MIDDLEMAN’S LOVE – SPECIALE 2

NOTA: Questo capitolo speciale si svolge prima che Uea e King si mettessero insieme.

Dove c’è la volontà, (non) c’è un modo [by Jadeniphat]

Un ragazzo che conoscevo una volta mi disse che quando si era innamorati, bisognava fare qualcosa di speciale come una sorpresa, perché valeva la pena vedere la reazione dell’altro. All’inizio non capivo, perché pensavo di non essere romantico per fare una cosa del genere, finché finalmente avevo trovato qualcuno che mi faceva venire voglia di sorprendere.

Quell’idea mi venne in mente durante una pausa pranzo dal noioso lavoro.

«Ragazzi, ora pranziamo.»

Avvisai gli altri quando le lancette dell’orologio segnarono le dodici. Una mano afferrò una banconota da 100 baht e la mise nella tasca dei miei pantaloni mentre aspettavo Uea. Perché non avrei portato il portafoglio? Poiché era quasi la fine del mese e stavamo finendo tutti i soldi, avevo quindi deciso di lasciare il portafogli nel cassetto e prendere meno soldi che potevo per impedirmi di comprare qualcosa di superfluo. Funzionava abbastanza bene.

«Che cosa si mangia oggi?» chiese King. Non mi stava viziando o altro, era semplicemente troppo pigro per pensare a un menu.

«Maiale rosso con salsa? Mi sto annoiando del cibo di P’Phorn.»

«Ti annoi perché hai mangiato troppo o sei geloso che lei ne da sempre di più a me che a te?» chiese King. Quel sorriso mi faceva venire voglia di prenderlo a calci, ma mi trattenni.

Comunque è ingiusto! Paghiamo lo stesso prezzo, ma lui ottiene molto più di me. Certo, lo fa con la sua dolce bocca. Lui è il suo preferito, mentre io sono solo il signor Jadeniphat, un cliente! La bandisco! Non mangerò lì per una settimana!

«Uea, cosa vuoi mangiare?»

«Maiale rosso con salsa.» disse Uea monotono come sempre. Sorrisi e avvolsi il mio braccio intorno alle sue spalle, camminando insieme felicemente.

Vedi? Gli amici sostengono gli amici! Non mi hai mai deluso, Uea!

«Bas, non pranzi?» chiese King mentre passavamo davanti al nostro capo che stava ancora fissando lo schermo del computer.

«Mia moglie mi ha preparato un cestino per il pranzo.»

Si allontanò dal suo computer per mostrarci un cestino del pranzo di Hello Kitty che non gli si addiceva affatto. Aprì la scatola e io mi avvicinai per guardare ficcanaso.

«Oh, dannazione! Sembra davvero delizioso.»

Fissai il cestino del pranzo con pollo arrosto su riso, uova al vapore e verdure. Tutti erano organizzati magnificamente all’interno della scatola.

«Sì, sembra carino. Tua moglie è così carina.» King scherzò di nuovo e Bas sorrise.

«Li ha sempre fatti per il bambino, quindi sono stato fortunato. Risparmia denaro. Inoltre, cucina molto meglio di qualsiasi ristorante qui intorno.» rispose.

Aveva ragione. Il pranzo lì non era così buono, ma solo commestibile. Pensavo che Mai fosse un cuoco migliore di P’Phorn.

Cucina…re…?

«Beh, buon per te. Adesso troveremo qualcosa da mangiare. Mi sta venendo fame.»

«Va bene. Non rimanete in giro e tornare tardi, specialmente tu, King. Se continui a flirtare con le ragazze e torni dopo l’una del pomeriggio, mi sentirai sbraitare per un’altra ora.»

«Ahh. Sì, signore.»

King alzò le sopracciglia al suo senior e si allontanò, seguito da Uea. Fissai la scatola, pensando che probabilmente il mio ragazzo stava pranzando.

Potevo dire che in quel momento io e Mai ci adattavamo l’uno all’altro e vivevamo bene insieme. Era solo una questione di quale stanza dormire la notte. Per i pasti, a volte mangiavamo separatamente perché era tardi, a volte Mai veniva a prendermi per cena. Nel fine settimana, quando non andavamo da nessuna parte, faceva sempre il cuoco.

Anche il mio ragazzo è un ottimo cuoco. Penso che possa aprire un ristorante con quelle capacità. Mentre la mia abilità culinaria è solo… a volte buona, e altre volte orribile.

Non avevo alcun talento o passione per la cucina. Sapevo cucinare solo noodles istantanei, frittate e praticamente nient’altro. Fin da quando eravamo all’università, Uea cucinava per entrambi, mentre io mi limitavo a lavare i piatti. Dopo la laurea, avevo vissuto da solo, quindi per lo più compravo qualcosa vicino al mio appartamento o ordinavo del cibo a domicilio. Una volta ogni tanto andavo in cucina. Ma ora che praticamente vivevo con Mai, tutta la cucina era diventata sua responsabilità.

Dopo aver visto il delizioso cestino del pranzo che la moglie di Bas aveva preparato per lui, mi era venuta voglia di cucinare. Poteva anche essere una sorpresa per Mai, perché si era preso cura di me così bene, molto meglio di quanto io mi prendevo cura di lui. Almeno se avessi cucinato per lui, poteva essere felice. Volevo anche sollevare il peso da Mai, perché le faccende domestiche non appartenevano a una sola persona. Se avessi cominciato a cucinare ora, lui avrebbe avuto più tempo per riposare.

Il problema è che pensare di farlo è facile, ma farlo davvero è un’altra cosa…

Mi sedetti al ristorante, ascoltando King e Uea che parlavano, insultandosi a vicenda, ma non prestando molta attenzione. Mi fermavo mentre frugavo il resto del mio cibo, pensando a quanto ero inesperto in cucina, poi mi sentii senza speranza.

Ogni volta che cucinavo, cercavo sempre su internet la ricetta che le persone condividevano, ma non ero mai riuscita a cucinarli. C’erano piccoli problemi ovunque. Non sapevo quanto dovesse essere calda l’acqua, a quale livello di gas avrei dovuto impostarla, come avrei dovuto tagliare gli ingredienti e come renderli deliziosi.

Quindi capii che non potevo essere un autodidatta e che avevo bisogno di un insegnante.

«Jade. Jade!» Uea mi chiamò con la sua voce sommessa. Lo guardai e mi guardai intorno.

Quando e come sono tornato qui nell’edificio?

«Dov’è King?»

«A fumare.»

Uea sembrava un po’ arrabbiato. Sapevo perché si comportava così. Uea odiava davvero l’odore di fumo. Aveva detto che aveva le vertigini ogni volta che lo sentiva. Non piaceva neanche a me. Ero contento che Mai non fumasse.

«Stai bene? Eri così silenzioso.» chiese Uea, riportandomi al presente mentre entravamo in un ascensore.

«Sto pensando di voler provare a cucinare.» dissi e premetti il pulsante del 15° piano.

Gli occhi di Uea si spalancarono ancora di più. Mi osservò come se stesse chiedendo se avevo perso la testa o qualcosa del genere.

«Vuoi… cucinare?»

«Sì, voglio provare.»

«Perché all’improvviso?»

«Beh, Mai ha sempre cucinato tutto da solo perché io non so farlo. Quindi ho pensato di scegliere un menu e sorprenderlo. Se so cucinare anche io, allora Mai non si stancherà.» spiegai. Più parlavo, più stranamente Uea mi guardava. 

Voglio dire, che succede con quel sorriso?

«Perché mi stai guardando in quel modo?»

«Penso solo che Mai sarebbe felice di sapere che il suo ragazzo è così premuroso.»

Il suo sorriso era un po’ canzonatorio. Mi toccai timidamente le guance e distolsi lo sguardo.

All’inizio non ci avevo pensato, ma ora che l’Uea lo aveva detto, era un po’ imbarazzante.

«Beh, questo è quanto. Ma sai che sono una frana a farlo.»

«Uhm.»

«Allora… forse puoi insegnarmi?»

«Va bene.» Uea concordò facilmente. Sorrisi ampiamente, sentendomi benedetto.

Mio caro amico, sei il mio miglior supporto!

«Sei libero questo venerdì? Posso farti visita in condominio?» gli chiesi con entusiasmo. Quel venerdì era un giorno festivo. Mai sarebbe andato a trovare i suoi genitori a Kanchanaburi e sarebbe tornato domenica. Sarebbe stata un’occasione perfetta per sorprenderlo.

Voglio dire, se riesco a cucinare qualcosa di commestibile.

«Certo. Non vado da nessuna parte. O vuoi che venga io da te?»

«No, no. Ti ho già chiesto di insegnarmi, non posso disturbarti così. Vengo io.»

«A te la scelta allora, e cosa vuoi cucinare?» chiese lui.

Mi bloccai per tre secondi e risi seccamente.

«Non ci ho ancora pensato.»

«Cucina qualcosa che gli piace.» suggerì Uea.

«Qualcosa che gli piace mangiare?»

Provai a ricordare. A Mai non piacevano i dolci o qualcosa di fritto nell’olio, perché voleva mantenersi in forma.

«Prenditi del tempo. Fammi sapere quando ti verrà in mente qualcosa.» disse Uea mentre le porte dell’ascensore si aprivano. Seguii il mio amico in ufficio.

Delle notifiche spuntarono sul mio cellulare.

Jade: Hai già mangiato qualcosa?

Mai: Ho appena fatto una pausa pranzo. C’è così tanto lavoro oggi.

Mai di solito mi scriveva o mi chiamava ogni pausa pranzo. Avevo appena pensato perché non aveva scritto niente, ora capivo.

Jade: Ho appena pranzato, sto per andare al lavoro ora, quindi non devo restare per gli straordinari.

Mai: Allora non ti disturberò. Ci vediamo a casa.

Fissai il messaggio, sentendomi come se dovessi chiedergli direttamente cosa voleva mangiare, ma non sarebbe stata una sorpresa. Mai era davvero intelligente. Se avevo intenzione di fare qualcosa, poteva capirlo. Non volevo che lo sapesse affatto.

Gli inviai un adesivo con un cane felice, quindi tenni la domanda per me. Avrei provato prima a cercare una ricetta su internet. Era molto meglio che fosse una sorpresa per Mai.

***********

Il tempo volava come se avesse le ali. Venerdì, verso l’ora di pranzo, camminavo sul marciapiede, tenendo in una mano tutti gli ingredienti che avevo comprato al supermercato. Entrai in fretta nell’appartamento di Uea a Sathorn per ripararmi dalla luce del sole.

Erano tanti giorni che pensavo al menù, poi alla fine avevo scelto gli spaghetti al pomodoro. Ricordavo che a Mai piaceva ordinare quel piatto e la ricetta non era troppo complicata per un principiante.

Mi asciugai il sudore non appena entrai all’ombra prima di chiamare Uea. Abbastanza presto un uomo snello in camicia bianca e pantaloni uscì dall’interno. Non appena aprì la porta, cominciai a guardarmi intorno e ad osservare la stanza che non visitavo da molto tempo.

«Il tuo appartamento è così pulito.» Casa sua era immacolata.

«L’ho pulito stamattina.» disse ed entrò nella sua camera da letto.

Misi gli ingredienti su un bancone in cucina e tornai in soggiorno. Vidi che la porta che dava sul balcone era stata lasciata un po’ aperta. Mi avvicinai per chiuderla prima che fuoriuscisse la brezza del condizionatore, poi vidi qualcosa sul balcone.

«Uea, quella è la tua camicia?» chiesi quando tornai in soggiorno. I suoi occhi seguirono dove indicavo. «Sembra piuttosto grande.» Socchiusi gli occhi davanti a una grossa camicia grigia appesa fuori. «Adesso ti piacciono le camicie oversize?»

«Quella non è mia. È del mio… ex. Stavo per farne uno straccio.»

«Ohhh.» Annuii e guardai di nuovo verso la camicia. 

Perché mi sembra familiare? Come se l’avessi vista da qualche parte?… Oh, giusto. King ha indossato quella camicia giorni fa! Gli ho fatto i complimenti anche per quanto fosse bella. Immagino che i ragazzi fighi la indossino al giorno d’oggi. Forse ne comprerò una per Mai. Sembrerà così carina.

«Vogliamo iniziare?» chiese Uea. Distolsi lo sguardo da quella camicia e annuii.

«Okay, cominciamo. Insegnami dai primi passi, ok?»

«Uhm.»

**********

Tutti dicono che dove c’è una volontà, c’è un modo… E io ci avevo creduto fino ad allora…

Non c’è speranza.

«Prima devi cucinare gli spaghetti.»

Uea mi porse una pentola. La misi su un fornello mentre Uea mi porgeva una bottiglia d’acqua.

«Versa l’acqua e aspetta che bolle, dopo di chè aggiungi un cucchiaio pieno di sale.»

«Perché il sale?»

«Per insaporire la pasta, e per aumentare la temperatura dell’acqua.» spiegò.

Annuii, preparandomi a versare l’acqua.

«Uea, quanta acqua devo mettere?»

«Metà della pentola andrà bene.» disse.

Seguii le istruzioni e mi sentii triste per come praticamente non avevo alcun buon senso.

«Quando l’acqua bolle ed è già salata, puoi aggiungere gli spaghetti. Lo vedi che c’è scritto qui sulla confezione? C’è scritto di lasciare bollire per sette minuti, quindi imposta il timer.»

«Quindi devo stare qui ad aspettare?»

«Jade, puoi fare qualcos’altro mentre aspetti. Quando sono passati quasi sette minuti, puoi dargli un’occhiata. Se è ancora dura, la fai bollire ancora un po’.»

«Oh…»

Le mie sopracciglia si aggrottarono. Fissai l’acqua bollente, poi aggiunsi un po’ di sale e gli spaghetti.

Ho difficoltà ad aggiungere gli spaghetti. Farò bene?

«Nell’attesa possiamo lavorare sulle verdure. Tu lava i pomodori.» mi disse Uea, poi afferrò un coltello e un tagliere. Mise le verdure e gli altri ingredienti sul bancone. Quando finii di sciacquare i pomodori e tornai indietro, vidi un sacco di carne e verdure lì.

«Affetta le cipolle, i pomodori, l’aglio e il pollo. Puoi usare il petto di pollo o aggiungere bacon o salsicce se vuoi.» disse e mi porse il coltello.

Lo presi e rimasi lì, con la mente offuscata.

«Jade?» Uea mi chiamò quando vide che non mi muovevo.

«Uea.»

«Sì?»

«Come faccio a… ad affettare?»

Il suo viso privo di emozioni mi fece sentire dispiaciuto. Mia madre aveva cercato di insegnarmi a cucinare, ma ogni volta che lo faceva, scappavo sempre a guardare i cartoni animati. Inoltre, gli noodles istantanei non avevano nulla a che fare con cipolle, aglio o pomodori. 

Come faccio a sapere come affettarli? C’è una prima volta per tutto, giusto? Bene, questa è la prima volta che taglierò… delle cose.

«Allora te lo mostrerò.»

Ero fortunato che Uea avesse molta pazienza. Mi insegnava con calma mentre io provavo a seguirlo goffamente. Alla fine, lo superai. 

«Quando gli spaghetti sono cotti, allora versa l’acqua e sciacquali in modo che diventino più freddi. Poi metti un po’ d’olio in modo che non si attacchino l’uno all’altro.»

Uea spense il gas e fece tutto in modo professionale. Lo guardai, cercando di elaborare tutto.

«Ricordi cosa ti ho detto?»

«Sì.»

Penso.

«Adesso devi fare il sugo. Prendi una padella e metti un filo d’olio. Metti prima l’aglio, poi le cipolle e i pomodori.»

«E il pollo?»

«Questo lo aggiungeremo più tardi.»

Mi spinse davanti alla padella.

«Va bene, prova a cucinarlo.»

Rimasi lì e cominciai a cuocere l’aglio mentre Uea mi dava regolarmente qualche consiglio. All’inizio ero piuttosto stressato, ma ora sembrava più facile.

Ok, non è così difficile.

«Aggiungi la salsa di pomodoro e aggiungi il condimento: sale, zucchero, pepe. Assaggiala se ti piace.»

«Ed è fatta?»

«Uhm. Dopo devi solo versare la salsa sugli spaghetti.»

Mi mise il piatto sul bancone. Assaggiai la salsa finché non fui soddisfatto, poi sollevai la padella e la versai sugli spaghetti.

«Dannazione. Sembra buona.»

Sorrisi con orgoglio quando vidi il primo piatto che aveva cucinato (omelette e noodles istantanei esclusi). lo assaggiai. 

Sembra buono e ha anche un buon sapore! Dannazione. Ho scoperto un nuovo lato di me!

«Esercitati molto e migliorerai.» Anche Uea ne prese un boccone.

«Grazie mille per avermi insegnato. Laverò i piatti per te.»

«Uhm.» Emise un rumore. Afferrai il piatto e lo mangiai sul divano con un ampio sorriso.

Cucinare è sempre stato così facile? Mai deve essere sorpreso dalla mia grande abilità culinaria; anche io sono sorpreso da me stesso. Forse non sono adatto a fare il detective, ma…

Diventerò un MasterChef di Gordon Ramsey!

**********

Dopo il successo della sessione di apprendimento con Uea, divenni fiducioso. Ero certissimo che la sorpresa di domenica sarebbe stata esattamente come mi ero esercitato!

Poi mi resi conto che cucinare da soli senza una guida era molto più difficile.

«Perché diavolo gli spaghetti non sono ancora morbidi? L’acqua non è abbastanza calda?» mormorai tra me e me nel silenzio dell’appartamento del mio ragazzo.

Mai non era ancora tornato. Mi aveva chiamato la mattina dicendo che sarebbe arrivato intorno alle 17. Gli avevo mentito dicendo che avrei fatto visita alla mia famiglia oggi in modo che non si aspettasse nessuno nella sua stanza ed ero entrato di nascosto.

Dopo aver riattaccato, avevo iniziato a invadere, se così possiamo dire, la cucina del mio ragazzo intorno alle 15:30 così quando sarebbe tornato avrebbe potuto godersi subito il pasto, ma ora non ero del tutto sicuro se ce l’avrei fatta in tempo.

No. Non sono nemmeno sicuro di riuscire a cucinarlo con successo.

Rimasi in cucina, passando avanti e indietro tra la pentola e il timer. Assaggiai di nuovo gli spaghetti, ma dentro erano ancora duri, a differenza del giorno in cui avevo cucinato con Uea.

Che diavolo?

Non solo c’erano problemi con gli spaghetti, ma anche il taglio era un problema. Avevo Uea ad aiutarmi quel giorno, ma ora era così disordinato da solo.

Preparai una padella e aggiunsi l’olio, poi misi l’aglio e spensi il gas. Scolai l’acqua dalla pentola degli spaghetti. Quando mi girai verso la padella…

Oh, l’aglio è tutto bruciato ora. Merda!!!

Vidi i pezzi neri nella padella e volevo piangere. Buttai i pezzi di aglio bruciati nel cestino e cercai di tirarmi su di morale. Anche il Buddha aveva affrontato i diavoli prima di giungere all’illuminazione. Tutto era un’esperienza da imparare. Imparare ci rendeva consapevole dei propri errori…

E ora sono consapevole di così tanti errori. Troppi! Cucinare non è per niente facile!

Misi l’aglio nella padella quando sentii la porta aprirsi. Sussultai quando vidi entrare il padrone di casa.

Sono solo le 16. Hai detto che saresti stato qui alle 17!!

«P’Jade, non hai fatto visita alla tua famiglia?»

Mi guardò confuso. Abbassai la testa immediatamente.

La copertura era saltata. La sorpresa di cui non vedevo l’ora era finita.

«Sì, ho mentito. Stavo per farti una sorpresa cucinando , ma non è ancora pronto.» dissi deprimente, poi sentii l’odore dell’aglio e guardai di nuovo la padella.

Oh merda! Buon dio, non è bruciato di nuovo. Quasi quasi dovevo buttarlo via due volte.

«Non hai ancora mangiato niente, vero? Prima vai a farti una doccia. Dovrebbe essere pronto per quando finirai.»

«Hai bisogno del mio aiuto?»

Si avvicinò a me, ma io scossi intensamente la testa.

«No, no. Ce la faccio. Vai a farti una doccia, poi ceniamo.»

«Va bene.»

Anche se sembrava esitante, quell’ampio sorriso dimostrava che era molto felice che io fossi lì. Mi sentivo un po’ meglio vedendo lo sguardo sul viso del mio amato.

Beh, ne vale la pena.

Tornai indietro per cuocere la salsa. Anche se aveva un sapore più strano di quello che avevo cucinato con Uea, mi sembrava comunque commestibile.

Non so se ci farà venire la diarrea però.

«Ha un buon profumo.» disse Mai con voce profonda e rassicurante. Mi girai e vidi il mio ragazzo in maglietta e pantaloni lunghi, che si strofinava la testa con un asciugamano.

Misi in fretta sul tavolo il piatto che avevo finito di cucinare un attimo prima, poi lo spinsi sulla sedia.

«Beh, ci ho provato. Non so se ti piacerà.» dissi e mi sedetti di fronte a lui.

Mai prese una forchetta e mise in bocca gli spaghetti che avevo cucinato mentre io avevo l’ansia peggiore.

«Va… bene?» chiesi.

Masticò per un bel po’, poi mi guardò con un sorriso da un orecchio all’altro.

«Si, va bene.»

«Non mentire.» gli dissi.

Rise, rispose con uno sguardo di scuse negli occhi per dare un feedback.

«Beh, gli spaghetti sono un po’ troppo morbidi, ed è un po’ dolce. Forse hai aggiunto lo zucchero?»

«Suppongo. Non sapevo quanto zucchero avrei dovuto aggiungere, e gli spaghetti non sembravano affatto morbidi all’inizio, quindi forse l’ho lasciato un po’ troppo a lungo.»

Lo assaggiai ed era esattamente come aveva detto lui. Era troppo dolce anche per chi amava i dolci.

L’aggiunta di più salsa di pomodoro potrebbe aiutare?

«Ma non è male. In realtà è abbastanza buono per essere il primo o il secondo tentativo.» Mai cercò di tirarmi su di morale.

«Uhm. Se mi esercito molto, forse andrà meglio.»

Presi un bel boccone. Anche se non era il massimo, ne ero comunque molto orgoglioso. Era abbastanza buono per qualcuno che visitava la cucina una volta all’anno.

Ma sarà meglio se saprò cucinare del cibo delizioso per Mai. Voglio il meglio per lui.

«Allora come mai vuoi cucinare adesso?» chiese Mai.

«Tu cucini sempre per me, quindi voglio provare se posso farlo anche io. In futuro, se divento bravo, possiamo fare i turni in cucina così non devi stancarti da solo.» dissi e continuai a masticare gli spaghetti.

Dopo che Mai lo sentì, mi guardò con un caldo sorriso sul suo bel viso, facendomi venire un po’ di caldo dentro.

Perché mi sorridi così, bell’uomo? Non sai che non so come comportarmi?!

«Grazie.» rispose.

Annuii e distolsi lo sguardo. Continuai a mangiare e cambiai argomento.

«Come stanno i tuoi genitori?»

«Stanno bene. Mia madre si è lamentata perché non sei venuto. Anche mio fratello, Man, voleva tanto vederti.» disse.

Mi ero appena reso conto di non aver mai avuto la possibilità di vedere di persona il fratello maggiore di Mai. Avevo visto la sua foto ed era bello quanto suo fratello.

«Vuole vedermi?» chiesi e bevvi un po’ d’acqua.

«Sì, vuole vedere suo cognato.»

Tossii e quasi soffocai.

«Non la metterei così.» dissi.

Mai rise così forte e mi porse dei tovaglioli.

«Ti vergogni di essere chiamato così?»

«No.» dissi di nuovo con voce acuta. Spero che non l’abbia capito, ma sono così imbarazzato a essere chiamato cognato.

Finimmo entrambi il nostro pasto. Mai si alzò, ma io lo fermai.

«Laverò io i piatti.»

Gli presi i piatti e andai al lavandino per lavarli. Mai mi seguì e mi abbracciò da dietro.

«Perché il mio ragazzo è così carino?» disse e mi strinse la vita. 

Lo lasciai stare così finché non avrei finito di pulire. Dopo di che, Mai mi fece voltare verso di lui e mi diede un bacio leggero sulle labbra.

«Grazie per il cibo.»

«Non preoccuparti.» mormorai.

Scommetto di essere rosso come la salsa di pomodoro che ho preparato adesso. Era ancora peggio ora che avevo notato che mi fissava le labbra.

«Mi laverò i denti in fretta.» disse con un sorriso. Non c’era altro motivo per cui lo avrebbe fatto.

Ha intenzione di baciarmi. Questo dannato ragazzino.

«Mai, ugh…»

«SÌ?»

«Vengo anch’io.»

Cercai di non sorridere dopo aver visto i suoi occhi castani brillare. Mai rise un po’, poi mi prese la mano.

«Va bene, laviamoci i denti.»

Mi portò in bagno. Mi sentivo un po’ timido nel dire qualcosa di onesto ma imbarazzante come quello.

Ma non me ne pento… Voglio baciare anche io il mio ragazzo.

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