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TODAY, I’LL DO MY BEST TO BECOME SWEET FOR YOU – CAPITOLO 2

«Quando pensi che diventerò dolce?»

Piccola Arancia pensava che quel cortile fosse troppo noioso e non vedeva l’ora di tornare nel suo corpo e ripristinare i suoi ricordi.

«Non è già la quinta volta che me lo chiedi?» L’arancio alzò gli occhi al cielo, scoprendo che erano ancora le sei meno un quarto del mattino: «Torna a dormire.»

«Ma sono solo un’anima, perché dovrei aver bisogno di dormire?»

«Il tuo corpo originale non è ancora perito. La tua forma attualmente è per metà spirituale e per metà umana. Quindi hai davvero bisogno di dormire.»

«E tu?»

Proprio quando la piccola arancia stava per dire altro, l’arancio non rispose più alla sua domanda perché si era già nuovamente appisolato.

Piccola Arancia borbottò infelice, spostò il suo corpo rotondo in una direzione e vide che il pittore si era già svegliato.

Il pittore non era riuscito a dormire la notte scorsa. Come il resto delle sue notti, aveva sofferto ancora una volta di insonnia e aveva dovuto fare affidamento come al solito sui sonniferi.

In piedi nel cortile, il pittore stesso non era nemmeno sicuro di dove stesse guardando. Potevano essere le formiche, o forse non guardava nulla. Il suo stato mentale era pessimo. Avendo abbandonato i social media e il mondo di Internet in generale, aveva iniziato a perdere la capacità di sentire e vedere. Pensava che venendo qui avrebbe potuto rilassarsi, ma sembrava che il suo stato fosse solo peggiorato.

«EHI!»

Piccola Arancia richiamò la sua attenzione.

Il pittore non gli rispose.

«Non riesci davvero a sentirmi? Prima ero un essere umano, ma ora non lo sono più.»

Al pittore non sembrava importare.

«Ma voglio davvero diventare di nuovo un essere umano. Per favore, mi puoi mangiare? Sì, sono ancora acido, ma non preoccuparti, ti compenserò in futuro.»

Il pittore si voltò e se ne andò.

«Non riesce davvero a sentirmiiii!!» Essere un’arancia è così difficile, ohh…!

L’arancio si lamentò: «Sei davvero rumoroso.»

Piccola Arancia guardò tristemente il suo corpo verde: «Non ti biasimo per la mia acidità. È proprio questo, sarebbe stato meglio se fossi stata una grande e dolce fragola! Almeno qualcuno sarebbe stato disposto a mangiarmi!»

Alla fine, le sue lamentele continuarono a non portare a nulla. Per ora la piccola arancia avrebbe dovuto accontentarsi del suo corpo attuale.

La piccola Arancia amava particolarmente guardare il pittore all’opera. Il giovane pittore tendeva a posizionare il cavalletto fuori nel cortile dove la piccola arancia poteva osservarlo chiaramente, e disegnare alcuni fiori e altre piante. A volte disegnava forme casuali che Piccola Arancia non riusciva a identificare, ma continuava a pensare: Quello è così carino!

Finché un giorno il pittore cominciò a disegnare un albero di arancio.

L’arancio parlò: «Oh! Sono nel suo dipinto.»

Piccola Arancia si sporse in avanti e guardò: «Aah! Perché io non ci sono???»

Il pittore intinse due volte il pennello sulla tavolozza, poi, all’improvviso, aggiunse sulla tela un colore verde-arancio. La piccola arancia frusciò e arrossì.

«In realtà mi hai dipinto…. Beh, lo so. È perché ho un aspetto troppo bello da attirare la tua attenzione. Non sembro fotogenico? Non sono forse l’arancia più bella tra le altre arance provenienti da centinaia di chilometri di distanza?»

Il pittore improvvisamente interruppe le sue azioni, poi dipinse silenziosamente un colore sull’arancio finché non scomparve.

L’arancio era l’unico rimasto sulla tela. Niente arancia.

Piccola Arancia si sentiva molto triste. Si chiese addirittura se il pittore potesse davvero sentirlo oppure no.

***********

«Proprio adesso, stamattina. Quando l’ho avvertito di non calpestare quella pietra a causa dello scarabeo che si nascondeva sotto, ha davvero evitato la pietra!»

«E oh! Oppure quel giorno, quando ho iniziato a cantare ad alta voce, all’improvviso l’ho visto mettersi i tappi nelle orecchie. Ma forse potrebbe essere stata una nuova versione di cuffie?»

«Soprattutto oggi, quando gli ho fatto i complimenti per i tulipani che aveva dipinto, ha smesso di dipingere tulipani e ha iniziato a dipingere rose!»

«E c’è di più! Quando gli ho detto che il vestito nero che indossava poco fa gli stava così bene, si è cambiato d’abito!»

Piccola Arancia iniziò a riflettere attentamente su quei fattori: «Ho quindi concluso che….. ci tiene davvero a me!»

Questa volta fu l’arancio a cominciare a pensarci: «Oppure gli stai già antipatico.»

Ma la piccola arancia lo rimproverò subito: «Stai solo dicendo delle sciocchezze! Sono solo un’arancia, come potrebbe trovarmi antipatico?»«Perché sei dannatamente rumoroso.» gli rispose l’arancio, poi aggiunse: «Cioè, se riesce davvero a sentirti…» Allora lo stai sicuramente infastidendo a morte.

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