BIG DRAGON – CAPITOLO 29

Fuga

«Hai una medicina per fermare tutto questo?»

Quella voce impedì a Big di entrare in soggiorno, restò fermo dov’era ad ascoltare Dragon, che invece osò parlare con l’altra persona.

«Okay, un ragazzo che dentro di sé ha un un utero. In quel modo è strano…»

Il cuore di Big cadde a terra frantumandosi sentendo Dragon parlare con un tono così stressato e un’espressione in volto che indicava che non era d’accordo e non accettava la questione. All’improvviso, gli occhi di Big erano pieni di gocce d’acqua limpida, così tornò di corsa in camera da letto.

«Bastardo!» Big, con gli occhi lucidi, singhiozzava. Lui era disposto a impegnarsi così tanto mentre Dragon considerava la cosa inaccettabile. Non solo, aveva chiesto anche di un altro farmaco per interrompere la gravidanza. Che razza di persona crudele gli stava accanto?

Eh, quindi cosa pensa davvero Dragon? Sarò maturo e pronto abbastanza per crescere mio figlio da solo. Starò io con il bambino.

«Cosa c’è che non va? Nong.» Nine, uscito dal bagno, chiese dubbioso quando vide uno zaino sulla schiena di Big. Il suo viso era bianco e le lacrime scendevano copiose.

«Non voglio più restare qui.» disse Big, che lasciò la stanza e attraversò di corsa il soggiorno mentre Dragon parlava seriamente con Kla. Stava scappando senza dire nulla, così il suo ragazzo gli corse dietro in fretta.

«Big! Dove stai andando?» urlò Dragon.

Big salì in macchina e corse fuori dal garage privato. Si rifiutò di guardare Dragon anche solo per un secondo. Aveva appena lasciato la sua casa con delle calde lacrime che gli  rigavano il viso.

E non sapeva nemmeno cosa fosse realmente successo tra la conversazione di Dragon e Kla.

*******

«Big… dai. Devi mangiare un po’ di riso.»

Borom si avvicinò a suo figlio, che stava abbracciando uno stupido peluche di un drago verde in silenzio, nella sua camera da letto. Sapeva tutto ed era ancora stordito dalla notizia. Vedendo suo figlio così triste, però, non ebbe il coraggio di lasciarlo solo con i suoi pensieri. Preparato un vassoio con del cibo, lo portò nella camera da letto di Big.

«Papà, non ho fame.» rispose Big, che era sdraiato sul letto.

«Tu non hai fame, ma… se mio nipote si?»

Sentendo ciò, Big si sedette con riluttanza sul letto. Poi prese il vassoio con il cibo e se lo mise in grembo. Era tardi e non aveva mangiato un solo chicco di riso.

«Yai, sei sicuro che mi darai un nipotino?»

«Non lo so, papà. Ma i sintomi sono molto simili.» rispose Bige si portò alla bocca un cucchiaio di brodo di pollo.

Borom accarezzò la testa di suo figlio. «Se è vero, penso che sia meraviglioso. Chiamerò il medico di famiglia cosicché venga a visitarti ed aiutarti. Nel frattempo mangia il tuo riso e poi riposati.»

Big, che aveva già finito di mangiare, si sdraiò di nuovo e fece finta di addormentarsi.

All’improvviso si sentì bussare alla porta della camera di Big.

«Signor Borom, Signorino Yai. Sono io, Phak.»

«Oh, cosa c’è?» rispose Borom mentre copriva suo figlio con una coperta.

«Il Signor Dragon è arrivato. Ha detto che gli sarebbe piaciuto parlare con il Signorino Yai.»

«No.» Big saltò giù dal letto, urlando contro di lui. «Non farlo entrare in casa, caccialo via! Trascinalo dove vuoi. Portalo via di qui.»

«Big, calmati. Andrò a parlargli.» intervenne Borom, poi uscì dalla stanza. 

L’intera situazione è davvero incredibile per una persona della mia età. Ma se mio figlio è davvero in grado di concepire un bambino e se il suo compagno gli ha detto di interrompere la gravidanza… Io, Borom, non posso accettarlo. Stanno parlando di mio nipote.

Ripensandoci, Borom si infastidì e si arrabbiò ancora di più quando vide Dragon seduto nel salotto ad aspettarlo. Così si precipitò subito dentro, cominciando a imprecare.

«Che diritto hai di agire così?! Perché non pensi al cuore di mio figlio? Se Big è d’accordo con te, accetterò la decisione. Ma eccoti qui, a pensare solo a te stesso, cosa c’è che non va in te? Sai, mi dispiace molto e sono così deluso da me stesso, per aver permesso al mio prezioso figlio di uscire con te.»

Borom stava mettendo Dragon all’angolo. 

Il ragazzo si fermò prima di parlare: «Mi dispiace… ma posso parlare con Big? Si tratta di…»

«Papà, non ascoltarlo.» disse Big, dopo aver origliato dalle scale, prima di rivelarsi ai due.

«Big… è solo…»

«Non voglio ascoltarti. Sei una cattiva persona.» gridò Big, portandosi le mani all’addome.

Non appena aveva visto il volto di Dragon si era messo ad urlare perché nella sua mente riecheggiava la frase per interrompere la gravidanza.

«Forza. Tranquillo piccolino mio, a te ci penso io!» Dopo averlo detto, Big ebbe di nuovo la nausea, pertanto corse al bagno più vicino. Dragon lo vide e gli si avvicinò, ma venne bloccato.

«Vattene. Non venire di nuovo qui. Non sei più il benvenuto.»

«Signor…»

«Pong! Phak!… Accompagnate fuori l’ospite.» disse Borom con voce solenne.

Phak e Pong, fermi sulla soglia della porta, si avvicinarono per convincere Dragon a lasciare la casa. Il ragazzo non voleva arrendersi, ma Phak disse: «Signor Dragon, non farci soffrire così. Il Signor Borom non è gentile quando si arrabbia.»

Dragon guardò i volti corrucciati dei due sottoposti. Entrambi erano due uomini dalla forte stazza e se avesse dovuto agire, ne sarebbe uscito male o peggio, così decise di lasciare la casa di Big.

«Odioso!» inveì Big mentre sedeva accanto al gabinetto singhiozzando. Vedendolo, Borom si affrettò ad aiutare suo figlio ad alzarsi, prima di portarlo a riposare nella sua camera da letto.

Gli occhi di Big erano pieni di lacrime, rossi e gonfi per il forte pianto. Di solito non era una persona sensibile, sapeva di essere in quello stato, solo perché si trattava di Dragon. Non riuscendo più a frenare i suoi sentimenti, si precipitò a prendere il cellulare per dare un’occhiata, visto che era rimasto spento per tutto il tempo.

Mentre lo rigirava tra le mani, Big pensava continuamente se accendere o meno il dispositivo. Ma alla fine decise di non accenderlo.

All’improvviso si udì un fragoroso rombo, seguito da un lampo di luce. Big vide che le tende della sua stanza non erano completamente chiuse e così, a malincuore, si alzò dal letto e le chiuse. In quel momento vide una Jaguar bianca parcheggiata davanti a casa sua. Il cuore di Big prese a battere a un ritmo diverso. Tornò e si sedette sul letto chiedendosi il motivo per cui l’auto di Dragon fosse ancora lì. 

Papà ha dato ordini precisi a Phak e Pong… ma lui cosa ci fa lì?

Con questa domanda in mente Big uscì dalla sua stanza e andò a trovare suo padre. Vide però Pong seduto sul divano a leggere un libro nel soggiorno del secondo piano.

«Cosa c’è che non va Signorino Yai?»

«Cosa stai facendo qui?»

«Il Signor Borom mi ha detto di prendermi cura del signorino. Di cosa ha bisogno?» rispose Pong.

«Dragon… è già andato via?» chiese onestamente Big.

«Gli abbiamo detto di tornarsene a casa, ma il Signor Dragon ha insistito. Ha detto che vi avrebbe aspettato.»

«Dov’è adesso e con chi?» chiese Big ad alta voce.

«Il Signor Borom ha ordinato a Phak di sorvegliare l’ingresso. All’inizio, il Signor Dragon era seduto in attesa davanti la porta di casa. Ma poco fa Phak ha inviato un messaggio dicendo che è scomparso e non sa dove possa esser andato. Mentre lo stava cercando, il Signor Borom gli ha detto di lasciar perdere, ma ha ribadito di non lasciarlo più entrare in casa.»

La mascella di Big si spalancò al sentire quel resoconto.  

«Volete che lo trovi?»

«No.» rispose Big. «Lascialo in pace. Vai a dire a Phak che non deve preoccuparsi di niente, andate a riposare tutti e due. Dragon non oserà fare niente di stupido con papà a casa.»

Pong fece un cenno d’assenso al suo padroncino, prima di mettere via il libro e scendere a chiamare Phak. Poi le due guardie del corpo andarono a mangiare nella sala da pranzo della servitù sul retro della casa. Big tornò nella stanza di suo padre e lo guardò dormire. Poi tornò nella sua stanza, cercando di non pensare più a niente. Ma il suono della pioggia che cadeva dal cielo iniziò a rattristarlo.  

Quella notte, Big si rigirò nel letto per ore, incapace di dormire. Alla fine si alzò e aprì la tenda, per vedere se la Jaguar era scomparsa dalla facciata della casa.

Ma l’auto non era più parcheggiata di fronte l’ingresso.  

Dov’è? È scomparso? pensò Big… poi singhiozzò per le sue stesse parole. 

Sopraffatto dall’incertezza di sapere cosa fosse successo, Big decise di prendere un ombrello e corse al piano di sotto. Aprì silenziosamente la porta dell’uscita laterale, senza essere visto da nessuno in casa, e camminò con un ombrello sotto la pioggia fino al grande cancello. Big alzò lo sguardo, scrutando attraverso le inferriate d’acciaio, ma non riuscì a vedere l’ombra di Dragon.

Il boato di un tuono fece leggermente tremare Big, ma, seppur spaventato, non si fermò. Cercò Dragon camminando lungo l’intera recinzione di casa sua e non lo trovò. Poi il ricordo di ciò che era accaduto pochi mesi prima durante il forte temporale, balenò nella sua mente e Big si morse le labbra.

Poi, mezzo camminando e mezzo correndo, si affrettò verso il padiglione vicino al laghetto con i fiori di loto del cortile di casa.

********

Quel giorno

«Hai una medicina per fermare tutto questo?» Dragon aveva chiesto con un’espressione seria.

«Io non posso… Un uomo che ha in sé un utero, in questo modo. è strano… Ho tanta paura che non riesca a sopravvivere al parto. Come può partorire? Puoi garantirmi che la vita del mio ragazzo sia in salvo? Se il mio ragazzo muore, chi sarà ritenuto responsabile?»

Dragon era furioso e confuso, mentre parlava la paura cominciò a farlo balbettare.  

«Conosco un bravo dottore, ha curato tante persone in giro per il mondo. Comunque, troveremo un modo per affrontare questa situazione, ma prima dobbiamo far visitare Nong.» rispose Kla.

Dragon strinse forte la mascella, stressato e spaventato che potesse succedere qualcosa al suo amato.

Ma all’improvviso vide Big con un grande zaino uscire dalla stanza con le lacrime agli occhi e correre alla sua macchina. Dragon si rese subito conto della gravità delle sue parole e di come l’aver sentito ciò che aveva appena detto doveva aver fatto male al cuore di Big.

Non è che la cosa non mi renda felice… sono molto felice di avere un figlio con il mio ragazzo… Ma se Big è in pericolo, non posso sopportarlo. Non voglio che lui corra alcun rischio. La sua vita non è un gioco. Se dovesse accadere qualcosa a Big… Pensandoci, il cuore di Dragon si strinse per la troppa sofferenza. 

Amo Big, ma non so se lui lo sappia. So bene che mi piace essere dispettoso, è una mia cattiva abitudine. Adoro prenderlo sempre in giro, ma cosa posso fare? Non mi ero mai innamorato di un uomo prima e amare quest’uomo fa male.

D’altra parte… 

Anche a Big piace essere sempre sarcastico sin da quando ci siamo conosciuti… Da un anno voglio avvicinarmi a lui e pizzicargli le guance fino a farlo piangere. Mi ero ostinato a nascondere tutto dietro la scusa di vederlo come un rivale, ma ho dovuto arrendermi a lui. Big mi appariva davanti sempre e ovunque, come una mosca che mi dava fastidio e mi molestava. È sempre stato così, da quando l’ho conosciuto. Ha sempre creato un fastidio nel mio cuore, entrandoci fin nel profondo. Ora che finalmente mi ha accettato… non posso perderlo. Non pensavo che potesse amarmi. Una persona come lui, ma ora non so cosa posso fare perché torni da me…

Dragon seguì Big a casa sua, ma gli fu negato di vederlo e severamente proibito di incontrarlo. Non sapeva davvero cosa fare. Dopo che Dragon fu cacciato di casa, camminò avanti e indietro senza una meta nella sua testa, rifiutandosi di guidare via da lì per poi tornare indietro.

Il cielo era insopportabilmente scuro. Dopo un po’, la pioggia cominciò a cadere copiosa. Così Dragon decise di nascondersi nel padiglione vicino al laghetto dei fiori di loto.

Lo stesso padiglione dove quella notte… l’emozione aveva quasi prevalso sulla ragione, danneggiando imperdonabilmente Big. Dragon abbassò la testa totalmente dispiaciuto per quella notte orribile, finché…

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Danihal

mi rendo conto che ho sonno e non sto capendo tanto ma e un capitolo molto strano questo hahahahahahah

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