EN OF LOVE: MECHANICS – CAPITOLO 9 (M)

Il conforto in un momento di debolezza

!!!Avvertenza!!! Questo capitolo è riservato ad un pubblico adulto.

-Vee Visis-

Mi sedetti a guardare il telefono dopo che mi aveva riattaccato in faccia, sospirai forte, mentre fissai il suo attuale aggiornamento di stato, ero frustrato. Aveva detto che sarebbe tornato a casa presto perché avrebbe dovuto studiare domani, invece, era in un pub con altri.

Volevo seguirlo, ma il modo in cui mi aveva guardato mi aveva fatto fermare. Dopo che se n’era andato, mi ero trascinato indietro, ma poi Ploy mi aveva chiamato così stavo parlando con lei ma continuavo a guardare Mark. Non mi sembrava per niente interessato a me, quindi ero tornato su per continuare a lavorare.

Smisi di pensare e risposi alla chiamata di North. In realtà ero incazzato, chi diavolo chiamava qualcuno a quell’ora del mattino.

[Sei con Ploy?] Chiese. Sembrava ubriaco e sentii un rumore come se fosse stato al pub. Era stato nello stesso posto di Mark?

«No, è uscita con i suoi anziani a mangiare.» risposi.

[Sei sicuro che sia uscita a mangiare? Tua moglie è bellissima e non la stai nemmeno cercando.]

«Qual è il tuo problema?» Ero ancora incazzato con lui per l’intera situazione di Mark.

[Ho visto Ploy al pub.]

«E’ andata a mangiare fuori e poi a bere qualcosa, non è strano.»

[Beh, e se stesse facendo qualcosa di più che divertirsi con gli amici. Sarebbe strano?]

«Stai zitto!» urlai e lui rimase in silenzio, prima di sospirare ad alta voce.

[Basta andare a vedere su LINE. Puoi pensare quello che vuoi, ma vai a vedere quello che ho visto dal mio punto di vista.] disse prima di interrompermi.

La storia tra me e Mark diventò una piccola questione. Andai direttamente nella chat line, il cuore mi batteva forte. Ero completamente insensibile nel guardare la mia ragazza con la testa sulla spalla di qualcun altro. Pensai che forse era un incidente o una coincidenza che aveva visto in quel momento ma quando continuavo a leggere, il mio amico mi aveva scritto che erano stati così per secoli, fino alla chiusura del pub.

Avevo paura, ammisi di essermi sentito davvero spaventato per circa una settimana, perché io e Ploy parlavamo sempre meno. Avevo pensato che forse stavo pensando troppo, forse non stavo prestando sufficiente attenzione a Ploy. Adoravo Ploy, era solo che Mark si era preso il mio tempo ma Ploy era ancora la persona più importante, qualunque cosa fosse successa oggi con lui non era importante quanto lei in quel momento.

Alzai la mano per strofinarmi il viso, prima di andare in bagno per pulirlo e lavarmi gli occhi. Tornai nel letto di Ploy e sospirai guardando il suo lato vuoto.

Speriamo che domani vada meglio.

Un leggero tocco sulla mia guancia mi svegliò la mattina dopo e alzai lo sguardo mentre Ploy allontanò la sua testa dal baciarmi la guancia. Mi faceva ancora tremare il cuore con il suo dolce sorriso. Era come se stesse cercando di svegliare un bellissimo ragazzo. Mi sedetti e la strinsi in un abbraccio.

«Sei tornata solo adesso?» Ero perplesso, prima di seppellire la mia faccia nel suo collo. Il suo odore era diverso da quello a cui ero abituato, facendomi girare la testa.

«Ero ubriaca, così ho dormito in una casa di amici.» Lei rispose con un dolce sorriso.

«Lo fai molto ultimamente.» dissi guardandola.

«Scusa …» rispose Ploy con la mano ancora intorno al mio collo. «Scusa Vee, non lo farò più.» Chiusi lentamente gli occhi, tenendola ancora.

«Sono solo preoccupato.»

«Lo so.» Disse, allungando la mano per stringermi la guancia. «Il mio ragazzo è così preoccupato per me.»

«Mi ami ancora?» chiesi.

«Perché sembri confuso? Certo che sì. Sei così bello, ti amo di più.» rispose, prima di attaccare le sue labbra alle mie. Ci baciammo dolcemente e poi ci staccammo.

«Solo non farmi preoccupare di nuovo, ok?» la tirai verso di me per abbracciarla, lei si voltò prima di ritornare a baciarmi e quando si chinò, vidi dei segni sulla sua schiena. Quei segni non erano stati fatti da me. Ovviamente non era rimasta sola la scorsa notte.

«Ploy…»

«Sì?» Chiese con una dolce voce mentre mi guardava.

«Oggi vai a lezione?»

«Sì, nel pomeriggio ho lezione. Devo dormire prima perché ieri ho fatto tardi.»

Sorrisi prima di alzare la mano per strofinarle la guancia, girandole lungo la nuca. All’inizio era sorpresa, prima di sorridermi brillantemente ed io quel sorriso glielo restituii.

«Ok, adesso devo farmi una doccia perché ho lezione di mattina.» dissi, prima di scostarla da me. Prima di andarmene, mi afferrò la mano, facendomi guardare in basso ma non disse nulla, fissò solo le nostre mani.

«Studia sodo, amore.» come risposta, mi chinai a baciarle la fronte.

Perché le nostre parole d’amore non sembravano le solite?

Andai via senza fare le domande che avrei voluto ma ero spaventato. Avevo paura di sentire la risposta. Se aveva fatto un errore, non era stato diverso da quello che avevo fatto io. Non volevo sapere la risposta. Forse avremmo dovuto prenderci un po’ di tempo, poi tornare insieme e parlare correttamente.

Mi faceva male il pensiero di lei con altri uomini, mi faceva quasi piangere. Vedendo quella foto ieri sera, non ero quasi riuscito a dormire. La mia testa stava quasi esplodendo e la situazione era diventata ancora più evidente al mattino. Uscendo dalla stanza, mi sentivo completamente insensibile.

Il suono della stanza accanto mi destò dai miei pensieri. Guardai Mark che sta uscendo con la divisa e una borsa a tracolla. Stava ovviamente andando a lezione. Mi guardò e poi distolse rapidamente lo sguardo.

«Mark.» lo chiamai avvicinandomi. «Posso venire da te per un po’?»

Sapevo di essere egoista ma non mi stava insultando. Ero andato spesso nella sua stanza, ma non avevo mai specificato il nostro status. Mi fece entrare anche se sembrava infastidito.

«Vuoi parlare di questo?» Chiese mentre mi sedevo sul suo divano.

«Di cosa devo parlare?» almeno non stava zitto e non mi ignorava.

«Non far finta che non ci sia niente.» Disse, fissandomi mentre mi alzai.

«Sono stanco, non voglio parlare adesso.» parlai mentre lo fissai e Mark si accigliò mentre mi avvicinavo, prima di posare la testa sulla sua spalla.

«Cosa stai facendo?» Chiese ma non mi spinse via.

«Lasciami rimanere così per un po’.» risposi avvicinandomi ancora di più.

Lo abbracciai, facendo salire di più la testa verso il suo collo, chiusi gli occhi cercando di dimenticare tutti i miei problemi. Mark non mi abbracciò ma neanche mi respinse. In quel momento tutto quello che potevo sentire era il suono dell’aria condizionata ed il nostro respiro.

Le lacrime si riversarono lentamente dai miei occhi, filtrando sulla camicia bianca di Mark. Non disse nulla e lasciò che lo abbracciassi, avvicinandolo il più possibile.

Passarono molti minuti e ogni minuto mi faceva sentire il cuore più leggero. Stare con Mark mi faceva sempre sentire meglio, anche se avevamo molti problemi tra di noi. Stare con lui e vedere la sua faccia mi faceva stare bene, mi faceva battere il cuore. Avevo notato che era preoccupato per me.

«Se sei stanco, allora vai a dormire. Devo andare a studiare.» Disse girandosi dall’altra parte. «Puoi dormire qui.» 

Gli afferrai delicatamente il polso, tirandolo verso di me, guardandolo mordersi il labbro inferiore, prima di assicurarmi di aver sentito bene. «Quindi, posso stare qui?»

Prima che avesse finito di parlare, la sua bocca si era già attaccata alla mia. Aprii gli occhi e guardai il suo bel viso, la sua bella bocca che mi succhiava le labbra prima di spingere la lingua dentro. Aprii la bocca e chiudo gli occhi, rispondendo al suo bacio.

Mark si staccò dalle mie labbra prima di baciarmi dolcemente la guancia. Il mio cuore stava impazzendo. Mi fissò negli occhi e i suoi stessi occhi mi dissero tutto.

«Resta con me … non sentire la sua mancanza.»

Lo baciai di nuovo rapidamente e lui aprì la bocca per rispondere al mio bacio. Regolai la nostra angolazione, prima di baciarlo più lentamente. Dimenticai tutto quello che non andava, in quel momento volevo prestare tutta la mia attenzione alla persona che avevo di fronte. Il mio cuore batteva forte mentre continuavamo a baciarci.

Mi separai dalla sua bocca abbassando la testa per baciargli il collo che inclinai per lasciarmi un più facile accesso. La sua mano scivolò lungo la mia schiena, massaggiandola. Afferrai l’altra mano e continuai a muovere la bocca, andando verso la sua mascella. Stava già respirando affannosamente.

Perché è così sexy?

Continuai a baciarlo, prima di spingerlo verso il divano. Cadde sullo schienale ed io sopra di lui. La sua bocca era una delle cose che mi piaceva di più

«Ummm …» gemette ad alta voce quando mi mossi sopra di lui, facendomi sollevare il viso dal suo collo per guardarlo. Non potei fare a meno di sorridere osservando la sua faccia rossa.

«Sei imbarazzato?» Chiesi inarcando le sopracciglia. Conoscevo già la risposta, ma volevo domandare comunque.

«No …» risponse, i suoi occhi che guardarono altrove.

«Eh, eh, eh!» Risi prima di inclinare la testa per un altro bacio.

Continuai ad avvicinarmi finché non ebbe altra scelta che sdraiarsi. Avanzando, gli feci allargare le gambe, prima di inserire il mio corpo in mezzo e di tornare a baciargli il collo, lasciandogli un segno rosso. Iniziai a sbottonarmi la camicia.

«Uhhh …» mugolò e riuscii sentire la sua durezza che mi eccitò.

«Oh …» Spostai la bocca dal collo al petto che si gonfiò con i suoi respiri pesanti. I suoi capezzoli erano di pietra … era un ragazzo, ma anche ai ragazzi i capezzoli potevano diventare duri.

«Ah sì.» Gli succhiai la pelle, costringendolo a contorcersi sotto di me. Mi piaceva davvero sentirlo gemere e muoversi per il piacere.

«Urgh, ho bisogno di toglierti i vestiti.» dissi prima di baciarlo forte in mezzo al petto e di scivolare più in basso, sbottonando la camicia mentre mi muovevo.

Si mise a sedere fissandomi mentre si spogliava lentamente, rendendo la mia bocca così asciutta che dovetti leccarmi le labbra.

Invito chiunque abbia detto che gli uomini non possono essere provocatori a venire a darmi uno schiaffo in questo momento.

«Sì …» Caddi su di lui e lo baciai più e più volte, le sue gambe mi circondarono.

«Mark ..» dissi con fervore mentre una delle sue gambe sfregò deliberatamente contro il cavallo dei miei pantaloni.

«Huh?» Chiese alzando le sopracciglia e mi sorrise. Gli slacciai la cintura, prima di togliermi i pantaloni.

«Smettila di giocare e comportati bene.» gli dissi e lui mi fissò, prima di leccarsi deliberatamente le labbra. «Smettila di provocarmi.» ripetei, prima di rimettere la mia lingua nella sua bocca.

«Mmmm …» Il suo gemito mi fece muovere la testa per guardarlo. Più lo osservavo, più le emozioni mi attraversavano.

Il modo in cui ricadde sul divano fece avvicinare la sua bocca al mio addome quando mi allontanò. Mi fissò lì sotto, facendomi scorrere il sangue in faccia.

«Così caldo …» Continuammo a baciarci prima di allontanarmi per togliermi la camicia.

È così bello così. Pensai, asciugandomi la bocca. Mi guardò, con le labbra serrate e le sopracciglia sollevate.

«Vuoi che ti insegni cosa fare?» Disse con sicurezza. 

«No, sarò io ad insegnarti.» Odiavo la sua sicurezza, solo perché era già stato a letto con dei ragazzi. Non si trattava sempre di quantità ma di qualità.

«Va bene così?» Chiese Mark, fissandomi. Si chinò per baciarmi il collo, prima di spingermi giù, le sue braccia che avvolgevano la mia schiena.

«Ah … Ma … Mark …» la mia voce tremò. 

Spostò la bocca sul mio petto, poi muove la lingua per leccarmi e succhiarmi i capezzoli. «Sì …» Ero sorpreso perché non avevo idea che potesse essere così bello essere toccato lì.

«Mmmm ….» Gemette, prima di continuare verso il mio addome, baciandomi ripetutamente fino a quando non arrivò al mio membro.

Lo guarai mentre giocava con me, prima di prenderlo in bocca. Vidi il suo sedere muoversi mentre il mio membro entrava ed usciva dalla sua bocca. Continuai a guardare le sue bellissime natiche, un posto che mi piaceva toccare e che mi faceva stare bene. 

Allungai la mano per afferrarlo. All’inizio fu sorpreso, ma mi lasciò continuare. Misi la mano nei suoi pantaloni, massaggiandogli le mutande.

«Oh! A che diavolo stai giocando?» Chiese mentre alzava la bocca dal mio membro, tornando più vicino alla mia faccia. I suoi occhi scintillanti non mi spaventavano, mi rendevano ancora più eccitato.

«Non sto giocando ….» sussurrai. «Sono serio.»

Riuscii a togliermi i pantaloni e le mutande, prima di afferrare il suo membro duro, massaggiandolo dolcemente. Cadde sulla mia spalla gemendo.

«P … P’Vee.» Sentire il mio nome pronunciato dalla sua bocca mi rendeva davvero felice, tanto che lo spinsi di nuovo sul divano, mettendomi a cavallo su di lui, baciandolo forte.

«Smettila di prendermi in giro.» dissi muovendo il dito davanti il suo viso, ma lui tirò fuori la lingua catturandomelo nella sua bocca. Stava cercando di uccidermi?

«Il lubrificante è nella camera da letto.» Disse lasciandomi libero il dito.

«È troppo lontano.» affermai egoisticamente, ma in quel momento lo desideravo così tanto.

«Ma farà male.» replicò con un’espressione infelice sul viso.

«Sarò gentile.» dissi e dopo un po’ annuì. Ricaddi per baciarlo, prima di premere il dito indice nel suo canale morbido.

«Sì …» sussultò leggermente.

«Smetti di stringere così tanto.» lo sussurrai prima di baciarlo poi spostai la mia bocca sul suo collo, l’altra mano che giocava con il suo petto.

«Ah … P… P’Vee …»

«Ti fa male?» Chiesi mentre muovevo le dita dentro e fuori. Arrossì appena poi distolse lo sguardo e parlò piano.

«Mi fa sentire bene.»

«Pazzo ragazzino.» lo canzonai prima di continuare ad entrare ed uscire. Cambiai con due dita, poi tre, facendo allargare ulteriormente il suo buco. 

Mi abbassai per baciarlo di nuovo, togliendo le dita quando sentii che era pronto per me. Il suo gemito mi faceva stare bene, baciarlo era ancora meglio. Continuai a farlo mentre premevo lentamente per entrare.

«Uh … Ahhhh«. si ritrasse osservandomi mentre emise un lungo verso di piacere.

«Mmmmmm ….» godetti, mentre il mio membro si contraeva e veniva risucchiato in quel buco.

«Ah … Bastardo …»

«Urgh …» Non mi importava dei suoi insulti. 

Rimasi fermo per un po’ finché non diventò insopportabile, al punto che avrei potuto spezzarmi prima di iniziare a muovermi lentamente.

«Ah …. P’ … Sì …»

«Uh … Mark … uh …» chiamai il suo nome mentre iniziai a muovermi più velocemente. «Così, bravo Mark …» gemetti, continuando a dire il suo nome tra i miei aspri respiri. Il suo sedere era così bello mentre mi muovevo dentro e fuori afferrandolo per una gamba per sollevarlo più in alto. Entrambi godevamo ed ansimavamo rumorosamente, lo scontro della nostra carne era quasi imbarazzante, ma ci sentivamo così bene. Allungai la mano verso la rigidità di Mark, tirandola velocemente.

«Oh …. P’Vee … I … um …» Il corpo di Mark si contrasse prima di venire mentre continuava a inghiottirmi.

«Ohhhh ….» Continuai a spingere mentre lui veniva, il suo buco mi strangolava, facendomi ringhiare forte.

«Ah … P’…» continuò.

«Mark …. ohhhh ….» andai sempre più veloce, tutto ciò che era nella mia testa ora era sparito. Gli afferrai la vita spingendo rapidamente.

«Oh … P … Uh …» La voce lamentosa di Mark continuò a risuonare. A questo punto non sapevo più nulla, tranne la straordinaria sensazione del ragazzo sotto di me.

«Ah … ah …» gridai prima di venirgli dentro. Mi spinsi dentro e fuori alcune altre volte poi mi ritirai dalla persona sotto di me. Abbassai lo sguardo e vidi il mio sperma che filtrava da lui.

Deglutii rumorosamente ed alzai gli occhi più in alto. Era meravigliosamente coperto di dolcezza e il suo rossore era così dannatamente sexy mentre teneva la bocca leggermente aperta ed ansimava, le sue gambe ancora avvolte intorno a me.

«Mark ….» avevo una voce tremante e notai che era rauca ma non mi importava perché lui mosse le gambe, girandosi dall’altra parte, prima di dire: «Devo fare una doccia.»

«Cazzo ….» imprecò dolcemente, facendomi sorridere.

«Perché non ti posso parlare?» Dissi, chinandomi per avvolgerlo tra le mie braccia.

«Sono ferito!»

«Mi hai provocato!»

«Non ti ho provocato.» Mi rispose.

«Allora chi mi ha baciato e mi ha dato quegli sguardi?» Sussurrai mentre si allontanava.

«Beh, non è stato intenzionale, l’umore ha preso il sopravvento.» Veramente? Bene, se quello era quello che succedeva involontariamente, se fosse stato intenzionale, mi avrebbe ucciso sicuramente.

Dopo aver fatto la doccia saltammo nel suo letto per dormire. Mark giaceva a pancia in giù con in mano un cuscino, la testa rivolta verso di me ed io mi sdraiai di fronte a lui, mettendogli il braccio attorno alla vita. Alzò gli occhi per guardarmi ma non disse nulla.

«Perché mi stai guardando in quel modo?» Chiesi delicatamente toccandogli il viso.

«Sono ferito.» allontanò il suo viso dalla mia mano.

«Oh, ma come, ti fa male la faccia?»

«Che cosa stai cercando di fare?» Mi guardò allontanando la testa.

«Sto solo toccando un po’, questa parte del tuo corpo non dovrebbe far male.»

«Beh, forse dopo quello che abbiamo fatto mi fa male tutto il corpo.» si lamentò.

«Bene, allora forse inizierò toccando qui.» dissi mentre gli accarezzavo i glutei.

«Fermati!»

«Perché sei così carino?» Risi e mi accorsi che gli tremarono gli occhi prima che distogliesse lo sguardo. Mi resi conto che non avevo mai usato quel tipo di parole con lui.

«Chi diavolo è carino?» borbottò, prima di nascondere la faccia nel cuscino. Mi fece sorridere e lo abbracciai forte.

«Grazie.» sussurrai alle sue orecchie rosse, così si voltò a guardarmi. «Grazie per avermi confortato.»

«Non stavo cercando di consolarti.»

«Mi fai sentire meglio anche se sto male.»

«Stai con me, non sentire la sua mancanza.» me lo disse mentre si avvicinò per baciarmi.

«Ok, quindi non devo pensare a nessun altro oltre che a te?» Risposi, prima di ricambiare il bacio.

«Si.» Gli accarezzai delicatamente i capelli, prima di baciargli la testa e avvolgermi attorno a lui.

Cercherò di non sentire la mancanza di nessuno tranne che la sua.

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