INVISIBLE MOON – CAPITOLO 5

Seguendo la Luna Invisibile

«Inseguire le stelle usando una bussola e una mappa, ma inseguire la Luna Invisibile senza nulla .»

#WINisWIND

Per le persone normali, seguire una Luna Invisibile sarebbe un compito davvero difficile.

Molti fan volevano vedere P’In così tanto, ma non potevano, poiché si nascondeva sempre. Quando non ero un fan degli Unistar, e non lo ero nemmeno di P’In, ero solo qualcuno che passava inosservato che poteva vederlo.

In ogni caso, non potevo ancora smettere di essere curioso. 

Sognavo di diventare una persona popolare. Pensavo di dover essere molto orgoglioso e felice. Ovunque sarei andato, avrei sempre ottenuto attenzioni. Tuttavia, P’In era una celebrità, aveva tutto ciò che qualcuno come me poteva solo desiderare, ma si comportava come il me del passato. 

P’In era davvero strano.

Seguii segretamente P’In rimanendo a distanza, fino a quando si fermò sotto una scalinata di un sottopassaggio vicino la mia università. C’era un vecchio uomo con abiti sporchi che dormiva sotto una vecchia coperta.

«Buongiorno.» P’In lo salutò e si sedette con lui senza mostrare alcun disgusto o un’espressione spaventata sul suo viso.

«Oh, sei venuto anche oggi?»

«Per te.» disse brevemente P’In porgendogli una scatola col pasto. 

«Grazie.» ringraziò l’uomo prendendo la scatola.

«Ti disturbo di nuovo, non devi portarmelo ogni giorno. Non voglio ditrurbarti troppo, giovanotto.»

«Va tutto bene.» disse P’In mentre apriva l’altra scatola e così iniziò a mangiare con l’uomo.

«Grazie mille, sei molto bravo a cucinare.»

P’In e l’uomo stavano mangiando insieme e io mi chiedevo se fosse un conoscente di P’In.

«La stagione piovosa sta arrivando, potresti ammalarti, posso aiutarti a trovare una stanza?» chiese P’In.

«È ok.» rispose l’uomo. «Non voglio disturbarti. Sto aspettando che mio figlio mi porti a casa. La mia famiglia ha un sacco di debiti, ha paura che gli usurai potrebbero venire, non è sicuro stare in casa, Così mi ha chiesto di andarmene temporaneamente. Mio figlio mi ha promesso di portarmi a casa dopo aver pagato tutti i debiti.»

Il viso dell’uomo sembrava così vivace mentre parlava di suo figlio.

«Se mi sposto in un altro luogo,» continuò l’uomo. «Ho paura che mio figlio non mi troverà. Va tutto bene, giovanotto, posso ancora aspettare qui.»

P’In ascoltò silenzioso mentre mangiava.

Non capivo perché stessi quasi per piangere mentre ascoltavo la storia dell’uomo. Anche se ero così, leggevo comunque tanti libri e notizie. Dato che non avevo molti amici, lo erano diventati i libri. In ogni caso, sapevo che questo genere di cose accadevano spesso in Thailandia, soprattutto nelle famiglie povere che non avevano un’educazione sufficiente. 

Nel caso di quest’uomo, se il figlio era davvero buono, come poteva lasciare che suo padre soffrisse così. Se era davvero spaventato che gli usurai potessero fare del male a suo padre, poteva trovare un posto migliore, senza lasciare suo padre senza casa in questo modo. Non era più pericolo degli usurai?

Era ovvio che il figlio aveva già abbandonato suo padre, non sapevo se aveva davvero un debito. Ma anche se avesse potuto ripagare l’intero debito, non avrebbe mai ripreso suo padre in casa.

Il modo di pensare di questo padre mi faceva sentire depresso. Solo per rendere suo figlio soddisfatto, poteva resistere alla sofferenza. Qualsiasi cosa avesse detto suo figlio, si sarebbe sempre fidato di lui senza alcun dubbio. Anche se il padre era diventato un senzatetto così come un mendicante, credeva ancora che suo figlio lo avrebbe riportato a casa.

Quello era l’amore di un padre. Non sapevo se suo figlio se ne rendeva conto, ma almeno qualcuno si… P’In, questa celebre Luna.

Se fossi stato io, non avrei osato rimanere coinvolto con un senzatetto, sarei stato piuttosto spaventato. Sarebbe difficile capire se ci farebbero del male o meno. Ma P’In non solo non era spaventato, ma gli aveva anche dato del cibo.

Oh, giusto. Mi ricordai del post che avevo visto su twitter in cui una persona aveva dato del cibo ad un senzatetto vicino alla mia università.

Cercai quel tweet sul mio cellulare, pubblicato la settimana prima, ciò significava che l’uomo era rimasto ad aspettare suo figlio per più di una settimana e P’In aveva continuato a portargli del cibo. Mi chiesi se P’In sapeva che quell’uomo era già stato abbandonato, ma aveva scelto comunque di non dire nulla.

Da un lato, non potevo davvero capire perché P’In lo lasciava aspettare senza speranza. D’altro canto, sapevo che la speranza era il cuore della vita; senza di essa, non c’era motivo di vivere.

Se P’In gli avesse detto la verità, quest’uomo si sarebbe avvilito, così non gli aveva detto nulla, ma si era preso cura di lui come poteva, nonostante non fosse né suo parente né suo amico.

Quando P’In finì di mangiare, prese il portafoglio e diede 60 baht al vecchio.

«La sera ho da fare, usali per comprare da mangiare.»

«Grazie, giovanotto, ho potuto vivere senza difficoltà grazie a te, mi hai sempre aiutato.» L’uomo accettò con gratitudine. 

«Te lo prometto, quando arriverà mio figlio, ti ripagherò sicuramente.» L’uomo aveva ancora speranza. 

P’In si alzò e continuò a camminare senza dire una parola. Mi chiesi se ci fosse un modo per aiutare quell’uomo. Avevo letto e sapevo che c’erano alcune fondazioni non-profit che potevano aiutare. Ma era meglio aspettare e vedere, forse P’In poteva averci già pensato.

Dopo di che, vidi P’In che portava un’altra busta sulla strada per il lungofiume ed entrò in un piccolo tempio vicino, così lo seguì.

Sentii un latrato e mi fermai per un momento, perché appena era arrivato P’In, alcuni cani, quasi dieci, iniziarono a corrergli incontro. Correvano, saltavano e scodinzolavano con gioia. Erano tutti cani randagi. Solo pochi secondi prima, i loro occhi sembravano depressi, ma quando improvvisamente avevano visto P’In, erano diventati tutti allegri come se vedessero il padrone. 

In Thailandia, i cani o i gatti randagi si potevano trovare in molti posti, specialmente nei templi. C’erano molti proprietari di animali irresponsabili nel mio paese, ma le autorità non erano in grado di risolvere questo problema. Così il tempio non aveva scelta, doveva occuparsi di alcuni animali abbandonati, poiché alcune persone consideravano i templi thailandesi come gli ospizi per i poveri e gli animali.

In quel momento, i cani abbaiavano così forte. 

«Shhh…» P’In alzò il dito toccandosi la bocca, facendo tacere i cani. 

«Seduti.» P’In ordinò delicatamente. Sorprendentemente, ogni cane sembrò capire. Si sedettero tutti e smisero di abbaiare. 

Capii subito che il sacchetto che P’In aveva portato conteneva cibo per cani. P’In lo tirò fuori e diede da mangiare ad ogni cane. I cani sembravano essere molto affamati, così andarono a mangiare velocemente.

Dopo che P’In diede da mangiare a tutti i cani, si fermò per un momento e contò il numero dei cani. Poi, cercò qualcosa. 

«Khao*.» P’In si avvicinò all’angolo del muro e un cane bianco sporco camminò verso di lui. 

*(N/T: Khao è ‘bianco’ in thai.)

Il cane bianco sembrava essere abbastanza vecchio, non poteva annusare o vedere chiaramente, poiché urtava gli altri cani e veniva ringhiato. 

«Khao, vieni qui.» P’In lo chiamò dolcemente e il cane seguì la sua voce. 

P’In mise il cibo per cani sulla sua mano e gli diede da mangiare. Il cane andò a mangiare lentamente. 

Mentre mangiava, P’In usò l’altra mano per accarezzare dolcemente il cane, e poi sorrise. 

P’In… sorride… 

Ero sbalordito, non sapevo come esprimere i miei sentimenti – come se il mio cuore tremasse. 

Il suo sorriso pieno di gentilezza e purezza, non avevo mai visto qualcuno riuscire a sorridere così calorosamente. 

Mi fece sentire… impressionato da P’In. 

Non andava affatto bene, perché il mio cuore non poteva smettere di tremare, avevo bisogno di trattenermi. 

Dopo che P’In finì di dargli da mangiare, andò in una pagoda*, c’erano molte scatole per le donazioni, per lo più per la manutenzione del tempio, l’educazione dei monaci novizi, i monaci malati, l’acqua e l’elettricità, il cibo per cani, P’In mise i soldi in ogni scatola. 

*(N/T: la pagoda è un edificio sacro a torre di diversi piani ciascuno dei quali dotato di un proprio tetto a falde spioventi.)

Oltre a nutrire i cani, P’In ha anche aiutato il tempio. Perché è così gentile? 

Dopo ciò, P’In si incamminò verso il lungofiume, e io continuai a seguito. 

Una vecchietta stava vendendo il pane per pesci. Il luogo non era molto affollato, c’erano solo quelli che aspettavano il traghetto, e quel lungofiume non era così popolare, quindi c’erano solo poche persone. 

«Ciao, piccolo In, sei venuto a dare da mangiare ai pesci?» La vecchia lo salutò. 

«Sawaddee Krub*.» P’In sollevò le mani per portare rispetto. Anche la vecchia donna alzò le mani per rispondere.

*(N/T: viene chiamato ‘Whai’ ed è il tipico saluto dei giovani per portare rispetto agli adulti.)

«Porta rispetto al monaco*, recentemente ho potuto venderne molti grazie a te. Non ci sono molte persone che danno da mangiare ai pesci qui. Ma non so dove altro andare, non posso camminare così lontano.»

*(N/T: alcuni anziani in Thailandia lo dicono dopo aver ricevuto il ‘Whai’ dai più giovani, è come dare una benedizione.)

P’In non rispose, disse solo: «Dieci confezioni di pane, per favore.»

«Non è troppo, piccolo In? Sono contenta che tu voglia aiutarmi, ma ho paura che tu non abbia abbastanza soldi.»

«Sto bene, la sera vado a lavorare.» disse P’In mentre pagava alla vecchia donna cento baht. 

Quindi ogni pacchetto costa dieci baht… abbastanza economico. 

«Capisco, si prendono cura di te così bene. Sono così felice di sentirlo, grazie, piccolo In, che tu sia benedetto.»

Dopo aver fatto compere, P’In portò le confezioni di pane verso la riva del fiume, ne prese uno e mise gli altri a terra. Lentamente spezzò il pane in un piccolo pezzo e lo gettò nel fiume. 

«Oh!» esclamai. C’erano molti pesci e sembravano essere molto affamati. Appena cominciò a lanciare il pane, molti pesci gatto sciamarono per mangiare, quasi strapazzandosi l’un l’altro. 

Così tanti pesci! Non c’è da stupirsi che P’In abbia comprato dieci confezioni. 

Potevo solo stare a guardare finché P’In parlò senza voltarsi verso di me. 

«Non hai niente da fare? Vieni ad aiutare.»

Eh? 

Alzai le sopracciglia e mi guardai intorno. Non c’era nessuno, solo io e P’In. La maggior parte delle persone stava aspettando la barca al porto. 

P’In sta parlando con me? O sta parlando solo con se stesso? Me lo chiedevo, continuando a cercare qualcun altro. 

«Ti ho visto dall’elemosina.» disse mentre continuava a dare ancora da mangiare al pesce.

Visto…dall’elemosina…

La parola ‘elemosina’ mi fece trasalire. 

Sono io? Non mi dire… Sta effettivamente parlando con me? Impossibile, passo così inosservato, come può vedermi? P’In non mi ha neanche guardato, quando mi ha notato?

«Non vuoi aiutare, va bene.» disse P’In, poi prese un’altra confezione e continuò a dare da mangiare.

«Oh, ti aiuto!» 

Realizzai che stavo seguendo P’In per così tanto tempo, come uno stalker. Se avesse chiesto aiuto e io non glielo avessi dato, sarebbe stato scortese.

Così, mi avvicinai a P’In e lo aiutai.

Mentro stavo in piedi vicino a lui, potevo vederlo più chiaramente di prima. P’In in realtà era molto meglio delle foto. Inoltre, essendo così misterioso, qualcuno avrebbe potuto scambiarlo per l’angelo del fiume. 

«Lo fai spesso?» chiesi.

Incluso fare l’elemosina al monaco, offrire cibo ai senzatetto, nutrire i cani randagi, donare per un tempio, aiutare gli anziani e anche nutrire i pesci. 

«Non proprio.» disse e cercò di gettare il pane lontano, in modo che i pesci non si scontrassero. 

P’In aveva una voce profonda, ma suonava molto morbida e dolce. Era un peccato che sembrasse non essere una persona loquace. Perché doveva essere nato con una voce così bella?!

Ma la cosa più sorprendente era che P’In stava parlando con me! 

Questa persona è un membro degli Unistar, la Luna del paese! 

«Oh capisco, se fai spesso questo tipo di beneficenza, deve essere stancante.» Annuii, non sorpreso che non potesse farlo tutti i giorni. 

«Di solito non mi aiuta nessuno.» P’In argomentò in modo monotono. 

Eh? Sbattei gli occhi. 

Aspetta, quello che intendeva con la mia domanda non riguarda la carità, ma che nessuno lo aiuta? 

«E i tuoi fan?» Pensai al gruppo di giovani donne che aveva partecipato all’elemosina. 

«Ci sono molte persone, potresti chiamarle per aiutare.»

«Nessuno mi ha seguito.» sisse continuando a dare cibo. 

Mi grattai la testa e una briciola di pane si sparse sui miei capelli. 

Perché P’In non vuole che lo vedano, giusto? 

«Se potessero vederti, ti seguirebbero.»

Le mie parole fecero sì che P’In mi guardasse con calma. 

Mentre mi fissava, capii che… 

«No, non sono uno stalker.» dissi subito, temendo che potesse fraintendere. 

Cosa dovrei dire come scusa? Oh sì! Mi ricordai. 

«Beh, vorrei chiederti un autografo.»

Presi il libro delle firme dei senior della cerimonia di benvenuto delle matricole. Per fortuna l’avevo portato con me. 

«Beh, non è facile incontrarti e tu sei il mio senior, per favore firma per me.»

Feci finta di chiedere, anche se era troppo audace. 

P’In si limitò a guardarlo, poi mise le confezioni di pane sopra il mio libro che stavo cercando di porgergli. 

«Ho quasi finito.» disse. 

«Eh?» Ero confuso. 

«Oh, significa che se ti aiuto a sfamare tutti questi pesci, firmerai per me, giusto?»

Lo dissi chiaramente, ma P’In non rispose e non prese nemmeno il mio libro. 

Allora decisi di stare in silenzio, ma non potevo resistere ancora a lungo. Volevo parlare perché era da molto tempo che non c’era qualcuno con cui potevo parlare. In passato, non avevo avuto alcuna possibilità di parlare, altrimenti sarei stato dimenticato. 

«P’In krub.» chiesi: «Perché sei diventato la Luna dell’università e membro degli Unistar, ma ti piace stare da solo?»

Sapevo che P’In stava ascoltando, ma lui rimase a lungo in silenzio, finché non indicò un uccello myna appollaiato su un ponte lì vicino. 

«Guarda quell’uccello.» 

Stavo guardando, era solo un myna comune – piume nere-marroni con un po’ di bianco, il suo becco giallo era eccezionale. 

Perché vuole che guardi quell’uccello? È solo un uccello comune. 

Allora, avevo intenzione di chiederlo a P’In, ma venne fuori che… 

«Aspetta, P’In?» Sussultai. Lasciando cadere tutto il pane nel fiume, facendo sì che i pesci si precipitassero follemente per mangiare. 

Beh, P’In se n’era appena andato! Era rimasto solo per pochi secondi. 

Improvvisamente aveva detto ‘Guarda quell’uccello.’ e poi era scomparso. 

Cos’è stato?! Oltre alla sua abilità di nascondersi, era anche in grado di teletrasportarsi? 

Sospirai e diedi da mangiare con l’ultimo pacchetto di pane. 

E il mio libro delle firme? Lo firmerà per me, giusto? Oh no, non mi ha nemmeno risposto.

Sospirai di nuovo, gettai il pane per i pesci e guardai il myna, esausto. 

Guarda quell’uccello? All’improvviso, un pensiero mi balenò nella testa. Mi sembrò di capire ciò che P’In intendeva, anche se era solo una breve frase senza alcun significato specifico.

Perché P’In è la Luna, ma invisibile? 

Come potevi vedere l’uccellino, poteva volare ovunque, senza preoccuparsi di nessuno. 

L’invisibilità era come la libertà. 

☽ ———— ☽

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