BIG DRAGON – CAPITOLO 31

Sogni infranti

il giorno dell’appuntamento con il medico arrivò. Il dottore osò mandare un lussuoso furgone VIP a prendere tutti a casa di Big. Quando Kla arrivò, provò ancor più rimorso per aver dato al figlio del Signor Borom una medicina sconosciuta. L’uomo più grande, però, non si lamentava di nulla: metà di lui era felice di avere un nipote, l’altra metà era preoccupata di poter essere impotente.

Quando il furgone si fermò davanti a un ospedale semiprivato, Borom e Big si accigliarono confusi.

Piccolo ospedale del Dr. Yodying Campbell.

«Jae*!»

*(N/T: appellativo di sorella maggiore, riferito ad una senior.)

Dopo aver visto di persona la donna, Kla aveva appreso che il luminare medico altri non era che una sua senior. La dottoressa Ying, era una donna paffuta con gli occhi grandi, che aveva appena appreso chi avesse portato lì quel delicato caso. 

La dottoressa sarebbe stata l’unica a studiare tale caso e sarebbe stata il medico responsabile di Big. Quando i due dottori si erano sentiti per fissare un appuntamento erano state fornite solo brevi informazioni sulla situazione. Inoltre, le era stato chiesto di nascondere le informazioni personali del paziente perché si temeva per la sua salute. Dragon, che aveva accettato le richieste dei medici sulla privacy del paziente, entrò nella sala d’esame accanto a Big che indossava un grande cappello che gli copriva il volto.

Alla fine, i due medici avevano scoperto di essere Senior e Junior universitari. La dottoressa Ying, una volta sposata, aveva acquisito il cognome del marito, ma Kla non aveva prestato attenzione alla sua storia personale. P’Kla non faceva mai molto caso alla storia personale di un buon medico, tantomeno a quella familiare, perché la riteneva ininfluente sulle sue capacità di curare i pazienti. Inoltre, dovevano solo parlare.

«Va bene, parliamo un po’.»

«Perché mio padre non me l’ha detto?»

«Beh, non è ancora qualcosa che sento il bisogno di dire. Penso che non sia ancora necessario comunicarlo.» Dragon, Borom e suo figlio scossero la testa.

«Dov’è il padre?» La donna chiese al suo junior. Big tirò Dragon più vicino a sé.

«Wow… se lo paragoni a un toro, lui è uno stallone.» Le mani della singolare dottoressa afferrarono i robusti muscoli di Dragon. Big, che di fianco a lui appariva come un nong, guardò il suo bel viso senza battere ciglio.

«Tranquillo, ho un marito.» disse la donna, poi invitò Big a sedersi sulla poltrona del paziente.

«Starà bene, cominciamo. Partiremo da un’ecografia.»

La dottoressa iniziò immediatamente ad eseguire l’esame sul paziente.

«Eh… Eh.»

«No, non piangere«.

«Sono confuso.»

«Uhhh.»

Big sospirò mentre si sedeva in grembo a Dragon, il viso arrossato contro le spalle larghe, le braccia forti avvolte intorno a lui.

Al ritorno dalla clinica, calde lacrime sgorgarono sul viso di Big per tutto il tragitto. Una volta in camera, Dragon non permise a nessuno di entrare per controllare le condizioni di Big. E questo perché Big sapeva già di…

Non aspettare un bambino…

La nausea e il vomito erano probabilmente dovuti allo stress per la gran mole di lavoro che aveva dovuto affrontare nell’ultimo periodo.  Perché, a pensarci bene, Big aveva sempre sofferto di nausea nei periodi stressanti, ma avendo preso quella strana medicina, aveva davvero pensato di essere incinto. Dragon era sollevato, dal momento che non sarebbe successo niente di grave al suo ragazzo e non si sarebbe fatto male, ma non poteva negare di essere molto triste… così triste che anche a lui delle lacrime fuoriuscirono dagli occhi.

Più vedeva Bog, più piangeva, diventando ancora più triste.

Quanto alla medicina che Big aveva preso, la dottoressa l’aveva tra le mani e osò assaggiarne il contenuto. Si rese conto che in realtà era solo un normale sciroppo per bambini. Non aveva avuto alcun effetto sul corpo di Big. Kla iniziò quindi a ricordare che quando aveva preparava la medicina, aveva aggiunto dello sciroppo per bambini per darle sapore.

«Devo aver fatto qualcosa di sbagliato. Devo aver accidentalmente versato la medicina per bambini nella boccetta di vetro. Il che significa che la vera medicina estratta dalla cavia probabilmente è da qualche parte nel laboratorio.»

«Ma tu fai saltare in aria spesso il laboratorio.» Nine prese in giro lo scienziato.

Nine si ripromise di tornare immediatamente al laboratorio per trovare la medicina e distruggerla.

Qualche tempo dopo Nine chiamò Dragon per dirgli che settimane dopo la cavia, il topolino bianco, era in realtà una femmina. Era affetta, però, da piccolo tumore che sporgeva vicino ai genitali e quello aveva indotto Kla a credere che fosse un maschio.

Finalmente tutto si era chiarito senza alcun timore, lasciando solo delusione e tristezza nel cuore di una giovane coppia. Avevano bisogno di tempo per guarire.

Big dormiva a casa, insieme alla sua famiglia, con il padre che si prendeva cura di lui e lo seguiva da vicino. Quando si sentì meglio, il ragazzo tornò a vivere con il suo amato nel suo appartamento.

Passarono così altre tre settimane, entrambi portarono a termine il loro lavoro di ricerca e la realizzazione del progetto, ottenendo ottimi voti. In Big la tristezza e il dolore diminuirono, ma quando ci ripensava una triste malinconia lo avvolgeva. Dragon, più vedeva il suo ragazzo in quello stato, più lo amava alla follia.

La settimana precedente Dragon aveva aperto l’armadio per raccogliere alcune cose di Big, e accidentalmente aveva visto nascosto in un angolo un libro che… riguardava i nomi per bambini e il loro significato. Dragon colse l’occasione per aprirlo e leggerlo. Così, aveva scoperto che Big aveva segretamente cerchiato i nomi di 4 bambini, 2 maschietti, 2 femminucce…

Lo volevi fino a questo punto… per questo ti fa troppo male, pensò Dragon. Il suo cuore soffriva pieno di misericordia, amore e passione finché non riuscì a controllarsi, si avvicinò a Big e lo abbracciò da dietro.

«Vediamo un po’… vuoi essere avido, perché no?»

«Sto scherzando, non ci ho pensato per niente.»

Ma poi Big acconsentì a dire la verità su come si sentiva. Vedendo di nuovo dei bambini correre felici all’uscita del cinema, mentre correvano tutt’intorno e si divertivano, la sua mente ricordò quella volta in cui Dragon era rimasto affascinato nel guardarli per poi dire che voleva molti bambini.

«Ti va di prenderne uno e portarlo a casa nostra?» disse Dragon.

«Casa tua? Non dire sciocchezze.»

«Allora aspettiamo cinque o sei anni? Avremo una casa nostra, le nostre macchine. Di certo, saremo più maturi e responsabili per crescere bei bambini.»

Big si voltò a guardare Dragon. «Stai scherzando?»

«Sto dicendo la verità.» disse Dragon. «Voglio davvero avere figli con te.»

«Ma come rimarrò incinto?» disse Big, ancora accigliato come se stesse per piangere. Dragon quindi attirò rapidamente l’altra persona in un abbraccio, per impedirgli di pensare a qualcosa e andare troppo lontano.

«Non per forza devi rimanere incinto. Al giorno d’oggi ci sono molti modi per avere figli. Potremmo adottare, potremmo prendere dei meriti, non credo che tu debba pensarci troppo, sei una persona intelligente.» disse Dragon, usando la sua grossa mano per asciugare delicatamente prima le guance di Big e poi gli angoli degli occhi pieni di lacrime…

«Staremo insieme per molto tempo. Cresceremo molti bambini e ci aiuteremo a vicenda.» concluse, facendo finalmente sorridere Big. 

I due presero a camminare mano nella mano lungo la scala mobile del centro commerciale fino al parcheggio. Big strinse la grossa mano di Dragon, giocandoci. L’altro ragazzo sorrise, senza preoccuparsi di nient’altro che del suo amato ragazzo.

«Durante questa pausa dal semestre mi porterai in Svizzera?»

«Potremmo andarci,  ma non  pagherò per te.» rispose Big, girandosi per far oscillare la mano di Dragon per giocarci ancora.

«Sei mia moglie.»

«Chi è tua moglie?»

«Oh, tutto qui. Chi è mia moglie?» Dragon finse di voler leggere la sua mente. La persona che aveva iniziato per prima a giocare ora era diventata irritabile. Big alzò una gamba e diede un calcio alla caviglia di Dragon.

Il ragazzo emise un gemito e si avvicinò al suo viso per baciarlo, mordendogli delicatamente l’orecchio. Big rise perché non si fece male. Aprì in fretta la portiera della macchina e salì velocemente dentro.

«Dragon… Ehmm.» esclamò Big, mordendosi le labbra.

«Cosa?» chiese Dragon mentre girava lo sterzo per lasciare il centro commerciale.

«Possiamo… non tornare al condominio?»

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