EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 24

Non serve aspettare 

– Praram –

Strizzai gli occhi quando la luce colpì le mie palpebre. I raggi del sole che filtravano dalla finestra iniziavano ad infastidirmi, così mi avvicinai alla persona che dormiva al mio fianco. La stessa persona che non mi aveva fatto dormire tranquillamente la notte prima. Fortunatamente mi aveva abbracciato prima di addormentarsi, e il calore di Nuea mi aveva aiutato a riposare un po’. Guardai il ragazzo disteso di fianco a me, non capivo perché si fosse arrabbiato con me, cosa avevo fatto di sbagliato? Solo, non volevo fosse arrabbiato con me a lungo.

Big ed io ci conoscevamo da tempo. Gli piacevo quando era ancora al liceo. Quella sera era venuto per salutarmi e poi avevamo iniziato a chiacchierare finché non è arrivato quel ragazzo geloso. Sapevo che le parole di Big avevano ferito Nuea, ma non c’era alcun bisogno di prenderlo a pugni. Quando lo aveva colpito era rimasto scioccato, non sapevo cosa fare. Ero confuso, non sapevo cosa dire alle persone di fronte a me; la prima cosa a cui pensai fu chiedere scusa a Big.

Non credevo che Nuea fosse ancora geloso del mio passato, io non pensavo più nemmeno al fatto che gli era piaciuto Mark. Non credevo che le mie azioni l’avrebbero ferito così tanto, almeno fino a quando Kan non me lo aveva spiegato; in quel momento raggiunsi immediatamente Nuea.

«Sei la persona che ama, la persona a cui tiene di più. Mostrando interesse per qualcun altro più che per lui lo sconvolgi. Se fossi stato al suo posto e Bar avesse fatto quello hai fatto tu, avrei fatto esattamente lo stesso.»

Dopo aver ascoltato le parole di mio fratello, iniziai a sentirmi in colpa per come avevo trattato Nuea.

«Se sei sveglio vai a farti una doccia.» disse la voce roca ancora impastata dal sonno del ragazzo vicino a me. Alzai lentamente lo sguardo su Nuea. Aveva alleggerito la presa sul mio corpo nonostante mi avesse abbracciato tutta la notte, quindi pensai che allontanarmi un po’ sarebbe stata la cosa giusta.

Solo in quel momento capii che quelle emozioni erano difficili da affrontare. Non volevo più litigare con lui, ma sapevo che probabilmente Nuea non mi avrebbe ascoltato. Provai ad alzarmi dal letto, ma il mio cuore stava soffrendo talmente tanto che non riuscivo neppure a muovermi. 

«P’Nuea…»

«Ho detto di fare la doccia. Se non vuoi farla, vado io per primo.» 

Rimasi lì sdraiato sul letto senza riuscire a muovere un muscolo, mentre Nuea si mise a sedere scostando via le coperte prima di alzarsi. Non riuscii a trattenerlo con me; si limitò a voltarsi per guardarmi lí steso sul letto prima di scomparire dietro la porta del bagno. 

Da un momento all’altro… da un momento all’altro le lacrime avrebbero inondato il mio volto. 

Se solo avessi saputo prima che svegliandomi avrei trovato il suo viso impassibile, sarei rimasto a dormire. Era stato così bello dormire tra le sue braccia tutta la notte fino al mattino tardi.

Presi il telefono e chiamai Pralak, non riuscivo più a sopportare quella situazione. Anche Pralak mi rimproverò, proprio come aveva fatto Tossakan. 

«Non ripeterlo Pralak, altrimenti piangerò.»

[Devi riconciliarti con lui. So che avevi buone intenzioni, ma alla fine quello che ne è uscito ferito è stato lui.]

«Non so cos’altro fare per riconciliarmi con lui.»

[Hai provato di tutto?]

«Si, penso di averlo fatto.»

[Allora l’unica soluzione è ingannarlo. Terrai anche tu il broncio, funzionerà di sicuro fidati.]

«Dovrei mettergli il broncio?»

[Si ascolta. La persona che lui ama sei tu, quindi se fingi di essere arrabbiato con lui, cercherà di sicuro di riconciliarsi con te, proprio come stai facendo adesso tu con lui.]

«Secondo te mi amerà anche se non mi comporterò in modo carino?»

[Non devi comportarti per forza in modo carino, ti basta mettere il broncio e lo sarai ancora di più. Mi raccomando però, non rendergli il gioco facile.] Dalle parole di Pralak riuscii a scorgere una nota di stanchezza.

«Pralak stai cercando anche tu di riconciliarti con qualcuno?» chiesi poi al mio gemello.

[Non sto nascondendo nulla, non preoccuparti. Solo… non capisci mai quello che ti dico.] Il mio gemello quel giorno era davvero di malumore.

«Va bene, ma se stai cercando di fare pace con qualcuno, ti auguro di avere successo.» lo presi in giro.

[Devi imparare a sopravvivere da solo prima di augurare il successo a qualcun altro.]

«Sorridergli in modo così carino.» Ero appena entrato nel bagno prima che la persona che stava asciugando i capelli parlasse.

«Stavo parlando con Pralak.» spiegai a voce bassa prima di alzare lo sguardo su di lui. «Cioè, non stavo parlando con nessuno.» 

«Pensavo stessi parlando con la persona che ti piaceva.» Era ancora sarcastico; Nuea si voltò fingendosi disinteressato.

«Non ci siamo mai piaciuti a vicenda, era a lui che piacevo. Non mi è mai piaciuto nessuno tranne te.» Entrai definitivamente in bagno. Ero davvero sconvolto e arrabbiato, esattamente come lo era lui.

Non sapevo come far migliorare le cose. Non avevo mai avuto un ragazzo prima di Nuea, non avevo mai dovuto riconciliarmi con qualcuno, al massimo con mia sorella, ma con lei bastava un regalo e un dolce sorriso e tutto sarebbe tornato come prima. 

Con Nuea davvero non sapevo cosa fare.

Scendemmo al piano inferiore e Nuea si diresse subito in cucina. Probabilmente stava preparando la colazione dato che Bar non era ancora sceso. In soggiorno c’erano persone che dormivano in ogni dove anche a terra, alcune si erano svegliate, ma erano assonnati mentre altri dormivano beatamente. Quelli invece già svegli e in forze stavano raccogliendo la spazzatura in giardino lasciata dal caos della notte precedente.

«Oh, sei già sveglio! E Nuea?» domandò Vee quando uscii fuori. Vee era fuori a raccogliere l’immondizia così decisi di aiutarlo con le bottiglie di birra e gli altri rifiuti. 

«Forse è andato a cucinare?» risposi.

«Non avete ancora fatto pace?»

«No.» Scossi la testa, prima di guardarlo per chiedendogli aiuto; Vee in risposta scosse il capo.

«Non so come aiutarti. Nuea non è mai stato così con nessuno. È la prima volta che lo vedo così turbato. In passato tutte le altre persone lo hanno sempre assecondato su tutto perché terrorizzate all’idea di essere lasciate. Solo con te si comporta in questo modo.» mi spiegò Vee.

«Praram, Kan mi ha detto che ieri sera hai litigato con Nuea.» Bar parlò raggiungendoci e io mi voltai a guardarlo triste in volto.

«Non so come riconciliarmi con lui, P’Bar.» 

«Cercherò di darti qualche consiglio.»

«Cosa dovrei fare?» Mi precipitai da lui supplicando.

«La prima cosa da capire è la motivazione. Perché è arrabbiato con te? Ad esempio, se hai dimenticato di prendergli qualcosa esci e vallo a prendere. Se dimentichi un giorno importante, il giorno successivo devi renderlo ancora più speciale. Scusarsi non basta.» spiegò Bar dandomi una pacca sulla spalla.

«Hai detto che sta cucinando vero? Vai ad aiutarlo, io e Bar sveglieremo tutti gli altri.» mi incoraggiò Vee.

Arrivai in cucina cercando Nuea con lo sguardo. Era lì con una leggera t-shirt bianca che svolazzava ogni volta che si muoveva o che alzava le braccia per prendere qualcosa.

Stava preparando probabilmente del Tom Yam, riuscivo a sentire il profumo e vedere i gamberi sgusciati che stava scartando. Mi avvicinai a lui, ma continuava a fare finta che non esistessi. Mi avvicinai fino ad essere al suo fianco, ma lui non mi degnò neppure di uno sguardo.

Dopo avermi osservato si voltò come se non avesse visto nulla, continuando a fare quello che stava facendo.

«P’Nuea.» dissi afferrandogli la mano con la quale stava sbucciando un altro gambero. 

«Sono di fretta.» Parlò stranamente in modo dolce, quindi lasciai la sua mano.

«Cosa devo fare per non farti arrabbiare così?»

«Non sono arrabbiato.» rispose lui.

«Non è vero, si che lo sei.» Continuava a negare, ma si poteva notare facilmente quanto fosse turbato. 

«Dipende da te. Quando si sveglia fammelo sapere e andrò a scusarmi.»

«P’Nuea…» Lo chiamai a bassa voce, alzai la mano per toccargli il braccio ma lui lo tirò via prima che potessi raggiungerlo.

«Non hai ancora finito? Si sono svegliati tutti e si lamentano perché sono affamati visto che sono in post sbornia.» Arrivò Vee a chiedere di sbrigarci. 

«Manca solo il Tom Yam. Se sono così affamati possono mangiare il riso bollito che ho già preparato.» Nuea indicò la pentola vicino a me. 

«È davvero un bene che tu abbia preparato del riso, Big si è fatto male alla bocca e non sa davvero come mangiare. Cosa mi sono persa ieri sera? Qualcuno ha litigato?» YiWa entrò in cucina. Nuea non disse nulla, si limitò a guardarmi per poi tornare a sbrigare le sue faccende. Non sapevo cosa rispondere, così mi voltai verso Vee supplicandolo con lo sguardo di aiutarmi.

«Si, qualsiasi problema ci sia stato, lascia perdere. Digli di prendere del riso. Io ne prendo solo un po’ per Mark.» Vee si avvicinò ed io mi spostai in modo che potesse prendere un piatto. 

«Allora prendine un po’ anche per lui.» disse Nuea rivolgendosi a me.

«Vuoi che porti il riso a P’Big?»

«Si.» 

«Va bene, io aspetto il Tom Yam. Praram può portare tranquillamente il riso a Big, è nella prima fila dove c’è il gruppo di Pin.» disse YiWa avvicinandosi a Nuea per aiutarlo. 

Guardai Nuea, stava forse cercando di ferirmi perché sapeva benissimo che non volevo farlo? Sapeva troppo bene però, che avrei fatto qualsiasi cosa per lui. Non volevo più litigare con lui, mettermi nei guai o che mi parlasse in modo così sarcastico. Allora cosa stava cercando di dirmi chiedendomi di portare il riso a P’Big?

Alla fine presi il riso ed uscii dalla cucina, non mi preoccupai troppo di parlare con Nuea. 

Lo feci solo perché me lo aveva chiesto lui, altrimenti non avrei mai portato la colazione a Big; per giunta quella era la colazione che aveva preparato Nuea… avrei preferito mangiarla io piuttosto. 

«Ragazzi potete andare a prendere un po’ di riso, P’Nuea ha finito di prepararlo.» parlai rivolgendomi a tutti i senior.

«Puoi andare a prendermene un po’?» disse Yoo scherzando ed io sorrisi di rimando.

«No, non può.» La voce severa di Nuea arrivò alle mie spalle, stava portando in tavola la zuppa di Tom Yam con i gamberetti.

Fuse si avvicinò a Nuea per prendere un po’ di zuppa, subito seguito da Kampan. Uno dopo l’altro arrivavano per riempire la propria ciotola per poi tornare a sedersi.

«Sono talmente arrabbiato. Può avere un buon odore ed anche un buon aspetto, ma noi non possiamo mangiarlo.» Yoo era dispiaciuto.

«Sono geloso che Nuea abbia Praram, è un ragazzino così gentile, ti sorride dolcemente e ti fa sentire a tuo agio.» commentó Pin.

«Non lo fa affatto.» rispose freddo Nuea, mentre il suo amico lo guardava confuso. 

«Ecco a te, prendi il riso P’Big.» Passai dietro Nuea e portai la ciotola a Big mentre la persona che aveva preso a pugni il ragazzo malconcio mi guardava confuso. Il bel ragazzo ferito mi sorrise io spostai lo sguardo su Nuea che continuava a guardare nella nostra direzione. Per un istante i nostri occhi si incrociarono, leggevo chiaramente dalla sua espressione che fosse deluso, confuso e sconvolto.

Perché era arrabbiato? Mi aveva detto lui di farlo.

«Cosa stai facendo Praram?» chiese Kan, ma non riuscii a rispondergli. Tutti stavano guardando la tensione che c’era tra me e Nuea con aria confusa.

«Ma cosa sta succedendo?» si intromise Pin.

«Io e Praram.» 

Nuea deglutì a fatica alla risposta di Big, tanto che riuscii a sentire il suono da lontano.

«P’Big!» Richiamai la persona seduta vicino a me anche se con la coda dell’occhio guardavo il ragazzo che mi interessava davvero.

«Si, Praram?»

«Sono il ragazzo di Nuea.» dissi cercando il mio ragazzo con lo sguardo. Nuea si voltò a guardarmi in attesa della mia prossima mossa. 

«Questo lo so già, me lo hai detto ieri sera, quindi cosa…» 

«Lo amo e non ho alcuna intenzione di rompere con lui.» Tagliai corto interrompendo Big. Mi avvicinai Nuea e lo tirai per il polso in modo da essere più vicini. Mi alzai sulla punta dei piedi e posai le mia labbra contro le sue.

«Eh…»

Nuea rimase talmente scioccato che spalancò gli occhi. Cercai di scappare dal suo sguardo prima di chiudere gli occhi. Tenni le labbra sulle sue per un po’ di tempo. Non sapevo cosa stavo facendo, ma semplicemente volevo far sta bene la persona che avevo di fronte. 

Nuea rimase immobile per qualche istante prima di ricambiare il bacio, posando delicatamente le sue labbra sulle mie. Le mordeva e le succhiava finché io non aprii la bocca e permisi alla sua lingua di entrare. Non era un bacio violento, ma era così bello che non riuscivo neppure a spiegarlo.

La sua lingua bagnata delineò i bordi dei miei denti prima di passare a stuzzicare la mia lingua. All’inizio cercai di scappare, ero confuso e non sapevo come comportarmi. Però, una volta che la sua lingua aveva toccato dolcemente la mia, cedetti alla tentazione e mi lasciai andare. Lasciai che mi guardasse e mi baciasse a suo piacimento. 

La cosa che volevo di più al mondo in quel momento era rendere felice Nuea.

Non mi resi conto da quanto tempo ci stavamo baciando, in più avendo gli occhi chiusi non avevo idea di cosa stessero facendo le persone intorno a noi. Tutto quello che potevo fare era muovere la mia bocca contro quella di Nuea. 

Quello era un vero bacio vero? Non era il leggero tocco delle labbra o il bacetto sulla guancia a cui ero abituato. Le emozioni che provavo in quel momento erano molto più forti. Il bacio di Nuea era dolce e lento, come se volesse consumarmi lentamente ed io ero ben disposto a lasciarglielo fare. 

«Mmmm…» Dalla mia bocca uscì un gemito causato dalla mancanza d’aria, non riuscivo più a respirare. Nuea si allontanò leggermente da me per poi lasciarmi un dolce bacio all’angolo della bocca. 

«Questo è il mio ragazzo.» disse Nuea fiero, mettendomi un braccio intorno alle spalle. «Lo amo tanto, quindi non hai bisogno di aspettare. Non romperò mai con lui.» 

«Senza alcun dubbio.» 

«Fantastico.» Esclamò uno dei suoi amici appena Nuea finì di parlare.

Tutto quello che potevo fare era nascondere il mio volto, non ero abbastanza coraggioso da riuscire a guardare in faccia i suoi amici. Mi avrebbero di sicuro preso in giro dato che ero stato io ad iniziare, prima che Nuea intensificasse il bacio. Si sarebbero presi sicuramente gioco di me.

«C’era davvero bisogno di arrivare a tanto?» esclamò Big stizzito. 

«Quando si parla con qualcuno come te, le parole non bastano per farti capire.» Lo stuzzicò Nuea.

«P’Nuea.» Lo chiamai tirando il lembo della sua maglia, avevo paura che litigassero un’altra volta.

«Lo avevo già capito quando Praram ti ha raggiunto in camera, ma in verità lo avevo già intuito quando avete annunciato che eravate fidanzati.» replicò Big.

«Allora perché ieri sera hai detto che avresti aspettato finché non ci fossimo lasciati?» chiese stranito Nuea.

«Chi avrebbe mai pensato che saresti stato così serio con lui?»

«Non l’avevi ancora capito?» Poi Nuea si guardò intorno. «Non solo lui, ma tutti voi. Amo Praram, sono serio su qualsiasi cosa lo riguardi. Non sono un bambino, sono un adulto e sono in grado di prendere decisioni; e questa è una delle più importanti che io abbia mai preso. Nel caso qualcuno pensi che io lo stia prendendo in giro, beh, si sbaglia di grosso. Non lo lascerò andare via, perché lo amo.»  dichiarò Nuea.

I suoi amici avevano delle strane espressione disegnate in volto. Tee e Lee sembravano disgustati; mentre Vee, Pound e Pin sorridevano. Alcuni ragazzi del secondo anno e altri che non conoscevo, erano sconvolti. Quanto a me… beh, il mio cuore batteva già velocemente; ma in quel momento prese a battere ancora più forte, al punto che credevo stesse per esplodermi nel petto. Il mio cuore era pieno di forti emozioni dovute a quel bacio.

Non riuscivo a spiegarlo, ma mi faceva sentire bene.

«Non c’è bisogno di mostrare il vostro amore in modo così teatrale. La parola amore uscita dalla tua bocca mi è bastata per capirlo.» commentό YiWa.

«Si. Perché hai dovuto ripeterlo? Lo sapevamo già, è disgustoso!» Lee incrociò le braccia. 

«Anch’io sono seccato dal tuo comportamento.» disse Nuea al suo amico, mentre la sua mano mi cingeva la vita.

«Beh, se sei offeso con loro, lo sarai anche con me. Non hai mai detto di amare qualcuno, come facciamo a sapere che sei serio a riguardo? Non è strano che tutti ti prendano in giro.» parlò Tee.

«Molto bene. Solo quando annuncerai il matrimonio ci crederò.» si intromise Kan.

«Sposarci?» chiesi dopo essere rimasto in silenzio a lungo. 

«Proprio adesso ha detto che ti ama molto, non è forse una proposta di matrimonio?»  

Domandò Pound fingendo di essere serio. Quando lo guardai le mie guance si colorarono di rosso al solo pensiero.

«Lo sai fin troppo bene.» Nuea sorrise al suo amico.

«Hey, Dottore! A quanto ammonta la dote?» Yoo chiese a mio fratello maggiore, il quale sembrava ancora sconvolto.

«Chi ti ha detto di farlo Praram?» Kan si rivolse a me. 

«Io!» Fu Bar a rispondere guardando il suo ragazzo arrabbiato. 

Tossakan si alzò facendo ridere tutti i presenti, neppure io riuscii a trattenere una risata. Kan era bravo in tutto, tranne quando si trattava di Bar.

***************

Presi per mano Nuea trascinandolo nel cortile sul retro dove non c’era nessuno, in questo modo eravamo lontani dal caos e dalla discussione tra Kan e Bar. Nuea mi seguì lentamente senza dire nulla, mentre io pensavo a quello che volevo dirgli perché avevamo bisogno di parlare e chiarire. Come mi aveva detto Bar, se avevamo fatto qualcosa di sbagliato, dovevo rimediare e chiedere scusa.

«P’Nuea.» Mi fermai e mi voltai per guardarlo, sembrava non avesse ancora capito il motivo per la quale lo avevo portato lì. Gli sorrisi dolcemente.

«Cosa ti succede?» chiese confuso.

«Sei ancora arrabbiato?» domandai mentre la mia mano stringeva la sua e nel contempo afferrai anche l’altra. 

«Non sono arrabbiato.» 

«Non mi rivolgi la parola, non mi parli da ieri sera.» dissi fingendo di mettere il broncio.

«Questo perché ieri ero ancora sconvolto. Mi ha fatto male, Praram.»

«Sconvolto ed arrabbiato non sono la stessa cosa?» 

«No. Una persona come me non riesce a comandare il suo cuore ed essere arrabbiato. Ero solo enormemente scioccato, per questo sono così sarcastico.» Lasciò andare la mia mano per posare la sua sul mio avambraccio. «Mi dispiace. Mi dispiace di averti ferito.» 

«Sei pazzo.» Mi lamentai appena prima di fare un passo avanti ed appoggiare la testa sulla sua spalla afferrandogli i lembi della maglietta.

«Mi dispiace.» ripeté Nuea accarezzandomi il capo.

«Non hai fatto nulla di sbagliato. Sono stato io a sconvolgerti comportandomi come se fossi interessato più a qualcun altro che a te.» Alzai il volto per guardarlo negli occhi «Mi dispiace.» 

Nuea mi regalò un dolce sorriso. Non ci eravamo ancora separati, eravamo ancora vicini. Il suo volto si avvicinò lentamente al mio finché le nostre labbra non si incontrarono ancora una volta. La mano sul mio capo iniziò a scendere spostandosi sulla mia guancia. Mi baciò dolcemente, senza fretta. Mi baciò prima delicatamente le guance ed io potei solo lasciarmi andare a quella sensazione di felicità.

I nostri sentimenti e il nostro amore passavano attraverso le nostre labbra. Avevo finalmente capito che toccare il corpo dell’altro poteva aiutarci a conoscerci meglio. 

Posò nuovamente le sue labbra sulle mie. Potei sentire quanto fosse dispiaciuto ed io desiderai che lui sentisse lo stesso. Volevo che sapesse quanto mi era dispiaciuto averlo fatto soffrire e che gli ero grato per essere entrato nella mia vita.  

«Mmmm…» gemette piano, come se si stesse trattenendo da qualcosa. Mi baciò ancora una volta prima di dividere le nostre labbra.

Alzai gli occhi per incrociare il suo sguardo, le mie mani erano ancora aggrappate alla sua maglietta. Se ci fossimo baciati ancora a lungo, probabilmente gliele avrei strappata di dosso. 

Si chinò verso di me accarezzandomi le guance con i pollici. 

«Sono così incredibilmente possessivo che non voglio che tu regali questo sorriso a nessun altro. Tengo a te talmente tanto che non riesco a starti lontano. Ti amo così tanto che tutto questo mi spaventa. So di non essere una brava persona, soprattutto se comparata a te, ma so che devo provare a esserlo. Ho tanta paura che arrivi qualcuno e ti porti via da me.» Il resto delle sue parole gli morirono in gola quando posai un dito sulle sue labbra per farlo tacere, non volevo che parlasse di lui in quel modo. La sua mano si sollevò afferrando quella che gli copriva la bocca. 

«Non devi avere paura. In passato ho incontrato molti dei tuoi ex. Quante persone mi hanno sorriso? Sono mai stato attratto da qualcuno di loro? In futuro, potrebbero esserci persone che cercheranno di avvicinarsi a me, ci saranno altri problemi per i quali litigheremo. Ma quello che voglio dirti è che non devi avere paura, non ti lascerò. Puoi avere paura di mio padre o di Kan, anch’io ho paura di loro, ma il mio amore non è qualcosa di cui devi avere paura. Ti amo. Ti amo adesso, ti amerò domani, ti amerò sempre. Non devi avere paura.» Tirai fuori tutto quello che provavo.

Quella era una delle poche volte in cui parlavamo così tanto, ed era la prima volta che ci dichiaravamo i nostri sentimenti in quel modo.

«Grazie.» disse chinandosi ed avvicinando le nostre fronti. 

«Non devi ringraziarmi.» 

«Grazie per amarmi così tanto. Sono così fortunato.» Mi sorrise. Ero felice di poter vedere quello splendido sorriso da vicino.

«Il fatto che tu non sia arrabbiato con me mi rende così felice. Anche solo il tuo amore mi rende fortunato. Non trovo altre parole per ringraziarti.» Mi alzai per baciarlo dopo aver pronunciato quelle dolci parole. Lo baciai lentamente, prima di allontanarmi. 

Volevo baciarlo dolcemente come aveva fatto lui con me. Speravo solo che avrebbe aspettato con pazienza, che mi avrebbe amato finché non sarei riuscito a ricambiare le emozioni che mi donava. Avrei fatto di tutto per renderlo felice, gli avrei dato tutto me stesso. 

Ero pronto a imparare tutto con lui. Non avrei obiettato. Non importava quanto sarebbe stato doloroso, volevo solo che restasse per sempre al mio fianco come in quel momento. 

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