POLAR RAINBOW – ONESHOT

Ji Yeon guardò fuori dalla finestra della sua piccola stanza nel dormitorio. La pioggia scivolava dolcemente lungo il vetro e la luce grigia del giorno offuscato dalla pioggia gettava ombre oscure nella sua stanza: una metafora perfetta per la sua vita. Orfano e con una borsa di studio, si sentiva spesso come una goccia solitaria in un mondo che sembrava scivolare via.

La sua vita era fatta di sacrifici, ma c’era una persona che sembrava aver peggiorato la sua vita: Joon Ho, il capo del Dormitorio Nobile, affascinante, ricco e incredibilmente popolare. Ogni interazione tra loro si trasformava inevitabilmente in una lite, alimentata dalla differenza di classe sociale che li divideva.

Ji Yeon tenne tra le mani il foglio d’esame, i bordi ormai spiegazzati dallo stress. Il brutto voto segnato in rosso all’angolo superiore del pezzo di carta era come se lo allarmasse di una possibile tragedia: la sua preziosa borsa di studio era a rischio. La pioggia scivolava lungo il vetro della finestra, perfetta rappresentazione della sua crescente disperazione. La fame iniziava a farsi sentire, ma non aveva nulla di pronto nella sua stanza e sicuramente non era dell’umore giusto per cucinare qualcosa. Con un sospiro, decise di affrontare la pioggia e dirigersi al minimarket del campus.

Prese l’ombrello, ma la sua sfortuna sembrava non avere fine. Mentre camminava sotto la pioggia con le spalle basse, notò che l’ombrello era rotto, lasciando che la pioggia gli bagnasse la spalla. Il mondo sembrava crollare su di lui, e le lacrime minacciavano di sgorgare. Ma anche così, non poteva di certo tornare indietro: non aveva un altro ombrello e doveva comunque mangiare. Dunque continuò a dirigersi verso il mini market sotto la pioggia battente, sentendosi sempre più debole.

Fu a quel punto che incrociò l’unica persona che avrebbe preferito non incontrare. Joon Ho, notandolo, non resistette alla tentazione di provocarlo come al solito. «Guarda chi abbiamo qui, il povero perdente.»

Ji Yeon, solitamente pronto a rispondere alle sue provocazioni, era troppo abbattuto per farlo. Continuò a camminare con lo sguardo basso, ignorando Joon Ho il più possibile.

«Che succede? Hai perso il tuo piccolo premio per il miglior povero del campus?» Joon Ho continuò a provocare, dandogli anche una leggera spinta alla spalla, ma stavolta qualcosa era diverso.

Le lacrime stavano per sgorgare, e Ji Yeon, cercando di contenerle, si morse le labbra. La frustrazione, la paura e la rabbia si intrecciavano nel suo sguardo rosso e annebbiato e si lasciò sfuggire di mano l’ombrello. Joon Ho rimase improvvisamente senza parole, colpito dalla vista di Ji Yeon che si lasciava inzuppare dalla pioggia sempre più pesante.

Senza dire una parola, Joon Ho si guardò intorno, sospirò e prese la sua mano. 

«Lasciami stare!» 

Joon Ho non disse nulla e lo trascinò sotto il suo ombrello. Ji Yeon cercò di liberarsi, ma la presa di Joon Ho era ferma. Il silenzio tra di loro era pesante, rotto solo dal suono della pioggia.

I due arrivarono al dormitorio Nobile che era completamente diverso da quello Semplice in cui vivevano i ragazzi meno abbienti. Joon Ho trascinava Ji Yeon con sé, restando entrambi in completo silenzio. Il capo dormitorio aprì la porta della propria stanza e spinse il ragazzo depresso dentro.

Ji Yeon stava lì, immobile e con la testa bassa. Aveva più volte provato a sgattaiolare dentro il Dormitorio Nobile, eppure, ora che era finalmente lì dentro, non aveva un briciolo di curiosità per guardarsi intorno. 

Joon Ho si avvicinò a passo spedito verso il suo comodino per abbassare una cornice fotografica, come se non volesse che Ji Yeon la vedesse. Poi entrò in bagno e tornò indietro con un asciugamano in mano. Lo porse a Ji Yeon, che però rimase ancora fermo con la testa bassa. A quel punto Joon Ho sospirò, gli afferrò di nuovo il polso per poi trascinarlo davanti al letto e spingerlo a sedere. 

Ji Yeon non si dibatté affatto, troppo assorto nei suoi pensieri. Nel momento in cui Joon Ho si mise davanti a lui e iniziò a strofinargli i capelli per asciugarli, grosse gocce di acqua iniziarono a rigare il suo viso e dalla sua gola iniziarono a uscire dei singhiozzi strozzati.

Joon Ho si fermò per un attimo capendo quello che stava accadendo, ma le sue mani ripresero immediatamente l’atto, questa volta più gentilmente. Il capo dormitorio Nobile sapeva che non era il momento giusto per parlare o fare domande, né tanto meno fare le sue solite battute. Nonostante i due litigassero sempre, era pur vero che si conoscevano da 3 anni. Ma dopo tutti quegli anni, quella era la prima volta che vedeva Ji Yeon piangere. 

L’atmosfera nella stanza era pesante, accompagnata dal suono della pioggia che continuava a battere contro la finestra. Joon Ho continuò a asciugare i capelli di Ji Yeon, cercando di offrirgli un po’ di conforto senza parole.

Dopo un po’, Ji Yeon riuscì a calmare i singhiozzi. La tensione tra loro sembrava essersi attenuata, sostituita da una sorta di comprensione silenziosa. Uno starnuto del ragazzo seduto sul letto ruppe però il silenzio. Joon Ho si avvicinò così all’armadio e prese una maglietta e un pantaloncino da dare al ragazzo.

«Se sei più lucido, cambiati.» disse Joon Ho dandogli i nuovi vestiti piegati. 

Ji Yeon accettò con timidezza, non poteva credere di aver fatto vedere quel suo lato debole proprio a Joon Ho. Si alzò dal letto e si sfilò la maglietta, mettendo in bella vista il suo petto ben definito. Joon Ho sgranò gli occhi e quasi gli urlò contro. 

«Idiota! Non qui! Vai in bagno.»

Ji Yeon rimase interdetto per quella reazione esagerata, raccolse la sua maglietta e i vestiti puliti e si infilò in bagno. Joon Ho lo seguì con lo sguardo per poi lasciarsi cadere sul letto, rendendosi conto di quanto quel ragazzo fosse vulnerabile in quel momento

Ji Yeon uscì dal bagno, asciutto e vestito con i nuovi indumenti, ma gli occhi ancora rossi per il pianto recente.

Joon Ho si sollevò a sedere, osservando Ji Yeon con occhi preoccupati. «Come ti senti?» chiese, la sua voce era più morbida, priva delle solite provocazioni.

Ji Yeon esitò prima di rispondere, poi sospirò. «Non so… è solo che… è stata una giornata difficile.»

Joon Ho annuì comprensivo, cercando di reprimere la sua brutta abitudine nata anni prima. «Capisco. A volte, tutto sembra crollare addosso in un istante.»

Essendosi finalmente calmato, Ji Yeon sentì di nuovo fame e si massaggiò la pancia rivolgendo lo sguardo verso la finestra rigata dalla pioggia. Ormai pioveva troppo per andare al mini market. Joon Ho lo osservò e dopo un forte brontolio proveniente dall’altro ragazzo, capì. Si alzò dal letto ridacchiando e si diresse in cucina.

Seguendolo con gli occhi, in Ji Yeon tornò un briciolo di quella curiosità che lo contraddistingueva. Si guardò intorno per studiare com’era la stanza di un ragazzo ricco. 

Più che una stanza, è un fottuto appartamento, pensò sorpreso, osservando i dettagli. La stanza era arredata con gusto, i mobili di qualità e i colori che creavano un’atmosfera accogliente. Oltre al bagno, c’era una cucina ben attrezzata e tutto ciò di cui un ragazzo avrebbe potuto aver bisogno per vivere comodamente. Era completamente diversa dalla semplice stanza con mobili in legno e un fornello, per cucinare poco e nulla, in cui viveva.

Ji Yeon si avvicinò alla cucina, dove Joon Ho era impegnato a cercare qualcosa nel frigo. «Non ho ancora cenato. Ti unisci a me?» chiese Joon Ho, mostrando vari contenitori di cibo.

«Uhm.» rispose Ji Yeon e si sedette su uno sgabello della cucina. Osservò con curiosità e attenzione le abilità culinarie di Joon Ho. Non si aspettava che un ragazzo così benestante sapesse cucinare, eppure sembrava essere nato per stare in cucina. Non c’era alcun movimento goffo né aveva problemi a usare il coltello ben affilato.

Dopo svariati minuti, Joon Ho finì finalmente di cucinare e preparò la tavola per entrambi. 

«Aspetta, quello è… kimchi jjigae?» chiese Ji Yeon, incuriosito.

Il profumo pungente del kimchi si diffuse nella cucina, facendogli venire l’acquolina in bocca. Era un odore nostalgico, che gli riportava alla mente vecchi ricordi familiari.

Joon Ho annuì: «Sì, è uno dei miei piatti preferiti e un buon modo per scacciare il freddo.»

Ji Yeon si sedette a tavola e dopo il primo boccone di kimchi e riso, le lacrime tornarono a sgorgare, ma per un motivo ben diverso da quello precedente. Era proprio come il piatto che un tempo gli cucinava sua madre durante il freddo inverno.

Joon Ho lo guardò, ma non era affatto sorpreso. Aveva intenzionalmente cucinato quel piatto per lui. Era il suo modo per dargli il calore affettivo che gli mancava in quel momento. Ji Yeon, infatti, continuò a mangiare tra le lacrime, quasi ingozzandosi, come se quella magra consolazione non fosse ancora abbastanza.

Il tempo nella stanza sembrava essersi fermato mentre i due ragazzi condividevano il pasto in silenzio. La pioggia sembrava intenzionata a non fermarsi, provocando anche un leggero sbalzo di corrente. In quella situazione, Ji Yeon non avrebbe potuto assolutamente tornare nel suo dormitorio.

Joon Ho, vedendo la difficoltà di Ji Yeon nel prendere una decisione, disse: «Perché non rimani qui stasera? È pericoloso tornare al tuo dormitorio con questa pioggia.»

Ji Yeon alzò lo sguardo, sorpreso dalla proposta. Non poteva credere che Joon Ho gli stesse offrendo un rifugio, specialmente dopo tutto ciò che era successo tra di loro.

«Va bene,» disse alla fine, cercando di nascondere la sua sorpresa. «Grazie.»

Joon Ho sorrise, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

*****

Quella notte, mentre la pioggia continuava a cadere, Joon Ho e Ji Yeon condivisero il letto. Era strano e nuovo per entrambi, ma in quel momento sembrava essere la cosa più giusta al mondo. Ji Yeon, che stava vicino alla finestra, era stanco di sentire il costante scroscio della pioggia, così si voltò dall’alta parte, non aspettandosi di ritrovarsi faccia a faccia con Joon Ho. 

I loro sguardi si incrociarono e i loro respiri si mescolarono. In quel momento, senza dire una parola, Ji Yeon si avvicinò e posò delicatamente le labbra calde su quelle di Joon Ho.

Il bacio fu lento, pieno di tenerezza e comprensione. Ji Yeon cercava conforto e Joon Ho lo stava accogliendo con la sua presa morbida e rassicurante. Non c’era bisogno di parole: il silenzio tra di loro parlava di una connessione più profonda.

Quando si separarono, si guardarono di nuovo negli occhi. Era un momento carico di emozioni non dette, di un’intimità che andava oltre il semplice gesto fisico. Joon Ho sorrise debolmente; una luce di comprensione attraversò i suoi occhi.

A quel punto Joon Ho si sollevò e Ji Yeon avvolse le braccia intorno alla nuca dell’altro per attirarlo a sé per un secondo bacio. Questa volta fu più duro, appassionato e bollente. Ji Yeon aprì leggermente la bocca per dare libero accesso alla calda lingua di Joon Ho. Le loro lingue si intrecciavano, stuzzicandosi a vicenda, mentre Ji Yeon iniziava ad annaspare per avere più aria. 

Quando Joon Ho si allontanò da lui per dargli un attimo di respiro, l’immagine davanti a lui accese il fuoco che aveva sempre cercato di reprimere dentro di sé. 

Il viso tinto di rosso, lo sguardo offuscato e le labbra rosee e aperte di Ji Yeon che cercava di respirare affannosamente era una vista troppo allettante, decisamente diversa dallo sguardo freddo e deciso che gli mostrava solitamente. Era come se il muro che avvolgeva il suo cuore si fosse sgretolato e lo invitasse timidamente dentro di sé.

Joon Ho si abbassò nuovamente questa volta per mordicchiare l’orecchio dell’altro e un gemito sommesso scappò dalla bocca di Ji Yeon. Il ragazzo più alto lentamente si spostò verso il collo, mordendo e succhiando la pelle liscia e chiara. L’altro ragazzo si aggrappò alle spalle di Joon Ho, quasi supplicando di dargli piacere. 

Joon Ho si sollevò, trascinando a sedere anche Ji Yeon. Gli sfilò la maglietta e lo spinse nuovamente sul materasso. Il ragazzo avrebbe voluto essere più gentile e delicato, ma ormai era arrivato alla massima sopportazione, soprattutto ora che Ji Yeon seguiva i suoi movimenti senza lamentarsi.

A questo punto tracciò un percorso con la lingua lungo il suo candido petto. Ji Yeon tremava per l’eccitazione, gemendo quando Joon Ho si soffermò su uno dei capezzoli, leccandolo e mordicchiandolo, senza dimenticare di stuzzicare l’altro con le sue lunghe dita. Ji Yeon si portò la mano alla bocca, iniziando a mordere delicatamente l’indice per cercare di resistere a quella dolce tortura.

Quando Joon Ho succhiò sempre più forte, Ji Yeon inarcò involontariamente la schiena, cercando il continuo stimolo provocato dalla bocca ardente dell’altro. Joon Ho si staccò dal suo petto, e dall’angolo delle sue labbra si sollevò in un sorriso malizioso, soddisfatto della reazione di Ji Yeon.

«Posso?» sussurrò Joon Ho vicino al suo orecchio, il suo respiro caldo provocò un altro brivido di piacere lungo la schiena. Ormai era troppo tardi fermarsi per entrambi. 

La mano calda di Joon Ho corse lungo il corpo dell’altro, arrivando fino alla sua vita. Guardando dritto negli occhi di Ji Yeon, chiese di nuovo: «Posso?»

A quel punto Ji Yeon spostò la mano dalla bocca e con voce lieve e tremante rispose: «…Mmh…Si.»

Gli occhi di Joon Ho luccicarono alla luce tenue nella stanza e non perse tempo a sfilare i pantaloni della tuta che aveva prestato al giovane. Attraverso il leggero tessuto dei boxer era ben visibile la protuberanza del suo membro. Questa volta si prese un momento per rimuovere delicatamente e lentamente i boxer del ragazzo, rivelando la sua virilità dura e la punta bagnata. 

Ji Yeon chiuse istintivamente le gambe per l’imbarazzo. Ma Joon Ho era paziente e gentile. Si avvicinò a lui e le sue labbra afferrarono quelle di Ji Yeon. La loro unione era potente e profonda.

Il suono di una pioggia leggera si sentiva fuori dalla finestra, mentre i loro respiri si intrecciavano come la forza di un uragano. Le loro lingue si rincorrevano giocose, facendo aumentare in loro il calore della passione.

Joon Ho afferrò le ginocchia di Ji Yeon e lentamente gli aprì le gambe, in modo da avere una completa visuale di quel corpo nudo e ben fatto. Toccò ogni parte del suo corpo con sensualità e passione, concentrandosi poi sulla parte di cui Ji Yeon tanto si vergognava.

Il capo dormitorio muoveva la mano dapprima lentamente, per poi aumentare in un ritmo costantemente. Senza perdere un momento, Joon Ho si avvicinò velocemente alla virilità di Ji Yeon e la coprì con la bocca. Continuò a muoversi e a leccare il suo membro, facendo poi passare la lingua sulla punta umida.

Ji Yeon si morse le labbra e le sue mani stringevano i capelli dell’altro ragazzo nel tentativo di resistere a quel piacere immenso. 

Ma alla fine non riuscì a controllarsi. Ji Yeon raggiunse l’apice di quella tensione, prima di liberarsi. 

«Aaaghhh… Ahh.»

La passione esplose in un gemito che colpì le orecchie di Joon Ho, che si rifiutò di allontanarsi, lasciando solo le tracce del torbido liquido all’angolo delle sue labbra.

Il loro sguardo si incrociarono in un momento di intesa profonda. Joon Ho gli rivolse un sorriso malizioso e si leccò le labbra per eliminare ogni traccia, facendo arrossire ancor di più il viso di Ji Yeon.

Deciso a donare piacere a Ji Yeon ancora una volta, Joon Ho decise di prendere il lubrificante dal cassetto accanto al letto. L’aria era carica di tensione e anticipazione, mentre le sue mani cercavano freneticamente tra i vari oggetti presenti nel cassetto. Infine, le dita si chiusero attorno al piccolo flacone di gel ancora chiuso.

Il ragazzo versò il liquido semitrasparente tra le gambe di Ji Yeon, massaggiando l’entrata con le sue dita. Ancora una volta baciò ardentemente le sue labbra, così da distrarlo dal momentaneo dolore provocato dall’entrata delle sue dita.

Joon Ho fu molto gentile, ma passionale, diversamente da quanto era abituato Ji Yeon. Era strana quella situazione, ma doveva ammettere che era una situazione che aveva desiderato più di una volta. O meglio, che avevano desiderato…

Quando Ji Yeon fu abbastanza pronto, Joon Ho strappò il preservativo con i denti e se lo infilò in fretta, prima di appoggiarsi all’entrata di Ji Yeon.

«Aaah…»

A quel tocco, Ji Yeon si irrigidì d’istinto e le lacrime si raccolsero nei suoi occhi, ma Joon Ho gli accarezzò i capelli, rassicurandolo e dicendogli di fare dei respiri profondi.

Quando finalmente iniziò a respirare regolarmente, Joon Ho si spinse dentro di lui poco alla volta. Si rese conto che Ji Yeon stava stringendo il lenzuolo e si stava mordendo le labbra fino a farle sanguinare leggermente, così gli liberò le mani cosicché le intrecciasse con le sue. 

Joon Ho si fermò per un momento e lo guardò negli occhi, cercando di comunicare i suoi sentimenti e comprendere quelli dell’altro. Quando Ji Yeon aprì gli occhi e ricambiò lo sguardo, si perse nel proprio riflesso negli occhi languidi dell’altro. Un sorriso si estese sul viso di Joon Ho, che iniziò così a muoversi. Si spinse costantemente sempre più in profondità, desideroso di raggiungere quel punto di estrema estasi.

Da quel momento, entrambi si lasciarono andare, immergendosi nel momento di euforia e passione. La stanza si riempì del suono della pelle che sbatteva l’una con l’altra, dei loro gemiti e respiri affannati. La loro pelle era bagnata, sporca di sudore e saliva. I loro corpi si muovevano e intrecciarono con una sincronia perfetta, scambiandosi calore in quella gelida notte.

Alla fine, il silenzio si era riversato nella stanza, con solo il rumore dei loro respiri che diventavano sempre più regolari e leggeri. I due ragazzi incrociarono lo sguardo e le loro labbra si toccarono per l’ultima volta.

Joon Ho si distese sul letto, la schiena appoggiata contro il morbido cuscino e, senza pronunciare una parola, Ji Yeon gli si avvicinò e posò la testa sulla sua spalla. Sentiva il battito del cuore di Joon Ho, un suono costante che gli forniva un senso di calma. Joon Ho, a sua volta, avvolse un braccio attorno a Ji Yeon, creando un abbraccio rassicurante.

Il respiro regolare di entrambi riempiva la stanza, una melodia silenziosa che narrava di una connessione profonda e di conforto reciproco. Le mani di Ji Yeon scorrevano delicatamente lungo il braccio di Joon Ho, tracciando linee invisibili sulla sua pelle. Era un gesto silenzioso, ma ricco di significato, una manifestazione di affetto che superava le parole.

Poi lentamente chiusero gli occhi, addormentandosi senza rivolgersi alcuna parola.

************

La luce filtrava forte dalla finestra, colpendo gli occhi di Ji Yeon che dormiva beatamente. Il ragazzo si strofinò le palpebre e lentamente le aprì. Corrugò le sopracciglia e si voltò dall’altra parte, ritrovandosi a un centimetro dal viso addormentato di Joon Ho. Si tirò indietro velocemente e i ricordi di quella notte gli balenarono velocemente in testa. Arrossì per quello che era successo e si coprì il viso tra le mani, cercando di trattenere un sorriso. 

Fece un respiro profondo e si guardò intorno. Il suo sguardo si soffermò sul portafoto abbassato sul comodino. Decise di prenderlo e dargli un’occhiata. 

Si trattava di una foto del loro primo anno di università, sul campo da basket. C’era Joon Ho con i capelli un po’ più lunghi e tinti di un biondo cenere che ora era stato sostituito dal suo colore naturale, e accanto a lui c’era… Ji Yeon. Era visibilmente più giovane e sorrideva splendidamente come se non avesse alcuna preoccupazione al mondo.

Ji Yeon posò nuovamente la foto al suo posto, questa volta rivolta verso l’alto, nella giusta posizione, poi guardò fuori dalla finestra. La pioggia era ormai passata, facendo spazio a un sole luminoso e da un arcobaleno che attraversava il cielo limpido.

Quanto sarebbe stato bello tornare indietro nel tempo, quando Joon Ho era la persona più vicina a lui al mondo?

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