EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 33 (M)

Finalment appartieni al mio cuore

-Mark Masa-

Quando finii di parlare premetti le mie labbra su quelle di Vee che sembrava essere un po’ scioccato. Inserii la lingua nella sua bocca per giocare con la sua. Ci baciammo così a lungo che Vee iniziò a mugolare. Afferrò il bordo posteriore della mia maglietta e me la tolse, cosa che gli lasciai fare dato che comunque non mi interessava minimamente tenerla. La bocca di Vee era troppo dolce per preoccuparmi tutto il resto.

Le nostre labbra continuarono ad aderire, i nostri nasi si toccarono e i nostri occhi si guardarono l’un l’altro, emettendo vibrazioni di desiderio. Mi sollevò la testa prima di baciarmi il collo.

«Mark.» Sapevo cosa vuole la persona sotto di me. Probabilmente stava morendo dalla voglia di voltarsi, di sovrastarmi, di prendere il comando. Oggi però non intendevo rendergli le cose facili.

«Ti renderò felice.» Sussurrai vicino al suo orecchio, prima di mordicchiarlo dolcemente e poi leccarlo.

Vee gemette prima di spingermi su, si tolse la camicia e mi guardò. I suoi occhi mi dissero che non poteva sopportarlo e quanto fosse affamato mentre li lasciava vagare lentamente dalla mia vita al mio petto, per poi fermarsi sulla mia bocca mia bocca fino a giungere ai miei occhi.

«Accetto di lasciarti fare tutto quello che vuoi  finché non sarai soddisfatto.» Disse dolcemente con una voce sexy mentre la sua mano continuava a accarezzare e stringere la mia vita, ancora e ancora.

«Sì. Ma voglio essere io a farlo finché tu non sarai soddisfatto.»

Spostò la mano sul davanti dei miei pantaloni e iniziò a sfregarmi ovunque poi si fermò concentrandosi su un punto che gli sembrava il migliore. Quando strinse non riuscii a fermare il gemito che venne fuori dalla mia gola. Non potevo sopportarlo e dovetti alzare la testa per prendere un po’ d’aria.

Vee si mise a sedere, ma si rifiutò di lasciarmi andare, non mi permise di alzarmi dalle sue ginocchia. Con una mano appoggiata al letto sostenne entrambi, con l’altra mano….beh era sempre sulla mia vita. Con un mano accarezzai ogni centimetro del suo petto. Mi fermai nell’incavo della sua spalla e lui mi guardò, ci sorridemmo prima di riunire le nostre labbra.

Il suono delle nostre labbra che si scontravano continuamente risuonò in tutta la stanza. Continuammo a lungo, senza staccarci, senza stancarci, senza voler riposare. Spostai la mia bocca lontano dalle sue labbra, prima di baciare il suo bellissimo collo che mi offrì inclinandolo, quindi iniziai a baciare le sue vene che erano sporgenti. Gemette ripetutamente, proprio come me ed emise un suono di soddisfazione per la dolcezza con la quale lo assaporai.

Non mi fa fermò, anzi, inclinò di più il collo permettendomi di continuare a baciarlo. Il suo collo bianco probabilmente avrebbe finito per avere segni rossi ovunque, ma non sembrò preoccuparsene, come se stesse acconsentendo a farmi fare tutto ciò che volevo.

«Mark …» Mi allontanai e lo guardai.

«Che cosa?» Chiesi quando capii che non avrebbe detto altro. Si limitò a guardarmi e a sorridere.

«Che cosa hai intenzione di fare?» Chiese mentre mi permise di sedere sopra di lui, sollevando le sopracciglia. Stabilimmo di nuovo il contatto visivo e potei vedere una scintilla maliziosa nei suoi occhi.

«Renderti felice.» Risposi dolcemente. Sorrise prima di muovere le braccia in modo che fossero entrambe appoggiate al letto.

«Fallo.» La persona per metà seduta per metà sdraiata disse mentre mi guardò con aria di sfida, prima che un brivido gli scendesse lungo il collo rosso.

«Perché mi stai sfidando?» Mi misi davanti a lui, i nostri nasi si toccarono prima che mi sorridesse.

«Rendi felice il mio cuore.» Mi chinoai per farlo tacere incollando le mie labbra alle sue, continuammo a baciarci ancora e ancora.

Mi allontanai dal suo viso e iniziai a baciare il suo corpo, era ancora mezzo seduto, quindi mi permise di fare quello che volevo. Gli baciai il petto avvicinandolo a me dolcemente.

La mia lingua si sporse a leccare il suo capezzolo. Vee gemette quando aumentai la frequenza e la forza. Cadde sul letto e la sua mano si alzò e mi strofinò la vita.

Gemendo rumorosamente, quasi dimenticai quello che stavo facendo, quasi dimenticai tutto quando la sua mano si alzò passando sul mio petto, accarezzandomi ovunque.

«Baciami un po’.» Salii su di lui, volevo accontentare ogni sua richiesta. Ogni movimento, ogni tocco, fece sfregare leggermente i nostro petti. Sarebbe potuta sembrare una cosa dolce, ma la verità era che eravamo diventati caldi come il fuoco. La parte che una volta era calma nei nostri jeans ora era completamente sveglia e fremeva per uscire. Nonostante ci fosse la stoffa di mezzo, riuscivo già a sentire tutta l’eccitazione di Vee.

Gemetti ancora quando una sua mano scivolò sui miei glutei, massaggiandoli con forza, poi la mano si spostò sul davanti, fece scorrere la cerniera dei miei jeans verso il basso. Si rifiutò di lasciarmi andare così le nostre bocche rimasero fuse insieme.

Non sapevo come avevamo fatto, ma eravamo nudi. Vee aveva abilmente sfilato i nostri jeans e ci aveva liberato della biancheria. Eravamo entrambi senza fiato mentre continuavamo ad esplorarci a vicenda.

«Tu…»

«Cosa?» Chiesi, stava parlando di nuovo con quella voce. Perché doveva essere così dannatamente abile e sexy? Riusciva sempre a farmi sentire un ragazzino sprovveduto.

«Mi vuoi?» La sua voce era stimolante e invitante, raccolsi tutto il mio coraggio per guardarlo negli occhi.

«Ti stai offrendo a me?» Domandai con un brivido. Vee assottigliò gli occhi, prima di ridere leggermente. Allungò la mano che sapeva già dove andare, mi afferrò lì ed iniziò a muoverla su e giù. L’unica cosa che riuscii a fare fu gemere chinanomi. Lo guardai muoversi su di me, ero ipnotizzato da quella mano che saliva e scendeva.

Spostò leggermente la testa per sussurrare al mio orecchio: «Voglio averti anche io finché non sarai in grado di gestirlo.»

Le sue parole arrivarono mentre prese d’assalto il mio collo, continuò a baciarmi in quel modo, poi una mano era nei miei capelli, mi tirò indietro delicatamente la testa, facendomi gemere senza sosta mentre continuava a toccarmi laggiù.

«V … Vee.» mugolai dolcemente il suo nome, mentre la sua mano continuava a muoversi. Cambiò leggermente posizione in modo che quella mano potesse afferrarci entrambi per continuare a darci piacere. Vee gemette, i suoi occhi sempre incastonati nei miei. La sua bella bocca si strise prima di aprirla e leccarsi le labbra.

«Vee … basta.» Dissi fermandomi. Non sapevo nemmeno quando avevo iniziato a muovermi al ritmo della sua mano, ma sapevo che sono molto vicino al punto di non ritorno tanto quanto lui.

«Perché?»

«Beh …» Deglutii a fatica quando guardai in basso verso il membro eccitato di Vee per poi  tornare ad osservare il suo viso. «Ho detto che lo faccio io.» Dissi mentre muovetti la mia mano per afferrarlo.

«Mark.» Sorrisi quando vidi la sua espressione piena di desiderio. Respirava profondamente, mentre gemeva e diceva il mio nome. I suoi occhi continuarono a guardarmi, erano lucidi come se stesse soffrendo, ma sapevo che si stava divertendo, stava impazzendo. Mi piaceva così tanto che non volevo fermarmi.

«Fallo…» 

Vee emise un lungo gemito quando mi chinai per accoglierlo nella mia bocca. Sapevo bene quanto quello potesse far impazzire dal desiderio. Alzai lo sguardo verso la persona che allungò le braccia verso la mia testa, affondando entrambe le mani nei miei capelli e afferrandoli piano e mi guidò dettandomi il ritmo che più gli piaceva. Poi mi spinse delicatamente indietro la testa facendomi guardare in alto, riuscii a malapena a sopportare l’immagine che avevo davanti. Era come andare all’inferno, ma si stava maledettamente bene. 

Allungai la mano ed infilai il dito nella sua bocca, lui lo succhiò fino a quando non si bagnò. Allontano la mano dalla sua bocca per far scendere quel dito fino al fondo della mia schiena, per prepararmi.

«Mark …» Il mio nome uscì dalla sua bocca quasi come una supplica quando capii cosa volevo fare. Le sue mani lasciarono la mia testa e scivolarono sulle mie guance, stringendole prima che io lo lasciassi andare. Poggiai una mano sulle cosce di Vee per sollevarmi leggermente più in alto in modo da poter inserire il dito fino in fondo.

Mi morsi il labbro e gemetti guardando il suo viso, lo sguardo che mi rivolse era nuovo per me, lavò via ogni mio imbarazzo e mi invogliò a continuare. Con una mano mi sollevò più in alto il bacino poi con quella stessa mano iniziò ad aiutarmi, prima di lasciarsi andare emettendo un verso di pura lussuria.

«Ok ok, ho già detto che puoi fare tutto quello che vuoi.» Disse mentre io stavo continuando a prepararmi per lui. Smisi per un attimo quando mi spostai di lato in cerca di un preservativo. Lo presi e lo aprii con i denti poi lo misi alla persona sotto di me mentre lo guardai sorridendo.

Mi spostai in modo da sedermi sopra, provai lentamente ad inserirlo nel mio corpo, ma si stava rivelando più difficile del previsto e faceva più male del solito.

«Rilassati ragazzino mio.» Mi confortò accarezzandomi la schiena prima di invitarmi ad alzarmi sopra per baciarlo, allontanandomi da quella parte del suo corpo.

Gemetti di nuovo quando la lingua entrò a fondo nella mia bocca prima di separarci. Volevo provarci di nuovo. La mia mano scivolò sul suo petto, non potei fare a meno di irrigidirmi un po’ quando iniziai a inserirlo. Ci riuscii solo per metà prima di ricadere sul suo petto perché era estenuante. La persona sotto di me allora mi sollevò leggermente il bacino e si spinse completamente dentro.

Rimanemmo così per un po’, una lacrima cadde sul petto di Vee e lui fece scivolare le mani lungo la mia schiena massaggiando dolcemente. 

«Ce la fai?» Chiese. I suoi sentimenti e le sue emozioni non erano affatto diversi dai miei, probabilmente anche lui provava un dolore acuto come il mio.

«Voglio muovermi.» Dissi prima alzare il mio bacino anche se il dolore scorreva ovunque.

«Ok aspetta.» Cambiò leggermente posizione e le cose cominciarono a migliorare.

Ci muovemmo in perfetta sincronia, anche i nostri gemiti, era impossibile distinguere a chi dei due appartenevano. Appoggiai la mia testa lungo la sua spalla e guardai in basso verso il punto in cui eravamo collegati, entrambi ci stavamo muovendo.

Il suo membro caldo si infilò dentro di me finché non lo sentii dappertutto, sia che mi muovesse velocemente o lentamente, credevo di essere sul punto di svenire. Le sue braccia che mi tenevano stretto erano coperte di sudore, continua a muovere la mano per aiutarmi a rilassarmi. Il suo bel viso si sollevò gemendo felice. Per me non era affatto diverso, anche io gemetti vicino al suo orecchio. 

«Amore … dimmi che mi ami.» Non potei fare a meno di sorridere, quello che disse mi fece sorridere, ero felice.

«Non te lo dico.» Risposi prima di muovere il mio corpo più velocemente.

«Ragazzino testardo.»

Gemetti più forte quando spinse con più vigore, sapevo bene cosa voleva fare, voleva portarmi a dire quelle tre parole, ma ciò che stava facendo mi spinse solo a stringermi intorno a lui e un calore sempre più forte iniziò a diffondersi rapidamente dentro di me finché non riuscii più a trattenermi.

Venimmo insieme, mi staccai lentamente da lui che si ritirò dal mio corpo. Non sapevo neanche quanto eravamo venuti, potei solo restare sdraiato cercando di riprendere fiato.  

«Chi ha detto che me lo avrebbe fatto fare finché non sarei stato soddisfatto? Lo faremo ancora e ancora fin quando non dirai amore.» Disse mentre si tolse il preservativo e mi guardò.

«No, basta …» Scossi lentamente la testa, ero già esausto e non volevo pensare di farlo di nuovo.

«Allora sei d’accordo?» Si avvicinò per chiedere.

«Sì … mi arrendo.» Dissi evitando i suoi occhi.

«Allora dimmi che mi ami.» incalzò sollevando il mio volto per il mento per guardarlo. «Ti amo Mark, ora tocca a te dire che mi ami.» mentre lo diceva mi guardò intensamente, voleva che morissi proprio lì?

La sua mano mi asciugò il sudore, poi sorrise in attesa della mia risposta. Provai a dirlo, ma tutti sapevano come gli occhi e l’espressione del viso di Vee avessero un brutto effetto sulla mia frequenza cardiaca. Non riuscivo nemmeno a controllare il mio respiro, come diavolo si aspettava che controllassi la mia voce tremante quando mi diceva che mi amava?

«Mark ama Vee?» Me lo chiese di nuovo e la mia faccia stava bruciando, ma mi feci abbastanza coraggio da portare la mia mano sulla sua guancia, guardarlo negli occhi, che erano più dolci di quelli di chiunque altro, prima di parlare a bassa voce: «Ti amo.» Sorrise ampiamente prima di chinarsi a baciarmi ancora.

«Sono il più felice al mondo.» Disse dopo essersi allontanato. Ci sorridemmo a vicenda prima di baciarci di nuovo. Non sapevo se quella sera saremmo riusciti a smettere di baciarci.

Baciarsi ed essere i più felici al mondo. Come avrei mai potuto fermarmi?

La luce che filtrò nella stanza mi fece aprire gli occhi, volevo nascondere il mio viso nella spalla di Vee. La luce del sole era troppo forte, e mi costrinse ad aprire lentamente gli occhi per esplorare la stanza. La persona che stavo abbracciando da ieri sera non era più qui. Avrei voluto stiracchiarmi e sbarazzarmi della mia rigidità, ma temevo che nel farlo mi facesse ancora più male il corpo.

«Sei sveglio?» Mi accolse con il profumo della cioccolata calda, la mise sul tavolino e mi posò una mano sulla fronte.

«Sto bene.» Dissi dolcemente. Forse stavo mentendo ma lui non doveva saperlo.

«Ti sei svegliato tardi.» Disse prima di allontanarsi e afferrare la tazza per me.

«Che ora è?» Chiesi sorseggiando.

«Le dieci.»

«Che cosa?!»

«Perché?» Domandò dato che sembravo scioccato.

«Ho delle lezioni.» Risposi pensando alle lezioni a cui non potevo mancare.

«Non devi andare.» Parlò con noncuranza, sedendosi accanto a me.

«Devo, è importante.» Dissi cercando di alzarmi.

«Non puoi andare, fidati di me.» Mi interruppe spingendomi di nuovo giù.

«Non fa così tanto male, sto bene.» Ribattei allontanando le sue braccia. Mi prese per una spalla e dovevo ammettere che la sera prima avevo fatto male ma Vee si era preso cura di me. Non stavo troppo male dato che mi aveva ripulito e coccolato fino a farmi addormentare. Quindi quella mattina mi sentivo completamente rilassato.

«Anche se in questo momento tu potessi fare un salto mortale all’indietro, non vorrai comunque andare, fidati.» Disse prima di lanciarmi il telefono. Ero confuso quando osservao il telefono per vedere un’app già aperta e persi la parola.

Su l’IG di Vee era stata caricata una foto meno di un’ora fa. I miei capelli erano in disordine ed ero sdraiato a pancia in giù, con il viso sprofondato nel cuscino. Nella foto si intravedevano solo i miei capelli scuri dato che la coperta mi copriva il resto del corpo. Anche se non si poteva vedere chiaramente la mia faccia, non credevo che qualcuno avrebbe fatto fatica a capire che ero io il ragazzo della foto.

Non sapevo cosa dire.

Vee Vivis

2810 Mi piace

My M. Lui è il mio tutto.

Mi chinai per vedere tutti i like e i commenti ed ero ancora più scioccato. In un’ora come mai l’avevano già visto così tante persone? Forse era la foto o forse la didascalia. Osservai Vee che sorrideva orgoglioso accanto a me.

«Non arrabbiarti.» Disse. «Ti chiedo solo di farci vedere un po’ di più dagli altri.» 

«P’…» Non sapevo come rispondere, mi sentivo confuso. 

«Ho fatto qualcosa di sbagliato? O sei ancora arrabbiato con me?» Mi chiese inclinando la testa mentre mi sorrise.

«No …» Mi morsi il labbro guardando il telefono.

«Allora perché fai quella faccia? Qualcuno ha scritto degli insulti?» Disse chinandosi per guardare con me.

Per quanto riguardava i commenti, onestamente non ero così interessato. La maggior parte erano di suoi amici, seguiti da quelli dei miei. Non era così preoccupante. Ero solo scioccato, non avrei mai pensato che Vee avrebbe fatto una cosa del genere.

«P’Vee …» Lo chiamai voltandomi di nuovo verso di lui.

«Hmm? Troppo?» Premetti le mie labbra sulle sue con forza prima di allontanarmi e nascondergli il mio viso.

«Non mi piace.» Borbottai prima che continuasse, cercai di nascondere la faccia rossa fingendo di guardare i commenti.

Pond Pawee: mostra sua moglie a casa sua.

Future for fun: chi è? Non riesco a capirlo.

Tonkla: Anch’io non ci riesco.

YiWa: lo odio!

toot lien is studying mechanics: mi sveglio e vedo questo? Bene, l’amore è bello, capisco.

Nnorthh: anche io odio le persone.

James S: e dice che andrà tutto bene.

I am Wind: è tutto? Non riesco a tradurre, aiuto @James S

Feci una faccia strana leggendo i commenti dei miei amici, prima di guardare di nuovo la didascalia che mi fece diventare di nuovo timido, mentre Vee si sedette accanto a me, sorridendo felice. Si avvicinò per leggere insieme i commenti, il suo mento poggiato sulla mia spalla e le sue braccia intorno alla mia vita.

Non sapevo da quanto eravamo in questa posizione, però mi piaceva.

«Mi piace quando sei così.» Disse Vee indicando lo schermo del telefono.

«Così come?» Chiesi facendo scorrere il dito più in basso sulla pagina e abbassando la testa.

«Come sei adesso.» Rispose.

«E ti piaccio in che altre occasioni?»

«Mi piaci sempre, in ogni occasione, specialmente ora che il tuo cuore batte così forte.» Era la verità. Il mio cuore stava decisamente battendo ad un ritmo forsennato.

«Non parlare più.» Borbottai a bassa voce. Provai a pensare a un modo per cambiare argomento perché mi stavo imbarazzando.

«Va bene, siamo esattamente gli stessi.»

«P’…»

«Non sei d’accordo?» Chiese vicino al mio orecchio.

«Non sto discutendo.» Abbassai la testa rispondendo dolcemente. Lo sentii ridere dietro di me, perché faceva così caldo?

«Perché sei così dannatamente carino?» Perché doveva chiamarmi così?

«Hai il coraggio di chiamare un uomo carino?» Si voltò verso di me, sfregando il mio naso con il suo, sorridendomi.

«Non sei solo un uomo per me.» Disse dolcemente.

«Vee.» Borbottai in modo conciso, lui mi sorrise ancora prima di premere di nuovo il naso.

«Non sei tutto per me?» Continuò avvicinandosi. «Io non sono tutto per te?»

«P’ …» Potei solo rimproverarlo prima di allontanarmi e tornare su IG.

«Non siamo tutto l’uno per l’altro? Se sei triste io sono triste, se sei felice sono felice. E tutto  grazie a te, ogni singolo giorno.» Disse abbracciandomi da dietro. «È vero.»

«Lo so.» Guardai le sue mani intrecciate intorno alla mia vita prima di rispondere dolcemente.

Spostò la testa sul mio collo, spingendomi delicatamente. «Quindi sai cosa fare?» Chiese piano.

«Cosa dovrei fare?» Mi voltai per domandare. Il bel ragazzo si limitò a sorridere, le sue labbra vicine alla mia guancia prima di girarmi per baciarlo velocemente.

«Così carino.» Disse ridendo piano.

«Amo..» 

«Che cosa? Dillo di nuovo.» Distolsi gli occhi quando mi chiese di dirlo di nuovo.

«Amo…» Risposi con voce calma, ma la mia faccia era accaldata ed ero sicuro che lo sentisse visto che eravamo così vicini.

«Ami chi?» Chiese tirandomi più vicino al suo petto e afferrandomi le mani.

All’inizio non risposi, restai a guardare solo le sue mani intrecciate alle mie. Sperimentare quelle piccole cose con lui mi faceva sentire così felice. Svegliarsi e trovarlo accanto a me era qualcosa che avevo desiderato con tutto me stesso per molto tempo e ora, finalmente, era successo.

«Ti amo …» Se voleva sentirlo, io glielo avrei detto. Mi conoscevo, sapevo che sentire queste parole da qualcuno che provava lo stesso per te, rendeva la tua giornata ancora più luminosa. Quando sentiamo la persona che amiamo rivolgerci parole d’amore, siamo felici. E io volevo che lui fosse felice.

«Ti amo anche io, Mark.» sentirglielo dire rese felice da morire anche me, almeno quanto lui. 

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2 Commenti
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LauraC

Quanto sono dolciiiii 😍😍😍😍

Anna

Che dire? Bellissimo? Certo se ripensiamo al travaglio e alle brutture accadute prima di arrivare a questo, la parola “bellissimo” suona alquanto esagerata! Certo è che l’emozione di Mark è tangibile e merita tutto l’amore che Vee vuole dargli.
Ora sono curiosa dei 3 speciali…
Grazie per la vostra traduzione!

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