Pound ribadì.

«Non sei per nulla divertente Pound, il mio cuore sta già tremando.» Stavo per impazzire,  solo al sentire il suo nome, il mio cuore batteva all’impazzata. 

«Il tuo cuore batte davvero forte?» continuava chiedere Pound.

«Si!»

«Quanto forte?» Una voce nitida mi fece voltare indietro.

«Praram…»

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