EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 26

NueaRama

– Praram –

Mi sdraiai accanto a Nuea, nonostante avessi il volto in fiamme per l’imbarazzo e non riuscissi a sopportare quel calore che mi invadeva, quindi mi nascosi contro il petto di Nuea sfuggendo all’aria fredda del condizionatore. Quando mi svegliai mi accorsi di essere vestito, avevo dei pantaloni ed una maglietta, mentre lui era ancora a torso nudo. Alle sue parole mi imbarazzai ancora di più mentre lui sembrava compiaciuto della mia reazione, era colpa di quella parola detta al mattino che mi rendeva sempre dannatamente timido.

In fondo lo capivo, perché io mi sentivo esattamente come lui.

Tutto quello che faceva nei miei confronti, i sentimenti che esprimeva, io li raccoglievo nel mio cuore e li ricambiavo completamente. Tutto quello che lui voleva, lo volevo anch’io. Ero possessivo esattamente come lui.

«P’Nuea.» lo chiamai alzando lo sguardo su di lui e mi accorsi che i suoi occhi erano già fissi su di me.

«Si?» domandó.

«Nulla, volevo solo chiamare il tuo nome.» Volevo ripetere quel suono più e più volte, volevo essere sicuro che lui fosse davvero lì al mio fianco.

«Cosa c’è che non va?» Spostò la sua mano sinistra dal mio braccio facendola risalire fino alla mia testa, accarezzandomi dolcemente i capelli con un tocco così delicato che rischiavo di addormentarmi.

Solo poche ore prima ero molto felice. Avevo provato qualcosa di nuovo, e quella sensazione faceva ancora battere forte il mio cuore, facendomi tremare. Non capivo perché mi sentissi stanco ed esausto, forse perché il mio cuore stava pompando molto sangue, o forse perché chiamai il suo nome troppe volte. Pronunciarlo per me era come proclamare la parola Amore.

«P’Nuea.» chiamai il suo nome ancora una volta e la mia bocca si allargò in un dolce sorriso. Dire il suo nome ad alta voce mi rendeva felice.

«Sto diventando timido per colpa della tua voce Praram.» 

«Anch’io sono timido.» risposi mordendogli il petto.

Non capivo perché mi sentissi così tanto in imbarazzo, il mio volto era completamente rosso; se Pralak fosse stato lì di sicuro mi avrebbe preso in giro.

«Hai idea di quanto tu sia carino quando sei in imbarazzo?» Nuea continuava ad accarezzarmi il capo.

«Lo hai già detto.» risposi a bassa voce.

«Sono già pazzo di te, non hai bisogno di usare quel tono di voce per conquistarmi.» disse spavaldo.

«È colpa tua.»

«Cosa vuoi dire?»

«Non lo so.» L’amore era capace di farti perdere nelle emozioni, con Nuea mi sentivo esattamente così. Onestamente l’unica cosa che sapevo in quel momento era che amavo Nuea.

Restammo abbracciati nel letto per un po’, finché un brontolio dettato dalla fame non mi costrinse ad alzarmi. Il mio corpo era sofferente, ma non stavo male quanto si poteva pensare, perché Nuea si era preso cura di me.

«Fai piano quando cammini, rilassati e non stancarti troppo.»

«Sto solo scendendo le scale.» dissi all’altra persona che cercava di sorreggermi.

«Lo so, ma sono preoccupato per te.» rispose.

«Oh! Hai dimenticato di avere degli amici?» Nuea ed io rimanemmo immobili sulle scale, quando sentimmo la voce di Pan. Quando ci voltammo oltre a lei c’erano Yiwa e Vee che ci fissavano. Non riuscivo a sostenere lo sguardo di Vee; le mie guance iniziarono ad essere calde e il suo era uno sguardo complice, tipico di chi sapeva esattamente cosa fosse successo. 

«Cosa ci fate qui?» chiese Nuea non curandosi dei suoi amici, mi prese per il gomito e continuammo a scendere le scale.

«Ho fame e Bar si è chiuso in stanza con il suo dottorino, proprio come hai fatto tu.» spiegò Pan con gli occhi spalancati, sapevo esattamente dove voleva andare a parare.

«Non puoi cucinare da sola?» le domandò Nuea avvicinandosi ai suoi amici. Afferrai il lembo della sua maglietta e lo tirai forte senza mai staccarmi, non volevo mi lasciasse lì da solo. Nuea si voltò verso di me e mi prese per mano per scendere le scale.

«Non sono capace di preparare qualcosa di buono, inoltre è il mio compleanno non il giorno per confessare il tuo amore.» parlò Yiwa.

«Mi dispiace, ma è già successo ormai.» disse Nuea lasciando andare la mia mano per avvolgere il mia spalle con il suo braccio.

«P’Nuea.» Lo supplicai sentendomi a disagio quando pronunciò quelle parole davanti a tutti; soprattutto quando Yiwa mi guardò. Ero talmente imbarazzato che nascosi il viso contro la spalla di Nuea.

«Praram è davvero carino.» disse all’improvviso Vee.

«Non guardarlo.» P’Nuea lo minacciò e, alla vista di Vee, mi nascose avvolgendomi nel suo petto.

«Non essere geloso Nuea. Non è necessario, lo sai che ho già un ragazzo.» replicò Vee.

«Allora dov’è Mark? Perché non sei con lui?» Nuea sciolse l’abbraccio.

«Dorme. Gli detto che sarei sceso per prendere del cibo, ma queste due mi hanno costretto a mangiare con loro. Volevo chiamare anche te, ma sempre queste due impiccione mi hanno proibito di farlo.» spiegò Vee.

«L’ho fatto perché non vedevo Nong Praram da tempo, quindi ho pensato che lo stessi seducendo.» parlò Pan.

«Quand’è che l’avrei fatto? Piuttosto è stato lui a sedurre me.»

«Hey se matto!» Lo colpii dolcemente sul braccio.

«Non negarlo. Ti riesce bene sedurmi e non solo. Sei anche molto attraente a letto.» mi sussurrò Nuea all’orecchio mentre ero ancora aggrappato al suo braccio.

«Devi essere davvero bravo. Il collo del mio amico è completamente rosso, deve essersi dimenticato che un volta era bianco.» disse P’YiWa prendendoci in giro.

«No, non lo sono…»

«Non negare l’evidenza Praram. Sei scomparso tutto il giorno, adesso hai un’aria stanca e il collo completamente arrossato. È successo molto di più di quello che volete farci credere…»

«Esattamente come loro.» Pan non riuscì a terminare la frase che YiWa la interruppe indicando le persona al piano superiore. Mi voltai per seguire la linea immaginaria che partiva dalla mano di Yiwa fino ad arrivare alla figura di mio fratello che aveva il braccio intorno alla vita di Bar mentre scendeva le scale. Bar mi guardò e diventò rosso in viso. Quando anche io mi resi conto che versavo nelle sue stesse condizioni, iniziai a sentirmi sempre più a disagio, soprattutto quando l’attenzione di Kan si spostò tutta su di me. 

«Perché mio fratello è in questo stato?» Kan era furibondo. Iniziò a scendere rapidamente le scale lasciando da solo Bar.

«Se è per questo anche il mio amico è messo male.» ribatté Nuea.

«Beh… io…» Il suo viso divenne rosso e si ammutolì. Non capii subito il motivo, finché Bar non gli sussurrò qualcosa all’orecchio.

«Cosa? Appena il tuo ragazzo ti dice cosa fare tu obbedisci come un cagnolino?» Nuea continuava a stuzzicarlo.

«Mi sono zittito perché Bar mi ha fatto capire che non avete fatto quello che abbiamo fatto noi.» Kan continuava a scendere le scale.

«Come può essere lo stesso? Praram si è svegliato solo poche ore fa.» pronunciò Nuea fiero di sé. 

Si stanno davvero sfidando su quello?

«Beh, Bar si è svegliato solo pochi minuti fa.» rispose subito Kan sentendosi superiore.

«Perché state facendo questo teatrino? Mark si è svegliato intontito e non riesce neppure a parlare.» Vee non sembrava interessato alla conversazione, forse perché sapeva di aver vinto.

Dopo aver concluso quella bizzarra discussione con i suoi amici Nuea mi portò in cucina. In realtà non era finita lì, ma Bar aveva detto che preferiva fare qualcos’altro, così Kan lo aveva portato fuori dall’abitazione. Mi accomodai e aspettai che Nuea preparasse qualcosa di buono, mentre Vee andò da Mark. Le due belle senior facevano delle smorfie incapaci di non essere gelose della fortuna dei loro amici.

«Quando si parla di queste cose, a contare dovrebbero essere solo i sentimenti; non qualcosa di così materiale.» Il ragazzo che solo qualche attimo prima si stava mettendo in mostra aveva dovuto rinunciare a vincere. Continuava a brontolare mentre stava friggendo delle verdure in padella. Io ero lì a guardarlo cucinare sorridendogli.

«Non hai ancora finito?» chiesi sorridendo.

«No, non è qualcosa che può sì finire così facilmente. Queste cose non sono affatto semplici, non lo sono per nulla.» spiegò Nuea continuando distrattamente a spolverare le verdure con dello zucchero. 

«P’Nuea così sarà troppo dolce.» Gli afferrai il braccio che continuava a scuotere facendo cadere troppo zucchero.

«Perché sei qui? Vai a sederti.» disse voltandosi verso di me.

«Guarda cos’hai combinato! Sarà commestibile?» chiesi guardando la padella.

«Lascia che sappiano se Tossakan e Vee sono più dolci di me, saranno loro a giudicare allora.»

«Vuoi litigare di nuovo?» domandai.

«Beh… parlano di me.» Nuea si voltò verso di me imbronciato come un bambino ed iniziò a supplicarmi.

«Non preoccuparti di quello che dicono. Loro non sanno quanto siamo felici.» Lo rassicurai abbracciandolo da dietro. «P’Kan non sa quanto tu sia buono e premuroso con me.» Infine posai delicatamente la guancia sulla sua spalla.

«Stai cercando di sedurmi di nuovo?» Si voltò a guardarmi.

«Non lo sto facendo, cerco solo di incoraggiarti.» risposi mentre si allontanava.

«Cosa vuoi? Dimmelo. Mi parli come se volessi qualcosa, quindi perché?» chiese girandosi.

«Non voglio nulla. Per me è sufficiente averti.» Abbassai lo sguardo per l’imbarazzo, anche lui come me rimase in silenzio per qualche istante; ma quando alzai lo sguardo vidi sul suo volto un luminoso un sorriso. Il suo sorriso era radioso e dolce, più dello zucchero che c’era nella padella; più dolce di tutti i tipi di zucchero che esistono al mondo.

Non riuscii ad avere il tempo di osservare attentamente il suo sorriso che le sue labbra si avvinghiarono alle mie. Si allontanò da me velocemente e con il suo gioioso sorriso continuavamo a guardarci.

«Non basta parlare in modo carino, bisogna anche comportarsi carinamente. Dunque dimmi, di chi sei?» chiese a voce bassa mentre io rivolsi il mio sguardo a terra.

«Sono tuo.» mormorai prima di assaggiare le pietanze che stava preparando.

«Se continui a parlarmi in questo modo non sarà più necessario pranzare.» Continuava a provocarmi.

«Allora cosa posso mangiare?»

«Potrai mangiare me.» disse Nuea sussurrando al mio orecchio.

«Non puoi aspettare ancora un po’? Mark è così affamato che potrebbe mangiare la mia testa.» parlò Vee dall’uscio della porta.

«Beh, Praram è così affamato che potrebbe mangiarmi tutto.»

«Nuea, Vee uscite di qui. Preparerò io il pranzo.» esclamò Bar entrando.

«Non posso! Praram può mangiare solo con me.» rispose Nuea girando il cibo nella padella.

«Ma ho fame! Ho bisogno di mangiare adesso, se aspetto che mangi Praram, il mio stomaco morirà di sicuro.» Bar si avvicinò a Nuea per iniziare a cucinare, Nuea decise di lasciarlo fare ponendo la spatola nella padella.

«Allora prepara qualcosa anche per me.»

«Va bene, ma solo perché tua moglie è il fratellino del mio fidanzato.»

«P’Bar!» Urlai il suo nome dopo aver udito quelle parole che uscirono dalla sua bocca.

Non sapevo cosa fare dopo quell’affermazione.

«Non è forse vero?» disse Kla entrando anche lui in cucina.

«Ummm…»

«La moglie o il marito di qualcuno può finire di cucinare per favore? Mia moglie ha fame!»

«Sono stufo di tutti voi piccioncini.»

«Questa dovrebbe essere una vacanza tra amici, non per coppiette.»

«Vero. Se avessimo saputo che sarebbe andata a finire così non avremmo preso una casa così grande, ma due più piccole e separate.» gridò uno dei suoi amici dal salotto.

Bar sembrava non curante di quello che dicevano e Vee si voltò sorridendomi mentre i loro amici continuavano ad imprecare. Nuea invece si comportò in modo differente, mi prese per mano e mi portò fuori dalla cucina.

«Non riportare mio fratello di sopra, lascia che mangi qualcosa.» disse P’Kan.

«Caro Dottore, non sono come te che riesci a torturare tua maglie senza dargli da mangiare o da bere nemmeno un sorso di acqua.» Nuea inveì contro mio fratello mentre il suo braccio era appoggiato alla mia spalla.

«Non l’ho mai torturato, anzi è il contrario… è Bar a farlo.»

«Hey Dottore guarda che ti sento.»

«Non è nulla, lascia che venga ad aiutarti.» Dopo il rimprovero di Bar, mio fratello maggiore corse subito da lui in cucina.

«È talmente preso da Bar che basta che lui lo chiami e Kan corre come un cagnolino. È davvero così spaventato?» si domandò Nuea dopo di che ci accomodammo sul divano.

«E tu?» chiesi alla persona accanto a me, la stessa che aveva lasciato che mi accoccolassi sul suo petto.

«Sono preso da te da ben prima che tu diventassi il mio ragazzo.»

«Scemo.» risposi subito stringendomi ancora di più al suo petto per evitare che i suoi occhi mi rendessero timido. Come poteva parlarmi in quel modo? 

Farà bene al mio cuore battere così forte?

«Pensano di essere soli qui?» domandò Yoo alzando la testa.

«Sì, credono che sia tutto loro.» concordó Pin. Mi allontanai da Nuea notando che gli altri Phi erano seduti a terra e non sul divano come me e Nuea. Guardai ancora un volta verso il divano e notai Fei seduto che sorrideva. 

«Perché non avete detto nulla?» domandai rivolgendomi a tutti loro.

«Chi avrebbe mai pensato che vi sareste messi lì seduti in mezzo alla sala abbracciandovi?» Una voce familiare provení dall’ingresso.

«Pralak!»

«Non avete ancora smesso? Continuate baciarvi davanti a tutti.» Era il mio gemello che parlava sfacciatamente.

Da quando era lì?

«Questo tipo di abitudine è difficile da fermare.» rispose la persona seduta vicino a me mentre mi massaggiava la spalla.

«Ci credo.» disse il mio gemello avvicinandosi a me, porgendomi il palmo della mano.

«Posso avere le chiavi della camera?»

«Le chiavi di quale stanza?» chiesi confuso.

«Le chiavi della nostra camera. Ho lasciato dentro la mia copia.» rispose Pralak.

«Aspetta. Se le hai dimenticate in camera dove hai dormito questa notte?» Lo osservai attentamente: «E cos’hai sul collo?»

«Un succhiotto. Non si vede? Se non sai come farli chiedi a P’Nuea.»

«Bastardo.» Era l’unica cosa che riuscii a dire a mio fratello.

«Come ti sei fatto quel segno?» chiese Kan entrando in salotto con un piatto di riso.

«Oh! Ma fate sul serio? Cosa avete che non va? Non sapete nemmeno come lasciare un succhiotto? Dovrei chiedere a P’Bar a questo punto.» Si voltò per rispondere a nostro fratello maggiore, prima di tendere di nuovo la mano per avere le chiavi.

«Pralak!» 

«Il mio cerbiatto mi sta aspettando in macchina da talmente tanto tempo che starà morendo di caldo.» replicò Pralak.

«Perché non lo hai fatto entrare in casa con te?» chiesi al mio gemello, mentre prendevo le chiavi dalla tasca di Nuea e gliele porsi.

«Lo sai bene che il mio cerbiatto è timido.» disse spudoratamente. Sospirai prima di fargli un cenno con la mano per dirgli di andare dal suo cerbiatto che lo stava aspettando. 

Io e Pralak ci dicevamo sempre tutto, quella volta però non sapevo da quanto tempo avesse iniziato quella relazione. Mi aveva confessato che era interessato a qualcuno, ma non sapevo se fosse riuscito a stare con lui o dove si sarebbero visti; l’unica cosa di cui ero a conoscenza era che per lui non sarebbe stato facile.

«Fallo entrare, voglio conoscerlo e vedere che tipo è.» pronunciò P’Kan autorevole.

«Ho già detto che è timido. Chi verrebbe mai qui e si bacerebbe davanti a tutti come avete fatto voi?» rispose di tutto tono Pralak.

«Allora dov’è che vi baciate? In macchina? O in pasticceria?»

«P’Nuea!! Non dire certe cose. E poi tu puoi fare quello che vuoi e dove vuoi con Praram.» Pralak era quasi scioccato dalle parole di Nuea perché probabilmente aveva capito già tutto. 

«Oh, va bene. Quindi adesso te ne vai?» chiese Nuea.

«Stai cercando di sbarazzarti di me? Ti sembro Praram?» disse avvicinandosi a me per fare vedere che eravamo uguali.

«Non vi assomigliate per nulla.» rispose tranquillo Nuea.

«Come? Noi siamo praticamente uguali.» chiesi confuso.

«Il volto di Praram ha il mio nome marchiato sopra, mentre Pralak no.» spiegò Nuea.

«Ok ho capito, io me ne vado.» concluse il mio gemello salutando P’Kan.

«Non puoi entrare qui dentro come se nulla fosse, chiedere le chiavi della camera; per poi dire che in macchina hai qualcuno che ti aspetta.» si lamentò Tee rivolgendosi a Pralak.

«Sono di fretta.» rispose semplicemente.

«Capisco che tu abbia fretta, ma come puoi avere fretta solo per vedere un tuo fan?» intervenne Lee.

«Non è un fan. È un mio conoscente intimo.» replicò con un sorriso stampato in faccia, prima di voltarsi incrociando il mio sguardo. Io dal suo capii chiaramente che era davvero felice.

Come avevo sempre detto “l’amore ci rende felici” e Pralak in quel momento stava imparando a esserlo. Io avevo già trovato l’amore quindi capivo perfettamente cosa stesse provando; gli sorrisi dolcemente perché ero felice per lui, in fondo non avevo perso il mio adorato fratello.

«Ma questa è davvero una festa per coppiette.» disse Kla sbuffando.

«Solo sentire il suo nome mi fa star male, come potrò mai incontrare questo cervo o cerbiatto che sia.» Lee si colpì il petto tragicamente.

«Il suo nome è Fawn* e sono molto carini.» risposi infine.

{N/T: in inglese “fawn” significa cerbiatto.Quando Pralak dice “il mio cerbiatto è timido” sta mettendo su un gioco di parole tra il nome vero del ragazzo e un appellativo tenero da coppia.}

«Mi sento morire. Soffrirò ancora una volta a causa dei gemelli.» aggiunse Tee.

«Sono ancora in una fase di conoscenza. Hai ancora delle speranze P’Tee.» lo incoraggiai sorridendo.

«Solo una conoscenza? Come mai allora aveva un segno sul collo? Se diventerà qualcosa di più serio fin dove lo marchierà?» chiese quasi curioso Vee.

«È davvero il fratellino del dottore?» domandò Fae.

*****************

Quando Pralak andò via, pranzammo tutti insieme, nonostante fosse pomeriggio a nessuno sembrava importare. Era la prima volta che pranzavo e passavo il tempo con tutte quelle persone, in più c’erano molti senior. Tutti sembravano divertirsi molto, chiacchieravano ad alta voce amichevolmente; come se non si vedessero da molto tempo nonostante avessero studiato insieme. Nuea mi spiegò che erano stati tutti molto occupati durante quel periodo, per questo sentivano la mancanza gli uni degli altri.

Presto arrivò la sera ed il gruppo di amici incominciò di nuovo a bere, compreso il mio fidanzato.

Quella sera però c’erano solo amici intimi, quindi Nuea mi aveva dato il permesso di unirmi a loro. Mi avvicinai e mi accomodai di fianco a lui che, stranamente, spostò il suo bicchiere di birra per farmi sedere sul suo grembo.

«Non cominciate per favore, la serata è appena iniziata.» commentó Kan.

«Sono io a decidere quando e come mostrare il mio amore.» ribatté Nuea poggiando il mento sulla mia spalla.

«P’Nuea…» Mi voltai verso di lui chiamandolo a voce bassa.

«Non chiamare il mio nome con quel tono di voce, sono brillo.» rispose Nuea e io mi allontanai leggermente dal suo viso, ma non riuscii a liberarmi dalle sue braccia che avvolgevano la mia vita. Allungai una mano e la portai sulla sua guancia rossa e accaldata, a quel mio gesto lui mi sorrise timidamente.

«Non ubriacarti.» dissi toccando il bicchiere di birra.

«Non preoccuparti non mi ubriacherò molto.» Non l’avevo mai visto ubriaco e non volevo succedesse in quel momento, avevo paura per come gestire la situazione.

«Il mio amico non è ubriaco a causa dell’alcool, ma a causa di Praram.» scherzò Vee.

«Non puoi usare le parole che io ho detto prima.» Kan cinse con un braccio le spalle di Bar.

«Potete anche ubriacarvi tutti, ma vi prego basta parlare di queste smancerie disgustose.» si lamentò Pan.

«Pan sbrigati ad innamorarti! Non riesco più tollerare il tuo atteggiamento acido.» replicò Nuea alzando il mento dalla mia spalla.

«Sei sempre così scortese. Pensi che sia una ragazza facile come te? Sarò io a scegliere.» ribatté subito lei.

«Pensi non sia stato io a scegliere? Io ho scelto di amare Praram.» replicò Nuea impavido.

«Nu… Sei pazzo!» esclamai dolcemente. Ero timido, ma lo diventai ancora di più quando vidi gli occhi di Kan fissi su di noi; stranamente però sul suo viso vi era un sorriso.

«Che bello sto guardando uno spettacolo di baci?» chiese Bar.

«Sei scemo? Non hai visto Kan? Si è appena alzato e sta venendo qui a strangolarmi. Vedi Praram, tuo fratello è orribile come ti avevo detto.» 

«Non sono un bastardo, semplicemente troverò qualcun altro per Praram.»

«Non puoi! Lui mi ama, quindi non può stare con nessun altro.» decretò Nuea un po’ infastidito da quella insinuazione. Mi abbracciò; non sapevo se fosse ubriaco o meno, ma mi rendeva dannatamente felice. Stava soltanto litigando con mio fratello allora perché il mio cuore batteva talmente velocemente da aver paura di non riuscire più a riprendermi?

«Non amerò nessun altro.»

«Davvero?» Nuea alzò rapidamente gli occhi per guardarmi, mentre io abbassai il volto per la timidezza.

«Non potrò mai amare qualcuno più di quanto ami te.» risposi prima di baciarlo dolcemente. Diedi poca importanza alle prese in giro e ai fischi dei suoi amici, tanto meno a mio fratello. Chiusi gli occhi istintivamente e lasciai che Nuea mi guidasse per raggiungere la terra dell’amore. 

«Ti amo più di chiunque altro.» replicò allontanandosi dalle mie labbra e sorridendomi dolcemente. Mi lasciò un dolce bacio sulla fronte che improvvisamente iniziò ad essere calda.

«Ti amo P’Nuea.» 

«Ti amo anch’io.» Quelle parole le mormorò dato che non eravamo soli in quella stanza.

Non ci eravamo detti altro perché c’erano troppe persone, non era una proposta di matrimonio, ma ci stavamo dichiarando entrambi amore eterno. Ero felice di poter passare tutta la mia vita con Nuea.

La cosa più importante tra tutte era l’amore che provavamo l’uno per l’altro.

-FINE-

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2 Commenti
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Sonia

meravigliosa novel!! Grazie 🤩

Marta

grazieeeeeeeeee sinceramente 💕💕💕 stupenda 💓💘💓

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