EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 12

Ancora poco chiari

-Mark Masa- 

Il periodo dell’esame era stato una tortura. Oltre agli esami finali difficili, durante tutto il semestre avevo anche praticato nuoto e avevo dovuto trovare il tempo per gli amici, quindi non mi ero ancora adattato correttamente agli orari di cui avevo bisogno. Avevo dovuto sopportare il dolore di fare così tanto in anticipo, ma per fortuna gli esami erano finiti da alcuni giorni.

Tornai a sedermi con il gruppo che sembrava diventare più grande perché YiWa aveva invitato ancora più Senior a unirsi. Tutti sembravano parlare di ciò che Vee stava attraversando, non era molto interessante.

Quando ero tornato, mi ero seduto di fronte a Vee come prima. Continuavamo a catturarci a vicenda, prima aveva un aspetto confuso e un po’ a disagio, ma ora c’era qualcosa di diverso, qualcosa che poteva essere buono per me.

«Vee … hai davvero rotto con Ploy?» Chiese uno dei più grandi. Non prestò attenzione a ciò di cui stavano parlando, ma questa domanda fece sì che Vee distogliesse lo sguardo da me e guardò il Senior.

«No.» La voce calma risponde. «Vuole separarsi per ora.» Vidi la tristezza nei suoi occhi, che era naturale solo in quella situazione. Pensavo che sarei morto per la situazione di Bar, e non ci eravamo frequentati, quindi era naturale avere rimpianti ed essere tristi per una relazione di un anno.

«Non va bene fratello.» Disse il senior prima di sorseggiare la sua bevanda.

«E non ti dispiace?» Chiese Fuse.

«Beh, cosa vuoi che faccia?» Vee rispose con calma.

«Non vuoi provare a riconciliarti?» Chiese l’anziano e Vee mi guardò con la sua tranquillità, come se tutto fosse a posto. Perché mi faceva sentire segretamente felice? Mi sentivo male perché ero contento che si fossero lasciati.

«All’inizio volevo provare a riconciliarmi, ma in questo momento, penso che cercherò di prendere le distanze per poter riconsiderare ciò che voglio fare.» La risposta di Vee fece tacere tutti che si voltarono a guardarlo.

«Sto pensando che forse c’è davvero qualcosa in quello che ha detto P’Yoo.» disse Pound indicando Vee.

«Di nuovo ingerenza nelle questioni altrui.» Vee lo riprese prima di spingerlo via.

«Molto maleducato. Potresti essere bello, ma non ti lascerò essere cattivo con mio padre.» Disse Pan con un dolce sorriso, gli occhi spalancati leggermente umidi. Non ero sicuro di quando fossero diventati così ubriachi.

«Puoi smettere di chiamarlo papà. Non ha più una moglie, quindi ora sei un bambino senza madre.»

«No … papà troverà presto un’altra mamma, sii proprio come North in questo momento, hai visto? Vieni a mangiare questo bambino.»

«Oh … ehi! Non sto facendo niente!» disse Nuea ad alta voce prima di voltarsi a guardarmi leggermente.

«Niente! Se Mark non si fosse seduto, non saresti tornato.» si intromise Pound prima di schiacciarlo.

«Che cosa ha a che fare con me …krap?» All’inizio, non usai il tono educato ma quando vidi lo sguardo sul viso di Vee lo aggiunsi rapidamente perché sapevo che odiava quando parlavo in quel modo, specialmente con gli anziani, quindi aggiunsi l’ultima parola così non sembrare maleducato.

«Oh, non lo sai? North è … «

«Vado via.» disse Vee mentre si alzò, facendo fermare il coraggioso anziano che stava per parlare e si limitò a fissarlo.

«Di solito dicevi che dovevi sbrigarti ad andare da tua moglie, ma non ce n’è una giusto? Quindi dovremmo essere in lutto per te.» Un anziano osò dire.

«Grazie per la tua falsa cura. Hai parlato di me per cinque minuti, questo è il tuo modo di farmi le condoglianze?» Vee rispose.

«Non arrabbiarti … ora mi sento male.» Disse YiWa.

«Bugie, posso vederlo sulla tua faccia.» continuò Vee spingendo la testa di YiWa.

«Oh, il dolore.» Si sporse per abbracciare Vee. «È meglio questo?»

«Si.» 

«Come tornerai a casa?» Chiese North e prima che potessi rispondere, Vee guardò Nuea ed i suoi occhi erano calcolatori.

«Mark ha detto che sarebbe venuto con me.» 

Eh? Mi fermai a fissarlo.

«Dai.» Disse con voce intensa, non sapevo perché con una breve frase ero disposto a posare il mio drink e alzarmi.

«Da quando siete così vicini?» Chiese Kham mentre andavo via.

«Ehm … esatto.» borbottò North guardando Vee.

«Non lo so. Forse prima di te?» Lui rispose con calma, poi mi guardò con occhi che mi dicevano di seguirlo, quindi camminai piano dietro di lui. Non dimenticai di voltarmi e di rispettare gli anziani, che ci fissavano tutti con sguardi confusi.

Seguii Vee fuori dal club che si guardò indietro, rallentando per aspettare. C’erano molte persone che ci fissano, ma Vee non sembrava curarsene. D’altra parte, ero molto consapevole delle persone che osservavano la nostra strada.

«È P’Vee?»

«Dove? È la luna più bella, vero?»

«Ehm … non ha appena rotto con Ploy?»

«Chi è quello?»

«Spero non sia quello che sembra… che lascia una persona e va direttamente con un’altra.»

«Voglio stare con lui.»

«Beh, se ha già qualcun altro, allora sei solo un uccello*.»

*[N/T: นก (nók) è un gergo tailandese per uccello e significa perdersi. In questo scenario significa piacere a qualcuno a cui non piaci perché ha già un’altra persona.]

Le parole che sentii mi fecero fermare ed anche Vee che aveva sentito, si voltò a fissare ferocemente, facendoli tacere.

«Perchè ti sei fermato?» Chiese con fare irritato.

«Non mi sono fermato.» dissi, continuando a camminare.

«Anche aspettare a lungo è frustrante.» continuò appena lo raggiunsi.

Guardai il suo viso in attesa che dicesse di più ma all’inizio non rispose, poi la sua bocca si contrasse e sorrise.

«Vieni e cammina con me.» parlò prima di voltarsi. Camminammo uno accanto all’altro, non ci tenevamo le mani né ci abbracciavamo come molti altri in giro. Quando ci eravamo incontrati per la prima volta non pensavo che sarei sopravvissuto, ma ora che sopravvivessi o no, speravo davvero che mi lasciasse stare al suo fianco per un po’.

Perché quando ero accanto a lui, mi sentivo bene.

Alla fine ci fermammo davanti a una casa in cui pensavo non sarei mai più tornato. Mi girai a guardarlo e lui alzò le sopracciglia come per dire cosa? Non dissi niente, lo seguii solo dentro.

Alcune luci erano ancora accese, diedi un’occhiata all’orologio da parete e notai che erno le 23:00. Perché la casa era ancora illuminata? O era perché stavano aspettando che il figlio tornasse a casa? Avevano paura che si ubriacasse e non riuscisse a trovare la sua stanza? Vee non era ubriaco, camminava completamente dritto. Anche se i suoi occhi erano leggermente arrossati e gonfi non era perché era ubriaco.

«Pensavo che non saresti tornato … Oh, Mark.» Yoo stava scendendo mentre salivamo. Smisi di aspettare che si spostasse di lato ed alzai le mani per rendere omaggio mentre ci sorridevamo.

«Perché le luci sono accese?» Chiese Vee.

«Perché sto andando ad aiutare alcuni degli chef di un festival, cosa c’è che non va?» Yoo si lamentò.

«Allora perché non vai avanti? Perché ti sei fermato?» borbottò Vee guardando verso la porta.

«Forse voglio fermarmi a parlare con te.» Lui rispose, ma i suoi occhi salirono sui miei.

«Sei fastidioso. Vai e basta.» Disse Vee spingendo leggermente suo fratello, poi mi tirò il braccio per seguirlo su per le scale senza dire una parola. Mi voltai di nuovo a guardare Yoo e in cambio mi mandò un sorriso.

Mi guardai intorno nella sua stanza dopo non averla vista per molto tempo. La prima e ultima volta era stata quella volta. Non ero davvero sicuro di cosa fare, ero confuso e alla fine andai a sedermi sull’estremità del letto.

«Oh …» Allungai la mano per prendere un bicchiere caldo da Vee e dopo aver guardato dentro mi resi conto che si trattava di tè allo zenzero.

«Perché lo guardi come se fosse riso bollito?»

«Cosa c’entra il riso bollito?» Dissi prima di sorseggiarlo. Mi sentii subito meglio dopo essere stato leggermente stordito prima. Come stava Vee? Sembrava che avesse bevuto molto, quindi perché non era ubriaco?

«Che rapporto hai con Yoo?» Chiese Vee dopo aver finito il suo tè. Che cosa? Come? Eh? Parlava addirittura il linguaggio umano?

«Nessuno in particolare.» risposi brevemente, che in realtà era una specie di bugia.

Quando Vee era andato nella stanza di Ploy, mi ero seduto ad attendere in silenzio nella mia. Volevo uscire e avvicinare l’orecchio alla porta per vedere cosa stavano dicendo, ma non l’avevo fatto. Avevo continuato ad aspettare fino al giorno successivo, quando Yoo mi aveva inviato un messaggio in una chat privata. Mi aveva chiesto dove fosse Vee, quindi avevo risposto. Yoo sapeva di Vee e di me da quella prima volta, aveva gli occhi acuti che raccoglievano tutto.

In realtà non avevo parlato molto con Yoo, proprio ora e anche l’altro giorno in cui Yoo aveva portato Vee a casa. A volte mi contattava per riferire su come stava Vee perché ero preoccupato. Cos’altro voleva che facessi? In realtà non avevo nemmeno il numero di telefono di Vee, quindi non potevo chiamare e non volevo mandare messaggi sui social media perché non era attivo. Tutto quello che potevo fare era ascoltare qualsiasi notizia da Yoo.

«Perché dovrei crederti?» disse frustrato.

«Non è niente, abbiamo parlato appena…»

«Mark … quello è mio fratello. Ho rotto con Ploy, poi stavo per venire da te ed invece sei andato a parlare con mio fratello?» continuò sempre con un tono infastidito prima di spingermi verso il basso e andare verso la scrivania per afferrare una sedia, mettendola di fronte a me.

«Forse gli stavo dicendo che non stavamo insieme?» dissi ridendo segretamente, ero felice di vederlo così ansioso.

«Quindi hai rinunciato? Lei ha già qualcuno di nuovo, non tornerà.» Continuò prima di guardare in basso, mi fece capire che non dovevo continuare a giocare con i suoi sentimenti, come potevo dimenticare quanto significassero l’uno per l’altro? Non era strano che fosse arrabbiato.

«In realtà stavo solo parlando di te.» gli dissi mentre alzava lo sguardo. «Non potevo chiamarti, quindi stavo parlando con Yoo.»

«Prendilo.» Fissai il telefono che mi lanciò e mi accigliai. «Prendi tutto ciò di cui hai bisogno.» Disse, mentre guardai in basso sorridendo segretamente. Allungai la mano per prendere il telefono sbloccato e scambiare i nostri numeri.

«Finito.» gli restituii il telefono.

«D’ora in poi se vuoi sapere qualcosa su di me non devi chiedere a qualcun altro. Se vuoi sapere, chiedi a me.» Disse con voce irritata prima di chiudere il telefono.

«Sì.» risposi, anche se non sapevo cosa dire. Avrei voluto fare così tante domande, ma da dove cominciare? Volevo sapere se si erano davvero lasciati o no. Volevo sapere fino a che punto sarebbe durata la loro separazione. Volevo sapere come si sentiva, se era ferito o se la amava ancora?

«Perché sembri così?» La bella voce mi fece sussultare, da quanto tempo mi stava fissando? Se lo avessi guardato troppo a lungo avrebbe visto tutto?

«Sono curioso.» Disse mentre si avvicinò a me sul letto. Avvicinò la testa, guardarlo mi faceva tremare il cuore.

«Le .. levati.» balbettai mentre mi girai per nascondermi. Si fermò e solo le punte dei nostri nasi si scontrarono per un momento, prima che la sua testa cadesse sulla mia spalla.

«Mark …»

«Huh?»

«Mark.»

«Che cosa?» chiedi mentre iniziai ad infastidirmi perché chiamava solo il mio nome senza dire altro.

«Voglio solo chiamare il tuo nome.»

«Perché?» domandai prima di allontanarlo e lui lo fece leggermente e mi guardò.

«Che cosa hai fatto per smettere di amare Bar?» Chiese. Ricambiai lo sguardo prima di sospirare, mi girai dall’altra parte in modo da non dover guardare i suoi occhi tristi.

«Non ha smesso di piacermi.»

«Cosa significa?» Mi chiese mentre abbassai lo sguardo verso le mie mani.

«Non mi sono arreso, semplicemente non lo voglio più. Bar è brillante, è carino, chi lo ama fa bene. Kan si prende cura di lui e sono felice di vederlo felice.»

«Come si fa?» La voce profonda continuò a chiedere e mi lasciò un po’ scioccato. Sorrisi tra me e me prima di sdraiarmi con lui.

«Hai davvero bisogno che ti dica perché sono riuscito a smettere di pensare a lui?» Mi voltai a guardare il suo bel viso, sorridendogli. Mi osservò sbalordito, prima di tossire delicatamente.

«Allontanati.» mi spinse via la faccia.

«Huh? Sei timido?» chiesi mentre mi avvicinai. Anche se mi colpiva, non significava che dovevo comportarmi in modo debole e dolce. Il mio ex aveva sempre perso con me per questo.

«Non sono timido.» Disse ma le sue orecchie erano rosse. Inclinò la testa ma vidi il sorriso all’angolo delle sue labbra.

«Fidati di me … puoi smettere di amarla.» glielo dissi mentre si voltò.

«Veramente?» la sua voce era sommessa. «Ci frequentiamo da molto tempo, quindi puoi davvero farlo?»

«Penso di non poter fare nulla. Dipende da te, ma posso aiutarti.» risposi.

«Grazie, Mark. Anche se non sono stato buono con te.» nel mentre mi mise il braccio sopra la vita. Vee non lo sapeva e non sapevo neanche perché mi piacesse, anche se aveva ragione, non era stato bravo. Ma il cuore umano … come potevamo fermarlo? Avevo potuto solo lasciare che accadesse. Non ero sicuro di cosa sarebbe accaduto, forse sarei fortunato e avrei potuto aiutarlo a dimenticare il suo vecchio amore. Forse sarei sfortunato e sarebbe tornato ad amarla.

Se ciò fosse accaduto avrebbe fatto male, ma non sarebbe stato diverso da dove avevamo iniziato.

Aprii gli occhi e mi svegliai perché la luce brillava nella stanza. Sbattei le palpebre rapidamente per adattarmi alla luminosità, poi guardai in basso verso la persona accanto a me. Il suo bel viso era nascosto nella mia spalla per evitare la luce del sole. Avevamo dormito così da quando avevamo finito di parlare ieri sera. Non ci eravamo fatti la doccia o lavati la faccia, quindi mi sentivo appiccicoso.

Mi alzai per spegnere la ventola perché l’aria del mattino era un po’ fredda. La casa di Vee non era eccezionale, sicuramente non abbastanza per essere definito ricco, tuttavia era sufficiente. Era ok, non quello a cui ero abituato ed a dire il vero solo dormendo con l’aria condizionata in quel modo non l’avevo mai fatto.

«Vee! Sei qui? Vieni a mangiare?» La dolce voce di una donna chiamò Vee. Si mosse un po’ prima di aprire gli occhi e fissarmi seduto sul letto.

«Adesso arrivo, mamma.» gridò prima di alzarsi. Il bel ragazzo si alzò dritto e mi guardò, quindi sollevai le sopracciglia e lo fissai di rimando.

«Vado via adesso.» 

«Mangia prima.» rispose Vee con calma, facendomi alzare di nuovo le sopracciglia.

Non mi piaceva mangiare nelle case degli altri, sembrava strano. A casa, mangiavo da solo. Qui ci sarebbero stati i suoi genitori? Anche Yoo ci sarebbe? Non sapevo cosa fare, non sembrava normale.

«È sconsiderato.»

«Mark …» Premette a voce bassa. «Vai a lavarti il ​​viso, gli occhi e poi mangiamo.» Indicò il bagno e io lo fissai. Lo sguardo che mi diede mi fece capire che non mi stava ancora lasciando andare, quindi potei solo sospire ed andare in bagno.

Sul tavolo c’erano tre o quattro piatti semplici che supponevo sua madre avesse cucinato. Era un tavolino quadrato che aveva solo quattro posti. Questo perché c’erano solo quattro persone in questa famiglia. Ecco perché non mi piaceva mangiare in altre case, mi sembrava così strano.

«Oh … Vee ha portato a casa un amico? Perché non me l’hai detto?» Disse una bella donna mentre usciva dalla cucina con in mano una brocca d’acqua e dei bicchieri. Misi le mani unite per rendere omaggio e lei sorrise di rimando.

«Che cosa ha fatto? Non l’ha detto a nessuno?» Disse Yoo guardando Vee.

«E allora? Ormai è qui.» Rispose Vee, infastidito da suo fratello. Mi tirò il braccio trascinandomi a sedermi vicino alla testa del tavolo.

«Litigare così presto la mattina.» La loro mamma mormorò non seriamente, prima di sedersi accanto a loro padre.

«Questi sono i miei genitori e questo è Mark che studia anche lui in ingegneria.» alzai entrambe le mani per rendere di nuovo rispetto dopo le presentazioni. Mi guardai intorno, li osservai e mi sentii strano e teso.

«Perché sei così teso? Stai tranquillo come se fosse casa tua.» Disse Vee con un sorriso. 

Dovevo ammettere che avevo avuto paura dei suoi genitori perché all’inizio sembravano feroci, ma quando parlavano e sorridevano sembravano gentili.

«Non c’è bisogno di essere teso, mangia. Il contorno potrebbe essere poco perché Vee non ha detto che stava portando a casa qualcuno.» La madre di Vee mi guardò con un tenero sorriso.

«Ok.» ricambai il sorriso, aspettando che tutti avessero il piatto pieno e mangiai in silenzio. C’era solo il suono di Vee e Yoo che litigavano durante la colazione. A volte sua madre e suo padre parlavano, a volte mi chiedevano cose, ma soprattutto l’attenzione era rivolta a Vee.

«Come sono andati gli esami, Mark? Hai finito?» Chiese sua madre.

«Sì, finito.»

«È stato difficile per tuo padre quando sei venuto qui? È stato difficile per me quando Vee è andato all’università, non l’ho visto quasi più.» Chiese suo padre.

«Oh … lo vedo quando posso.» risposi balbettando. Aveva gli occhi gentili e rendeva difficile rispondere perché mi parlava così gentilmente dopo solo meno di un’ora.

«Molto bene. Sappiamo che i nostri figli devono viaggiare e studiare sodo, in particolare Vee. Vogliamo ancora sentirli, soprattutto se si trovano in difficoltà e vogliamo prenderci cura di loro.» continuò la madre.

«Non è più importante mamma.» rispose Vee.

«Un paio di giorni fa mi hai quasi fatto impazzire per lo stress.» Si lamentò.

«Adesso va bene. D’ora in poi sarò in grado di prendermi cura di me stesso.» Vee mi guardò mentre diceva l’ultima parte. Tutti restarono zitti, mi fissarono. Mi fecero sentire ancora più strano soprattutto gli occhi dei genitori su di me.

«Beh, ieri non è sembrato vero.» disse Yoo con aria sconvolta.

«Che dici?»

«Beh, ieri non sembravi avere alcuna intenzione di vederlo.»

«Qualunque cosa tu decida di fare, pensaci attentamente.» li interruppe suo padre prima di alzarsi per andarsene.

Il silenzio era ciò che stavo affrontando attualmente, dopo che suo padre era andato via, continuammo a mangiare tranquillamente. Non si parlò più fino a quando la madre si alzò per andare ad aiutare suo marito. Ora eravamo rimasti solo noi tre.

«Che cosa vuoi dire esattamente?» Vee chiese a Yoo.

«Non sei affatto chiaro.» rispose Yoo.

«Perché devo parlarne adesso? Perché tutto deve essere già chiaro?» domandò Vee con rabbia.

«Voglio dire che ci sono molte persone che sono pronte a fare sul serio con lui.» ribattò Yoo prima di guardarmi e uscire.

«Fanculo!» Vee imprecò, prima di posare il cucchiaio. «Mi dispiace, ti chiedo di fare colazione e devi sopportarlo.» Disse guardandomi, era chiaramente molto frustrato in quel momento.

«Va bene.» risposi cercando di sorridere, liberando un po’ la sua faccia contrita.

«Mio padre non era d’accordo con cose del genere, ma da quando Yoo frequenta spesso degli uomini si è abituato. Probabilmente non se lo aspettava anche da me.»

«Aspettando cosa?» chiesi.

«La questione che ti riguarda?» Rispose lui guardandomi. Stava pensando troppo adesso e se non fosse stato per questo non sarebbe stato abbastanza chiaro.

Mi sarebbe piaciuto davvero se avessi potuto fare in modo che Vee mi amasse più di quanto avesse mai amato Ploy. Avrei dovuto rendere la sua famiglia come me, per vedere che non era un disastro, che non dovevano pensare troppo.

Due uomini si piacciono, è davvero così complicato?

«Io…»

«Come ha detto Yoo, ci sono molte persone che sarebbero chiare con te. Quindi cosa dirai?» Mi chiese prima che potessi dire qualcosa.

«Cosa dirò di cosa? domandai.

«Voglio sapere se te ne andrai.»

«Se mi allontani di nuovo, allora me ne andrò.» Alzai gli occhi su di lui con fare infelice. Avevo deciso. «Faccio quello che scelgo di fare con te, se rimarrò a lungo o no…non chiedere per quanto tempo resterò perché non lo so. Ho accettato il rischio, ho fatto quello che volevo fare. Ho fatto cose che non avevo mai fatto prima. Pensi che andrò da qualcun altro adesso? Ma se te ne vuoi andare, vai via per tanto tempo, ok? « Finii il mio lungo discorso e poi mi alzai perché mi stavo davvero arrabbiando.

«Beh, mi sento in colpa per te.» disse afferrandomi per il braccio.

«Beh, se ti senti in colpa, non tornare indietro come eravamo in origine. Torniamo ad essere amici ed essere felici, al massimo. Non essere così feroce tutto il tempo anche se commetto un errore. Se sei arrabbiato, allora parlane. Se vuoi qualcosa, allora parlane. Non tornare indietro a costringermi a fare quello che vuoi. Non essere quella persona che eri prima nei miei confronti.» dissi fissandolo.

«Perché parli così tanto oggi?» domandò sorridendo. Si alzò mettendosi di fronte a me e mi afferrò il polso. I suoi occhi erano uguali a quelli di sua madre e mi trasmisero una scintilla di pace.

«Voglio che tu smetta di amarla rapidamente.» mugolai guardando in basso dove le nostre mani erano vicine.

«Fammi smettere di amarla in fretta, Mark.» rispose avvicinandosi. «Per quanto riguarda la famiglia, non preoccuparti così tanto. Credo che la mia felicità sia la cosa più importante per i miei genitori, e se tu sei la mia felicità, allora andrà bene.» I suoi occhi mi fissarono, dicendomi di non preoccuparmi delle cose che erano successe oggi.

«Quindi … se smetti di amarla, me lo dirai. O … se non puoi, allora me lo dovrai dire comunque.» parlai in modo chiaro senza distogliere lo sguardo da lui.

«Ora sono al tuo fianco.» Disse tirandomi dentro al suo abbraccio. Mi premette la testa sulla spalla, sfregando la parte posteriore dei capelli. «Tienimi al tuo fianco per molto tempo.»

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