FOR THE LOVE OF US – CAPITOLO 4

Insicuro

(POV di Mai)

La maggior parte delle aziende private terminava l’orario di lavoro alle cinque e mezza del pomeriggio. Di solito, se non avevo del lavoro fino a tardi o qualcosa di urgente da consegnare che mi giustificasse di fare gli straordinari, tornavo sempre velocemente al mio appartamento, ma oggi…

[Dove sei, Mai?]

«Sono appena uscito dall’ufficio.» risposi mentre premevo l’acceleratore, andando avanti con lo sguardo fisso sull’autostrada piena di macchine. L’auto davanti a me iniziò a rallentare, quindi feci lo stesso e poi guardai il telefono, che era posizionato nel supporto a sinistra del volante. Un sorriso apparve immediatamente sulle mie labbra quando sentii una voce familiare provenire dall’altoparlante.

[Anche io. Il traffico intorno all’ufficio è un inferno. Come stai?]

Jade, il mio ragazzo, anche lui appena uscito dal lavoro, mi chiese del traffico.

«Beh, anche davanti a me il traffico è congestionato.» risposi, togliendo una mano dal volante per sistemarmi la cravatta.

Oggi dovevo partecipare alla festa annuale del Logistics Group di cui mia madre era una delle principali azioniste. Mio padre era rimasto a capo del resort e mio fratello maggiore era andato a supervisionare le attività in altre province. Quindi mia madre, che era venuta a Bangkok da sola, voleva che la accompagnassi e mi aveva chiesto di incontrarci presso il luogo dell’evento, che era un hotel a cinque stelle non lontano dal mio ufficio.

[Ma la festa comincia alle sei, vero? Arriverai in tempo?]

«Non è necessario che io arrivi in ​​orario, accompagnerò solo mia madre. Va bene essere un po’ in ritardo.» dissi al mio ragazzo per non farlo preoccupare. Avevo intenzione di farmi vedere solo per un po’ durante la festa, poi avrei portato mia madre a casa e infine sarei tornato nel mio appartamento vicino a Jade.

«Penso che tornerò verso le dieci di sera così potrai chiudere a chiave la porta, P’Jade.»

[Bene. Guida con prudenza e saluta tua mamma. E mentre sei alla festa non bere alcolici, ricordati che devi guidare e potresti fare un incidente, capito?»

«Capito.» risi leggermente.

[Allora non ti disturbo più, ciao ciao.] disse allegramente l’interlocutore prima di riattaccare.

Guardai lo schermo del mio telefono che divenne di nuovo nero e rivolsi la mia attenzione all’autostrada prima di emettere un lungo sospiro di sollievo, mantenendo un sorriso persistente sulle labbra. Anche se riuscivo solo a sentire il suono della sua voce e non riuscivo a vedere il suo volto, ogni volta che parlavo con Jade al telefono, non potevo fare a meno di sorridere.

Erano passati due anni da quando avevo finito il mio tirocinio fino ad ora, lo stesso numero di anni da quando avevamo iniziato la nostra relazione, quindi avevo già festeggiato San Valentino con Jade due volte. Nell’ultimo anno, il nostro rapporto era stato abbastanza fluido e senza problemi…

Il semaforo cambiò rispettivamente da verde, arancio a rosso. Frenai lentamente e il sorriso sul mio viso svanì mentre lo stress iniziava a prendere il sopravvento sulla mia mente.

Il nostro rapporto era senza dubbio liscio come l’olio. Ma dire che non c’erano ostacoli o problemi era del tutto impossibile. Perché in realtà c’erano alcune cose che mi facevano riflettere troppo senza che Jade lo sapesse. E giorno dopo giorno, queste insicurezze crescevano sempre di più col passare del tempo.

Tutto a causa delle aspettative che avevo creato per me stesso.

«Mai!»

Circa mezz’ora dopo arrivai all’evento e parcheggiai l’auto. Stavo per entrare nella sala dei banchetti di un lussuoso hotel a Rama IV, e mia madre, che oggi indossava un bel vestito con una gonna di seta blu scuro, corse a cercarmi prima che io potessi trovarla.

«C’era molto traffico?»

«Un po’. Ciao, mamma.» Le sorrisi e aprii le braccia per accogliere la persona che mi aveva dato alla luce, che mi abbracciò forte con nostalgia. Durante questo periodo ero stato molto impegnato con il lavoro e non avevo avuto il tempo di tornare a Kanchanaburi per far visita ai miei genitori per due mesi, quindi mia madre si era sentita ferita e aveva iniziato a chiamarmi costantemente per lamentarsi.

«Cattivo ragazzo, se non fossi venuta a questa festa a Bangkok non avrei potuto vederti, vero?» Non passò molto tempo prima che mia madre iniziasse a lamentarsi, quindi le offrii subito un sorriso di scusa.

«Mi dispiace, l’azienda mi ha tenuto molto occupato ultimamente.»

«Te l’avevo detto che sarebbe stato difficile, perché non torni ad aiutare tuo padre con il resort? Oppure puoi andare con tuo fratello per aiutarlo con il lavoro.»

Ci eravamo appena visti e aveva già cominciato a parlare di quell’argomento di cui avevamo discusso insieme più volte. Ma quando vide che le stavo semplicemente sorridendo in silenzio, mia madre sospirò pesantemente.

«Va bene comunque, grazie per essere venuto ad accompagnare tua madre. Hai già mangiato qualcosa? Hai fame?»

«Non ho ancora molta fame.»

«Va bene, allora andiamo da questa parte. Molte persone vogliono vederti.»

Mia madre, finito di parlare, mi trascinò accanto al gruppo di azionisti seduti a conversare al tavolo del banchetto.

La festa del Logistics Group si teneva ogni anno e, essendo una grande società del gruppo con dozzine di filiali, erano presenti centinaia di azionisti e parti correlate che partecipavano alla festa. Io stesso ero stato spesso trascinato da mia madre a partecipare a quell’evento fin da quando ero al liceo. Lo stesso valeva per gli altri azionisti, che quasi sempre portavano all’evento i propri coniugi o figlie e figli per creare connessioni. Non avevo pregiudizi riguardo alla partecipazione a questo tipo di feste, ma a volte mi sentivo a disagio con le parole degli adulti quando mi parlavano.

«Questo è il tuo figlio più giovane? Ti sei già laureato?» Il presidente dell’azienda, un uomo grassoccio sulla sessantina, mi guardò pensieroso. «Quanti anni hai?»

«Ho ventitré anni.» risposi con un sorriso umile e usando un tono educato.

«Il tempo vola, recentemente mi hai detto che eri appena entrato all’università.» Mi fissò per un po’ prima di sorridere e allungarsi per darmi una pacca sulla spalla. «I giovani cominciano a prendere la loro strada. I ragazzi come te sembrano sempre così energici.»

«Sì, si è laureato circa sei mesi fa, ma è ancora un bambino. Deve ancora imparare tante cose sul mondo del lavoro.»

Mentre ascoltavo quello che diceva mia madre il mio viso manteneva una maschera di gentilezza. Cercavo di mantenere inalterata la mia espressione mentre nel mio cuore sentiva tutt’altro.

Mia madre non aveva detto niente di male. Ero ancora solo un neolaureato che aveva appena iniziato il suo viaggio. L’illusione durò davvero poco. Anche se pensavo di essere diventato completamente adulto, mia madre non sembrava pensare lo stesso di me.

«La verità è che sono molto preoccupata. Mai è il mio figlio più giovane e vorrei che entrasse in affari con la sua famiglia, ma lui continua a rifiutare.»

«I bambini di questi tempi sono così. Come genitori, dobbiamo rispettare la loro volontà e continuare a sostenerci a vicenda.»

La conversazione che mi risuonava nelle orecchie mi fece venire voglia di trovare un modo per scappare. Era una situazione molto scomoda per me, quindi mi scusai dicendo che dovevo andare in bagno. Uscii dalla sala dei banchetti, ma non andai in bagno come avevo detto, ma scelsi invece di uscire per godermi il vento notturno sul balcone laterale, appoggiandomi al muro per apprezzare la vista del piccolo giardino dell’hotel mentre respiravo affannosamente.

Ero il figlio più giovane. Per la mia famiglia ero un bambino che aveva quattordici anni in meno dal fratello, quindi tutti erano sempre preoccupati per me, soprattutto mia madre. Avevo quasi ventitré anni e in passato non ero influenzato da quello che pensava la gente perché a volte il fatto che gli altri mi vedessero come bambino mi dava il vantaggio di non dovermi portare dietro troppe aspettative. Ma man mano che invecchiavo, la parola ‘bambino’ mi faceva sentire sempre più a disagio.

Non mi piaceva proprio essere definito un ‘bambino’.

Anche se i miei genitori non erano così severi con Man, il loro primo figlio, mi sostenevano molto più di lui e mi chiedevano persino di aiutarli a tenermi d’occhio. Di tanto in tanto a loro non piaceva quello che facevo e mi dicevano che stavo correndo troppi rischi, così cercavo di comportarmi da adulto in modo che la mia famiglia potesse fidarsi di più di me.

Quando avevo compiuto vent’anni mio padre e mio fratello maggiore avevano iniziato a lasciarmi fare quello che volevo, chiedendomi solo di prendermi cura di me stesso. Ma era evidente che mia madre non mi aveva ancora lasciato andare. La conversazione che la mamma aveva avuto oggi mostrava chiaramente che ero sempre stato un ragazzino ai suoi occhi, e questo mi faceva sentire troppo insicuro di me stesso.

Probabilmente non sarebbe stato qualcosa che mi avrebbe disturbato troppo se non avessi un ragazzo più grande di me. Sapevo che Jade mi vedeva come il suo partner, ma era il figlio di mezzo della sua famiglia e aveva una sorella minore di cui prendersi cura, quindi aveva un alto istinto fraterno. Inoltre, il divario tra noi era piuttosto grande, avevamo sei anni di differenza e a volte avevo la sensazione che lui mi vedesse come se fossi anche un fratello minore.

Quel pensiero mi rendeva molto nervoso. Non era che non mi piacesse essere guardato con amore e attenzione, ma ero preoccupato che Jade la pensasse come mia madre dato che sapevo che gli piacevano le persone mature. Anche se ero più giovane di lui, volevo che mi guardasse come un adulto che poteva proteggerlo, non volevo sembrare un bambino agli occhi del mio ragazzo.

Questa era la preoccupazione che mi attanagliava il cuore ormai da un po’. Da quando mi ero laureato avevo iniziato ad aspettarmi di più da me stesso. Quindi avevo cercato di trovare una strada che mi facesse crescere più velocemente nel lavoro. Volevo che due delle persone più importanti della mia vita mi vedessero come un uomo adulto. Ma si scoprì che alla fine mi sentivo sotto pressione…

Feci un altro lungo sospiro prima di tornare nella sala del banchetto, modificando la mia espressione dopo essere rimasto perso nei miei pensieri per quasi venti minuti. Mentre mi preparavo per tornare a casa con mia madre, che era ancora seduta e chiacchierava molto comodamente con gli altri azionisti, all’improvviso, i miei occhi intravidero la schiena di un giovane alto, che indossava una camicia nera molto familiare.

Mi diressi verso di lui. Anche se era a una certa distanza e mi dava le spalle, lo conoscevo abbastanza a lungo per essere sicuro di chi fosse.

«P’King.» lo chiamai finché non si girò. Il sorriso sornione dell’amico d’infanzia del mio ragazzo, che era anche un mio vecchio collega e amico intimo, risplendeva brillantemente. Sembrava un po’ sorpreso di vedermi lì.

«Oh, sei venuto anche tu? Jade non mi ha detto niente.»

«Sì, mia madre è azionista, quindi mi ha chiesto di accompagnarla.» Sorrisi felicemente quando incontrai inaspettatamente qualcuno che conoscevo. Jade non aveva detto che anche King sarebbe venuto a questo evento. C’erano due opzioni perché il mio ragazzo non ne avesse parlato: non lo sapeva o si era dimenticato.

«Neanche a me.»

King sospirò. L’espressione sul suo viso sembrava dire che non era molto contento di essere a questa festa. Mi ricordai allora che la famiglia di King gestiva un’azienda di logistica, forse anche sua madre era uno dei soci o azionisti, proprio come la mia.

«Tua mamma?»

«Seduta lì, a parlare con quegli uomini d’affari. Dovrò entrare presto.» King fece un cenno verso la parte anteriore della sala, che era piena di uomini d’affari che mangiavano al tavolo. Un cameriere che portava un vassoio di bevande ci passò accanto e King lo chiamò prima di girarsi per chiedermi: «Un cocktail?»

«Va bene.» risposi gentilmente, accettando un drink dal mio senior.

Il sapore agrodolce del Manhattan* mi corse giù per la gola, permettendomi di lasciare andare temporaneamente tutte le mie preoccupazioni. Notai che molte persone stavano iniziando a guardare nella nostra direzione o meglio a guardare King. Questo mio senior era una persona con un alto sex appeal, non importava dove andasse, avrebbe attirato sempre l’attenzione della gente.

*(N/T: È un classico cocktail a base di whisky e vermut rosso.)

«Sono sorpreso che tu sia venuto.» dissi alla persona accanto a me, che continuava a bere altri cocktail. «Non sembra ti piacciono eventi del genere.»

«Mio fratello è andato all’estero e mia madre ha insistito perché venissi io al suo posto.» King sospirò annoiato.

Quando ero stagista in ufficio, gli altri scherzavano dicendo che io e King non eravamo per niente simili, ma in realtà c’era qualcosa per cui ci somigliavamo, almeno quando si trattava di essere il figlio più giovane della famiglia.

«È inaspettato. Pensavo che ti saresti rifiutato di venire di nuovo.»

«Se fosse stato in passato non mi sarei preso la briga di venire a questa festa. Odio dovermi sedere e parlare con una falsa espressione di piacere sul viso. Ma con il passare degli anni ho capito che venire per un po’ non mi avrebbe fatto male, almeno avrei potuto creare dei contatti per il futuro.» King continuò a parlare a bassa voce, i suoi occhi acuti fissavano l’orologio al polso mentre mormorava: «Non è ancora finita? Il tempo passa troppo lentamente, dannazione.»

«Vuoi già tornare da P’Uea?» Scherzai. Avevo sentito la notizia che Uea aveva ceduto e aveva accettato di essere il fidanzato di King lo scorso San Valentino. Anche se erano amici con benefici da molto tempo, avevano una relazione seria solo da appena un mese. Era ancora quella fase della relazione in cui voleva stare con il suo partner invece di annoiarsi a una festa in cui doveva fingere sorrisi mentre parlava di affari con altre persone.

«Beh, questo posto è noioso da morire. Tu non vuoi tornare da  Jade?»

«Mi piacerebbe.» confessai onestamente. Anche se quella era una festa lussuosa, c’era cibo delizioso ed eravamo circondati da molte persone, tornare a casa per riposarmi e stare con il mio ragazzo dopo il lavoro mi rendeva molto più felice.

«Allora dovresti farlo.»

King emise un profondo sospiro prima di alzare il bicchiere da cocktail per dissetarsi.

«E come vanno le cose con P’Uea?»

«Bene, meglio di quanto pensassi. Avrei dovuto corteggiarlo molto tempo fa, non so cosa diavolo ho fatto per così tanti anni.»

Alla fine della frase, la sua voce profonda e roca sembrava chiaramente frustrata. Non riuscii a trattenere le risate. Dal mio primo giorno di tirocinio, potevo immaginare che a King piacesse Uea, altrimenti per quale motivo continuava a disturbarlo in quel modo? Non era perché chiedeva costantemente la sua attenzione?

«Quindi P’Uea è disposto a trasferirsi da te?»

«Continuo a fare avanti e indietro, ma lo convincerò presto.» disse in tono serio.

Lavoravano insieme nello stesso posto e King voleva anche che Uea andasse a vivere con lui in modo che potessero vedersi il più possibile. Questo era ciò che definivo essere un pazzo innamorato, ma come potevo prendere in giro King quando io stesso non ero diverso da lui?

«E tu e Jade? Non ci sono problemi, vero?»

«No.» risposi con un sorriso. A volte potevamo avere delle piccole differenze, come due persone qualsiasi che vivevano insieme ogni giorno. Ma d’altra parte ci capivamo molto bene e ci amavamo molto più del primo giorno in cui avevamo iniziato la nostra relazione.

Sta andando tutto bene, a parte il fatto che ho qualche preoccupazione che mi frulla per la testa…

«P’King.»

«Dimmi.»

«…Può sembrare strano che ti faccia questa domanda, ma hai un progetto per il futuro?»

Le sopracciglia scure di Phi King si corrugano quando il suo sguardo incontra il mio.

«Ti riferisci al mio futuro con Uea?»

«Intendo tutto, in generale.» risposi. Gli stavo chiedendo una cosa così personale perché aveva uno status molto simile al mio. Come me, era il figlio più giovane, che la sua famiglia sperava ritornasse a casa e si occupasse di portare avanti l’azienda di famiglia. Quindi volevo sapere cosa intendeva fare della sua vita.

«Penso che ora che ho trent’anni e ho un ragazzo, voglio trovare qualcosa di più stabile nella mia vita. Non ho intenzione di lavorare per sempre nell’azienda in cui mi trovo attualmente, ma non voglio nemmeno rilevare l’azienda di famiglia.»

Il suo sguardo che spesso sembrava spensierato, come se si lasciasse andare a godersi la vita, si trasformò in uno sguardo molto serio.

La sua risposta non era diversa da quella che mi aspettavo. King doveva iniziare a cercare una buona stabilità ora che non era più solo…

«E tu come risponderesti a questa domanda?»

La persona interrogata mi restituì la domanda.

Consumai il resto del cocktail prima di posare il bicchiere e parlare a bassa voce. «Non lo so. Non sono sicuro.»

«Di cosa sei insicuro?»

«…Non so se P’Jade abbia mai pensato che fossi troppo giovane per lui oppure no.» Esitai per un momento, ma finalmente riuscì a far uscire quello che mi infastidiva da diversi mesi, così potei ascoltare il punto di vista di qualcuno più grande.

Le sopracciglia scure di King si alzarono leggermente, non mi disse niente, manteneva solo il contatto visivo con me come se mi dicesse tacitamente di continuare a parlare, quindi feci un respiro profondo prima di continuare. «Beh… a volte non ho molta fiducia in me stesso. Forse è per la grande differenza di età tra me e P’Jade. Devo ammettere che la mia esperienza di vita è molto inferiore alla sua, soprattutto per quanto riguarda il lavoro. Deve costantemente guidarmi, quindi sono preoccupato se adesso mi vede come un fidanzato o come un fratellino.»

«Se ti vedesse come un fratello minore probabilmente non verrebbe a letto con te, no?» Il migliore amico del mio ragazzo mi rispose con una risata. Le sue parole mi fecero diventare rosse le orecchie. 

«Ciò che dici può essere vero, ma non è esattamente questo il punto che mi preoccupa. So che P’Jade mi ama, ma voglio che mi veda come un uomo adulto che può prendersi cura di lui e non come un fratellino di cui prendersi cura…»

«Hai paura di sembrare una persona immatura?»

King sembrò notare l’espressione sul mio viso, quindi fece una domanda più specifica.

«Qualcosa del genere.»

«Allora smettila di preoccuparti. Da quando ci siamo incontrati, ho pensato che la tua personalità e il modo in cui ti comportavi fossero quelli di qualcuno molto più maturo per la tua età. Non ti ho mai visto come un bambino, quindi l’unica ragione per cui potrei considerarti mio Nong è perché sono nato prima di te.»

King mi diede una pacca vigorosa sulla spalla. Le sue parole aiutarono a sbloccare qualcosa nel mio cuore, facendomi sentire sollevato in una certa misura.

«Quanto a Jade, non so come ti vede, ma se hai dei dubbi puoi provare a parlare con lui.»

«…»

«Devi parlarne, altrimenti diventerà un problema a lungo termine. Sai cosa succederà? Jade noterà che qualcosa ti dà fastidio e non saprà cosa stai pensando. Inizierà a far volare la sua fantasia, molto fedele al suo stile, e tutto diventerà un vero e grosso problema.»

«È vero.» Feci cenno di sì con la testa. Il mio ragazzo era qualcuno che tendeva a tenere le cose in mente invece di chiederle agli altri. Non volevo che i suoi pensieri andassero nella direzione di credere che io fossi annoiato con lui o qualcosa del genere, quindi cercare di avere una conversazione sincera con lui era l’opzione migliore.

La festa continuava, ma non mi annoiavo più a stare lì perché avevo King, un amico con cui potevo parlare. Si scoprì che le nostre madri si conoscevano già, e quando scoprirono che anche noi ci conoscevamo, chiacchierarono e si interrogarono sui loro ‘problemi materni’ per molto tempo, fino quasi alle nove di sera; d finalmente in quel momento mia madre salutò gli altri soci, scusandosi per andarsene.

Riportai la mamma a casa di mio fratello Man, dove stavano mia cognata e mio nipote. Dopo averla accompagnata, tornai al mio appartamento.

**********

«Oh, sei qui?»

L’odore dei noodles istantanei mi colpì il naso non appena aprii la porta del mio appartamento. Jade era seduto a gambe incrociate sul divano davanti alla TV, con in mano una ciotola di noodles. I suoi occhietti brillavano di gioia nel momento in cui videro il mio viso.

«Non dormi ancora?»

«Sono solo le dieci e mezza. È troppo presto.» Jade rispose sorridendo e la sua mano bianca, un po’ più piccola della mia, sollevò la ciotola di noodles prima di chiedere: «Hai fame? Posso farti altri noodles.»

«Va bene.» Gli angoli della mia bocca si alzarono automaticamente quando sentii di ricevere l’amore e la cura della persona amata. Non appena entrai nella stanza e vidi il volto di Jade, il mio cuore angosciato cominciò a calmarsi. Il suo sorriso fece sembrare scomparire anche la forte pressione sulle mie spalle, che non avevo mai sentito prima.

«Allora sbrigati a farti una doccia.»

Quando Jade finì di parlare, distolse lo sguardo da me e tornò verso lo schermo della TV mentre teneva in mano le bacchette e portava i noodles alla bocca. Era concentrato sul film di Detective Conan che stava guardando tramite un’applicazione di streaming.

«Guarderò di nuovo il film con te.»

«Oh.» mormorò, emettendo un suono nella gola.

Mi alzai e guardai le guance bianche del mio ragazzo, che si muovevano al ritmo della sua masticazione. Lo guardai affettuosamente per un attimo prima di ritirarmi in bagno per lavarmi via le tracce di sudore e sporco accumulate durante la giornata.

Circa venti minuti dopo tornai in soggiorno in pigiama, con un asciugamano tra le mani e i capelli ancora umidi.

«Dove sei arrivato?»

«Più o meno la metà.» mi rispose Jade senza staccare gli occhi dallo schermo. 

Era ancora seduto nella stessa posizione, solo che ora, invece di tenere in mano la ciotola di noodles, stringeva tra le braccia un cuscino. La ciotola vuota fu rilegata sul tavolino vicino.

«Finirò di guardarlo con te.» Mi avvicinai a lui e mi sedetti. Poi tolsi il cuscino che teneva tra le braccia e mi misi sul suo grembo. Jade non disse nulla, ma automaticamente mi mise una mano sulla testa e cominciò ad accarezzarmi dolcemente.

«Mai, i tuoi capelli sono ancora bagnati. Non puoi addormentarti così, alzati prima e asciugati i capelli altrimenti ti prenderai un raffreddore.»

La voce di Jade era più forte del solito. Aveva persino staccato gli occhi dal suo anime* preferito per guardarmi. Il solo pensiero mi fece sorridere felicemente mentre mi sedevo di nuovo e lo guardavo con un’espressione implorante.

*(N/T: cartone animato giapponese.)

«Asciugali tu per me.»

«Siediti più in basso.»

Una volta che mi disse cosa fare, mi prese l’asciugamano dalle mani mentre scivolavo giù dal divano e mi sedetti sul pavimento, appoggiando la schiena al divano. Poi Jade iniziò ad asciugare i miei capelli ancora umidi strofinandoli delicatamente con l’asciugamano.

«Ecco, adesso puoi andare a dormire.» 

Il mio parrucchiere personale annunciò di aver finito il suo lavoro dopo circa cinque minuti mentre usava le mani per pettinarmi i capelli, poi mi permise di sistemarmi sulle sue ginocchia nella stessa posizione di prima.

Alle undici di sera, l’atmosfera nella stanza era così tranquilla da essere disturbata solo dalle voci dei personaggi dell’anime trasmesso in televisione e ancora oggi apprezzato dai grandi fan come Jade. Il mio ragazzo mi accarezzava la testa concentrato sulla trama del film e io osservavo attentamente le sue espressioni e il suo sguardo mentre continuavo a stare  sdraiato comodamente sulle sue ginocchia.

Jade sembrava sempre un bambino quando si sedeva a guardare gli anime o quando si interessava davvero a qualcosa. Mi piaceva questo suo aspetto, ma allo stesso tempo faceva risorgere l’ansia per le mie preoccupazioni…

«P’Jade.»

«Dimmi…»

Mi risponde subito, ma il tono della sua voce era assente, il che mi diceva chiaramente che la sua attenzione era completamente concentrata sulla trama del film.

Sapevo che avrei dovuto lasciarlo continuare a godersi il film in pace, ma la mia crescente ansia mi rendeva troppo impaziente per rimandare ciò che volevo dirgli, quindi gli parlai a bassa voce.

«P’Jade, pensi che sembro un bambino?»

«Eh?»

Questa volta, Jade distolse gli occhi dallo schermo per guardarmi in faccia, confuso.

Mi alzai dalle sue ginocchia e mi sdraiai sul divano con gli occhi fissi sul viso del mio ragazzo e chiesi seriamente: «Voglio sapere se sembro ancora un bambino ai tuoi occhi, P’Jade.»

«Sei un bambino.»

Questa risposta mi fece sprofondare il cuore. Phi Jade ha risposto come se non dovesse nemmeno pensarci due volte o forse lui…?

«Sembri qualcuno nato all’inizio del 20esimo secolo, come se fossi un idol coreano che ha appena debuttato. Penso che il tuo viso sia appropriato per qualcuno della tua età. È meglio che sembrare più vecchio di quello che sei.»

«…»

«Perché sorridi? Ho detto qualcosa di sbagliato?» Fece una faccia buffa quando mi vide sorridere.

«Non è quello che intendevo.» spiegai, con la voce tremante per resistere alla risata che mi aveva provocato l’altra persona che aveva interpretato la mia domanda in un altro senso. Jade non era mai stato una persona premurosa, ma questa era una delle cose che mi piacevano davvero di lui.

«Intendo, sembro immaturo? Ai tuoi occhi sono ancora un bambino?»

«Perché? Non dirmi che pensi ancora troppo a P’Nueng.» mi chiese guardandomi con un po’ di preoccupazione.

Diversi mesi prima avevamo incontrato un senior di Jade in un centro commerciale. In quel momento mi ero reso conto che prima Jade lo ammirava segretamente. Così avevo finito per buttarmi addosso a lui per quasi un giorno, finché finalmente eravamo riusciti a chiarirci.

«Non precisamente. È solo che… voglio sapere.» Gli rivolsi un lieve sorriso e negai. Anche se questo non mi preoccupava più, non potevo negare che quell’incidente avesse avuto un ruolo enorme nel far crescere le mie insicurezze e farmi iniziare a pensare troppo. A Jade piacevano le persone più grandi e mature, ma io ero molto più giovane di lui. Chiunque se ne fosse accorto avrebbe perso un po’ di fiducia.

«Dico sul serio, P’Nueng non mi piace più.» Jade mosse la mano per accarezzarmi la testa come se mi stesse consolando e i nostri occhi si incontrarono per un momento prima che lui continuasse a parlare. «E per quanto riguarda la tua domanda se sei troppo giovane per me, non lo sei. Almeno posso dire che sei decisamente più cauto e affidabile di quanto lo fossi io alla tua età. Quindi sei una persona abbastanza matura.»

Quella voce ferma e quegli occhi che non nascondevano nulla mi dicevano che intendeva davvero quello che mi aveva detto e questo mi fece sentire come se un peso di una montagna mi fosse stato tolto dal petto. Beh, almeno sapevo che il mio ragazzo non la pensava come mia madre. Jade a volte poteva guardarmi con un filtro da “fratellino carino”, ma sapeva comunque che ero abbastanza maturo per correre rischi diversi. E la cosa più importante era che si rendeva conto che ero un uomo che poteva assumersi la responsabilità della sua vita…

«Ma perché me lo chiedi?»

«Nessuna ragione. Ero solo preoccupato.» Mi sdraiai sulle sue ginocchia e gli presi una mano.

I piccoli occhi della persona che fungeva da cuscino improvvisato mi guardarono incuriositi. Poi, con la mano libera, cominciò ad accarezzarmi la testa.

«Che cosa ti preoccupava? Dimmi.»

Il morbido palmo di Jade mi scompigliò i capelli da un lato all’altro provocando una sensazione di calore che mi riempiva il petto. Gli strinsi più forte la mano e finalmente liberai le mie emozioni.

«Forse è che mi sono già laureato, quindi sento il bisogno di crescere in fretta. Voglio poter essere indipendente il prima possibile, voglio che tu abbia fiducia in me e che tu sia sicuro che sarò in grado di prendermi cura di te, proprio come tu ti prendi cura di me. Ho riflettuto su questi pensieri e ho cominciato a preoccuparmi…»

«Oh, ti capisco benissimo. Quando mi sono laureato al college, mi sono sentito allo stesso modo.»

Jade mosse la mano e mi diede una pacca sulla spalla mentre tirava un sospiro di sollievo.

«Anche se nessuno mi ha fatto pressioni quando mi sono laureato, finire l’università è come un segno che siamo diventati adulti. Anche se il mio cuore non era ancora del tutto preparato, ho cercato di dirmi che ero adulto e che avrei dovuto essere più maturo. E mi sentivo sopraffatto dal pensiero che dovevo sbrigarmi per crescere ed essere indipendente, quindi alla fine mi sono sentito frustrato.»

«Cosa hai fatto quindi?»

«Non ho fatto niente. Dopo un po’ ho smesso di dare di matto e ho permesso che la vita continuasse tranquillamente. Pensare troppo mi causerebbe solo un sacco di mal di testa. Guadagnavo già i miei soldi e non dipendevo finanziariamente dai miei genitori né dovevo chiedere loro la merenda come quando andavo a scuola e questo per me equivaleva a essere un adulto.»

Jade sorrise, ma sembrava temere che il suo modo di pensare basato sullo stile di vita di una persona sconsiderata potesse non riuscire a consolarmi come avrebbe dovuto. Il suo palmo caldo si spostò dalla mia spalla per toccarmi la guancia e mi chiamò per stabilire un contatto visivo con lui.

«Dobbiamo preoccuparci, lo capisco. Ma non dobbiamo pensarci troppo. Ci saranno momenti in cui vorrai comportarti come un bambino e va bene, e ci saranno anche giorni in cui dovrai comportarti come un adulto. Ma non devi essere perfetto o pensare di esserlo, tanto meno fingere di essere sempre un adulto. Rilassati e sii te stesso, questa è l’opzione migliore.»

«…»

«Mai.»

«…»

«Cosa stai guardando? Sto dicendo una sciocchezza?»

Jade sorrise seccamente quando mi vide sdraiato lì sorridente a guardarlo in faccia senza dire nulla. Le sue orecchie cominciarono a diventare rosse quando gli presi la mano e gli posai un bacio al centro del palmo.

«No, mi sento come se fossi di nuovo troppo carino.» Gli sorrisi di nuovo mentre vedevo il suo viso diventare rosso come un pomodoro bollito e lui reagì immediatamente liberando la mano dalla mia presa e afferrando un cuscino per appoggiarmelo sulla faccia…

«I bambini oggigiorno sono così smielati.»

Jade girò la testa dall’altra parte e si lamentò mentre io ne approfittavo per sedermi e abbracciare la vita sottile del mio ragazzo.

«P’Jade.»

«OH! Mai, più piano.»

Jade urlò quasi istantaneamente quando gli misi troppa pressione.

Allentai un po’ la presa e poi appoggiai il mento sulla sua spalla. I nostri volti erano così vicini che potevo contare le sue ciglia. Il mio sguardo cadde su quegli occhi limpidi e innocenti e non riuscivo a capire perché tutti li avessero trascurati prima.

L’atteggiamento di Jade verso gli altri era sempre positivo. Era qualcuno che sapeva confortare le persone, una persona davvero gentile e premurosa. Per questo mi faceva male che gli altri lo avessero trascurato per così tanto tempo, fino a fargli perdere tutta la sua fiducia. Se lo avessi incontrato prima, se solo fossi stato un po’ più grande da aver avuto l’opportunità di incontrarlo a scuola, all’università o al lavoro…

«Ah…»

«…»

«Jade.» Le mie labbra si mossero per dire ciò che il mio cuore voleva. Volevo chiamarlo per nome senza dover aggiungere il ‘Phi’ davanti. In questo modo potevo sentire la distanza tra noi scomparire…

«Jade.» dissi di nuovo. Poi non potei fare a meno di sorridere quando vidi il volto del proprietario del nome diventare rosso, ma questa volta il rosso si diffuse alle orecchie e al collo.

«È bello chiamarti così. Dovrei semplicemente iniziare a chiamarti con il tuo nome, P’Jade. Jade. Jad…»

«Smettila, chiamami come sempre!»

Jade si allontanò velocemente da me mentre stavo per allungare la mano per baciarlo sulla guancia. Non mi guardava più negli occhi perché era evidentemente imbarazzato.

«Fa caldo? Hai la faccia molto rossa. Posso alzare l’aria condizionata per te?» Non potevo fare a meno di prenderlo in giro. Anche se ci frequentavamo da un bel po’ di tempo, a volte si imbarazzava ancora quando gli mostravo il mio amore.

«No, stai lontano, torno a vedere il mio film!»

Jade si girò e mi parlò con voce severa, ma si rifiutava ancora di guardarmi direttamente negli occhi. Ad essere onesti, la sua reazione riusciva sempre a farmi sussultare, quindi mi comportavo come un ragazzaccio che sfidava il suo ordine.

«No.» Mi avvicinai per abbracciarlo di nuovo e baciarlo sulla guancia. Jade strinse gli occhi, guardandomi con un’espressione completamente imbarazzata.

«Adesso sei molto bravo a prendermi in giro. Smettila di parlare così tanto con King.» si lamentò e scosse la testa per guardare di nuovo lo schermo della TV.

Trattenevo le risate mentre guardavo con adorazione il mio ragazzo che borbottava mentre fissava con sguardo assente il film. Dalla prima volta che ci eravamo incontrati, Jade sembrava pensare che fossi una persona molto innocente e che King, che era appena stato accusato ingiustamente, mi avesse riempito la testa di tutti i tipi di trucchi e astuzie per trasformarmi nella persona astuta e maliziosa che ero oggi. Dovevo ammettere che essere un bambino agli occhi del mio ragazzo a volte era davvero utile.

Non voglio davvero correggere questo malinteso con P’Jade. Comunque, mi dispiace tanto, P’King!

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