EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 23

Mancanza del calore

 – Vee Vivis –

Ho avuto un incubo. Ho sognato che Mark scappava via da me e nel sogno, mi sembrava di morire.

Non riuscivo a trovarlo da nessuna parte. Ovunque fosse andato…non ne avevo la minima idea ed i suoi amici non mi avrebbero mai detto si trovava. Nel sogno non potevo far altro che accasciarmi a terra dal dolore.

«Non ha risposto alla mia chiamata.» Alzai la mano e la passai sul viso quando sentii la stessa risposta dalla bocca di tutti i miei amici. Ero andato nel dormitorio ed avevo chiesto loro di contattare Mark. Speravo almeno che alla chiamata del senior di riferimento rispondesse. Alla fine, però, arrivava la stessa risposta.

Il mio incubo, che incubo non era perché avevo scoperto essere l’amara realtà.

Un altro giorno e dopo sarebbe cominciato un nuovo semestre, ma non ero riuscito a sapere nulla, proprio niente di Mark. Non sapevo dove potesse essere o cosa stesse facendo. Non sapevo dove  o con chi fosse. Tutto questo mi faceva arrabbiare talmente tanto! Non sapevo più che diavolo fare al riguardo.

Non avrei mai pensato che sarebbe stato così. Per la troppa sicurezza che avevo avuto sui sentimenti di Mark, per il valore che aveva dato alla parola ‘attesa’, ero stato talmente sicuro di me che avevo creduto di poter fare qualunque cosa e non avevo minimamente pensato a come sarebbe stato per me aspettare. Qualunque cosa, lo avrei sempre trovato ad aspettarmi. Mark non mi avrebbe lasciato mai. Era quello che pensavo…pensieri stupidi.

«Non so cosa fare.» dissi mentre spegnevo una sigaretta. Ero nella stanza di North e no, non mi piaceva proprio dover chiedere il suo aiuto, ma era mio amico. Capiva tutto e credo che capisse come mi sentivo più di tutti. Fortunatamente, questo non mi aveva irritato come credevo sarebbe accaduto.

«Perché non chiedi a James?» La voce del mio amico si fece più forte. Si allontanò da me, ma la sua espressione non era certo migliore della mia.

«Non me lo dirà.» James era un ragazzino immaturo che cercava di farmi incazzare. Quella notte avevo dormito in camera mia solo per poche ore, dopo la colazione ero subito corso a cercare Mark nel suo dormitorio. Il telefono era spento e nessuno aveva aperto la porta. Ero rimasto lì fuori alcune ore prima che James arrivasse. Quando mi aveva visto ha serrato la mascella per poi sorridere. Mi aveva guardato con fare beffardo mentre aveva estratto la chiave magnetica ed aveva aperto la porta. Mi ero precipitato nella stanza, ma ciò che avevo trovato era solo buio…Non avevo visto Mark da nessuna parte.

«Probabilmente non vuole vedere la tua faccia.» mi disse quel ragazzo mentre entrava in camera da letto. Avevo urlato il suo nome e l’avevo cercato per tutta la cucina, il balcone, la camera da letto, il bagno e persino l’armadio. Potevo fare solo quello, perché se avesse voluto che lo trovassi, sarebbe rimasto.

Quello era stato quasi dieci giorni fa e le parole di James mi ronzavano ancora nelle orecchie. Mark non voleva davvero vedermi, forse mi avrebbe odiato per sempre. Volevo solo che mi ascoltasse in merito quel giorno, volevo che sapesse che non doveva perdonarmi, ma doveva darmi la possibilità di raccontare la mia storia. Più di questo, volevo dirgli che lo amavo. Magari non sarebbe servito a niente, ma volevo dirglielo comunque.

«Domani ricominceranno i corsi, aspetta ed avrai l’occasione di vederlo.» Certo ci avevo pensato anche io, sapevo da quella mattina che se non l’avessi trovato durante le vacanze, avrei dovuto aspettare e sperare che tornasse in facoltà.

«Credo di si.»

«Allora perché stai così? Andiamo a mangiare.» Mi diede una pacca sulla spalla, ma non mi mossi.

«Mi manca North.» Lentamente aprii gli occhi per guardare il mio amico. «Mi manca Mark.»

«Manca anche a me.» Rimasi in silenzio quando il mio amico rispose così. Uscì dalla mia stanza lasciandomi annegare nei miei pensieri da solo.

Scrollai continuamente il display, sulla chat del gruppo nessun nuovo post. I miei amici non erano riusciti a sapere nulla e l’ultimo messaggio risaliva a quando mi avevano invitato a bere. I miei amici si erano astenuti da dirmi qualcosa. Gli unici che mi avevano dato una bella strigliata erano stati YiWa e un po’ Brave, ma solo quella sera.

In quel momento però YiWa mi stava aiutando a trovare Mark. A turno mi avevano cercato, non mi avevano lasciato mai solo. Gli avevo chiesto il perché non mi lasciassero in pace e mi avevano risposto che non volevano che io fossi triste da solo.

Ero davvero fortunato ad avere degli amici così.

Guardai in basso per vedere le notifiche della chat di gruppo che era sempre la stessa da qualche tempo. Che immagine aveva inviato YiWa al gruppo? La foto era uno screenshot dell’account Fb di James. 

Era una foto di due ragazzi seduti uno accanto all’altro. Una piccola persona dalla carnagione chiara con un viso carino stava dando del gelato all’altra persona che sorrideva con la bocca aperta in attesa. Quella persona che mi aveva reso apatico verso il mondo. I miei occhi iniziarono a bruciare non appena la vidi, ll cuore faceva male come se venisse stritolato, immediatamente pensai che dovevo sapere cosa c’era tra loro.

Uscii dalla chat senza rispondere e controllai la pagina Facebook di James, la foto era stata taggata e pubblicata un’ora fa.

Pack Pakaraphon

1 ora

Il tuo ex è il più importante. Tutti gli altri vengono dopo con Winniethepooh, James reads that James is not James e Mark Masa

 A 314 piace 23 commenti

James reads that James is not James: hai incontrato Pack e non me l’hai detto?  Masa Mark

Winniethepooh: Mark, sono preoccupato.

Pack Pakaraphon: Accidenti Mark perché James reads that James is not James

 e Winniethepooh

James reads that James is not James: sembra felice, pensavo che sarebbe morto. Non te l’ha detto?

Pack Pakaraphon: So tutto. Consolerò sempre Mark. Hai intenzione di posta postarlo pubblicamente ^^?

Nont Nonthawat: siete tornati insieme?

Oh Anucha: state davvero uscendo insieme?

winniethepooh: aspetta un attimo, quando sei tornato in cerca di appuntamenti?  😂

All’inizio provai solo a capire cosa ci fosse tra quei due, ma c’erano così tanti commenti che esprimevano curiosità sul fatto che i due fossero tornati insieme. Era una chiara frecciatina a me? Il tuo ex contava davvero? Indipendentemente dal fatto che fosse stata una coincidenza o meno, se lo scopo di quel post era quello di causarmi dolore, posso dire che aveva successo.

Feci per chiamare nuovamente Mark. L’avevo fatto per centinaia o alcune centinaia di volte che ormai avevo perso il conto. Sapevo solo che dovevo continuare a chiamare, dovevo parlare con lui. Il mio cuore credeva fermamente che quel post fosse una chiara e sarcastica frecciata nei miei confronti. Avevo visto gli occhi di Mark, sapevo cosa provava per me. Non era possibile che cambiasse idea così presto.

 [Ciao.] Il mio cuore battè all’impazzata al sentire la voce che rispondeva. La voce che mi stava salutando non era quella che mi aspettavo.

 «Chi sei?»  Chiesi velocemente.

 [Mark  adesso è in bagno, ti farò richiamare.] La voce brillante non rispose alla mia domanda, il che mi turbò ancora di più.

«Ho chiesto chi sei.»

 [Oops! Mark è qui. Mark, è qualcuno di nome Vee]. La voce era chiara e non aveva ancora risposto alla mia domanda. Odiavo sentire il nome della persona che mi faceva battere forte il cuore provenire da quella bocca. Volevo sapere se quel tizio aveva osato sfiorare il suo collo. Volevo scusarmi, volevo che mia desse un’opportunità. Volevo chiedergli di tornare da me. Volevo…

 [Attacca.] Volevo che mi parlasse, anche per dire una sola parola.

La dolce voce che sentii al telefono scomparve altrettanto rapidamente. Non sapevo che cosa avessero intenzione di fare dopo ma il mio cuore era a pezzi. Mark probabilmente mi odiava così tanto che non voleva nemmeno sentire il mio nome. Avevo aspettato di sentire qualunque cosa da Mark, ma quello che aveva detto, mi aveva fatto capire che mi aveva completamente tagliato fuori dalla sua vita, per me non valeva la pena sprecare nemmeno un attimo del suo tempo.

 «Vee!» Mi girai verso Nuea quando lo sentii urlare. Non appena mi vede in faccia sul suo bel viso compare un’espressione sbalordita. «Perché stai piangendo?»

Stavo piangendo? Ancora?… Di nuovo? Solo da due giorni avevo smesso di piangere, volevo essere forte, far vedere che mi stavo riprendendo, che non ero più ridotto uno schifo.  Volevo che quando mi avesse rivisto, avesse visto una persona sicura e affidabile, non volevo certo che mi vedesse in questo stato pietoso quando sarebbee tornato da me.

«Io…»

«Hai visto cosa ha inviato YiWa?» La voce eccitata del mio amico non mi rese curioso.  Non c’era più niente che volessi ora.

«Andiamo a bere stasera.»

«Sei impazzito? Hai sentito quello che ho detto? Ho detto che Mark…»

«Smetti di menzionare Mark!» Forse era la rabbia o forse era perchè mi sentivo così dannatamente frustrato. Quello che dissi fa sobbalzare il mio amico. Alzai la mano per spostare indietro i capelli e guardai verso North, ma lui mi osservò ancora spaventato.

«Tu…»

«Non mi vuole.» dissi sussurando.

«Forse ora è pronto a rispondere alla tua chiamata.»

«Quale chiamata? L’ho chiamato un secondo fa e ha risposto il suo ex. Ho sentito chiaramente che Mark gli ha detto di riattaccare. Che altro mai può significare? Perché è palese che non vuole parlarmi!» dopo averlo detto, uscii dalla stanza di North.

 pVnn

adesso

Grazie per essere entrato a far parte della mia vita. Scusami per averti lasciato andar via.

12 mi piace

Non mi interessavano le notifiche, il mio stato, in quel momento, racchiudeva tutto ciò che ora stavo provando. Iniziai seriamente ad odiare i social, anche se prima li credevo utili. In passato mi divertivo a leggere tutte le novità in quella chat, ma ora non era più così.

La sensazione che provavo in quel momento era un qualcosa che non volevo più sentire.

Il primo giorno ero andato a lezione. Non era che non volessi, era solo che non avevo l’energia per lasciare il mio letto. Mi faceva male la testa e avevo dolori ovunque. Non sapevo se era perché ieri sera avevo bevuto fino a crollare o se era a causa della febbre. Dormii tutto il giorno, mia madre entrò a raccogliere le bottiglie di birra sparse ovunque. Non osai guardarla negli occhi. Non volevo essere così, non volevo vederla delusa, avevo solo bisogno di sfogarmi in qualche modo.

 «Come stai?» Aprii gli occhi e guardai Yoo mentre si avvicinava.

 «Non vai a studiare?» La mia voce suonava strana.

 «Sono tornato alle 3 in punto.»

 «L’hai visto?»

 «Non scotti più.»

 «Ti ho chiesto se l’hai visto!» Alzai il tono, la mia voce suonò minacciosa. Provai a guardare mio fratello spaventato, avrei voluto solo che mi dicesse la dannata verità. Potrebbe averlo incontrato e Mark potrebbe avergli detto di dirmi di non averlo visto. Avrebbero potuto parlar di me, senza che io lo sapessi, com’era successo l’ultima volta. Avrei voluto anche la più piccola speranza, anche se non avrei dovuto sperare proprio nulla.

 «Perché dovrebbe parlare con me invece che con te?» mi chiese.

 «E’ solo un mio pensiero, allora avete parlato?»

«Noi non parliamo Vee, quando abbiamo parlato si trattava sempre e solo di te.»  Mi disse con una voce quasi infastidita. «Onestamente Vee, tra noi due…tu sei la persona più importante per Mark. Se non vuole parlarti, perché dovrebbe parlare con me?» quello che Yoo mi dissi mi fece solo girare la testa dall’altra parte.

«Sai nel caso…»

«Se ti senti ancora così male, allora sbrigati e vai a cercarlo.» Disse Yoo, chiaramente infastidito mentre lasciava la stanza.

Dormii ancora a casa per un altro giorno intero. Non mi ero ancora del tutto ripreso, ma il mio cuore scalpitava perchè voleva andare all’università. Voleva Mark, voleva vedere il suo viso, voleva che sapesse che mi mancava.

Aver saltato le prime lezioni non era stato un problema, era solo il primo giorno, quindi erano principalmente cose di orientamento, chiacchiere con gli insegnanti o rivedere gli amici.

«E’ arrivato il mio paparino. Ieri l’insegnante si chiedeva dove fossi.» Ero stato accolto con queste parole non appena entrai in classe. Quel particolare insegnante aveva sempre fatto il tifo per la mia relazione con Ploy e incoraggia il nostro flirt.  

«Questo è un suo problema.» risposi prima di sedermi accanto a Bar.

«Cos’è questa faccia?» Chiese Bar mentre si voltò a guardarmi, i suoi occhi scrutarono a fondo il mio viso.

«Non mi sento molto bene.» Non avevo voglia di studiare, ma dovevo farmi forza, ero venuto qui solo per trovarlo.

«E sei venuto lo stesso? Sembra che scotti ancora.» Disse toccandomi la fronte. Scostai il viso dalla sua mano e mi girai a guardare davanti a me. Non avevo voglia di parlare con nessuno.

«Chi è l’unico che ha così tanta voglia di seguire qui? La moglie del dottore, ovvio.» Disse YiWa scherzosamente.

«Oh! E tu saresti tanto impegnata a fare cosa? Venire a trovare gli amici?»

«Non essere scemo, sono abbastanza intelligente.» Sembrò offesa, ma i suoi occhi erano fissi su di me, preoccupati.

«E tu come stai? Anche la febbre, eh?»  Chiese Pan.

«Ohh, sembrava così felice con la sua ex, non sorprende che il nostro amico non stia più tanto bene ora.» Disse Dare.

 «Stai zitto.» sibilai mentre voltai loro le spalle. Quando mi girai dall’altra parte i miei occhi si posarono su North che stava entrando. Pensai al giorno in cui l’ho aggredito e non potei fare a meno di sospirare. Sapevo che i miei amici erano solo disperati e preoccupati ma come aveva detto YiWa, ora tutto dipendeva da me.

Ascoltai il docente parlare del contenuto del corso per circa tre ore durante la sessione mattutina, mentre andavo via sentii una strana sensazione e mi guardai intorno. Mark era qui? Se non era qui, allora dov’era? In passato non avevo mai pensato che la mia facoltà fosse così grande, l’avevo sempre trovato in qualsiasi direzione guardassi. Non importava quanto io lo cercassi, ora, non riuscivo a trovarlo da nessuna parte.

Mi sedetti su di una sedia in mensa, i miei amici avevano già preso da mangiare e Bar mi stava fissando. Sollevai le sopracciglia e guardai di nuovo il mio migliore amico, ma continuò a sostenere il mio sguardo.

«Anche il dottore è preoccupato per te.» Disse Bar dopo un momento.

«Okay.» Non sapevo cosa dire ai miei amici per rassicurarli, per dirgli che stavo meglio. In quel momento mi sentivo tutt’altro che meglio rispetto a prima. Ma come potevo rispondere ai desideri e alle parole premurose dei miei amici senza deluderli? Volevo riuscire a dire di più, a spiegare meglio ciò che sentivo. Avrebbero capito subito, però, che tutto quello che avrei detto erano solo un mucchio di balle. Quindi scelsi semplicemente di rimanere in silenzio e non dire come mi sentivo davvero.

«Hai visto Mark?» mi voltai di scatto verso Brave, anche Bar alzò lo sguardo dal suo telefono.

«Dove l’hai visto?» Chiese Bar.

«Vicino agli edifici della Direzione. Sta camminando con qualcuno che non conosco, ma sono carini e…»

«Oh! Vee!»

«Idiota, seguilo.»

Non sapevo chi mi stesse seguendo, tutto quello che sapevo era che stavo camminando nella direzione menzionata dal mio amico. Sarei potuto andare con la macchina, ma il mio cuore scalpitava nel petto e nella mia testa potevo solo vedere il suo viso. Il viso del ragazzo che, sebbene fosse stato lontano, non aveva mai lasciato il mio cuore.

Avevo quasi pensato di arrendermi, lasciare che la nostra storia finisse così, non provando più a riconciliarci, non aspettando che tornasse. Smetterla così da lasciarlo in pace. Ma nel profondo sapevo che non avrei mai potuto farlo perché mi mancava troppo.

Vidi una schiena familiare, anche se sembrava più magra di prima, ma ero sicuro che fosse di colui che sto aspettando di vedere da quella mattina. Cominciai a camminare ancora più velocemente fino a quando lo vidi più chiaramente, ero assolutamente sicuro che fosse lui, in piedi di fronte allo bar sulla strada. Su una spalla la borsa, la mano in tasca. L’altro braccio era stretto da due mani più piccole. La persona a cui appartenevano quelle mani, però, non riuscii a vederla.

Rallentai e camminai normalmente…

Non sapevo perché, ma più mi avvicinavo più sentivo che avrei dovuto voltarmi e andare via. Chi era quello accanto a lui? Il ragazzo che stava frequentando ora, solo un amico oppure era soltanto qualcuno con cui stava parlando? Quando mi avrebbe visto cosa avrebbe fatto? Sarebbe stato deluso, triste, arrabbiato o felice di vedermi?

«Mark…vorrei provare anche questo.» La voce della persona accanto a lui ora era più forte.  Da questo capii quanto mi fossi avvicinato a loro, abbastanza vicino da vedere che la persona in piedi accanto a Mark era quella che aveva da poco postato una loro foto. La persona che si era definita un ex-ragazzo… importante.

«Lo mangerai e poi ti lamenterai di essere grasso. Sono stufo di ascoltare le tue  lamentele.» Quella era la voce che non sentivo da così tanto, la voce che iniziò a farmi battere forte il cuore. Non sapevo spiegare esattamente cosa stessi provando, i sentimenti che provavo in quel momento erano molti e così diversi tra loro.

«Ma quali lamentele. Devi ancora portarmi in quel negozio dove secondo te il Pad Thai è delizioso.» 

Quel posto…mica sarà il ristorante di pad thai dove siamo andati insieme?

Continuai ad avvicinarmi, molto lentamente, la distanza tra noi continuava a diminuire. Mi fermai non lontano da lui, un paio di metri di distanza ci separavano. Quella bella bocca sottile sorrideva mentre continua a chiacchierare con la persona accanto a lui. Una di quelle piccole mani gli teneva ancora il braccio, mentre lo pregava di accompagnarlo in quel ristorante.

 «Daiiii…vengo da così lontano, andiamo è qui vicino dopotutto.»

 «Ok andiamo, ora sono libero.» Rispose calmo, sorridendo.

«Davvero? Sei il migliore. Chi dice che il nostro amore è morto?» Strinsi le mie mani a pugno. Tutto quello che volevo era andare da Mark e allontanare quel tizio da lui. Volevo scaraventarlo il più lontano possibile, volevo afferrare Mark e stringerlo forte al mio petto.

«Ruffiano…»  Mark rispose e poggiò la sua mano sulla piccola testa del tizio che però tra i due dovrebbe essere il più grande. Gli scompigliò tutti i capelli, il piccoletto urlò infastidito persino il venditore iniziò a prenderlo in giro.

«Oggi i ragazzi giocano sempre così tra loro. È carino.» Disse il negoziante mentre  consegnò loro il sacchetto di caramelle.

«Stiamo solo scherzando, non è nulla di serio.» 

Non è nulla di serio? No, ora non volevo pensare alla loro relazione. Non volevo sapere se si fossero frequentati in passato e per quanto tempo. Quanto tempo fa avevano rotto? Non volevo pensare a niente di tutto questo. L’unica cosa a cui pensavo era se Mark fosse tornato da lui.

È così che si è sentito Mark?  Fa male, questo dolore che sente il mio cuore.

«Ecco prendi, amarsi è molto meglio che odiarsi.» Il tizio allungò la mano e prese la busta di caramelle, non continuò a parlare, ma infilò la mano nel sacchetto per prendere gli spuntini. 

Mark fece un mezzo passo indietro e si girò, quando mi vide si immobilizzò. Per me non era diverso, tutto il mio mondo si bloccò. La voce della persona accanto a Mark era molto forte. Sebbene riuscissi a sentire tutti ciò che diceva, la mia vista si era annebbiata, provai a guardare il viso e gli occhi della persona che non vedevo da molti giorni.

Quel viso affascinante e carismatico sembrava piccolo e perfetto. Quelle labbra che avevo baciato ogni giorno negli ultimi mesi erano chiuse a formare una linea retta. Non lasciò trasparire nessuna emozione, le sue guance sembravano leggermente incavate rispetto a prima. Le sue sopracciglia restarono ferme non mostrando alcuna reazione, i suoi splendidi occhi mi guardarono con calma. Tutto quello faceva male al mio cuore. Tremò solo un istante prima di tornare al loro aspetto calmo e freddo.

«Ciao.»  Le mie braccia rimasero incollate ai miei fianchi, non riuscii nemmeno a sollevarle per salutare i ragazzi, non avevo più un briciolo di energia. Respirare era faticoso. Non appena i nostri occhi si incontrarono, sentii che non avevo più aria nei polmoni.

«Mark sei stato cattivo! Ci hai fatto preoccupare così tanto.» La voce forte di YiWa mi fece uscire dallo stato di trance in cui ero caduto e la vidi correre ad abbracciare Mark. Lui sollevò il braccio e ricambiò il suo abbraccio fino a quando lei non si staccò.

«Mi dispiace di averti fatto preoccupare.»

«Pessimo comportamento.» Disse lei colpendogli la spalla. Potei solo stare lì in piedi e guardare ciò che stava accadendo: la scenetta del mio amico che poteva corrergli incontro e abbracciarlo. Lui che avevo sempre chiamato il mio piccolo, il mio cucciolo che abbracciavo sempre e più di chiunque altro. Quel ragazzo che aveva più influenza su di me di qualsiasi persona.

«Lei chi è, Mark?» Chiese la persona più bassa vicino a lui. YiWa che solo ora sembrò accorgersi di lui si girò di lato e gli sorrise prima di voltarsi a guardare me. Erano ancora in piedi, accanto a me si erano messi Bar e Brave. Bar avanzò lentamente prima di sorridere a Mark e alla persona accanto a lui.

«Ciao, siamo senior e amici stretti di Mark.» Bar rispose prima che Mark possa presentarli.

«Amici stretti? C’è qualcuno altro di voi di così stretto a Mark? Dovrei essere scioccato o arrabbiato?» Disse il piccoletto facendo una strana faccia a Mark.

«Andiamo P’Pack.»  Oh…quindi si chiama Pack?

«Come se lui non fosse esattamente il tipo di ragazzo che piace a Mark.»  Pack disse indicando Bar.

«Ha già smesso di piacermi.»

«Vedi! Lo sapevo che è proprio il tuo tipo.»  Pack diede un colpetto alla spalla dopo che Mark parlò a bassa voce.

«E questo invece cos’è?» Chiese Dare accanto a me, facendo sì che tutti lo guardassero, il che significava che loro adesso stavano guardando anche me. Gli occhi di Mark incontrarono i miei per un breve momento prima di spostarsi su Brave.

«Posso non rispondere?» Disse Mark sorridendo.

«Perché non vuoi rispondere? O hai paura che qualcuno non ne sia contento?» Pack sembrò inferocito, i suoi occhi emanarono scintille mentre guardò proprio me e questo mi fece capire che sapeva già di me e Mark.

«Non c’è nessuno.» rispose Mark alla persona accanto a lui, prima di alzare lo sguardo e sorridere.

Ogni azione e ogni parola pronunciata da Mark mi colpirono come pugni nello stomaco. C’erano così tante cose di cui avrei voluto parlargli, avrei voluto tanto dire qualcosa, ma le parole non uscivano. Ciò che provavo, tutti i ‘mi dispiace’ che avrei voluto dirgli… non riuscivo a farli uscire. I miei occhi trasmettevano tutto ciò che sentivo, però. Se li avesse guardati, avrebbe saputo quanto mi dispiaceva.

«Dove vai dopo? Dovresti uscire con noi senior stasera.» Dise YiWa distruggendo la mia atmosfera cupa.

«Vorrei portare P’Pack a fare un giro qui intorno.» rispose Mark educatamente.

«Possiamo incontrarci di nuovo più tardi.» Pack replicò.

«P’Pack…» borbottò Mark sempre calmo anche quando lo rimproverò.

«Cosa? Voglio andare. Voglio conoscere i tuoi senior e quanto tu sia vicino a tutti loro.»  Mark sospirò appena prima di annuire.

«Se porto con me P’Pack va bene?» Chiese al mio amico che non rispose immediatamente, ma che al contrario mi guardò come a chiedere la mia opinione.

«Um…» disse Brave guardandomi ancora.

«Vee, stai bene?»  Mi chiese Bar.

«Io…» il suono che mi uscì dalla bocca sembra roco, quasi impercettibile.

«Se è un problema, porterò Pack in un altro posto e noi potremo recuperare un’altra volta.» Non esitò nemmeno, il che mi fece ancora più male al cuore.

«Non ho mica detto che devi andare da un’altra parte.»  Alla fine riuscii a dire alzando gli occhi sull’altra persona. «Perché lo pensi?» Dissi, sperando che ricambiasse in qualche modo il mio sguardo. I miei occhi che dicevano tutto. Solo un po’ di simpatia, qualunque cosa che gli permettesse di capire quanto mi fosse mancato.

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Facebook
Twitter
Pinterest



Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.