HOUSE OF SWEETS – SPECIALE

Gatto viziato (+ Postfazione)

Poco prima dell’estate, aveva visto per la prima volta il gatto attraverso la vetrina in un pomeriggio soleggiato.

Era un grosso gatto nero con un pelo dall’aspetto ruvido. Il gatto era un completo adulto, ma sembrava un micetto magrolino. Ciò che gli aveva fatto più impressione erano gli occhi, lo fissavano minacciosi, ecco cosa aveva pensato inizialmente. Tuttavia, il gatto si era limitato a fissare la panetteria.

Gli occhi acuti all’insù guardavano da vicino con invidia e fascino le madri e i bambini che ondeggiavano nel negozio pieno di pane fresco e pasticcini.

Conosceva un gatto molto tempo prima che aveva occhi simili. Il gatto era stato abusato orribilmente da piccolo e aveva perso la fiducia nelle persone. Lo graffiava con i suoi artigli e scappava se cercava di avvicinarsi anche solo un poco, ma in realtà era un gatto solitario che voleva essere viziato, e una volta che si fidava di lui, il gatto lo seguiva ovunque andasse. Adorava quel gatto, ma era morto un po’ di tempo prima.

Spinto dai ricordi, era andato ad aprire la porta a vetri senza pensarci, ed era cominciato così.

Era passato un anno da allora. Quel gatto ostile dagli occhi minacciosi aveva graffiato la mano che gli era stata offerta ed era scappato, eppure lo sbirciava di nascosto da dietro un angolo. Era stato un gatto così poco carino, ma adesso… 

Era il suo giorno libero in una soleggiata mattinata di giugno, poco prima di pranzo, e Agi aveva terminato l’unica consegna che aveva ed era andato a restituire il furgone al panificio. 

Cosa ci sarà per pranzo oggi? Cosa farà Hiroaki? Il vino sarebbe stato perfetto per una giornata come quella, e sarebbero potuti anche uscire per mangiare italiano se avessero voluto.

Agi fece una piacevole passeggiata verso casa mentre pensava a piccole cose casuali. Prese l’ascensore fino all’undicesimo piano e l’appartamento ad angolo alla fine del corridoio era il posto che chiamava casa sua. Beh, ora era la loro casa. Fino a sei mesi prima c’era  un pezzo di carta con scritti i loro nomi che aveva incollato nel portatarga, ma ora era cambiato in una targhetta spessa e lucida. Invece di un nome, ora ce n’erano due, più un animale domestico.

Agi Hitoshi, Kase Hiroaki e Croissant.

L’ultimo nome era quello di un gatto randagio che aveva pianificato di accudire temporaneamente, ma poi il gatto era rimasto. In un certo senso, il gatto e Hiroaki erano la stessa cosa. Per inciso, il nome completo del gatto era Kase Croissant e normalmente lo chiamavano Kuro, perché il gatto aveva il pelo nero, e lavoravano tutti in una panetteria, quindi Croissant*. Fu Rio a chiamarlo. Quanto al motivo per cui il suo cognome era Kase? Era perché Kuro accettava solo Hiroaki come suo proprietario. Il gatto era molto prevenuto con i suoi affetti, proprio come il suo padrone.

[*N/T: Kuro contiene i primi due caratteri per croissant in giapponese, e significa anche nero.]

Quando Agi aprì la porta d’ingresso, si diffuse il profumo del pane appena sfornato e le sue labbra si sollevarono naturalmente in un sorriso. Vivevano insieme come amanti da sei mesi ormai, e il senso del gusto di Hiroaki si era praticamente ripreso. Da poco aveva anche iniziato a imparare a fare il pane da Chise, che gli aveva dato il suo sigillo di approvazione: aveva già buone capacità culinarie e si cimentava tranquillamente nel suo lavoro, ed era sicura che l’avrebbe padroneggiato in fretta.

«Sono tornato.»

Non ci fu risposta nonostante il suo saluto. Sul tavolo del soggiorno c’era un cesto di vimini pieno di una montagna di soffici panini rotondi. Potevano essere panini ai fagioli rossi o panini alla crema pasticcera. Tuttavia, Hiroaki non si trovava da nessuna parte. Agi si guardò intorno nella stanza e notò che una sedia a sdraio era stata sistemata fuori.

Agi uscì sulla terrazza e Kuro, che aveva dormito sullo stomaco di Hiroaki, percepì la sua presenza e lo guardò. Sembrava dire: Oh, sei tu, mentre sbadigliava e tornava a dormire.  Era così poco carino.

Agi guardò il suo amante che dormiva sulla spaziosa terrazza del loro appartamento all’undicesimo piano vicino alla stazione ferroviaria.

Un vento pieno di premonizione dell’estate spazzò la lunga frangia del suo amante. Agi si chinò a baciargli i capelli senza svegliarlo e il dolce profumo di crema pasticcera gli solleticò il naso. A quanto pare il loro pranzo per oggi sarebbero stati dei panini alla crema pasticcera. Agi rise piano e osservò il viso addormentato del suo amante. L’altezza di quasi un metro e ottanta di Hiroaki non era molto diversa dalla sua e lo sguardo minaccioso nei suoi occhi lo faceva sembrare un delinquente.

Ma di sicuro è carino… 

Agi fece inconsciamente un’espressione sciocca e ricordò l’amichevole riunione dell’altro giorno per l’associazione di affari della stazione ferroviaria locale. C’erano molti giovani proprietari di negozi nella zona che gestivano bar e caffè per il pubblico più giovane, e quando diventavano brilli, la conversazione si spostava verso l’amore e il romanticismo. Gli era stato chiesto della sua vita amorosa, e si vantava di vivere con il suo amante senza specificare che l’amante era un uomo. Il proprietario del BBQ Futaba si era alzato in piedi nel mezzo: «Cosa succede con i giovani di oggi, tutti sottomessi dalle loro mogli e donne, eh? E ti definisci un uomo!?»

Il tipo aveva trascinato Agi ad un bar di hostess, che conosceva bene, ma era stato un completo flop. C’erano fianchi voluttuosi, spalle leggermente inclinate e unghie splendidamente dipinte. Certo, c’erano state alcune donne sexy al bar, ma Agi pensava comunque che Hiroaki fosse molto più carino. Il proprietario del locale Futuba si era lamentato di essere irrecuperabile, ma il vecchio non aveva idea di quanto potesse essere carino un gatto che era attaccato solo a lui.

«… Mmm, Agi-san?»

Hiroaki si era svegliato. Alzò lo sguardo su Agi che era in piedi accanto a lui e con voce assonnata disse: «Bentornato a casa.» e tese le mani verso Agi. 

Lui gli diede un bacio mentre diceva «Sono tornato.» e prese le mani di Hiroaki per aiutarlo a sedersi. Tornarono in soggiorno tenendosi per mano mentre Kuro li seguiva e ringhiava insoddisfatto.

«Questa è la prima volta che cuoci qui a casa.»

Arrivarono al tavolo e Agi prese uno dei soffici panini rotondi. Hiroaki versò il caffè in una tazza e borbottò nervosamente: «Perché non l’avevo fatto da solo prima…»

«Tutto ciò che fai è delizioso però, lo sai.»

Agi spezzò il panino a metà e fu felice di vedere la crema pasticcera gialla. Non l’aveva mai detto a nessuno, ma adorava i panini alla crema pasticcera. Hiroaki fissò Agi con attenzione. Probabilmente era preoccupato per il gusto. Agi non si era dato alcuna aria e prese un boccone dal panino.

«Oh, questo è fantastico.»

Non lo diceva per adularlo. Agi prese due, tre morsi e inclinò la testa con aria interrogativa.

«È buono, ma è diverso dai panini alla crema del negozio.»

Il panino e la crema erano stati fatti usando la ricetta di un petit nid, ma c’era così tanta crema pasticcera nel panino che aveva quasi fatto una doppia porzione. Il rapporto tra crema pasticcera e pane era piuttosto sbilanciato.

«Perché prima hai detto a Rio che ti piace un sacco la crema pasticcera.»

«L’ho fatto?»

«E quei panini alla crema pasticcera sono i tuoi preferiti in assoluto.»

Agi fissò attentamente il panino pieno di crema pasticcera. Non ricordava affatto di averlo detto. Probabilmente era stata una conversazione casuale di chissà quando. Hiroaki se ne era ricordato dopo tutto quel tempo e aveva preparato i panini appositamente per lui. La disparità tra questo e la sua solita scontrosità era troppo carina, e Agi fece di nuovo un sorriso sciocco tra sé e sé.

«Sì, è davvero, davvero buono.»

Il sollievo si diffuse sul viso di Hiroaki, anche lui diede un morso al panino e annuì con la testa come se stesse verificando il suo lavoro. Sembrava così carino che Agi pensò: Voglio mangiarti, ma non lo disse ad alta voce. Invece, raggiunse un secondo panino.

«Se continui così, non passerà molto tempo prima che apriremo un secondo un petit nid.»

«Secondo?»

«Una volta che diventerai pienamente qualificato come fornaio, ecco. Le nostre vendite sono state piuttosto stabili ultimamente, lo sai.»

Hiroaki chinò la testa con il panino in mano quando Agi disse questo.

«Cosa c’è che non va?»

«… Vuoi che lavori al secondo negozio?»

«Beh, sì, certo. Perché altrimenti saresti diventato l’apprendista di Chise?»

Hiroaki rimise nel piatto il panino parzialmente mangiato.

«Allora non imparerò più.»

«Eh?»

«Non voglio stare lontano da te.» sussurrò Hiroaki con lo sguardo basso.

Agi era sbalordito. «Aspetta, perché lo pensi? Io e te lavoreremo insieme nel secondo negozio. Non sai come gestire un’impresa e non c’è modo che io possa lasciarti da solo con la tua scontrosità. Ho intenzione di lasciare l’attuale negozio a Chise.»

Tuttavia, Hiroaki strinse gli occhi dubbioso.

«Ehi, ascoltami attentamente. Prima di pensare di aprire un secondo negozio, avevo sempre pensato di dare il panificio e il terreno sotto di esso a Chise. E quando è successo, avevo pianificato di lasciare l’attività di panetteria tutto insieme.»

Hiroaki alzò di scatto la testa.

«Se hai intenzione di smettere, allora smetterò anche io. Mi piace cucinare, però…»

«Aspetta aspetta aspetta. Ascoltami prima.» Agi dovette impedire a Hiroaki di abbandonarsi ai suoi pensieri.

«Avevo programmato di smettere, ma ora che sei qui, sto riconsiderando le cose.»

Agi aveva svolto quel lavoro esclusivamente per aiutare Chise a mantenersi finché non si sarebbe alzata in piedi, e una volta che l’aveva aiutata a diventare indipendente, aveva pianificato di fare qualcosa di un po’ meno rigido come gestire un bar.

Tuttavia, il futuro non andava mai andato come previsto. Aveva incontrato Hiroaki. Da quando aveva perso Yuzuru a causa della sua stessa follia, Agi si era sentito come se avesse perso ogni ambizione, tutta la spinta a desiderare fortemente qualcosa per se stesso. Ecco perché aveva resistito così a lungo, per il bene di Chise, per il bene di Rio. Però…

“Devi trovare la felicità, Agi-san. Non posso riposare se non sei felice.”

Questo era quello che gli aveva detto Chise quando Hiroaki era stato ricoverato in ospedale, e Agi si rese conto che aveva fatto sentire la persona che voleva proteggere prosciugata ed esausta. Doveva aver pesato molto su di lei, essere diventata la ragione di vita di qualcun altro.

Si sarebbe sentito ancora in colpa nel futuro. Tuttavia, si era dovuto rialzare e finalmente fare un passo avanti. Non avrebbe mai sognato in un milione di anni che il suo partner sarebbe stato quell’uomo cupo e ostile di fronte a lui, ma beh, era impossibile prevedere cosa la vita avrebbe portato. Agi mangiò il panino alla crema pasticcera mentre fissava profondamente il suo amante. Aveva occhi molto simili al suo amico d’infanzia morto.

Quella era stata l’unica ragione per cui Agi aveva invitato il gatto che aveva visto. All’inizio, il gatto era stato ostile a tutto ciò che lo circondava, e c’erano cose che Agi si era domandato su di lui, ma Agi non aveva mai pensato di intromettersi nel suo spazio. Ma poi un giorno, il gatto si era gettato improvvisamente nel petto di Agi, il che gli fece desiderare di chiedere dove fossero finiti tutti gli strati e strati di apprensione, e il gatto iniziò a seguirlo ovunque andasse e ad aggrapparsi a lui.

Agi non sapeva davvero cosa fare in quel momento. Il gatto si era fidato così tanto di lui, ma cosa sarebbe successo se il veleno fosse entrato nel suo cibo? E ora che il gatto era diventato così indifeso, come poteva sopravvivere di nuovo fuori come un randagio? Agi era completamente perso per quello che aveva fatto.

Tuttavia, il gatto era stato sensibile ai dubbi di Agi.

Quando Agi notò che dietro tutto l’attaccamento, il gatto lo stava osservando attentamente, cercando di non creargli problemi, sentì che era inutile combatterlo. Agi avrebbe voluto abbracciare il gatto e dirgli che andava tutto bene, che non doveva più preoccuparsi. Probabilmente Agi era già innamorato di lui. L’amore era qualcosa che era completamente al di fuori del controllo di chiunque.

Agi sorseggiò il meraviglioso e fragrante caffè.

«Comunque, non ho ancora preso alcuna decisione definitiva su un secondo negozio. Non ti farò fare nulla che non ti piace, quindi non preoccuparti così tanto. Voglio solo che tu sappia che l’opzione è sul tavolo, tutto qui.» Quando Agi lo guardò con il chiarimento, Hiroaki annuì di rimando.

«… Sono contento. Ho pensato che forse ero d’intralcio qui.»

«Ascolta, prova a guardare i lati più luminosi delle cose.»

Agi rise dell’amante che a volte esagerava con i suoi pensieri negativi. Tuttavia, Hiroaki mantenne l’espressione scura sul suo viso e tirò fuori qualcosa dal taschino della camicia.

Agi si bloccò quando vide gli oggetti che erano stati messi sul tavolo. Un accendino rosso cremisi con il nome Hostess Bar Amaryllis e un biglietto da visita con il nome di una donna. Sul biglietto da visita c’era un messaggio scritto a mano in una grafia femminile rotonda che diceva: Portami fuori a cena la prossima volta, con un numero di cellulare.

«Che cosa sono?» Agi finse indifferenza. Non aveva altra scelta che farlo.

«Stavo facendo il bucato e li ho trovati nella tasca della tua camicia.»

Agi pensò: Oh, merda, ma non lo mostrò in volto. Hiroaki fissò lo sguardo su Agi che in qualche modo riuscì a mantenere la calma. Era abbastanza spaventoso avere quegli occhi scuri e penetranti, incorniciati dalla frangia lunga, che lo fissavano in quel modo.

«È solo un posto dove mi ha portato il vecchio capo di Futaba.»

Non c’era niente da nascondere, così glielo confessò, ma Hiroaki distolse lo sguardo.

«Ehi, conosci il barbecue vicino alla stazione. Si chiama Futaba. Il vecchio capo mi ha praticamente trascinato al bar quando ho avuto quella riunione l’altro giorno. Non volevo assolutamente andarci.»

Era la verità, ma per qualche motivo sembrava una scusa. Ad ogni modo, perché doveva difendersi semplicemente per essere andato in un bar per hostess? Era come un marito che non poteva competere con sua moglie, e non gli andava bene. Voleva ribattere che non voleva essere infastidito dal fatto di andare in un innocuo bar per hostess.

«… Comunque.» ​​mormorò Hiroaki e Agi si ritrasse con un sussulto. «Non è che ti sto criticando per questo. Puoi andare dove vuoi. Sono sicuro che a volte vuoi vedere una bella donna, e se ce n’è una che attira la tua attenzione, dovresti semplicemente chiedere di lei. Puoi chiedere la sua compagnia fuori o anche chiedere servizi dopo se ne hai voglia. Hai il diritto di fare quello che vuoi.»

Nonostante le parole, il tono della sua voce era piuttosto cupo. E perché Hiroaki era così esperto del sistema di bar per hostess? Agi poi ricordò che due giorni dopo la riunione, Hiroaki stava leggendo febbrilmente un libro di istruzioni sul business dell’intrattenimento notturno. Agi aveva pensato che fosse un libro strano da leggere per lui, quindi era quello il motivo.

«Hai trovato una donna che ti piace?» chiese Hiroaki con occhi depressi.

Agi indurì consapevolmente la sua espressione: «Se lo facessi, cosa faresti?»

Non poteva permettersi di comportarsi da timido in un momento come quello. Se non avesse risposto a ogni punto importante ora, sarebbe stato frustato per sempre. Quella posizione miserabile non stava accadendo sul suo orologio.

«Cosa faresti se trovassi una donna?» Agi inarcò profondamente le sopracciglia e incrociò le braccia: «Mi diresti che vuoi rompere? Sono qualcosa di così semplice per te?»

Hiroaki abbassò la testa scoraggiato. Bene, era così che doveva andare. E dopo il bastone sarebbe arrivata la carota. Agi avrebbe dovuto adularlo per rimediare, ma accadde qualcosa di inaspettato.

«Cavolo, sei un tale idiota. Ascolta. sono serio, sono perdutamente innamorato di…»

«Se ciò accadesse, lascerei il mio lavoro e me ne andrei.»

Cosa? L’ha detto davvero?

Agi impallidì dentro.

«Cosa farai se te ne andrai?»

«Affitterei un appartamento nelle vicinanze.»

Agi era confuso.

«E aspetterei di vederti venire a farmi visita.» mormorò Hiroaki con la testa ancora china: «Va bene se hai una donna che ti piace, ma quando hai tempo, vorrei vederti.»

Agi era di nuovo sbalordito. La negatività di Hiroaki aveva fatto una rivoluzione completa, e in qualche modo era andata positivamente in una direzione davvero strana. Agi voleva dirgli che il suo pensiero andava ben oltre, e a quel punto e che c’era qualcosa che non andava nella sua testa, ma entrambi erano cresciuti in ambienti difficili, e c’era una parte di Agi che in qualche modo lo capiva.

Non poteva mai ottenere le cose che cercava, e quando il dolore e la delusione erano tutto ciò che gli capitava, non voleva più essere ferito, e prima che se ne rendesse conto, si era nascosto sotto un guscio duro, e si sarebbe preso cura di tutti i suoi bisogni all’interno di quel guscio. Tuttavia, allo stesso tempo, era la persona che più desiderava uscire da quel guscio.

Agi guardò oltre il tavolo Hiroaki che teneva la testa china. Questo suo amante potrebbe essere una tale vera peste. Non capiva nemmeno quanto Agi si fosse innamorato di lui…  Tuttavia, lo rendeva anche così insopportabilmente carino che Agi non poteva trascurarlo. Si ricordò come il vecchio capo di Futaba si fosse lamentato di quanto fosse miserabile per un uomo essere frustato da sua moglie. Sospirò, era assolutamente d’accordo con lui.

«Hiroaki, vieni qui.»

Hiroaki alzò lo sguardo tra la frangia quando sentì Agi parlare.

«Dai, sbrigati e vieni qui.»

Quando Agi lo invitò di nuovo, come un gatto sgridato, Hiroaki si chinò su quel suo grosso corpo e lentamente si avvicinò.

«Siediti qui.»

Agi si diede una leggera pacca sul grembo e Hiroaki rifletté per un momento prima di sedersi con cautela sulle ginocchia di Agi. Era ridicolo che stesse cercando di non mettergli il peso addosso, e Agi gli disse di sedersi correttamente, lo abbracciò per la vita e lo tirò su con fermezza.

«Più di qualsiasi bella donna là fuori, sei il più carino ai miei occhi.» Agi sussurrò i suoi veri sentimenti all’orecchio di Hiroaki, con una voce dolcissima.

Tuttavia, Hiroaki fece una smorfia spaventata: «Stai mentendo. Non è possibile che un uomo enorme come me sia carino.»

«Non mi interessa cosa pensa il resto del mondo, ma per me sei dannatamente carino.»

Hiroaki strinse le labbra in uno sbuffo. Dio, era testardo nella sua negatività.

«Non sto mentendo. Anche con la tua personalità cupa, anche con il tuo grosso corpo, anche se sei pesante quando cerco di portarti, anche se non sei così vistoso, e anche se i tuoi occhi sono più minacciosi di qualsiasi delinquente che puoi trovare per strada.»

«Mi stai solo prendendo in giro.»

«Eppure sei molto, molto più carino di qualsiasi donna in un bar di hostess. Mi stavo vantando di te con tutti alla riunione, lo sai. Sei il mio gattino.»

«… Nghh, chi stai chiamando gattino?» Hiroaki voltò freneticamente il viso dall’altra parte. Le sue guance stavano lentamente diventando rosse.

«Seriamente, sei così dannatamente carino.»

Agi arruffò i capelli di Hiroaki e baciò le sue guance rosse e ardenti. A destra, a sinistra e sulla punta del naso, e anche sulle sue labbra, ovviamente. Hiroaki lasciò che Agi facesse ciò che voleva. Ogni volta che veniva trattato gentilmente, ogni volta che era felice, questo gatto non sapeva cosa fare e si limitava a tacere. Lo rendeva ancora più carino.

«Cucinerai di nuovo per me la prossima volta?» chiese Agi, cercando di convincerlo a tornare e Hiroaki fece una faccia seria.

«Cosa vuoi che prepari?»

«Qualsiasi cosa, a patto che tu la cucini per me.»

«Dimmi quello che vuoi. Cucinerò qualcosa di speciale solo per te, qualcosa di diverso da quello del negozio.»

Doveva dire qualcosa di così carino di nuovo. Agi seppellì il viso nella maglietta di Hiroaki e sussurrò: «Hmm, vediamo.»

Panini alla crema pasticcera con un sacco di crema pasticcera all’interno. Danesi alla frutta. Fragole per la primavera, ciliegie per l’estate e mele per l’autunno. Pane al formaggio e pancarrè con scorza d’arancia. Ogni cosa sarebbe andata bene, ma… 

«Per ora, voglio mangiare te.»

Hiroaki fece un’espressione indescrivibile sul viso. Poteva essere imbarazzato; poteva essere arrabbiato.

«Ma è ancora mezzogiorno.»

Ma avvolse le braccia intorno al collo di Agi mentre diceva quelle parole e lui lo tenne stretto.

Era un primo pomeriggio del loro giorno libero e lui poteva sentire il dolce profumo dei pasticcini del suo amante.

Epilogo

Ciao a tutti. O forse piacere di conoscervi. Sono Nagira Yuu. Grazie mille per aver raccolto questo mio umile lavoro.

Prima di tutto, un po’ di background. Questa storia è incentrata su Kase Hiroaki, un personaggio apparso per la prima volta nel libro “A Gentle Kiss at Daybreak” pubblicato da Hanamaru Bunko. Vorrei ringraziare ancora una volta Hanamaru Bunko per aver accettato questa storia spin-off e Takashina Yuu-sensei per il meraviglioso mondo che ha creato con le illustrazioni del libro precedente.

Ho ricevuto molti feedback dai lettori quando il libro precedente è stato pubblicato per la prima volta, dicendo che avrebbero voluto leggere una storia che vedeva Kase come protagonista. Anch’io volevo davvero scrivere la storia, ma non riuscivo a trovare l’opportunità giusta per farlo, e quindi sono incredibilmente felice di essere in grado di pubblicare la storia con Platinum Bunko questa volta.

Quando stavo scrivendo lo spin-off, nella mia mente era un affare fatto che Kase sarebbe stato il bottom qui, ma forse questo particolare sviluppo fa dire ad alcuni dei lettori precedenti: «Cosa?»

Nel libro precedente, Kase aveva preso a pugni e calci e aveva provocato un tentativo di suicidio. Quindi sì, era una persona piuttosto terribile. Puoi vedere un assaggio di chi è davvero Kase alla fine di quel libro, e si separa con qualche speranza in vista, ma uno come lui non può trasformarsi in una brava persona da un giorno all’altro. E così, per questo libro, mi sono concentrata su ciò che era necessario affinché lui potesse cambiare e su come scrivere e trasmettere quel processo.

Avevo bisogno di qualcuno che non si lasciasse trascinare dall’oscurità di Kase, che vivesse al suo ritmo, ma che fosse un adulto che capisse il dolore degli altri. E quello che è venuto fuori da quelle condizioni è stato il carattere di Agi-san. All’inizio era un vecchio stoico che non parlava davvero, ma poi tutte le scene con Kase sarebbero state così:

«…»

«…»

«…»

Sarebbe stato piuttosto brutto, quindi ho dovuto rifare il suo personaggio. E Kase non è all’altezza della sfida di indovinare cosa potrebbe pensare un vecchio stoico! Probabilmente non si sarebbero mai chiarite le cose se Agi fosse stato il tipo stoico, e oltre alle incomprensioni, nell’ultima scena probabilmente sarebbe finita con Kase colpito a morte. Sono contenta di aver reso Agi uno Zio un po’ comico perché temevo che la storia potesse diventare troppo cupa e sono sollevata che non sia così.

Kase probabilmente non diventerà mai una persona amichevole e sarà sempre qualcuno che scivola in modalità negativa alla più piccola cosa e volta le spalle al mondo. Ma Agi ama Kase così com’è, quel bambino che si è nascosto nel profondo di se stesso ed è cresciuto in quel modo, e spero che insieme a lui, Kase possa raccogliere lentamente l’affetto che non ha mai avuto. Oh, e Chise, Rio e Croissant, il gatto, mi hanno davvero aiutato molto a creare un’atmosfera calda e accogliente.

Con la storia principale così com’è, sono stato in grado di scrivere un racconto molto più soffice alla fine dal punto di vista di Agi. Kase è un uomo grosso, parla a malapena e non si avvicina mai ad altre persone, e Agi è assolutamente innamorato di lui. Si rifiuta di essere frustato, ma è già troppo tardi. E Kase è ancora sempre negativo in modi strani e inaspettati anche se è amato così tanto. Normalmente non ho molto interesse per una coppia dopo che si mettono insieme, e mi spaventa quanto posso scrivere su questi due in una felice vita amorosa insieme.

Kase ha visto tutta questa infelicità e sfortuna per tutta la sua vita, e sono incredibilmente contenta come creatrice che sia stato in grado di trovare un approdo così felice per se stesso. Tutto il meglio a questi disgustosi uccellini dell’amore!

Avevo chiesto a Kasai Rikako-sensei di fare le illustrazioni per il libro. Ero molto esigente riguardo alle immagini di Kase, dato che è alto 180 centimetri ed è stato un top, e so di averle causato molti problemi. Vorrei ringraziarla così tanto per aver ascoltato le mie richieste testarde e per averle soddisfatte così fedelmente. La copertina ha Kase che tiene le ginocchia al petto con gli occhi rivolti verso Agi, e Agi che guarda Kase con lo stesso sguardo. Questa singola illustrazione descrive perfettamente la loro relazione e penso che sia così meravigliosa. E adoro Croissant che si attacca a Kase senza un motivo speciale, e non vedo l’ora di vederlo in tutta la sua gloria. Grazie ancora, Kasai-sensei.

E al mio editore. Questa è la prima volta che lavora con me in un ruolo completo come questo, e ha anche preso le redini del precedente editore. Grazie per avermi detto che è tuo compito come editor apportare modifiche quando a volte si verificano problemi. Mi ha rassicurato molto sentirlo.

A tutti i miei lettori. Vi è piaciuta la storia questa volta? Sono sicuro che ci sono molte persone che non sanno cosa pensare del passaggio da un top a un bottom, ma personalmente mi sono divertita molto a scrivere di un uomo grosso e ostile che diventa quasi come una fanciulla ma solo davanti a chi ama. Se hai commenti o feedback, mi farebbe piacere se potessi inviarli all’editore.

I miei ultimi due lavori hanno contenuto storie pesanti e protagonisti oscuri, quindi penso che il mio prossimo lavoro sarà una storia più commovente. Ci sono volte in cui mi preoccupo che il mio stile di scrittura sia vagante, ma ultimamente ho accettato che forse il fatto che il mio stile non sia mai fisso è il mio stile. Voglio fare del mio meglio per continuare a scrivere le storie che sono vere per me. Spero che tu possa restare con me in futuro.

E spero di rivederti la prossima volta.

Nagira Yuu

Luglio 2012

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