MIDDLEMAN’S LOVE – SPECIALE 3 (M)

Il problema di Jade

Normalmente, vivevo una vita molto fredda. Non mi piaceva tenere molte cose nella mia testa e pensarci troppo. Non importava quanto le cose fossero difficili, dicevo solo: ‘Fanculo, continua a respirare. Se incontro problemi, li risolverò e passerà’. Usavo questo motto con tutto: lo studio, il lavoro e le persone intorno a me.

Tranne per una cosa: l’amore.

Mesi fa la mia azienda aveva assunto uno stagista, e io mi ero preso cura di lui, non sapendo che era fantastico, come se provenisse direttamente da un dramma coreano o da un romanzo, e che sarebbe diventato il mio ragazzo. Prima che lo rendessimo ufficiale, avevo ripensato molto a Mai, e anche ora che eravamo fidanzati, c’erano ancora molte cose a cui pensare.

E questa volta è un grosso problema, il più grande di tutti!

Feci un lungo respiro e bevvi il mio caffè nero da venti baht per alleviare lo stress. I miei colleghi si stavano gradualmente alzando dalle loro scrivanie per pranzare al piano di sotto. Guardai alla mia destra, il posto era vuoto. Uea si era preso un giorno libero da quando gli era stato diagnosticato un orzaiolo. Poi guardai alla mia sinistra, anche quella era vuota, perché lo stage di Mai era finito.

Lo stage è finito, ma tra noi due no.

«Jade, non pranzi oggi?»

King mi chiamò da dietro con voce bassa e roca. Mi voltai e vidi il mio migliore amico appoggiato con le spalle alla scrivania di Uea mentre  mi porgeva un cestino del pranzo.

«Questo è tuo. Paga anche P’Nid.»

Presi il cestino del pranzo e afferrai il portafoglio. Ultimamente era da un po’ che non mangiavamo al piano di sotto, perché la famiglia di un collega dell’ufficio contabilità prendeva le ordinazioni per il pranzo. Quindi qualunque cosa volessimo mangiare, glielo dicevamo la mattina presto e la sua famiglia l’avrebbe cucinata per noi e poi l’avrebbe consegnata verso mezzogiorno. Aveva un buon sapore, non aveva un prezzo eccessivo e non c’era bisogno di uscire al sole.

«Quanto costa?» chiesi a King che stava dando le scatole del pranzo agli altri colleghi.

Prese il conto e rispose: «Novanta.»

«Che cosa?» Lasciai cadere drammaticamente il portafoglio e presi il conto per guardarlo da solo. Avevo preso solo un pasto semplice con uova fritte, novanta baht era troppo per quello.

«Novanta il tuo fottuto culo. Ho quasi avuto un dannato infarto!»

Cercai di rinfacciargli il conto, perché il mio costava solo quarantacinque baht. Da dove cazzo vengono i novanta baht?

«Questo vale anche per me. Ho solo una banconota da 1000 baht. Anticipameli.» disse con nonchalance il mio amico stronzo.

«Ti è rimasta solo una banconota da 1000 baht, mentre io ho solo una banconota da 20 baht!» piagnucolai tristemente. 

Era già il venticinque del mese, si stava avvicinando alla fine del mese. Mi stavo evolvendo presto per diventare un mendicante, mentre la persona con una banconota da 1000 baht continuava a prendere soldi da me. Non potevo fare a meno di volerlo colpire in testa.

«Di che diavolo ti lamenti, Jade? Se sei al verde, chiedi al tuo ragazzo di pagare per te.» Mi afferrò per il collo e mi trascinò a sederci insieme a un tavolo in fondo al dipartimento.

«Pensi che sia divertente? È ancora all’università. Come potrei farlo?» Mi sedetti su una sedia mentre King, che stava aprendo il suo panang al curry con un cestino del pranzo di maiale, mi lanciò un’occhiata.

«I suoi genitori gli danno una paghetta mensile più alta del tuo stipendio.»

Merda!

Le parole di King erano come piccoli aghi che mi penetravano nel cuore. Rimasi seduto in silenzio, mi sentivo triste per il mio lavoro, guadagnavo meno dei soldi mensili di uno studente.

«Quelli sono i soldi dei suoi genitori, non i suoi. E anche se fossero di Mai, non mi approfitterei di lui.»

Ignorai King e aprii il cestino del pranzo, sentendomi ancora peggio quando scoprii che si erano dimenticati di prepararmi l’uovo fritto che avevo ordinato.

Questa è la seconda volta che dimenticano il mio uovo. Devo bandire anche loro?

«Uea ti ha chiamato oggi?» chiese King.

Annuii e presi il telefono per scattare una foto di un pasto senza uova come prova per contrattare con P’Nid per risparmiare cinque baht.

Guardai l’uovo fritto nel cestino del pranzo di King. 

Me lo venderà se chiedo di comprarlo?

«Già. Ha già visto il dottore e si è fatto curare. Si prenderà una lunga pausa fino a lunedì prossimo.»

«Non me l’ha nemmeno fatto sapere.»

«Sarei sorpreso se l’avesse fatto. L’hai fatto incazzare ieri, ricordi?» dissi.

Il giorno prima, quando Uea aveva detto che gli faceva male l’occhio, King gli aveva detto che guardava troppi video porno. Allora Uea si era arrabbiato e non si erano parlati per tutta la sera. La stessa vecchia situazione.

Dopo tanti anni non passano mai di moda.

«Stavo solo scherzando. Lui l’ha preso troppo sul serio.»

«Ma non è la prima volta che lo fai. Lo prendi sempre in giro. Ha il diritto di arrabbiarsi.» Scossi la testa e gli puntai la forchetta come un insegnante che faceva una ramanzina. «Sai che lo odia, ma lo fai ancora tutto le volte. Smettila di fare lo stronzo altrimenti voi due non andrete mai d’accordo in questa vita.»

Rise e si sdraiò sulla sedia.

«Se non lo prendo in giro, mi dirà almeno una parola?»

La strana sensazione nascosta dietro la sua voce mi lasciò senza parole. Il mio amico Khunakorn era sempre stato fiducioso, aveva l’aspetto e l’intelligenza a sostenerlo, ma quello che aveva appena detto mi aveva fatto vedere un altro lato di lui.

Forse l’avevo immaginato, ma quelle parole suonavano quasi come se fosse insicuro.

«Allora, come state tu e Mai ultimamente? Felici come sempre?» Cambiò argomento così all’improvviso che mi fece bloccare un attimo, e lui se ne accorse.

«Cosa? Si è annoiato e ti ha scaricato?»

«La tua fottuta bocca.» dissi e respirai affannosamente. King mi strofinò i capelli.

«Oh, andiamo. Stavo solo scherzando. Perché sei così serio? Sai cosa dicono delle persone che sono sempre serie? Invecchiano più in fretta. Tu sei già molto più grande di lui.»

«…»

Voglio prenderlo a calci in faccia!

«Allora, come va? Siete ancora innamorati? È da un po’ che non lo vedo postare una foto con te durante un viaggio.»

«Va tutto bene. È impegnato con tutti i suoi corsi, quindi non abbiamo tempo per viaggiare.»

Mai era al quarto anno di università. C’erano così tanti progetti che doveva fare, quindi il fine settimana non era così tranquillo come prima. Ma non era che molto lavoro poteva impedirgli di portare il suo laptop per completarlo nella mia stanza, o un giorno mi chiedeva di andare nel suo appartamento.

Dopo il lavoro potevo tornare indietro e vedere la faccia del mio ragazzo, e ogni volta mi sembrava di ricaricare l’energia. Mi faceva sempre stare bene.

«Voi due siete come una coppia perfetta. Dico sul serio, ragazzi, avete mai litigato?» chiese.

Quella domanda mi fece fermare e pensare, poi scossi lentamente la testa.

«Mai, ma…»

«Ma cosa?»

Alzò le sopracciglia e a me venne in mente qualcosa, ma alla fine non lo dissi.

«Niente.»

«Beh, sembra che qualcosa ti stia turbando.»

Ovviamente, non posso mai ingannare il mio migliore amico che mi conosce da vent’anni. Masticai il cibo per evitare di rispondere, ma quando mi guardai indietro, lui stava ancora aspettando la risposta.

«Beh, sì. C’è un problema.»

«Che problema?»

«Si tratta di… quello

«Che cosa?» chiese.

Strinsi forte le labbra per la frustrazione quando si comportò come se non capisse. 

Normalmente non è lento come me, come può non averlo capito? Mi sta prendendo in giro?»

«Quella cosa!» Guardai a destra e a sinistra per assicurarmi che nessuno ci stesse prestando attenzione. Abbassai la voce e sussurrai: «Andiamo. La cosa che conosci meglio.»

«Oh! Scopar…»

«Merda!»

Gli schiaffeggiai le labbra e rivolsi un sorriso secco ai dipendenti che ci guardavano, poi lo guardai con rabbia.

«Perché hai dovuto dirlo ad alta voce? Stronzo!»

«Scusa.» Si tolse le mie mani dalla bocca. I suoi occhi sembravano così volpini che avrei voluto prenderlo a schiaffi di nuovo.

«Qual è il problema? Non gli piace farlo?»

«No…»

«Allora non dovrebbero esserci problemi.» King si accigliò. Distolsi lo sguardo, esitando se dirlo o meno.

Avevo pensato molte volte se avessi dovuto portare la questione ad altre persone, perché era piuttosto personale. Ma tutto quello che avevo fatto era stato usare le mie mani, e non c’erano altre cose sessuali a cui avevo partecipato prima. Anche se avevo cercato su Internet l’argomento correlato, probabilmente era meglio chiederlo direttamente a persone esperte.

Avevo pensato di chiedere consiglio a Uea, ma ora che era tornato a casa a causa del problema agli occhi e ero seduto accanto a King, probabilmente avrei dovuto chiedere a lui adesso.

«C’è un problema, perché Mai vuole, ma io…»

«Troppa paura per farlo?» disse subito. Lo guardai sorpreso.

«Come lo sai?»

«C’è scritto su tutta la tua faccia.»

Cercò di non ridere troppo forte. Misi il broncio, sentendomi un po’ imbarazzato dal fatto che mi vedeva tutto spaventato.

Ma non è strano per me avere paura? Ho conservato la mia verginità per ventisette anni, e ora all’improvviso qualcosa vuole entrarmi nel culo, quindi ho il diritto di avere paura!

«Perché? Hai paura che faccia male?» disse King come se potesse leggere la mia mente.

Abbassai la testa in silenzio per un po’, poi finalmente lo ammisi.

«Uhm.»

«È normale. Non l’hai mai provato.»

Mi diede una pacca sulla spalla con un sorriso. Non sapevo se quel sorriso fosse confortante o gratificante. Misi giù il cucchiaio e avvicinai la sedia a lui.

«Ci ho pensato per un po’. Non è che non lo voglia, ma… lo capisci? Ad esempio, molte persone dicono che è davvero doloroso, e ogni volta che ci avviciniamo a quel momento, quel pensiero mi viene in mente e tutto il desiderio sparisce. E l’ho fatto fermare così tante volte. Mi sento in colpa. Sto così male per lui.»

Gli spiegai i miei sentimenti. Non ero una pietra che non poteva mai eccitarsi dopo baci e coccole, ma avevo troppa paura. Temevo che il dolore mi avrebbe fatto resistere. Quindi avevamo finito per concludere da soli*. Mai sembrava non arrabbiarsi o essere frustrato per me. Mi aveva persino confortato dicendomi che era finita e mi aveva detto di non pensarci troppo.

*(N/T: chi vuole intendere, intenda.)

Più è gentile, più questo senso di colpa si accumula dentro di me.

«Quindi ora è tutto quello che riesci a pensare.»

«Sì. Non mi ha mai fatto pressione, ma mi sento ancora male. Voglio che entrambi siamo felici.» dissi stressato. King mi diede di nuovo una pacca sulla spalla.

«Non aver paura. Fa male solo per un po’, poi ti sentirai bene.» disse.

Lo guardai con occhi lucidi di speranza.

«Sei stato fottuto?»

«No.»

Che cazzo. Ha detto tutto questo, ma non l’ha mai nemmeno sperimentato. Vedi? Per questo non voglio parlare con i top, non capiscono!

«Ma cose come questa, devi provarle. La prima volta è sicuramente dolorosa. Dì solo a Mai di essere gentile. Quando ci sarà una prima volta, ce ne sarà una seconda, e poi un’altra. Allora vorresti essere in grado di smettere di chiedere di più.»

Questo non mi fece sentire meglio. Annuii e continuai a mangiare. King non aveva esperienza nell’essere scopato; forse avrei dovuto aspettare e chiedere a Uea.

«Ecco.»

Mentre ero perso nei miei pensieri, la persona accanto a me mise il suo uovo fritto nel mio cestino del pranzo. Guardai il tuorlo d’uovo fritto dall’aspetto delizioso, poi guardai di nuovo il mio amico in modo confuso. «Cosa? Non lo vuoi?»

«Lo restituisco.» mi rispose.

«Eh?»

«Mangia solo quella merda.»

King si allontanò e gettò la scatola nel bidone della spazzatura. Lo guardai mentre andava via e mi sentii confuso. 

Restituirlo? Che cosa?

**********

Stare su uno sky train dopo l’orario di lavoro era orribile, perché era così affollato che venivo schiacciato contro la porta. Cercai di tenere le mani a posto per non molestare accidentalmente nessuno. Ma essere bloccato così mi faceva sentire la mancanza del comfort dell’auto di Mai.

Mai mi offriva un passaggio per andare al lavoro tutti i giorni, ma non volevo che sprecasse tempo per me dato che la sua università era lontana dalla mia compagnia. Sarebbe stato uno spreco di tempo e carburante. 

Poteva passare quel tempo a concentrarsi sul proprio lavoro, e a me stava bene prendere uno sky train. Non era così scomodo.

Il cielo era scuro quando arrivai al mercato vicino al mio condominio. Chiamai Mai, non ci mise molto a rispondere.

«Ciao, P’Jade.»

«Sono al mercato. Vuoi qualcosa da mangiare?» chiesi guardando in giro.

«Posso mangiare te?» chiese con così tanto divertimento nella voce. La mia faccia divenne improvvisamente tutta calda.

«Va bene, quindi non vuoi niente?» chiesi. Mai rise di come io fondamentalmente avevo ignorato quello che aveva detto.

«Ho già mangiato. Compra la cena solo per te.»

«Va bene, ci vediamo.» dissi e riattaccai il telefono. Mi diressi verso il mio negozio di noodles preferito.

Tutto poteva accadere dopo i cambi di stagione; io avevo un ragazzo adesso.

Comprai i noodles e feci un giro in moto per tornare all’appartamento di Mai. Solitamente cambiavamo appartamento per dormire la notte, quindi avevamo comprato la chiave magnetica l’uno dell’altro in modo da poter entrare facilmente nelle stanze. Non c’era più bisogno che uno di noi scendesse nell’atrio e accompagnasse l’altro nel proprio appartamento.

«Sono tornato.» dissi dopo essere entrato in casa.

Mai era sul divano con un laptop in grembo. Indossava una maglietta con pantaloni lunghi. Dopo che mi vide, sorrise.

«Com’è stata la tua giornata?»

«Uea si è preso un giorno libero perché era malato e Mongkon non si è visto da nessuna parte, quindi ho dovuto coprire molto del loro lavoro. Almeno l’ho finito prima di dover restare per gli straordinari.»

Misi la borsa sul divano, poi andai in cucina e preparai il cibo. Mai uscì dal nulla e mi abbracciò da dietro.

«Non abbracciarmi ancora, sono tutto sudato.» Cercai di spingerlo via, ma lui mi strinse più forte.

«Va tutto bene.» disse e mi baciò la guancia.

Lo schiaffeggiai leggermente con le bacchette. Disse drammaticamente: «Ahi.» e mi guardò con occhi tristi da cucciolo.

«Ho detto che sono tutto sudato. Prima fammi fare una doccia.» dissi a bassa voce. All’inizio sembrava triste, ma dopo aver sentito la mia ragione, sorrise felice.

Sapevo che quegli sguardi tristi erano solo una finzione, ma mi venne comunque il cuore tenero. Lo facevo sempre.

È questo lo svantaggio di avere un ragazzo più giovane? O è l’istinto del fratello maggiore?

Mai mi lasciò andare e tornò al divano. Presi la mia ciotola di noodle e mi sedetti accanto a lui. Dopo aver finito di cenare, feci una doccia e mi misi il pigiama, guardammo la televisione e conversammo. Diedi un’occhiata alla tesi su cui stava lavorando e gli diedi qualche consiglio avendola già fatta in passato. Anche se ero laureato ormai da un po’ di tempo, me lo ricordavo ancora.

«Hai finito?» chiesi quando lo vidi salvare il file e spegnere il portatile.

«Penso che per ora sia sufficiente. Continuerò domani.»

Mai appoggiò il suo laptop sul tavolo. Mi tirò e mi mise in grembo con la schiena contro di lui, poi appoggiò la testa sulla mia spalla.

«Posso avere il permesso di baciarti sulla guancia? È stata una giornata molto faticosa.» disse come un ragazzino. Stava chiedendo il permesso, ma le sue labbra erano già sulla mia guancia. Alzai gli occhi al cielo e risi.

Perché si è preso la briga di chiedere?

«Ah, così va molto meglio.»

Il ragazzo sorrise e mi baciò di più sulla guancia. Non si fermò lì. Le sue labbra iniziarono a farsi strada verso il mio collo e la mia spalla. Mai mi tirò verso di lui per affrontarlo, poi mi spinse a sdraiarmi sul divano. Gli avvolsi le braccia intorno al collo. Le mie guance iniziarono a bruciare di nuovo dopo aver visto lo sguardo nei suoi occhi.

Il mio cuore batte ancora come un matto ogni volta che ci baciamo. Non credo che mi ci abituerò mai.

Le sue labbra indugiarono sulle mie guance e poi trovarono la loro strada verso le mie labbra. Iniziò lentamente e dolcemente, poi si trasformò in un bacio appassionato. Le nostre lingue calde giocarono l’una con l’altra e mi mancò il fiato. Iniziò a toccarmi il collo, prima baciandolo, poi divertendosi a succhiarmi la pelle. Respirai ancora più forte quando la sua mano si infilò sotto la mia camicia e mi toccò la pelle.

Le sue belle dita toccarono i miei capezzoli. Non potei fare a meno di gemere.

Il suo membro diventò duro e caldo, lo sentivo sfregare contro il mio. Mai mi guardò negli occhi. Il suo desiderio brillava chiaramente in quegli occhi marrone scuro.

Ma poi mi morse velocemente il labbro inferiore e si allontanò.

«Dove stai andando?» gli chiesi.

«Devo usare il bagno. Puoi andare a letto per primo. Io ti seguirò.»

Mi strofinò delicatamente la guancia e si allontanò. Ma io lo tirai indietro.

«Aspetta.»

«SÌ?» Mi guardò.

Strinsi forte le labbra. La mia faccia divenne tutta rossa mentre guardavo in basso e vedevo la sua parte inferiore che si gonfiava. Era così ovvio da vedere anche attraverso il tessuto dei suoi pantaloni, e non era diverso da come ero io in quel momento.

Va bene. Quel che sarà sarà.

«Non andare.»

«Che cosa?»

«Puoi continuare.»

Alzai lo sguardo su lui che era in piedi. Sembrava un po’ stordito. I suoi occhi cercavano una risposta nei miei occhi.

«Sei pronto?»

«Non lo so.» Sorrisi seccamente e distolsi lo sguardo. «Voglio dire, sono ancora un po’ spaventato, ma…»

«Allora va bene. Possiamo fermarci ora.»

Decise per me e se ne andò. Mi alzai e lo afferrai per la camicia, senza lasciarlo andare facilmente.

«No, penso… ugh–Io…»

Come lo dico?!

«Facciamolo. Voglio provare!»

«…»

Il giornalista stava ancora dicendo qualcosa in televisione, ma per noi era così silenzioso che riuscivo addirittura a sentire il mio respiro. Mi morsi forte le labbra. La mia faccia era calda come se stesse per scoppiare per l’imbarazzo. Non avevo mai voluto lavarmi la bocca con il sapone tanto quanto questa volta.

Jade del cazzo! Perché l’hai detto? Sono sembrato una troia. Come avrò il coraggio di guardarmi allo specchio dopo questo?!

«Sei sicuro?» mi chiese dopo aver dichiarato la mia stessa morte.

Annuii.

«Uhm. Ma fallo… delicatamente.» dissi con paura.

Mai sorrise e venne a prendermi in braccio. Le mie gambe si avvolsero intorno al suo corpo e il mio viso si infiammò quando vidi lo sguardo nei suoi occhi.

«Va bene, cercherò di essere gentile.»

Mai mi portò in camera da letto. Stavo per dire che avremmo dovuto prima spegnere la televisione, che avremmo sprecato elettricità per niente, ma dalla sua espressione, non credevo che gli sarebbe importato della bolletta.

La mia schiena era appoggiata alle fredde lenzuola. Mai si tolse la maglietta, mostrandomi i bei muscoli. Mi sbottonai la camicia con mani tremanti, ma Mai si mise a cavalcioni su di me e sussurrò vicino alla mia guancia: «Rallenta. Non c’è bisogno di avere paura.»

«Io… non ho paura.» dissi. Non ero nemmeno sicuro della mia risposta.

Mai mi tolse velocemente il pigiama, poi guardò il mio corpo nudo. Deglutii dopo aver visto lo sguardo nei suoi occhi. Sembrava un lupo che annusava la sua preda.

Sono… davvero spaventato.

Mai non mi lasciò il tempo di pensare troppo, perché le sue labbra iniziarono a succhiare uno dei miei capezzoli. La sua lingua ci giocò, dandomi sensazioni che fecero prendere vita a tutti i miei sensi. Respiravo a fatica. Le mie dita toccarono i suoi capelli, stringendoli forte e piegando la mia schiena così da poter sentire ancora meglio il suo tocco e poi gemetti.

In quel momento, sentii sparire tutta la mia timidezza. Tutto quello che sapevo era che volevo di più. Volevo che mi toccasse di più.

Quella lingua si spostò sull’altro capezzolo come se sapesse che lo volevo. Mi afferrò forte il sedere con una mano mentre le sue labbra iniziarono a farsi strada verso il mio stomaco, tatuando segni di baci che non sarei mai stato in grado di lavare via. Poi mi tolse velocemente i pantaloni e le mutande. Il mio membro mostrava quanto fossi duro e Mai ne sembrò soddisfatto.

Mai sono dannatamente imbarazzato! Non fissare!

Mai andò al cassetto e tornò con un preservativo e gel lubrificante. Lo vidi posarli sul letto e togliersi i pantaloni. Quello che vidi davanti a me mi fece spalancare gli occhi e allo stesso tempo arrossire il viso, tutto a causa delle sue dimensioni.

A giudicare dal suo corpo già alto e forte per le tante volte che avevamo fatto qualche cosa, ero sicuro che il suo membro fosse molto più grande del mio, ma quando lo vidi davanti ai miei occhi, era così enorme che mi fece venire voglia di fingere di svenire lì per lì.

Fanculo! Suo padre gli ha dato troppo. Come dovrebbe entrare dentro di me? Prima morirò?!

Non sapevo come fosse la mia espressione, ma potevo vederlo fare del suo meglio per non sorridere. Si mise a cavalcioni e si mise il lubrificante sulle dita, poi mi baciò su tutta la pelle.

«Semplicemente rilassati.»

Mi confortò mentre una delle sue mani metteva la mia gamba in posizione e poi mise il suo dito nel mezzo del mio sedere, massaggiandolo lentamente con del lubrificante prima di metterci dentro il dito. La pressione sconosciuta mi fece accigliare.

«Fa male?» mi chiese.

Scossi la testa, quindi tolse il dito prima di rimetterne un secondo.

Ora la pressione era reale mentre muoveva le dita dentro e fuori. Quando aggiunse il terzo dito, il mio stomaco si riempì di farfalle. Le dita cercarono e si fecero strada dentro di me per prepararmi. Le spinse ancora più in profondità finché…

«Ah!»

Piegai la schiena quando toccò un punto dentro che era incredibilmente sensibile. Vide subito la mia reazione, quindi mi diede un bacio sulle labbra mentre quelle dita continuavano a colpire ripetutamente lo stesso punto.

«Mai, aspetta… Ugh! Io-»

«Ti piace questo punto?» chiese, fissandomi senza battere ciglio.

Gemetti così tanto che non riuscivo a esprimerlo a parole. Mi spinsi a prenderle di più mentre la mia mano strofinava il mio stesso membro. Abbastanza presto raggiunsi l’orgasmo; il liquido bianco si rovesciò sulla mia mano e sul mio stomaco.

Le lunghe dita vennero tirate fuori. Mi sdraiai felicemente mentre guardavo Mai che si metteva il preservativo. Quella vista mi rese di nuovo stressato.

Oh Dio. Aiutami. Ecco che arriva…

«Se ti faccio male, per favore dimmelo subito.» sussurrò Mai e si posizionò. Lo tenne più vicino. Lo sentii emettere un respiro pesante prima di spingersi dentro.

Il dolore mi invase tutto il corpo anche se la punta era appena entrata. Trasalii forte perché le dimensioni erano molto più diverse delle dita. Cercai di resistere, ma più lui spingeva, più i miei occhi si riempivano di lacrime.

Fa male! Fa veramente male! King ha mentito quando ha detto che sarebbe passato velocemente?!

«Stai bene? Vuoi che lo tolga?»

Mai improvvisamente si fermò. Sembrava preoccupato. Mi asciugò le lacrime con le dita. Mi ero appena reso conto che stavo piangendo.

«Sto… sto bene, ma possiamo fermarci un attimo?» dissi e lo abbracciai forte, non lasciandolo allontanare.

Anche se era doloroso, avevo deciso che se ci sarebbe stata una prima volta, sarei andato fino in fondo. Non mi sarei arreso, perché avrebbe solo fatto male ad entrambi se ci avessi ripensato.

Quindi non mi arrenderò facilmente!

«Calmati. Va bene. Lo farò lentamente. Non aver paura.» disse Mai e mi baciò il viso. Le sue mani mi accarezzarono lentamente il sedere, permettendomi di rilassarmi. Tirai vicino Mai per un bacio e lui ricambiò subito. Mi confortò anche attraverso di esso. Dopo un po’, finalmente lo presi tutto dentro.

«Stai andando alla grande.» sussurrò e mi diede un dolce bacio come ricompensa. Le mie mani toccarono i suoi muscoli e sentii il suo membro diventare caldo dentro di me.

«Ti senti meglio adesso? Posso muovermi?»

«Uhm… Prova.» dissi e rimasi di nuovo senza fiato mentre lo estraeva lentamente e tornava dentro delicatamente per diverse volte. Alla fine mi adeguai, quindi si mosse più forte di prima.

«Ah! Mai… io…» gemetti con la testa all’indietro quando la strana sensazione si diffuse su di me. Il mio membro divenne di nuovo duro per essere stato sollecitato. Il dolore era ancora lì, ma le sensazioni piacevoli che ne derivano lo cancellarono completamente. Sentii le mie dita che gli graffiavano la schiena mentre cercavo di nascondere i miei gemiti, fallendo.

«Sei così stretto.»

Mai mi baciò appassionatamente. I suoi occhi erano pieni di amore e lussuria. Gemetti ad alta voce mentre lo toglieva in un secondo, poi mi fece sedere. Mi afferrò per la vita e mi mise in grembo con la mia schiena contro di lui, poi mi sistemò la vita e mi spinse giù, prendendolo con piacere.

«Prova a muoverti.» sussurrò.

Probabilmente sembravo così osceno in quel momento, perché ero così ubriaco di quei sentimenti. Obbedii facilmente alle sue parole e cominciai a muovere i fianchi, poi trovai il punto più piacevole. Mi afferrò forte il sedere e mi aiutò a controllare il ritmo mentre mi muovevo contro di lui più forte e più veloce.

«Ah… Uhm…» gemetti con la mia voce tremante prima di raggiungere l’orgasmo per la seconda volta. Persi tutte le mie forze e quasi caddi in avanti, ma le sue mani continuarono a controllarmi il sedere per farmi scendere su di lui sempre più forte. Lo sentii fare un respiro profondo prima di entrare fino in fondo. Il suo membro si contrasse dentro di me prima che anche lui venisse.

Il nostro respiro si fece pesante ed echeggiò nella camera da letto. Mi sdraiai sul suo petto mentre mi abbracciava. Non avevo più la forza nemmeno per allontanarmi e staccarmi.

«Sei stato così bravo.»

Mi fece i complimenti e mi baciò la spalla. Mi voltai a guardarlo e quelle labbra baciarono invece le mie. Ci baciammo per un po’ finché finalmente ci staccammo e dissi timidamente: «Puoi… tirarlo fuori? È stretto.»

«Va bene.»

Mi sollevò e mi rimise sul letto, poi si tolse il preservativo e lo gettò nel cestino. Si avvicinò a me e mi abbracciò da dietro, poi mise una coperta sui nostri corpi nudi.

«L’ho fatto troppo bruscamente? Ti sei fatto male?»

«No. Sto bene.» dissi e nascosi la faccia nel cuscino.

Dopo quello che avevamo appena detto, ora sapevo che anche se Mai era educato e sembrava adorabile come un cucciolo, poteva diventare un lupo nel letto! E io ero un grosso pezzo di carne per lui!

Ma sì, mi sentivo così bene. Per me, quello che avevamo fatto non era solo sesso, era un modo per mostrare amore fisicamente.

Quindi quello che ha detto King è vero.

«Sono così felice.» mormorò Mai. Le sue mani ricominciarono a toccare il mio corpo, poi mi morse l’orecchio. Improvvisamente mi congelai quando sentii qualcosa di duro che mi toccava la schiena.

Questo ragazzo! Non è ancora stanco?!

«Possiamo farlo ancora una volta?» chiese e si mise di nuovo a cavalcioni su di me.

Avrei voluto dire: «Adesso basta, mi sto stancando.», ma le sue labbra e le sue mani stavano facendo indurire anche il mio membro.

«Solo un altro.» dissi e allargai le gambe.

Mai iniziò a baciarmi il collo, ma sembrava non aver capito il concetto di ‘solo un altro’.

«Mai! Ugh… Non hai ancora finito?»

«Uhm… Non ancora.»

«Le mie gambe si stanno stancando ora. Ah…»

«Ancora un po’.»

Ancora un po’ finché non mi addormentai proprio sul suo petto.

Mi svegliai a mezzogiorno con le occhiaie sotto gli occhi. Vidi che il letto era vuoto e sentii qualcuno che cucinava nell’altra stanza. Mi stropicciai gli occhi e mi alzai per andare dal mio ragazzo, ma nel momento in cui cominciai a muovermi…

«Ahia!»

Dopo una lunga notte con il mio amato, arrivai a una comprensione del mio corpo.

Dovevo star invecchiando, perché in quel momento…

I miei fianchi fanno male da morire!

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