LOVE UPON A TIME – CAPITOLO 2

Incontro

In precedenza, se qualcuno mi avesse detto che la cosa che viaggiare nel tempo e nello spazio era reale, avrei pensato che quella persona avesse guardato troppi film storici. Ma sembrava che ora dovessi ripensarci, perché la situazione che stavo affrontando era piuttosto… super strana.

«Chi siete?» Finalmente riuscii a trovare la mia voce e osai porre la domanda. Tuttavia, la reazione delle persone davanti a me si trasformò in una piuttosto sorpresa. Il modo in cui mi guardarono era pieno di stupore, come se non avessero capito la domanda.

«Cosa succede, Khun Klao?» 

«Chi siete? Dove siamo?» chiesi di nuovo, ma questo rese solo ciascuno di loro ancora più perplesso.

«Khun Klao, non ricorda?» chiese con aria preoccupata il giovane che stava in prima fila e mi venne incontro. Per qualche motivo, sentivo familiare il suo viso, ma rimasi scioccato nel sentire che mi chiamavano col nome di una persona che non conoscevo. Mi confuse al punto da non riuscire a pensare chi fossero.

«No, io… Non è il mio nom…» Ma prima che potessi finire la frase, fui interrotto dal suono di un grande gruppo che calpestava le foglie in avvicinamento. Quando i miei occhi incontrarono lo sguardo di chi camminava davanti, il mio cuore improvvisamente batté più veloce senza alcun vero motivo.

«Ti ho trovato.» La voce bassa del nuovo arrivato uscì dalle sue labbra.

Era un giovane alto, dalla pelle abbronzata, la cui età era probabilmente vicina alla mia. Indossava una camicia a maniche lunghe con un colletto in stile cinese che sembrava elegante e costoso. Aveva dei pantaloni con una cintura intorno in vita e un’acconciatura da Mahad Thai non diversa dalle altre persone. Ma ciò che era diverso era il suo comportamento e la sua espressione dignitosa. Di conseguenza, sembrava molto più maturo di me.

Aveva un bel viso, le sue sopracciglia scure sollevate verso l’alto si abbinavano a occhi acuti che puntavano anch’essi leggermente verso l’alto, un naso increspato e labbra carnose. L’aspetto generale richiamava l’immagine di un autentico uomo thailandese, e tutti questi tratti distintivi lo facevano risaltare tra le altre persone in modo evidente.

«Si, mio signore.»

Il giovane che mi aveva trovato si voltò in fretta, rispondendo con un inchino rispettoso. Gli occhi color zaffiro di Than Muen tornarono a guardarmi, e io ricambiai lo sguardo ignaro.

Ero sicuro di non aver mai visto quell’uomo. Non l’avevo mai conosciuto prima d’ora, ma nel profondo del mio cuore mi sembrava stranamente familiare. Era come se fosse un amico d’infanzia che avevo dimenticato e che avevo rincontrato faccia a faccia.

«Come sei arrivato qui?» 

Il suo tono conteneva una punta di rimprovero mista a sollievo mentre si avvicinava, i suoi occhi acuti mi scrutarono dalla testa ai piedi. Ma all’improvviso, nel momento in cui i nostri sguardi si incrociarono per la prima volta, la preoccupazione nei suoi occhi si trasformò in tensione, tanto che dovetti rapidamente distogliere lo sguardo da lui.

Anche se il mio orientamento sessuale non era limitato solo alle donne, giuro che avevo evitato il suo sguardo non perché fossi attratto da lui, ma perché avevo molta paura dei suoi occhi feroci. Erano belli, ma feroci… Inoltre non sembravano affatto amichevoli, il che mi fece sentire inquieto, come se fossi in preda al panico.

«Lo hai trovato, finalmente.» 

Nel mezzo del silenzio opprimente, una voce suonò familiare alle mie orecchie. Una figura di un nuovo arrivato attraversò il cerchio e si fermò davanti a me. Quando lo vidi, rimasi a bocca aperta.

«Thi!» gridai al mio amico con shock misto a gioia estrema. Ma la persona chiamata aveva un’espressione perplessa sul viso.

«Mi hai chiamato?» 

«Sì, come sei arrivato qui, Thi? Chi diavolo di situazione…» 

«Di cosa stai parlando?» 

Quella domanda mi fermò dall’abbracciare il mio amico. Dopo averlo osservato attentamente, notai che anche Thi indossava abiti tradizionali tailandesi come tutti gli altri. Lo sguardo nei suoi occhi che era completamente confuso.

«Thi, non prendermi in giro. Non sto scherzando. Cosa sta succedendo?» A quel punto, iniziai a tremare di paura. La gioia di incontrare un conoscente era fugace. Guardando i volti intorno a me, non sembravano star scherzando. E quella versione retrò di Thi era leggermente accigliata mentre pronunciava parole che sembravano rafforzare la mia paura.

«Sei scomparso per molti giorni. Quando ti abbiamo trovato, hai iniziato a parlare in modo incoerente. Non sei solito bere vino solo fino a quando non sei completamente confuso. Perché hai capelli così disordinati e sei vestito in modo così strano? Quella è un sarong dei Farang.» 

*(N/T: sarong è un indumento malese e Farang è un termine gergale per uno straniero.)

L’antica lingua tailandese che usciva dalla bocca della persona di fronte a me mi faceva sentire come se il mondo stesse per crollare. Prima potevo consolarmi di essermi appena svegliato, che probabilmente non ero ancora sobrio e che quindi avevo le allucinazioni o qualcosa del genere. Ma ora tutto intorno a me era troppo chiaro, troppo realistico.

«Klao, non sei ancora sobrio, vero?» 

Come puoi non essere sobrio quando vedi qualcosa di simile? Che diavolo sta succedendo?

«No… Thi, sono io. Non sono Klao—» 

«Ma non importa, è bello vederti. Aspetta un po’, appena ti riprenderai dalla sbornia, potremo parlare.» 

Thi non mi ascoltò e, dopo aver interrotto la conversazione, si fece avanti. Apparentemente stava cercando di tirarmi su dal tronco dell’albero, ma era più lento di qualcuno che si stava avvicinando rapidamente. 

«Than Muen!» 

«Ehi! Cosa stai facendo!» Spalancai gli occhi mentre il mio braccio veniva afferrato dalla mano dell’uomo che si era appena avvicinato. Cercai di difendermi allontanandolo, ma la figura alta non fu affatto influenzata dalla mia forza.

«Ohi, Phop! Cosa c’è che non va in te? Pensi sia un’altra persona?» 

Thi si affrettò a intervenire, ma quel Than Muen non si fermò.

«Sono solo un po’ scettico sul fatto che questa persona sia davvero colui che stiamo cercando.» 

Una voce bassa rispose senza distogliere lo sguardo da me.

«Jom, non ti sei chiesto perché quando lo abbiamo chiamato Klao, ha detto che non era lui?» 

«Aspetta, ehi!» gridai mentre mi afferrava abilmente entrambi i polsi con la forza di una sola mano e allo stesso tempo l’altra mano mi arrotolava la manica destra, esponendo la parte superiore del mio braccio e della spalla. All’improvviso si bloccò.

«Calmati. Penso che sia perché è ancora troppo ubriaco, si sente dall’odore dell’alcool. Ha lo stesso aspetto e la stessa voglia sul braccio. È ovvio che sia Klao. Come puoi sbagliare persona?»  

La voce di Thi risuonò, ma quella frase mi rese ancora più confuso e preso dal panico.

Da quando avevo aperto gli occhi, quelle persone avevano continuato a chiamarmi Klao. 

Significa che la persona di nome Klao mi assomiglia e abbiamo la stessa voglia sulla spalla. Quindi hanno frainteso, giusto?

E il punto era che tutti parlavano ed erano vestiti come ai vecchi tempi. Niente telecamere, niente che indicava che ero sul set di un dramma o che mi stavano prendendo in giro da uno spettacolo. Non dirmi che questa cosa della trascendenza dimensionale è realmente possibile.

«Il suo viso è estremamente pallido. Riportiamolo in fretta a casa per un controllo prima che svenga. Servo, aiuta il tuo giovane padrone in fretta!» 

«Obbedisco.» 

Il servo venne frettolosamente a sostenermi agli ordini di Thi… No, uno che gli somigliava. E a quel punto mi resi conto perché conoscevo il volto della persona che avevo incontrato per la prima volta. Sembrava un junior della mia facoltà, un amico nel gruppo di Pan con cui parlavo raramente.

Thi e questo ragazzo… come sono arrivati qui? Cosa diavolo sta succedendo?

Mi alzai confuso e avanzai sotto il sostegno del servo. Quando mi guardai intorno, Incontrai accidentalmente gli occhi di Than Muen chiamato Phop. Lo sguardo severo nei suoi occhi mi terrorizzò ancora di più.

Ricordavo chiaramente che la notte precedente ero entrato nel frutteto di mango, ma ora lo scenario su entrambi i lati si era trasformato in una foresta. Ci volle un po’ per uscire dalla foresta e arrivammo a un molo. L’uomo feroce era seduto sulla mia stessa barca. Il servitore che assomigliava esattamente al giovane della mia università mise i remi in acqua e lasciò che la barca avanzasse lentamente. Quando vidi chiaramente lo scenario intorno a me, il mio cuore quasi saltò fuori dal petto.

Non mi piacevano le lezioni di storia, ma avevo studiato un po’ in base ai requisiti del corso, e avevo anche visitato siti storici. Quello che vedevo ora era come entrare nella versione originale di quei siti prima che fosse distrutta e ridotta in rovina.

Su entrambi i lati della strada c’erano case tradizionali tailandesi, templi e moli ben curati. Di tanto in tanto, le persone remavano avanti e indietro con le barche. Sia gli uomini che le donne indossavano abiti antichi. Gli uomini indossavano acconciature Mahad Thai, camicie a maniche lunghe o direttamente in topless. Alcune donne che portavano il Mahad Thai avevano i capelli corti, con una crocchia molto alta in testa, o i capelli direttamente sciolti,, alcune indossavano scialli, altre dei costumi Tabengman, e altre ancora esponevano direttamente il petto, indossando solo un pareo. Chiacchieravano e si salutavano in una lingua antica, come se quello fosse il loro normale stile di vita.

Fissai sbalordito l’immagine di fronte a me e ascoltai i suoni. Tutti i sensi del mio corpo si svegliarono all’istante e la mia attenzione fu costretta a concentrarsi su tutto ciò che mi circondava. La mia maglietta era inzuppata di sudore e il mio viso era pallido di paura. Nei miei 20 anni non ero mai stato così in preda al panico come adesso.

Se questo è un sogno, sembra troppo reale.

Dopo un po’, la barca fu ormeggiata a un certo padiglione in legno. Dopo aver legato la barca, la persona seduta dietro di me salì per prima sul molo. Inconsciamente mi ordinai di alzarmi e scendere a terra con loro, ma probabilmente poiché non ero ancora sobrio ed ero disabituato a viaggiare sull’acqua, mi sembrò di avere un po’ di mal di mare, e quasi caddi quando mi alzai.

«Khun Klao!» 

«Attento!» 

Prima che quasi cadessi in acqua, l’uomo di nome Phop mi afferrò in tempo per il braccio, mi strinse forte la mano e mi tirò verso il molo.

In piedi accanto a lui, mi resi conto che eravamo più o meno della stessa altezza, forse l’altro era solo 1 o 2 centimetri più alto di me. Anche se indossava una camicia a maniche lunghe, la sua figura era ovviamente più muscolosa della mia. Quando lo guardai da vicino, sentii il mio petto sussultare in modo strano, come se ci fosse stata un’esplosione di panico, forse perché gli occhi dell’altro mostravano sempre una freddezza solenne, o forse perché ero troppo preso dal panico per l’ambiente sconosciuto intorno a me.

Il sospetto e l’indifferenza nei suoi occhi zaffiro mi misero molto a disagio. Feci un passo indietro in fretta e mi tenni deliberatamente a distanza da lui, ma il mio mondo cominciò a diventare sfocato. Un attimo prima di cadere, la persona accanto a me allungò la mano e afferrò di nuovo il mio braccio.

«Servo, aiuta subito il tuo giovane padrone a tornare a casa.» 

Il padrone dalle spalle larghe a cui mi appoggiavo diede un ordine e il servitore obbedì immediatamente e venne a sostenermi.

Fui portato sotto braccio dal molo a una casetta in stile thailandese. Avevo le vertigini e non avevo il tempo per osservare l’ambiente circostante, sapevo solo che mi stavano aiutando a sdraiarmi su un letto in una certa stanza. Il ragazzo di nome Jom, che assomigliava molto al mio amico Thi, ordinò ai servitori di preparare delle erbe, e poi cominciò a chiedere informazioni sui miei sintomi e ad aiutarmi a controllare il mio corpo.

«Niente di serio, solo un po’ debole.» 

Dopo il controllo fisico, l’interlocutore prese la medicina erboristica da un servitore e mi disse di berla.

«Cough!» 

Un forte sapore amaro mi fece quasi soffocare, ma sotto la minaccia degli occhi delle persone intorno a me, in particolare gli occhi feroci di Than Muen, non ebbi altra scelta che ingoiare tutto. Ad essere onesti, quel sapore amaro era peggio di quello del té amaro che preparava mia madre quando ero piccolo.

«Vai a letto dopo aver preso la medicina, e se non ti senti bene, di’ al servo di venire in camera mia a cercarmi. Phop, andiamo, lasciamo riposare Klao.» 

L’uomo di nome Jom si alzò e lasciò la stanza dopo aver finito di parlare, ma l’altro mi stava ancora fissando.

«Phop.» 

«Sto arrivando.» 

Quando rispose, i suoi occhi erano ancora fissi su di me. Sentii sia caldo che freddo per tutto il tempo in cui mi fissava. Finalmente, decise di lasciare la stanza. Quando la porta si chiuse, sospirai pesantemente.

La testa mi pulsava e doleva per i postumi della sbornia, per il mal di mare e per la paura. Ero più debole del solito. Pensando che non avrei mai potuto chiudere gli occhi date le circostanze, alla fine la debolezza vinse su tutto…

Chiusi gli occhi e caddi subito in un sonno profondo.

*******

Feci un sogno molto strano. Nel sogno mi svegliavo in una foresta e incontravo un gruppo di persone in costumi antichi. Parlavano in modo antico e mi chiamavano con un nome che non era il mio. Intorno a me c’erano file di case tradizionali tailandesi, con il fiume come principale via di viaggio. Tutto nel sogno era come il dramma in costume di Ayutthaya che avevo visto. Oltre a ciò, c’erano Thi e l’antica versione di un giovane universitario nel sogno, e c’era un’altra persona che non conoscevo. Un uomo che continuava a fissarmi in modo strano.

«Uhm…» 

Non sapevo quanto tempo fosse passato, ma un debole suono proveniente dall’esterno mi svegliò dal sonno. Stavo per alzarmi con l’intenzione di andare a mangiare, ma quando vidi il pavimento di legno su cui stavo camminando, improvvisamente mi bloccai.

Sia il mio dormitorio che casa mia avevano il pavimento in piastrelle, ma ora stavo calpestando il pavimento di legno lucido e la mia coscienza confusa improvvisamente divenne lucida. Abbassai lo sguardo su me stesso: la mia maglietta e i pantaloni lunghi che puzzavano di alcool si erano trasformati in vestiti di cotone. Mi guardai intorno e vidi solo un grande letto in teak lucido, armadi in legno, un baule in legno e un divisorio a motivi geometrici. Tutto qui era strano, e quando finalmente capii la situazione, quasi chiusi gli occhi per la disperazione.

Sembra che non stia sognando. La cosa peggiore è che… è tutto reale!

Fissai i miei piedi con aria assente, anche se odiavo ammettere che fosse vero, alla fine non potevo fare niente. Mi ero solo ubriacato e avevo dormito per un po’, ma quando avevo aperto gli occhi, avevo scoperto che non sapevo dove mi trovavo. Non sapevo in quale epoca fossi, né chi ero diventato, e ora non sapevo cosa fare della mia vita futura.

La preoccupazione divorava tutto il mio cuore e il mio petto divenne estremamente pesante. La mia scomparsa doveva aver preoccupato molto i miei genitori. Volevo tornare a casa, ma non sapevo nemmeno come ero arrivato lì. 

Cosa devo fare per tornare a casa?

«Ultimamente, la tua fortuna non è buona. Stai avendo sfortuna. Ti succederanno molte cose durante questo periodo, ma non saranno sempre cattive. Sei nato con un filo che ti lega, devi essere tu a risolverlo.» 

Improvvisamente mi ricordai di quello che mi aveva detto mio nonno il giorno prima e rimasi sbalordito per un momento. Non avrei mai pensato che si sarebbe avverato qualcosa a cui non avevo mai creduto, ma siccome era successo, non avevo il tempo per rimanere in uno stato di stordimento. La prima cosa che dovevo fare era trovare un modo per rimanere in vita.

Aprii la porta e mi affacciai per guardarmi intorno: fuori c’era ancora luce e sembrava che fosse quasi il tramonto, il che significava che dovevo aver dormito per qualche ora.

«Ehm… C’è qualcuno… in casa?» chiesi dolcemente, e poi sentii qualcuno rispondere alla mia destra.

«Khun Klao, ha un ordine per il suo servitore?» 

Il servo che sembrava l’amico di Pan, che mi aveva trovato e mi aveva riportato nella stanza, si affrettò a raggiungermi con un’espressione umile. Alzai la mano per farlo entrare nella camera da letto, e dopo aver chiuso la porta, mi voltai e lo guardai esitante.

«Nong… Uhm… Il tuo nome…» 

«Il mio nome è Chuay. Khun Klao non ricorda il mio nome?!» 

Mi guardò con occhi terrorizzati come se avesse incontrato un fantasma in pieno giorno.

«Per favore… per favore aspetta un momento! Il servo andrà immediatamente dal dottore!» 

«No, no, no! Io… ricordo. Era solo… sulla punta della mia lingua.» rifiutai in fretta. Ora non avevo altra scelta, prima dovevo fingere di essere il signor Klao, e poi fare progetti.

«Il signor Klao è sicuro di stare bene? Penso che il signor Klao parli… un po’ strano.» 

Chuay mi guardò preoccupato. Feci un respiro profondo e cercai di calmarmi, facendo attenzione a non mostrare le mie insicurezze.

«Io… io sto bene… Il mio corpo sta bene, ma ho un po’ di vertigini, quindi… i miei pensieri sono un po’ confusi.» 

È così difficile parlare in lingua antica!

«Allora tu… Sei un servitore…» 

«Sì, sono il servitore del signor Klao sin da quando era bambino. Quando Than Okya ha riportato il signor Klao nella capitale, l’ho implorato di tornare con lui.» 

«Ricordo.» risposi rapidamente secondo le sue parole, apprezzai molto l’onestà di quel giovane, in modo da non dover mostrare i miei piedi.

Almeno sapevo che il signor Klao era un ricco di seconda generazione, anche se aveva la sua casa e la sua servitù. 

«Chuay.» 

«SÌ?» 

«In che anno siamo?» chiesi, cercando di imitare il tono degli altri. Chuay sembrava un po’ frastornato quando glielo chiesi, ma mi rispose lo stesso.

«L’anno del cavallo.» 

«Non così!» 

«Eh… Il quinto anno dell’Era.» 

«No, intendo l’anno in numeri.» 

«Quest’anno è il 1xxx del calendario Chulasakarat.» 

*(N/T: il Chulasakarat è un sistema di conteggio degli anni utilizzato in Thailandia e in alcuni altri paesi del sud-est asiatico. Nonostante sia ancora in uso, il calendario Chulasakarat non viene comunemente utilizzato per scopi civili, commerciali o amministrativi nella vita quotidiana in Thailandia.)

«…» Accidenti, in quest’era usa ancora il calendario Chulasakarat per contare gli anni?! Di quanti anni è la differenza tra il calendario Chulasakarat e il calendario buddista? Non sono del tutto sicuro di quei numeri!

Così io e Chuay continuammo a parlare così per un po’, fino a quando la mia schiena fu piena di sudore dopo aver capito la situazione. Non ero sicuro dell’anno, ma in base a quello che aveva detto Chuay, immaginai che probabilmente ero nel mezzo della dinastia Ayutthaya. Con la mia pietosa scarsa conoscenza storica, mi sembrava di essere indietro di quattrocento anni rispetto all’anno originale 2564!

Sono tornato indietro nel tempo di quasi quattrocento anni! Se lo avessi detto a qualcuno, mi avrebbero preso per pazzo, ma tutto intorno a me era una prova. Ero sicuro di non vedere lampioni, macchine, aerei, e poi tutti si vestivano allo stesso modo e parlavano strano.

Se non sono entrato accidentalmente nel set di un drama d’epoca, allora sono davvero tornato indietro nel tempo!

«Chuay… potresti uscire e portarmi qualcosa da mangiare?» dissi esausto.

«Obbedisco, ma Khun Klao, non si sente bene. Per favore, non esca a prender freddo, le verrà la febbre. Quando sarà pronto, i servitori porteranno un tavolo in questa stanza così potrete mangiare. Signore, per favore resti nella stanza per cena.» 

«Va bene.» risposi debolmente. L’altra persona probabilmente aveva notato il mio viso pallido. Abbassò in fretta la testa e si alzò per fare come gli avevo chiesto. Non appena Chuay se ne andò, crollai sul letto, emettendo il milionesimo sospiro del giorno.

Ad essere onesti, ero così scioccato che mi sentivo sopraffatto. Non volevo ancora ammettere di star attraversando quella follia, ma ora anche il mio stomaco stava protestando violentemente. Come dice il proverbio: ‘Il cibo e l’erba vanno serviti prima che soldati e cavalli si spostino’. Se volevo usare il cervello, dovevo prima riempire lo stomaco.

Quindi prima mangiamo, poi pensiamo alla prossima mossa e troviamo un modo per indurre Chuay a raccontare tutto sul passato di Klao!

Dieci minuti dopo, Chuay tornò con un tavolo pieno di piatti. Fissai con sguardo assente l’utensile dalla forma strana che teneva in mano. Sembrava un piatto, poligonale, e i bordi erano curvati verso l’alto. Avevo sentito Chuay chiamarlo ‘ta pum’. C’erano anche due o tre ciotole di argilla contenenti cibo e riso bianco.

«La salsa al peperoncino di pasta di gamberi, il preferito di Khun Klao, servita con pesce grigliato, che è il piatto speciale di E’Sai.» 

E’Sai?

«Mia moglie.» 

«Moglie?!» gridai sorpreso. Non mi aspettavo che il giovane di fronte a me avesse già messo su famiglia. Lo studente era più giovane di me, ma quando pensai che ero tornato indietro di quattrocento anni, non ero poi così sorpreso.

In passato, le persone si sposavano e avevano figli all’età di 14 o 15. Non sorprendeva che Chuay avesse messo su famiglia. 

Ma Khun Klao? Ha una famiglia come lui? Non ha già una moglie e figli? Se è così, le cose saranno più complicate! Ma forse no… Non vedo una donna o un bambino accanto al mio letto da quando sono tornato in questa casa. Forse è questa la risposta: Khun Klao è ancora single.

«Khun Klao, per favore, prima mangi, il cibo sarà freddo.» 

«Sì.» Distolsi la mia attenzione dal proprietario di quel nome e iniziai a mangiare in fretta. All’inizio ero un po’ confuso, perché non mi era stata data una forchetta, ma solo un cucchiaio per raccogliere la zuppa. Poi mi ricordai che le persone in passato mangiavano principalmente con le mani. Non avevo altra scelta che afferrare il riso bianco con le mani, immergerlo nella salsa di gamberi e salsa chili e mangiarlo con il pesce grigliato. Non mi ci volle molto per finire tutto quello che avevo davanti a me.

«Khun Klao, per favore, si lavi le mani.» 

Chuay mi mise davanti una ciotola di acqua pulita e mi chiese di lavarmi le mani sporche di cibo. Presi l’asciugamano da Chuay e lo guardai portare fuori il vassoio del cibo per pulire.

Va bene, ora so che epoca è… Ma non ho capito chi è il proprietario di casa. So solo che Khun Klao mi assomiglia e sembra essere scomparso. Poi queste persone mi hanno trovato nel mezzo della foresta, hanno pensato che fossi lui e mi hanno portato in questa casa… Quindi chi è esattamente Khun Klao? E dove è andato?

«Khun Klao.» 

In meno di cinque minuti, Chuay tornò e bussò alla mia porta. Dato che avevo troppe domande in mente e stavo aspettando con ansia di chiedergliele, mi affrettai ad aprire la porta.

«Sei venuto giusto in tempo! Ho qualcosa da chiederti…» 

«Than Muen vuole incontrare il signor Klao e sta aspettando al molo del padiglione.» 

Dopo aver ascoltato le parole del servitore, ingoiai la domanda che stavo per porre, mi accigliai e mormorai nella mia mente confuso: Than Muen? È quel tizio di nome Phop? Perché è venuto da me…

«Allora… Devo incontrarlo?» 

«…Dovreste farlo.» 

Il sorriso imbarazzato sul volto di Chuay mi diceva chiaramente che non avevo altra scelta, quindi dovetti seguire il servitore al piano di sotto.

Quel Than Muen sembrava avere un’alta autorità, e non sapevo molto sul passato del proprietario originale della casa, quindi non potevo cercare guai affrontandolo frontalmente.

In quel momento, il sole stava tramontando e il cielo arancione si macchiava gradualmente di uno strato di inchiostro. Il vento fresco che soffiava dal canale era così freddo che non potevo fare a meno di strofinarmi le braccia con i vestiti a maniche corte. Diedi un’occhiata al padiglione: l’ospite che era venuto era seduto lì ad aspettare.

Than Muen indossava una camicia a maniche lunghe rosso scuro con una cintura intorno alla vita e un pantalone marrone scuro, il tutto sembrava un’uniforme. Portava una spada sulla schiena. Quando mi avvicinai a lui, si alzò, guardandomi con occhi illeggibili. Mentre pensavo a come salutarlo, l’uomo di fronte a me ruppe per primo il silenzio.

«Come sta il tuo corpo?» 

«Sto bene… Va tutto bene.» risposi brevemente, sentendo che la mia bocca e la mia lingua non avessero familiarità con la lingua che stavo usando. Era ovvio, ero una persona del 21° secolo, sarebbe stato impossibile parlare fluentemente una lingua antica in poche ore.

«Eccellente.» 

Sebbene l’ambiente circostante stava iniziando a oscurarsi, quegli occhi penetranti avevano ancora un bagliore distintivo che mi guardava. Chuay si avvicinò e accese la torcia del gazebo, poi se ne andò in fretta in modo che potessimo parlare da soli. La luce del fuoco si rifletteva sul bel viso del visitatore, e inavvertitamente ne rimasi affascinato per un po’.

A proposito, le persone del passato erano piuttosto belle, abbastanza belle da farmi ingelosire. Se fosse stato ai miei tempi, quest’uomo sarebbe stato facilmente l’attore protagonista di una serie TV. Ma se pensavo alla sua età, quattrocento anni più vecchio di me, avevo la pelle d’oca.

Oh, questo significa che sto parlando con il bis-bisnonno del bis-bisnonno del mio bisnonno…

«Klao.» 

«Eh…Si?» 

«Ho dei dubbi nel cuore, e voglio chiedertelo chiaramente.» 

Le sopracciglia dell’altra parte si erano contratte, io sembravo confuso e chiesi all’altra parte in tono assente: «Chiedere? Khun, lei… uh, lei vuole chiedermi… » 

«P’Phop.» 

«…Che cosa?» 

«Sono più grande di te, dovresti chiamarmi P’Phop, no?» 

Non c’era emozione nel suo tono. Vedendo che ero ancora stordito, continuò: «Prima mi chiamavi P’Phop.» 

Aveva un leggero sorriso sul volto, ma i suoi occhi erano esattamente l’opposto, mi fissavano come se cercassero di cogliermi in errore. Dovetti distogliere lo sguardo per evitare i suoi occhi penetranti.

«Allora, cosa volevi chiedermi, P’Phop?» Anche se non volevo davvero chiamarlo così, dovevo comunque farlo obbedientemente per evitare errori. Non appena lo dissi, i suoi occhi remolarono leggermente prima di parlare con freddezza: «Volevo chiederti, qual è il motivo per cui sei scomparso per alcuni giorni e sei andato nella foresta?» 

Quando ho accettato di cambiare il suo pronome, ne ha approfittato per cambiare anche il modo di parlare.

«Dopo essermi ubriacato, sono entrato nella foresta e non ricordo altro.» Feci un respiro profondo e cercai di non evitare il suo sguardo. Si dice che alle persone che mentono piaccia evitare gli occhi. Devo restare calmo, così questo tizio mi crederà e non farà più domande.

«Davvero? Allora perché eri vestito in modo così strano? Anche il modo in cui parli è diverso.» 

Mio Dio, non si arrende!

«Io… ho detto che non ricordo! Come può una persona ubriaca ricordare chiaramente?»  Ero stato messo alle strette da qualcuno e non avevo altra scelta che urlare e intimidire l’altra parte, sentendomi come se fossi stato beccato. Non ero mai stato così preso dal panico nei miei vent’anni di vita.

«Allora deve essere colpa dell’alcol.» 

Quelle parole sembravano concordare con me, ma Phop mi fissava come se volesse leggere dentro. Ero così sotto pressione che volevo solo trovare un modo per evitarlo il prima possibile.

«Se P’Phop non ha nient’altro da chiedere, me ne andrò. Ho mal di testa e voglio tornare a riposare.» Interruppi rapidamente la conversazione, ignorando se avevo torto o ragione. Ora ho mal di testa, quindi lasciami andare per favore!

L’altra parte tacque. Durante quei pochi secondi, sentii solo come se fossero passati anni, e finalmente la voce profonda rispose: «Non ti disturberò più. Vai di sopra e riposati per bene. Chiederò a Jom di venire a controllarti domani.» 

«Grazie.» Dopo aver salutato con le mani giunte, mi precipitai nella stanza senza guardare la persona dietro di me. Non appena tornai in camera da letto, mi sedetti sul letto e mi voltai a guardare Chuay che mi aveva seguito.

«Quell’uomo, voglio dire P’Phop, chi è?» chiesi, e gli occhi del giovane si spalancarono.

«…Khun Klao non ricorda…«

«La mia testa è stordita, non riesco a ricordare. Dimmelo, Chuay.» Lo interruppi in fretta prima che il servitore finisse di parlare. In quel momento non avevo tempo per preoccuparmi se le mie bugie fossero piene di errori e omissioni. Volevo solo sapere chi era quell’uomo e quanto conosceva Klao.

«Than Muen Phop è il figlio maggiore di Than Phaya Phatchapadi. Presta servizio nella Divisione Pattuglia del Dipartimento Metropolitano, proprio come suo padre. D’altra parte, Than Phaya è un collega di Than Luang Yokkabat, cioè il padre di Khun Klao.» 

«Oh…»  Per dirla semplicemente, è il figlio di un amico di ‘mio’ padre, simile a un amici d’infanzia o qualcosa del genere.

«Allora mi conosce bene?» 

«Sì, Khun Klao e Than Muen sono molto legati fin dall’infanzia. Si sono separati solo quando Khun Klao si è trasferito a Phichit con Than Luang.» 

Il rapporto è ancora molto stretto, non c’è da stupirsi che mi fissi così. Deve pensare che non sono la stessa persona del suo amico d’infanzia. Per non parlare del fatto che all’inizio l’ho chiamato ‘Khun’ invece di ‘Phi’. D’accordo, sembravo più sospetto.

«Dato che Khun Klao è scomparso per alcuni giorni, Than Muen era molto preoccupato per lei. Ha convocato tutti i servi e ci ha detto di trovarvi il ​​prima possibile. Anche Than Muen è uscito per cercarti insieme a noi servi. Fino ad oggi, quando Khun Klao è stato finalmente trovato.» 

Dopo che Chuay ebbe finito di parlare, mi guardò in faccia e chiese in preda al panico: «Allora… Dov’è andato, Khun Klao?» 

«…Mi sono solo ubriacato e sono andato in giro. Non ricordo molto bene.» Cercai di spiegare come sapevo dove fosse andato Klao, ma non ero lui!

«Chuay, puoi andartene prima? Voglio riposare.» dissi. Chuay chinò in fretta il capo e obbedì all’ordine di andarsene. Ero l’unico rimasto nella stanza. Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi, esausto fisicamente e mentalmente.

Non era affatto divertente. Quando avevo aperto gli occhi, mi ero ritrovato in un mondo strano. Non era così eccitante come negli show televisivi. Ora mi sentivo solo spaventato e stressato. Non sapevo come tornare a casa mia. Non sapevo per quanto tempo avrei potuto vivere fingendo di essere qualcun altro fino al ritorno del vero Klao. Ma non c’era modo di sfuggire alla realtà. Potevo solo vivere così.

Per favore, lasciatemi riposare per una notte e domani continuerò ad andare avanti. La prima cosa che dovrò fare è trovare un modo per scoprire da Chuay i dettagli delle azioni passate di Klao, così come la persona di nome Phop.

Bastava guardarlo negli occhi per capire che quel tizio era molto intelligente. Dato che era sospettoso e non mi credeva, mi aveva deliberatamente seguito fin lì per sorprendermi a commettere errori. Fortunatamente, la tecnologia medica e le leggi di quell’epoca erano ancora molto arretrate. Se avesse voluto testare il mio DNA o le impronte digitali, sarei stato fottuto!

Come persona con un fantasma alle spalle, non volevo incontrare di nuovo i terrificanti occhi penetranti di Than Muen. Pregavo solo di non incontrarci spesso, ma non sapevo perché avevo una brutta premonizione nel mio cuore.

…Il mio desiderio non si sarebbe avverato.

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Just be yourself

Please post more chapters; I can’t wait to read more. Your last update was more than a month ago. At first, I decided to read after the whole chapter was uploaded, but now I can’t. Please, please, please upload the chapters quickly.🥲🥲

Val

Grazie per il vostro splendido lavoro e in disperata attesa del seguito di Love Upon A Time 🥰😍

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