LOVE UPON A TIME – CAPITOLO 6

Attaccamento mentale

Erano passate quasi due settimane da quando ero venuto a vivere nella casa di Phraya Phichai Phakdi. Phraya e zia Ying si prendevano molta cura di me, come se fossi un membro della loro famiglia. Persino le persone arroganti della casa a cui non piacevo non osavano contrastarmi. Probabilmente era perché Klao era aggressivo con tutti. La maggior parte della servitù di quella casa era buona con me e, poiché non mi comportavo come il loro capo, mi trattavano ancora meglio.

Si poteva anche dire che ero stato fortunato ad avere il corpo di Klao. Non volevo nemmeno pensare a come sarebbe stato se fossi finito in quell’epoca come uno schiavo. La vita di uno schiavo dipendeva interamente dal carattere e dalla buona grazia del padrone. Se avevi un buon maestro, eri fortunato. Ma se uno schiavo aveva un padrone capriccioso, non era diverso dall’essere un sacco da boxe vivente. Sentivo spesso pettegolezzi da parte degli schiavi su altri schiavi picchiati a morte o feriti. Seriamente, anche se fossi sopravvissuti, sarei stato uno storpio. Se fossi diventato schiavo in una casa del genere, probabilmente avrei scelto di annegarmi.

«Sei pieno?» La persona che mangiava accanto a me parlava con voce profonda, mentre ero perso nei miei pensieri.

«Sì.» risposi mentre mi voltavo per guardare Phop, che era nella sua uniforme, sollevando un bicchiere di acqua al gelsomino da bere.

Dal giorno in cui la gente aveva spettegolato su di me (intendo, su Klao), mentre camminavo per il mercato e Phop era venuto a proteggermi, avevo iniziato a vederlo con più gentilezza e simpatia. Sapevo infatti che non era una persona cattiva, che era restio a trovarmi difetti perché aveva buon senso. Ma quel sorrisetto mi dava fastidio, così fastidio che mi aveva fatto nutrire un leggero pregiudizio nei suoi confronti. Ma dopo quel giorno in cui mi aveva difeso, provai a parlargli più spesso, con parole più gentili, almeno per esprimere gratitudine a nome del vero Klao.

Mi ha protetto a rischio della sua reputazione. Dovrei essergli grato, vero?

«Il cibo non è gustoso?» chiese.

«È delizioso.»

«Allora, ti senti male?»

«No, sto bene. P’Phop, perché pensi che io sia malato?»

«Pensavo fossi malato quando non ti ho visto chiedere altro riso o snack, come fai di solito. Avrei chiesto a Jom di darti un’occhiata.» I suoi occhi acuti brillavano mentre mi prendeva in giro, facendomi accigliare in risposta.

Beh, non si sta prendendo gioco del mio appetito?

«Zia, puoi prendermi delle arance?» chiesi al capo servitore, che era accovacciato non lontano.

«Sì, Khun Klao. Quante ne vorresti?»

«Ne basterebbero uno o due per rassicurare la gente da queste parti che sto bene.» misi l’accento sull’ultima parola mentre lo guardavo, sorridendo. Poi presi un’arancia dalla serva, la sbucciai, mi misi in bocca uno spicchio e masticai.

Diventavo sempre paranoico ogni volta che diceva qualcosa. Forse era perché tendevo ad essere una persona di parte, ma anche lui era proprio così. Avevo provato a vederlo sotto una luce positiva e a parlargli, ma mi dava sempre sui nervi in ​​questo modo.

Quindi non vuoi che abbiamo un buon rapporto, è così? pensai. 

«Okay, sono felice di vedere che hai di nuovo un sano appetito.» disse Phop con un sorriso prima di voltarsi per ordinare alla serva di portare un’arancia anche a lui. Feci una pausa mentre masticavo e mi portai la mano alla guancia.

A proposito di appetito, da quando ero lì mi sembrava di mangiare di più. Nonostante non esistesse alcun vero glutammato monosodico in quei tempi storici, cucinavano comunque cibi incredibilmente deliziosi, sia fatti in casa che acquistati in un negozio. Forse la combinazione di ingredienti freschi, insieme all’artigianato tradizionale, era la ragione della bontà del cibo. La maggior parte della materia prima veniva pescata dalla servitù di casa; si chinavano per catturare i gamberetti e in un attimo il cestino si riempiva. Imparai che Ayutthaya era come una piantagione, non c’era alcuna esagerazione in questo.

Poter gustare cibo delizioso era una benedizione, quindi chiedevo sempre più riso quasi a ogni pasto. Anche adesso, quando mi guardavo allo specchio, sentivo che le mie guance erano diventate molto più grandi di prima. Vorrei solo poter ritrovare velocemente la strada di casa. Altrimenti, se restassi qui ancora per molto, diventerei molto grassottello!

«Non vai da nessuna parte oggi?» chiese Phop mentre sbucciavo la mia seconda arancia.

«No, penso che resterò a casa a leggere un libro.» risposi, dopo essermi infilato in bocca un altro pezzo d’arancia.

Anche se finalmente ero stato liberato dalla “prigione” in cui mi aveva rinchiuso Phop, avevo deciso di restare in silenzio e di comportarmi come un bambino obbediente ancora per qualche giorno per guadagnare la sua fiducia. Invece, avrei indagato e avrei cercato altri tipi di prove proprio qui, in questa casa.

«Oh, sì, Phop! Ho qualcosa da chiederti. Se hai un giorno libero, insegna a Klao come andare a cavallo. Nong ancora non sa cavalcare.» disse Khun Ying Prayong, quasi facendomi soffocare con la mia arancia.

«Va tutto bene, zia, io-»

«Anche io penso che sia una cosa buona. Un uomo dovrebbe possedere queste abilità. Phop dovrebbe anche aiutare a prendersi cura del più giovane.» aggiunse Phraya.

«Sì, gli insegnerò io stesso,» rispose Phop in tono umile e mi guardò con un’espressione imbarazzata.

Dire di no davanti agli adulti sarebbe stato scortese, quindi dovetti rimanere in silenzio.

«Nei miei giorni liberi ti insegnerò a cavalcare.» continuò Phop.

«… Va bene.» accettai, non avendo altra scelta. Appena vidi le sue labbra curvarsi leggermente verso l’alto, ebbi voglia di lanciare una buccia d’arancia su quel bel viso.

Stai pensando di provare a provocarmi di nuovo mentre mi insegni? Oh, assolutamente no, non imparerò da te!

Dopo aver finito di mangiare la frutta, Phraya e Phop andarono al lavoro. Osservai di nascosto le cameriere e notai che i loro occhi erano sempre pieni di adorazione quando eseguivano gli ordini del figlio del padrone. Era qualcosa che avevo notato fin dal primo giorno in cui avevo messo piede in quella casa.

Dopo aver scoperto che Phop non era sposato, lo osservavo con discrezione quasi tutto il tempo. Nonostante la presenza in casa di numerose adorabili e bellissime ancelle, sembrava disinteressato a tutte. A volte si accigliava addirittura se cercavano di essere affascinanti, ma non potevo biasimarle per averci provato. Come già detto, essere un servitore a quei tempi era arduo. Essere moglie era considerato un miglioramento della vita. Phop, essendo bello e completamente single, naturalmente lo rendeva un bersaglio.

Beh, poteva darsi che fosse semplicemente uno snob e quindi non gli piacessero le donne di basso rango. Tuttavia, durante le nostre uscite per guadagnare meriti e visitare insieme il mercato, avevo visto giovani donne attraenti e ben vestite fare gesti timidi quando lo guardavano negli occhi. Eppure sembrava imperturbabile, sorrideva loro solo per gentilezza e poi le ignorava completamente. A volte cominciavo perfino a credere alle supposizioni degli abitanti del villaggio secondo cui avesse davvero una disfunzione sessuale.

«Khun Klao, ecco i libri che ci hai chiesto di portare dalla vecchia casa.»disse umilmente Chuay. Alzai lo sguardo verso le scale e vidi due servi che trasportavano un grosso baule di legno. Ordinai loro di riporre il baule nella stanza e poi lo aprii per esaminarne il contenuto.

Inizialmente, toccavo raramente le cose di Klao, credendo di non dover manomettere arbitrariamente le proprietà di altre persone. Tuttavia, nella mia ricerca di indizi, era diventato fondamentale sapere tutto di lui. Iniziai a esplorare i pochi oggetti personali che possedeva, poiché non aveva molti effetti personali. Anche la sua collezione di indumenti era molto più piccola di quella posseduta da altri.

Il servitore mi disse che Klao era una persona molto parsimoniosa. Raramente sprecava soldi in vestiti o accessori stravaganti. Invece, le uniche cose che Klao avrebbe acquistato erano i quaderni e i libri ammucchiati sul fondo del baule.

Presi un grosso quaderno rilegato e lo girai. In esso erano scritte fasce di lettere splendidamente disposte. La calligrafia era molto bella, proprio come quella di qualcuno che ha sempre scritto a mano. Anche se non riuscivo a leggerne alcuni, potevo dire che ciò che era stato scritto erano le regole della legge e della moralità nel lavoro dei dipendenti pubblici.

Chuay mi raccontò di come Khun Klao leggeva libri ogni giorno durante la sua permanenza a Phichit mentre si preparava per il futuro servizio governativo, con una punta di tristezza nella voce.

La copertina del taccuino che avevo in mano era moderatamente danneggiata. Evidentemente era stato aperto numerose volte. Più prendevo in mano vari libri e quaderni, più mi rendevo conto che Klao era una persona molto desiderosa di imparare. 

E le sue aspirazioni a entrare nella pubblica amministrazione? pensai. Un sentimento oscuro invase il mio cuore solo al pensiero che i suoi sogni fossero andati distrutti in un batter d’occhio, mentre perdeva la sua famiglia e tutta la sua felicità.

Era davvero determinato a riuscirci e non mi sorprendeva che avesse sofferto così tanto.

«È tutto quello che ho?»

«Sì, alcuni dei beni sono stati ripresi come tesori, lasciando solo alcuni scrigni d’oro e gioielli. Per quanto riguarda questo baule di libri, inizialmente mi ha ordinato di lasciarlo a casa a Phichit, non volendo riportarlo a Phra Nakhon. Tuttavia, io e gli altri servitori lo abbiamo portato segretamente nel caso in cui… lo volesse di nuovo,» Il giovane disse l’ultima frase a bassa voce. Guardai il baule prima di decidere di chiuderlo.

«Grazie mille. Puoi andartene. Vorrei stare un po’ da solo.»

«Sì.» Il servitore personale chinò la testa e sgattaiolò fuori silenziosamente. Mi avvicinai al letto per sdraiarmi ed emisi un lungo sospiro.

Gli effetti personali di Klao non mi avevano dato nuovi indizi. Dovevo aspettare pazientemente fino al momento di uscire di nuovo di casa. Anche adesso ero rimasto stupito dallo strano atteggiamento di quel bandito. Ovviamente dietro il motivo per cui si era comportato in quel modo doveva esserci qualcosa di più. Tutto quello che sapevo era che Klao e Cherd non andavano d’accordo. Non sapevo altri dettagli, quindi dovevo fare affidamento sul chiedere ad altre persone. Avevo già cominciato a pensare a dove avrei trovato le informazioni.

Avevo già corso il rischio di essere sgridato da Phop, quindi ora era importante che mi comportassi bene. Quando si sarebbe presentata l’occasione di uscire di casa, avrei dovuto prestare la massima attenzione, mantenendo nascoste le mie tracce e non permettendo al detective di scoprire nulla.

**********

Non c’era molto da fare in un mondo senza cellulari o Internet. Essendo di nobile discendenza, non avevo molto lavoro da fare. La maggior parte del mio tempo libero lo trascorrevo giocando con i figli dei servi o assaggiando il cibo per la caposala.

All’inizio i servi non erano abituati al fatto che passassi del tempo con loro. Tentarono gentilmente di riportarmi a casa perché potessi fare qualcos’altro, dicendo che un padrone come me “non avrebbe dovuto mescolarsi con i servi”. Tuttavia, ero solo e desideravo un compagno con cui chiacchierare e giocare, quindi avevo mantenuto la mia posizione ed ero rimasto con loro. Dopo diversi giorni probabilmente i servi si erano stancati di cercare di dissuadermi e invece si avvicinarono gradualmente a me.

«Khun Klao, le piacerebbe provare questo khanom cha-mod?» risuonò la voce di zia Muan, la domestica della casa. Zia Muan era una donna di mezza età, circa sessant’anni, che aveva l’abitudine di masticare noci di areca finché i suoi denti non diventavano neri. Sebbene parlasse ad alta voce, in realtà era una persona gentile, mi chiedeva sempre se volevo altro riso e mi offriva sempre spuntini o frutta tra i pasti. Era uno dei motivi principali per cui le mie guance si erano gonfiate.

«Di cosa è fatto, zia?» le chiesi mentre fissava la pentola di ottone davanti a lei, che conteneva delle focacce rotonde che galleggiavano nell’olio bollente.

«È fatto con fagioli mung messi a bagno in acqua, sale e pepe, poi ricoperti con farina di riso glutinoso e poi fritti. È delizioso.» Le sue mani rugose mi offrirono un piatto di dolcetti. Lo tenne in mano per un momento e me ne diede uno. Lo accettai e ne presi un morso, socchiudendo gli occhi con soddisfazione.

«È delizioso, vero?»

«Molto delizioso. Gli snack di zia Muan sono i più deliziosi.» Diedi un altro morso allo spuntino mentre sorridevo, i miei occhi brillavano di gratitudine.

«Ah, chiamami Yi’Muan. Se il maestro chiama i servi in ​​quel modo, è come fare offerte per i fantasmi.»

Scoppiai a ridere e presi un altro boccone del dolce.

Durante questo periodo, era comune per i padroni riferirsi ai propri servi come “Ai” o “Yi”, ma poiché non ero abituato a questa pratica, preferivo usare i loro nomi o titoli. Tuttavia, chiamare i servi più anziani come “zia” o “zio” era accettabile, come zia Muan, che si lamentava ogni volta che la chiamavo così. Diceva che un padrone non avrebbe dovuto avere rapporti intimi con i suoi servi e che anch’io non potevo chiamarli come volevo.

Per quanto riguarda Phop, notai che chiamava semplicemente i più giovani Ai o Yi, e usava pronomi come “Gu” e “Meung”. Parlava educatamente anche con i servi più anziani. Sembrava che non volesse mancare di rispetto agli anziani.

«Beh, ti chiamerò semplicemente zia Muan.»

«Khun Klao!» La zia girò il viso come se volesse svenire. Iniziai a ridere, presi altri snack e diedi qualche boccone.

«Cosa fai?» Una voce forte risuonò da fuori. Guardai la figura forte di Phop che entrava nella zona della cucina e masticai l’intero raviolo senza pensare a rispondere, quindi zia Muan rispose per me.

«Ho invitato Khun Klao a provare il dessert khanom cha-mod. Than Muen, non ne vuole un po’ anche lei?»

«Puoi darmelo dopo il pasto, lo avrò insieme alle bevande.» disse Phop. Notai che aveva in mano una bottiglia di alcol.

«Quello… dove l’hai comprato?» chiesi.

«Non l’ho comprato. Un conoscente ha portato questo liquore da Vilanda*. Ha un sapore abbastanza buono.»

*(N/T: Olanda.)

Questa affermazione suscitò la mia curiosità. Sembrava che quello che Phop aveva in mano fosse vino europeo. Considerai pensieroso la bottiglia che aveva in mano. Anche se non ero particolarmente amante del consumo di alcol, all’improvviso mi chiesi se l’alcol del passato avesse lo stesso sapore di quello del mio tempo.

«P’Phop, se stasera bevi, posso assaggiare anch’io?» chiesi, notando che alzava leggermente le sopracciglia scure.

Non rispose.

«Non ho mai assaggiato liquori stranieri e vorrei solo sapere che sapore hanno.» subito sottolineai. «Fammi provare una volta.»

Alzò le sopracciglia, rimanendo ancora una volta in silenzio, e rendendomi nervoso.

«No.» disse scuotendo la testa. «Ricorda, Jom ti ha ordinato di smettere di bere per sempre.»

«Non l’ho dimenticato. Non ho intenzione di ubriacarmi. Voglio semplicemente dare un piccolo assaggio. Un sorso non mi farà ubriacare.» affermai, facendo del mio meglio per convincerlo. Phop fece una pausa per un momento, prima di sorridere leggermente.

«In tal caso, se me lo chiederai gentilmente, ti verserò un bicchierino a piacere.» decise.

Sollevai un sorriso, facendo appello a tutte le mie forze. «P’Phop, lasciami avere un po’ di alcol, per favore.» chiesi.

«Non così.» scosse la testa.

Cosa diavolo?! Ho parlato nel modo più dolce possibile. Cos’altro vuole?

«P’Phop, per favore lascia che Nong beva un po’ di alcol, per favore.» mi istruì.

Rimasi senza parole.

«Se lo chiedi in modo così dolce, Phi potrebbe permetterti di bere.» Il suo sguardo penetrante incontrò il mio, lasciandomi momentaneamente sbalordito.

Vuole davvero che mi chiami Nong? Penso che suoni… cringe, ma suppongo che sia accettabile, no?

«Se non lo chiedi in questo modo, non ti permetterò di bere.» aggiunse.

«Sì sì, va bene, lo farò.»

Il desiderio di assaggiare il vino superò ogni vergogna che avrei potuto provare nel supplicarlo. Feci un respiro profondo prima di esprimere la mia supplica. 

«P’Phooop, per favore permetti a Nong di godersi un po’ di alcol con te, per favoree⁓» implorai.

«Molto bene. Stasera, dopo cena, prenderemo qualcosa da bere.» sorrise debolmente. I suoi occhi scuri erano così pieni di soddisfazione che distolsi lo sguardo.

Non sapevo se ero solo io, ma sembrava che il tempo oggi si fosse riscaldato in un modo strano.

******

POV Narratore esterno

Quel giorno, dopo cena, la serata andò diversamente dal solito. Phop rimase seduto nel patio, a differenza di tutti gli altri che dopo aver mangiato se ne erano andati per la loro strada, ritirandosi a letto. Accanto a lui c’erano una bottiglia di liquore e un piatto di stuzzichini, le stelle e la luna brillavano luminose nel cielo scuro, a tenergli compagnia.

Mentre la fresca brezza notturna soffiava sul suo corpo, sentì il tonfo della bottiglia che entrava in contatto con la piattaforma di legno su cui era seduto. Non era colpa sua, ma del suo compagno di bevute della serata.

«Ha un sapore davvero buono.» disse una voce profonda con uno strano accento. Sembrava soddisfatto e compiaciuto, il suo dolce viso splendeva.

«Ha un sapore strano. Non è come il liquore del nostro Siam* . Non ti pare?» chiese Phop mentre versava altro liquore nel bicchiere. Klao annuì, i suoi occhi rotondi scintillavano come quelli di un bambino che aveva appena ricevuto un giocattolo.

*(N/T: antico nome della Thailandia.)

«Non è troppo forte e non mi fa male alla gola. È fantastico. Potrei averne un altro, per favore?»

«Ecco.» Phop versò il drink nel bicchiere mentre guardava Klao prendere l’antipasto. L’espres sione rilassata sul viso di Klao fece sorridere Phop senza rendersene conto.

Era un uomo che credeva nell’intuizione e nei propri pensieri, e qualcosa gli diceva che c’era qualcosa di diverso in questa persona. Anche se nutriva ancora dei dubbi, più trascorrevano del tempo insieme, più Phop vedeva l’ombra dello stesso nong di prima di trasferirsi a Phichit. Poteva vedere il ragazzo che mostrava umiltà con gli adulti, che era determinato quando faceva qualcosa. Ciò fece gradualmente diminuire i suoi sospetti. Anzi, il suo sospetto veniva sostituito da un sentimento di debolezza e impotenza quando l’altro si comportava in modo sfacciato.

«Rallenta o ti ubriacherai presto.» lo ammonì Phop, quando vide il più giovane bere il bicchiere in un colpo solo per la seconda volta. Le labbra di Klao si contrassero per il fastidio.

«Non sono più un bambino. Non mi ubriaco facilmente.» ribatté subito. Se ci fosse stato qualcosa in lui che fosse cambiato, sarebbe stato quello.

In passato, Klao avrebbe obbedito ad ogni parola, ma ora? Phop notò che non importava quanto cercasse di convincerlo, lui ribatteva.

«P’Phop, ne voglio un altro po’…»

«No.» rispose Phop in tono fermo.

Jom lo aveva già avvertito di non dare alcolici a Klao troppo spesso, ma era in momenti come questi che non aveva la forza di rifiutare la richiesta di Klao. Quei suoi occhi luminosi lo rendevano tenero. Inoltre, Klao era educato e si era comportato bene negli ultimi giorni. Quindi pensò che sarebbe stato giusto dargli uno o due bicchieri come ricompensa, ma se fosse stato di più, Phop avrebbe dovuto rifiutare.

«Perché no?»

«Non dovresti bere così tanto.» disse Phop con voce seria. La spalla di Klao si afflosciò leggermente, ma si raddrizzò rapidamente di nuovo.

«P’Phop, solo un altro drink. Solo un po’. Lo berrò molto lentamente. Non mi ubriacherò.»

«No.»

«P’Phop, solo un altro.»

«Ho detto-»

«Lascia che Nong ne beva solo un altro bicchiere, per favore.» implorò Klao, addolcendo i suoi occhi rotondi. Sembrava che il liquore gli piacesse davvero, altrimenti Phop non avrebbe ricevuto uno sguardo così implorante da parte sua.

Phop non aveva idea del motivo per cui sentiva il bisogno di essere gentile e di buon cuore nei confronti di Klao.

«…Questa sarà l’ultima tazza che Phi ti darà.»

«Sì.» disse Klao mentre prendeva un altro morso dell’antipasto.

Solo un bicchierino. Andrebbe bene se lo lasciassi bere un po’ di più, pensò Phop mentre posava la bottiglia di liquore prima di bere un sorso dal suo bicchiere.

Ma sottovalutava troppo i liquori stranieri…

«Ooh, cosa sta succedendo? Il mondo gira…»

La voce che uscì dalla bocca di Klao pochi istanti dopo aver bevuto fece venir voglia a Phop di massaggiarsi le tempie. Fissò il volto del più giovane, iniziando a preoccuparsi. Da ogni angolazione era chiaro che Klao era completamente ubriaco.

Anche se il liquore straniero aveva un sapore delicato, era piuttosto forte. La tolleranza di Phop era moderatamente alta, quindi non lo aveva influenzato molto. Non si era mai reso conto di quanto fosse debole Klao, perché non aveva mai avuto la possibilità di bere con lui. Adesso era già troppo tardi perché Klao riusciva a malapena a mantenere l’equilibrio.

«P’Phooop, io…vorrei un altro drink…» disse Klao, suonando incomprensibile.

«Adesso basta.» disse Phop mentre si alzava dal suo posto e si avvicinava per aiutare Klao ad alzarsi, guidandolo nella sua stanza. Poco prima aveva oridnato a Chuay di prendere altri snack, e poiché non era ancora tornato, Phop dovette riportare Klao nella sua stanza da solo.

La notte era piuttosto tranquilla. Tra i sussurri e i lamenti di questo ragazzo ubriaco si sentiva solo il vento e il fruscio delle foglie. Anche se lui e Klao avevano quasi la stessa altezza, era una fortuna che Klao fosse molto più magro. Phop poteva facilmente aiutarlo a camminare, ma l’unico problema era che Klao, essendo ubriaco, non era disposto a collaborare.

«Dove… stai andando…»

«Ti porto a letto.»

«Non dormirooooò, voglio bere di più.»

«È così ubriaco eppure vuole ancora bere.» mormorò Phop tra sé, sorridendo divertito mentre guardava il naso rosso e le labbra contratte di Klao.

Aveva già visto Klao ubriacarsi al mercato e non era uno spettacolo che uno avrebbe voluto vedere. Questa volta, però, era diverso. Forse era stata l’influenza dell’alcol straniero a rendere accattivante l’ubriachezza di Klao?

«Uhh…» borbottò Klao mentre Phop lo sorreggeva nel suo cammino verso il letto. Phop provò a togliere la mano che gli teneva la maglietta, ma Klao si rifiutò di collaborare.

«Puoi lasciarmi andare adesso.» disse Phop.

«Dov’è il liquore?»

«Basta bere. Lasciami andare.»

«Prima prendiamo dell’altro liquore.» Klao iniziò a fare rumore così forte che Phop dovette usare la mano per coprirgli la bocca, spaventato che il suono avrebbe svegliato l’intera casa.

«Ugh.» mormorò Klao, cercando di allontanare la mano che gli copriva la bocca. Non appena Phop lasciò la mano, Klao gli tirò la maglietta con tale forza che il suo corpo cadde sul letto.

I dolci occhi dell’ubriaco sotto di lui brillavano intensamente mentre lo fissavano. I loro volti erano più vicini che mai, i loro nasi si toccavano, facendo battere forte il cuore di Phop.

Ogni secondo che passava era insolitamente lungo. Phop si era appena reso conto che era passato molto tempo dall’ultima volta che aveva avuto l’opportunità di guardare da vicino il volto del più giovane. Phop osservò il suo viso, notando le lunghe ciglia di Klao e la cicatrice guarita sul ponte del suo naso.

Così come le sue labbra carnose e seducenti…

«P’Phoooop.» il suo nome si irradiava dalla bocca di Klao, rendendolo immobile, come se Klao gli avesse lanciato un incantesimo. Phop mantenne lo sguardo fisso sul viso di Klao, notando il più giovane accigliato e strizzando gli occhi.

«Stai facendo amicizia con me? Pensi che solo perché sei bello, puoi fare amicizia con me? Sei cattivo.» Klao pronunciò una strana frase che Phop non capì. Per qualche ragione, Phop riprese i sensi e si alzò in fretta.

«Dormi. Dove altro stai andando adesso?» Phop afferrò la spalla di Klao per impedirgli di alzarsi, ma Klao semplicemente gli allontanò la mano.

«Non prendermi in giro!»

«Perché non ascolti mai le mie parole?» Phop scosse la testa con rassegnazione. Dov’era finito il ragazzo che una volta lo seguiva e obbediva alle sue parole? Perché Phop era rimasto con questo ragazzo litigioso?

«Non rimproverarmi, perché mi rimproveri sempre?.» domandò mettendo il broncio Klao. Sorprendentemente, sebbene Klao fosse un adulto, i suoi gesti infantili erano ancora stranamente adorabili.

«Non voglio rimproverarti, calmati e comportati da bravo ragazzo.» chiarì Phop con voce dolce mentre si sedeva, tenendo ancora la mano di Klao accanto a lui. Gli occhi di Klao incontrarono i suoi prima di sorridere dolcemente, facendo battere forte il cuore di Phop.

«Va bene…»

«…»

«Io… sarò un bravo ragazzo per P’Phop… l’unico e solo.»

L’angolo delle labbra di Phop si incurvò in un sorrisetto divertito. Era consapevole che Klao parlava così solo perché era ubriaco e che non avrebbe dovuto prenderlo sul serio, ma trovava comunque il comportamento di Klao leggermente divertente.

«Khun Klao. Than Muen.» chiamò la voce del servitore personale di Klao, facendo uscire Phop dalla sua trance. Phop si schiarì i pensieri mentre guardava Chuay entrare nella stanza.

«Cosa c’è che non va in Khun Klao?»

«Si è ubriacato. Vai a prendere un panno umido e asciugagli il viso e il corpo. Non c’è bisogno di svegliarlo domani mattina. Lascialo riposare.»

«Va bene.» Chuay si inchinò in segno di approvazione. Phop si alzò e guardò per un po’ mentre il servitore puliva il corpo di Klao, prima di decidere di lasciare la stanza e tornare nel cortile.

Il liquore scuro venne nuovamente versato nel bicchiere. Phop lo bevve mentre osservava la grande luna rotonda che brillava luminosa nel cielo, prima di dirigersi nella sua stanza per riposare.

**********

POV di Khun

La luce intensa mi penetrava attraverso le palpebre e disturbava il mio sonno, costringendomi ad aprire gli occhi intontito.

La prima cosa che vidi fu la trave di legno. Rimasi immobile nel letto, fissando distrattamente nulla in particolare, perché non mi ero ancora orientato. C’era anche un dolore lancinante alla testa, che era un altro motivo per cui non riuscivo a raccogliere i pensieri. Tuttavia, una volta che sentii il leggero odore di alcol sui vestiti che indossavo, i ricordi cominciarono ad affiorare.

La sera precedente avevo bevuto con Phop. Probabilmente mi ero ubriacato e mi avevano riportato nella mia stanza. Era stata colpa mia se non avevo bevuto con moderazione. Sapendo benissimo che non reggevo molto bene l’alcol, avevo insistito comunque perché me ne desse di più. Ma chi avrebbe mai potuto sapere che il liquore era così forte? Solo perché non aveva un sapore così forte, non significava necessariamente che la gradazione alcolica fosse inferiore.

«Khun Klao, è sveglio.» Chuay, che aveva appena aperto la porta, corse dentro e si inginocchiò accanto al letto. Alzai la mano e mi picchiettai la testa per schiarirmi i pensieri.

«Sei tu che mi ha riportato nella mia stanza ieri sera?»

«Non sono stato io, Khun. Stavo portando degli spuntini per Than Muen in quel momento. È stato Than Muen a riportare Khun Klao nella sua stanza.»

Mi accigliai. Un ricordo confuso riaffiorò lentamente nel mio cervello. Poteva essere vero, perché potevo ricordare la voce di Phop lamentarsi di qualcosa.

«Che ore sono?»

«È quasi mezzogiorno, Khun Klao. È ora che lei faccia un bagno e si cambi i vestiti. Il pranzo sarà pronto tra poco.» Chuay mi aiutò ad alzarmi dal letto. Mi stavo cambiando nel chong kraben che mi aveva dato, quando all’improvviso mi sentii sgomento.

Ora che Phop era andato a lavorare, per ora ero al sicuro, ma non pensavo che sarei sopravvissuto alla sera. Lo avrei sicuramente rivisto. Si aspettava che non uscissi più? Se così fosse, i miei piani per indagare su dove si trovasse Klao sarebbero stati ulteriormente ritardati.

Ma non ero l’unico ad avere colpa. Innanzitutto, perché era disposto a versarmi così tanto vino? Il motivo non lo sapevo, ma non avrebbe dovuto farlo. Se quella sera mi avesse rimproverato, avrei avuto almeno una scusa per ribattere.

*********

Mi ero preparato a essere sgridato. Finii anche per trovare delle scuse, ma tutto andò diversamente da come mi aspettavo inizialmente. Quando Phop tornò a casa la sera, non mi disse niente. Mi chiese solo come stavo e se mi ero svegliato con il mal di testa. Quando dissi di no, semplicemente annuii e se ne è andato, lasciandomi confuso.

Normalmente, avrebbe trovato il modo di darmi sui nervi o di infastidirmi, quindi perché questa volta si era comportato in modo indifferente? Poteva essere che fosse così esausto dal lavoro, che fosse troppo pigro per trovare qualche critica nei miei confronti?

Non importava. Era bello non essere sgridato. Purché non si fosse lamentato più tardi.

Quella sera ci riunimmo tutti per mangiare insieme.

«Phop, ho sentito la notizia che oggi hai catturato molti consumatori di oppio.» La voce di Phraya Phichai Phakdi attirò la mia attenzione mentre mi mettevo in bocca le verdure immerse nella pasta di peperoncino.

«Questa volta erano gli abitanti del villaggio di Talat Noi. Li abbiamo catturati mentre contrabbandavano. E non importa quanto ci abbiamo provato, sono rimasti in silenzio e non hanno detto nulla.» rispose Phop con voce solenne.

Ciò dimostrò che la mia ipotesi era corretta. Semplicemente era così stressato dal lavoro che non aveva ritenuto necessario prendersela con me.

«Quindi non hai altre informazioni aggiuntive?» chiese Phraya Phichai Phakdi.

«Sto ancora indagando. Abbiamo un sospettato, ma non abbiamo ancora prove conclusive. Finora sono stati catturati solo piccoli spacciatori e la situazione peggiora ogni giorno. Anche se le leggi del paese non sono clementi, non bastano ancora.» brontolò Phop.

«Questa città ha davvero molti contrabbandieri segreti di oppio. I grandi spacciatori devono avere legami importanti. Non sarà facile eliminarli.» Il tono rilassato della voce di Phraya mi ricordò la storia del padre di Klao.

Luang Preechaphiban era stato punito con la fustigazione con l’accusa di aver accettato una tangente nel caso del commercio di oppio. Chuay diceva che l’oppio era altamente detestabile e che Klao non avrebbe mai consumato la sostanza perché era ciò che aveva causato la morte di suo padre. Avendo sentito le notizie da Phop e Phraya proprio ora, sembrava che la droga fosse una grave epidemia in questi tempi.

«Oh, Phop. Hai molto lavoro ultimamente?»

«No.»

«Bene. Ho qualcosa da chiederti.»

«Dimmi.»

«Per favore, insegna a Klao a leggere e scrivere.»

Dal nulla?!

La mia mano si bloccò a mezz’aria mentre reggevo un cucchiaio di curry, e lanciai una rapida occhiata a Phraya, prima di riportare lo sguardo sul riso nel piatto. Feci una smorfia dentro di me, continuando a masticare il cibo.

L’altro giorno Phraya avevamo parlato mentre stava riposando. Chan, il fratellastro di Phop che aveva circa quattordici o quindici anni, era con noi nella stanza a leggere libri di diritto. All’improvviso, Phraya mi aveva chiesto quale fosse l’argomento del libro che stava leggendo, e rimasi senza parole.

Come potevo farlo?! Sia nella mia epoca che in questa, non avevo studiato bene, tanto meno una materia di diritto. Non riuscivo nemmeno a leggere alcune delle parole del libro, il che aveva senso perché allora la lingua tailandese aveva vocali e consonanti diverse. Anche se il vero Klao era a conoscenza di queste cose, mi sentivo come se fossi diventato improvvisamente uno studente dell’asilo che non sapeva né leggere né scrivere. Non c’era da stupirsi che Phaya sospettasse di me.

Avevo inventato una scusa e affermato che l’effetto dell’alcol mi aveva fatto perdere la memoria. Pensavo che la questione sarebbe finita lì, ma Than Phraya era diventato serio e aveva detto che mi avrebbe mandato di nuovo a studiare. Mi aspettavo che mi mandasse a studiare con i monaci nel tempio, ma invece, voleva che Phop mi insegnasse.

«Insegnare a Nong? Ma lui sa leggere e scrivere correntemente, vero?»

«Quando ha perso la memoria, ha incluso anche la sua capacità di leggere e scrivere. Apprezzerei molto se insegnassi al tuo Nong anche solo un po’. Tra circa dieci mesi, il dipartimento di contabilità sarà aperto per nuovi dipendenti pubblici. Voglio che Klao lo ottenga in modo da avere un lavoro stabile in futuro.» spiegò Than Phraya. Rimasi seduto lì, sbalordito dal silenzio, quando mi resi conto che qualcuno aveva appena pianificato il mio futuro per me.

In quell’epoca, il servizio governativo non utilizzava un esame di ammissione per guadagnare un lavoro, ma un sistema di raccomandazione da parte di nobili e funzionari. Spesso affidavano i propri figli ai dipartimenti di varie divisioni. Detto questo, la classe dei servi aveva poche possibilità di passare alla classe superiore perché non avevano padroni che potessero mandarli a prestare servizio. Ero stato piuttosto fortunato ad avere il corpo di Klao, avrei potuto trovare un lavoro velocemente.

Ma dovresti prima chiedermi se voglio farlo oppure no!

«Nessun problema, padre. Ma mi preoccupa se qualcuno… potrà entrare nel servizio civile.» gli occhi di Phop lampeggiarono cupamente. Rimasi confuso, non capendo cosa intendesse.

«Padre e figlio sono persone diverse. Se approvo, nessuno oserà rifiutare. Anche se non potesse entrare nel Dipartimento Reale, non dovrebbe comunque soffrire perché avrebbe un lavoro stabile nel servizio civile. Phop, insegna al più giovane, compresa l’equitazione.»

«Lo farò.» Phop annuì mentre mi guardava, i suoi occhi acuti e giocosi brillavano di malizia. Potevo quasi vedere gli ingranaggi girare nel suo cervello.

In breve, avrei passato più tempo con Phop. Più non volevo stargli vicino, più ero costretto a stare con lui. Dovevo stargli vicino a causa delle cose che dovevo imparare e fare. Ora capii il vecchio detto: non dovresti odiare qualcosa perché più lo odi, più lo attirerai.

«Inizieremo domani. Ti insegnerò a leggere.»

«…Va bene.» accettai.

Che scelta avevo? Nessuna.

Questa era una follia.

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