EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 2

Inaspettatamente, c’è una persona a cui segretamente piaccio

– Praram –

Ero seduto in silenzio mentre guardavo quella carta stracciata che avevo tra le mani, voltai lo sguardo verso mio fratello che discuteva con il tutor. Pralak continuava a ribadire che esistesse un modo più semplice per risolvere quel compito, ma il tutor si rifiutava, continuando a non voler ascoltare. Mio fratello continuava a ripetere che avrebbe cambiato tutor perché ogni volta si discuteva su qualcosa e rifiutava tutto ciò che facevamo. Non è che avessi un problema nel cambiare tutor, ma il fatto era che avevamo già pagato questo per tutto il semestre.

«Ti ho già detto che in questo caso è possibile spostare la variabile.» Pralak continuava a spiegare, ma il tutor non ne voleva sapere. Aveva capito come risolverlo al primo sguardo, invece il tutor era ostinato, credeva così tanto nelle sue stesse capacità tanto da pensare che il suo metodo fosse il migliore. 

«Vado a prendere da bere al piano di sotto.» dissi interrompendoli prima che iniziassero di nuovo a litigare. 

«Ma non abbiamo ancora finito i compiti per oggi.» mi disse. Io sospirai amaramente, perché li avremmo già finiti, se Pralak non avesse continuato a discutere. 

«Non ci metterò molto.» gli risposi.

«Prendiamoci una pausa.» intervenne Pralak e il tutor non potè far altro che acconsentire.

«Avete 10 minuti.» annunciò infine esasperato. 

Scesi al piano inferiore. 

Decidemmo di affidarci a questo tutor perché aveva buone competenze e tutti parlavano bene dei suoi insegnamenti. Facevamo ripetizioni con lui da due settimane, però ogni volta era pignolo sull’ora e si lamentava che facessimo tardi alle lezioni. Pralak era infastidito di sentire le sue lamentele; ma nonostante tutto a me stava bene, mi sedevo in silenzio e aspettavo di imparare cose nuove. 

Studiare così tanto era normale per noi, soprattutto perché era così che P’Kan aveva superato l’esame di medicina. Non c’era da meravigliarsi che i nostri genitori si aspettassero lo stesso da noi. La pressione iniziava ad essere alta, avevo meno di un anno prima di affrontare gli esami di ammissione all’università. Non sapevo ancora per quale università avrei fatto domanda, ma sapevo che avrei dovuto studiare ogni giorno sempre di più.

«Sei qui per comprare da bere Praram?» Mi girai e vidi P’Nuea non molto lontano da me, così lo salutai. 

Si avvicinò a me con un sorriso accattivante. 

«Ci incontriamo di nuovo.» dissi confuso. Ero sorpreso, perché lo vedevo così spesso ultimamente?

«È solo… una coincidenza.» mi rispose sorridendo, io annuì semplicemente.

«Sono qui perché stiamo facendo una pausa. Tu invece, sei qui per mangiare anche stavolta?» gli chiesi. 

«No io… sono qui per fare shopping. Vuoi bere qualcosa? Pago io!»

«Oh… non preoccuparti, non voglio disturbarti. Posso fare da solo.» Ogni volta che ci incontravamo lui mi offriva sempre qualcosa da bere, ed ogni volta io cercavo di rifiutare.

«Nessun fastidio, voglio semplicemente comprarlo per te.» Diceva sempre così, e dopo comprava il succo all’arancia che mi piaceva tanto bere. Ogni volta non sapevo come rifiutare. 

Proprio come in quel momento. 

«Grazie Phi!» dissi dolcemente e lui mi porse il succo.

«Quando finirai di studiare?» mi chiese Nuea mentre camminavamo.

«Alle sei e mezzo, studiamo per due ore.» gli risposi e lui annui.

«Ok va bene, ti riaccompagno dal tuo tutor allora.»

«Va bene così, non preoccuparti. Non voglio rubarti del tempo. Devo arrivare solo al secondo piano.» Indicai il piano superiore.

«Voglio venire… ho bisogno anch’io di studiare, mi siederò ad un tavolo lì vicino.» Era così sicuro di sé.

«Fai buon lavoro Phi!» gli sorrisi. Lui rise teneramente, era così timido non potevo far altro che pensare a quanto fosse carino questo Phi.

P’Nuea era un ragazzo davvero attraente, era alto non molto più di me in realtà, però aveva il fisico di un atleta e allo stesso tempo era seducente come un modello. Aveva degli occhi bellissimi, erano così penetranti che potevi perderti al loro interno. Aveva un naso prorompente, ma era in linea con la sua struttura quindi rendeva il tutto perfetto. Poi le sue labbra erano pallide e sottili, erano così affascinanti mentre parlava. Era in forma smagliante, aveva anche messo il burrocacao sulle labbra. 

Salimmo al secondo piano, P’Nuea vide il tavolo dove facevamo tutoraggio e fu molto felice quando vide che la coppia seduta al tavolo vicino al nostro se ne stava andando. Si girò verso e di me e disse: «Vedi, studierò proprio qui!» 

Gli sorrisi, ma allo stesso tempo ero sempre più meravigliato. Perché mai doveva sedersi proprio lì?

Non so se tutte le persone erano come P’Nuea, ma lui veniva a salutarmi dal lunedì al venerdì e l’unica volta che non lo vidi fu mercoledì. Questo stava a significare che in una settimana ci vedevamo quattro giorno su sette. Ogni giorno parlavamo, lui era sempre gentile con me, delle volte anche troppo gentile, ma pensai che tutto ciò accadesse perché ero il fratello di P’Kan.

Perché ci vediamo così spesso?

Perché sei così premuroso con me?

Perché sei così felice ogni volta che ci incontravamo?

E soprattutto… perché mi guardi così spesso?

Lo sapevo perché una volta lo avevo guardato, e i nostri sguardi si erano incontrati dato lui aveva già gli occhi fissi su di me. Pensai fosse solo una coincidenza, ma quante volte poteva accadere una cosa così? Una o due volte… invece, quella era la quarta volta che i nostri occhi si incrociavano. Mi  guardava costantemente. Scossi la testa per scacciare via quei pensieri e cercai di concentrarmi sulla lezione. Andava tutto bene con il tutor, stavamo capendo tutti gli esercizi, fin quando non arrivammo al quarto esercizio e mio fratello cominciò di nuovo a pensare che il suo metodo fosse sbagliato. Sfortunatamente il tutor decise di iniziare tutto da capo, alla fine in due avevamo fatto solo 5 esercizi, una perdita di tempo.

«Ho davvero bisogno di cambiare tutor.» disse Pralak non appena il tutor se ne andò.

«Vuoi chiedere a nostra madre altri soldi?» gli chiesi.

«Ma è stancante studiare in questo modo. Ogni volta sono in disaccordo con lui e finiamo per discutere.»  continuò Pralak.

«Non devi litigare con lui.»

«Sembra che tu…»

«Posso insegnarvi io?» Mio fratello smise di parlare quando fu interrotto da una voce in lontananza. P’Nuea si alzò e venne verso di noi.

«Non puoi, abbia già pagato tutto.» rispose Pralak.

«Non voglio essere pagato.» replicò Nuea.

«Sei troppo generoso.» gli dissi guardandolo di nuovo.

«Era solo un offerta, vi ho visto discutere per tutto il tempo.» disse il ragazzo di bell’aspetto prima di avvicinarsi a noi.

«Phi sei sicuro?»

«Pralak!» Rimproverai mio fratello, era così sfacciato. P’Nuea era davvero troppo premuroso per offrirsi come tutor gratuitamente. 

«Davvero, non possiamo accettare Phi.» ripetei di fronte a mio fratello gemello. 

«Ma…»

«Non pensarci così tanto, se hai paura di essere sconsiderato, potrai capire come ripagarmi più tardi, ok? Lasciami prima provare!»

«Vedi? Non vuole nulla in cambio, facciamolo provare, no?» In quel momento volevo solo scappare da quella situazione; ero in imbarazzo per colpa di mio fratello. Non capivo perché Nuea mi trattava così bene o perché ne sentiva il bisogno.

«Non darci troppo peso Praram.» disse P’Nuea quando vide il mio volto pensieroso.

 «Pensaci bene e ragionaci sù.»

«Ma non ci guadagnerai nulla, è solo uno spreco di tempo per te.» continuai.

«Non è affatto una perdita di tempo per me.» mi rispose «Ultimamente non ho nulla da fare.»

«Sì, sembra che tu sia sempre libero in questo periodo.» disse Pralak.

«Forse è solo un caso.» rispose P’Nuea sorridendo.

«Sicuro che sia davvero un caso Phi? Bene, noi andiamo a comprare dei libri.» concluse Pralak.

«Beh, posso venire anch’io? Ho bisogno di acquistare un libro per un progetto.» chiese P’Nuea indicando dei fogli che aveva in mano.

«Cos’è un altra coincidenza Phi?» dissi incrociando le braccia.

«No… questa è una cosa voluta.» lo disse con un sorriso sul volto.

**********************************

Arrivammo al centro commerciale della città. Di solito quando ci trovavamo in posti come questi tutti si giravano a guardarci, perché siamo uguali; e quando ci sono dei gemelli nello stesso posto c’è sempre una reazione di sorpresa. Quel giorno fu diverso, tutti guardavano P’Nuea.

«Phi, quando sei con noi guardano tutti te.» si lamentò Pralak. 

«Sono bello, è normale che le persone vogliano guardarmi, sono interessate.» rispose fiero di sé P’Nuea. 

«Devi essere per forza così presuntuoso Phi?» chiesi alla persona più alta di me. 

«Non sto cercando di essere presuntuoso, in realtà sono più interessato a qualcun’altro.» rispose sorridendo dolcemente. 

«Dev’essere sicuramente qualcuno qui vicino.» disse Pralak prima di fermarsi per prendere un gelato, lasciandomi solo con P’Nuea.

«Perché sei così teso?» mi domandò.

«Sono preoccupato.» gli dissi.

«Perché? Cosa ti preoccupa?»

«Non lo so, mi sento turbato ogni volta che sono con te.» dissi la verità facendo aggrottare la fronte della persona davanti a me.

«Turbato in senso buono o in senso cattivo?» Mi chiese e io avvertii un po’ di incertezza nelle sue parole, ma la verità era che non sapevo neppure io se fosse una cosa buona o cattiva. 

La prima cosa che pensai quando lo vidi per la prima volta, era che fosse un bravo ragazzo. Quando volevo il succo, ma pensavo di non avere tempo per andarlo a comprare, lui era arrivato e lo aveva comprato per me. Quando vidi il succo d’arancia nella sua mano, il mio cuore iniziò a battere velocemente. Pensavo che stesse per esplodere, continuavo a sperare che lo avesse davvero comprato per me. Dopo quella volta lui continuava a comprarmi il succo ed io non capivo il perché.

«Non lo so, mi sento solo turbato.» continuai a ripetergli.

«Sei buffo Praram.» disse sorridendo.

«Perché sarei buffo?» Cosa voleva dire?

«Quando fai quella faccia… sei carino.» si avvicinò, «Così carino…» 

Riuscii a muovermi a malapena prima che il suo bellissimo viso si avvicinasse sempre di più al mio. 

«Cosa ti prende?» chiesi allontanandomi.

«Nulla, penso solo che tu sia carino.»

Le sue parole mi fecero arrossare le guance ancor di più. Era pazzo, chi direbbe mai una cosa del genere ad una persona appena conosciuta?

«Ecco a voi!» disse Pralak porgendoci i gelati.

«Cos’è? Non ne ho bisogno.» disse Nuea.

«Non preoccuparti, prendilo e basta.» risposi prendendo il cono gelato e dandolo a P’Nuea. Mi guardò per un istante, poi annuì e accettò il regalo.

«Quindi se avessi pagato io, tu non lo avresti mangiato?» chiese Pralak guardandolo stranito.

«No, l’avrei mangiato… mi sono confuso.» 

«Sono in debito con lui.» dissi a mio fratello.

«Cosa? Perché?» chiese Pralak voltandosi verso P’Nuea.

«Non c’è alcun debito, Praram pensa troppo.» divagò Phi, i suoi occhi sembravano quasi offesi. Perché? Perché continuava a fare cose strane?

Andammo in libreria, io e Pralak ci dividemmo per cercare dei libri in scaffali diversi. Pralak era andato a cercare dei libri sulle risoluzioni dei problemi; io invece ero andato a cercare qualche libro di cucina. Quando non c’era mia madre in giro, per me era difficile trovare il giusto libro di testo. P’Kan ne aveva così tanti che potevo leggere tranquillamente i suoi.  

«Ti piacciono questo tipo di libri?» Mi girai non appena sentì quella voce profonda. 

«P’Nuea…» mormorai piano il suo nome 

«Perché mi guardi così?» chiese.

«Beh…» Cercavo di capire perché avessi quell’espressione, ma non ci riuscì.

«Penso che ti stia comportando in modo strano… io mi comporto normalmente.» disse ridendo.

«Io…»

«Tu?»

«Phi…»

«Cosa? Ho già letto questo libro.» disse prendendo il libro dalla mia mano, era un libro di cucina per persone che vivevano nei dormitori. 

«Il menù è facile e i piatti sono deliziosi.» concluse prima di ridarmi il libro.

«Non avrei mai pensato che tu leggessi queste cose.»

«Forse è solo una coincidenza?» disse.

«Una coincidenza? Di nuovo.» borbottai prima di rimettere il libro sullo scaffale.

Non se ne andò, si spostava di un paio di passi alla volta. Non si allontanava mai da me, apriva solo qualche libro. 

«Pensavo dovessi cercare un libro per il tuo progetto.» gli chiesi dopo averlo visto guardare un libro sui dessert. 

«Huh?» mormorò guardandomi. 

«Prima di venire qui, avevi detto di aver bisogno di un libro per un progetto.» spiegai.

«Oh… Non era quì.» Annuì alla sua risposta.

«Non posso credere che tu legga questi libri.» continuai.

«Beh, che tipo di libri pensi che legga? Vivo in un dormitorio, ho bisogno di prendermi cura di me stesso.» mi rispose.

«Pensavo avessi qualcuno che si prendesse cura di te.» Sicuramente un tipo come P’Nuea aveva qualcuno che gli preparava la colazione. 

«No.» negò guardandomi.

«Non ci credo.» replicai sorridendo.

«Se non mi credi, fallo tu. Prenditi cura di me.» rispose continuando a sorridermi.

«Mi stai prendendo in giro vero?» chiesi scherzosamente ridendo dolcemente. 

«Scherzavo…»

«Si ho pensato che…» 

«Ma potrei pensarci per davvero.» 

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