BLUE KISS – CAPITOLO XVI

Qualcosa che sappiamo solo noi

Casa di Pete

Quando avevano lasciato l’università, Pete aveva detto che avrebbe accompagnato Kao a casa, ma in verità l’aveva portato a casa sua. Vedendo la faccia irritata di Kao, Pete gli aveva detto che avrebbe chiamato sua madre per chiederle il permesso, cosa che aveva fatto subito. Dato che Pete aveva mostrato il suo lato eroico alla famiglia di Kao, e si era comportato bene quando aveva passato la notte a casa loro, era diventato il preferito della madre di Kao e aveva conquistato la fiducia della donna; quindi lei acconsentiva ogni volta che chiedeva a Kao di aiutarlo con lo studio.

Ma, in realtà… Kao sapeva che Pete lo aveva portato a casa sua per fare “qualcos’altro”.

«Diventi ogni giorno sempre più pericoloso.» disse Kao con estremo fastidio.

«Pericolo è il mio secondo nome.» Pete scrollò le spalle, restituendo il telefono a Kao.

«Sai che ruolo interpreteresti se fossi in un drama?»

«Sicuramente l’eroe.»

«Saresti il cattivo.» Kao fece una smorfia, chiedendosi come potesse Pete essere così pieno di sé. «Ti comporti come un bravo ragazzo di fronte agli altri; ma in realtà sei pieno di merda, spudorato, bugiardo e pieno di giochetti.»

«Ah! Gli eroi di questi tempi non sono diversi dai cattivi, credimi. Raccontano le loro storie da diversi punti di vista. Ora smettila di parlare e scendi dalla macchina; o vuole che le apra la portiera, signorina?»

«Vaffanculo, Pete!»

«Beh, posso farlo.»

Pete sorrise e scese dall’auto. Kao aprì rapidamente la portiera e uscì prima che Pete potesse davvero fare quello che aveva appena detto perché un domestico era già lì, in attesa di prendere la chiave della macchina di Pete. Se Kao avesse lasciato che Pete gli aprisse la porta, il domestico si sarebbe stranito e si sarebbe chiesto che tipo di relazione avessero.

Pete rise felice della reazione di Kao ed entrò in casa sua.

«Ciao, papà!» Kao e Pete salutarono Pon che stava guardando la TV in soggiorno.

Sembrava rilassato anche se stava guardando il telegiornale.

«Kao, ti ha trascinato qui di nuovo per aiutarlo a studiare?» Pon annuì per ricambiare il saluto prima di chiedere con un sorriso. 

Pete aveva portato Kao a dormire a casa sua e aveva anche chiesto a Pon di dormire da Kao diverse volte nell’ultimo periodo… per due motivi: il primo era lavorare su un progetto assegnato e l’altro studiare.

«Esatto.» rispose Pete, senza nemmeno pensarci due volte. 

Pon era divertito dal sorriso luminoso di suo figlio, ma era contento che Pete si stesse impegnato di più nello studio; senza alcuna idea che lavorare su un incarico o studiare, erano tutte delle scuse che Pete usava per stare con Kao tutta la notte.

«E gli altri? Perché non vengono a studiare anche loro qui? Ci sono tipo quattro o cinque persone nella tua banda, giusto?»

«Non possono venire, sono occupati.»

«Veramente?! Voi due uscite così spesso insieme che pensavo che gli altri amici ti avessero lasciato.»

«Ehi, papà! Perché hai maledetto tuo figlio per avere meno amici?»

«Cosa posso dire?! Hai parlato solo di Kao e hai portato solo lui a casa ultimamente.»

«I miei amici e io andiamo d’accordo. Non cercare di maledirci. Andiamo Kao, sono stufo di sentirlo blaterare.»

Pete spinse dolcemente la schiena di Kao per farlo uscire dalla stanza, apparentemente di buon umore. Pon scosse la testa stanco. Pete aveva appena detto che era stufo di ascoltarlo, che era assillante; ma Pete pensava che gli piacesse tormentare suo figlio?

Perché Pon avrebbe tormentato Pete se si fosse comportato bene? A giudicare dal modo in cui si era comportato, Pete se lo meritava di sicuro!

********************

Blue Sky Café

«Sei sicuro di volere che entri?» chiese Pete esitante dopo aver parcheggiato la macchina davanti al café di Sun. Il fatto era che Kao aveva iniziato a sentirsi infastidito perché Pete serbava rancore nei confronti di Sun e aveva fatto storie sul fatto che Kao andasse d’accordo con Sun; quindi aveva deciso di portare Pete qui per conoscere Sun ufficialmente. Voleva assicurare a Pete che Kao non considerava Sun più di un semplice amico.

«Certo! Esci subito. È ora che tu la smetta di essere pazzo.»

Anche se Kao aveva detto che non aveva la minima fiducia in Pete e che voleva dargli una lezione; voleva anche che Pete gli dimostrasse il contrario. Kao era una persona abbastanza corretta da far si che Pete potesse credere in lui.

«Ti do altri cinque secondi per rimetterti in sesto, poi seguimi.»

Kao aprì la portiera e scese dall’auto. Pete sospirò e lo seguì. Entrarono nel café che in quel momento era piuttosto affollato, dato che le lezioni si erano concluse da poco e la serata era appena iniziata.

Ma un cameriere gli ha comunque procurato un tavolo.

«Ciao…» Sun parlò per primo quando Kao e Pete andarono a salutarlo. In realtà aveva già notato che Kao aveva portato qui il suo migliore amico quel giorno, ma non lo aveva salutato subito perché si stava preparando psicologicamente.

Sebbene Pete e Kao si comportassero come se fossero semplici amici, il buon senso di Sun gli diceva che c’era qualcosa di più tra loro due. Forse Kao aveva portato Pete lì per “annunciare” che sarebbero usciti insieme.

«Ho portato Pete qui per provare i tuoi prodotti. È anche lui un amante del caffè, sai.» disse Kao con un sorriso; e subito dopo colpì Pete con un gomito esortandolo a dire qualcosa e non rimanere solo lì imbronciato in quel modo. «Giusto, Pete?»

«Giusto.» disse Pete a Sun. Quella era la prima volta che vedeva Sun senza arrabbiarsi, dato che sapeva che Kao lo aveva portato lì per fargli fare amicizia con lui. Pete ammise di averlo odiato perché Sun era venuto a vedere Kao diverse volte. Ma ora, che era chiaro che Kao aveva scelto lui, aveva deciso di ridurre i suoi pregiudizi contro Sun. E se Pete doveva avere una relazione con Kao, non voleva che quest’ultimo si sentisse turbato.

Non era una buona idea avere come nemico qualcuno a cui Kao era vicino.

La mossa intelligente… era quella di fare amicizia con Sun.

«Come mai siete venuti qui insieme?» Sun si sforzò di sorridere.

«Avevamo un po’ di tempo libero e Pete continuava a dire che voleva bere un caffè, così l’ho portato al tuo bar, giusto Pete?»

«Uh… sì.»

«Va bene, mettiti comodo.»

Kao e Pete sembravano molto vicini l’uno all’altro. C’erano dei sentimenti profondi nei loro occhi mentre si guardavano a vicenda, e questo faceva male al cuore di Sun. Ricordava il giorno in cui aveva accompagnato Kao a casa, stava per confessargli che aveva iniziato a provare dei sentimenti per lui. Ora che Sun li vedeva visti così, pensava che non avrebbe dovuto dire niente… ed era un sollievo che avesse deciso di non dire nulla quel giorno.

Altrimenti, probabilmente avrebbe fatto sentire Kao turbato al punto da rovinare il loro rapporto, sia come fratelli che come amici.

Dato che Sun non era ancora sicuro dei suoi sentimenti, non doveva fare qualcosa che potesse “oltrepassare il limite”, specialmente quando Kao poteva avere qualcuno che amava. Nel profondo, Sun era deluso e triste, anche se non poteva incolpare nessuno tranne se stesso.

La colpa era sua per aver realizzato i suoi sentimenti troppo tardi.

Nonostante ciò, Sun svolse comunque il suo lavoro alla perfezione. Prese gli ordini di Pete e Kao prima che tornassero al loro tavolo, perché non volevano disturbare Sun che stava ancora lavorando.

Quando si furono seduti, Kao guardò Pete come per chiedere “Mi credi ora quando dico che non c’è niente tra me e Sun?”

«Cosa stai guardando?»

«Sto guardando te, il ragazzo troppo pensieroso.»

«Non è che io pensi troppo, sei tu che non pensi affatto.»

«Ehi! Stai dicendo che sono stupido o qualcosa del genere?»

«Potresti anche essere bravo a studiare, ma non puoi paragonarti a me quando si tratta di questo genere di cose.» disse Pete con così tanta sicurezza che Kao non poté fare a meno di pensare… Che tipo di esperto in amore è quello che, una volta realizzato i suoi sentimenti, causa così tanti guai da far venire il mal di testa a tutti? «So cosa pensa di te. Semplicemente non lo dice ad alta voce.»

«Quando Sun ti ha visto venire con me non ha mostrato alcun segno di gelosia, non come hai fatto tu. Se io gli fossi piaciuto, non sarebbe stato così calmo.» ribatté Kao, anche se la pensava come Pete.

Semplicemente… non voleva ammetterlo, altrimenti Pete si sarebbe sentito di nuovo amareggiato nei confronti di Sun.

«Perché è gentile e ha buone maniere.»

«Hai appena ammesso di essere una persona di merda?»

«Accidenti a te, Kao!»

Pete stava per schiaffeggiare la testa di Kao, ma poi il suo sguardo cadde su due persone che entravano nel café. Erano Rain e Mork… i suoi vecchi nemici!

Loro erano un altro motivo per cui Pete non voleva andare lì. Non aveva paura di affrontarli, ma odiava quel momento imbarazzante in cui doveva fingere di essere amichevole o comportarsi come se nulla fosse mai successo tra lui e le persone con cui in precedenza aveva litigato.

«Perché ti sei zittito così all’improvviso?»

«Non prendermi in giro, Kao.»

«Hai paura? Hai detto che potevi gestire benissimo due persone.»

«Vuoi che combatta contro di loro? Tsk. Preferisco combatterli piuttosto che fingere un sorriso.»

«Allora non fingere. Comportati normalmente. Quello che è successo a King avrebbe dovuto farti realizzare che Mork non è una persona cattiva. Ha solo… la tua stessa personalità.»

«Cosa intendi? Mi stai insultando indirettamente?»

«Non lo sto facendo. Dico sul serio.» Kao rise della faccia seria di Pete. «Mork è proprio come te: teste calde, impetuosi, viziati sin da quando eravate giovani quindi entrambi siete diventati egocentrici, però entrambi amate i vostri amici e siete sinceri.»

Le parole di Kao erano una combinazione di insulti e complimenti, ma Pete non se la prese a cuore perché sentiva le cose positive erano maggiori.

«Che cosa succede?»

Kao salutò Rain che li aveva appena notati e andò al loro tavolo seguito da Mork. Questa volta Pete si zittì, gli occhi fissi su Rain e Mork, osservando le loro reazioni.

«Come va ragazzi?» Rain li salutò entrambi per far sapere loro che non aveva ignorato Pete.

«Sto bene. Guarda, ho portato Pete a provare i dolci del tuo café.»

«Sì, lo vedo.» Rain annuì.

Non sapendo cosa dire, Pete fece un cenno a Rain come saluto; poi lanciò un’occhiata a Mork che sembrava annoiato a morte. Kao moriva dalla voglia di afferrare quei due, che avevano un ego smisurato per le teste, e sbatterli l’uno contro l’altro.

«Temo che questo locale possa saltare in aria a causa di Mork e Sun. E ora è arrivato pure Pete.» Rain scosse la testa.

Ricordava che Sun si lamentava di come Pete lo odiasse, e anche Pete odiava Mork da quando avevano combattuto. Varie persone che si odiavano a vicenda si erano radunate lì quel giorno, quindi come poteva non essere preoccupato per la sicurezza del café?

«Nessun problema. Non sono il tipo di persona a cui piace creare problemi.»

«Lo stesso qui. Neanche io non creo guai, a meno che qualcuno non mi causi problemi prima.»

«Vedete! Ragazzi vi siete appena conosciuti, ed è già iniziata.» scherzò Rain, e Kao rise. Almeno c’erano due arbitri, quindi il café dovrebbe sopravvivere un altro giorno.

Il fatto che Kao avesse domato Pete fu riconosciuto da Sun. Lanciò loro un’occhiata silenziosa. Il suo volto si rattristò un po’, e nessuno se ne sarebbe accorto se non gli fossi stato vicino; ma Mork, che aveva sempre gli occhi puntati su Sun, se ne accorse.

Hai il cuore spezzato perché Kao ha portato Pete qui per annunciare la loro relazione, eh… ? Ah! Ti sta bene!

**********

Diversi giorni dopo
Parcheggio della Facoltà di Ingegneria
Università N

«Davvero non resterai a casa mia stasera?»

Kao mise il broncio perché Pete gli aveva fatto la stessa domanda per tutto il pomeriggio, finché non avevano finito le lezioni. Pete glielo chiedeva ancora più spesso quando stavano per tornare a casa, e Kao credeva che Pete glielo avrebbe chiesto ancora e ancora in macchina fino a quando non fossero arrivati ​​a casa di Kao.

«No.» replicò Kao freddamente, inflessibile. Sapeva che il compiacimento di Pete era eccessivo. Se Kao fosse rimasto a casa sua troppe volte, Pete sarebbe diventato presuntuoso. E se Pete lo avesse fatto con lui troppo spesso, un giorno si sarebbe stufato di lui. Kao non avrebbe mai permesso che ciò accadesse.

«Che diavolo? Perché devi essere così freddo?»

«Freddo? Ho appena dormito a casa tua.»

«Appena? Sono passati giorni.»

«Smettila di piagnucolare. Oggi non ci vengo.»

«Posso invece dormire io a casa tua?»

«No! Sei troppo appiccicoso. Abbiamo bisogno di un po’ di spazio sai, altrimenti gli altri si insospettiranno.»

«Nessuno sospetta della nostra relazione, nemmeno June, Sandee e Thada.»

«Sandee lo sa.» Kao guardò Pete accigliato, sperando che Pete si sentisse un po’ in colpa. «E il ficcanaso di June fa paura. Se siamo troppo evidenti, lo noterà sicuramente. Hai dimenticato che se June lo sa, il mondo lo sa?»

«Stai solo cercando scuse per non restare a casa mia.»

«Ho dormito così tante volte a casa tua. Sono preoccupato anche per mia madre e mia sorella, sai?» Kao le usava come scusa dato che erano tutte donne, ma in realtà era davvero preoccupato per loro. «Facciamolo la prossima volta.»

«Va bene, va bene, ma devi farmi sentire meglio.»

«Come?» chiese Kao con riluttanza dopo aver visto il ghigno malvagio di Pete.

«Così.»

Pete ha rubato un bacio sulla guancia di Kao, poiché non c’era nessuno in giro e si stava facendo buio. Kao si toccò docilmente la guancia, i suoi occhi si spalancarono mentre guardava Pete.

Accidenti a te, Pete! Approfitti sempre di me!

«Whoa! Stai arrossendo.» Pete rise.

«Smettila di ridere, stronzo.»

«Perché non posso? Sei così carino quando sei timido, ma fai finta di essere arrabbiato.»

«Siamo in un parcheggio. La gente lo scoprirà se ci esponiamo in questo modo.»

«Come possono scoprirlo? Siamo solo noi due qui.» 

«Non ti ricordi di Sandee quella volta? Non hai imparato?»

«Va bene, va bene. Sono veramente dispiaciuto.»

Pete si scusò e salì in fretta in macchina. Kao sospirò, sapendo che Pete si era scusato

senza intenderlo davvero e che non avrebbe mai imparato. Nonostante ciò, Kao salì velocemente in macchina, altrimenti non sarebbero arrivati ​​a casa presto.

Pete sorrise felice e mise in moto. Gli piaceva prendere in giro Kao, farlo arrabbiare e arrossire in questo modo… senza la minima idea che ogni parola e azione accaduta nel parcheggio fosse stata registrata da qualcuno!

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