ECLIPSE – EP. 2 CAPITOLO 1

Penumbra

Il punto debole di Khan era un ragazzo che era quasi la metà della sua taglia, una pelle morbida e una faccia rotonda. I suoi occhi diventavano più grandi a causa degli occhiali rotondi che indossava.

Il suo nome era Thuaphu, Wat lo aveva soprannominato ‘Saggio Thuaphu’ alle sue spalle, per via della sua compostezza, acutezza e determinazione nelle scelte. Quella persona piccola e pacata era stata eletta rappresentante di classe per tre anni di seguito.

No, Khan non aveva paura della risolutezza o determinazione di Thuaphu.

Era spaventato perché di tanto in tanto era costretto a stare con lui.

Poiché ai teppisti piaceva parlare e dire cose del tipo ‘gli studenti dovrebbero avere il diritto di scegliere di propria volontà e con chi formare gruppi di lavoro’.

«Anche l’insegnante ha scelto bene, quindi non preoccuparti.» Akk confortava sempre il suo amico in quel modo.

Ma la faccia di Khan era ancora accigliata: «Questo perché sei fortunato, normalmente lavori in gruppo con Wat, ma io devo farlo con Thua.»

«Il saggio Thuaphu.» lo corresse Wat, come se non lo avesse chiamato con il nome completo.

Ma a nessuno importava, Akk continuò a dire: «Non penso che Thuaphu sia così male. Ogni volta che scappi dal lavoro, lui ti aiuta sempre a finire.»

«Non parli con doppi sensi vero? Ho la pelle d’oca.»

«Qual è il doppio senzso?» chiese Wat, ma Akk rispose senza fare un suono: Aiutarlo a finire.

«Beh, quello che sto chiedendo è che Thua dovrebbe essere nell’atrio dove si trova il signor Haeng!» Khan si strofinò il naso evasivo.

«Che diavolo, studio in questa scuola da tanti anni, e la nostra classe è costretta ad abbinare il numero progressivo all’altro.»

«E il tuo numero è sempre legato al culo di Thua.»

«Akk, ti ho detto di non parlare con doppi sensi!»

A Khan venne la pelle d’oca, poi la sua faccia divenne confusa.

«In poche parole.» Cercava sempre di essere così serio con Thua da esagerare. «Se dici che va bene, allora va bene.»

Senza dire nulla, Khan era anche quello che allungò una mano e diede una pacca sulla spalla a Thua. Quest’ultimo era quello che era perplesso. Non era riuscito nemmeno a mettere le dita sulla sua pelle.

«Ehi, chi ha esattamente la pelle d’oca?» Akk inarcò un sopracciglio, poi guardò di lato: «Di cosa stai parlando, Wat?»

Improvvisamente, Wat rise ad alta voce. Uno degli spettacoli più gratificanti fu vedere Khan dare una pacca a Thuaphu.

«Guardare Khan in piedi accanto a Thuaphu mi fa male gli occhi, Thuaphu è sempre gentile, e Khan…»

Senza dire nulla, si sfregò il naso con la mano e girò il libro perché sentiva che qualcuno lo stava osservando. E quando vide che era il suo migliore amico, mostrò una faccia compiaciuta verso Thuaphu.

Akk scosse la testa, pensando tra sé: Essere un prefetto significa preservare un po’ più di immagine.

Ma Wat aveva detto qualcos’altro: «Non odia il saggio Thuaphu. É solo infastidito perché non si adatta correttamente. Più gli occhi di Thuaphu si ingrandiscono, più si spaventa e ha paura che lui possa vedere che abbia davvero timore di lui.»

«Khan ha paura? Perché dovrebbe aver paura di Thuaphu?»

«Pensa che il saggio Thua non sia virile.»

«Ah?»

Agli occhi di Akk, Thuaphu era un ragazzo dall’aspetto semplice, un viso che  sembrava dolce e carino, con braccia e gambe snelle, mani bellissime, ma nel complesso non sembrava molto tenero. Da lontano sembrava ruvido, duro come un robot. Gli occhi sotto i grandi occhiali rotondi erano piuttosto acuti.

Tuttavia, le definizioni odierne riguardo al sesso/genere erano complicate. Akk aveva scoperto di non essere in grado di tenere il passo. Non era nemmeno interessato a rimanere informato. Questo va oltre la mia comprensione!

«È così chiaro.» Wat lo rimproverò per quello che aveva detto: «Gli viene la pelle d’oca perché si considera bello, come suo padre e sua madre. Lui e Thua dovrebbero essere solo amici. Ma Thua lo tratta bene e lui non vuole renderlo triste. Ha paura di lui e ha paura di se stesso, cercando di impedirsi di pensare troppo lontano. Allo stesso tempo, non deve sentirsi disgustato da Thuaphu.»

«Che cazzo di equazione fastidiosa.»    

Wat rise : «Beh, non esiste nel regolamento di Suphalo?»

Di nuovo, Akk guardò il suo amico.

«Quindi questo Thua, gli piace davvero?» Mentre chiedeva, non poteva fare a meno di pensare. Davvero, se è scritto nel regolamento di Suphalo, va bene… Questo è il motivo per cui il mondo ha ancora bisogno di regole e tutti dovrebbero seguirle!

Wat scrollò le spalle: «Hai mai visto Thuan fissare di nascosto il ragazzo tatuato?»

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