FOR THE LOVE OF US – CAPITOLO 3

(Nota: gli eventi in questo capitolo si svolgono dopo il capitolo 23 della novel di BF)

POV di King

Quando si parlava di Khunakorn Sutthikul, tutti coloro che lo conoscevano tendevano spesso a pensare che fosse un playboy dallo spirito libero e senza intenzione di legarsi a nessuno, ma questa non era del tutto la verità. Non era che non avessi mai immaginato di avere una persona con cui volevo stare per sempre, era solo che non avevo ancora trovato quella persona, quindi mi limitavo a dormire in giro. A pensarci bene, mi resi conto che dall’ultima volta che avevo avuto una relazione seria, erano passati ormai dieci anni.

All’età di ventisette anni, non avevo mai pensato di dovermi sbrigare né ero ansioso di cercare una relazione stabile. Pensavo che probabilmente avrei continuato a vivere quella vita da amante del divertimento per un po’ finché non mi era capitato di avere una relazione di ‘amici con benefici’ con un collega. La stessa persona che guardavo e di cui ero interessato da molti anni. Pensavo che mi piacesse solo il fisico, il viso e il carattere accattivante di quella persona, ma quando si era presentata l’opportunità di costruire un rapporto fisico con lui, non persi l’occasione di coglierla.

Tuttavia, una volta che me ne resi conto, mi ritrovai completamente innamorato di Uea. Ai miei occhi c’era solo lui. Avevo provato ad andare avanti e cercato di flirtare con attenzione, senza oltrepassare i limiti dell’accordo, ma c’erano stati vari ostacoli. Avevamo litigato così tanto che alla fine ci eravamo fraintesi. Per fortuna, alla fine avevamo chiarito le cose. Avevo avuto il coraggio di chiedergli una possibilità per dimostrare me stesso alla persona che ancora dubitava di me. Finalmente ottenni lo status di ‘frequentazione’ dopo più di tre mesi di sofferenza senza poterlo abbracciare e baciare come avrei voluto. Uea aveva ceduto e si era addolcito, accettando di essere il mio ragazzo lo scorso San Valentino.

Uea e io rivelammo il nostro rapporto alle persone in ufficio, tra gli applausi e le prese in giro dei colleghi che dicevano tutti all’unisono che non potevano credere che fossimo diventati una coppia, ma che eravamo adatti l’uno all’altro. Tutto stava andando benissimo, ma ciò non significava che non c’erano cose che mi irritavano.

E il fatto era che il mio ragazzo era… Così dolce e attraente.

«King.»

«Eh?»

«Cosa stai guardando?» chiese la voce dolce della persona accanto a me mentre stavamo in piedi ad aspettare l’ascensore per salire al quindicesimo piano, dove si trovava il nostro ufficio.

Distolsi lo sguardo da ciò che stavo guardando, mi girai per sorridere al ragazzo con cui mi frequentavo solo da meno di una settimana e risposi: «Che succede in caffetteria? Ci sono molte persone adesso.»

«Oh, c’è una promozione ‘due per uno’ oggi. Meno male che siamo arrivati ​​presto. Se fossimo stati più lenti di così, avremmo dovuto aspettare in fila per molto tempo.» Un paio di bellissimi occhi lanciarono un’occhiata verso la caffetteria, dove ora c’era una lunga fila di dipendenti lungo tutta la porta del negozio, e sollevò l’Americano ghiacciato che aveva in mano per prendere un sorso.

Ma Uea non sapeva che quello che avevo appena detto era una bugia. In realtà, stavo guardando un impiegato con una faccia sconosciuta che stava in piedi davanti alla caffetteria e che fissava il mio ragazzo con gli occhi lucidi. Conoscevo quello sguardo, perché era lo stesso che avevo io la prima volta che avevo incontrato Uea al pub, quando non sapevo ancora che fosse amico di Jade.

Mi voltai di nuovo in quella direzione. Il dipendente di un’altra azienda continuava a fissarlo senza battere ciglio. In effetti, avevo notato che spesso sbirciava di nascosto Uea sia la mattina che durante l’ora di pranzo quando uscivamo a prendere da mangiare fuori dall’edificio. E ogni volta che l’altra persona si accorgeva che lo fissavo, mi guardava sempre direttamente con occhi indifferenti.

Questo figlio di put* sta scherzando con me.

La porta dell’ascensore si aprì in quel momento. La persona accanto a me mi tirò delicatamente la manica, facendomi entrare. Dovetti distogliere lo sguardo da quel bastardo e seguire Uea nell’ascensore. Mentre salivamo fino al quindicesimo piano, feci un lungo respiro e riflettei.

C’erano molte persone che giravano intorno a Uea. A questo proposito, in ufficio lo sapevano tutti. Uea era una persona che potevo dire con certezza che era allo stesso tempo bello sia in modo virile che in modo delicato: pelle bianca, occhi dolci come un cervo, bel naso alto, labbra carnose. Aveva un bell’aspetto al livello di una star, era accomodante e aveva una personalità riservata come quella di un gatto arrogante il che lo rendeva affascinante e attraente. Tutto di lui era attraente. Piaceva anche a me. Allora perché non avrebbe dovuto piacere ad altre persone?

Da tempo immemore la scrivania del signor Anon non era mai rimasta senza acqua e snack. Alla fine del lavoro la gente entrava in ufficio per invitarlo a bere alcolici e a bere birra più spesso di me. Per fortuna il suo motto era non immischiarsi con persone dell’ufficio. Ma aveva accettato di farlo con me perché voleva rischiare nella sua vita, e questo era  diventato il mio profitto finché non saremmo arrivati ad avere la relazione attuale.

Da tre mesi, dopo che Uea era tornato da Lampang, la maggior parte delle persone in azienda sapeva che noi due ci stavamo frequentando perché avevo annunciato in mezzo al dipartimento che chiunque avesse voluto flirtare con Uea avrebbe dovuto provare a competere con me. Da allora, gli uomini del nostro ufficio non avevano più interferito con lui. Probabilmente sapevano che non importava come avrebbero combattuto, avrebbero perso contro di me. Ebbene, il cuore del Signor Anon si era aperto a me. Ma questo non includeva i nuovi dipendenti di diverse aziende. Anche se alcune persone sapevano che Uea si stava frequentando con me, il nostro status era incerto. Pensavano che ci fosse ancora una possibilità.

Ma era solo una possibilità di rimanere delusi; la posizione di fidanzato del signor Anon era stata riservata a me e ora che ero il vero fidanzato di Uea, avevo tutto il diritto di essere geloso! Inoltre ero anche una persona abbastanza gelosa: se qualcuno voleva approcciare Uea, non sarei mai rimasto a guardare.

Ma il problema era proprio questo. Probabilmente a Uea non sarebbe piaciuto se avessi espresso la mia grande gelosia.

La porta dell’ascensore si aprì al quindicesimo piano. Uea ed io scansionammo la nostra carta dipendente e salutammo i nostri colleghi mentre andavamo al reparto IT come ogni giorno, ma il mio umore era ancora basso a causa della gelosia che provavo per il proprietario della schiena magra che camminava davanti a me.

Lo status di ‘amici con benefici’ e ‘qualcuno con cui si frequenta’ era diverso dall’essere un vero fidanzato. In passato, non importava quanto fossi geloso, tutto quello che potevo fare era tenerlo dentro. Ma ora che avevo il diritto di esprimermi, dovevo sedermi e pensare a cosa fare per evitare di mantenere le labbra troppo serrate, ma neanche creare disagio a Uea e sembrare uno stupido ragazzo ai suoi occhi.

Inoltre, la mia personalità consisteva nell’essere impaziente, di parlare velocemente e di parlare senza pensare, cosa che mi aveva causato problemi molte volte e aveva quasi posto fine alla mia relazione con Uea. Questa volta non avrei commesso di nuovo lo stesso errore. L’unica cosa che potevo fare era dimostrare la proprietà, anche se non ero sicuro fino a che punto potessi farlo in pubblico.

L’attenzione di Uea era più concentrata sulla società che su di me. Non amava la skinship in pubblico, ma stingeva semplicemente la mano ad alcuni stronzi, no, molti di loro, facendo una faccia da distratto. Allora cosa devo fare per tenerli lontani?

Mentre ero seduto e pensavo, la voce del ragazzo che oggi era arrivato a malapena in orario al lavoro, poiché faceva gli straordinari e dormiva in ufficio dalla notte scorsa, risuonò.

«Oh, P’Jade, sei stato così lento a salire.»

«È colpa tua! Alla caffetteria c’era una fila lunghissima!» Jade, che era appena comparso, entrò nel dipartimento e andò dritto alla scrivania con due tazze di caffè in mano.

Lo vidi salutare amichevolmente Uea, ma quando quegli occhi stretti si rivolsero verso di me, subito distolse lo sguardo. Poi si avvicinò a Gun e gli porse il caffè che gli aveva chiesto di acquistare al posto suo.

Vi ho mai detto che questo idiota è la persona più facilmente leggibile al mondo? Non era mai riuscito a tenere a bada le sue emozioni, come in quel momento che evitava il mio sguardo. C’era sicuramente qualcosa che non voleva dirmi e dal modo in cui guardava spesso Uea, intuì che si trattava sicuramente di lui.

Osservai attentamente le azioni di Jade mentre si sedeva al suo posto e chiacchierava con gli altri durante l’orario di lavoro. Rimasi tranquillo al mio posto, fingendo di comportarmi come sempre. Quando Jade si alzò per andare al bagno, subito lo seguì.

Appena arrivammo vicino al bagno, vidi che non c’erano altre persone, così chiamai il mio amico fin dai tempi dell’asilo: «Jade.»

Il proprietario del nome si bloccò leggermente, prima di voltarsi e guardarmi con sorriso che, anche a guardarlo da Marte, si capiva che non era naturale.

«Eh?!!»

«Mi stai nascondendo qualcosa, vero?»

«No!!»

Jade scosse la testa come se stesse suonando una maraca e cercò di allargare i suoi piccoli occhi, ma, purtroppo per lui, quella nota altissima che aveva appena pronunciato avrebbe potuto facilmente essere usata in un’opera lirica, non c’era alcun dubbio.

«C’è sicuramente qualcosa! Dillo subito!!»

«Davvero, non c’è nulla!!»

L’interlocutore continuava a negare fermamente.

Alzai un sopracciglio prima di tirare fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni e dire con voce rilassata: «Mi è appena venuto in mente, qualcosa. Non lo sai ancora, vero? Quando eravamo alle superiori, hai usato in segreto i soldi per il corso di fisica extra per comprare una collezione completa di figurine di Conan, quasi diecimila baht. Poi le hai nascoste e sei scappato di casa per andare a lezione di recupero ogni sabato.»

«Ah, cavolo!»

Jade alzò gli occhi su di me, anche se quella storia era passata da dieci anni, ero sicuro che se glielo avessi riferito adesso, avrei ricevuto sicuramente una telefonata di insulti per diverse settimane.

«Allora, me lo dirai?»

«Uhm…»

Jade alla fine accettò, tirò un sospiro profondo, mi guardò con uno sguardo vagamente irritato e poi disse piano: «Non è niente di importante, in realtà. Oggi qualcuno mi ha chiesto il numero di telefono di Uea.»

La risposta non fu molto diversa da quella che avevo immaginato. Jade era sempre nervoso quando qualcuno gli chiedeva il numero di telefono mio o di Uea, ma sentire una cosa del genere era comunque irritante. 

«Chi?»

«Qualcuno di un’altra azienda. Probabilmente ci hanno visto insieme da qualche parte e hanno chiesto a me. Ma non gliel’ho dato, anzi, gli ho detto che Uea ha già un ragazzo.»

«È il ragazzo che indossava una camicia bianca e una cravatta blu che stava vicino alla caffetteria?»

«Ehm, sì. Come lo sai?»

«L’ho visto stamattina mentre stava guardando Uea!» Schioccai la lingua, infastidito quando mi resi conto che quel bastardo era così testardo. Sembrava che dovessi fare davvero qualcosa.

«Gli hai detto che Uea ha già un fidanzato. Allora cosa ha detto?»

«Non importa cosa abbia risposto, ha solo sorriso.»

Le sopracciglia di Jade si aggrottarono. Doveva pensare la stessa cosa di me, che quel tipo non aveva ancora accettato la sconfitta, visto che continuava a guardare Uea da giorni e aveva osato chiedere il suo numero attraverso Jade.

«Ehi, rilassati. Non andare a prenderlo a pugni.» Jade subito si voltò di scatto quando mi vide stare fermo in piedi mentre stringevo i pugni.

«Sei pazzo? Non sto cercando di crearmi problemi da solo.» risposi con un sospiro di frustrazione. Mi dava un po’ fastidio il fatto di essere visto come qualcuno a cui piaceva usare più la forza che il cervello: «Ci penso io.»

«Che cosa hai intenzione di fare?»

«Ho il mio modo. Per favore, non dire niente a Uea.» Misi in guardia il ragazzo che non sapeva mantenere bene i segreti. Jade annuì vigorosamente, così mi voltai e uscii dal bagno, iniziando a pianificare qualcosa che mi era appena venuta in mente.

Se quel bastardo voleva mettersi in mezzo alla mia relazione con Uea, gli avrei fatto capire che la sua immaginazione non si sarebbe mai realizzata.

**********

«È ora di pranzo, andiamo a mangiare.» Jade balzò in piedi dalla sedia e afferrò il portafoglio non appena l’orologio sul muro indicò mezzogiorno. «Cosa volete mangiare, ragazzi?»

«Riso al maiale rosso?» suggerì Uea.

«King, tu cosa ne pensi?»

«Asseconderò il signor Anon.» Mi alzai e presi il portafoglio, mi voltai e alzai le sopracciglia verso il mio ragazzo che rivelò un leggero sorriso. Feci lunghi passi dietro Uea e Jade che camminavano fianco a fianco parlando di lavoro e aspettando per l’ascensore, fino a raggiungere il primo piano. Dopo aver fatto tre o quattro passi fuori dall’ascensore, finsi di emettere un grido sommesso.

«Ahi!»

«Cosa è successo?»

Uea si voltò immediatamente e mi guardò.

«Non lo so, all’improvviso ho sentito un formicolio alla caviglia.» finsi di accigliarmi e lui distolse lo sguardo per guardare la mia caviglia. Certo, la mia caviglia stava bene, ma il motivo per cui stavo fingendo di essere ferito era perché vidi il bersaglio stare in piedi e guardare da lontano, nella zona della caffetteria.

Guardando il suo stile, aveva sicuramente intenzione di aspettare di vedere il mio ragazzo.

«Puoi camminare? Vuoi salire ad aspettare in ufficio? Ti comprerò del riso.»

Le sottili sopracciglia del mio ragazzo si corrugarono leggermente. Il suo volto era preoccupato e in ansia. I capelli di Uea erano così carini che dovetti trattenere un sorriso.

«Va tutto bene, posso ancora camminare. Andiamo.» risposi dolcemente, lanciando uno sguardo implorante alla persona più piccola. «Ma fa ancora un po’ male…»

«Vuoi che ti aiuti?» si offrì Jade all’improvviso.

«Va tutto bene.» lanciai un sorriso bonario al mio amico, ma quando lo sguardo di Uea si spostò in un’altra direzione, immediatamente fissai Jade e gli diedi un segnale con gli occhi. Perché questo idiota si comporta come una brava persona al momento sbagliato? Ci conosciamo da più di vent’anni, ma davvero non capisce che tutto ciò che faccio è solo per comportarmi in modo civettuolo con il mio ragazzo?

«Oh… Ooh!»

Jade, che ormai era una persona aggiornata e non era più troppo onesta e ingenua come prima, finalmente capì il mio piano.

«Come vuoi, ma, Uea, dagli una mano e sorreggilo un po’. Altrimenti cadrà e sbatterà con la faccia. Finiremo per doverlo portare in ospedale.»

«Uhm.» Uea diede un suono di risposta e si avvicinò a me senza esitazione. Un avambraccio bianco mi avvolgeva la vita. Quanto a me, colsi l’occasione per avvolgere le mie braccia attorno alla vita sottile dell’uomo più piccolo, mostrando immediatamente la mia proprietà.

«Andiamo.»

Lui mi sostenne e camminammo lentamente insieme. Raddrizzai la schiena e strinsi le braccia attorno alla vita del mio amante, i miei occhi guardarono in direzione del bersaglio. che ci teneva ancora d’occhio davanti alla caffetteria, come stamattina.

«Uea.»

«Uhn…?»

«Ho prurito sotto il mento. Non so se ho una ferita o è un’eruzione cutanea. Per favore, dai un’occhiata.» Mi chinai avvicinandomi mentre guardavo il più piccolo con occhi dolci, mentre Uea inclinava il collo per ispezionare la zona sotto il mio mento, come richiesto. Guardando da lontano, sembrava che gli altri non potessero capire cosa stavamo dicendo. Tutto ciò che quel bastardo poteva vedere era me e Uea parlare dolcemente come gli innamorati.

«Non è rosso, ma sei sudato.»

«Puoi asciugarmi, per favore? Mi pizzica. Credo che quando mi sono rasato stamattina mi sono tagliato con la lametta.» dissi dolcemente. E il signor Anon, la versione da fidanzato, fu molto gentile; prese velocemente un fazzoletto dalla tasca e mi asciugò il viso.

Quello era il mio piano: far vedere a tutti quanto Uea teneva a me. Se avesse mostrato che teneva così tanto a me, quelle fastidiose falene non avrebbero potuto fare nulla. Vedendolo, si sarebbero arresi rapidamente.

«Quindi ora possiamo andiamo a mangiare?» Jade, che si trovava non lontano, emise un borbottio.

Lo ignorai, mentre Uea mi aiutava ad asciugare il sudore e controllava l’eruzione cutanea sotto il mento. Nel frattempo, rivolsi lo sguardo verso la caffetteria e scoprì che quell’uomo mi stava guardando intensamente.

Eh?

«Grazie.» sorrisi dolcemente dopo avermi aiutato ad asciugarmi il sudore. Presi la mano bianca del mio amato e ne baciai delicatamente il dorso. Uea sembrava un po’ confuso, come se non fosse preparato per quella palese dimostrazione d’affetto.

«Ragazzi, possiamo andare? Ci sarà una lunga coda.»

Jade, che svolgeva un ruolo secondario, iniziò ad accigliarsi.

«Andiamo, andiamo.» Annuii e iniziai a camminare con la mano ancora sulla vita di Uea.

Mentre uscivamo dall’edificio, guardai il mio bersaglio e scoprii che mi stava ancora guardando con un’espressione insoddisfatta. Risi piano in gola e alzai un sopracciglio. Sorrisi come un vincitore a quell’idiota nel momento in cui incontrò i miei occhi.

Quello era solo un dolce avvertimento. Non avrebbe interferire con chi aveva già un proprietario. Se da quel momento in poi avesse flirtato ancora sfacciatamente con Uea, sarei dovuto andare a sistemare le cose con lui uno contro uno finché non avrebbe smesso di infastidire i fidanzati degli altri.

Uscii dall’edificio degli uffici sorridendo di buon umore. Il tragitto tra il ristorante di riso di maiale rosso e il pranzo stesso passò tranquillamente. Quando eravamo in fila aspettando che Jade comprasse il bubble tea al negozio abituale accanto all’ufficio, Uea, che stava navigando sui social col suo cellulare, parlò a bassa voce: «King.»

«Sì?»

«Se vuoi abbracciarmi, fallo. Non vedo la necessità di fingere di essere ferito.»

Il proprietario di quella voce dolce mi guardò con degli occhi che potevano leggermi dentro. Così scoppiai a ridere.

«Lo hai capito?»

«Beh, non sai recitare.»

Una leggera punta di divertimento si mescolava nella voce dell’altro. Mi rilassai, facendo un sospiro, i miei occhi erano malinconici, implorando comprensione.

«È solo che sei troppo attraente. In più, non ti piace quando sono eccessivamente affettuoso in pubblico. Ma sono comunque geloso di te. Non so cosa fare.»

«Beh, non uscivano ancora ufficialmente allora.» spiegò Uea con voce dolce. Le sue labbra carnose rivelarono un piccolo sorriso mentre pronunciava la frase successiva: «Ma ora si. Qualunque cosa tu voglia fare, falla e basta, ma non arrivare al punto di essere eccessivo. Gli altri potrebbero dire che non conosci l’adeguatezza.»

«Allora posso andare in giro con le tue braccia intorno alla vita ogni giorno? Ci sono un sacco di mosche qui intorno.» Mossi velocemente la mia mano per avvolgere la vita del mio amato finché non emise una risata sommessa.

«Come vuoi.»

Dopo aver ricevuto il permesso, subito sorrisi con orgoglio. D’ora in poi, sarei sicuramente andato in giro con il braccio attorno alla vita di Uea, non solo per far sapere agli altri che aveva già un ragazzo, ma perché volevo anche toccare il suo corpo.

L’unica persona che aveva la fortuna di avere il Signor Anon ero io. Probabilmente ci sarebbero state persone gelose di me, era normale. Non potevo farci nulla.

*******

POV di Uea

La “gelosia” è qualcosa che accade spesso nelle relazioni di coppia. Perché se non provassi nulla, questa emozione non sorgerebbe.

Agli estranei potevo sembrare una persona fredda e priva di emozioni perché tendevo ad usare un’espressione calma per affrontare ogni situazione in cui mi trovavo nella mia vita, ma in realtà ero proprio come qualsiasi altra persona: provavo tante emozioni frenetiche, e una cosa che gli altri, soprattutto King, non sapevano, era che ero una persona piuttosto gelosa.

«Uea, mangia pure tutto ciò che vuoi. Qualunque cosa tu voglia ordinare, ordinala, senza badare al prezzo!»

Jade urlò sopra la musica ad alto volume e le chiacchiere dei clienti dopo che ci sedemmo in un bar a Thonglor e i menu per i drink e il cibo dal cameriere e aver ricevuto i codici QR.  Le serate del venerdì alla fine del mese erano il momento ideale per rilassarsi per coloro che avevano lavorato duramente tutto il mese, quindi non era sorprendente vedere più clienti del solito in quel bar.

«Parli come se fossi tu ad offrire.»

King, il mio ragazzo da due settimane, si accigliò guardando l’oratore che stava selezionando freneticamente qualche spuntino; una delle sue mani era sulla mia spalla e non l’aveva lasciata andare da quando eravamo entrati nel locale.

«Parlo per te, amico. Avresti detto la stessa cosa, vero?»

Jade alzò lo sguardo dal telefono e sorrise a colui che avrebbe davvero offerto, colui che ci aveva invitati a bere in questa serata.

«Comunque ti ringrazio tantissimo per avermi invitato. Sai il motivo per cui sopporto ancora di essere tuo amico? Sono qui oggi perché sei ricco.»

«P’Jade è davvero onesto.»

«Certamente!» Jade si voltò per stringere la mano a Gun, anche lui invitato a unirsi al gruppo. I due si guardarono e risero.

«Grazie, sono molto lusingato.» King emise un grugnito in gola, ma un debole sorriso sulle sue labbra fece capire che non se l’era davvero presa. «Quindi sceglierai il menu da solo, Jade? Per favore, lascia che anche Mai ordini qualcosa!»

«Oh, è vero. Mai, vuoi qualcosa da mangiare?» Jade si voltò frettolosamente verso il suo ragazzo.

Rimasi lì seduto a sorridere e senza parlare. King si rivolse a me. «Che cosa preferisci bere? Birra o vino?»

«La birra va bene.»

«Va bene, allora beviamo insieme.» disse King, voltandosi per dire a Jade, che fungeva da cameriere, di ordinare altra birra.

Gli altri erano concentrati nell’ordinare cibo e bevande, ma la mia concentrazione non era lì con loro, perché sentivo lo sguardo delle persone intorno a noi, sia uomini che donne, che ci fissavano. Era una cosa normale ogni volta che andavamo in un bar. Inoltre, c’erano sia King che Mai che erano molto belli, quindi tutti non potevano fare a meno di girarsi e guardarli. Anche io stesso ero fissato dagli uomini seduti a tre o quattro tavoli di distanza.

Rivolsi nuovamente lo sguardo al nostro tavolo, a disagio come qualcuno a cui non piaceva essere al centro dell’attenzione, cercando di mantenere un’espressione calma, anche se c’era una piccola onda di inquietudine nel mio petto che si schiantava sempre contro la riva per darmi fastidio. Non solo nei bar, non importava dove andassimo, la gente guardava sempre King. Inoltre, il novanta per cento di loro erano ragazze. Quando le persone guardavano me, potevo ancora ignorarlo, ma quando c’erano altre persone in attesa di lanciare sguardi che mostravano il loro desiderio di conoscerlo e avere apertamente una relazione con il mio ragazzo, non potevo fare a meno di sentirmi indignato.

Ma era così, dovevo mantenere la calma. Non volevo che King pensasse che fossi stupido, e inoltre, se avessi mostrato troppa gelosia, King avrebbe potuto pensare che non mi fidassi più di lui. Ammetto che una piccola parte del mio cuore era ancora preoccupata, non perché King avesse vissuto una vita da playboy, ma a causa delle mie esperienze con relazioni fallite. Mi rendevano ancora insicuro di me stesso.

Dovevo essere una persona noiosa. Quasi tutti gli ex fidanzati mi avevano tradito per trovare qualcun’altro. Nel profondo temevo ancora che la storia si ripetesse. Avevo paura che un giorno King si sarebbe annoiato di me e mi avrebbe lasciato, ma quando pensavo così, mi sentivo anche in colpa per comportarmi come se non mi fidassi di King.

Questi sentimenti constrastanti e confusi persistevano nel mio cuore. In più c’erano gli occhi di tanti giovani e donne che mi fissavano come se volessero reclamare il mio ragazzo. Era sempre così… Come potevo starmene seduto, bere ed essere felice?!

«Quindi, P’King, per quale occasione hai accettato di offrirci da bere?» chiese la voce morbida di Mai. 

La sua domanda mi aiutò a concentrarmi sulla conversazione al tavolo. Solo allora notai che il cameriere aveva già portato birra e snack. Jade mi porse un boccale con la birra versata fino all’orlo. Mentre prendevo in mano il boccale e ne bevevo un sorso, mi girai a guardare con curiosità il volto di chi avrebbe offerto. Proprio come tutti gli altri, anche io avevo fatto quella domanda a King fin dal mattino, ma l’altra parte era riluttante a dirmelo.

«Ehm.»

Il forte braccio ancora appoggiato sulla mia spalla si irrigidì. Il palmo calloso di King mi accarezzò dolcemente la spalla prima di dire con un sorriso malizioso: «Per festeggiare che ho un ragazzo, va bene?»

«Ack!» Mi affogai con la birra che stavo bevendo. Quanto alla persona che l’aveva causato, stava ridendo di piacere, proprio come ridevano eccitati Jade e Gun.

«Oh, vale davvero la pena festeggiare! È incredibile che qualcuno come P’King riesca ad accaparrarsi le cose migliori della nostra azienda.»

«Perché cazzo qualcuno come me non potrebbe?»

«Beh, eri così frivolo che Uea era completamente disgustato da te. Ahi!» urlò Gun quando un forte colpo dal palmo della mano del più vecchio gli atterrò al centro della testa.

«Calmati, calmati.» Mai sorrise, cercando di aiutare a calmare la tregua.

«Perché lo hai colpito?» Jade rimase in silenzio per un momento perché era troppo occupato a mangiare le patatine fritte, poi puntò il dito davanti a King. «Ha ragione! Hai davvero fatto una cosa del genere.»

«Quello è il passato.»

«Oh, allora prova a vivere bene nel presente. Ricordalo, Kinh, non rendere triste il mio amico. Dannazione, se mai lo tradissi, ti taglierò le palle!»

«Non c’è modo. Ti amo Anon, fino alla morte.» King ridacchiò. Poi si voltò e mi guardò con gli occhi scintillanti. A parte il mio riflesso, vedevo anche l’amore e la passione mescolati in quegli occhi neri. Poi il mio cuore si gonfiò come quello di un adolescente di quattordici anni che aveva appena provato il primo amore.

King mi amava, ne ero sicuro. Per tre mesi che ci eravamo frequentati, i suoi occhi erano sempre stati puntati su di me. Ma non potevo impedire agli altri di prestare attenzione a King. Proprio come adesso c’erano ancora molte giovani donne e uomini che lanciavano un’occhiata a King che era seduto e sorseggiava birra, come se stesse posando per una rivista.

Il mio lato umano era molto pretenzioso. Per quanto riguardava quel lato… era davvero problematico.

«Oh, domani voi ragazzi andrete a Pattaya, giusto? Per rimediare all’appuntamento con Uea che hai cancellato.»

«Cosa stai cercando di dire?»

La conversazione tra i due amici d’infanzia continuò tra loro. Aggrottai la fronte, alzando la birra e bevendo un altro sorso. A volte rispondevo in modo distante perché mi stavo concentrando sui tanti occhi che continuavano a guardare verso King.

Avevo avuto molti fidanzati. A volte mi era capitato di imbattermi in situazioni come quella, ma non c’era mai stato un momento in cui ero stato così sconvolto. Normalmente, mantenevo la calma fino alla morte. Ma questa volta avevo voglia di esprimermi nei confronti di King. Provavo anche un po’ di invidia nei confronti di Jade che riusciva ancora a comportarsi in modo così disinvolto, anche se c’erano così tante persone che fissavano il suo ragazzo. Jade era ancora seduto lì a mangiare snack e bere alcolici.

Ma probabilmente era perché c’era del cibo davanti a lui. Inoltre il mio amico era troppo lento (come sempre)…

«Mai, non bere troppo, altrimenti ti ubriacherai. Non posso riportarti indietro. Mi fa male ancora la vita.»

«Non sono ubriaco.»

«É così che si diventa quando si invecchia. Mai, non avresti dovuto portare P’Jade qui al bar, avresti dovuto portarlo da un fisioterapista.»

«Quando avrai la mia età sarai proprio come me, Gun!»

«Uea.»

Mentre il mio amico e il ragazzo più giovane litigavano, King si voltò e mi guardò, dato che ero seduto in silenzio a sorseggiare birra.

«Cosa c’è che non va? Stai male? Sei così tranquillo.»

«Nulla.» mormorai in risposta, ma i miei occhi fissavano la schiena di King. Molte ragazze continuavano a guardare in questa direzione e iniziai a pensare che presto una di loro avrebbe attaccato.

Penso che dovrei fare qualcosa…

«King.» mi rivolsi al mio ragazzo, poi presi un bicchiere di birra vuoto dalle mani dell’altro. Versai la birra e riempì il bicchiere prima di porgerglielo e appoggiare la testa sull’ampia spalla.

«Grazie.»

King accettò il bicchiere con uno sguardo leggermente sorpreso negli occhi a causa del mio atteggiamento implorante. Normalmente se non fossimo stati soli non lo avrei fatto, ma in un posto come quello, se non avessi fatto vedere agli altri che King aveva già un proprietario, mi sarei arrabbiato più di prima perché c’era gente che sicuramente sarebbe arrivata e avrebbe chiesto di condividere un bicchiere con il mio ragazzo.

Stavo seduto appoggiato alla spalla di King ascoltando le conversazioni degli altri e bevendo birra. Probabilmente perché c’era alcol nel mio sangue, potei toccare King così da vicino e in modo naturale nonostante l’ambiente circostante fosse pieno di gente. Ma anche così, quando Gun disse che era la prima volta che mi vedeva così, sentii ancora un po’ di calore in viso.

Anche se ero imbarazzato dopo aver sentito il più giovane, finché saremmo stati in quel locale, avevo intenzione di continuare a stare in quella posizione.

«Uea, sei ubriaco?»

«Non ancora.» Alzai la testa e appoggiai il mento sulla spalla del mio ragazzo che aveva gli occhi spalancati. Non ero veramente ubriaco, iniziavo solo ad avere un po’ di vertigini. Avevo già bevuto diversi bicchieri di birra. Detto questo, all’improvviso sentii il bisogno di andare in bagno…

«Un attimo, vado in bagno.» Presi il telefono e mi alzai con le mani sul bordo del tavolo. L’immagine davanti a me era un po’ sfocata, ma pensavo di avere ancora abbastanza coscienza per camminare dritto senza vacillare.

«Andiamo.» Jade, ancora con gli occhi lucidi e senza mostrare segni di essere ubriaco, si alzò.

«Vuoi che venga con te?» chiese King.

Una grande mano mi afferrò ancora il polso e non volle lasciarlo andare.

«Vuoi che venga con te, P’Jade?»

«Perché riunirsi tutti insieme? Non sono ancora ubriaco. Uea, stai ancora bene, vero?»

«Uhm.»

«Rimanete seduti qui. Me ne occuperò io stesso.» Jade diede una pacca gentile sulla spalla di Mai e King. Poi mise il braccio attorno al mio collo per camminare insieme, lasciando che i restanti tre giovani rimanessero seduti e vegliassero sul tavolo. Anche se avevo la sensazione che le mie mani e i miei piedi si muovessero un po’ più lentamente a causa della quantità di alcol che avevo consumato, riuscii a fare quello che dovevo fare senza intoppi.

Jade ed io uscimmo dal bagno. Stavamo per tornare al tavolo, ma notai che al nostro tavolo c’era un bell’uomo in piedi con la schiena girata verso di noi e, cosa più importante, era rivolto verso King.

«Jade.» tirai in fretta la manica della maglietta del mio migliore amico per impedirgli di continuare a camminare. Poi lo portai via dalla scena per nasconderci dietro una colonna e dal suo stato di sonnolenza i suoi occhi si aprirono all’improvviso.

«Eh, cosa…» La faccia di Jade si fece confusa.

Quindi feci un cenno col capo facendo sì che l’altra persona si girasse e guardasse davanti a sé.

«Cazzo, eccolo di nuovo…» esclamò piano Jade quando vide quel famoso giovane che si era seduto sulla sedia dove ero seduto prima io. In mano teneva un bicchiere di liquore e disse qualcosa a King. Forse era un invito a condividere un bicchiere di amicizia.

Quella era un’immagine normale che incontravamo spesso quando bevevamo insieme da quando io e King ancora non andavamo d’accordo. Quando andavamo in un locale, King non tornava mai con noi. Ma di solito andava con ragazze e ragazzi che venivano a brindare con lui. Prima non provavo altro che irritazione, infastidito da un flirt così avido, ma essendo diventati amanti, ovviamente non potevo fare a meno di sentirmi…

«Uea, perché non intervieni?» mi chiese Jade quando mi vide fermo e immobile.

«Aspettiamo qui.» dissi piano, tenendo gli occhi sulla scena. La persona davanti a me non batteva ciglio. In effetti il mio cuore era molto inquieto, ma non avevo intenzione di affrettarmi a tornare e farmi vedere perché volevo sapere come King avrebbe gestito quella situazione.

«King non brinderà con lui.» disse Jade con sicurezza.

Poi le cose andarono come aveva detto: vidi King fare un cenno con la testa e sorridere debolmente, si era scusato prima di voltarsi. L’uomo si allontanò con un’espressione delusa, quanto a King, allungò la mano per prendere il telefono e abbassò la testa, gli occhi fissi a fare qualcosa.

«Vedi.» Jade mi diede una leggera pacca sulla spalla. Provai a controllare la mia espressione per essere il più calmo possibile, nonostante avessi davvero voglia di sorridere.

«Se incontri qualcuno che ti piace davvero, non sarai interessato a nessun altro.»

King lo aveva detto quando eravamo ancora amici con benefici, e mi aveva dimostrato che poteva davvero fare quello che diceva. Mi sentivo segretamente in colpa perché pensavo troppo e mi preoccupavo sempre di ogni genere di cose, ma da ora in poi non l’avrei più fatto. Sapevo che il mio ragazzo era così fedele che potevo riporre in lui tutta la mia fiducia incondizionata.

Il telefono nella tasca dei pantaloni vibrò per avvisarmi di una chiamata in arrivo. Quando lo tirai fuori e lo guardai, vidi che era King.

«Oh, hai chiamato King ‘My King‘? Merda, sei innamorato pazzo?!» Gli occhi di Jade si spalancarono quando vide il nome e l’immagine apparire sullo schermo

«No, King l’ha cambiato per me.» mormorai, mentre il mio viso si riscaldava in un modo che ero sicuro non fosse a causa dell’alcol. Ma non avevo detto una sola bugia. All’inizio il nome era semplicemente King. Quindi il proprietario del nome lo aveva preso e lo aveva cambiato lui stesso. Quanto a me, ero troppo pigro per cambiarlo, quindi avevo continuato a usarlo fino ad ora.

«Ha chiamato. Seguimi, torniamo indietro.» rifiutai la chiamata prima di girarmi per dirlo a Jade e tornare al tavolo.

«Oh, eccovi qui. Voi ragazzi siete stati in bagno per molto tempo. P’King stava quasi per seguirvi.» disse Gun mentre stava ripulendo le poche patatine fritte che erano rimaste nel piatto.

«C’erano molte persone in fila.» Jade lo liquidò senza problemi.

Mentre guardavo King, che mi teneva di nuovo per le spalle. Vedendo il bicchiere di birra che aveva in mano aveva raggiunto il fondo, gli rivolsi un dolce sorriso e gli chiesi: «Vuoi ancora birra? La verserò io per te.»

«D’accordo.»

King sorrise e avvicinò il viso, pronto a baciarmi la guancia in modo scherzoso. Se fosse stato un giorno qualsiasi, probabilmente avrei allontanato il corpo più alto e avrei alzato gli occhi al cielo, ma per oggi…

«Oh, per favore, sentiti dispiaciuto per le persone che non hanno qualcuno come me.»

Gun urlò forte accanto a me, facendo ridere Jade e Mai, mentre King sembrò un po’ sorpreso, ma anche felice che gli abbia permesso di baciarmi davanti agli altri.

«Solo altre due bottiglie e poi torniamo a casa.»

«Va bene.» risposi brevemente. Rimasi seduto a guardare il mio ragazzo scansionare il codice QR e ordinare altra birra. Poi mi guardai intorno al locale: anche se c’erano ancora alcuni occhi di giovani donne e uomini che fissavano in questa direzione, la cosa non mi rendeva più turbato.

Forse era perché King continuava a stare seduto con il braccio intorno alla mia vita o alle spalle, avvicinando il viso e dandomi costantemente dei baci sulle guance fino al momento in cui fece cenno al cameriere per pagare il conto…

***********

«Tornate sani e salvi. Ci vediamo lunedì.»

La voce di Jade che mi salutava fluttuarono nelle mie orecchie mentre King mi sosteneva per uscire dal bar. La mia vista offuscata vide la debole ombra del mio migliore amico che si allontanava con Mai e Gun, così alzai la mano per salutare quelle tre persone, ma sentivo che la mia mano era un po’ traballante, debole.

«Torniamo a casa.» La voce bassa di King risuonò nel mio orecchio, e la figura alta mi sostenne, dato che ora ero così stordito da non riuscire a mantenere l’equilibrio per camminare. King chiamò un taxi per tornare all’appartamento; dato che oggi avevamo intenzione di bere insieme, avevamo deciso di non portare l’auto.

«Uhm… Smettila di camminare un attimo… Ho le vertigini…» mormorai mentre ero così stordito da non riuscire a vedere la strada.

Quando capì che non ne potevo più, il ragazzo che mi che mi teneva mi portò via per farmi sedere su una panchina vicina. Poi prese un fazzoletto dalla borsa, mi asciugò il sudore che mi aveva inzuppato le tempie e mi chiese: «Stai bene? Vuoi vomitare?»

«…No.» gemetti in risposta. Anche se non ero pienamente cosciente, capivo ancora che ogni sua azione era piena di attenzione.

King mi mise un braccio intorno alle spalle, lasciandomi riposare sul suo ampio petto finché le vertigini cominciarono a migliorare. La fresca brezza invernale a tarda notte mi fece rabbrividire un po’. Ma quando le braccia del mio ragazzo si avvolsero strettamente a me, il freddo scomparve, lasciando solo calore nel corpo e nella mente.

«Stai ancora male, vero? Allora torniamo indietro velocemente.» disse King alzandosi e camminando per fermare un taxi, ma mi aggrappai all’altro lato della sua maglietta.

«King.»

«Sì?»

«La prossima volta… indossa una maschera per andare a bere.» Quella frase mi sfuggì di bocca con la mia coscienza intontita.

«Ah? Perché?» La voce rise, chiaramente intrisa di sorpresa.

«Ci sono un sacco di persone che ti guardano.» Cercai di aprire gli occhi pesanti e alzai lo sguardo per osservare il viso tagliente del mio ragazzo, mentre spiegavo con tono serio.

I suoi occhi brillarono immediatamente. Ancora non riuscivo a capire bene, ma quando realizzai quello che avevo detto, dovetti stringere le labbra per l’imbarazzo. Mi odiavo quando ero ubriaco, mi faceva dire tutto ciò che pensavo. Non potevo nascondere i miei pensieri come sempre.

«Geloso?» chiese King dolcemente mentre si sedeva. Un sorriso balenò sul volto di chi parlava quando un palmo ruvido si mosse per accarezzare la mia guancia. «È bello vedere che anche il signor Anon è geloso.»

«Non è divertente…» Distolsi il viso dal calore di quel palmo e aggrottai la fronte. I nervi nelle tempie pulsavano fino a farmi venire il mal di testa. Avevo intenzione di chiudere gli occhi e sfuggire all’imbarazzo, ma King si sporse in avanti, avvolgendomi strettamente la vita con un braccio forte e imprigionandomi tra le sue braccia per impedire la fuga.

«Uea.»

«…»

«Io amo solo te. Lo sai, vero?»

«Uhm…»

«Quindi non c’è nulla di cui avere paura. Non avrò nessuno tranne te.» Le sue labbra ondulate si allargarono in un sorriso gentile che mi fece battere forte il cuore. King si chinò lentamente, premendo delicatamente le sue labbra contro le mie.

Il suo tocco delicato e amorevole mi lasciò stordito. Era come se fossi in un sogno e non volessi svegliarmi, così alzai entrambe le braccia e le misi attorno al collo dell’altro. Tenendo il suo bel viso più vicino al mio, al punto da dimenticare che ormai eravamo in un luogo pubblico…

«Così carino. Se non fossi tornato ubriaco, ti avrei sistemato una volta a casa, lo sai.» sussurrò King, la sua voce dolce accarezzava le mie labbra. 

Dopo aver tratto profitto da me per molto tempo rimasi senza fiato, alzando gli occhi per guardare il mio ragazzo e mormorai: «No… Domani devo… fare un viaggio.»

«Va bene, ho capito. Domani faremo un viaggio.» King mi rise sul collo e mi baciò dolcemente le labbra ancora una volta prima di cedere e allontanarsi. «Aspetta un attimo, vado a chiamare un taxi.»

Rimasi seduto e guardai l’ampia schiena del mio ragazzo che si stava allontanando. Anche se non potevo vedere il suo viso, il suono del suo fischiettare che fluttuava mi fece capire che l’altra persona era di ottimo umore.

A King probabilmente non sarebbe dispiaciuto se avessi mostrato un po’ di gelosia. A giudicare dal suo ampio sorriso e che la sua bocca si era quasi spaccata da un orecchio all’altro proprio in quel momento, sarebbe andato davvero bene.

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