EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 32

Non un fidanzato

-Vee Vivis-

Mi sedetti in un angolo del salone, il modellino di Yoo era ancora ammucchiato sul divano. Quando lo guardai sembrò che mi sorridesse come un cane quando vedeva il suo padrone. Mi sembrava felice che fossi tornato per aiutare, ma il suo viso mutò per lo shock quando vide i genitori di Mark entrare con noi. Quando varcammo la soglia di casa mia madre stava lavando i piatti e mio padre guardava la TV. Adesso, però, il divano su cui mio padre dormiva spesso mentre guardava la TV era occupato da importanti ospiti.

Ospiti che non pensavano di essere solo visitatori.

Non mi sorprese che la madre di Mark desse un’occhiata alla casa con quegli occhi. Inoltre, non ero sorpreso che suo padre, un uomo d’affari da milioni di dollari, mi sorridesse così tanto. La mia casa non era così grande, non c’erano molte stanze e non era così ordinata perché era solo mia madre a occuparsene. Non avevamo camerieri che ci portavano, ne avevamo di certo la casa che avevano loro. Sapevo che rispetto a loro eravamo una famiglia molto diversa, ma cosa ci potevo fare se amavo a morte il loro figlio?

«Mi scuso per l’accoglienza non propriamente adeguata.» Mia madre sorrise sedendosi accanto a me.

«Si figuri, anzi mi scuso dato che siamo arrivati piuttosto tardi.» La madre di Mark sorrise mentre io guardai l’orologio, erano le 21:00 passate. Quella era l’ora in cui di solito uscivo con gli amici.

«Volevo solo vedere, non volevo disturbare nessuno.» Il padre di Mark disse guardandomi. Era decisamente una persona spaventosa. Sembrava freddo e immobile, ma i suoi occhi dicevano tutto. Dicevano quanto fosse possessivo nei confronti del suo unico figlio e non si fidava del fatto che potessi prendermi cura di Mark.

«Avete fatto tutti molta strada.» Disse mio ​​padre.

«Lo spossamento fisico è ben diverso dell’esaurimento mentale. Se la vede come la vedo io, allora non sarà meno stanco di me.» Il papà di Mark parlò mentre mi fissava. Le sue parole mi fecero sentire in colpa, ma probabilmente non tanto quanto Mark che si teneva le mani in grembo.

«Mi scuso se si sente a disagio.» Dissi prima di mettere la mia mano sopra quella di Mark. Da quando eravamo saliti in macchina fino a quando eravamo scesi, noi due non avevamo ancora detto niente. Tutto quello che potevo fare era guardarlo negli occhi per incoraggiarlo, o tenergli la mano in modo che sapesse che ero lì e non sarei andato da nessuna parte.

«Sa che rapporto hanno i nostri figli?» Chiese il padre di Mark al mio.

«Non so quale sia il loro stato attuale, ma ne so abbastanza per sapere che i nostri figli si amano.»

«Amore? Oggi mi sembra di aver sentito molto questa parola.» Il padre di Mark rispose.

«Mark è un ragazzo molto carino. Non sono sicura di quanto lei abbia capito su loro due, ma quando sono insieme, sembrano essere molto felici.» Mia madre disse sorridendo.

«Se ne eravate già al corrente, perché non lo avete proibito?» Chiese il padre di Mark. Ora capivo, la sua vera abilità consisteva nel fare forti pressioni, senza dimenticare quanto riuscisse ad essere terrificante il suo sguardo. Riuscii a sentire la pressione che stava esercitando e cominciai a spaventarmi. Guardai i miei genitori, erano immobili. Pensai che mia madre non sarebbe stata d’accordo con lui, ma non ero sicuro di mio padre.

«Forse all’inizio avremmo potuto, ma quando li ho visti così felici insieme non sono riuscito a fermarli. Quando ho visto mio figlio quasi morire a causa di tuo figlio, sono diventato molto più accomodante.» Mio padre rispose in modo molto diverso rispetto al papà di Mark. Lo guardai, per un momento ci fissammo e lui mi sorrise attraverso i suoi occhi.

«A volte l’amore non basta.» Disse la madre di Mark.

«Mamma…»

«Parla come se non si fosse sposata per amore.» Mia madre rispose prima che Mark potesse continuare.

«Dato che mi sono sposata per amore, capisco bene quanto sia difficile quando c’è solo amore mentre i genitori si oppongono alla relazione«. La mamma di Mark rispose lentamente ed io osservai il papà di Mark: «Non voglio che succeda a mio figlio.»

«Mamma …» La persona seduta accanto a me chiamò dolcemente sua madre, lei guardò entrambi e ci sorrise.

«Capisco Mark, ma sono ancora preoccupata. Non guardo suo figlio dall’alto in basso, ma è molto diverso rispetto alla nostra storia.» Sua mamma si rivolse alla mia come se le chiedesse il permesso prima di parlare con Mark.

«I genitori di Vee non l’hanno mai reso difficile, ma ora mi sento un tale peso.»

«Perché ti senti un peso, Mark? Non ho mai pensato lo fossi.» Disse mia madre.

«Siete stati tutti così buoni con me e mi sento così egoista …» Rispose Mark prima di lasciar andare la mia mano. «So che i miei genitori non saranno mai d’accordo, eppure sono testardo e scelgo di amare Vee anche se so come andrà a finire.»

«E come finisce?» Mi voltai per chiedere a Mark confuso. Quando mi lasciò la mano sembrò che fosse pronto a rinunciare.

«So che, non importa cosa, non possiamo amarci.» Disse prima che tutte le lacrime, che aveva cercato di trattenere, iniziassero a rigargli il viso. Guardalo mi straziò talmente il cuore che dovetti distogliere il mio sguardo e rivolgerlo al soffitto. Sentivo la sensazione di bruciore negli occhi, avrei voluto piangere anch’io, proprio come Mark.

«Chi dice che non potete amarvi l’un l’altro?» Chiese mio padre. «Se c’è qualcuno qui che non vi lascerà amare, allora sappi solo che c’è un altro padre che non permetterà ai suoi figli di separarsi.»

«Masa, non voglio vedere il mio bambino piangere in questo modo.» La mamma di Mark si avvicinò e abbracciò suo figlio.

«Ti ho già detto che lo amo.» Lui lo disse con voce soffocata e tutto quello che potei fare fu piangere. Ero sia felice che triste, tutto mescolato insieme. Ero quello più grande, ero quello che lo aveva ferito, ero quello che lo aveva fatto innamorare eppure non sapevo cosa fare adesso per lui.

«La mamma lo sa … lo so quanto vi amate.» La mamma di Mark mi guardò dopo aver finito la frase. «Spero solo che Vee non renda di nuovo triste il mio bambino.»

«Non lo farò mai più.»

«Quanto sei fiducioso delle tue parole? Mio figlio ha pianto di nuovo a causa tua, quindi come potrà essere diverso?» Chiese suo padre.

«Papà …» Mark si staccò dal petto di sua madre per guardarlo.

«Cosa? Perché sei così scioccato? Solo perché non ho molto tempo per te, solo perché non ti aspetto come tua madre, non significa che non sei mio figlio.»

«Papà…»

«Come ha detto tua madre solo amarsi l’un l’altro non è abbastanza.» Lui continuò.

«Ma vuoi che tuo figlio sia triste?» Sua madre si voltò per chiedere.

«Non so perché sta pensando così tanto. Questi sono i nostri figli. Non so se si feriranno o continueranno ad amarsi ed essere felici. Tutto quello che so è che quando mio figlio è triste io sarò qui per consolarlo e quando sarà felice, sarò felice con lui. Se vuole qualcosa e posso dargliela, lo farò perché è mio figlio.» Quello che mio padre disse mi fece smettere di piangere. 

«Sono d’accordo con Khun Vivis.» Disse la mamma di Mark.

«Non sono mai riuscito ad andare contro Mark. Voglio solo sapere perché lo ama così tanto.»

«Se lo conoscerai di più, capirai.» Rispose Mark a suo padre.

«Per oggi ho saputo abbastanza.» Disse suo padre mentre si alzò. «Grazie mille, ora devo partire perché domani ho una riunione in mattinata.» Allungò la mano per stringere quella di mio padre che si limitò a sorridere ricambiando la stretta di mano. 

«La prossima volta, se siete liberi potete restare più a lungo.» Mio padre rispose dopo avergli lasciato la mano.

«Mi scusi, andiamo in albergo per riposare.» Disse la mamma di Mark alla mia prima di voltarsi verso Mark e sorridere.

«Aspettate.» Mark chiamò i suoi genitori prima che se ne andassero. «Questo significa che accettate?»

«Ah! Gli occhi del tuo ragazzo sono esattamente come i miei quando chiesi a mio suocero il permesso di chiedere a tua madre di sposarmi.» Dopo averlo detto mio padre mi guardò, prima di dare una pacca sulla spalla a Mark e andarsene.

«P’Vee …» La voce che mi chiamava era così diversa da prima.

«Cosa? Sei felice?» Chiesi avvicinandomi a lui. Ci fissiamo a lungo prima che lui mi sorridesse.

«Sì.»

«Oh! Non appena le cose sono risolte, vi comportate come se foste da soli.» Disse sarcasticamente Yoo, per questo distolsi gli occhi da Mark per fissare mio fratello.

«Beh, non ti ho visto aiutare in alcun modo.» Risposi mentre camminai verso i miei genitori senza dimenticare di tirare la mano di Mark per farmi seguire.

«Nong, ho fatto uno sforzo per spostare il mio modellino dal divano in modo che tu potessi discutere con tuo suocero.» Rispose.

«Dovrei essere grato per questo?»

«Beh, se mi aiuti a finirlo sarebbe fantastico.» Mio fratello disse sorridendo.

«Stai sognando?»

«Perché litigate tra voi? Non avete paura che Mark si arrabbi?» Mia madre chiese accennando a Mark che sorrise prima di avvicinarsi a lei.

«Mamma …» Mark entrò nell’abbraccio di mia madre, lei lo strinse di rimando massaggiandogli delicatamente la testa.

«D’ora in poi, sarai un altro dei miei figli.» Mia madre parlò verso Mark mentre mi sorrise.

«Grazie.» mugolò Mark prima di staccarsi. «Papà, grazie per le tue parole, mio ​​padre alla fine si è convinto.»

«Mi sono innamorato di Mark sin dal primo giorno.» Disse dolcemente mio padre prima di accarezzare la testa di Mark e quello che disse mi risuonò nella testa per un momento.

«Aspetta papà!» Le due voci che parlarono contemporaneamente sono la mia e quella di Yoo. Mi mossi ed allontanai Mark dai miei genitori, mi guardò confuso mentre io fissai mio padre.

«Sei pazzo, gli voglio già bene e intendo farlo per molto.» Rispose.*

(N/T: il padre ha usato lŏng rák che significa essere innamorati invece di usare en-doo che significa essere affezionati a qualcuno. )

«Papà, usa le tue parole correttamente.» Disse Yoo prima di avvicinarsi al suo modellino.

«Questi ragazzini! Ho bruciato tutte le mie capacità intellettuali parlando con il padre di Mark. Che persona è così fastidiosa?» Mio padre borbottò prima di andare a sedersi sul divano con Yoo.

«Vedi, spettegola sui suoi figli. Hai sentito?» Mia madre disse prima di trascinare Mark con lei.

«Non sono molto legato a mio padre. Non ha mai avuto molto tempo per me.» Mark rispose.

«Non essere triste per l’uomo d’affari, puoi sempre venire qui da me, possiamo scambiarti con Vee.» Mio padre accarezzò la testa di Mark in modo confortante.

«Sei pazzo? Papà! Sono troppo bello, non puoi scambiarmi così.»

«Sei sicuro di essere così bello?» Yoo disse sembrando stufo di me.

«Se mi scambiano, ti pentirai di averlo detto.» Risposi.

«Allora P’Vee litigherà con mio padre ogni giorno.» Disse Mark.

«Quali litigi? Non ha appena detto che ha acconsentito?» Mi avvicinai a Mark e gli diedi una carezza sulla testa prima di sedermi, lui alzò il viso e mi sorrise. 

«Il fatto che abbia acconsentito alla vostra relazione non significa che ti abbia accettato.» Replicò Yoo.

«Dare il consenso a uscire con qualcuno è come accettare.» Risposi, avvicinandomi a Mark.

«Dovresti imparare a usare la lingua correttamente come papà.» Ribatté Yoo prima di tornare al suo modellino.

«Se non ti accetta, gradualmente gli dimostrerai che ne vale la pena.» Disse mia madre sorridendomi.

«Anch’io la penso così. Come con Mark, gradualmente mi sono fatto accettare da lui.»

«Oh, e cosa hai fatto per farti accettare?» Yoo mi guardò prima di voltarsi a sorridere maliziosamente a Mark.

«Torna dal tuo modello Yoo.» Disse Mark prima di voltare gli occhi su di me.

«Sì, Nong cognato.»

«Yoo!»

«Beh, sta solo dicendo la verità.» Appoggiai il braccio sullo schienale del divano e feci scivolare la testa sulla spalla di Mark.

«Cosa stai facendo?» Cercò di allontanarsi, ma io lo trattenni.

«Per favore, sono esausto dopo tutto quello che è successo oggi.» Lo supplicai guardandolo. Il suo viso che in precedenza era teso, iniziò ad arrossarsi. La sua bocca stava cercando di trattenere un sorriso.

«Mi dispiace, ma ti rendi conto che tua madre e tuo padre sono di fronte a te?» Domandò Yoo.

«E allora?»

«Beh, magari andate da qualche altra parte che sto cercando di lavorare.» Indicò le scale.

«Posso mamma? Va bene?» Alzai la testa per guardare in alto e chiesi.

«Potete andare. Io starò alzata ancora un po’, voi ragazzi andate per primi.» Mia madre disse accarezzando la testa di Mark. «Buona notte.»

«Anche a te.» Le disse Mark sorridendo, prima di alzarsi per seguirmi.

Portai Mark con me in camera mia anche se non era tardi e di solito non andavamo a letto così presto, ma ero stanco e sentivo che anche lui avrebbe dovuto riposare. Fece il giro della stanza prima di buttarsi sul letto. Mi stava guardando, facendomi sorridere prima di sdraiarmi accanto a lui.

«Cosa significa quello sguardo?» Chiesi avvicinandomi per guardarlo. Sembrava più felice del solito, più di quanto non fosse mai stato da quando stavamo insieme. Era come se fosse a suo agio, come se fosse soddisfatto anche se tutto ciò che avevamo fatto era stato parlare con i miei genitori. In realtà mi ero reso conto che il nostro status non era ancora chiaro.

«Sembri felice.» Dissi.

«Non lo sei?» Si chinò per chiedere. Sorrisi in risposta prima di mettergli un braccio intorno alla vita e avvicinarci.

«Tantissimo.» Gli sussurrai all’orecchio che in quel momento era rosso come le sue guance. 

«P’Vee …»

«Hmm.» Feci rumore con la gola.

«Grazie.» Rimasi in silenzio dopo aver sentito quella parola, mi sentivo confuso e scioccato dai ringraziamenti della persona accanto a me. «Per oggi.»

«Perché dici questo?» Gli sorrisi.

«Non lo so. Volevo solo ringraziarti per essere rimasto.» Disse mentre mi guardò, i suoi occhi mi dissero tutto, vidi il nostro passato e tutto quello che sarebbe venuto.

«Beh, sono grato che tu abbia detto che mi ami.» Dissi muovendomi verso di lui. «La tua famiglia può essere dura.»

«Ah!» Disse Mark imbarazzato prima di schivare i miei occhi.

«Perché non sei vicino a tuo padre?» Chiesi alla persona accanto a me.

«Mio padre lavora tutto il tempo. È venuto qui solo per un incontro e mia madre l’ha seguito per poter venire a trovarmi. Come facciamo ad essere più vicini?» Rispose Mark, con una punta di solitudine e rimpianto.

«Sai che ti ama molto?» Domandai in modo retorico verso Mark perché era la sensazione che avevo avuto di suo padre.

Anche se sembrava spaventoso, freddo e calmo, e le sue parole potevano sembrare dure, in esse era palese la sua preoccupazione. Soprattutto parlando di suo figlio, avevo percepito chiaramente quanto lo amasse.

«Quello che mio padre ha detto quando se ne andato? Ho quasi pianto.» Disse Mark rivolgendosi a me. «Non mi ha mai parlato così prima. Mi spaventa molto.»

«Ti ama, fidati di me.»

«Come lo sai?» Chiese.

«Chi ti ama vede quando altri provano lo stesso.» Risposi guardandolo di rimando.

«P’Vee, dannazione.» Imprecò leggermente prima di inclinare il viso verso di me.

«Voglio sentirlo di nuovo.» Affermai.

«Sentire cosa?» Misi il braccio sotto di lui, e mi sdraiai su un fianco solo a guardarlo. Non stavo cercando di mettergli pressione, volevo solo sentirlo.

«Se dici che mi ami e se me lo fai sentire di nuovo, dormirò bene.» Dissi sorridendo.

«Oggi l’ho detto più spesso di te.» Rispose. Avvicinò la testa, i nostri occhi si guardarono a vicenda, i nasi si toccarono leggermente come le nostre labbra.

«Ti amo, Mark.» Le sue guance diventarono rosse ei suoi bellissimi occhi cercarono di nascondersi da me. «Mi senti? Ti amo.»

Mi avvicinai e baciai le bellissime labbra sotto di me, lui mosse leggermente il viso per ricambiare. Ci baciammo dolcemente per un po’ prima che aprisse le mie labbra per inserire la punta dolce della sua lingua. Mi mise le mani nei capelli, tirandomi più vicino. Anche io inserii la mia lingua nella dolcezza della sua bocca finché non gemette insieme a me.

«Umm …» Aprii gli occhi sulla persona che richiedeva aria, baciandola ancora una volta prima di allontanarmi.

«Non ci baciamo neanche da cinque minuti.» Dissi nonostante non mi muovessi.

«Hai intenzione di baciarmi finché non muoio?» Chiese asciugandosi la bocca ed io risi prima di baciare la mano che gli copriva l’angolo della bocca.

«Ti bacerò finché non mi amerai.» Sussurrai.

«Ti amo da molto tempo ormai.»

«Che cosa?» Chiesi fissandolo quando sentii le sue parole borbottate. Mi osservò, prima di distogliere lo sguardo e cercare di allontanarsi.

«Cosa stai facendo?» Borbottò piano, ma non me la presi perché sapevo che era solo timido.

«Mark ..» Chiesi in tono supplichevole. «Non sono riuscito a sentirti chiaramente.» Dissi sdraiato sulla pancia, la mano che mi sollevava il mento.

«Smettila di fissarmi P’.»

«Se non parli, continuerò a fissarti finché non ti arrendi.» Ci guardammo per un po’ prima che distogliesse lo sguardo.

«E’ abbastanza.»

«Huh?» mugolo. Mark mi guardò di nuovo prima di mettermi le braccia intorno al collo, i suoi bellissimi occhi fissarono i miei. Potevo vedere i suoi sentimenti, era timido e nervoso.

«Ti amo.» Sussurrò lentamente ed il mio cuore battè forte. «Mark ama P’Vee.»

Poi si avvicinò e mi ha baciò di nuovo. Ci stuzzicammo a vicenda con le nostre lingue, il tocco della sua lingua mi mandò in pappa il cervello in un secondo, era così abile che potevo solo arrendermi. Ci baciammo per molto tempo prima che io mi staccassi da lui.

«Mi bacerai finché non morirò?» Ripetei le sue precedenti parole mentre le sue guance diventarono rosse prima di sorridere.

«Ti bacerò finché non amerai.» Risi e mi butto di nuovo nel letto. Mi avvicinai prima di sussurrargli all’orecchio.

«Ti amo già. Ti amo così tanto.» Risposi di rimando ed il suo piccolo sorriso non potè nascondere la sua timidezza. Mi sentivo timido anche io, non meno di lui, quindi non avevo intenzione di prenderlo in giro. Cosa potevo fare? Quando ero così felice, quando lo vedevo mi vergognavo.

«P’Vee …» Mi chiamò dolcemente, in un modo pieno di timidezza come se non sapesse cosa dire.

«Possiamo essere una coppia adesso?» Gli chiesi quando mi guardò era come se stesse pensando. 

«Non voglio essere un fidanzato.» Rispose Mark e lo guardai confuso. «Voglio essere più di un fidanzato.» 

«Cosa c’è più di un fidanzato?» Domandai

«Cosa c’è?» La sua voce mi stava attirando, potevo però essere paziente.

«Stai cercando di tentarmi, Mark?» 

«No.»

«Lascia che lo faccia io.»

«P’, dannazione.»

Risi appena quando vidi quanto sembrava impotente. Avrei voluto abbracciarlo, il mio cuore era lacerato. Sapevo che devo trattenermi, ma dopo un pò, Mark si alzò e dal mio fianco si sdraiò sopra di me. I suoi occhi mi guardarono, l’angolo della sua bellissima bocca si contrasse mentre sorrise, i suoi occhi fissarono i miei. Conoscevo il significato di quello sguardo. Mi faceva battere forte il cuore .

«Che cosa hai intenzione di fare?»

«Voglio fare qualsiasi cosa … più di un fidanzato.» 

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