EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 6

Adesso le cose sono cambiate

-Mark Masa-

Lasciai l’aula in silenzio, nonostante avessi appena finito di fare i miei calcoli in classe ed i miei amici dovevano ancora finire i loro. Non mi importava, i loro errori oggi non si avvicinavano nemmeno ai miei. Avevo pensato che il mio ‘errore’ sarebbe passato, ma non era stato così.

«Oh, P’Vee, che ci fai qui?» la voce di Fuse risuonò, facendomi guardare il bel ragazzo che camminava verso di noi e che mi sorrise, prima di guardare gli altri ed avvicinarsi.

«Ho portato alcune cose per il tuo amico.» rispose prima di passarmi una piccola borsa.

Non dissi nulla dopo aver ricevuto la borsa. Non avevo visto nulla tranne i documenti di YiWa che mi aveva promesso giorni fa.

«Quindi nemmeno un grazie?» mi chiese dolcemente.

«Uhm … grazie.» risposi senza guardarlo.

«Errrm … beh P’Vee, ho qualcosa da chiedere. Sembra che questo esercizio vada abbastanza bene, quindi sono davvero curioso di sapere come farlo perfetto.» disse Fuse, prima di allargare il foglio sul tavolo.

«Esatto P’. L’insegnante ha detto che va abbastanza bene, ma non siamo sicuri di quali parti siano sbagliate.» Disse Kaman, prima di sedersi di fronte a Vee.

Noi tre eravamo nello stesso gruppo e dovevamo fare la seconda parte insieme. Fuse era la mia luna di facoltà, quindi ovviamente era vicino a Vee che era la luna di due anni fa. Oltre ad essere la luna, aveva anche ricevuto il titolo di facoltà. Quindi aveva sia il cuore della nostra facoltà, sia dell’università. Non avevo bisogno di spiegare la sua storia, si spiegava da sola. C’era anche Kam Phan, quando avevo visto la sua targhetta, ero rimasto scioccato ma quando gliel’avevo chiesto mi aveva detto che era il soprannome dato dagli anziani. Quello era come volevano chiamarlo e alla fine non mi importava nemmeno del suo vero nome e l’avevo chiamato anche io così.

«E allora, non ascolti nemmeno o sai come ottenere la risposta?» Vee mi guardò mentre ero in piedi, prima di sedermi accanto a lui in un posto vuoto. Quella non era la prima volta che lo vedevo qui dopo le lezioni. Ogni volta che appariva era per qualcosa di diverso. Ad esempio, ieri si trattava di parlare di sport con Kam, prima di parlare di ‘cose da luna’ con Fuse, ogni volta che veniva mi guardava per primo, ma la sua ‘ragione’ di essere lì non aveva niente a che fare con me. Una volta che aveva finito di parlare di ciò per cui era venuto, si rivolgeva a me e mi chiedeva cose stupide. Cercavo di ignorarlo o di non essere interessato a ciò che diceva ma continuava fino a quando non ero costretto ad arrendermi. Eroo così seccato da lui.

«Perché ti stai accigliando, Mark? Se non sorridi come attirerai tutti i ragazzi?» Kampan disse, pensando che mi stesse insegnando. Quel ragazzo era piuttosto bello, non molto alto, ma la sua pelle era bianca e si vestiva bene e quindi chiaramente, aveva i soldi.

«Sorridi troppo e i denti cadranno.» Disse Fuse prima di voltarsi.

«È Khampan, dillo bene.» rispose Kam.

«È davvero il tuo nome?» Chiese Vee.

«Beh, è quello che tutti voi volevate che fosse. Forse un giorno lo farò cambiare ufficialmente anche a mio padre.»

«Giusto Kamphan è Kam.» replicò Vee con noncuranza prima di tornare al suo lavoro.

«Puoi farlo?» Chiese Fuse sporgendosi verso Vee.

«Non ho ancora avuto la possibilità di leggere tre numeri, dammi più tempo per vedere il resto del problema.» Disse Vee, dando un’occhiata a Fuse.

«Mi dispiace P’.» rispose il mio amico sedendosi di nuovo.

«Ecco, ragazzi avete torto.» esclamò Vee indicando il foglio, ma non mi preoccupai nemmeno di guardare a differenza dei miei amici.

«Oh, ecco Mark, vieni a vedere.» Mi girai mentre Kam mi mise il braccio attorno al collo costringendomi a guardare. Nel farlo, anche se mi aveva fatto avvicinare molto la testa a Vee, feci finta di non preoccuparmi e guardai il foglio.

«Capisci?» Si voltò per chiedermelo, la sua bocca era molto vicino alla mia guancia. Se non mi fossi ritirato rapidamente, sicuro lui lo avrebbe capito ma dato i miei movimenti, nessuno sembrò notarlo.

«Um …» risposi dopo essermi seduto dritto. Diedi una sbirciatina al viso di Vee, ma lui annuì e basta.

«Non è così sbagliato, solo alcuni numeri. Se cambiamo l’unità, allora è giusto.» Disse Vee, indicando l’equazione e insegnandoci nel modo giusto.

«Non sa che diavolo sta facendo in questo momento. È distratto, sbaglia tutto a causa del cuore spezzato. È come se morisse. Non lascerò mai che accada, sono così bello da morire.» Disse Fuse scuotendo la testa avanti e indietro. Volevo davvero spingere quel ‘bel ragazzo che non ha mai avuto il cuore spezzato’.

«Dove lo taglio il cuore?» Kam chiese sia a me che a Vee, alzai lo sguardo sul viso di Vee, prima di girare la testa dall’altra parte.

«Posso solo tagliarlo come la carta.» gli risposi.

«Qualunque cosa accada, non lasciare che rovini la tua istruzione.» La persona accanto a me disse ferocemente. Sembrava così arrabbiato che dovetti alzare lo sguardo, il che fu un errore perché mi stava chiaramente fissando. Se non mi sbagliavo, non solo sembrava feroce ma anche preoccupato.

«Sì.» risposi dolcemente, evitandolo ulteriormente, afferrando carta e penna prima di cercare la risposta corretta.

«Cosa? Come sei così intelligente? Lo ha spiegato solo una volta.» Disse Fuse guardandomi lavorare.

«Nessuno è così stupido come te e deve farsi spiegare le cose dieci volte.» replicò Kam.

«Urgh, sono stupido e non ricco, non possiamo essere tutti grandi come te.»

«Non capisco una cosa che P’Vee ha spiegato. Me la spieghi di nuovo domani?» Si lamentò girandosi per chiedermela.

«Vi spiegherò di nuovo tutto.» dissi loro, facendoli sorridere. Non erano stupidi, non si concentravano mai quando studiavano quindi spesso dovevo rispiegare le cose.

«Quindi … oggi prenderò in prestito il tuo amico.» disse P’Vee.

«Quale P’?»

«Lui.» Mi indicò e Kam e Fuse si guardarono confusi. Non sapevo cosa fare, quindi mostrai una faccia seria e feci finta che non ci fosse niente di strano.

«Mark?»

«È questo Mark? Se è così allora sì, lo sto prendendo in prestito.»

Disse alzandosi e tirando anche il mio braccio per alzarmi. Volevo rimanere forte, rifiutare, ma non sapevo perché non potevo farlo ed accettai di seguirlo sulla sua moto. Quando arrivammo lo guardai confuso e lui mi sorrise.

«Dove stai andando?»

«Andiamo al cinema.» rispose piano ed io rimasi lì accigliato e confuso.

«Andiamo a casa.» Risposi. 

È pazzo? Non vedrò film stupidi con lui. Perché vuole che vada?

«La mia casa non ha un cinema.» Replicò con un sorriso.

«Non sono dell’umore giusto per le tue battute.» dissi prima di voltarmi pronto ad andare via.

«Non sto scherzando, se sei ancora così solo e con il cuore spezzato, allora voglio che tu venga a vedere un film con me per alleviare lo stress.» Vee mi seguì, afferrandomi per il braccio e tirandomi indietro verso la moto. Gli staccai la mano facendolo voltare a guardarmi.

«Perché devo venire?»

«C’è un nuovo film e non voglio andare da solo.»

Ero tranquillo, stavo solo fissando la persona di fronte a me, mi dava già abbastanza fastidio che mi girasse attorno ogni giorno. Mi diede una pacca sulla spalla alcune volte prima di spingermi in avanti.

«Non voglio venire.»

«Cosa? Ti manca Bar così tanto che ora non vuoi fare nulla? Hai solo un passato? Non hai un futuro? Vuoi rimanere intrappolato con loro per sempre e non essere mai più felice?» Mi fissò intensamente e non capivo perché lo stava facendo.

«Perché vuoi venire con me?»

«Beh, con chi dovrei andare? Con i tuoi due amici che ti hanno lasciato da solo?»

«Ok, ma perché vuoi venire con me?»

«Urgh fastidioso … ho già detto prima che non voglio che tu sia solo, voglio che ti rilassi.»

«Perché non vai con la tua ragazza?» chiesi ancora non capendo davvero.

«Ploy sta studiando.»

«E i tuoi amici?»

«Perché me lo stai chiedendo? Se volessi andare con degli amici non sarei qui a chiedertelo.»

Quella era la sua ragione? Non capivo ancora perché volesse venire con me.

Anche se non capivo, andai comunque con lui. Non era strano vedere un film con qualcuno, non significava nulla e stavamo solo andando al cinema. Non capivo cosa stava facendo, dovevo continuare a ricordare a me stesso che non eravamo nulla, tutto ciò che facevamo non equivaleva a nulla. Eravamo solo conoscenti, senior e junior della stessa facoltà. Quindi perché mi sembrava diverso?

Poteva sembrare brutto ma pensavo a Vee sempre di più nel mio tempo libero. Soprattutto nella mia stanza, forse perché era lì che l’avevamo fatto o forse solo perché al momento passavo così tanto tempo lì dentro. Dopo essersi scusato, avevamo iniziato a parlare in modo carino e più spesso. Aveva cominciato a frequentare regolarmente il mio gruppo di amici ed essendo questi bravi ragazzi sempre rispettosi, significava che dovevo farlo anch’io. Lo vedevo così spesso che avevo iniziato a pensare a lui più che a Bar.

«Cosa dovremmo guardare?» Vee si girò per chiedere, in piedi davanti alla programmazione dei film.

«Pensavo avessi detto che c’era un nuovo film che volevi vedere.»

«Huh … hai davvero ascoltato quello che ho detto?» Vee mi guardò sorridendo. Eravamo solo noi due a parlare, perché non avrei dovuto ascoltare?

Scelsi di stare zitto, ci fissammo e poi mi girai a guardare il programma. C’era un nuovo film d’azione che Fuse e Kam avevano visto di recente ma non ero potuto andare.

«So già cosa voglio vedere, ma ti sto chiedendo In caso ci sia qualcosa di specifico che vuoi vedere.»

«Quello.» dissi indicando il film d’azione.

«Non mi piacciono i film d’azione, questo è quello che voglio vedere. Vado da solo.» Vee disse prima di camminare per mettersi in fila senza nemmeno aspettare che io potessi dire qualcosa. Sospirai a gran voce, perché aveva chiesto la mia opinione se non aveva intenzione di ascoltare?

Quando aveva detto che non gli piacevano i film d’azione, avevo pensato che avrebbe almeno scelto qualcosa con fantasmi o sangue, ma era qualcosa di completamente diverso. Mi aveva portato a guardare l’ultimo film d’amore più noioso. Era stupido? Aveva dimenticato che avevo il cuore spezzato e mi stava costringendo a guardare una storia d’amore?

«Guardalo e non piangere.» mi disse.

«Non sono così ritardato mentale.» risposi piano. Portando la soda alla bocca, guardai una donna che osservava due uomini che si mostravano e confessavano il loro amore. Gli attori si erano comportati bene, avevano creato l’umore giusto e avevano fatto sorridere molte persone in teatro. Non ero uno di loro. Mi ero appena seduto e avevo fissato quell’amore confuso senza nome tra quelle due persone.

Se vuoi guardare gli amanti perfetti, Tossara è davvero un argomento caldo in questo momento.

«Mark … non è fantastico?» La persona accanto a me chiese piano.

«Cosa vuoi che dica?» risposi lentamente. Come faceva ad essere divertente? Avevo il cuore spezzato, poi avevo dormito con qualcuno che aveva già una ragazza e che mi aveva portato lì. Come faceva ad essere divertente un film d’amore?

«È divertente da guardare, no? Mi manca vederti felice.» disse prima di mettermi il braccio attorno alla spalla.

«Levati.»

«Ti ho portato a vedere questo film, ho pensato che se fossi venuto a vederlo con me saresti stato felice.» Mi sussurrò all’orecchio così mi voltai a guardarlo, facendogli un sorriso a modo mio. Era buio qui, ma potevo vederlo chiaramente, volevo davvero chiedergli perché faceva tutto questo, sentiva qualcosa? Ma avevo troppa paura della risposta.

E dal momento che era così, non volevo stare vicino a lui.

Dopo essere usciti dal cinema, andammo a cercare del cibo. Passammo davanti a molti ristoranti ma lui non sembrava voler entrare in nessuno di essi. 

«Cosa dobbiamo mangiare? Mi hai portato a vedere il film, io posso pagare per il cibo.» mi fermai di fronte a un famoso ristorante giapponese e mi girai di nuovo verso la persona accanto a me.

«Ehi, no, ti ho chiesto di venire quindi pago io.» rispose.

Non dissi niente, lo fissai e basta. In mezzo al silenzio tra di noi, Vee si limitò ad osservarmi di rimando, i suoi occhi luminosi. Era come se potessimo comunicare e capirci senza nemmeno dire una parola. Dopo esserci fissati per un po’, i suoi occhi si ammorbidirono e sospirò sconfitto.

«Ok facciamo a metà, va bene?»

«Sì« risposi. Era meglio fare a metà, non volevo essere in debito con lui.

«E cosa vuoi mangiare?» Chiese Vee.

«Scegli tu…»

«Non affidarti solo a me per trovare la risposta. In tal caso, per me possiamo tornare indietro e mangiare due blood salad (N/T:un piatto thai) all’inizio del vicolo.» Non sembrò felice, sollevai le sopracciglia fissandolo e lui si accigliò.

«Cosa c’è che non va?» chiesi mentre lo osservavo.

«Niente.» lui rispose prima di voltarsi, smisi di prestare attenzione e mi guardai intorno per vedere se invece ci fossero ristoranti in cui volevo andare.

«Direi pollo alla griglia.» dissi indicando un famoso ristorante di pollo e Vee annuì prima di andarsene.

Non ero sorpreso che ci fossero persone che ci fissavano, potevano sembrare un po’ strani due uomini che si seguivano nel centro commerciale. Non mi importava, perché avrei dovuto? Non mi importava davvero dei pensieri degli altri. Ma a quella persona davanti a me sembrava di si dato che stava aggrottando le sopracciglia, prima di lanciarmi un’espressione feroce. Capii che non gli piacevano davvero i pettegolezzi, ma che importava? Non era come se avessi creato la storia.

«Perché le persone ci guardano?»

«Davvero non lo sai?» risposi e lui mormorò qualcosa in silenzio che non riuscii a sentire, quindi gli chiesi di ripeterlo.

«Ho detto che il ragazzo al tavolo ti sta fissando.» disse Vee annuendo. Guardai con la coda dell’occhio ma era solo uno studente delle superiori quindi non me ne importò.

«Ok e…»

«L’intero gruppo di ragazzi ti sta guardando come se volessero divorare te, non il loro pollo.» Quando lo disse mi girai vistosamente per guardarmi intorno. C’erano sia ragazzi carini che uomini molto belli dappertutto, ovviamente ero lì per mangiare dopo le lezioni.

Tutto venne presto dimenticato quando arrivò il cibo che aveva un buon sapore, era facile da mangiare perchè non era troppo salato. Il pollo era croccante all’esterno e morbido all’interno, si diceva che fosse perché i suoi metodi di produzione erano diversi dagli altri. In realtà non ne sapevo molto, ad essere sincero, volevo solo mangiarlo.

«Penso che il gusto non sia cattivo, abbastanza delizioso.» Disse la persona di fronte.

«Perché stai facendo quella faccia?» Alzai lo sguardo su Vee che sembrava feroce. A chi importava se era gustoso o no, dovevo esprimerlo sul mio viso? L’avevo già provato da solo, quindi sapevo com’era senza doverlo mostrare.

«Ti ho costretto a venire qui?» chiese Vee abbassando lo sguardo, giocando con il suo pollo prima di raccoglierlo per mangiare.

«Beh, non ero esattamente disposto a venire.» risposi piano, più interessato al riso nel mio piatto.

«Volevo solo che ti divertissi un po’. Non fare le cose con quella faccia come se dovessi morire ogni volta che ti vedo. Mi sento in colpa.» replicò seriamente.

«Perché dovresti sentirti in colpa? Non hai fatto niente di male.»

«Tu …» la sua voce scomparve nella gola quando i nostri occhi si incontrarono. «Non ti voglio continuamente bloccato nel passato. Per ora e in futuro, puoi avere di più. Solo …»

«Se stai parlando di Bar, sto bene.» Lo interruppi prima che potesse finire, lui inarcò le sopracciglia come se volesse che mi ripetessi, ma io no, non lo feci. Lo guardai appena, era abbastanza.

«Che diavolo? Dopo solo poche settimane stai dicendo che stai bene? Non ti credo. Guarda il tuo viso, posso dirlo, sembra che tu abbia così tante cose in mente.» incalzò Vee.

Accettai di cuore il rimprovero perchè avevo molte cose a cui stavo pensando ma non capitava spesso di pensare a Bar. Il fatto che non stessi pensando alla persona che aveva causato il dolore, mostrava che doveva esserci qualcos’altro che stava portando via la mia attenzione. Non volevo ammettere che la persona che aveva sostituito Bar era quella seduta di fronte a me. Scommisi tutto che Vee non sapeva nemmeno che ciò che stava facendo oggi e mi stava facendo pensare troppo.

Ero contento di non pensare più a Bar e che potevamo tornare a essere fratelli. Per quanto riguardava il suo ragazzo, andava bene che potesse occuparsi di Bar. Stavano molto insieme e spesso non dovevo più vederli in giro, sui social media o nelle chat di gruppo. Per quanto riguardava la persona seduta di fronte a me, sembrava essere ovunque, appariva sempre. Anche quando non facevo nulla, veniva e prendeva il controllo, come adesso. Davvero non capivo perché lo stesse facendo.

«Non penso più a Bar.» risposi. Quella era un’altra cosa che non capivo, perché continuava a supporre che stessi pensando a Bar quando quello a cui pensavo era lui che era seduto di fronte a me? Era più probabile che pensassimo alla persona che vedevamo ogni giorno, non a quella che si trovava in lontananza.

«Allora, a cosa stai pensando?»

«Perché ti importa?» ribattei invece di rispondere alla sua domanda.

«Non devi rispondere.» disse con aria scontenta. «Dipende da te, è solo che sono curioso, nel caso sia qualcosa con cui posso aiutarti…»

«Penso che se è quello che penso, allora non sarai in grado di aiutarmi.» risposi appoggiandomi alla sedia, guardando il volto confuso della persona di fronte.

«Onestamente mi sento ancora in colpa e vorrei redimermi. Quindi se posso aiutarti …»

«Se è solo perché ti senti in colpa, non c’è bisogno di fare nulla. Non ho rancore.» dissi interrompendolo.

«Ma io si.» replicò, fissandomi finché non dovetti sospirare arrendendomi.

«Senti, se c’è qualcosa in cui mi puoi aiutare, allora ti farò sapere ok?» risposi delicatamente, evitando il contatto visivo.

«Va bene. Sii un bravo ragazzo e parlamene.» Disse sorridendo.

«Hai solo un paio di anni più di me.»

«Sono il tuo P’?» chiese.

«Bene, sì.»

«Sei venuto a casa mia.» Quindi emise un suono feroce, i suoi occhi acuti mi fissarono ed io ricambiai.

«… sì.» Anche se ero sicuro che i miei occhi fossero forti, dopo aver incontrato quelli di Vee non ero così sicuro di sapere come nascondermi.

«Bravo ragazzo.» O forse sapevo come, ma non volevo proprio.

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Mary

Sono troppo felice di poter rileggere questa novel della quale sono perdutamente innamorata

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