WE BEST LOVE N°2 – CAPITOLO II

Il dolore del tradimento dopo averci creduto con tutto il cuore

Cinque anni prima.

Zhou Shu Yi stava bevendo al bar da solo mentre guardava lo schermo del suo cellulare, che non mostrava alcun messaggio. Parlò con voce strozzata: «Non c’è da stupirsi, neanche un messaggio.»

«Ehi, guarda quel tizio…»

Le persone al tavolo accanto stavano guardando da vicino quell’uomo ubriaco.

«Cosa dovresti guardare?»

Zhou Shu Yi lanciò il suo cellulare, che si ruppe sul pavimento e si rivolse con tono aggressivo alle persone sedute al tavolo vicino. Notando che c’era qualcosa che non andava, il barista si avvicinò subito al cliente davanti al bancone: «Sta bene? Vuole che le chiami un taxi?» Il ragazzo ubriaco agitò la mano, si abbassò per prendere il telefono e guardò le due persone sullo sfondo dello schermo in frantumi.

Non aveva osato affrontarlo, né aveva osato avvicinarsi a lui per chiedergli chi fosse la ragazza bionda. Temeva di ottenere risposte insopportabili così aveva scelto di partire e fuggire di nuovo a Taiwan, semplicemente perché il tradimento, dopo la totale fiducia che gli aveva dato, lo aveva ferito più di ogni altra cosa.

«Non devi cercarlo.» Tirò fuori dal portafoglio alcune banconote che lasciò accanto al bicchiere vuoto, poi uscì barcollando dal bar, fermò un taxi e tornò in una casa solitaria. 

«Gao Shi De… mi manchi… mi manchi tanto.» La persona sdraiata sul letto si addormentò, ancora una volta, tra le lacrime ed attraversò i sogni tornare ai momenti più felici. I momenti in cui c’era un’altra persona. 

**********

«Quindi non hai il coraggio?»

«Se ti farà capire che sono serio va bene, farò quello che vuoi.»

I due uomini nell’ufficio si guardarono negli occhi, il loro battito cardiaco accelerato, la loro temperatura corporea in aumento, il loro respiro affannoso… tutto si stava diffondendo nell’aria.

Gao Shi De aveva sbottonato lentamente il primo bottone della camicia dell’altro uomo, guardando Zhou Shu Yi negli occhi e dicendo: «Qualsiasi cosa, te la darò.»

La reazione inaspettata di Gao Shi De fece perdere la concentrazione a Zhou Shu Yi così che l’altro uomo potesse raddrizzare il corpo e avvicinarsi a lui, al suo orecchio, e usare quel tono di voce che tanto conosceva bene: «Ti serve il mio aiuto?»

Gli passò le dita dietro l’orecchio, lungo per il collo fino al pomo d’Adamo, si slegò la cravatta e sganciò il primo bottone.

«Sei idiota?» Zhou Shu Yi tornò in sé, schiaffeggiò la mano che premeva contro il suo petto, fece un passo indietro e spinse via con rabbia Gao Shi De. Poi si voltò per aprire la porta e uscire, così da lasciare l’ufficio del CEO della Hua Cing Technology allontanandosi da dovunque si trovasse Gao Shi De.

Gao Shi De guardò la schiena dell’uomo mentre si allontanava. Era quello che non gli sorrideva più e lo guardava con sguardo indifferente, il suo ex ragazzo. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, ma non riuscì a trattenere il dolore che gli cresceva nel petto.

C’era una ragione per quello che aveva fatto ma non poteva dirla, l’unica cosa che poteva fare era osservarlo mentre andava via e guardare quella ragione che distruggeva il rapporto che avevano una volta.

Per cercare di recuperare i sentimenti ancora presenti nel cuore dell’altro, doveva fare di tutto per raccogliere quei pezzi e rimetterli insieme.

E se non fosse rimasto niente? I suoi occhi scesero lungo il suo polso dove c’era ancora il braccialetto che simboleggiava il loro amore. Al polso di Zhou Shu Yi però non c’era niente, era spoglio. Non osava chiedere se aver gettato il braccialetto significasse che era stato gettato anche lui nel dimenticatoio. 

Era stato come se avesse dimenticato Gao Shi De, voleva dimenticare gli anni passati ed era riluttante ad averne altri.

L’auto era molto spaziosa, il retro accoglieva due file di sedili posti l’uno di fronte all’altro  ricoperti in pelle di bovino a sottolineare la ricchezza del proprietario. 

Zhou Shu Yi era seduto sul sedile posteriore dietro l’autista, i gomiti erano appoggiati sul bracciolo della portiera mentre guardava fuori dal finestrino. Shi Zhe Yu, seduto accanto a lui, non poté far a meno di rompere quel silenzio: «Shu Yi, di cosa avete parlato tu e Gao Shi De dopo essere entrati in ufficio?»

«Sì, cos’è successo?» Liu Bing Wei guardò il suo amico, che non aveva detto una parola da quando era salito in macchina, e prima di continuare con preoccupazione: «Vuoi lasciare la questione a me e Zhe Yu? Temo che se questa situazione continui, l’intera azienda potrebbe essere nei guai. Temo che se questo dovesse andare avanti, tutti in azienda sapranno della tua relazione con Gao Shi De.»

«Chi ha una relazione con lui?» lo rimproverò con ferocia e Shi Zhe Yu si strinse nelle spalle e continuò a parlare: «L’hai lasciato andare tempo fa, quindi perché sei arrabbiato? O hai ancora dei sentimenti per lui?»

«Non è vero! Shi Zhe Yu, sei un esperto nelle relazioni? Non mi sembra che tu sappia di cosa stai parlando, eppure dovresti conoscermi ormai.»

Zhou Shu Yi guardò il suo assistente speciale, osservò Liu Bing Wei seduto dall’altra parte della macchina e in un tono estremamente sgradevole disse: «Anche tu, non essere come lui, fatti gli affari tuoi.»

«Oh.» L’uomo che era stato colpito da quella rabbia semplicemente annuì in risposta. Era abituato agli sbalzi di umore di Zhou Shu Yi dai tempi del college, ma questo non significava che anche le altre persone riuscissero o volessero farlo. 

Si sentì Shi Zhe Yu sbuffare e parlare con sarcasmo: «Liu Bing Wei, quante volte ti ho detto di non preoccuparti per gli altri? Se sei così disposto a prenderti cura di tutti, perché non offrire il tuo aiuto facendo beneficenza?» Ovviamente anche se stava parlando con Liu Bing Wei, le sue parole erano indirizzate all’altra persona.

«Inoltre, questo tipo di donazioni può essere deducibile dalle tasse. In questo momento ti fai prendere a schiaffi senza alcun vantaggio.»

«Non ho mai pensato di ottenere nulla. In pubblico rappresento legalmente l’azienda, ma in privato resto amico di Shu Yi.»

Dal suo punto di vista prendersi cura di un amico non significava trarre beneficio l’uno dall’altro perché era come prendersi cura di se stesso.

«Gli amici non dovrebbero preoccuparsi così tanto.»

«Non dire così, siamo tutti amici. O almeno dovremmo.» cercò di placarlo Liu Bing Wei. Shi Zhe Yu gridando interruppe il suo ragazzo: «Ti ho detto di non immischiarti, quindi non farlo!»

Questa volta Shi Zhe Yu era davvero arrabbiato. Liu Bing Wei poteva solo essere un po’ bullizzato da lui, ma anche se quello era il suo capo e amico da tanti anni, era ancora il ragazzo per cui aveva avuto una cotta, quindi non aveva permesso.

«Ma…»

«Non ci sono problemi, tanto mi sgrida spesso.» Liu Bing Wei gli strinse la mano e disse a Zhou Shu Yi di non sentirsi in colpa per la loro discussione. Accanto a lui, Shi Zhe Yu strizzò gli occhi e sollevò il mento per fare una richiesta. «Come può non importare? Voglio che abbia almeno dieci stelle Michelin, o non ti perdonerò.»

«Va bene, nessun problema.» Gli altri due non poterono fare a meno di ridere data l’inaspettata offerta di pace. L’atmosfera tornò quieta ed armoniosa mentre parlavano di quale ristorante scegliere.  

**********

Hua Cing Technology.

«Che il sistema sia sicuro è la prima priorità.»

«È la prima priorità, ma l’eccessiva protezione ha comportato la chiusura del commercio e l’eliminazione del sistema dalla circolazione.»

«Come pensi possa essere un problema? Non ne abbiamo parlato l’ultima volta?» San Ji intervenne durante la conversazione tra l’amministratore delegato e il direttore tecnico, ma prima che potesse finire la frase, l’amministratore delegato si allontanò.

San Ji guardò la schiena dell’amministratore delegato e non poté fare a meno di borbottare tra sé e sé parole di frustrazione. Era abbastanza sicuro che l’amministratore delegato avesse avuto una relazione con qualcuno; altrimenti perché il vicepresidente Zhou l’avrebbe attaccato appena visto, dopo solo poche parole?

«Buongiorno, sei qui!» Gao Shi De aprì la porta a vetri della sala conferenze e sorrise a Zhou Shu Yi, che era seduto all’interno.

Shi Zhe Yu alzò gli occhi al cielo e disse: «Da quando siamo invisibili?»

«Buongiorno a tutti e due.» Dopo aver annuito verso i due ex compagni di classe, continuò a guardare Zhou Shu Yi e chiese: «Avete fatto colazione?»

«Non ancora, me la puoi portare tu?»

«Sei serio?» Gao Shi De guardò il sorriso dell’altro, era stordito perché si era abituato ai modi di fare scorbutici dei giorni precedenti. 

Era la prima volta che Shu Yi gli sorrideva da quando si erano incontrati e il suo tono era dolce come quando erano innamorati… improvvisamente aveva avuto la sensazione di essere tornato indietro nel tempo.

«Certo. Cosa vuoi mangiare?»

«Decidi tu, conosci bene i miei gusti.»

«Ok. Congee, per via del tuo stomaco.» L’amministratore delegato sembrava agitato come un ragazzino, si precipitò quindi a comprare la colazione senza dimenticare di avvertire il suo ex amico prima di andare via.

«Bing Wei, non può bere caffè a stomaco vuoto, controllalo per me.»

«Lo so.»

I dipendenti che avevano visto quella scena sussurrarono: «L’hai sentito? All’amministratore delegato importa anche se ha bevuto caffè o meno!»

«Giusto! L’amministratore delegato deve avere qualcosa a che fare con il vicepresidente.»

All’interno della sala riunioni, Shi Zhe Yu non sopportava i pettegolezzi che arrivavano dall’esterno, si alzò e si avvicinò al gruppetto con un’espressione seria: «Cosa state guardando? Non dovete lavorare?» I dipendenti tornarono ai loro posti uno dopo l’altro, ma con le orecchie erano ancora sintonizzati su quello che stava accadendo nella sala riunioni.

Shi Zhe Yu tornò al suo posto e chiamò l’avvocato: «Bing Wei, voglio un caffè, me lo vai a prendere tu?»

«Va bene.» Liu Bing Wei spesso faceva commissioni per lui, quindi si alzò con naturalezza e andò al negozio al piano di sotto per comprare il suo caffè preferito. Aspettò che Liu Bing Wei se ne fosse andato e solo in quel momento Shi Zhe Yu si rivolse a Zhou Shu Yi: «Vieni con me, devo chiederti una cosa.»

I due lasciarono la sala riunioni e si diressero verso il tetto all’ultimo piano.

«Vedi? Non te ne sei accorto?»

Non appena i tre rappresentanti del Gruppo Cheng Yi se ne furono andati i dipendenti, che si erano appena rimessi a lavorare, si riunirono di nuovo in gruppo.

«Cosa ho appena visto? E forse un ostacolo karmico che confonde la mia vista?» Da Lin non poté fare a meno di stropicciarsi gli occhi perché non riusciva a credere a quello che aveva visto.

«L’amministratore delegato è dalla parte del gruppo Cheng Yi!» disse San Ji con tono dispiaciuto. 

«Quindi saremo licenziati? Come lo spiegherò a mia moglie? È stato difficile smettere di essere un povero cane single.» Da Lin, che si era sposato da meno di sei mesi, piangeva mentre si pizzicava i capelli.

«Sarò la prima? Come si richiede la disoccupazione? Posso richiedere la disoccupazione?» La ragazza più giovane, dai capelli ricci, domandò con nervosismo guardando quelli più grandi intorno a lei. 

«Pensi sia facile? Credi che sia facile fare domanda per la disoccupazione?»

«Allora cosa faccio?»

«Chi sa cosa fare? Sono come una statua buddista di argilla che guarda un fiume, sono impotente. Buddha non ci protegge!»

I membri dello staff si guardarono l’un l’altro con ansia ed inquietudine, tranne Yu Zhen Xian, che stava guardando nella direzione che aveva preso Gao Shi De quando si era allontanato, come se stesse meditando su qualcosa.

«Mi hai trascinato qui per vedere il panorama?» chiese Zhou Shu Yi guardando l’uomo che aveva chiaramente qualcosa da dire, così si avvicinò e lo fissò in volto. Shi Zhe Yu si accigliò ed esitò per un momento, prima di esprimere i suoi dubbi: «Hai una doppia personalità o sei schizofrenico? Non dirmi che dopo una notte passata a calmarti, hai deciso di fare pace con Gao Shi De!»

Sulla base della sua esperienza come migliore amico, quel sorriso che aveva appena usato era chiaramente parte di un gioco.

«Zhou Shu Yi, cosa hai intenzione di fare?»

Zhou Shu Yi distolse lo sguardo e osservò la ringhiera davanti a lui: «Non preoccuparti troppo, sei solo il mio assistente speciale.»

«Non vorrei saperlo se non avessimo una relazione sia pubblica che privata. Se qualcosa va storto durante la fusione, verremo incolpati io e Bing Wei e saremo licenziati.»

«Ho qualcosa in mente e me ne assumerò la responsabilità.»

«Ti assumerai la responsabilità di cosa? Non puoi dirlo con certezza, potrebbero licenziare anche te. Cosa vuoi fare esattamente?» Zhou Shu Yi si morse il labbro, ma non disse una parola.

«Non vuoi dirlo? Ok, allora dirò a Gao Shi De che vuoi tornare insieme a lui.» 

Shi Zhe Yu si girò e fece giusto due passi, quando sentì l’amico urlare dietro di lui: «Voglio usarlo e quando penserà di essere tornato insieme a me, gli farò conoscere il dolore di essere stato tradito!»

Shi Zhe Yu si fermò all’istante. Dopo un respiro profondo si voltò a guardare la persona i cui occhi erano pieni di dolore: «È necessario fare tutto questo?»

Premeditazione e voglia di vendetta non sarebbero dovute esistere tra persone che una volta si amavano. Lasciarsi stare non significa perdonare, ma almeno permettersi di vivere una vita migliore. 

In ogni caso, l’uomo che era ossessionato, socchiuse le labbra e disse: «È da quando sono bambino che so che le persone intorno a me sono gentili per via di mio padre.» Zhou Shu Yi agli occhi delle persone non era altro che il futuro successore del gruppo Cheng Yi.

«Non puoi capire.»

«Lo so.»

Guardò l’uomo che aveva risposto con velocità e continuò a parlare: «Fingere di conoscere gli altri per me è facile, ma credere in qualcuno con tutto il mio cuore è difficile. Gao Shi De è stato il primo, ma ha distrutto la mia fiducia. Se fossi al mio posto, lo perdoneresti?»

«Perdonare?» Shi Zhe Yu sollevò le labbra in un mezzo sorriso, alzò la mano, e con due dita strizzò la guancia dell’altro uomo, mentre con gli occhi guardò all’altezza della cintura di Zhou Shu Yi, sorridendo continuò: «No! Gli taglierei la testa, e non parlo solo di quella superiore.»

Zhou Shu Yi sorrise amaramente, sapendo che il suo amico stava cercando un modo per farlo sentire meglio; ma non si era reso conto che qualcuno aveva ascoltato l’intera conversazione seduto dietro ad una pianta. 

Una volta sceso dal tetto, Zhou Shu Yi si diresse verso l’ufficio dell’amministratore delegato, non potendo più aspettare la sua colazione. 

Aprì la porta dell’ufficio e trovò Gao Shi De seduto al suo posto, quindi entrò con disinvoltura e chiese all’uomo seduto dietro la scrivania: «Hai già comprato la mia colazione? Dov’è?»

«Sul tavolo.» rispose Gao Shi De mentre era immerso nel suo lavoro con lo sguardo fisso sullo schermo del computer. Alzò la mano indicando il tavolino basso davanti al divano.

«Grazie.» Con un sorriso disegnato in volto, Zhou Shu Yi si avvicinò al tavolo, si sedette sul divano, aprì il coperchio di plastica della ciotola e usò un cucchiaio per raccogliere le uova centenarie calde e il congee e portare il primo boccone fumante dentro la sua bocca.

[N/T: L’uovo centenario (in cinese 皮蛋, in pinyin pídàn) è una specialità della cucina cinese. Solitamente sono uova di anatra lasciate a fermentare in una salsa speciale per cento giorni.]

Siccome aveva paura di bruciarsi la lingua, mangió il congee caldo con lentezza, aspettando che il cibo si raffreddasse prima di ingoiare altro.

«Shu Yi…» Gao Shi De sollevò il viso, i suoi occhi si spostarono dallo schermo del computer, su cui stava lavorando, all’uomo seduto sul divano. 

«Non dirmi che dopo una notte passata a calmarti, hai deciso di fare pace con Gao Shi De?»

La conversazione che aveva sentito sul tetto poco prima gli era venuta subito in mente. Ci aveva creduto davvero, aveva creduto a quel sorriso e a quella tenerezza. Ma soprattutto, aveva creduto in Zhou Shu Yi, di cui si era sempre fidato.

«Che cosa succede?» chiese Zhou Shu Yi, pensando di aver sentito chiamare il suo nome, mentre teneva in mano la ciotola ancora calda e guardava Gao Shi De seduto dietro la sua scrivania.

«Va bene?» Il sorriso sul suo volto era leggero e amaro, voleva spiegargli cosa era successo cinque anni prima. Aveva le parole sulla punta della lingua, ma a causa del suo orgoglio non riusciva a dirle.

«L’hai comprato, certo che è buono.» Il tono delicato di Zhou Shu Yi fece confondere Gao Shi De per un attimo. Era come se fossero tornati a cinque anni prima, quando avevano appena confermato i sentimenti l’uno per l’altro.

Peccato fosse solo un’illusione, perché il ricordo era reale e vero, ma il sorriso di Zhou Shu Yi in quel momento era del tutto falso. 

«Voglio usarlo e quando penserà di essere tornato insieme a me, gli farò conoscere il dolore di essere stato tradito!»

Anche se non era bravo a mentire, stava usando tutto se stesso per far rivivere a Gao Shi De la bellezza del passato.

Se non avesse sentito quella conversazione sul tetto, Gao Shi De avrebbe pensato che Zhou Shu Yi lo avesse perdonato, e che avrebbe avuto ancora la possibilità di rimediare e di rimettere insieme i pezzi di quelle emozioni per poterle vivere ancora. 

Peccato che tutto l’amore che vedeva davanti a sé fosse solo un’esca per farlo cadere nella trappola e farlo morire di dolore. Ed era lui la fonte di quel dolore, lui lo aveva creato. 

«È delizioso.» Lo sguardo di Gao Shi De era tornato sullo schermo del computer, non sembrava diverso dal solito. Guardando con attenzione però si poteva vedere come i polpastrelli che battevano sulla tastiera avevano perso il loro ritmo. Quando si digita un comando sbagliato si può tornare indietro con il tasto, ma il file del loro amore era stato completamente cancellato. Gli sarebbe bastato premere il pulsante per resettare così da tornare alle impostazioni originali?

**********

Pub all’ora di cena.

Il ristorante in riva al fiume era immerso nelle risate degli ospiti. Pei Shou Yi, che era il proprietario, aveva affidato il lavoro a un dipendente, era andato nella zona pranzo all’aperto, si era acceso una sigaretta e si era seduto accanto a un uomo vestito di blu.

«In pratica lo hai portato a casa tutti i giorni e lui non si è rifiutato. Vuole solo farti cadere più in basso, vederti mentre affondi per poi ucciderti con un solo colpo.»

«Grazie.» Gao Shi De guardò il cugino, ricordando che soffriva di un disturbo emotivo non solo non passava un fazzoletto quando vedeva qualcuno piangere, ma gli dava anche una pugnalata se poteva, perché comprendeva che ciò che era successo era molto doloroso. 

«Non aspettarti che le cose tornino come in passato. Il problema è che siete stati separati per cinque anni e l’unico modo per rimediare è dirgli la verità. Dovresti fargli sapere che non l’hai contattato non perché non lo volevi, ma perché hai promesso a qualcuno che non lo avresti cercato.»

«No!» Gao Shi De bevve un sorso dal bicchiere, ingoiò il whisky e scosse la testa: «Devo rispettare l’accordo!»

«Non soddisferai mai i requisiti richiesti, non importa se non rispetti l’accordo. Sapeva che non potevi farlo fin dall’inizio, ecco perché ha inventato quella condizione.»

«Chi dice che non posso farlo? Posso farlo! Io… ovviamente posso…» La sua voce e le sue parole si affievolirono sempre di più, divennero così flebili a dimostrazione che neanche lui aveva più quella fiducia di prima.

Pei Shou Yi allungò la mano per agganciare la parte posteriore del collo di Gao Shi De e colpì con forza la sua fronte.

«Ahia!»

«Sei davvero malato. Ha detto che ti odia. L’odio è la fine, è irrevocabile.»

Allontanando la mano del cugino, Gao Shi De scosse la testa per negare le parole dell’altro: «Cos’è l’odio? L’odio è amore! L’opposto dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza.»

Finché Zhou Shu Yi lo odiava ancora, aveva la speranza di ritrovare in lui i sentimenti passati.

Pei Shou Yi sospirò verso il ragazzo che era così ubriaco che le sue orecchie erano diventate rosse: «Ogni volta che ti vedo in questo stato a causa dei sentimenti, sono contento di avere problemi con le emozioni, almeno non devo preoccuparmi di cose così noiose.»

Sembrava che essere esclusi da un alto muro di emozioni non fosse per forza una cosa negativa perché, almeno lui, non avrebbe sentito il dolore e non avrebbe lottato per inseguire sentimenti ormai andati, torturandosi così.

Un attimo dopo, il corpo dell’ubriaco tremò e cadde sul tavolo. Pei Shou Yi scosse la testa, stava per riportare il ragazzo svenuto a casa sua, ma Gao Shi De all’improvviso alzò la testa e chiese: «Dove posso trovare un posto dove mangiare nelle vicinanze?»

Senza aspettare la risposta del cugino, bevve l’ultimo sorso di whisky, si alzò e si trascinò via barcollando. 

**********

La villa era stata ristrutturata finemente, trasformando la ruvidità del cemento in una trama delicata. La trama, creata durante il processo di costruzione, era diventata una caratteristica unica e le pareti non erano pitturate o piastrellate, ma presentavano il colore originale del cemento. Mantenendo i muri grezzi, chiunque entrava in quella casa rimaneva sorpreso dalla sensazione di calma e tranquillità.

«Sei troppo lento, sono passati diversi giorni e il contratto non è stato ancora firmato. Oggi ho bisogno di vedere le informazioni per la collaborazione con la Weisheng Industrial. Sto andando ora in azienda, raggiungimi subito!»

Zhou Shu Yi scese le scale con la sua valigetta in mano mentre teneva il cellulare.

[Ora? È il fine settimana!] Dall’altro lato della linea, il responsabile legale dell’azienda protestò.

«È il fine settimana? Non puoi fare lo straordinario? Te lo posso pagare.»

[E il mio appuntamento?]

«Chiama anche Zhe Yu, parlerò con lui dell’incontro della prossima settimana, ci vediamo in azienda tra 30 minuti.»

«Va bene. Ehy, non fissarmi così! Il mio capo è anche il tuo e vuole che facciamo gli straordinari. Vestiti in fretta, guido io.» Dall’altra parte del telefono qualcuno era impegnato a rassicurare l’assistente speciale, che era stato improvvisamente chiamato dal capo. Zhou Shu Yi non si preoccupò di prestare attenzione a loro, interruppe la chiamata e si rimise il cellulare nella tasca della giacca.

Quando aprì la porta, con sua grande sorpresa, vide un uomo alto seduto davanti a casa sua. «Cosa stai facendo qui?»

Gao Shi De guardò il padrone di casa, che stava per andarsene con la sua valigetta, alzò la mano per salutarlo ma venne ignorato, così si ritrovò ad afferrargli i pantaloni per impedirgli di andarsene.

«Ho comprato lo spuntino di mezzanotte.»

Quel tono gentile che aveva avuto la mattina e quel sorriso lo attiravano a lui con tutte le sue forze. Ovviamente non si aspettava di essere perdonato solo per avergli portato la cena, ma non voleva lasciare che l’altro uomo avesse mal di pancia solo per aver dimenticato di mangiare. 

«Hai bevuto? Vattene! Non ho tempo per te!» L’uomo scostò le dita che lo afferravano per i pantaloni, stava per andarsene ma Gao Shi De si alzò, lo afferrò per la nuca e lo trascinò con forza dentro casa. Non pensava fosse così ubriaco, invece lo era a tal punto che l’unica cosa che Zhou Su Yi riuscì a fare, fu quella di lasciarsi trascinare dentro.  

«Gao Shi De!» L’odore del whiskey gli arrivò al naso e glielo fece arricciare. Era arrabbiato e finalmente riuscì a divincolarsi, ma quando guardò Gao Shi De, lo vide barcollante che scivolava contro il muro del corridoio. Si sedette a terra con il sacchetto di plastica contenente la cena in mano e iniziò a piangere amaramente. Non aveva mai visto Gao Shi De così fuori controllo, era riuscito a resistere all’impulso di aiutarlo solo perché, dopotutto, era ancora determinato a essere crudele. Tirò fuori la chiave dalla tasca, la gettò per terra e disse: «Fai una pausa, io vado perché devo lavorare fino a tardi.» Ma quando si voltò, Gao Shi De si alzò improvvisamente, lo afferrò per il polso e lo trascinò verso il soggiorno.

«Gao Shi De! Che cavolo di problema hai?» Prima che potesse reagire, venne gettato sul divano di pelle nera da un ragazzone che non riusciva a smettere di piangere. Le lacrime gli cadevano sul petto, goccia dopo goccia, faceva così caldo che non riusciva a muoversi.

«Mi dispiace… io non sarei dovuto partire… mi dispiace…» Gao Shi De mise le mani sul petto di Zhou Shu Yi, aveva il viso abbassato ed era difficile vedere il suo volto, ma la sua voce esprimeva tutto il dolore che provava. «Possiamo ricominciare tutto da capo? Possiamo ricominciare di nuovo?»

«Quando eri in America, cosa è successo?» Zhou Shu Yi sollevò le sopracciglia, l’altro uomo stava piangendo dopo essersi presentato sulla porta ubriaco, ma non gli era ancora stata data una spiegazione. 

«Shhh…» Premette dolcemente la punta delle dita sulle labbra dell’altro, chinandosi a baciargli il collo sensibile. Sentiva quel calore che da anni gli era estraneo, era come una droga.

Zhou Shu Yi era sdraiato sul divano, guardava il lampadario sul soffitto mentre la sua mente era piena d’odio, ma il suo corpo era ancora troppo sensibile a quel tocco. La sua temperatura corporea aumentò gradualmente e il suo cuore tremò senza fare rumore.

Non poté fare a meno di rilasciare i pugni e allungare la mano per accarezzare quel viso pieno di dolore perché era disposto ad ascoltare le sue spiegazioni. Ma quella concessione lo fece arrabbiare di nuovo, perché era stato il primo a cedere?

«Gao Shi De perché lo stai facendo?»

Le parole di Zhou Shu Yi fermarono quel momento di passione, Gao Shi De guardò la persona sotto di lui, l’uomo che amava da tutta la vita, ma le lacrime continuarono a scorrergli lungo le guance.

«Voglio usarlo e quando penserà di essere tornato insieme a me, gli farò conoscere il dolore di essere stato tradito!»

La conversazione sul tetto era stata tagliente, come un coltello conficcato nel suo petto.

Ci aveva quasi creduto, aveva quasi creduto che quell’uomo fosse disposto a dargli una seconda possibilità. Aveva però scoperto che era veleno avvolto nello zucchero, ma aveva mangiato comunque quelle caramelle perché voleva godersi un po’ di quella dolcezza prima di essere torturato dal dolore.

Gao Shi De, che sembrava un poco meno ubriaco, si alzò e si avvicinò all’altro divano su cui poi si sedette. Si strofinò le sopracciglia cercando di calmare le sue emozioni e disse: «Tu non riesci a capire, vero? Non sai che sei fortunato? Non sai che sei sempre stato protetto?»

«Vado a lavoro. Vattene appena sei sobrio.» Parlare con un ubriaco era una cosa stupida, perché non c’era logica in quello che diceva.

Zhou Shu Yi si mise a sedere, afferrò la valigetta lasciata per terra e lisciò le pieghe del vestito inarcando le sopracciglia, ma mentre si rialzava fu nuovamente tirato indietro dalle mani di Gao Shi De che si alzò, facendolo sedere al suo fianco sul divano.

«Pensavo volessi sapere.» Nel sentire quella frase Zhou Shu Yi arricciò la bocca e fissò freddamente quel viso. Gao Shi De, con la mano destra ancora sopra la spalla, gli accarezzò dolcemente il lobo dell’orecchio perché sapeva esattamente dove toccarlo per accendere in lui il desiderio. Infilò la mano nella giacca e accarezzò dolcemente il suo capezzolo attraverso la maglietta, ma Zhou Shu Yi continuò a guardare il muro, come se il corpo che veniva toccato non fosse il suo.  

«Non senti più nulla?» Gao Shi De sorrise amaramente, fece sdraiare l’uomo sul divano e gli strinse i polsi che stavano ancora cercando di resistergli; gli baciò il collo, poi cambiò posizione per coprirgli le labbra.

«Basta! Gao Shi De… Cosa vuoi fare?» La voce di Zhou Shu Yi venne interrotta dall’invasione della lingua dell’altro nella sua bocca, le orecchie di Zhou Shu Yi erano calde e il suo corpo, più onesto del suo cuore, cedette rapidamente sotto il respiro altrui.

Non si era nemmeno reso conto di aver preso l’iniziativa mentre raggiungeva il collo di Gao Shi De e baciava l’uomo che amava. Era come se fossero tornati indietro, mentre uno si toglieva i vestiti l’altro premeva la pelle nuda contro il corpo caldo del suo amato. 

Era come se non ci fosse stata alcuna separazione, incomprensione o dolore tra loro, proprio come quando erano due studenti e si accendevano baciandosi e abbracciandosi. 

Alla fine aveva abbassato il capo, lasciandosi andare al desiderio e accettando l’ingresso dell’altro. Finché tutto non tornò di nuovo calmo ed i due si rannicchiarono e si addormentarono, aiutati dall’alcol e dalla stanchezza.

**********

La mattina dopo Gao Shi De si svegliò sul divano, si toccò la fronte dolorante e si guardò intorno nella casa da cui era stato cacciato l’ultima volta dal proprietario. «Shu…» Il mal di testa causato dalla sbornia tormentava la sua mente confusa, sollevò la coperta azzurra stesa sul suo corpo e vide il proprio petto pieno di succhiotti. Era completamente nudo, ma non riusciva a ricordare nulla.

«Cos’è successo ieri sera? Ho vomitato? O…»

«Troverai la roba per il bagno in quello degli ospiti. Vai via dopo che ti sei fatto la doccia.»

Proprio mentre cercava di ricordare la notte precedente, una voce familiare lo raggiunse dalle scale. Zhou Shu Yi aveva sottolineato con enfasi la parola “ospite”, era chiaro che volesse mandarlo via. 

Zhou Shu Yi, che indossava un maglione nero e aveva le mani nelle tasche dei pantaloni, gli andò incontro indossando delle pantofole. Camminava piano e con più gentilezza, non con lunghe falcate nervose come al solito. Gao Shi De lo indicò, poi indicò se stesso, ingoiò la saliva e chiese: «Io… tu… noi ieri sera…»

«Non ti ricordi cosa è successo la scorsa notte?»

I bei occhi di Zhou Shu Yi lo fissarono infastiditi e proprio mentre l’atmosfera diventava rapidamente imbarazzante tra i due, una voce proveniente dalla porta aperta li distrasse.

«六 が 帰 っ て 也 た よ» (Papà è tornato!)» Il padre di Zhou Shu Yi teneva tra le mani due sacchetti mentre si dirigeva a passo veloce ad abbracciare suo figlio. Quando notò l’uomo seminudo sul divano, pieno di succhiotti sul corpo, capì subito che avevano fatto qualcosa. All’improvviso allentò la presa sulle buste e i regali caddero a terra. «Gao Shi De! Che ci fai qui? Che cosa hai fatto a mio figlio? Come osi infrangere il nostro accordo?»

Dimenticandosi che suo figlio era in piedi accanto a lui, l’uomo inveì con rabbia contro Shi De che, teoricamente, non avrebbe dovuto conoscere. 

«Vi conoscete?» Zhou Shu Yi guardò i due, che presumibilmente non si erano mai incontrati, ma che sembravano conoscersi.

«Cosa?» Non appena il padre di Zhou Shu Yi sentì la domanda del figlio, fece immediatamente un sorrisetto e scosse la testa cercando di negare. 

Lo strano atteggiamento del padre, il fatto che i due evitassero di guardarsi negli occhi e le parole che Gao Shi De aveva detto la sera prima quando era ubriaco, avevano acceso in lui un campanello d’allarme.

«Tu non riesci a capire, vero? Non sai che sei fortunato? Non sai che sei sempre stato protetto?»

Così guardò Gao Shi De e chiese: «Di quale accordo sta parlando?»

Gao Shi De alzò la testa e guardò Zhou Shu Yi con occhi colpevoli mentre suo padre distolse lo sguardo in preda al panico. Era un padre che non osava guardare negli occhi di suo figlio.

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