ECLIPSE – EP. 3 CAPITOLO 3

Belt of Venus

La famiglia della madre di Wasuwat lavorava nel settore immobiliare da diverse generazioni. I suoi antenati erano nobili con vasti campi. Dopo la vendita, avevano continuato a coltivare la terra, anche se la madre era ereditaria in quanto seconda moglie, aveva ancora tanti altri beni.

Tuttavia, la cosa più preziosa era la sua capacità di fare affari e dedicarsi alle cose importanti della vita dei giovani che diventavano sempre un problema.

«Poiché lo zio ha molti contatti, dobbiamo andare a trovarlo. Non c’è nessun problema, lo so. In futuro, Wat dovrebbe essere in grado di continuare facilmente con sua madre.»

Sì! In questo mondo, niente era più utile che avere buoni contatti.

Più i contatti erano ampi e più il denaro aumentava. La madre aveva detto che non c’erano altri modi. «Lascia che il denaro lavori per te.» Ma Wasuwat aveva protestato.

«Non dobbiamo andare a lavoro e stare seduti a una scrivania o uscire per vendere qualcosa. Ma dobbiamo stare insieme e fare in modo che queste persone diventino una garanzia, anche se ci vuole più tempo.»

«Non essere stupido.» Sua madre parlava sempre in modo diretto per risparmiare tempo: «E non usare queste brutte parole. Siamo appena usciti, abbiamo mangiato cibo delizioso, abbiamo giocato a golf. Voglio dire, non voglio lavorare duramente come un facchino o come quelli che lavorano negli uffici. In cima agli edifici, è come una prigione.»

Quella era la differenza più grande tra lui e sua madre. Ad ogni modo,Wat non riusciva a capire il percorso della madre verso la libertà. Doveva rispondere sempre alle chiamate, adulando quella persona anche con le piccole cose. Anche i più piccoli, per accompagnarli, dovevano ricere piccoli regali, anche se non li volevano, erano gratuiti quindi dovevano prenderli. La madre non aveva mai il tempo di sedersi con lui e contemplare la natura.

Niente. Non importava quanto lo odiasse, era ancora un bambino agli occhi di sua madre. Anche se Wat protestava, doveva comunque ascoltare sua madre. Ma quando era possibile cercava di non farlo e di allontanarsi il più possibile. Invece sfogava sulla sorella più piccola, che aveva lo stesso aspetto della madre sin da piccola.

Ma certe volte, come quella, cercava delle scuse per ribellarsi ma la madre non cedeva.

«Tuo padre mi ha già fatto venire un esaurimento nervoso per la preoccupazione. Per favore, non complicare le cose, ok?»

Provava compassione per la madre, poiché oltre ad essere stanca di un lavoro che non accettava come tale doveva prendersi cura del marito e dei figli. Erano divorziati, ma lo faceva comunque per mantenere il rapporto d’affari e l’apparenza dell’azienda. «Per via dell’apparenza…» Aveva detto lei una volta. Ma spesso Wasuwat era convinto che sua madre amava ancora il padre. Ma la cosa peggiore era la gelosia di un ex moglie. Invece, il padre vedeva la gelosia come un indicatore della sua attrattività e la trovava molto divertente. Voleva che il padre smettesse di ragionare in quel modo e che la madre smettesse di essere gelosa. Ma non era diverso da impedire al cielo di annuvolarsi e da impedire alle nuvole di accumulare pioggia.

Alla fine era sempre un vicolo cieco. Wasuwat però poteva accettare di riconciliarsi con la madre e rafforzare il loro rapporto. Ma quella volta, aveva un motivo in più per farlo anche se con timore.

Anche se in quel momento non aveva aperto la pagina di Facebook, aveva visto il post quella mattina. L’aveva letto tutto, fino in fondo e l’immagine era ancora ben chiara nella sua mente.

Il Southeast Asian Film Festival aveva pubblicato un link per prenotare i biglietti per il successivo fine settimana.

Lo stesso giorno dell’appuntamento!

Perché dovevano coincidere? Quello era il festival del cinema che Wasuwat aspettava da tempo. Tra i cinefili* più anziani si parlava di quello da circa un anno, o forse di più, lo sapevano anche Akk e Khan.

*(N/T: Appassionati di cinema.)

Wasuwat si era imbattuto in loro attraverso la recensione di un film su Facebook. Un complesso film indie polacco, ma allo stesso tempo impressionante. Wat lo aveva subito consigliato ai suoi amici, incoraggiandoli a guardarlo. Il risultato erano state le facce disgustate di Akk e Khan.

«Non riesco a guardarlo! Non so che razza di film sia. Ci sono solo persone che stanno ferme davanti ad un’immagine, per molto tempo senza parlare.»

«In conclusione, il fotografo è troppo pigro per lavorare.»

Tuttavia, Wasuwat continuava a sostenere la sua opinione. Non è un brutto film!

Aveva fatto lo stesso con altri dieci film che lui aveva visto e amato. Aveva costretto gli altri due a guardarli. Ma Akk e Khan si rifiutavano di farlo, anche se erano i suoi migliori amici, frequentavano la stessa scuola, indossavano la stessa uniforme, ma in realtà avevano gusti diversi.

Wasuwat aveva trovato una soluzione guardando le recensioni su Google. Le recensioni in thailandese non erano ancora disponibili. Doveva leggere quelle in inglese o cinese. Ma sarebbe stato più divertente poter parlare con i thailandesi, persone con un background culturale simile.

Alla fine, dopo aver digitato il nome del film su Facebook , aveva scoperto che un gruppo di persone aveva guardato e recensito il lungo film. Aveva guardato la loro pagina, le stesse persone avevano visto e recensito altri film in modo attento e dettagliato.

A Wasuwat sembrava di camminare nel deserto per cercare una pozza d’acqua. Seguiva le recensioni scritte dal gruppo, guardava gli stessi film, fino a prendere parte alla stessa associazione. Parlavano e si divertivano insieme. Le persone del gruppo erano più grandi di lui o avevano più o meno la sua età. Non erano conosciuti fino a quando non diventarono famosi dell’industria cinematografica, attraverso Peeranat, un eccellente sceneggiatore di opere non convenzionali. Trovavano collegamenti nascosti che legavano il contesto sociale del film a quello della società reale. Era un modo più efficace rispetto a leggere libri su argomenti sociali o ascoltare la professoressa Waree insegnarle alla classe.

I cinefili erano impegnati a seguire i film dei festival. Film che non avevano un vasto pubblico, che alla gente generalmente non interessavano e trovavano strani. Era un piccolo evento svolto solo per pochi giorni e in poche sale. Fabbrica di Bangkok! Quello era il motivo principale per il quale voleva avere e guidare una macchina propria.

Wasuwat era solito partecipare alle conversazioni sui film visti nei vari festival durante i fine settimana. Era rimasto deluso quando aveva scoperto che forse i biglietti erano finiti, per colpa di anziani che entravano nelle sale solo per dormire, parlare e uscire nel bel mezzo della narrazione. È un rito! Per lui non si doveva rispettare il film, ma le persone che volevano vederlo.

Quel festival del cinema era ancora più speciale, perché il regista del Laos avrebbe tenuto una conferenza alla fine del film. Wasuwat aveva visto due delle sue opere. La prima era più di un miracolo, un piccolo paese dove l’intrattenimento thailandese arrivava in ogni angolo. Ormai, c’erano molti film thailandesi sopra la media rispetto alla sceneggiatura, produzione e regia. Per quanto riguardava la seconda opera, Wat aveva deciso di seguire tutti i lavori di quel regista. Vedendo la notizia che annunciava la sua partecipazione all’evento, aveva avuto la sensazione come se stesse per incontrare qualcuno di cui si era innamorato per tanto tempo. Poteva essere l’unica occasione della sua vita. Guardare videoclip o leggere interviste non sarebbe stato più lo stesso.

Aggiornava la pagina aspettando pazientemente. Non appena vide il link per la prenotazione dei biglietti venne interrotto dalla professoressa Waree, senza riuscire a prenotare.

Fino a quel momento Wasuwat continuava a pensare: Per quale motivo devo riconciliarmi con mia madre?

La lezione successiva era finita, ma lui non aveva ancora trovato una risposta.

Mentre la sua mente viaggiava lontano, si diresse verso l’uscita della classe per aspettare i suoi amici e andare a pranzo insieme. Wasuwat sussultò a causa del suono di una voce.

«Parliamo un attimo.»

Si voltò sollevando un sopracciglio.

Il ragazzo nuovo?

I suoi occhi guardarono l’interno della classe attraverso i vetri. Khan stava sistemando lo zaino mentre parlava con Thua. Akk invece parlava con l’insegnante.

Annuì ad Ayan.

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