BIG DRAGON – CAPITOLO 14

Andiamo a mangiare

«Vado a casa mia.»

«Non verrò più con te!»

*******

«Khun Yai, Khun Borom lo ha chiamato per mangiare.»

«Digli che non ho fame.»

L’uomo sul letto urlò ai suoi subordinati che aspettavano davanti alla porta della sua camera da letto. Phak si voltò a guardare Pong e scrollò le spalle. Il padroncino non aveva toccato  cibo per due giorni. Quelli erano i sintomi che manifestavano il vero e primo mal d’amore. Per questo non avrebbero insistito e non avrebbero riportato che il Signorino Yai si era ancora una volta rifiutato di mangiare. Da quel momento in poi, avrebbero lasciato che il loro capo si prendesse cura di suo figlio. 

«Big, bastardo!»

Il signor Borom bussò alla porta e chiamò a gran voce suo figlio dopo aver ricevuto la risposta dal proprio subordinato che non sarebbe sceso a mangiare.

«Stai urlando a pieni polmoni, Padre.» Big barcollò nell’andare ad aprire la porta.

«Cosa stai facendo?» Gli chiese il padre dopo aver visto suo figlio in uno stato così deteriorato.

«Niente.»

«Allora perché non scendi a mangiare?»

«Sono a dieta.» Big mentì e si sdraiò sul letto nella sua stanza completamente al buio. Borom entrò e accese la luce per illuminare l’ambiente e la luce fece strizzare leggermente gli occhi a Big abituati all’oscurità. 

«Hai il cuore spezzato?» Borom chiese direttamente e senza mezzi termini.

«No, Padre. Cosa stai dicendo?» disse Big, scuotendo rapidamente la testa. Lui non aveva il cuore spezzato. Solo… gli faceva male il petto, ecco tutto… Faceva male, faceva così male tanto da non sentirsi nemmeno più frustrato, tanto da non aver voglia di far niente.

«L’altro giorno, Pong mi ha detto che sei tornato a casa come se avessi lottato e che non riuscivi a camminare. Con gli occhi e le mani piene di sangue. Pensavo avessi litigato con un ragazzo dopo avergli portato via la donna.»

Borom lo sapeva. Sapeva che suo figlio già da adolescente tornava a casa in uno stato incomprensibilmente indecente quasi ogni giorno.

«Non lo faccio più.» Un ragazzo di ventidue anni, che rientrava a casa non riuscendo a camminare bene e con il viso tutto ammaccato…

Come ha fatto a pensare ad una cosa del genere?

«In conclusione, non ho il cuore spezzato.»

«Va bene.»

«…»

«Poi… hai litigato anche con la tua ragazza… Non è vero? Ban Chong non è più venuta di recente.»

Big tacque prima di sospirare segretamente. Dragon non era il suo ragazzo. Perché avrebbe dovuto essere tanto sciocco da associarsi a un barbaro del genere? Ma pensandoci, le sue labbra si contrassero leggermente. Borom vide lo stato in cui suo figlio piombó e alzò le sopracciglia.

«Allora… hai già la ragazza? Beh, perché non l’hai portata qui per presentarla?»

«Padre, come mai stai facendo tutte queste storie?» Big si alzò, mettendosi a sedere e spinse la schiena di suo padre per mandarlo via dal letto.

«In che senso, tante storie?» Borom continuò ad incalzare suo figlio, ma quando vide Big inclinare la testa, capì immediatamente che qualcosa non andava.

«E tu? Non dimenticare di proteggere te stesso e la tua ragazza. Dovreste sempre prendervi cura l’uno dell’altro con i preservativi.»

Yai Borom aveva sempre messo in guardia suo figlio sin da quando era giovane. Big aveva sempre obbedito. Voleva solo divertirsi e non voleva essere un peso per il genitore né tanto meno dover essere responsabile per qualcosa dopo. Ma quando aveva incontrato Dragon… Big non aveva fatto nulla di ciò che suo padre gli aveva insegnato. Fortunatamente era  un bene che entrambi fossero uomini ed in buona salute. Nessuno dei due aveva contratto nulla altrimenti avrebbero dovuto pentirsene per il resto della loro vita.

«Lo so, Padre. Ora vattene, voglio dormire.»

Borom guardò suo figlio prima di annuire: «Aspetta. Lascia che Phak ti porti del riso. Alzati e mangiane un po’.»

«Va bene.» Big acconsentì e Borom accettò di lasciare la stanza.

********

Il giorno dopo, Big si alzò, si fece la doccia e si vestì per andare all’università come al solito, dimenticandosi delle cose brutte accadute durante il fine settimana precedente. Quel giorno aveva lezione solo per due ore dopodiché avrebbe dovuto presentarsi a un evento della facoltà. Big era consapevole di stare meglio e di essere di buon umore, quindi tutto andó bene. Dopo aver terminato l’ultima lezione della giornata, avrebbe incontrato i suoi amici e andare in viaggio per divertirsi con loro.

Appena uscito dall’aula Big notò un ragazzo in jeans strappati e maglietta con le manichearrotolate per rivelare un grande tatuaggio sul braccio destro. Di certo non si aspettava che quel ragazzo con il tatuaggio stava aspettando lì fuori proprio lui, appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto e le gambe incrociate.

«Dragon, cosa ci fai nella facoltá di Management?»

«Oh! Sono venuto a trovare qualcuno.»

«Guarda chi c’è…» Mormorii bassi echeggiarono nell’area intorno a loro.

Questo dannato bastardo è così bello. Riesce a ingannare tutti.

Big lo pensò e subito fece uno sguardo assassino, poi si voltò rapidamente per guardare i suoi amici. Tuttavia, ognuno di loro sorrideva brillantemente all’altra persona. Big ignorò quel ragazzo e iniziò a camminare, scappando via in un’altra direzione. Dragon, notando che il suo obiettivo era scomparso, si precipitò rapidamente dietro di lui. In un attimo Big si trovò di nuovo faccia a faccia con il suo vecchio nemico. Big, però, fece finta di non vederlo, nonostante fossero vicini.

Quando trovò uno spiraglio per scappare, Dragon lo afferrò per un braccio.

«Lasciami andare, non vengo più con te. Ci siamo già detti addio.» 

Big sussultò per quella presa, perché impaziente. Solo due mesi di piacere e indulgenza erano stati più che sufficienti.

«Non posso. Io… ti riporto a casa.» La voce disinvolta di Dragon gli creò un forte dolore al petto. Big socchiuse gli occhi al bel viso dell’altra persona. Nella sua testa, le parolacce si ripetevano e facevano ancora più male, ma Dragon continuava a parlare.

«Ti porto fuori a pranzo.»

«Eh?»

Big alzò le sopracciglia, inarcandole fino a quando quasi non si toccarono.

«Andiamo a pranzo insieme.» disse Dragon afferrando il braccio della persona accigliata, così che lo seguisse.

Big, sorpreso dal cambiamento di comportamento di Dragon, si sentì impotente. Inoltre, non aveva detto nulla ai compagni di classe su di lui.

Dragon condusse Big alla sua macchina nel parcheggio. Questa volta non si trattava di una Land Rover, ma di un’auto sportiva, una Jaguar bianco perla, l’ultima versione della F-Type, con un prezzo a otto cifre. Dopo averlo fatto sedere, mise in moto e partí. 

«Ristorante Jim Jum?»

Big guardò l’insegna del ristorante Jim Jum con salse super piccanti prima di essere costretto a entrare e sedersi dentro. Quel ristorante era famoso tra gli studenti della Facoltà di Architettura. Quindi, Dragon trovò senior e junior al suo interno, seduti a un tavolo sul retro. Loro due però presero posto a un tavolo nella direzione opposta. All’improvviso apparve una figura più grande.

«Il progetto del Professore Krung è finito?»

Un ragazzo più grande con un bel viso dalla carnagione scura domandò a Dragon, mentre era seduto al tavolo accanto nell’attesa del cambio di denaro da parte del cassiere. Big ricordava che quel ragazzo apparteneva alla Facoltà di Architettura e si chiamava Burapha.

«È terminato, Phi.» rispose Dragon e porse il menu a Big affinché scegliesse quello che avrebbe ordinato.

«Una A+.» disse Burapha e prese il resto dall’impiegato prima di alzarsi per mettere le mani sulla spalla del giovane. In quel momento la sua ragazza stava facendo delle strane facce fuori dal negozio. Anche Big vide la ragazza di Burapha, Knight; sembrava carina, ma non arrogante. Quando si era diffusa la notizia che loro due si stavano frequentando, la gente aveva iniziato a mormorare ovunque, ma si frequentavano già da due anni prima. Big non aveva prestato molta attenzione a quel genere di notizia.

Dragon posò il menu, strappò un grosso pezzo di carta e lo consegnò al commesso del negozio. Big non era mai stato in quel ristorante prima, dato che era posizionato a lato della facoltà di architettura e distante diversi chilometri da quella di Management. Inoltre, il traffico su quella strada era solitamente congestionato, oltre al fatto di dover entrare nel territorio degli architetti; quindi quella era un’esperienza piuttosto fastidiosa per Big.

Un’altra cosa importante era che la persona che lo aveva portato lì era Dragon…

Quando cominciò ad arrivare in tavola l’antipasto, lo stomaco di Big fermo da tre giorni, iniziò di nuovo a funzionare. Portare a ebollizione la salsa, mescolare tutto con la salsa Jaew per il tempo necessario e aspettare che la carne fosse cotta fecero venire a Big l’acquolina in bocca. 

Delizioso!

Big parlava solo a se stesso, Dragon non disse niente, si limitò a sedersi in silenzio portando la carne alla bocca. I suoi occhi acuti, però, guardavano la persona di fronte mentre si godeva il cibo ogni secondo.

«P’Dragon.»

Una ragazza minuta con una gonna a pieghe si avvicinò per salutare Dragon. Big, che stava masticando dei noodles in bocca, alzò rapidamente lo sguardo.

«Grazie per avermi aiutato l’atro giorno.»

«Nessun problema.» Dragon rispose piano alla ragazza, ma proprio per quello il viso della ragazza divenne rosso. Gli sorrise di nuovo e tornò a sorridere insieme a suoi amici senza fermarsi. La maggior parte di loro si coprì la bocca.

«Allora posso avere un appuntamento con te, per favore? Sei libero domani?»

«No. Non ho tempo.» disse Dragon con nonchalance. Quindi, la ragazza fece una smorfia, si arrese e se ne andò.

Dragon raccolse le bacchette e si mise dell’altra carne in bocca mentre  Big cominciava a sentirsi meno affamato di prima.

«Immagino che stesse parlare di voti?»

Big era sarcastico, non era riuscito a trattenersi. Dragon sorrise leggermente, più come una smorfia. Big aveva segretamente digrignato i denti. Dragon allora prese una tazza di tè, la bevve e rispose: «Pillole.»

«Per?»

«Mio padre mi ha insegnato fin da piccolo, visto che ho solo una sorella. Quindi sono abituato ad andare a comprare le medicine per il ciclo mestruale.»

Big non si aspettava di ricevere una risposta seria da Dragon. Pensava che sarebbe stato preso in giro un’ennesima volta, ma almeno sapeva che Dragon non aveva detto intenzionalmente pillole per il ciclo mestruale solo per conquistare una donna. 

«Perché sorridi… questo ristorante non ha la marijuana?»

A Dragon piaceva ancora prenderlo in giro come sempre. 

Ma perché mi sento felice?

Quando finì di mangiare, Dragon guidò l’auto all’appartamento di Big, che era un po’ confuso. Proprio quando aveva deciso di chiedergli cosa significasse tutto quello, la Jaguar era già fuori dal sua vista.

Dragon lo aveva portato a pranzo fuori, aveva pagato per il cibo e dopo lo aveva riportato a casa sua. Senza alcun convogliamento tra loro. 

Dragon mi sta prendendo in giro?

Anche se quella notte era ubriaco, Big ricordava tutto quello che era successo; ma ora era confuso. Dragon non aveva detto niente. Lo aveva portato fuori a mangiare, acconsentendo di parlare di piccole cose frivole e irrilevanti, tutto qua. Che diavolo stava succedendo?

Big era un perfetto testardo, non c’era modo che si arrendesse facilmente. Senza dubbio avrebbe scoperto cosa stava succedendo.

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