ECLIPSE – EP. 1 CAPITOLO 5

Lenticular Clouds

Quando Akk tornò da Khan e Wat, entrambi erano ancora in conflitto tra loro, la discussione precedente non era ancora terminata.

«…Per riassumere, quei bastardi erano molto sicuri che non si trattasse della maledizione.»

«Se non è la maledizione, allora qualcuno sta cercando di imitarla ed è pericoloso.»

«Quanto è pericoloso?»

Prima che Wat rispondesse, Akk rimase a bocca aperta per un discorso.

«Significa anche che chiunque stia causando questi incidenti continuerà a fare cose cattive agli studenti della Suphalo, simulando la leggendaria maledizione.»

La leggenda che, dopo il disastro del primo erede di Suphalo, dell’avvocato della famiglia e terzo erede, seguirono molti altri incidenti simili. Ogni episodio era sempre più violento dell’altro, fino alla morte dell’ultimo. Ecco perché le voci sulla maledizione avevano preso peso fino a quando nessuno osava negarne l’esistenza.

Il ragazzo, con la faccia stressata, alzò la mano per grattarsi la testa, ma poi si ricordò di ritirare la mano prima di rovinare la pettinatura, alla fine l’accarezzò solo dolcemente per non scompigliarsi i capelli: «Perché diavolo stanno facendo questo genere di cosa?»

«E chi penserebbe di fare qualcosa di così stupido?» Wat ampliò la domanda.

Akk sospirò e strinse la mascella mentre parlava: «Sospetto di qualcuno.»

I due amici lo guardarono contemporaneamente.

Akk cercò di prendere fiato per reprimere le sue emozioni, raccontò del nuovo studente che aveva incontrato nel bagno degli insegnanti un momento prima e del momento in cui era apparso in agguato durante l’incidente del giorno prima e inoltre, che quando si era voltato a guardare, si era allontanato velocemente.

«È davvero strano.» Wat borbottò.

«Lo pensi anche tu?» Akk fece un cenno al suo amico.

Khan rispose: «Si, ma mi chiedo, perché sei andato nel bagno degli insegnanti?»

«Merda!» Urlò con voce acuta. «É un problema?»

«Allora cosa farai adesso?» Wat non sembrava essere interessato al bagno.

«Se è davvero quello che pensiamo, allora non possiamo lasciarlo andare. Dobbiamo sbrigarci a trovarlo prima che possa fare qualsiasi altra cosa.» Rispose.

Wat annuì. «Allora cerchiamo tra le file della scuola, io e Khan andremo a cercarlo: un ragazzo magro, basso fino alla tua bocca e i capelli mossi, giusto?

«Si.»

«Bene.»

Stavano per andarsene, ma Khan era ancora confuso: «Oh, ancora non capisco.»

«Perché Akk è andato nel bagno dell’insegnante? Non ci sei ancora mai stato?» Anche Wat iniziò a irristarsi.

«Merda!» Il ragazzo imprecò. «Questa volta è una bella domanda!»

«Cosa non capisci?» Akk cerco di mediare.

«Non capisco perché dobbiamo perdere tempo. Potremmo invece dire all’insegnante di chiamare i custodi o le governanti per aiutarci a trovarlo. Sarebbe più veloce. Inoltre, non dovremmo correre fino a stancarci.»

«Eh… Hai ragione.» Wat si ricordò all’improvviso.

Ma Akk si bloccò e rispose ad alta voce: «Non possiamo.»

Rispose agli occhi perplessi dei suoi due amici: «Siamo i prefetti. Se indaghiamo e troviamo una soluzione, saremo sulla bocca di tutti alla Suphalo, dando alle fasce rosse lo status e il rispetto che meritano…»

«Va bene, ho capito…» Wat tornò alla sua espressione, i suoi occhi brillavano di un leggero dolore.

Chiese Akk stuzzicato dalla curiosità «Cosa hai capito?»

«Non è colpa di Akk se cerca di fare ciò che gli piace.» Wat si girò verso colui che aveva chiesto, annuendo: «Sono stanco, ma ti aiuterò.»

«Grazie amico.»

«Saremo una nuova leggenda.» Wat gli diede una pacca sulla spalla. «Dobbiamo invertire i passi fatti nel modo in cui pensa il cattivo. A cosa servirebbe la leggenda se non funzionasse?»

«Fantastico!» Akk gli strinse la mano.

Solo Khan alzò gli occhi al cielo: «C’è una mela marcia, andiamo a trovarla.»

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