EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 31

Confidenza

-Mark Masa- 

Uscii dal salone con Vee che camminava davanti a me, si vedeva che era di cattivo umore. Doveva davvero camminare così veloce, senza aspettarmi? La persona di fronte continuava a camminare ed era come se fossi da solo. Tutto quello che potei fare fu seguirlo da vicino. Se stavamo cercando di riconciliarci, dovevamo davvero fare così?

Quel tizio di nome Thew, l’avevo incontrato solo un momento fa, gli avrò detto quattro parole. Sapevo che era geloso, lo aveva detto molte volte e gli piaceva mostrarlo spesso. Ultimamente a Vee piaceva chiedere la mia attenzione e questa cosa mi piaceva anche. Ero già uscito dal centro commerciale, ma quando mi aveva detto che sarebbe venuto, ero tornato indietro per vederlo.

«P’Vee …» Provai a chiamarlo gentilmente perchè da quando avevamo lasciato il negozio non aveva detto una parola. 

«Che cosa?» Rispose con voce irritata, mi infastidiva a morte. 

«Cosa c’è che non va?» La mia voce si indurì man mano che mi infastidivo anche se dubitavo se ne fosse accorto.

«Tu!» Si voltò e disse solo quella parola.

«Io cosa?» Chiesi quando lo raggiunsi.

«Stavi parlando con lui.»

«Beh, anche tu stavi parlando con un’altra persona.» Pensai al sorriso pieno e agli occhi felici quando Vee aveva incontrato Toey, mi aveva fatto sentire a disagio. 

«Questo perché mi ha fatto i capelli durante la gara delle Lune.» Mi rispose.

«Beh, quel ragazzo è venuto e ha detto ciao, cosa volevi che facessi? Inoltre, non volevo parlare.» Risposi con un’insoddisfazione che non era diversa da quella di Vee.

«Beh, la prossima volta se non vuoi parlare, digli che sei lì con il tuo ragazzo.»

«Ragazzo?» Alzai le sopracciglia.

«Accidenti!» Abbassò delicatamente la testa. «La parola fidanzati non va bene ..» Anche se parlava lentamente e sottovoce, lo sentivo ancora.

«P’Vee.» Chiamai la persona di fronte a me con una voce profonda.

«Perché? Noi due insieme, siamo molto di più che la parola fidanzati…» Prima che potessi lamentarmi, continuò: «Sto parlando di tutti i nostri sentimenti.»

Dovetti solo stare zitto e pensare a quello che aveva detto. Aveva ragione, la mia storia con Vee era decisamente più della definizione della parola fidanzato. I miei sentimenti superavano già l’uso di quella parola con Vee.

«Se non avessi fatto quel che ho fatto quel giorno, probabilmente saremmo …»

«P’Vee.» Lo fermai quando iniziò a parlare di quella storia perché mi infastiva ancora molto e poteva solo peggiorare le cose.

«Mi dispiace.» Le sue scuse non riguardavano solo quello che era successo oggi, si stava scusando per tutto.

«Non ho ancora detto nulla.» Dissi avvicinandomi a lui. Non volevo che ci pensasse così tanto, non volevo che si preoccupasse ancora del passato. Sì, mi aveva fatto molto male, ma ora l’avevo perdonato completamente e avevo già accettato di vederlo di nuovo. «Se ci teniamo per mano, verrò insultato?» Dissi guardando la sua bella mano appoggiata al suo corpo.

«Huh?»

«Se ti cammino vicino qualcuno verrà e mi prenderà a schiaffi?» Inclinai leggermente il collo e chiesi, prima di sorridere un po’. In realtà, se Wind mi avesse visto, probabilmente mi avrebbe insultato, ma avrei acconsentito a essere insultato, se ciò significava che appartenevo alla persona di fronte a me, allora bene accettavo di essere maltrattato.

«Ragazzino birichino.» Sorrise dopo essersi comportato in modo imbarazzante per così tanto tempo, prima di avvicinarsi e mettermi le braccia attorno al collo.

«P’Vee …» Mi guardai intorno prima di allontanarmi lentamente da lui.

«No.» Disse Vee prima di chiudermi le braccia attorno al collo. «Mi hai attirato a te, quindi ora devi accettarlo.»

«Non stavo cercando di attirarti, voglio solo che tu smetta di sentirti in colpa per tutto.»

«E chi altri dovrei biasimare? Lo stupido sono stato io.» Ribattè.

«Ma non ti ho nemmeno ascoltato. Se lo avessi fatto probabilmente non avremmo perso così tanto tempo.»

«Se avessimo solo perso tempo e dopo non ti avessi perso, allora mi sarebbe data bene.» Vee mi guardò negli occhi, quando parlò la sua voce era profonda.

«P’Vee …» Borbottai a bassa voce quando sentii la mia faccia diventare calda.

«Ok, andiamo a mangiare insieme.»

Camminammo scegliendo dove andare a mangiare, discutemmo a lungo e alla fine, finimmo in un ristorante giapponese. La persona accanto a me fece una faccia strana. Stavo per dire qualcosa, ma poi decisi di chiudere la bocca, infondo volevo davvero mangiare sushi.

«Mark … se stai cercando di infastidirmi perché sei imbarazzato, allora vorrei cambiare posto.» Disse, afferrandomi per un braccio prima di entrare nel ristorante.

«Non sto cercando di infastidirti, voglio davvero mangiare qui.» Risposi.

«Ma io non voglio.» Replicò a testa bassa.

«Ma io si.» Sorrisi prima di entrare nel locale. 

Vee mi seguì, facendo sì che molte persone ci guardassero. In passato, non mi piaceva molto quando le persone mi guardavano così. Oggi però mi ero abituato perché DewDely mi aveva fatto diventare la notizia all’università, quindi molte persone sapevano chi ero, mi guardavano e spesso parlavano di me. 

«Sediamoci qui.» Disse P’Vee indicando un angolo del locale. Non gli importava di nessuno, il suo bel viso sembrava ancora imbronciato. Si incamminò per mostrarmi il tavolo scelto e non potei fare a meno di sorridere per il suo comportamento infantile mentre lo seguivo e mi sedevo. 

«Dopo questo, ti porterò a mangiare un gelato.» Dissi una volta seduto.

«…»

«Non vuoi andare? Allora… ti imbocco.» Lui però era silenzioso, mi guardò prima di muoversi leggermente.

«Allora voglio fragola e vaniglia.» Disse.

«Ah! Pensi che sia divertente? Pensi che sia carino?» Risi prima di aprire il menu.

«Beh, c’è qualcosa che posso mangiare? Se tu riesci a trovarlo, perchè io non ci riesco …« Si lamentò indicando il menu.

«Aspetta.» Guardai di nuovo il menu. «Puoi mangiare tutto, giusto?»

Ero ancora chino sul menù quando la cameriera venne a prendere il nostro ordine. In verità sapevo già cosa mi piaceva, ma dovevo scegliere qualcosa di buono e delizioso che Vee potesse mangiare. Mi girai per dire allo staff cosa volevo, poi la cameriera si rivolse a Vee. 

«E per te?» Il viso della ragazza mostrò una leggera sfumatura di rosa, che io stesso capivo perché era normale essere timidi quando si guardava in faccia Vee. Il suo viso era bello, anche quando era imbronciato in quel modo, appariva affascinante, quindi essere timidi nel guardarlo in faccia non era così strano. 

«Aspetta, ordina per me.» Vee non era molto interessato alla cameriera, invece guardò verso di me.

«Puoi mangiare pesce crudo vero?» Chiesi.

«Sono vivo, quindi lo posso mangiare.» Borbottò più a se stesso.

«Sì?»

«Sì, posso mangiarlo.» Sospirò di rimando.

«Ehm, non sei allergico a niente, vero?»

«Non sono allergico a te.»

Avevo chiesto perché alcune persone erano allergiche a determinati ingredienti o verdure, ma la risposta che sentii mi fece alzare la testa per guardarlo sorpreso.

«Umm …» Diedi un’occhiata alla cameriera che era diventata rossa come un peperone. Ordinai qualcosa a casaccio perché ero veramente impegnato a pensare ad altro.   

«P’Vee, questo è …» Cominciai a dire quando la cameriera se ne andò.

«Che cosa?»

«Perché non ti senti in imbarazzo?» Chiesi irritato.

«Perché devo sentirmi in imbarazzo se è la verità?» Lui rispose, tutto quello che potei fare fu sospirare.

Iniziammo a mangiare lentamente, io lo avevo fatto perchè volevo che il mio palato assaporasse il delizioso cibo il più a lungo possibile. Era passato tanto di quel tempo dall’ultima volta che avevo mangiato qualcosa del genere a causa di tutto quello che era successo nell’ultimo periodo. Mangiarlo mi ricordava la casa della nonna, l’immagine sul muro era un posto, in Giappone, che mi fece perdere nei miei ricordi.

«Perché hai detto che puoi mangiarlo?» Chiesi.

«Pensavo di poterlo fare perché ho visto altri mangiarlo senza problemi.» Rispose.

«Non l’hai mai assaggiato?»

«Con chi avrei dovuto mangiarlo? Con gli altri mangiano solo carne di maiale (Shabu Pork), carne alla griglia, ecc. Quando sarei potuto venire qui?» I suoi occhi acuti guardarono il cibo davanti a lui prima di spostarsi verso l’alto per stabilire un contatto visivo.

«Ok bene se non riesci a mangiarlo, ordina qualcos’altro che puoi mangiare.» Dissi dandogli il menu.

«Non lo so, sembra commestibile, posso provarci.» Borbottò prima di prendere un pezzo, masticarlo e deglutirlo, cercando di farlo sembrare il più naturale possibile.

«Perché l’hai mangiato?»

«Quando lo mangi, lo fai sembrare delizioso, quindi volevo provarlo.» Rispose imbronciato come un bambino.

«Beh, è ​​perché mi piace.» Ribattei.

«Sembra che ti piaccia mangiarlo spesso.»

«Umm … quando sono in Giappone.» Quando ero in Giappone, mia nonna me lo faceva mangiare spesso. In Thailandia, sebbene fosse abbastanza buono, non sapevo con chi andare a mangiarlo, ai miei amici piacevano cose diverse. Mia mamma non era sempre libera per accompagnarmi, e a mio padre, anche se era giapponese, non significava che gli piacesse mangiarlo.

«Vai spesso?»

«Ogni anno.»

«Bene. Voglio andarci anche io .» Disse Vee guardandomi.

«Vuoi andare in Giappone?»

«Sì. Voglio venire con te e provare le stesse tute emozioni, voglio provare ciò che provi tu. Voglio andare con il mio Nong, ma non da amici, come fidanzati.» Ero a corto di parole prima di chinarmi per guardare il cibo davanti a me.

Perché la carne di pesce aveva un sapore molto più dolce del solito?

Quando ero tornato nella mia stanza anche lui mi aveva chiesto di venire. All’inizio lo avrei voluto portare a casa ma aveva affermato che voleva andare a trovare Bar. Nell’ascensore lui non premette il numero che corrispondeva al piano di Bar, quindi allungai la mano e premetti io. Mi guardò brevemente ma non disse nulla.

«Sei arrivato.» Dissi quando l’ascensore si fermò al piano di Bar.

«Pensi che sia divertente? Secondo te sono venuto fin qui per vedere Bar?» Rispose premendo il pulsante per chiudere la porta.

«Cos’hai?» Chiesi guardando l’altra persona che stava per lasciare l’ascensore con me.

«Non fare quella faccia. Andare a trovare Bar, che è nella suite con il dottore, o seguirti in casa. Quale pensi che sceglierei?»

«P’Vee, questo è …» Mi voltai per dire qualcosa prima di entrare nella stanza.

«Voglio solo stare con te, ok?» Disse chiudendo la porta.

«Allora perché parlare di Bar?»

«Era solo una scusa.»Rispose sorridendo, prima di avvicinarsi a me. «Perché? Non vuoi stare con me?»

«… non mi sento al sicuro quando sono vicino a te.» Mormorai.

Lo guardai ma poi cercai di nascondere la mia faccia. Pensai alle parole che aveva detto quando stavamo mangiando, e più ci pensavo più mi sentivo accaldato. Lo sguardo nei suoi occhi aveva molto effetto sulla mia mente e non era che io avessi paura di lui, eravamo abituati a stare insieme, ciò di cui avevo paura era il mio stesso cuore.

«Ti senti bene.» Disse mentre si avvicinava, l’angolo della sua bocca si contrasse leggermente mentre ridusse la distanza con il suo viso. «Mi sento come se non potessi smettere di starti vicino.»

«P’Vee…» Dissi con voce bassa mentre si avvicinava.

«Voglio solo starti vicino ancora per un po’.» Mi fermai quando lo disse, si avviciòa prima di posarmi una mano sulla vita e tirarmi a lui. 

«P’…»

«Non posso abbracciarti fuori e se voglio tenerti per mano, devo sempre pensarci ogni volta. Cerco anche di trovare continuamente delle scuse solo per vederti ed a volte è davvero difficile, ma lo faccio comunque.» Alzò gli occhi per guardarmi prima di continuare. «Faccio tutto quello che faccio perché voglio solo stare con te.»

«Io…»

«So di non essere stato bravo con te, so che non puoi perdonarmi facilmente e so che hai bisogno di tempo. Non devi amarmi come prima, non devi inseguirmi come prima e non ho bisogno di niente. Ti sto solo chiedendo di lasciarmi stare con te. Fammi amare … «

Premetti le labbra su di lui, anche se non aveva finito di parlare. C’era una persona che dicendo solo poche frasi mi rendeva debole, una persona che anche se ripeteva le stesse parole, mi faceva innamorare ripetutamente di lui. C’era solo una persona che mi faceva questo effetto … ed era lui.

Vee mi abbracciò prima di avvicinare ancora di più le sue labbra. Avevo iniziato io ma lui prese subito il comando. Non sapevo se erano state le parole di Vee o la nostalgia che mi avevano fatto desiderare di continuare a baciarlo ma inclinai il viso per farlo ancora meglio. Non mi importava del fatto che eravamo di fronte alla camera da letto, non mi importava di quello che avevamo fatto prima, perché in quel momento il suo braccio mi circondava la vita.

Ci separammo e Vee posò la testa sulla mia spalla, il suono rimbombante dei nostri cuori mi fece emozionare ancora di più mentre Vee mi fece camminare all’indietro finché la mia schiena non si appoggiò contro la porta della camera da letto.

«Non vuoi sentirmi dire amore?» Guardai il bellissimo ragazzo che parlava vicino al mio orecchio. «Allora lascia che te lo mostri.» Non sapevo neanche cosa dire perchè le sue parole mi fecero palpitare il cuore appena prima di sentire la sua lingua calda toccarmi il collo. Le sue mani continuarono ad accarezzarmi i fianchi facendomi tremare.

Non potei fare a meno di mugolare appena quando premette le sue labbra contro il mio collo. Il suo delicato succhiare mi rese instabile, ed ero fortunato che mi stesse tenendo la vita o sarei collassato.

«Mark …» Sussurrò nel mio orecchio con una voce profonda ma non riuscii a guardarlo perché iniziò a baciarmi la mascella prima di spingere il naso nella mia guancia e poi di nuovo si spostò verso le mie labbra.

Non sapevo per quanto tempo ci fossimo baciati, o quando eravamo arrivati ​​in camera da letto, sapevo solo che in quel momento eravamo sdraiati sul letto e ci stavamo ancora baciando. Lui alzò le labbra per baciarmi la fronte, una mano magra mi fece il giro dello stomaco, mentre l’altra si appoggiò sul letto per non farmi appesantire.

Gemetti mentre le sue belle labbra scivolarono giù e si fermarono sul mio petto, poi mi irrigidii, il mio corpo si contrasse e le mie mani, che un tempo erano inattive, ora erano tra i capelli di Vee quando lui tirò fuori la lingua per leccare uno dei miei capezzoli. Come potevo sopportarlo? Un capezzolo era coperto dalla sua bocca mentre con la mano stuzzicava l’altro. 

«Vee …»

«Mark…»

«Mark!» Venni colto di sorpresa nel sentire una voce troppo forte che mi chiamava. Vee si fermò e mi fissò, poi entrambi guardammo contemporaneamente verso la porta.

«Pa … Papà …» Mio padre era davanti alla porta della camera da letto. Non mi sorprendeva che potesse entrare nella mia stanza perché la persona accanto a lui era mia madre.

«Masa.» Il modo dolce in cui mia madre mi chiamò mi fece tornare in me, spinsi via Vee mentre anche lui si mosse.

«Umm …»

«Intendi questo quando dici che ti preoccupa?» Mio padre chiese a mia madre prima di iniziare a camminare verso di me.

«Papà …» Lo sguardo doloroso e deluso negli occhi di mio padre mi fece gemere mentre lo chiamai a bassa voce. Non riuscivo ancora a rimettermi la camicia mentre Vee era in piedi accanto al letto senza muoversi. Poi si avvicinò di più verso di me quando mio padre fece lo stesso.

«Un ragazzino così ingrato.» Era la voce di mio padre, non parlò a voce alta ma la frase comunque mi ferì.

«Io … volevo …»

«P’Vee!» Gridai quando mio padre gli diede un pugno in faccia, gli ci vollero alcuni istanti prima di scuotere lentamente il viso e rialzarsi. L’angolo della bella bocca che mi aveva appena baciato ora sanguinava.

«Va tutto bene.» Mi disse e mi diede una leggera pacca sulla spalla. Lo guardai perché potevo vedere quanto stesse tremando.

Mia madre e mio padre erano insieme di fronte a noi, la pressione che sentivo era enorme. Solo adesso avevo davvero capito cosa significava la parola impotente.

«Che vergogna. Sei contento di come vive tuo figlio? Sei ancora così contenta dei suoi gusti?» Mio padre si voltò e gridò verso mia madre che mi guardò ma non disse nulla. Potei vedere una chiara delusione nei suoi occhi che mi fece sentire così tanto in colpa.

«Mamma.» La chiamai e lei si avvicinò lentamente, le sue belle mani appoggiate sulla mia guancia prima di alzare lo sguardo su Vee.

«È questa la persona che ha fatto del male al mio bambino quella volta?»

«Ahah!» Mio padre rise appena. «Quindi questo è il percorso che scegli? Questo è chi vuoi essere? Questo è quello che ti piace?»

«IO LO AMO!» Gridai anche se ero ancora seduto nello stesso posto. Le mie mani strinsero forte la coperta, la mia bocca tremò insieme al mio corpo e infine, potei sentire il dolore al petto. «Lo amo, papà …» Sollevai lentamente gli occhi su di lui, non sapevo come appariva il suo viso perché in quel momento le mie lacrime iniziarono a cadere così tanto che tutte le immagini erano sfocate.

«E lui ti ama? Un uomo che non ha niente come lui può prendersi cura di te?» Mio padre urlò di rimando ed indicò Vee.

«Amo Mark …» Disse Vee avvicinandosi e afferrandomi la spalla, stringendola dolcemente. «Ammetto di non sapere se posso prendermi cura di lui nel miglior modo possibile, ma se si tratta di amarlo, so che lo amo molto, non meno di chiunque altro.» Il mio cuore si riscaldò quando sentii quelle parole. Faceva caldo, proprio come la spalla che stava stringendo delicatamente. Anche se ero preoccupato per mio padre, quando Vee parlò mi sentii un po’ meglio. Almeno non mi stava lasciando.

«Sono solo parole, come faccio a fidarmi.» Mio padre si voltò lentamente verso Vee che mi strinse la spalla con più forza, prima di stabilire un contatto visivo con mio padre.

L’atmosfera era ancora più tesa di prima perché adesso erano entrambi silenziosi ed il mio cuore batteva all’impazzata, il mio cervello correva cento miglia all’ora al punto da avere mal di testa. Come potevo farlo accettare a mio padre? Come potevo evitare che mia madre non mi rifacesse la ramanzina come prima? Come potevo fare in modo che Vee non si scoraggiasse? In quel momento capivo davvero quando Vee aveva detto che abbiamo perso tempo. Se non avessimo litigato tra di noi, probabilmente saremmo stati felici insieme per molto più tempo.

«Khun* …» Quanto tempo era passato? La voce di mia madre mi fece destare dai miei pensieri.

(N/T: vuol dire Signore in italiano, ora non so voi ma mia madre mio padre lo chiama per nome, nè signore né PADRE, quindi lo lascio così che non so cosa metterci XD )

«Renditi presentabile ed esci.» Disse la voce intensa di mio padre prima che entrambi escano dalla stanza.

Il modo in cui mi sentivo in questo momento era troppo pesante per girarmi e guardare Vee. Mio padre non avrebbe mai accettato la nostra relazione. Ascoltando le sue parole, sapevo che non sarebbe mai stato disposto a farlo.

«P’Vee …»

«Non devi parlare Mark. Solo sentendoti dire che mi ami, so che combatterò tuo padre per altre dieci volte ed alla fine vincerò.» Disse prima di accovacciarsi davanti a me e asciugarmi lentamente le lacrime.

«Mio padre non è una persona normale.» Abbassai lo sguardo sulla mano che reggeva la mia.

«Ma farò in modo che sappia che una persona normale come me può prendersi cura di te.» Poi mi guardò negli occhi e volevo tanto che mio padre potesse vedere quegli occhi, avrebbe sentito la fiducia e la sincerità di Vee se avesse potuto?

«Ti amo…»

«Anche se dovrò combattere fino alla morte, lo farò perché ti amo così tanto.» Disse Vee sorridendomi.

I miei genitori si erano seduti sul divano davanti alla TV, la zona era tranquilla e sentivo solo il rumore dei nostri piedi che si muovevano. Mia madre si rivolse a noi e sorrise dolcemente, quanto a mio padre, guardò dritto davanti a sé senza nemmeno degnarci di uno sguardo.

«Padre…»

«Chi è tuo padre?» Mio padre si girò per chiedere a Vee non appena parlò, lui sorrise e annuì prima di alzare le mani per mostrare rispetto.

«Ci saluti adesso, non è un po’ tardi?» Mia madre disse sorridendo a Vee.

«Mamma…»

«Sei tu quello che ha fatto piangere e tornare a casa il mio bambino, giusto?»

«Mi dispiace di aver reso Mark infelice. Lo ero anche io e molto.» Vee rispose.

«E cosa vi ha fatto tornare di nuovo insieme?» Domandò mia madre.

«Che altro? Sa già che tipo di persona è suo figlio. Impossibile stare senza.» Mio padre mi guardò con rabbia, non c’era differenza dalla rabbia che provavo io in quel momento.

«Ti ho già detto che amo P’Vee.» Dissi lentamente, anche se la mia voce tremava e il mio cuore batteva forte. Ma era bello confermare quelle parole a mio padre.

«Ti ho già detto che con le tue preferenze la parola amore è follia.» Ribatté mio padre sottolineando una parola alla volta.

«Accetto che il nostro amore potrebbe non essere facile, ma amo suo figlio e non voglio vivere senza di lui al mio fianco.» Rispose Vee a mio padre e mi mise una mano sulla schiena, mi accarezzò dolcemente per calmarmi e sembrò funzionare. 

«Khun?» Mia mamma guardò Vee, prima di tornare ad osservare a mio padre che alzò la mano per fermare quello che mia madre stava per dire. 

«Non dire niente.» Mio padre si rivolse quindi a noi. «Vi amate così tanto, vero? Vuoi avere mio figlio così tanto, eh?» Chiese.

«Adoro Mark. Lo adoro moltissimo.» Disse Vee alzando la testa per incontrare gli occhi di mio padre senza alcuna paura. L’uomo che amavo stava mostrando la sua sfrontatezza, lo capivo dalla curva della sua mascella e il modo in cui fissava chiaramente mio padre, mi spaventava. 

Entrambi sembravano testardi, nessuno dei due si sarebbe arreso facilmente. Mio padre sicuramente non ci avrebbe permesso di stare insieme, eppure Vee rifiutò di gettare la spugna.

«Posso venire a casa tua, Vee?» La voce di mia madre distrusse l’atmosfera tesa tra Vee e mio padre. La sua domanda iniziò a farmi sentire ansioso perché le nostre case erano molto diverse.

«A casa mia?»

«Voglio vedere dove sei cresciuto.» Disse sorridendo, ma era un sorriso che non mi piaceva vedere. La sua dolce voce era solo una copertura per la sua incertezza e la cosa non mi piaceva.

«Va bene allora.»

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