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BELOVED ENEMY – CAPITOLO 8

La mattina presto, Gu Qing Pei scese le scale alle sette del mattino. L’auto di Yuan Yang era  parcheggiata nel parcheggio sotterraneo dove era sceso ieri. Fumava vicino alla macchina.

Indossava uno dei nuovi abiti che avevano acquistato ieri e, con le spalle larghe, le gambe lunghe e il corpo snello ma muscoloso, sembrava un ragazzo da copertina per come gli stava l’abito.

Gu Qing Pei salutò con un sorriso: «Yuan Yang… sei in anticipo!»

Yuan Yang alzò gli occhi al cielo, spense il mozzicone della sigaretta e accese la macchina.

«Abbastanza presto sembra, hai già mangiato?»

«No.»

«Ho chiesto a Lao Zhao, la compagnia serve la colazione; ho sentito che è abbastanza buona, quindi dopo possiamo andare in compagnia e mangiare lì.» Gu Qing Pei si sedette, allungò la mano e accese la radio, cercando un canale di notizie.

Yuan Yang lo guardò ma non parlò. Gu Qing Pei lo guardò a sua volta e pensò che Yuan Yang non avesse ancora parlato con suo padre, altrimenti quel ragazzo non sarebbe rimasto così calmo.

Quindi chiese casualmente: «Non hai discusso della tua esperienza di lavoro con tuo padre?»

Yuan Yang non lo guardò nemmeno. «Non vivo con lui.»

Gu Qing Pei continuò: «Quanto spesso vai a casa? I miei genitori abitano in campagna. Torno ogni mese o due. Quando vivi così vicino, devi andare a trovarli più spesso.»

Yuan Yang si accigliò: «Parli troppo.»

Gu Qing Pei socchiuse gli occhi: «Sono responsabile per te.»

La faccia scura di Yuan Yang divenne ancora più nera. Quella mattina era già incazzato dal fatto di dover incontrare Gu Qing Pei così presto. Perché Gu Qing Pei continuava a parlare e parlare? Voleva davvero infilargli qualcosa in bocca e zittirlo.

Dopo aver raggiunto la compagnia, Gu Qing Pei si sedette alla sua scrivania e ordinò: «Portami un porridge. Non amo le uova, quindi se non c’è il porridge prendi gli spaghetti.»

Yuan Yang si fermò, si voltò, e lo guardò intensamente con lo stomaco pieno di rabbia.

Scese al piano di sotto e fece una piacevole colazione; poi, dopo aver finito, comprò quella di Gu Qing Pei e la portò di sopra.

In quel momento, il suo cellulare squillò. Guardò e scoprì che era Peng Fang, che aveva due anni meno di lui ed era un compagno di giochi d’infanzia. Quel ragazzo non era disposto a sopportare difficoltà, situazioni di vita o di morte e quindi non era entrato nell’esercito con lui. Ora stava facendo affari, il che era un’impresa impressionante.

Premette il pulsante di risposta della chiamata: «Ehi, Peng.»

«Cosa fai?»

«Sto lavorando.»

«Hai detto lavorare, ti ho sentito bene? In che università ti sei iscritto? Non volevi tornare nell’esercito?»

«Cazzo, l’esercito è dove voglio andare. Invece sono stato costretto da mio padre a lavorare nella sua compagnia.»

«Ah ah ah ah, interessante. Cosa ci fai lì? Stai in piedi a fare la guardia di sicurezza?»

«Vaffanculo.»

«Vedo quanto tempo sei rimasto senza lavoro… ma perché tuo padre non può lasciarti andare?»

«Ah! Non solo mio padre non mi ha lasciato andare, ma ha anche trovato un lavoro stupido per me… parlare di lui mi fa arrabbiare.»

«Cos’è successo?»

Yuan Yang era arrabbiato e non poté fare a meno di sparlare di Gu Qing Pei.

Peng Fang stava ridendo fino a quando il suo stomaco non si strinse per il dolore.

«Quest’uomo ha le palle d’acciaio. Abbiamo il coraggio di provocare chiunque, e certamente non veniamo mai battuti; anzi non sappiamo nemmeno che sapore abbia la confitta. Ti aiuterò ad impartirgli una lezione.»

«No, l’ho promesso a mio padre; non inizierò ad avere problemi con lui. Quest’uomo che si veste così alla moda sa com’è la situazione. Non credo che non riesca a capirla.»

Peng Fang rise di lui. «Troppo interessante! Ma Yuan Yang se vuoi tornare nell’esercito, ti dico che non è realistico. Chi oserà aiutarti andando contro tuo padre? Stai pensando a cosa fare dopo?»

«Lo so, non ripeterlo… mi fa arrabbiare.»

«No, non arrabbiarti. Ma potresti anche accettare la realtà. In effetti, il mondo esterno non è male, sono disponibili meravigliosi piaceri nel mondo.»

«Forse un giorno, al risveglio, lo capirò. Non avvisarmi ora, chiunque proverà a darmi dei consigli verrà spedito al pronto soccorso.»

«Ok, ok cazzo… vieni a mangiare con me stasera.»

«Ok, scrivimi l’indirizzo per messaggio.»

«Va bene.»

Riagganciando il telefono, Yuan Yang ricordò che stava ancora tenendo la colazione di Gu Qing Pei tra le mani. Erano le otto e mezza ormai e Yuan Yang sapeva che Gu Qing Pei lo avrebbe fissato a morte.

Di nuovo in ufficio, Gu Qing Pei stava parlando con un manager. Quando Yuan Yang entrò nella stanza, Gu Qing Pei lo fissò a morte proprio come aveva previsto. Gli indicò cosa doveva fare usando gli occhi. Yuan Yang mise la colazione sul tavolino; uscì, si sedette sul divano di fronte all’ufficio e iniziò a giocare.

Dopo più di mezz’ora, il direttore uscì e Gu Qing Pei gridò dall’interno: «Xiao Yuan, vieni dentro.»

Yuan Yang prese le cuffie dal tavolo e se le infilò nelle orecchie continuando a giocare.

Gu Qing Pei lo chiamò due volte e quando non ebbe risposta, andò ed aprì la porta per vedere Yuan Yang concentrato a giocare con il telefono. Gu Qing Pei andò e gli spostò una cuffia: «Entra, non mi hai sentito quando ho chiamato? Se non entri, tirerò il cavo.»

Yuan Yang lo guardò con impazienza: «Cosa fai?»

«Entra.»

Yuan Yang era così infastidito che desiderava che Gu Qing Pei morisse, eppure si alzò ed entrò aggressivamente nell’ufficio.

Gu Qing Pei si sedette a fare colazione e mentre mangiava parlò: «Ti sei scordato del cartellino questa mattina?»

Il pugno di Yuan Yang battè come un martello sul tavolo e la zuppa si riversò. Fortunatamente, Gu Qing Pei si mosse in modo tempestivo e non una goccia gli sporcò i pantaloni. Scosse la testa. «Questo giovane è davvero esplosivo.»

Yuan Yang serrò i denti per la rabbia: «Mi prendi in giro tutto il giorno, non sei stanco?»

«Non assillo solo te. Ho chiesto a tutti i membri dell’azienda di rispettare le regole. Tu ed io non facciamo eccezione. Certo, non ho bisogno di dare un pugno alla macchina dei cartellini ma lo timbro anche io. Però vuoi che ignori il tuo ritardo e non posso perché non ti stavo prendendo in giro l’altro giorno. In effetti, quelle parole che ho pronunciato erano pensate per te. Sei stato un soldato, credo che tu sia molto organizzato e disciplinato, e l’unica ragione per cui non puoi farlo è perché non sei disposto a farlo. Odi questo posto? Bene! Però mi dispiace se pensi di poter infrangere le regole. Se ti do margine, allora dovrei darlo a tutti… per questo non farò un’eccezione con nessuno.»

Gu Qing Pei guardò il tavolo. «Ora è il momento di dare un pugno alla carta. In un’ora puoi risparmiare… 50 dollari. In futuro, quando te la chiedo, mi porti la mia colazione entro venti minuti. Non andare a mangiare prima di me. Sono un po’ di regole che devi capire.»

Yuan Yang strinse i pugni perché voleva davvero afferrare Gu Qing Pei per picchiarlo male. Nessuno lo aveva mai fatto infuriare così tanto… ancora ed ancora. Gu Qing Pei mirava a lui fin dall’inizio, aveva usato la sua pazienza per quasi una vita intera e dubitava di come lo avrebbe tollerato ancora.

Gu Qing Pei lo guardò: «Vai a farlo.»

Yuan Yang trattenne l’impulso di ucciderlo e lasciò il posto prima che il suo autocontrollo svanisse.

Gu Qing Pei aspettò che se ne andasse e, segretamente, si sentì sollevato. Ogni giorno sembrava toccare la fine della pazienza di Yuan Yang e ogni giorno si salvava. In effetti, non era un bene; Yuan Yang lo aveva già picchiato due volte e lui aveva già informato Yuan Li Jiang.

Di conseguenza, Yuan Yang non aveva ancora mostrato di riuscire a calmarsi. Invece, era troppo tollerante. Era davvero preoccupato di dover sopportare così tanto. Un giorno ci sarebbero state serie conseguenze in tutta questa situazione, una volta che la situazione di stallo si fosse rotta.

Se le cose potevano essere risolte pacificamente, Gu Qing Pei voleva evitare di essere picchiato in futuro; ma Yuan Yang era troppo sconvolto e considerava il lavoro in azienda come un problema che si contrapponeva ai suoi stessi interessi, e che gli impediva di andare avanti.

Il grave problema era che Yuan Yang nutriva un profondo disgusto per quel lavoro ed era impossibile invertire quel tipo di pensiero così facilmente. Yuan Yang ignorava palesemente le regole e, anche dopo così tanti avvertimenti, non aveva ancora mostrato segni di cambiamento. Yuan Li Jiang lo aveva davvero messo in difficoltà.

La società aveva iniziato a lavorare in modo abbastanza rapido e nel pomeriggio il manager presentò la prima bozza del sistema di partecipazione.

I dipendenti avevano lavorato in modo aggressivo, due volte più duramente per compiacere il nuovo leader… la situazione era equivalente al cambio di dinastia.

Gu Qing Pei aveva esaminato attentamente la bozza e l’aveva letta di nuovo solo per sicurezza prima di apportare alcune lievi modifiche, in modo che le persone che lo avevano scritto potessero tornare indietro per cambiarlo immediatamente.

Dopo che l’impiegato finì le modifiche apportate da Gu Qing Pei, il documento fu inviato tramite il sistema di posta dell’azienda. Tutti i dipartimenti realizzarono copie cartacee per impararlo a memoria.

Gu Qing Pei aprì deliberatamente la porta, ne consegnò una copia a Yuan Yang e gli disse: «Le regole di partecipazione devono essere rigorosamente seguite e attuate come scritto. Tutte le violazioni delle regole verranno punite, dai un’occhiata più da vicino.»

Yuan Yang lo prese e lo gettò direttamente nella spazzatura.

Gu Qing Pei aggiunse: «Ne esiste una versione elettronica nell’e-mail aziendale, quindi leggilo.»

Vedendo Yuan Yang ignorarlo, Gu Qing Pei non si sentì in imbarazzo. Invece rincarò la dose: «Vai in concessionario con il vecchio Zhao nel pomeriggio. Ho sentito che è arrivata in anticipo la macchina per me, quindi vai e controlla se ci sono eventuali problemi. A partire da domani guiderai quella.»

Yuan Yang disse: «Hai mani e piedi, non puoi guidare da solo?»

«Vuoi che guidi io quando ho assunto un autista per farlo… non ha senso. Anche questo fa parte del tuo lavoro, quindi ora vai con Lao Zhao e guida con prudenza.»

Gu Qing Pei uscì dal suo ufficio, mentre Yuan Yang era ancora seduto sul suo divano, pensando a come dare una lezione al suo capo.

I due non sapevano molto l’uno dell’altro e Yuan Yang non sapeva come colpirlo per i suoi errori. Se solo suo padre non fosse stato coinvolto in tutto questo, avrebbe pensato a diecimila modi per far inginocchiare Gu Qing Pei davanti a lui e farlo pregare per avere pietà.

Yuan Yang si strappò i capelli nel pensarci.

Quel pomeriggio, Yuan Yang andò con Lao Zhao per ritirare la macchina di Gu Qing Pei e quando tornò, gli impiegati avevano già iniziato a lasciare il lavoro. Gu Qing Pei scese con la borsa del computer e li vide in piedi nella parte anteriore dell’edificio. Quindi chiese: «L’auto è arrivata?»

Lao Zhao consegnò la chiave a Yuan Yang «Direttore Gu, vieni a dare un’occhiata.»

«Va bene. Tanto sarà usata solo per andare da casa al lavoro. Xiao Yuan, andiamo.»

A Gu Qing Pei non importava che la compagnia gli desse quella macchina precisa; in ogni caso non sarebbe stata di sua proprietà, quindi bastava che corrispondesse alla sua identità e al suo status. Lasciò quindi asciò che Yuan Yang lo portasse a casa.

Zhao Yuan lo aveva invitato a cena e doveva cambiarsi i vestiti prima di poterla vedere.

Sebbene avessero divorziato da molti anni, avevano mantenuto un buon rapporto e si incontravano regolarmente per aggiornarsi sulla loro vita.

Dopo averlo portato a casa, Yuan Yang se ne andò. Doveva incontrarsi con alcuni amici per cena. Dopo cena, andò al nuovo bubble bar per divertirsi. La sera si divertiva con i suoi amici e nel mentre si lamentava di Gu Qing Pei. Si sentiva molto meglio.

Dopo che Gu Qing Pei si cambiò, guidò la propria auto per incontrare Zhao Yuan. Ormai Yuan Yang era già impegnato a ubriacarsi in un hotel con alcuni amici.

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