EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 4

Quando si è malati è più facile innamorarsi

– Praram –

Dormii tutto il tempo e mio fratello non fu da meno, anche se dovetti ammettere che lui era più malato di me. Presi ancora una volta il raffreddore; pensavo di essere molto più forte tanto da dimenticarmi di essere nel mezzo della stagione delle piogge, e di conseguenza dimenticai di essere sensibile agli sbalzi di temperatura.  

L’altro giorno Pralak andò a giocare sotto la pioggia come se fosse il protagonista di un drama. Fece anche una foto mentre se ne stava sotto l’acquazzone e la postò nel pomeriggio. Quella sera stessa aveva già la febbre. Dormivamo nella stessa stanza, di conseguenza presi facilmente anch’io il raffreddore. La febbre era alta, ero così debole che dormimmo tutto il fino settimana, sino ad arrivare a lunedì.

«Vai a prendermi del succo di zenzero.» mi ordinò Pralak, ma io non prestai attenzione alla sua richiesta.

«Ti ricordo che sono malato anch’io!» gli rammentai dal momento che sembrava lo avesse dimenticato. 

«Quando si è malati è bello avere qualcuno che si prende cura di te.» balbettò delirante. 

«Pensi che sia P’Bar o cosa?» chiesi prima di rimuovere il panno bagnato dalla sua fronte e metterne uno nuovo.

«Anche tu hai qualcuno. Io sono solo.» disse guardandomi.

«Parli troppo quando sei malato.» risposi di rimando premendo il panno bagnato sulla sua fronte. 

«Sei così timido.» continuò Pralak.

«Timido io? Di cosa poi?» risposi di getto, quella frase mi prese alla sprovvista.

«La tua faccia è rossa.» ridacchiò e io non potei fare altro che guardarlo con sguardo feroce.

«È perché sono malato anch’io.» replicai.

«Allora di cosa avete parlato?» continuò a chiedere, era così sfacciato.

Aveva già dimenticato che ero rimasto intrappolato con lui in casa tutto il fine settimana con la febbre? Tutto quello che avevamo fatto non era altro che dormire, bere, prendere le medicine e prenderci cura dei nostri corpi. Nostra madre aveva portato via i nostri telefoni e ce li avrebbe ridati solo quando saremmo stati meglio. Probabilmente la batteria dei telefoni era scarica, quindi se qualcuno avesse provato a contattarci avrebbe avuto scarse probabilità di risposta. 

Mi chiesi se Nuea mi stesse scrivendo oppure fosse arrabbiato. Dopo averci pensato sentì la febbre iniziare di nuovo ad alzarsi. Sentivo le mie guance accaldarsi, se avessero potuto sarebbero andate a fuoco; e questo solo dopo aver pensato alla persona che stava flirtando con me. Ma a cosa stavo pensando? Avevo persino osato salutarlo.

Mi sentivo strano. Non volevo saltare a conclusioni affrettate, quindi cercai di stare con i piedi per terra, ma fu quel pazzo a destabilizzarmi quando mi chiese “Se volessi flirtare con te, cosa diresti?”. Cosa avrei dovuto rispondergli? A causa di quella semplice domanda il mio cuore iniziò a battere all’impazzata e la chiamata di mia madre, in quel momento, fu solo un caso fortuito.

«Piccoli miei, come vi sentite?» Entrò nostra madre con del porridge fumante e io mi alzai per sedermi sul letto non appena si avvicinò. Pralak si mise a sedere lentamente, trascinandosi con difficoltà. Quando lo vidi sforzarsi troppo cercai di aiutarlo. 

«Mamma, la febbre se n’è andata oppure no?» Lui la guardò con occhi indistinti e le parlò dolcemente mentre mia madre poggiò delicatamente la mano sulla fronte di mio fratello. 

«La febbre è calata, domani puoi andare a scuola.» rispose nostra madre.

«Se è così posso chiederti di ridarci i nostro telefoni?» Nonostante fosse ancora malato, dovetti ammettere che era un bravo attore.

«Perché avresti bisogno di giocare al telefono, quando dovresti riposare?» ribatté lei.

«Non devo giocare, Praram ha bisogno di parlare con un amico di compiti.» le disse furbo. La mamma lo guardò un po’ accigliata, tuttavia sospirò e gli disse avvicinandosi: «Allora mangiate il tutto il porridge e prendi le medicine.»

«Si.» Iniziammo a mangiare in silenzio, nessuna parola o battuta finché non finimmo tutto.  Anche nostra madre ci guardò in silenzio.

«Vado a prenderli.» disse infine lei allontanandosi. Appena uscì io e Pralak ci guardammo e sorridemmo.

«Ho fatto il bravo, vero?» parlò accarezzandomi la guancia.

«Sei stato perfetto! Grazie e te possiamo fare sempre tutto.» sorrisi anch’io.

Dopo aver avuto i nostri rispettivi telefoni fummo improvvisamente più felici. Una volta che i nostri telefoni furono di nuovo carichi la nostra giornata cupa divenne inaspettatamente colorata.

La persona che giocava accanto a me era silenziosa, sembrava che non ci fosse nemmeno nella stanza, sebbene poco prima stessimo chiacchierando. Presi il telefono, lo accesi ed entrai anch’io nel mio mondo colorato. 

Nnorthh – 16 ore fa
Non visualizzi? Non rispondi? Mi piaci ancora di più.

Pond Pawee: Sono preoccupato per te.

Yiwaa: Mi dispiace tanto.

Pandora: Non avevi detto di essere un abile adescatore? Allora vai a trovarlo. 

Nnorthh: Calmati! Ho appena iniziato. 

Non lessi tutti i commenti, ma di quello che lessi fino a quel momento non riuscì a capire nulla. Quel post era stato pubblicato la domenica sera tardi, ciò stava a significare che lui mi aveva già scritto prima.

Uscì dalla casella delle notifiche e cliccai sulle chat private. Il primo messaggio era quello di un mio compagno di scuola, poi quello del gruppo di classe dove tutti si chiedevano come stessimo io e Pralak. Non seppi il perché ma ignorai completamente quelle chat e cliccai direttamente su quella con la persona che avevo incontrato da poco. 

Nnorthh: Praram perché non mi scrivi? Vuoi che sia prima io a farlo?

Nnorthh: Perché non rispondi?

Nnorthh: Va tutto bene?

Nnorthh: Rama…

Nnorthh: Sei senza cuore…

I primi due messaggi erano stati inviati il sabato sera alle 22:00, mentre gli altri la domenica. C’erano solo quei messaggi, sembrava che non avendo avuto risposte ci avesse già rinunciato. 

Nnorthh: Hai letto?

Il nuovo messaggio arrivò non appena finì di leggere quelli precedenti, sussultai non appena il telefono vibrò. Era come se avesse tenuto il telefono in mano per tutto il tempo. 

Rammie ram: Hai tutto questo tempo libero? Non devi studiare?

Nnorthh: Lo dici come se non volessi più parlare con me.

Rammie ram: Cosa?!

Nnorthh: Allora sarò ancora più arrabbiato di prima. 

Corrucciai la fronte non appena lessi l’ultimo messaggio, non capì… come mai si era offeso?

«Confusi ed imbronciati insieme?» disse una voce al mio orecchio, sobbalzai all’istante. Da quanto stava lì a leggere i miei messaggi?

«Chi diavolo sarebbe imbronciato, scusa?» replicai. 

«Allora cosa stai scrivendo a Phi?» chiese indicando il mio telefono. 

Nnorthh: A quanto pare sei un vero esperto nell’ignorarmi completamente. 

Arrivò un’altro messaggio, avrei tanto voluto che non fosse arrivato proprio quando Pralak era seduto così vicino a me.

«Vattene! È già sufficiente dormire e condividere la camera con te.» quasi gli urlai.

«Feriamo a vicenda i nostri sentimenti quando non siamo insieme.» Pralak rispose.

«Io…»

«Sta tranquillo… non essere così duro con te stesso; non ci sono persone che flirtano con noi, in questo modo, così spesso.» disse puntandomi il dito.

Come aveva detto, le persone flirtavano con noi di rado, perché supponevano che già avessimo qualcuno; oppure pensavano che fossimo difficili da conquistare o da trovare senza l’altro per avvicinarci. La verità era che io e Pralak non ci separavamo mai, andavo ovunque insieme, la causa di tutto questo era che ci sentivamo soli. Nessuno dei due ha mai avuto una relazione, il pensiero che ciò stava accadendo in quel momento mi entusiasmò.

«Non sono affatto duro con me stesso.» risposi a voce bassa per poi spostare di nuovo lo sguardo sullo schermo del telefono. 

«Allora rispondigli.» 

«Non mi fermerai?» chiesi.

«So che tuo cuore sta battendo all’impazzata.» concluse prima di alzare le sopracciglia per stuzzicarmi. Sorrise prima di sdraiarsi sul letto e continuare a giocare con il proprio telefono. Sorrisi anch’io guardandolo, era proprio il miglior gemello che potessi desiderare.

Rammie ram: Sono malato! 🤒

Nnorthh: Davvero? Cos’è successo?

Rammie ram: Adesso mi sento meglio.

Nnorthh: Avevo pensato che non volessi più parlami.

Non capivo il motivo per cui sorridevo così tanto. Davvero pensava che me ne fossi andato perché non volevo più parlargli?

Rammie ram: Stai immaginando le cose.

Questa fu la mia risposta. Il messaggio che arrivò subito dopo mi fece sentire di nuovo accaldato. 

Nnorthh: Mi manchi molto anche tu.

«Oh… ha detto che anche tu gli sei mancato.» Mi voltai a fissare Pralak, ancora una volta stava leggendo di nascosto i miei messaggi. 

«Non è niente.» risposi riponendo il telefono a faccia in giù. Il mio cuore batteva più veloce di prima. 

«Stai attento Praram, quando si è malati è più facile innamorarsi di qualcuno.» si raccomandò accarezzandomi dolcemente la schiena. 

La sua mano sottile si allungò per prendere il mio telefono, aprì il messaggio della chat per consentirci di leggerlo ancora una volta. Dopo averlo letto sentì come se la febbre stesse salendo ancora di più. Per favore non prendetemi in giro per il mio modo innocente di affrontare l’amore. Di certo non avrei mai pensato di incontrare un senior che mi avrebbe attratto così tanto. 

Il giorno dopo mia madre mi permise di tornare a scuola; invece, costrinse mio fratello a rimanere ancora a letto per riposare ancora un altro giorno. Mia madre lo beccò a giocare di nascosto alle 2 di notte, quando aprì la porta non potei non ridere per la situazione, mio fratello fu preso in flagrante. 

Quando entrai a scuola mentre camminavo mi sentivo solo, non ero abituato a stare senza mio fratello.

«Perché sembri così infelice?» mi chiese Daa incamminandosi accanto a me.

«Perché lo sono.» risposi a mia sorella.

«Stai pensando a P’Pralak vero?» domandò sorridendo.

«Mhh…»Sebbene in cuor mio sapessi quando in realtà mi mancasse, non volevo ammetterlo. Cercai di capire perché mi mancasse così tanto la presenza di Pralak.

«Se Pralak lo venisse a sapere ne sarebbe dispiaciuto.» continuò Nong Daa.

«Questa sera hai intenzione di studiare?» le chiesi. 

«Sì, mamma ha un appuntamento oggi, quindi dovrai venire a fare shopping con me fino a quando non avrò finito. Quindi per le 20:00.» 

«Cosa dovrei fare fino alle otto di sera?» le chiesi pigramente. Il solo pensiero che avrei dovuto aspettare tutto quel tempo mi rese esausto. Circa quattro ore, cosa avrei mai dovuto fare? 

«Potresti sederti e pensare a P’Nuea!» esclamò la mia sorellina stuzzicandomi. Rimasi scioccato dal nome che uscì dalle sue labbra. 

«Nong Daa…» Arrivammo davanti la sua classe quando smisi di camminare. Prima di entrare mi sorrise lasciandomi poi solo con mille domande per la testa, soprattutto come facesse a sapere di P’Nuea. 

Studiai come in un solito martedì, verso mezzogiorno iniziai ad avere un forte mal di testa, ma fortunatamente Ai’Pee si prese cura di me. Badò a me anche dopo le lezioni quando guardai i miei amici giocare a calcio da bordo campo. Mi chiesero se avessi voluto giocare con loro, ma rifiutai spiegandogli che in quel momento non mi sentivo molto bene. 

Troppo sole, troppo vento, delle volte troppo caldo, ma non mi lamentai e decisi di aspettare Nong Daa. 

Bzzz… 

Il mio telefono vibrò per avvisare dell’arrivo di un nuovo messaggio, lo presi e inserii la password, Pralak mi chiese di prendergli del succo. 

Lucky man: Puoi comprarmi del succo di kiwi? Non farlo sapere alla mamma.

Rammie ram: Quindi la mamma non vuole che tu lo beva? Allora bevi il tè allo zenzero. 

Lucky man: Sii gentile. Non avresti nemmeno avuto modo di stare con P’Nuea se non fosse stato per il mio succo all’arancia.

Rammie ram: Cosa ha a che fare con questo, adesso?

Lucky man: Ce l’ha. Vai a comprarlo al Central Market, lì c’è il negozio che mi piace di più.

Roteai gli occhi verso il cielo, sapevo che a Pralak piaceva il succo al Kiwi mentre io preferivo quello all’arancia. Dalla sera prima Pralak me lo chiedeva insistentemente, ma non glielo presi perché nostra madre glielo vietava dato che tossiva ancora. Di notte tossiva anche di più, e la mamma si preoccupava che se lo avesse bevuto sarebbe peggiorato. 

Lucky man: Rama, voglio così tanto il succo al kiwi.

Feci un profondo sospiro, non risposi nulla al mio gemello perché non potevo promettergli che l’avrei comprato. Probabilmente alla fine lo avrei fatto, sapevo quanto si potesse stare male a non poter mangiare o bere quel che si vuole. 

«Dove stai andando Phi?» mi chiesero Pee e Min dopo aver preso una bottiglia d’acqua. 

«Sto andando al Central Market.» risposi prima di prendere la mia borsa.

«Bene, ho fame.» replicò Min raccogliendo anche lui la sua borsa. 

Entrammo nel Central Market e ci dividemmo per trovare qualcosa di buono da mangiare, io ero ancora indeciso su cosa volessi. Avrei voluto mangiare qualcosa di piccante, ma la gola faceva ancora male, quindi optai per un’insalata mista thailandese. C’erano molte persone, era tutto affolato così rimasi in piedi senza una meta nel bel mezzo del Market. 

«Praram?» Mi voltai non appena sentì qualcuno pronunciare il mio nome, erano P’Nuea ed i suoi amici. 

«Ciao.» salutai cortesemente. Lui mi sorrise all’istante. 

«Cerchi qualcosa da mangiare, dolcezza?» Una persona paffuta si avvicinò a me con un’espressione maliziosa prima di sorridermi in un modo spaventoso. 

«Non stargli così addosso Lee, potresti spaventarlo.» parlò YiWa. P’Lee si voltò verso di lei per farle una smorfia per poi girarsi verso di me. 

«Perché sei spaventato da un angelo?» mi chiesero, ma io non potei far altro che sorridergli. 

«Va bene, è abbastanza Charlie. Vai a comprarmi da mangiare e portami anche dell’acqua.» P’Nuea gli afferrò la spalla prima di parlare.

«Charlie? Sono Lili. Li – Li.» rispose P’Lee infastidita.

«E allora? Va a comprarmi da mangiare.» ordinò P’Nuea. Lee gridò a voce alta, ma non sembrava per nulla in imbarazzo che qualcuno assistesse, sembrava una cosa quotidiana tra loro. 

«Ci vediamo presto splendore.» mi sorrise e, accarezzandomi il mento, se ne andò.  

«Ti aspetterà.» disse Kla guardando Nuea. I suoi amici si allontanarono lentamente da noi. 

Alla fine rimanemmo solo io e P’Nuea in piedi, da soli. 

«Stai meglio adesso?» domandò Nuea avvicinandosi a me. 

«Mi sto riprendendo.» risposi piano, non riuscivo a guardarlo negli occhi. Non capivo il perché, ma sapevo solo che non avevo il coraggio di guardarlo. 

«Umh… è un bene. Non hai trovato ancora nulla da mangiare?» Pensandoci quello che mi chiedeva erano semplici e comuni domande. Avrei risposto senza problemi ad altri, ma con lui dovevo riflettere e capire cosa dirgli. 

«Mhh… non ancora, stavo guardando gli spaghetti di riso thailandesi.» risposi e Nuea si limitò ad annuire.

«Siediti pure, dimmi cosa vuoi mangiare ed io andrò a prenderlo per te.»

«No Phi non devi.» gli feci cenno di non preoccuparsene, ma alla fine insistette.

Avrei dovuto aspettarmelo, ogni volta che cercavo di impedirgli di comprarmi qualcosa, alla fine insisteva e lo faceva comunque. 

«Siediti e aspetta, sei ancora raffreddato.» insistè appoggiando la mano sulla mia spalla per farmi sedere. 

«Non voglio disturbarti, mi hai già pagato tante cose… e poi adesso sto meglio mi sono ripreso dalla malattia.» 

«Perché hai paura di disturbarmi? Come puoi dire di esserti ripreso se il tuo corpo è ancora caldo?» Si avvicinò appoggiandomi delicatamente la mano sulla fronte, io rimasi fermo e non riuscì a fare nessun movimento. Sembrava che avessi preso una scossa elettrica, la temperatura del mio corpo continuava ad aumentare; non avevo mai avuto P’Nuea così vicino come in quel momento. Il mio cuore batteva così forte che potevi sentire i miei stessi battiti. 

«Phi… Io…» Cercai di spingerlo via non appena mi accorsi che intorno a noi c’erano delle persone. Ma lui si scostò appena continuando ad avere il volto vicino al mio, guardandomi ed aggrottando le sopracciglia. 

«Lasciami andare a comprarlo. Le tua guance stanno arrossendo, forse ti è tornata la febbre. Si, deve essere così, è l’influenza dalla quale non ti sei ancora ripreso.»  

«Ok Phi.»

«Sei un così bravo ragazzo.» La sua grande mano era posata sulla mia testa, la sua voce era gentile e le sue labbra si aprivano in un sorriso. Tutto quello che stava facendo era così… così perfetto. Faceva sembrare tutto così bello, il mio cuore continuava a battere sempre più velocemente. Doveva essere sicuramente a causa della febbre. 

Ma allora perché la voce di mio fratello gemello continuava e ronzarmi in testa?

«Quando si è malati, è più facile innamorarsi di qualcuno.»

Innamorarsi è sicuramente la cosa peggiore quando si è malati. 

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