EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 24

Sentimenti duraturi

– Mark Masa –

Alla fine non ero riuscito a dire di no a Pack.

Prima mi aveva chiesto di venire all’università, quella volta mi aveva spinto a portarlo qui, l’ultimo posto al mondo dove sarei voluto essere, il posto che con tutto il resto volevo disperatamente dimenticare, il luogo di incontravo dei miei senior. Pack camminava accanto a me, sembrava felice e rilassato, c’erano molti occhi che guardavano dalla nostra direzione, soprattutto Pack perché i suoi occhi brillavano così intensamente ed erano gli occhi luminosi di qualcuno che era abituato ai pub.

«Hai molti amici qui, Mark?» Pack inclinò il collo all’indietro e chiese, non era interessato a nessuno degli occhi che lo fissavano.

«Volevi venire solo per fare il ficcanaso e curiosare?» chiesi.

«No no no, volevo già venire, ma non avevo nessuno con cui uscire.» dice Pack e mi sorrise.

«Chi voleva venire? Io no.»

«Chi voleva venire? Oh…giusto non volevi mai più tornare qui.» Mi girai a guardarlo, aprii la bocca come per dire qualcosa, ma alla fine non dissi niente.

Non volevo affatto essere così, ma non riuscivo davvero a controllarmi, non riuscivo a tenere a bada i miei sentimenti, avevo cercato in tutti i modi di essere forte, di andare avanti e dimenticare quell’uomo, ma al solo vederlo tutto quello che c’era stato tra di noi era ritornato a galla nel mio cuore anche se credevo di averlo sepolto per sempre. Solo ascoltando la sua voce dolce, ogni promessa, ogni parola e soprattutto i nostri sentimenti risuonarono nella testa come se non fosse accaduto nulla come se non fossi mai stato arrabbiato con lui.

Il mio tentativo di sembrare calmo e distaccato, di non guardare dalla sua parte era stato difficile. Le promesse di Vee nel dirmi che saremmo stati insieme, lui che mi diceva di venire qui al pub, quelle parole che avevo aspettato tutto il giorno per poi trovare cosa? Tutto mi scorreva nella testa senza sosta.

«Capisco, a volte vorrei essere come te che scegli di seguire i suoi sentimenti, ma tu sei…»

«Se non hai nulla da perdere, è facile prendere una decisione.» dissi a Pack che mi guardò negli occhi prima di sorridermi con tristezza.

«E tu non hai nulla da perdere?» Rimasi fermo ed in piedi pensando a cosa rispondere. Ero a pochi passi dal tavolo che YiWa aveva prenotato, riuscii a vedere Vee li seduto. Lo guardai mentre pensai alla risposta da dare a Pack, ma non importava quanto ci rimuginassi sopra, la risposta era sempre la stessa: «A parte il rimpianto, non c’è nulla da perdere.»

Mi ero seduto accanto a Nuea, con Pack vicino a me mentre di fronte a me c’era Vee. Neua mi guardò e mi sorrise, poi mi salutò con un sussurro perché la musica era troppo forte. Pack mi diede una gomitata, i suoi occhi sembravano offuscati e sussurrò che una persona di nome Vee stava per morire. Mi allontanai da North e guardai Vee per un momento. Quando ci guardammo negli occhi…sembrava triste.

Mi bloccai e lo fissai, sembrava così triste… non l’avevo mai visto così. Riuscivo a vedere quanto stesse soffrendo.

«Non mangia e non dorme.» mi sussurrò North all’orecchio, mi girai a guardalo perplesso e riuscii solo ad abbozzare un leggerissimo sorriso. 

«Beh, per me è peggio.» Risposi. In realtà non sapevo chi dei due stesse soffrendo di più, ma ero fiducioso che il premio spettasse a me, non avevo fatto del male a Vee tanto quanto ne aveva fatto lui a me.

Il tempo passò e sembrava che Pack e Dare andassero molto d’accordo. Uno cerca di coinvolgere me e l’altro Vee nella conversazione.

«Quanto tempo siete stati insieme?» YiWa chiese.

«Non lo so. Siamo sempre stati vicini, ma siamo usciti insieme un paio di mesi. Quanto tempo, ragazzino*.» Ero sorpreso dal nomignolo che non sentivo da molto tempo. Odiavo il mio ex in quel momento, per avermi fatto riassaporare quella tenerezza che la voce di qualcun altro mi dava.

(*Dek Dee: in realtà Vee chiama così Mark nella novel originale, in inglese è tradotto come young boy. In italiano possiamo pensare che sia come dire ‘ragazzino’ )

«Due.» risposi, guardando verso la persona più tranquilla del gruppo. Gli tremò la mano e quando lo guardai e sollevò lentamente il bicchiere per bere.

«Due mesi sono considerati una relazione per alcuni anche se non si sono mai frequentati ‘ufficialmente’.» disse Dare con voce critica, ricevendo uno sguardo assassino da Vee.

«Così stupido.» borbottò YiWa, facendolo bere più velocemente. 

«Sono anche uno stupido pazzo.» Era la voce di Pack che mi portò a guardarlo di nuovo.

«Ok, direi che hai bevuto abbastanza.» Dissi piano a Pack e poi gli levai il bicchiere dalla mano. Mi osservò dolcemente prima di lasciare il bicchiere.

«Vado in bagno.» borbottò Pack.

«Ti accompagno.» Stavo per alzarmi, ma la piccola mano di Pack mi toccò il braccio. «Posso andare da solo. Da questa parte, giusto?» 

«Sì.» Dopo aver ascoltato, si alzò prima di voltarsi, sorridermi ed uscire.

Guardai gli occhi di Pack fino a quando non riuscii più a vederli, perché non l’avevo seguito? I suoi occhi sembrano davvero tristi, quindi cosa mi fermava esattamente?

«James.» chiamai il mio amico che accettò di seguirlo.

[Cosa dovrei fare?] 

«Sbrigati e vai a controllare. Non mi permetterà di avvicinarmi.» Glielo dissi velocemente.

[Sei preoccupato per lui?]

«Sì, è importante.»

Il mio viso scattò in alto quando sentii il suono del bicchiere che colpì violentemente il tavolo, il liquido si riversò sulla mano di Vee. La mano sottile era così rigida che potevo vedere le vene, ma quando capì che aveva attirato la mia attenzione si rilassò appena. 

[Mark! Mi stai ascoltando?]

«Ah…sì.» risposi al mio amico, anche se non avevo ascoltato nulla di quello che aveva detto.

[Ho trovato Pack e lo controllo io. Stasera, può stare con noi.]

«Anche Wind?»

[Possiamo dormire tutti insieme. Ahah, prenditi cura di te.]

«Aspetta!» Ma era troppo tardi perché aveva già riattaccato. Non sapevo cosa o dove stessero portando Pack, o di cosa stessero parlando. Stavo pensando al vecchio James, che non molto tempo fa era così arrabbiato tanto che pensavo di essere io quello morto se mi fossi riavvicinato a Vee. E invece ecco che se ne andava con gli altri lasciandomi proprio in quel posto e da solo, lì dove c’era Vee. Che cosa avrà in mente quel pazzoide?

Il silenzio calò per diversi minuti sull’intero gruppo. YiWa guardò Vee prima di fare un’espressione risentita. La bella senior mi guardò prima di alzarsi per andarsene. In quel momento, rimanemmo solo io, Nuea, Brave e Vee al tavolo.

«Io…è meglio che vada a cercare Pan. Sembra che non riesca a trovare il tavolo.» Disse Dare, guardando lentamente tra me e Vee prima di andarsene. Ora eravamo rimasti solo in tre e North alzò il bicchiere, bevve un sorso e poi si voltò a guardare dall’altra parte. Era rimasto solo Vee a guardarmi.

«Dovreste parlare, io me ne vado.» Così anche North si alzò. 

Dopo attimi lunghi anni, io e Vee ci guardammo l’un l’altro ed io cercai di girarmi per evitare i suoi occhi.

«Sto andando a…»

«Resta qui. Vado in bagno.» Nuea disse  e prima di finire la frase e se ne andò immediatamente. Feci una faccia stupida guardandomi intorno prima di voltare il collo per osservare Vee.

Mi stava fissando da così tanto tempo che pensavo fosse passata un’ora. Eravamo seduti in silenzio io non parlavo e neanche lui, la sua mano era vicina al suo bicchiere.

Non sapevo perché sono ancora seduto lì, a guardarlo, aspettando di sentirlo parlare, anche se forse non aveva niente da dire, non importava quanto tempo era passato, non importava come la nostra storia fosse progredita. In ogni momento, l’unico ad aver aspettato ero sempre stato io.

Respirai profondamente e mi lasciai andare alla follia nei confronti di quella persona a cui avevo completamente donato il mio cuore. Così decisi di agire, la mia mano tremante afferrò il telefono e ordinai alle gambe di mettersi in piedi. I miei occhi, così stupidi, continuarono a guardarlo, anche se il mio cervello mi ordinava di smettere.

«…Manchi.» Prima di allontanarmi dal tavolo, la sua voce rauca borbottò qualcosa. Sembrava che si stesse sforzando, fece fermare me e tutti i miei pensieri a concentrarsi su di lui.

«P’…»

«Mi manchi, Mark, così tanto che vorrei morire.» Prima ancora che potessi chiedere cosa aveva detto, la persona seduta di fronte a me parlò di nuovo. Gli occhi rossi mi guardarono con ogni sentimento, ogni preghiera. Era come se mi dicessero: mi manchi, mi dispiace .. per favore guarda cosa dicono i miei occhi.

«Dì qualcosa.» anche se quelle parole fecero battere il mio cuore in modo irregolare, a causa di tutto ciò che era accaduto tra di noi, non mi fecero sentire a mio agio come una volta. Anche se il mio cuore apparteneva ancora a lui, volevo che sapesse che potevo sopravvivere senza di lui.

Mi dispiace solo di essere finito da solo.

«Volevo parlare di più, ma non sapevo cosa dire. Tutto quello che posso dire è che quando ti ho visto per la prima volta da quando sei partito, ero così felice, ma poi quando ti ho visto con lui..» La voce di Vee si addolcì. «Sono rimasto ferito.» Non mi sedetti di nuovo, continuai a stare in piedi e guardare. Potei vedere così tanto dolore nei suoi occhi, erano lucidi, ma lui battè le palpebre rapidamente e tutto scomparve.

Non dissi niente. Riuscii solo a stare fermo, erano poche parole quelle di Vee, ma avevano il potere di inchiodarmi lì, erano parole che persone come lui non dicevano spesso. Non accadeva spesso che Vee esprimesse i suoi sentimenti a parole.

«Vorrei che tu mi ascoltassi. Se non vuoi parlarmi, non devi…» disse. Spostao il mio sguardo dai suoi occhi, non potevo sopportare di vederlo così. «Per favore, Mark, voglio solo che tu mi ascolti.» Mi sedetti di fronte a lui e semplicemente lo guardai. Cercai di rendere i miei occhi e la postura il più freddi possibili, ma non sapevo quanto avesse funzionato perché il mio cuore non era affatto freddo.

«Cos’altro devo ascoltare?» Tutto era già chiaro, avevo già tutte le risposte. Indipendentemente da quanto fosse triste, indipendentemente da quanto diceva che gli mancavo o da come si sentiva torturato, il finale della nostra storia non sarebbe cambiato.

«Su di me e Ploy ..»

«Devo sentire ancora?» Sollevai le sopracciglia e chiesi. Non volevo rivivere quel giorno, non volevo sentire da lui com’era andata quando avevano rotto e che la loro relazione era più complicata di quanto pensavo. In passato, pensavo che si sarebbero lasciati, ma invece erano tornati insieme. Ovviamente, il loro amore era più grande di quanto pensassero.

«Non capisci.»

«Cosa non capisco? Che non riesci a smettere di amarla?» Aveva davvero bisogno di ribadire questo fatto? Che ero solo qualcuno di passaggio? Non avevo bisogno di sentirlo più e più volte.

«Mark…smetti di essere sarcastico.» Vee parlò piano. 

Rimasi in silenzio non ascoltando le prossime parole di Vee. Si zittì, guardandomi. Era come se mi stesse scrutando, cercando disperatamente di trovare qualcosa in me.

«Devi odiarmi così tanto. Non c’è nient’altro. Il ragazzo che una volta mi ha supplicato se n’è andato, giusto? Quello che mi ha confortato quando stavo male non esiste più. Giusto? La persona che ha detto che gli piaccio non è più qui. La persona che conoscevo non esiste ora, giusto?» Non sapevo se Vee avesse mai mai quanto stavo cercando di controllare il mio cuore, cercando di non mostrarglielo troppo, cercando di non farmi vedere così debole ed innamorarmi di nuovo delle sue parole. Era davvero difficile ascoltare l’angoscia che proveniva da lui e non reagire.

«Una volta ero così sciocco, vero?» Dissi lentamente sorridendo appena ed inarcando le sopracciglia segno di sfida, fino a quando i suoi occhi vennero illuminato da un lampo d’ira.

«Mark.»

«C’è qualcos’altro che vuoi dirmi? Vorrei proprio andare ora.» Non potevo lasciare che continuasse a parlare perché se mi avesse supplicato ancora una volta non sarei più riuscito a reggere. Pertanto, la cosa giusta da fare era evitare di ascoltarlo ulteriormente, in realtà la cosa migliore per me sarebbe stata evitarlo del tutto fino a quando non avrei iniziato a sentirmi meglio.

«Io…» Sollevai le sopracciglia e lo guardai per dirgli di continuare, ma smise di parlare quando mi guardò negli occhi.

«Nulla da dire? Giusto?» Chiesi quando rimase in silenzio davanti a me.

«Quel giorno ci eravamo già lasciati. Non erano rimasti sentimenti… mi aveva chiesto un ultimo bacio.» I miei occhi si spalancano, il cuore battè forte. Sul serio? Quindi, solo perché un ex lo chiedeva, era necessario farlo? 

Ne avevi bisogno così tanto? Dio, se ti mancava tanto, allora perché rompere?

«Perché me lo stai dicendo?» chiesi di nuovo. Vee inciampò sulle sue parole e mi guardò.

«Cosa?» urlai perché Vee non diceva altro, potei solo vedere la sua espressione affranta sul viso e gli occhi distrutti.

«Sei cambiato molto…» sorrisi appena dopo aver sentito le sue parole.

«Non sono cambiato. In passato, intendo, quando non ti conoscevo, ero così.» risposi.

«Che mi dici di questa storia?» Sospirò e chiese.

«Quale storia?» domando di nuovo.

«La nostra storia.» mi si bloccò il respiro quando lo disse. Due parole che conoscevamo bene, che non pensavo sarebbero cambiate, ma era così. La nostra storia era ancora nel suo cuore?

«Io…» Volevo dire che non c’era mai stata nessuna storia. Non sapevo perché non potevo semplicemente urlargli addosso. Perché non potevo semplicemente andarmene, perché le mie gambe non si muovevano?

«La nostra storia Mark, cosa diresti se ti chiedessi un’altra possibilità?»

«Non capita spesso di ricevere una seconda possibilità.» intervenni prima che quel traditore del mio cuore si sciogliesse del tutto per lui.

«Mark…Sei così arrabbiato? Dimmi come ti senti. Puoi parlarmi?» Quella domanda angosciata mi aiutò a riprendere conoscenza. Non volevo essere debole, tutto quello che dovevo fare era dimenticare la nostra vecchia storia.

«Capisco P’Vee e non sono più arrabbiato con te.» Capire cosa? Non arrabbiato? Ma davvero riusciva a crederlo? Chi era il pazzo che non si sarebbe arrabbiato nel vedere il proprio ragazzo baciare la sua ex? Quella con cui avrebbe dovuto rompere già da un pezzo?

La sensazione di quel giorno, la ricordavo ancora vividamente.

«Se volessi ricominciare…»

«Lo dici come se tutto fosse così semplice.» dissi, guardando gli occhi di Vee vacillare. Vidi il tremore nelle sue mani mentre afferrava forte il suo bicchiere talmente forte da poterlo quasi rompere.

«Non sono davvero più niente per te? Mi hai davvero dimenticato?» Sollevai il bicchiere per sorseggiare il mio drink dopo che la persona di fronte evve finito di parlare. Quello era proprio quello a cui non volevo pensare, quella domanda.

«Uhm.» risposi appena e posai il bicchiere.

«Tu ..»

«C’è altro? Perché con oggi io ho finito di parlare.»

«Mark…» Non volevo forzarmi, ma dovevo farlo. Non volevo fargli del male, ma lo stavo facendo, perché non volevo più far del male a me stesso, avevo dato tutto alla persona di fronte a me e non mi aveva trattato bene.

Sospirai quando vidi che non diceva più nulla, guardai il suo bel viso, quello che avevo visto spesso. Quella avrebbe potuto essere l’ultima volta che potevo vederlo così da vicino. I suoi occhi erano tremanti, rossi e gonfi, gli zigomi sembravano più prominenti. Inseguii i miei occhi fino alle sue labbra, che erano strette come se stesse cercando di trattenere le emozioni. Cosa avrebbe detto la sua bocca se avesse lasciato quelle emozioni libere? Che gli dispiaceva? Che era arrabbiato? Quella bocca che aveva lasciato che la sua ex toccasse, nonostante fosse destinata a essere solo mia.

«Me ne sto andando.» Non sapevo perché mi ero preso la briga di dire addio. Perché avevo bisogno di resistere ancora un po’. Perché avevo bisogno di guardarlo negli occhi solo un po’ di più.

«Non andartene…» Quel motivo non mi impedì di muovermi. Era troppo tardi…chiedere ora era troppo tardi.

Gli sorrisi di nuovo, un lieve sorriso che mi costrinse a fare prima di voltargli le spalle, quest’uomo che amavo così tanto…non volevo andarmene con le lacrime. Onestamente, non volevo lasciarlo affatto.

«Ti amo!» feci solo pochi passi, prima che Vee urlasse una frase che mi fece fermare. «Ti amo! Mi senti, Mark?»

«È Vee?»

«Ehm…il ragazzo di Ploy.»

«Si sono lasciati? Pazzi!»

«Allora, gli piacciono gli uomini?»

«Oh quello è Mark, lo conosco.»

«Davvero? Vee e quel ragazzo?»

«Ma non ha appena rotto con Ploy?»

«Perché ha appena detto di amarlo?»

La voce di Vee, che aveva appena detto che mi amava, era soffocata da quelle voci, non ero sicuro di aver sentito correttamente il significato della frase a causa delle voci e della musica ad alto volume, ma a poco a poco tutto sembrò ammorbidirsi e potei solo sentire la voce di Vee che mi diceva…

«Ti amo…» le sue parole non erano lontane. Il ronzio suonò in lontananza. Non avevo il coraggio di voltarmi e guardarlo, sapevo che era proprio lì. Lo sentivo chiaramente.

«Vee, che diavolo stai facendo?» La voce di North mi fece svegliare dalle mie fantasticherie. Girai la testa e non potei fare a meno di essere scioccato, l’intero club mi guardava e Vee era alle mie spalle.

«Mark…ti amo.» sentii il suo petto toccarmi la schiena, le sue labbra calde non erano lontane dal mio orecchio. Le sue parole risuonarono nella mia mente, ipnotizzandomi. Mi volto per guardalo.

«Ti amo.» Non sapevo quante volte avesse pronunciato quella frase, non sapevo da quanto tempo stavo aspettando di sentire quelle parole da Vee, l’avevo amato e l’avevo aspettato per così tanto tempo.

«Io…» Non sapevo cosa dire. La mia gola era secca, mi sembrò di avere le labbra sigillate ed i miei occhi erano sfocati. Guardare chiaramente i suoi occhi era impossibile, avevo le guance bagnate e mi faceva male il cuore.

«Io ti…» mi scansai prima che Vee possa prendermi la mano. Mi guardò incapace di finire la frase.

«È vero?»

«A Vee piacciono gli uomini? Sono confusa.»

«Perché gli piace quel ragazzo?»

«Sei confusa? Pure io.»

«Quindi avevano una relazione.»

«È vero che Vee esce con lui?»

«Mark!» ritornai in me quando sentii la voce di Pack. Non era lontano da me e sembrava confuso. «Cosa stai facendo? Dai andiamo.» Si avvicinò per afferrarmi il braccio, tirandomi per seguirlo, ma non riuscii ancora a muovermi.

«P’Pack è….»

«Vuoi restare qui?» Mi chiese, prima di distogliere lo sguardo su Vee per un momento. Fu solo un momento, ma potei vedere il risentimento nel suo sguardo.

«No, vengo con te.» risposi. Ero troppo spaventato per restare, avevo paura degli sguardi di tutti, di tutto quello che stavano dicendo, ma soprattutto avevo paura di Vee.

Seguii Pack, mi lasciò il braccio dopo che lasciammo il club. Mi guardò con occhi arrabbiati, prima di spingermi nella macchina di James.

«È pazzo? Gridarlo al centro di un pub, così! E tu Mark perché te ne stavi lì immobile? Se lo ami, avresti dovuto saltare tra le sue braccia e andare via insieme a lui. Però se non lo ami, allora non avresti dovuto restare lì in mezzo alla mercè della gente.» Disse Pack non appena salì in macchina. Pack si sedette al posto di guida e io mi misi accanto a Wind e James.

«Non sapevo cosa fare.» Risposi sussurrando a Pack.

Non sapevo che ore erano, non sapevo cosa avrei fatto adesso, ma quando avevo sentito quelle parole d’amore da Vee, tutto ciò che era accaduto tra noi era preso a scorrere nella mia testa senza sosta: felicità, tristezza, dolore.

«Oh, quindi non sai cosa fare adesso?» Chiese Pack dopo aver ascoltato una mia risposta.

«Posso restare solo per un po’?» parlai piano e chiusi gli occhi, consapevole del movimento della macchina e delle preoccupazioni delle persone accanto a me. Tutto ciò, però, non era paragonabile alle parole dell’amore di Vee in quel momento.

Può provare a dirlo ancora un milione di volte, ma ormai è inutile perché ho aspettato troppo a lungo di sentirle.

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