LOVE UPON A TIME – CAPITOLO 3

Contatto visivo

Il mattino seguente, mi svegliai con la vana speranza che tutto quello che era successo fosse solo un sogno. Ma il mondo è spesso crudele, specialmente per coloro che sperano troppo, perché quando aprii gli occhi e vidi la trave di legno sopra il letto in cui dormivo, dovetti accettare che ciò che stava accadendo era la realtà.

«È sveglio, Khun Klao. Vuole prima lavarsi?»

Aprendo la porta, trovai Chuay seduto davanti alla stanza che faceva domande con entusiasmo. Annuii sonnolento e osservai il servitore preparare diligentemente gli articoli da toeletta e i vestiti, prima di accompagnarmi dalla casa al molo.

«Non c’è il bagno?» chiesi con imbarazzo, stavo indossando solo un perizoma e un piccolo pezzo di stoffa drappeggiato sulla mia spalla. Era la prima volta che facevo il bagno in un luogo così all’aria aperta. Anche se ero un uomo, dovermi lavare nell’acqua del fiume con le barche che viaggiavano da quelle parti era abbastanza…..

«Bagno? Khun Klao, intende il vej*?»

«Vej?» Alzai leggermente le sopracciglia. Dal piccolo ricordo che avevo di aver guardato dramma storici, ricordai vagamente che quella parola probabilmente indicava la “toilette”.

*(N/A: Abbreviato dalla parola “Vejkudi”, che significa “capanna”. In questo caso significa “luogo utilizzato per l’escrezione”. Grazie per le informazioni dalla pagina del Dipartimento di Lingue dell’Asia Meridionale, Facoltà di Lettere, Università di Chulalongkorn)

«Vuoi che la accompagni al bagno prima, Khun Klao?»

«No, non importa.» Sorrisi seccamente, presi gli articoli da toilette tra cui una ciotola, uno scrub per il corpo alla zucca e la curcuma e con riluttanza andai al molo. Nei dramma d’epoca avevo visto persone fare il bagno tutti insieme. Pertanto, probabilmente non ci sarebbe stato un bagno completamente chiuso come ai miei tempi.

Sigh, chi avrebbe mai pensato che avrei avuto l’opportunità di sperimentare lo stile di vita antico? Una versione autentica come questa, davvero, non è necessario. Non voglio assolutamente sperimentarla.

Mi lavai alla velocità della luce perché l’acqua nel canale era freddissima e una volta finito tornai di corsa a casa a cambiarmi. Poi Chuay mi portò un tavolo con del cibo per sedermi e mangiare nel gazebo al centro della casa.

Il mio secondo pasto consisteva ancora principalmente di riso e pesce e nel piatto c’era anche pasta di peperoncino e verdure. Il gusto era talmente piccante da far piangere chi come me non era bravo con il piccante. La prossima volta, avrei dovuto chiedere al cuoco di aggiungere meno peperoncino. Altrimenti, avrei avuto sicuramente la gastrite.

Chuay scese a fare dei lavori nel retro della casa mentre io sedevo a mangiare. Colsi l’occasione per dare un’occhiata in giro.

La casa in cui stavo vivendo era costruita in stile tailandese tradizionale, né piccola né grande. Ma anche così, a giudicare dagli oggetti decorativi e dalle necessità quotidiane, era piuttosto costosa. Ciò indicava anche che il proprietario della casa era ricco. Non c’erano molti servitori, per quanto potessi vedere, inoltre… A parte me, questa casa sembrava non avere nessun altro proprietario, o per il momento non avevo ancora incontrato nessuno.

«Klao, ti senti meglio adesso?»

Mentre esploravo la zona, sentii una voce familiare. La sua voce risuonava dalle scale che portavano alla casa.

«Th… Ehm….Jom?» Stavo per chiamare il mio amico come ero abituato, ma fortunatamente cambiai nome in tempo. Il mio sguardo seguì l’alta figura del giovane che indossava una camicia senza maniche e pantaloni larghi, con una pesante borsa a tracolla appoggiata sulla spalla. La mia espressione doveva essere piuttosto strana, perché lo sentii emettere una risatina mentre si avvicinava e si sedeva accanto a me.

«Di cosa stai parlando? Ci sono solo io adesso, non mi chiami più Phi?»

«Phi? Ah… Mi dispiace… P’…Jom.» risposi, cercando di non sembrare troppo sospetto. Nel frattempo, osservai attentamente il volto di “P’Jom”.

Assomigliava davvero a Thi, non aveva nulla di diverso dal mio amico. La somiglianza faceva quasi venire la pelle d’oca. L’unica differenza erano forse solo l’aura degli occhi. Thi era sempre di buon umore e aveva una personalità allegra, mentre questo ragazzo sembra più maturo del mio amico.

«Cosa stai guardando? C’è qualcosa che non va nella mia faccia? Prima di andare a letto, hai reso omaggio ai monaci? Devi pregare, altrimenti avrei le occhiaie sotto come quelle che hai ora a causa dei fantasmi.»

«…» Credeva anche nella superstizione come Thi. Ma non ero tormentato dai fantasmi, avevo le occhiaie perché spesso soffrivo di insonnia e allergie.

«Umh….Allora perché sei venuto qui, P’Jom?»

«Oh A causa del tuo strano modo di parlare mi stavo dimenticando! Sono venuto a portarti delle medicine e verificare le tue condizioni.» disse con una risata. 

Sebbene la sua personalità sembrasse più matura di Thi, sembra avere un buon carattere ed era facile parlare con lui.

A differenza dell’altra persona che ho incontrato ieri. Non è come Than Muen Phop con cui sembra difficile andare d’accordo. A proposito, loro due non vanno d’accordo, giusto?

«Chi stai cercando? Phop?» La voce di Jom risuonò come se mi avesse letto nella mente. Spalancai gli occhi e mi voltai in fretta: «Non è così!»

«In questo momento, Phop è in servizio ufficiale. Forse tornerà a trovarti nel pomeriggio. Sbrigati e mangia. Vorrei controllare le tue condizioni appena finirai.» disse l’interlocutore con uno strano sorriso stampato in faccia, come se non credesse alla mia negazione. Quando Jom si voltò a guardare in un’altra direzione, segretamente increspai le labbra.

Sciocchezze. Lo cerco perché non voglio incontrarlo. Chi vorrebbe incontrare quel Than Muen? È meglio se non viene!

Quando finii di mangiare, Jom cominciò a fare domande e a verificare le mie condizioni. Per quanto riuscivo a dedurre dalla conversazione, anche lui era il figlio di un grande nobile. Inoltre, era un amico di Muen Phop. Era più grande di me e sembrava conoscermi abbastanza bene. Ma probabilmente non eravamo così vicini come Klao con quel Than Muen perché Jom non sembrava sospettare neanche un po’ che io non fossi Klao.

«Il tuo corpo sta bene. Nessuna ferita e nessuna febbre.» disse Jom dopo aver verificato le mie condizioni, per poi lanciare uno sguardo verso il servitore che era seduto a guardare da lontano. «Ma prima di tornare a casa, il servitore ha detto che parlavi in ​​modo strano, sembravi confuso, che avevi dei vuoti di memoria e dei ricordi distorti.»

Sbattei gli occhi e guardai la persona accovacciata in lontananza, potevo quasi sentire il forte suono della sua saliva che veniva ingoiata riempirmi le orecchie.

«Ti ho già avvisato.» La voce di Jom, che sembrava preoccupata, attirò la mia attenzione e mi voltai a guardarlo, aiutandomi a concentrarmi di nuovo su di lui. Gli occhi del dottore lampeggiarono di preoccupazione.

«Quel tipo di liquore e tabacco… Ti avevo avvertito prima che sia bere che fumare così tanto ha un effetto negativo sul corpo, ma ora che ha iniziato a mostrare i sintomi. Sei confuso e non riesci a ricordare molte cose.»

«…»

«Il motivo per cui la tua memoria è discontinua e parli in modo confuso è probabilmente a causa dell’alcol. Se non ti fermi, temo che perderai davvero la testa e impazzirai.»

«…» Rimasi seduto in silenzio, ascoltando la diagnosi del dottore. Sentendo quello che avevano detto il Chuay e Jom, sembrava che Klao vivesse una vita di dissolutezza, ma era anche un bene che il risultato fosse questo: avrei accettato di essere considerato pazzo se in cambio avessi potuto chiedere della storia di Klao o di qualcun altro in modo che la gente non si insospettisse.

«Smettila di bere e di comportarti in modo avventato. Sia Than Okya che io e Phop siamo preoccupati per te. Ti sei comportato così, probabilmente facendo soffrire il tuo defunto padre.»

«…Sì.» accettai senza aggiungere altro. Jom ordinò a Chuay di far bollire la medicina tonica a base di erbe da farmi bere ancora per qualche giorno, prima di andare via. Quanto a me, subito chiamai il servitore per indagare.

«Probabilmente hai sentito che ho bevuto troppo alcol e la mia memoria si è confusa. Ora non ricordo molto. Quindi, per favore, dimmi cosa sai di me.» Gli ordinai e subito lui mi spiegò senza alcuna espressione sospetta. Mi fece conoscere nei minimi dettagli la storia della persona che impersonavo.

Klao aveva vent’anni, come me. Sua madre era morta quando era un bambino. Suo padre era Luang Preechapiban, l’ex Luang Yokkrabat* aveva amato solo la sua ex moglie defunta. Pertanto, non aveva fratelli e sorelle come erano soliti gli altri nobili. Successivamente, a Luang Preechaphiban era stato ordinato di essere di stanza nella città di Phichit e Klao si era quindi dovuto trasferire insieme a lui. Luang Preechaphiban originariamente intendeva stabilirsi lì, ma diversi mesi fa era stato accusato di aver accettato un tributo da un imputato in un caso di traffico di oppio. Era stato quindi condannato e frustato e alla fine era morto.

*(N/T: Luang è un titolo nobiliare; Yokkarabat è il funzionario dell’ex Dipartimento Metropolitano, Ha il dovere di uscire e di stazionare nelle province per monitorare i casi legali e mantenere la giustizia.)

Dopo la morte del padre, Klao era cambiato. Da persona allegra, decisa a studiare perché voleva prestare servizio nel governo come suo padre, divenne una persona tranquilla che non parlava e agiva in modo sconsiderato. Più gli abitanti del villaggio lo sminuivano e spettegolano sul fatto che fosse il figlio di un corrotto, più il suo comportamento diventa aggressivo.

Fino a quando Okya Phichai Phakdee, un amico di Luang Preechaphiban, non apprese la notizia e quindi si recò a Phichit per cercarlo e lo convinse a tornare a vivere con lui nella capitale. Ma Klao mostrò ancora un atteggiamento ribelle, non volendo avere niente a che fare con nessuno chiese a Okya Phichai Phakdee di poter vivere da solo in questa casa, con solo meno di dieci servitori, tutti servi fedeli di Luang Preechaphiban che erano ancora lì e che gli chiesero di poterlo servire.

«Khun Klao si è rifiutato di andare a stare a casa di Than Okya. Non importa quanto abbia insistito, si è rifiutato di trasferirsi lì. Than Okya non ha avuto altra scelta che lasciare che Khun Klao si trasferisse in questa casa, che è sul suo territorio e non è troppo lontana dalla sua villa. Se dovesse succedere qualcosa, saremo in grado di prenderci cura l’uno dell’altro facilmente.» disse mentre prendeva qualcosa di simile a una teiera alta, di forma quadrata, con un manico in cima, per versare il tè caldo in una tazza. Sollevai la tazza e lo assaggiai, aveva uno strano gusto astringente, ma non era così male da non poterlo bere.

«Allora perché non sono andato a vivere con Than Okya?»

«… Non so nulla di questa faccenda.» rispose Chuay con un sorriso secco. Rimasi in silenzio, cercando di pensare a una ragione.

Cercando di analizzare le abitudini che avevo sentito, forse Klao poteva essere una persona che amava la propria dignità e non amava associarsi con altre persone. In origine era il figlio di un maggiore, aveva un futuro brillante ed era molto rispettato, e il giorno dopo era stato etichettato come figlio di un traditore. Chi avrebbe mai potuto accettarlo? Gli ormoni adolescenziali rendevano già testardi e probabilmente non poteva accettare la sua condizione. Non volendo sembrare più pietoso di così, non aveva accettato troppo aiuto.

«Quindi P’Jom e Than Mu… P’Phop, mi sono molto vicini?»

«Sì, il Khun Jom è amico di Than Muen. Per quanto riguarda lei e Than Muen, siete amici fin dall’infanzia. Khun Klao era più vicino a Than Muen di chiunque altro. Prima di trasferirsi a Phichit, Khun Klao era molto legato a Than Muen e lo ammirava tantissimo, finché… »

Il suo tono esitante suscitò il mio interesse.

«Finché cosa?»

«Non conosco il motivo, ma da quando è tornato nella capitale, Khun Klao si è comportato in modo molto duro nei confronti di Than Muen. Quasi non lo ha nemmeno guardato, non voleva affatto parlare con lui.»

«…» Ciò significa che Klao probabilmente nutre un certo rancore nei confronti di questo Than Muen Phop. Molto sospetto….

«Khun Klao è cambiato molto da quando è morto Luang Preechapiban. Ad essere onesti, per non parlare di Than Muen, ma Khun Klao non voleva parlare neanche con la servitù. Ha parlato apertamente per dissuadere i servitori dal seguirlo e servirlo come al solito.»

La paura nella sua voce, unita alla sua espressione spaventata, mi rese facile immaginare che tipo di comportamento aggressivo potesse avere Klao. In conclusione, da quello che ho sentito, era chiaramente un bambino problematico, ma posso capirlo. Se incontrassi qualcosa del genere, quale adolescente non andrebbe fuori di testa? Il padre è stato accusato di essere un corrotto, un criminale, e gli abitanti del villaggio lo hanno persino insultato e disprezzato. Probabilmente si è sentito come se lo avessero preso a calci e fosse caduto dal cielo in terra. Se fossi stato io, non avrei saputo come affrontare una cosa del genere. Come poteva gestirlo?

«E mio padre… Era davvero un criminale come dicono.»

«Non è vero! Non è possibile!» disse con gli occhi spalancati e un’espressione impaziente. «Khun Klao, non deve credergli. Than Luang ha sempre servito con onestà nel servizio governativo. Nessuno sa quanto fosse gentile e retto. Non c’è modo che avesse ricevuto alcun tributo. Anche lo stesso Okya Phichai Phakdi non ha mai creduto che Than Luan abbia effettivamente fatto una cosa del genere.»

«Vuoi dire che mio padre è stato incastrato?»

«Anche se la pensi così, non ci sono prove che lo confermino.»

Alla fine della frase, la voce del giovane tremava come se stesse per piangere. Non sopportavo di vedere le persone piangere, quindi dovevo risolvere velocemente il problema provando a cambiare argomento.

«A proposito, Klao… vuoi dire che io… sono una persona così avventata che P’Jom mi ha dovuto dire una cosa del genere in quel modo?» chiesi, sollevando la tazza che era quasi traboccante di tè e portandola alle labbra per bere e dare sollievo alla gola secca.

«Beh… abbastanza. Khun Klao di solito esce a bere alcolici al mercato di Pak Khlong nelle prime ore della giornata e spesso litiga con i gangster della zona. La maggior parte delle volte si tratta di litigi per le prostitute.»

«Ack!» Mi strozzai con il tè che mi uscì dal naso e tossii sonoramente. Chuay prese velocemente un fazzoletto e me lo pose subito.

Non basta essere ubriachi, c’è anche un problema con i gangster e un giro al bordello. Wow, questo è un gran casino! Cosa deve esserci di così ironico nella vita?

«Ah… Questo è tutto?»

«Sì. Da adesso in poi, per favore, non fatelo più, Khun Klao. Quei banditi sono davvero vili, ed ero preoccupato che le avrebbero fatto ancora più male. Non si faccia coinvolgere più da loro. Sono tutti molto preoccupati per lei, Khun Klao.» Gli occhi di Chuay mostravano sincera preoccupazione, cosa che mi fece sentire in colpa perché non aveva idea che io non fossi in realtà il suo vero padrone. Non sapevo nemmeno dove fosse il vero Klao.

«Sì, non voglio più avere a che fare con loro.» Accettai il suo suggerimento, strappando al giovane un sorriso sincero.

Chi si sarebbe immischiato volentieri con dei banditi? Avevo già abbastanza problemi per ora, non volevo affrontarne più di quelli che potevo gestire.

Gli chiesi qualche dettaglio in più prima di invitarlo gentilmente a lasciare la stanza, concedendomi un po’ di solitudine per organizzare i miei pensieri. Non appena se ne andò, presi un respiro profondo e aggrottai le sopracciglia.

Klao aveva una storia straordinaria, per non parlare dei dettagli ancora da conoscere. C’erano ancora domande sulla scomparsa di Klao e sulla sua possibile ubicazione. Inoltre, una faccia identica a quella di Klao si era materializzata nel momento in cui era scomparso: la mia. La strana coincidenza dell’intero scenario era spaventosa, come se qualcuno l’avesse orchestrato.

Ma chi c’era dietro tutto questo? Certamente non io, dato che il mio unico desiderio era tornare a casa, e non avevo idea di come ritrovare la strada.

«Se cerco finché non ti trovo, Klao, potrò tornare a casa…?» mormorai piano.

Guardando fuori dalla finestra notai un albero di ylang-ylang in piena fioritura nelle vicinanze, che rilasciava una delicata fragranza nella stanza. Il giallo allegro dei fiori contrastava con la pesante consapevolezza che avevo nel petto.

Non avevo mai creduto al destino, ma ora sembrava che il destino mi avesse ingannato.

**********

Anche se Th– no, Jom mi aveva assicurato che il mio corpo era normale e sano e che rimaneva solo la stanchezza, Chuay non sembrava ancora convinto e continuava a insistere perché mi sdraiassi e riposassi. Se fossi stato ai giorni nostri, sarei stato felice di stare a letto col mio telefono, scorrendo pigramente i social media. Ma qui non c’erano né internet né un telefono. Ero stanco di stare seduto e dormire nella mia stanza, quindi dopo pranzo colsi l’occasione per esplorare la casa.

«In realtà questa casa è piuttosto spaziosa.» mormorai a me stesso mentre camminavo.

Vantava un cortile abbastanza grande e molte stanze. Una famiglia di tre o quattro persone avrebbe potuto viverci comodamente. La cucina era situata sul retro ed era di medie dimensioni. Ero solo in casa mentre la servitù viveva insieme lì vicino, in una capanna di tronchi tra alberi frondosi e fiori. Quella casa trasmetteva un’atmosfera di pace e solitudine essendo situata lontano dalle case vicine.

«Ci sono solo io qui con tutti voi, vero?»

«SÌ.»

«E non ho parenti da nessun’altra parte?» riconfermai.

«Aveva dei parenti, ma dopo la morte di Than Luang le hanno voltato le spalle, nonostante avesse aiutato moltissimo ciascuno di loro mentre era ancora in vita.» La voce addolorata del servitore mi fece provare pietà per il vero Klao, la cui vita sembrava essere piena di miseria, mentre io avevo avuto la fortuna di nascere in una famiglia affettuosa e amorevole.

Parlare di famiglia mi fece pensare ai miei genitori. Mi chiedevo se avrei mai avuto l’opportunità di tornare e rivederli…

«Khun Klao.»

«Hmm?»

«Qual è il problema?» chiese il servitore, notando la mia espressione turbata.

«Mi mancano i miei genitori.» dissi, forzando un sorriso, che poi indusse il servitore a fare un respiro profondo e a sopprimere la sua travolgente risposta emotiva.

Mi stavo stancando di stare seduto in ozio. Dovevo trovare un modo per sopravvivere in quel mondo sconosciuto, compreso pensare a come tornare alla mia epoca il più rapidamente possibile. Anche se non avevo ancora idea di come raggiungere questo obiettivo, doveva esserci un modo. Se ero riuscito ad arrivare fin lì, doveva esserci anche un modo per tornare indietro.

«Khun Klao, ha ancora me e i suoi servitori in questa casa. Than Okya, Than Muen e anche Khun Jom – Khun Klao non è solo.» Le sue parole mi fecero sorridere.

«Grazie.» dissi alzando la mano e accarezzando i capelli del servitore. Mi consideravo decisamente fortunato ad avere ancora un servitore così devoto e leale.

L’esplorazione della casa si concluse con me seduto sotto l’albero di mango vicino alla capanna della servitù, accanto ai figli della servitù. Scoprì che Chuay aveva una figlia, una bella bambina di circa due anni di nome Jam. Anche qualcuno come me che era cresciuto senza fratelli non poteva fare a meno di desiderare di avere una sorella minore quando passava del tempo con lei. Tuttavia, la consapevolezza che quella bambina sarebbe cresciuta come una comune cittadina senza l’opportunità di ricevere un’istruzione mi sopraffò con un senso di malinconia.

In quest’epoca, solo ai figli della nobiltà veniva insegnato a leggere e scrivere. Era diverso dai miei tempi, dove sebbene non tutti avessero uguale accesso all’istruzione, era ancora comunemente disponibile. Mi rattristò constatare l’evidente divisione in caste che negava alla gente comune il diritto all’istruzione di base. Tuttavia, mi ricordai che non potevo imporre la mia mentalità del 21° secolo al passato. C’erano molti fattori che dettavano la società di allora e sapevo che le cose sarebbero migliorate in futuro.

«Khun Klao!» Stavo guardando i bambini e la gente comune gareggiare in una partita di bocce quando sentii Chuay esclamare mentre correva verso di me senza fiato: «Kong, il servitore di Than Okya, è venuto a informarci che Khun Klao dovrebbe incontrarlo a casa.»

«Di Okya? Oh… l’amico di mio padre.» ricordai, accigliandomi preoccupato.

È sicuro per me andare dal tutore di Klao? Non si accorgerà che non sono lui?

«Posso rifiutarmi di andare?» chiesi tristemente, anche se sapevo che non ci sarebbe stata alcuna speranza. Chuay confermò rispondendo con un sorriso confortante.

«No, signore. Than Okya probabilmente voleva sapere della sua condizione, quindi ha mandato qualcuno qui. Sbrighiamoci, Than Muen sta già aspettando Khun Klao nel padiglione sul lungomare.»

«Hmm.» Le mie sopracciglia si incresparono in un’espressione stanca quando sentii quel nome.

Quanto più desidero evitarlo, tanto più finisco per incontrarlo. Accidenti.

«Ah, andiamo. Facciamola finita.» sospirai e mi alzai, seguendo il servitore fino al padiglione sul lungomare. Quando vidi l’alta figura in attesa, dovetti trattenermi dal fare accidentalmente una faccia irritata.

«Non mi saluti?» chiese una voce bassa quando si accorse che ero immobile e silenzioso. Strinsi leggermente le labbra, alzai le mani in un wai e lo salutai rispettosamente.

«Ciao.» dissi. Ma la persona che veniva salutata mi guardò con occhi strani.

«Cosa hai detto?»

La domanda mi fece alzare le sopracciglia confuso.

«Ciao.»

«Cos’è “ciao”?» Phop davvero non sembrava capire quello che stavo dicendo. Deglutii a fatica, sentendo di aver sbagliato completamente così tante volte.

La parola “ciao” non era usata nei tempi antichi? Wow… beh, non lo sapevo.

«Lascia perdere. Qualcuno come me a volte sbaglia le parole.» agitai una mano per interrompere la conversazione e cambiai rapidamente argomento prima che potesse continuare.

«Mi porterai a trovare Than Okya, vero? Avanti, sbrigati. Farli aspettare troppo a lungo non va bene.»

«Hmm.» Anche se ai suoi occhi dubitava ancora delle mie parole, lasciò perdere e salì sulla barca a remi in attesa. Stavo per voltarmi per chiedere al servo di accompagnarmi, ma la sua voce profonda mi interruppe.

«Chuay, tu resta qui. Non c’è bisogno di seguirci. Chiederò a qualcuno di rimandare presto a casa il tuo padrone.»

«Sì.» Chuay mi lanciò uno sguardo incoraggiante, poi fece un passo indietro e rimase a distanza mentre Phop mi sorrideva leggermente e mi tendeva la mano.

«Sali.» disse.

«Va tutto bene, posso salire sulla barca da solo.» respinsi le sue buone intenzioni e salii con decisione sulla barca. Ieri ero così stanco per i postumi della sbornia che mi era venuto il mal di mare, ma oggi stavo bene. Mi sentivo a mio agio a salire sulla barca a remi perché non avevo paura dell’acqua.

«Ieri ho visto che le tue gambe erano molto deboli. Avevo paura che cadessi in acqua, quindi ho allungato la mano per prenderti.»

Quelle parole mi fecero accigliare verso la persona seduta. Il suo volto sorridente era educato, senza la diffidenza di ieri, ma non riuscivo a capire perché non mi piacesse.

La sua bocca sorrideva, sì, ma i suoi occhi erano chiaramente dubbiosi. Era ovviamente molto ansioso, eppure si mostrava cortese mentre nascondeva i suoi pensieri.

«Kong, partiamo.»

«Sì.» rispose con entusiasmo il servitore addetto al remo. La piccola barca avanzava lentamente. Mi misi seduto con la schiena dritta e il collo rigido, guardando il panorama su entrambi i lati del canale. Notai che la persona dietro di me aveva gli occhi fissi su di me.

Se il karma negativo fosse reale, quest’uomo sarebbe il mio karma negativo numero uno.

**********

La distanza dalla casa dove vivevo alla casa di Phraya* Pichai Phakdi, non era molto lunga. Dopo una decina di minuti la barca arrivammo al molo del padiglione di destinazione.

*(N/A: Phraya: un titolo; la posizione dei funzionari governativi affiliati in passato al Dipartimento dell’Amministrazione Provinciale, il cui compito era quello di uscire ed essere di stanza nella capitale per supervisionare i casi legali e difendere la giustizia. In passato Phraya era una delle posizioni governative di più alto rango nella gerarchia militare standard della monarchia tailandese. Potrebbero esserci stati diversi gradi all’interno della posizione Phraya, come “Phraya Santhi” o “Phraya Yai”. La posizione di Phraya era significativa nel governo e nella gestione della capitale durante i tempi antichi della Thailandia, compresa la responsabilità di mantenere e sostenere la giustizia all’interno della società.)

«Mio padre ti sta aspettando. Sbrighiamoci.»

Rifiutai ancora una volta la grande mano del più grande, scendendo dalla barca da solo e ignorando lo sguardo di Phop.

Onestamente, non volevo davvero stargli vicino. Potevo sentire che sospettava di me. Era strano il modo in cui mi guardava. Mi chiedevo se forse non prestandogli alcuna attenzione, i suoi sospetti su di me si sarebbero attenuati dal momento che neanche il vero Klao gliene aveva prestato.

Sentii una debole risata in gola prima che Phop si dirigesse dritto verso la grande casa thailandese di fronte a lui. Lo seguii con lo sguardo, scrutando la zona sconosciuta.

Seduti sulla barca, solo guardando da lontano, si poteva già notare l’imponenza di quella villa. Non era una casa singola come quella in cui vivevo, ma un gruppo di case con tanti collegamenti al territorio della zona. La villa era davvero spaziosa. Vidi un cortile aperto con una scuderia sullo sfondo. Gli uccelli cinguettavano di tanto in tanto e ciò significava che di sicuro doveva esserci una casetta per gli uccelli in quella casa.

Guardando nel cortile, vidi la gente comune camminare nella direzione opposta. A primo impatto, sentii che l’atmosfera di questa casa sembrava familiare. Ma una frazione di secondo dopo, scomparve dal mio cervello. Come avrei potuto avere familiarità con quel posto? Prima non avevo mai messo piede in una casa tradizionale thailandese. Avevo avuto la possibilità di visitarne una solo dopo essere arrivato qui.

Mentre Phop mi conduceva su per le scale, il mio cuore batteva forte per una paura incontrollabile. Stavo per incontrare qualcuno che era simile a un sovrano. Essendo un amico di mio padre che mi vedeva da quando ero piccolo, avrebbe potuto riconoscere che non ero figlio di un suo amico…?

«Padre, ho portato il mio nong per incontrarti.» La voce profonda di Phop mi tirò indietro dalla mia coscienza turbata. Guardando avanti, vidi un uomo di mezza età con un’espressione dignitosa seduto eretto nel cortile. Una serva dall’aspetto amichevole gli stava massaggiando la gamba.

Mi inginocchiai e mi sedetti sul pavimento come Phop, che mi aveva inviato un segnale con lo sguardo per avvicinarmi a Phraya. Poi mi avvicinai alla panchina e alzai silenziosamente le mani in un wai per rendere omaggio all’anziano, cogliendo anche l’opportunità di osservare in segreto il volto di Phraya Pichai Phakdi.

Se avessi dovuto indovinare, questo Phraya doveva avere quasi cinquant’anni, ma era un uomo di cinquant’anni grazioso e bello. Potevo immaginare che anche suo figlio Phop avrebbe avuto questo aspetto una volta raggiunti cinquant’anni.

«Come va? Ti senti un po’ meglio?» Phraya Pichai Phakdi agitò la mano per allontanare la donna che lo stava massaggiando prima di chiedere.

«Sto bene.» Gli rivolsi un piccolo, esitante sorriso, suscitando in cambio un sorriso sul volto dell’anziano.

«Va bene. Quando ho saputo dal tuo servitore che eri scomparso, ero molto preoccupato per te. Ritornare in sicurezza così è una buona cosa.»

«…»

«Se la madre di Phop non fosse andata a fare affari a Lavoe e non avesse scoperto la faccenda, a quest’ora saresti stato rimproverato. Ma la questione è passata e non voglio dargli più importanza.» disse.

«…»

Perfetto. Era inutile ritornare sulla questione. Non sapevo comunque come rispondergli.

«Non ti chiederò mai di spiegare le tue azioni. Voglio semplicemente ricordarti di essere più coscienzioso e attento, capisci?» Le parole gentili pronunciate e la sua mano gentile che mi accarezzava la testa mi diedero un senso di sollievo.

«Sì, Than Phraya.» Obbedii, facendolo accigliarsi per qualche strano motivo.

«Perché ti sei rivolto a me così? Avresti dovuto chiamarmi zio.» mi rimproverò.

«Sì, zio. Mi impegnerò a comportarmi bene.» risposi educatamente, offrendo un sorriso affettuoso all’anziano, i cui occhi trasmettevano un senso di disinvoltura.

«Un uomo dovrebbe onorare le sue parole.» sostenne Phraya. Poi mi chiese qualcosa in più sulla mia condizione prima di passare alle chiacchiere.

Anche se sembrava feroce, parlando con lui, trovai Than Phraya una persona molto gentile e calma. Non sembrava sospettare che non fossi veramente Klao. Dopotutto, ogni aspetto del mio viso era lo stesso. Avevo anche la stessa voglia. Chi avrebbe mai sospettato di me? Solo quell’uomo dallo sguardo penetrante che sedeva accanto a me e mi lanciava costantemente sguardi sospettosi.

Ritenevo Than Muen Phop responsabile di aver aggiunto ulteriori difficoltà alla mia vita già impegnativa. Speravo che d’ora in poi non avrei dovuto preoccuparmi troppo per lui, ma ripensandoci sarebbe stato difficile. Finché Klao fosse rimasto sotto la tutela di Than Phraya, suo figlio avrebbe continuato a essere presente nelle mie vicinanze.

Con l’avvicinarsi della sera, trovai il coraggio di comunicargli che dovevo tornare a casa per prendere le medicine secondo il programma. Than Phraya mi permise di tornare a casa senza obiezioni. Lo ringraziato educatamente e mi voltai a guardare la persona che mi aveva portato lì.

«Puoi andare per primo e aspettarmi. Parlerò un attimo con mio padre.» disse Phop, quindi andai ad aspettare fuori dalla casa.

Mentre stavo a guardare gli alberi della prateria, sentii su di me gli sguardi curiosi della gente comune. Quando mi voltai per incontrare i loro occhi, le ragazze che mi stavano guardando arrossirono. Per evitare qualsiasi disagio, distolsi subito lo sguardo da loro.

Quando arriverà P’Phop? I loro sguardi mi mettono a disagio.

Passarono circa cinque minuti. La figura della persona di cui mi lamentavo mentalmente scese di casa e mi invitò a tornare. Così seguii P’Phop, con il cuore felice di separarsi da lui.

«P’Phop, non è necessario che mi accompagni a casa. I servi sono sufficienti per remare la barca.» dissi velocemente quando arrivammo alla riva.

Volevo che prendessimo strade separate: non volevo più stare vicino a quella macchina della verità vivente.

«Ho detto al tuo servitore che ti avrei portato a casa. Devo fare come ho detto.» Phop si voltò a guardarmi.

Le sue sopracciglia scure si sollevarono leggermente. «Non vuoi starmi vicino nemmeno per pochi minuti?»

«No. Stamattina ho visto che sei andato a lavorare, quindi devi essere stanco. Voglio solo che tu possa andare a riposarti subito.» mentii subito, anche se il mio cuore stava urlando: ‘SÌ! NON VOGLIO STARE VICINO A TE.’ Non avrei potuto dirlo.

«Allora mi chiedo quanto ti piacerebbe starmi vicino.» L’altro fece una piccola risata, i suoi occhi acuti mi fissarono con uno sguardo illeggibile, prima di avvicinarsi in modo scherzoso. Deglutii a fatica.

«Ehi! Che cosa hai intenzione di fare?» mormorai, facendo un passo indietro. Ma Phop continuava a camminare verso di me. Indietreggiai fino alla fine del sentiero finché non andai a sbattere contro una panchina del padiglione e ci caddi sopra mentre la figura alta si avvicinava.

I nostri occhi si incontrarono. In quel momento, mi sentivo come se il tempo avesse stranamente rallentato. Osservando il suo viso da vicino, dovevo ammettere con tutto il cuore che Phop era davvero bello. La sua personalità e il suo comportamento rendevano quest’uomo pieno di fascino maschile.

«Klao.» pronunciò la sua voce profonda e piacevole, debole come un sussurro. Ancora una volta quegli occhi scuri provocarono una strana sensazione nel mio cuore. Era una sensazione indescrivibilmente familiare, quasi tangibile.

«Cosa c’è?»

«C’è una foglia tra i tuoi capelli.» Allungò la mano e mi prese un pezzo di foglia secca. Appena mi resi conto che lo stavo fissando con gli occhi spalancati, voltai la testa dall’altra parte. 

Mi schiarii la gola due o tre volte. «Grazie.»

«Nessun problema.» Lui indietreggiò. Alzai le mani, mi sistemai i capelli e salii velocemente sulla barca senza voltarmi per incontrare nuovamente lo sguardo dell’altro uomo.

Resisti ancora un po’, Khun. Non dovrai vedere la faccia di quest’uomo una volta tornato a casa.

**********

Sentii le mie speranze sgretolarsi quando la barca attraccò al padiglione sul lungomare. Phop si comportò come se non volesse tornare a casa e mi seguì dentro casa, sostenendo che aveva fame. Era quasi l’ora di cena, quindi chiese di mangiare con me. Volevo rifiutare, ma se lo avessi rimandato indietro sarebbe stato estremamente scortese. Di conseguenza, stasera a cena, c’era una persona non invitata seduta accanto a me che mangiava riso.

«La pasta di peperoncino ha un sapore molto debole.» disse la voce della persona che era venuta a mangiare a casa di qualcun altro. Guardai oltre e vidi Sai, la cuoca di questo pasto, con uno sguardo triste e un’espressione abbattuta sul viso. Subito mi precipitai in sua difesa.

«Ho ordinato ai miei servi di cucinare del cibo insipido. Personalmente non mi piace il cibo piccante.»

«Sei cambiato molto. Prima eri più bravo di me a mangiare cibi piccanti.» La sua voce era casuale, come se stesse solo commentando il tempo, ma i suoi occhi mi guardavano attentamente.

Feci un respiro profondo, lo guardai negli occhi e risposi: «Le persone cambiano continuamente. Chi rimane lo stesso per sempre?»

«Hai ragione.» Gli angoli della sua bocca si sollevarono leggermente. Rivolsi di nuovo lo sguardo al cibo nel mio piatto e divorai il riso in modo da poter tornare nella stanza e stare da solo.

«Grazie per questo pasto.»

Alla fine erano trascorsi venti minuti di cena, che ai miei sensi sembravano venti ore. Vidi Phop lavarsi le mani, facendo subito un ampio sorriso mentre si voltava.

«P’Phop, ti accompagnerò al molo. Vieni, andiamo.»

«Un momento. Ho qualcosa da dirti.» Le sue parole mi fecero quasi sospirare, ma riuscii a trattenermi.

Si rifiuta ancora di andarsene! Perché non hai detto niente mentre mangiavi?

«P’Phop, cosa devi dirmi?»

«Mio padre non ti ha fatto domande perché conosce il tuo passato.» La solennità della voce dell’uomo maturo mi diede una strana sensazione di presentimento.

«Hai precedenti con i banditi. Anche se non ti è mai stato fatto del male, questa casa è lontana dagli occhi di mio padre e ci sono solo pochi servitori. Se dovesse succedere qualcosa all’improvviso, non potresti avvisare in tempo la casa principale. Ho parlato con mio padre e abbiamo concordato che dovresti trasferirti a casa nostra.»

«Che cosa?» urlai. Ebbi un presagio davvero terribile. Ora che vivevo da solo, nemmeno nella stessa casa, Phop veniva comunque a parlarmi tutto il tempo. Potevo solo immaginare come sarebbe stato se avessi dovuto vivere sotto lo stesso tetto. Sarei stato monitorato in ogni momento!

«Aspetta un minuto! Io non-»

«Non dovresti disobbedire agli ordini di una persona più grande. Hai causato già abbastanza problemi in passato.» I suoi occhi erano severi, senza alcuna intenzione di arrendersi. «Sei già in disaccordo con quei banditi. So che un giorno verranno in questo posto. Meglio prevenire che curare, giusto?»

«P’Phop, probabilmente non lo faranno-»

«Chissà cosa accadrà in futuro? Papà vuole proteggerti. Non rifiutare la buona volontà dei tuoi anziani.» Non stava ascoltando. Potevo solo sospirare, con le lacrime che mi piovevano segretamente nel cuore. Sentii Phop girarsi per dare ordini alla servitù.

«Chuay, vieni a prendere le cose di Khun Klao e portale a casa di mio padre. Prima lo porto a casa e domani verrò a prendere le altre cose.»

«SÌ.» Il servitore obbedì e lasciò rapidamente la stanza. Phop si voltò e vide la mia faccia, che doveva sembrare come se stessi guardando l’universo andare in frantumi. Quegli occhi acuti sembravano brillare.

«Torniamo in fretta a casa nostra. Presto farà buio.» disse con un sorriso. Prima di uscire di casa, strinsi forte i pugni e imprecai dal profondo del cuore.

Va bene, mi dispiace, Thi! Adesso credo decisamente nel destino e nella fortuna! Adesso che tipo di fortuna ho per uscire da questo guaio?

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