EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 20

Voglio restare

– Praram – 

Mi svegliai con i raggi del sole che filtravano dalla finestra della camera da letto. Aprii gli occhi guardando fuori, prima di mettermi seduto e sgranchirmi. Non sapevo neppure che ora era. 

Ero ospite nella dimora di qualcun altro, eppure ero riuscito a dormire fino a tardi. Non sapevo il perché, ma quella notte avevo dormito serenamente. Probabilmente perché non c’erano né il condizionatore né Pralak accanto a me a infastidirmi; la sera prima appena avevo appoggiato la testa sul cuscino che caddi nelle braccia di morfeo fino al mattino seguente.  

Prima di lasciare la stanza, feci una doccia rilassante, ne avevo davvero bisogno. Una volta uscito dalla camera, bussai alla porta di fronte ma senza alcuna risposta. Iniziai a pensare che molto probabilmente Nuea era già sceso al piano inferiore. 

La scorsa notte mi ero sentito in colpa per aver disturbato la signora Ploy perché a causa mia aveva dovuto preparare la camera degli ospiti in poco tempo. Non avrei mai voluto recare disturbo, ma il ragazzo che quel giorno affermò di amarmi aveva insistito per dormire separatamente. Tuttavia capii le motivazioni di quella scelta, la causa era quello che era successo davanti al vigneto. 

Lì, davanti a quella porta non seppi cosa fare. Non era casa mia, non sapevo dove andare; per lui invece era semplice, poteva fare quello che voleva.

«P’Nuea?» Provai a chiamare il suo nome ma ancora una volta nessuna risposta. Allungai la mano verso la maniglia della porta della sua stanza e non era chiusa a chiave, quindi entrai per vedere se stesse ancora dormendo. 

«Phi… Ei!!!!» Venni preso alla sprovvista e immediatamente mi voltai di spalle, Nuea era appena uscito dal bagno. Nonostante mi fossi voltato velocemente, i miei occhi aveva catturato la sua immagine; il suo corpo ormai era stampato nella mia mente. La sua pella era candida mentre gocce d’acqua rigavano i suoi muscoli. Se solo fossi rimasto a guardare per qualche secondo in più i capillari sulle mia guance sarebbero completamente esplosi.

Sentì i suoi passi avvicinarsi finché non sussurrò al mio orecchio: «Perché ti sei voltato? C’è qualcosa che non puoi vedere?» 

Cercai di pensare ad altro, ma la sua voce era era così vicina; e questo significava che anche il suo corpo, privo di vestiti, era vicino al mio. 

«Torna indietro.» dissi cercando di allontanarmi da lui.

«E dove dovrei andare?» Quanto odiavo quella domanda.

«Allontanati da me.» Provai ancora una volta ad allontanarmi dal quel respiro che riscaldava la pelle sul mio collo. 

«Dove dovrei andare?» In quel momento odiavo la sua voce mentre mi sussurrava nel collo.

«Vai molto lontano.» Sperai con tutto me stesso che esaudisse la mia richiesta. 

«Di cosa hai paura?» 

«P’Nuea!» urlai quasi quando mi afferrò improvvisamente per la vita facendomi voltare verso di lui. Ecco la cosa che più temevo. Il tocco tra l’asciugamano, che gli cingeva la vita, e il cavallo dei miei pantaloni. 

«Di cosa hai paura, uhm?» chiese ancora una volta stringendomi più vicino.

«Guardami.» ordinò con quella voce sensuale che sapeva benissimo l’effetto che scatenava in me.

«Lasciami andare.» provai a divincolarmi.

«Oh, perché ti agiti?»

«Hey…» Alzai la mano per coprirmi gli occhi perché, proprio quando provai a guardarlo, lui si avvicinò ancora di più a me. Accidentalmente gli sfilai l’asciugamano che cadde rovinosamente a terra. Era tutta colpa di Nuea. Se non mi avesse provocato, l’asciugamano non sarebbe mai caduto. 

«Ahahah, avevo già messo i boxer. Perché ti copri gli occhi?»

«Sei un cattivo ragazzo.» Tolsi lentamente la mano dagli occhi per poi colpirlo al petto. Se solo avessi saputo che Nuea si sarebbe comportato in quel modo, sarei andato direttamente a fare colazione, invece di preoccuparmi di svegliarlo.

Andai al piano inferiore, dove trovai Ploy ad armeggiare in cucina e decisi di darle una mano. Mi riferì che la nonna non voleva mangiare in camera come suo solito, ma quel giorno aveva preferito fare colazione fuori dato che in casa aveva degli ospiti con cui voleva condividere quei momenti. 

«Eccolo qui, il ragazzo di Nuea.» La voce della nonna mi fece alzare lo sguardo e notai che stava parlando con una donna sulla quarantina seduta lì con lei. 

La donna si voltò a guardami «Salve.» La salutai educatamente e capii che avrei dovuto presentarmi per primo quando lei mi sorrise facendomi intuire che avrebbe voluto conoscermi. 

«Questo ragazzo è così carino, mamma. Sono la zia di Nuea, puoi parlarmi liberamente come se fossi mio nipote.» Si avvicinò per aiutarmi a portare la zuppa e la mise sul tavolo.

«Va bene, zia.» Le sorrisi dolcemente.

«Hai dormito bene la scorsa notte? Nuea si è già svegliato?» chiese sua nonna mentre mi accarezzava il capo. 

«Grazie, ho dormito bene. Quanto a P’Nuea, lui…» Solo il ricordo di quello che era successo poco prima, mi fece arrossire. 

«Sono sveglio.» La voce dolce arrivò insieme al bel ragazzo a cui apparteneva. Un sorriso sornione si disegnò sul suo volto salutando tutti i presenti, prima di alzare le mani per rendere omaggio a sua zia. 

«Mi sei mancato talmente tanto. Papà è sempre in giro a lavorare e la nonna rimane sempre qui tutta sola.» disse la zia salutando Nuea e pizzicandogli la guancia. 

«Smettila, non trattarmi così. Sono un adulto adesso.» Nuea cercò di allontanarsi dalla morsa di sua zia. 

«Oh, ti senti in imbarazzo?» lo stuzzicò sua zia prima di lasciarlo andare.

«Perché dovrei? Sono grande ormai, non ho nulla di cui vergognarmi, giusto?» Nuea si avvicinò a me. Non risposi alla sua domanda, così lui sorrise a sua nonna, la quale era seduta accanto a me. 

«Dov’è tuo nonno? Farà di nuovo tardi! Sarà meglio che si sbrighi a mangiare prima che si raffreddi.» A parlare era stata la nonna di Nuea. 

«Ehi… io e il nonno stiamo lavorando da questa mattina presto.» Il nonno arrivò insieme ad un altro uomo, lo zio di Nuea, quindi salutai anche lui con rispetto.

«Oh! Continui a lavorare senza sosta? Dovresti fare come Nuea, si riposa, non studia e per di più è riuscito a portare a casa un ragazzo bellissimo ed educato.» scherzò la nonna accarezzandomi il capo. 

«Nonna! Chi ha detto che non studio? Lo faccio eccome.» si difese Nuea.

«Dici di studiare, ma come hai avuto il tempo di corteggiare questo Nong?» lo accusò la zia.

«L’ho fatto durante il tempo libro.» Nell’udire quelle parole feci una smorfia istintiva.

Facemmo colazione tutti insieme, la sua famiglia mi raccontò l’infanzia di Nuea. Ascoltando i loro racconti mi rilassai, sententomi a mio agio, parte della famiglia. Quell’atmosfera mi aiutò molto, essendo così lontano da Pralak non ero abituato a parlare molto. Ma sin da quando ero arrivato in quella casa ero felice. Ero riuscito a dormire bene, mi sentivo talmente a mio agio che riuscivo a parlare con tutti. Se non mi fossi visto allo specchio, avrei dimenticato il mio gemello. 

«Quando abbiamo parlato ieri, hai detto che eri in vacanza e potevi restare come me per un po’, giusto?» domandò la nonna.

«Ho ancora molto da fare, se i miei amici mi chiamassero per studiare insieme potrei dover tornare.» rispose Nuea.

«Dovresti studiare con gli amici o con gli insegnanti? Perché dovresti aspettare che i tuoi amici ti chiamino?» Fu suo nonno a parlare quella volta.

«È un progetto di gruppo.» spiegò Nuea mentre serviva delle verdure ai nonni. 

«Nuea studia davvero così tanto?» mi chiese sua zia scettica.

«P’Nuea studia molto.» Non sapevo se anche prima di conoscermi lavorasse sodo come adesso. Però sapevo per certo che, da quando stavamo insieme, si era impegnato moltissimo tanto da diventare uno studente modello senza mai saltare una lezione. Rispondeva alle domande poste dai professori, prendeva appunti e studiava i libri. Ero sicuro che anche se non avesse studiato con i suoi amici, lui ce l’avrebbe comunque messa tutta. 

«Davvero? Non ci credo.» esclamò lo zio guardando sbalordito Nuea.

«Beh, forse prima ero un irresponsabile, ma da quando ho questa persona al mio fianco, cammino sulla retta via.» Nuea mi guardò mettendomi in imbarazzo. Gli altri membri della famiglia non fecero pesare la mia timidezza, risero appena senza mettermi in soggezione. 

«Beh, ne sono felice. Deve essere opera di Praram. Mi piace molto di più di tutti gli altri. Chi può essere stato se non lui?» disse la nonna.

«Ho mai portato qualcun altro a casa? Perché dirlo allora?» 

«Beh, non ricevo spesso notizie da te. Ma Ploy ha facebook e ci fa sapere tutto quello che ti succede.» si giustificò la nonna.

«Oh! Beh, se la mettiamo così, voi già sapevate chi fosse Praram.» constatò Nuea.

«Si, ne eravamo a conoscenza, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che lo avresti portato qui per farcelo conoscere.» spiegò il nonno.

«Beh, se ne eravate a conoscenza avreste dovuto anche sapere già quanto sono stato serio con lui fin dall’inizio, giusto?» Nuea sorrise a suo nonno.

«Lo sapevo, per questo vi lascerò la fattoria in dote.» La battuta del nonno fece ridere tutti a tavola. Non sapevo come reagire in quel momento ma la mano di Nuea afferrò la mia per rassicurarmi. Mi stava dicendo di non preoccuparmi della battuta del nonno, quello che aveva detto era la verità. Non riuscivo a fare a meno di essere emozionato.

************************

Quel giorno Nuea mi mostrò il resto della fattoria. I grappoli d’uva maturi venivano raccolti da molti braccianti. Mentre passeggiavamo nel vigneto, alcuni operai lo salutavano, tutti si ricordavano di lui. Nuea li salutava educatamente e con alcuni si fermava addirittura a chiacchierare. Mi spiegò poi che quando era piccolo veniva a lavorare qui quasi tutti i giorni. 

Il vigneto era aperto anche ai turisti e loro erano liberi di mangiare l’uva e scattere delle foto, ma non potevano raccogliere e portare via l’uva; era vietato anche visitare la cantina sul retro, perché riservata al solo personale. 

L’atmosfera emanata da quel luogo mi rendeva felice… l’aria fresca che accarezzava la pelle, sentire il dolce profumo della natura mi invogliò a inspirare a fondo per poi rilasciare ed espirare quella inebriante aria lentamente.

Mi sento così bene!

«Ti piace molto stare qui?» domandò Nuea guardandomi. 

«Sì, è bellissimo. Guarda!! Questi grappoli d’uva sono enormi!!» Indicai un grappolo vicino a noi.

«Assaggia.» Nuea prese un acino d’uva e lo pulì scrupolosamente prima di porgemerlo. 

«Grazie.» risposi gentilmente allungando la mano per prendere il chicco d’uva, ma lui allontanò stranamente la mano.

«Apri la bocca.» Fece un sorriso provocante.

«Non prendermi in giro.» 

«Non sto giocando, voglio solo prendermi cura di te, bravo ragazzo.» Continuava a fissarmi aspettando una mia reazione. Sospirai lentamente prima di aprire la bocca per ricevere l’uva come un bambino. Colse un altro chicco, voleva mangiassi anche quello, il mio cervello protestava, ma il mio corpo fece tutt’altro. Le mie labbra si aprirono e si avvicinarono al nuovo boccone. 

«Delizioso.» dissi piano, cercando di comportarmi normalmente, mentre dentro di me l’imbarazzo cresceva.

«Fallo anche tu.» parlò Nuea all’improvviso avvicinandosi a me. Presi un acino d’uva e lo avvicinai alle sue labbra, sorridendogli divertito quando un attimo prima che lo afferrasse, lo magiai al posto suo.

«È davvero buona.» dissi una volta gustato il dolce frutto. Gli sorrisi radioso prima cominciare a camminare. 

«Sei così malizioso in questi giorni.» Nuea mi seguì lamentandosi. 

«Imparo in fretta.» Gli sorrisi dolcemente, mentre lui portò la sua mano sulla mia guancia per pizzicarla. Camminammo per tutta la tenuta, finché Nuea mi portò a cavallo fino alla distilleria. In realtà non voleva portarmi lì, ma lo supplicai di farlo. Non volevo per forza entrare nell’edificio, ma ero molto curioso di vedere e capire come quei deliziosi acini d’uva sarebbero diventati un gustoso vino.

«Quindi il vino è qui che fermenta?» domandai a Nuea mentre scendeva da cavallo e lo lasciava libero di brucare. 

«Sì, tutto il tempo necessario. Una volta pronto, la maggior parte viene poi venduta ai mercati esteri.» mi spiegò.

«Avresti dovuto studiare qualcosa inerente a tutto questo. Pensa a tuo nonno, ormai è anziano e per lui deve essere molto stancante.» Indicai il nonno che stava camminando lì intorno. Quest’ultimo ci salutò da lontano per poi proseguire il suo cammino. 

«Non mi piace gestire questo posto, anche se è quello che avrei dovuto fare. Non mi piacciono neppure i lavori agricoli.» continuò a spiegare Nuea mentre mi trascinava a sedermi sotto un albero. 

«Sembra divertente.» dissi guardandomi intorno. 

«Ah si? Allora impara presto a lavorare così prenderai il mio posto.» replicò prima di accoccolarsi sulle mie gambe. I suoi bellissimi occhi si alzarono per guardami, poi prese delicatamente la mia mano per portarla insieme alla sua sul suo petto. 

«Smettila di giocare.» 

«Non ti sto prendendo in giro. Non lo faccio mai quando si tratta di noi due.» Non ero sicuro se quella sensazione fosse dovuta alla luce pomeridiana del sole, o alle parole che Nuea aveva appena detto fissandomi negli occhi. Non ero sicuro se quella sensazione fosse dovuta al caldo del sole pomeridiano o agli intensi occhi di Nuea che guardavano dritti nei miei. L’unica cosa di cui fossi certo era che ancora una volta le mie guance si stavano imporporando. Non ero ancora abbastanza coraggioso da riuscire a sostenere quel suo sguardo capace di farmi sentire sempre più accaldato; anche se eravamo seduti, al fresco, all’ombra di un grande albero. 

Rimanemmo in silenzio a guardarci, poi distolsi lo sguardo da lui per dirigerlo verso l’orizzonte, mentre lui prese a giocherellare con la mia mano. Dopo un po’ si fermò e quando mi chinai per vedere cosa fosse successo, vidi che si era beatamente addormentato; probabilmente l’aria fresca aveva creato la giusta atmosfera per farlo cadere velocemente tra le braccia di Morfeo. 

Scattai una foto alla persona sdraiata sulle mie gambe. Dall’inquadratura si poteva scorgere solo poco della sua figura, perché la cosa che volevo davvero catturare era bellezza e la vastità di quel vigneto. Era stato solo un caso che Nuea fosse inquadrato nella foto. Aggiornai l’immagine del mio account facebook scrivendo una didascalia. Non sapevo se fosse troppo sdolcinata o meno, ma quelle erano le emozioni che provavo in quel momento, anche se tutti sapevano già chi fosse quel ragazzo con gli occhi chiusi. 

Rammie ram – Adesso
Vigneto. Una giornata di sole. Voglio restare qui a lungo. Grazie, bravo ragazzo. @Nnorthh
12 like 6 commenti

Lucky man: Dopo questa non dovrò dare spiegazione a @TOSSAKAN

Vee vivis: Questo è l’annuncio del fidanzamento, del matrimonio o della luna di miele? @Nnorthh

TOSSAKAN: Da quando sei andato via? Torna a casa.

Yiwaa: Nong Kan se vai all’università c’è Bar, ma se apri facebook ci sono Praram e Nuea.

Pond Pawee: Quella è la fattoria di Nuea, WOW!!

Paul poll: Basta andare lì e portarlo via @TOSSAKAN

Rammie ram: Come riuscirà a portarmi via? #LafattoriadiNueaèenorme.

Mickey with no tail: Guardate come si vanta del suo ragazzo.

Hittee doesn’t beat only iron: Preserva la tua purezza bambino.

Lucky man: Si mette in mostra già da molto tempo.

I commenti ed i like sotto la foto continuavano ad arrivare ininterrottamente, erano talmente tanti che il mio cellulare continuò a suonare per le troppe notifiche. Smisi di dare attenzione ai commenti entrando della sezione chat. Aprii la conversazione privata con il mio gemello, in realtà in quei giorni trascorsi con Nuea mi ero dimenticato di lui, e chiacchierammo per poco tempo prima di salutarci perché lui aveva un allenamento di calcio con Mickey. Dopo aver parlato con Pralak e avergli raccontato della villa di Nuea, non avevo più nulla da fare; quindi decisi di abbassare lo sguardo verso la bella persona che ancora dormiva beatamente sulle mie gambe.

Nel sonno si mosse girandosi rivolgendo il suo viso verso il mio stomaco, poi portò le sue braccia intorno alla mia vità e la cinse gentilmente. Scosse il viso per sposare le ciocche di capelli che gli solleticavano gli occhi, prima che il suo respiro tornasse regolare. Guardai quel dolce viso e posai la mia mano per spostare quel ciuffo ribelle che continuava a ricadere sul volto di Nuea. Pensavo spesso che avrebbe dovuto tagliare i capelli, ma ero insicuro sul dirglielo o meno. In quel momento però, i capelli ribelli che ricadevano sul suo viso lo rendevano bellissimo, ed ero contento che gli coprissero quei meravigliosi occhi perché così nessuno avrebbe potuto vederli e allo stesso tempo lo rendevano tremendamente attraente. 

«Penso che il prezzo da pagare per come mi stai guardando sia un bacio, non credi anche tu?» Aprì dolcemente gli occhi guardandomi. 

«Non ti stavo mica fissando.» risposi preso alla sprovvista.

«Oh, ma davvero?» Ogni volta che mi parlava con quella voce profonda mi sentivo sciogliere. 

«Se sei sveglio allora alzati.» dissi cercando di farlo alzare. 

«Non voglio alzarmi. Voglio restare qui abbracciato a te.» Strinse le braccia attorno la mia vita con più forza. 

«Oh, è inutile che adesso fingi di essere carino.»  Gli accarezzai il naso. 

«Hey non prendermi in giro altrimenti penseró davvero al prezzo da farti pagare.» Smisi di giocare con il suo naso quando udii le sue parole. Rise tranquillo prima di mettersi a sedere comodamente accanto a me. 

«Ti piace stuzzicare, perciò…»

«Beh, mi hai preso in giro.» si giustificò Nuea.

«Quando ti avrei preso in giro?» Feci il finto tonto accendendo il telefono per vedere che ore fossero. Nuea non aveva dormito molto, nemmeno due ore, anche se più che dormire sembrava aver solo riposato gli occhi. Quando presi il telefono si girò a guardarmi, abbassando lo sguardo sullo schermo del cellulare a causa delle ripetute notifiche. 

«Parli di nascosto con qualcuno?» Sembrava quasi irritato. 

«Con chi dovrei parlare di nascosto?» Gli porsi il telefono sbloccandolo per fargli vedere ciò che stava succedendo, come lui voleva. Si avvicinò per leggere i messaggi, scrollando i commenti su e giù prima di sorridere felicemente mentre continuava a leggere.

«Oh, puoi diventare sempre più carino.» disse piano continuando a scorrere i commenti.

«Fammi vedere.» Mi avvicinai per vedere meglio. Non mi resi conto di quanto il mio viso fosse vicino al suo, finché non alzai lo sguardo trovandolo a pochi centimetri di distanza da me che mi fissava.

Eravamo talmente vicini da riuscire sentire il suo respiro accarezzare la mia pelle.

«Stai guardando lo schermo o continuerai a vagare nei tuoi pensieri?» parlò vicino alle mie labbra; sentivo il suo respiro sfiorarle. Non risposi alla sua domanda, invece serrai le mie labbra in una sottile linea cercando di nascondere l’imbarazzo dovuto ai pensieri peccaminosi su quanto, le labbra di Nuea, fossero buone da baciare. Continuai a fissare la sua bocca per molto, finché Nuea non decise di divertirsi. Abbassò leggermente il capo per catturare le mie labbra in un bacio, ma mi allontanai rapidamente non appena le nostre labbra si toccarono.

«Vedi? Ti piace prendermi in giro.» Presi di nuovo il telefono perché molto imbarazzato. 

«Hai fissato la mia bocca per molto tempo, ho pensato volessi assaggiare le mia labbra.» 

«Assaggiare? Perché, hai per caso del cibo sulle labbra?» replicai.

«Anche senza del cibo sopra potrebbero essere comunque deliziose. Vuoi provarle?»

«Non fare quell’espressione, so a cosa stai pensando.» dissi prima di allontanare la sua faccia. 

«Anche se lo sai, cosa posso fare per dimostrare che ti appartengo?»

«In questo modo.» Afferrai il suo viso e lo posizionai davanti al mio, incastonando i suoi occhi nei miei. «Riesci a vederlo?» Speravo che riuscisse a vedere il suo viso riflesso nei miei occhi. 

«Se è così, non scapperò mai via da te.» Potei vedere i suoi occhi brillare di felicità.

«Neanche io ti lascerò scappare via da me.» Gli sorrisi tenendolo stretto.  

«Non sorridere in questo modo mai a nessuno, tienilo solo per me. Sono molto più possessivo di quanto tu creda.» Chinò il capo e le nostre labbra si incontrarono di nuovo. Il mio cuore cominciò a battere rapidamente, non riuscivo a controllarlo. Ogni volta che ci baciavamo, era perché riuscivo a trovare il coraggio di farlo. Di solito ero timido, quella volta invece accadde tutto all’improvviso; temevo che il mio cuore non avrebbe retto a tutte quelle emozioni. 

A quel contatto le mie labbra bruciavano e tutti i muscoli del mio corpo presero a tremare.

Ogni volta che quelle labbra incontravano le mie, per me non esisteva altro; quel solo tocco era in grado di far sciogliere il mio cuore come neve al sole. 

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