ECLIPSE – EP. 6 CAPITOLO 4

M&M

Era la quinta volta che Ayan non si metteva in fila per il saluto alla bandiera. Fingeva di non essere arrivato a scuola in ritardo e diceva di essere andato in bagno, ma in realtà aiutava il bidello ad allevare polli sul retro della scuola. In quel modo si risparmiavano un sacco di soldi, anche se la Suphalo non era una scuola povera, gli stipendi non venivano pagati bene. In più, il prezzo del cibo era aumentato notevolmente.

Ayan aveva scoperto del pollaio perché una volta aveva seguito un lavoro scientifico di un suo senior. Era una grande stufa con dei tubi attaccati, che portava energia termica da trasformare per ottenere altri benefici. Mentre ascoltava le istruzioni dell’inserviente sul funzionamento della stufa, aveva sentito il verso di un gallo a cui aveva rivolto loro la sua attenzione.

Allevare quei polli gli aveva fatto osservare alcune strane caratteristiche che non conosceva. Sembravano tutti simili e difficili da distinguere, ma in realtà ognuno di loro aveva delle peculiarità diverse. Uno riusciva a volare più in alto degli altri, un altro cantava più forte mentre un altro ancora era più silenzioso. 

Nessuno si preoccupava di lui, compagni e insegnanti non avrebbero notato la sua assenza. Sembrava filare tutto liscio come gli altri giorni, se non fosse che, entrando in classe, scoprì che il suo posto era stato preso da Wat. In effetti, Ayan non gli parlava molto spesso. Wasuwat era una persona piuttosto tranquilla. Non sobria, ma tranquilla nel suo mondo. I suoi occhi tendevano a fissare a lungo le cose, con uno sguardo sospetto e in cerca di informazioni nascoste. Perciò pensò che stesse osservando qualcosa, ma non lui. La persona che stava cercando però non era al tavolo.

«Akk è andato in bagno. Pensavo lo avessi visto.» la voce era di Namo che lo aveva notato. Sorrise, mostrando i denti con l’apparecchio e allargò le braccia: «Vieni a sederti qui!»

Solo quando le sue sopracciglia si aggrottarono, denti di ferro si affrettò ad aggiungere: «A pensarci bene, quello che hai detto era interessante. Così ho pensato che dovremmo sederci insieme, per stare più vicini prima di riunire un nuovo consiglio.»

«Nostalgia?» Ayan inclinò il collo.

L’espressione dell’interlocutore cambiò per un attimo e annuì più volte: «Sì… sì!»

«Oh…» strinse le labbra. Maledizione!

Il giorno precedente, mentre si sentiva frustrato e si avviava verso la palestra, Akk doveva aver approfittato di quel momento per elaborare un piano e convincere il suo piccolo amico a seguirlo. Entrambi si erano comportati come se nulla fosse, ma Ayan aveva notato qualcosa di strano. Almeno Akk non si era accigliato, anzi, si comportava come se stesse aspettando qualcosa di divertente.

«Ti è piaciuto il film che ti ho portato a vedere? E il ristorante dove ti ho portato a mangiare?» Ayan era tornato all’università, dove Akk era stato costretto a lasciare la macchina quella mattina. 

Il ragazzo più alto aveva scrollato le spalle. Anche se i suoi muscoli erano spessi, ad Ayan sembrava morbido a causa della peluria. 

«Namo è divertente.»

«Potresti lasciarti andare anche tu.»

«Stai zitto!» aveva sbottato Akk. Gli aveva strappato le chiavi della sua auto e il portafoglio dalle mani, poi aveva aperto la portiera e se ne era andato. 

Inizialmente, aveva pensato che non sarebbe stato disposto a fare attività con lui, ma ora era chiaro cosa stava cercando Akk. Bastardo!

Il ragazzo si era seduto proprio quando aveva visto Akk entrare nella stanza. Vedendolo seduto nella sua nuova sedia con il volto teso, Akk sorrise con aria soddisfatta, fingendo persino di puntare il dito contro Namo: «Oh, ti sei seduto con questo tizio!»

«Sì.» la persona annuì secco. È così fastidioso!

Akk si fermò davanti al suo tavolo, colpendolo con una mano, si chinò e disse: «Divertiti!»

«Probabilmente non mi divertirò.»

Scrollò le spalle e sorrise per poi sedersi accanto a Wat.

Durante la lezione, Ayan si rese conto di quanto Namo fosse veramente fastidioso. Era come un topolino che si agitava in continuazione, girandosi a destra e sinistra per prendere il materiale. Non appena si ricordava di prendere qualcosa, si girava e con la piccola mano faceva cadere le altre cose.

Ayan dovette alzarsi più volte per raccogliere gli oggetti che non riusciva a raggiungere solo chinandosi. Una volta in piedi, il libro che era aperto cadde e si chiuse. Lo aprì e lo sfogliò dopo avergli chiesto la pagina giusta. Il dorso del libro premette sulla penna, facendola cadere. Di tanto in tanto sbuffava, pensando a quale missione Akk gli avesse assegnato.

«Perché ti sei trasferito dalla Siracha alla Prator e poi sei venuto qui?»

Ovviamente! In quel modo non aveva mai ricevuto risposta. Si era chiesto come potesse sopportare la persona che era seduta accanto. Thua era abbastanza trasparente, mentre Wat lasciava estremamente perplessi.

Si girò e scoprì che, mentre Akk era intento a studiare attentamente come uno studente modello, Wasuwat giocava segretamente con il suo cellulare sotto il cassetto del tavolo. In realtà non sembrava un gioco, più una ricerca dell’angolazione di una telecamera.

In quel momento Namo stava disegnando di nascosto un supereroe sul libro dell’insegnante che aveva finito la lezione. I ragazzi della loro generazione non si divertivano più usando Facebook, ma Twitter era un’alternativa. Ayan aprì l’applicazione e passò la punta del dito contro lo schermo per scorrere. La sua lista di amici non era numerosa. La maggior parte dei profili che comparivano nel feed riguardavano agenzie di stampa thailandesi e internazionali. Pagine accademiche di vari settori, pagine sulla vita di persone comuni, di arte e di cultura. C’era qualcosa di più interessante di quello che stava spiegando l’insegnante. Facebook potrebbe avere una funzione di spionaggio dell’audio, perché dopo aver sentito le parole dell’insegnante era apparso un articolo, il cui contenuto riguardava un’intera parte che l’insegnante aveva detto di saltare. L’articolo era completamente in contrasto con quello che l’insegnante stava dicendo. 

Continuando a scorrere apparve lo stato di Thua, una delle due persone della Suphalo con cui aveva stretto amicizia su Facebook. Era stato lui a fare la richiesta. L’altra persona invece era Namo. Poi mandò la richiesta ad Akk. Non sapeva che Akk raramente usava i social e aveva impostato la privacy in modo che solo gli amici potessero vedere il suo stato. La maggior parte delle cose sul suo profilo erano fotografie di altri, dove lui veniva taggato. Erano foto di occasioni speciali, che facevano riferimento a richieste o al cambio dell’immagine del profilo, in base alle tendenze sociale per sostenere la non violenza, il paese, la religione, la monarchia, etc…

Il Facebook di Namo però non si aggiornava su queste basi. C’erano foto scattate con strani filtri, astronauti, idol coreani, intervallati da foto astrologiche, di persone che leggono le menti e predicono il futuro. Tutto il contrario di quanto appariva del profilo di Thua. Lui amava scattare foto di luoghi abbandonati, condividere poesie profonde e vari articoli. Pagine dedicate ai genitori o alla politica. Inizialmente non aveva ricevuto molti like e quasi nessuno commentava. Ma nei due giorni precedenti, Ayan noto una persona che usava come foto del profilo la maschera di Batman e si chiamava Bruce Way.

L’ultimo stato era una foto scattata davanti a scuola quella mattina, in un momento in cui la scuola era abbastanza vuota. L’unico commento era quello della persona che aveva Batman come avatar.

[Arrivi così presto, sbrigati a mangiare che ho fame.]

Come al solito, non aveva ricevuto nessuna risposta e nessun like da parte di Thua.

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