ECLIPSE – APERTURA EPISODIO 3

La famiglia di Wasuwat era una ricca proprietaria di immobili di Rayong. Oltre alle loro case, anche la villa a Chonburi era spaziosa e lussuosamente arredata. Originariamente era un luogo adibito a residenza di famiglia o per gli ospiti. Solo quando il loro primogenito si era dovuto trasferire alla Suphalo per studiare era diventata un piccolo castello per lui, con una domestica a prendersene cura. Sua madre viaggiava spesso, facendo avanti e dietro per stare al passo con suo padre, nonostante i due fossero divorziati da molto tempo. 

A quei tempi Wasuwat Kongkiat veniva viziato dai suoi genitori, mangiava così tanti dolci da diventare obeso, venendo spesso deriso dai suoi compagni di classe e insegnanti. 

Iniziò così a fare esercizio fisico per perdere peso, sua madre mise su una piccola palestra in un angolo della casa e Wasuwat riuscì a rimettersi in forma in soli 6 mesi.

Al secondo anno di liceo in città aveva iniziato a circondarsi di amici intimi e si era appassionato alla cinematografia. Sua madre notò che questa nuova passione lo aiutava a passare più tempo in casa. 

Ben presto, decise di creare un suo cinema privato in un altro angolo della casa. Fu allora che iniziò a guardare film horror fino a perdere quasi la vista. Da quel momento, sua madre e sua sorella poterono vivere felici con lui. Allo stesso tempo, avevano cominciato a stancarsi del suo genere di film preferito.

Probabilmente come la maggior parte degli adolescenti, Wasuwat amava i thriller/horror. Aveva guardato tutti i nuovi film online, fino a finirli tutti. Alla fine, aveva dovuto passare al genere indie e artistico. Era stato un punto di svolta che lo aveva reso distratto e allo stesso tempo dava inizio della sua adolescenza.

Proprio come il protagonista di un film Indie, Wat era un ragazzo alto con le guance paffute e un sorriso raggiante con uno sguardo discreto e profondo. Molto socievole e giocoso con i suoi amici, tuttavia quando aveva qualcosa a cui pensare era difficile per lui sostenere lo sguardo. Il suo modo di parlare e prendere decisioni era così complesso e diverso dagli altri, che persino un suo caro amico solitamente lo rimproverava: «Tu sei strano!»

Wasuwat sorrise e rise come al solito. Un sorriso che mostrava quanto fosse bello il suo viso: «Cosa c’è di strano?»

«Se i tuoi genitori ti vedessero comprare questo, non lo accetteranno.»

«Se lo vuoi, prendilo, se non vuoi, non farlo. Questo è quanto…» Akk annuì, mettendo le sue cose dietro il sedile della macchina di lusso, più costosa della macchina di tutti e due i suoi genitori.  

«Ehi, non puoi essere serio per un secondo?» Khan tirò fuori le sue cose mentre l’auto era ancora in moto. «Me lo puoi prestare? Se lo indosso, sono sicuro che molte ragazze mi guarderanno.»

«Perché dici che indossare abiti da ragazza è normale?»

«Sei geloso di qualcuno che veste bene come me!»

Sorrise e disse: «Se lo facessi, non potresti essere amico di chi compra vestiti di seconda mano.»

Wasuwat non aveva mai detto a nessuno che i prodotti di marca venivano visti come un segno di bellezza agli occhi di suo padre. Quando si riunivano, suo padre si lamentava sempre che un giorno quei vestiti e sua madre lo avrebbero reso non uomo. 

Wasuwat non nutriva rancore nei confronti del terzo genere, ma odiava essere giudicato in quel modo, ed era per questo che sceglieva sempre vestiti non di marca.

Quanto al suo gusto personale, il suo guardaroba era sempre pieno, anche di pezzi economici, vintage e con storie fantasiose. Datava oggetti che potevano essere trasformati in pezzi o costumi per i suoi cortometraggi. Dopo aver vissuto a lungo, Wasuwat aveva sempre immaginato il carattere degli ex proprietari che avevano vissuto quegli oggetti, vedendo luci e ombre nella stanza in cui viveva quella persona, sentendo persino il rumore della stanza accanto.

Quel giorno, Khan rispose: «Anche se così, posso comunque camminare accanto a te!»

I negozi dell’usato non erano molto adatti per Khanlong. Si lamentava della polvere, dei prodotti logori e poi chiedeva perché quegli articoli piacessero ancora alle ragazze anche se non erano attraenti.

Per Akk non aveva molta importanza, ma le sue vacanze non erano mai davvero tali perché era sempre pieno di programmi di lezioni speciali. Lui e Khan non capivano perché dovessero studiare di nuovo. Alla fine, Wasuwat decise di andare da solo.

Sorprendentemente, viaggiare da soli portava un senso di libertà. Viaggiare da solo nel grande mondo lo aiutava a scoprire tante cose nuove, lo aiutava a capire meglio se stesso.

Comprendi il tuo sogno e vivilo lentamente, sii te stesso.

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