ECLIPSE – EP. 1 CAPITOLO 2

Lenticular Clouds

«Quasi investito da un’auto?» Ripetè Wat. Probabilmente era arrivato da poco a scuola e ora era seduto su una panchina di pietra vicino al prato.

«Si.» Khan annuì vigorosamente, mentre si passava le dita tra i capelli sulla fronte, come se cercasse di sistemarsi la capigliatura, anche se la mattina aveva applicato la cera e la lacca, rendendo difficile muovere i capelli. Akk si accigliò, avevano da poco mandato il ragazzo problematico all’amministazione accompagnato da Khan e quest’ultimo gli aveva mandato un messaggio per sapere dove si trovavano.

Anche se i suoi occhi erano fissi sulla finestra dell’edificio accanto, Khan continuava a parlare: «Pensi che sia la maledizione?»

«Hmm.» Wasuwat gemette in gola, con gli occhi pensierosi: «Deve essere una coincidenza!»

«Che coincidenza? Cosa c’è di casuale in tre incidenti in una sola settimana?!» Khan parlò più forte e passò la mano tra i capelli sentendo che si erano mossi, anche se in realtà erano ancora gli stessi di prima, il che non era strano. Gli occhi erano una piccola fessura, come una linea tagliata da un coltello, con i quali probabilmente non era in grado di vedere chiaramente nulla. 

Vedendo che i suoi due amici stavano in silenzio, con gli occhi socchiusi, parlò: «Prima un furto, poi il vaso di una pianta che quasi cade in testa e ora questo. La sequenza di eventi è esattamente come quella della maledizione!»

«L’avvocato della famiglia Suphalai è stato rapinato dai ladri. Accidentalmente, un vaso al secondo piano di una casa è caduto sulla testa del primo erede, che è stato gravemente ferito. Poi il terzo figlio è stato investito da una macchina?» Wat riassunse tutti gli incidenti che gli studenti della Suphalo School e dintorni di cui erano a conoscenza.

Akk continuò dopo Wat, secondo quello che aveva sentito: «Il primo erede e il suo avvocato avevano falsificato la firma per usare i soldi per qualcos’altro invece di costruire questa scuola secondo la volontà degli antenati. E poi il terzo erede ha anche speso segretamente il denaro della scuola dopo l’apertura…»

Infatti, la reputazione della Suphalo per l’educazione e la disciplina non era così famosa come quelle storie.

Per generazioni la loro storia era conosciuta a Nakhon Si Phalo. La famiglia Suphalai era conosciuta per la sua bontà e le sue buone azioni per la patria. Si diceva che quando Phra Chao Tak arrivò nella provincia di Trat per salvare il paese, l’antenato Suphalo fu uno dei soldati più riconosciuti. Durante il periodo Rattanakosin*, la famiglia Suphalai emigrò, stabilendosi sulla riva del fiume Chantaboon, partecipando successivamente alla battaglia navale di Koh Chang. Dopodiché, si unì alla creazione della piantagione di gomma orientale con Luang Rajamaitri fino a raggiungere una ricca posizione.

*(N/T: Rattanakosin: oltre ad essere il nome originale di Bangkok e del Regno di Thailandia, viene convenzionalmente chiamato Periodo di Rattanakosin il lasso di tempo che va dal 1782, anno di fondazione della città, al 1932, quando il re Rama VII concesse la costituzione, ponendo fine a secoli di monarchia assoluta. 

La battaglia di Koh Chang venne combattuta il 17 gennaio 1941 al largo dell’isola omonima nelle acque orientali del Golfo del Siam. 

Luang Rajamaitri è conosciuto anche come Luang Kanlaya Ratchamaitri.)

Con l’intenzione di trasmettere i principi e i valori giusti alle generazioni future, l’antenato Shupalo pensava che l’istruzione sarebbe stata uno strumento importante per far prosperare il Paese in futuro. La scuola per ragazzi fu fondata con una parte della sua ricchezza. Non appena qualcuno prendeva i soldi per fare qualcos’altro, viveva un sacco di terribili sfortune. Alla fine, qualcuno scoprì un’antica pergamena scritta col sangue, in cui veniva maledetto chiunque alla Suphalo andasse contro la volontà dell’antenato davanti alla preservazione della patria…

Una folata di vento soffiò e Khan si accigliò guardando i suoi capelli allo specchio. Poi sollevò la mano e se li accarezzò, anche se non c’era modo si abbassassero, dicendo: «Quindi, secondo la storia della scuola, questo succede a tutti i cattivi studenti dalla seconda guerra mondiale?»

«Ma la condizione chiave è che durante quell’anno ci deve essere un’eclissi solare.» rispose Akk.

Wat si accigliò: «Non ho mai sentito parlare di quel punto.»

Non è strano. La storia dei fondatori della scuola e della maledizione, nonostante i dettagli clamorosi che erano ampiamente diffusi, era semplicemente una storia divertente, lontana da tutti. Così lontana da sembrare quasi falsa. A chi importava di indagare a fondo?

Akk sospirò: «Non ve lo siete mai chiesto? Se c’è davvero una maledizione su alcuni studenti, perché questi ragazzi stanno ancora bene?»

Lasciò che i suoi amici ci pensassero per un po’, poi continuò: «Qualcuno ha detto che, in effetti, ci sono condizioni importanti che molte persone non conoscono. Quindi non credete troppo a quella maledizione, di solito si verifica durante la prossima eclissi solare.»

«Questo significa che la maledizione non esiste davvero.» Wat lo interruppe con un’espressione calma, ignorava la fascia al braccio inclinata tanto quanto ignorava l’uniforme pulita che in un punto si era sporcata con le foglie, così come i capelli castani disordinati.

Akk ignorò le sue stesse parole: «Oppure è successo tutto perché probabilmente sta per avverarsi una vera eclissi solare!»

«Tu che ne pensi?»

Akk sospirò alla domanda di Wat, sollevò il telefono per mostrare uno screenshot.

Un sito web di notizie da mesi forniva le previsioni che un’eclissi solare totale avrebbe attraversato lo spazio aereo thailandese in circa tre mesi.

«Ehi!» Khan sussultò immediatamente, mentre Wat lo fissava in silenzio, aspettando una spiegazione.

Akk spiegò: «Avevo i miei sospetti, così ho cercato fino a quando ho trovato questo.»

«Avevi dei sospetti?» Wat ripeté le sue parole, mantenendo la sua voce e la sua espressione inespressive.

Il ragazzo deglutì: «Domenica, mio padre ha guidato un camion di frutta dal giardino di mio zio e ne ha portata un po’ per me…»

La casa di Akk era a Trat. Suo padre gestiva un’attività di nidificazione di uccelli, aveva una piantagione come giardino e aveva uno stagno di gamberetti. Era considerato un milionario di basso livello, in grado di mandare lui e sua sorella, più grande di 3 anni, in delle scuole private e anche soggiornare in lussuosi dormitori per studenti. Ma lui e sua madre avevano deciso di rimanere con lo zio che stava facendo affari nella città di Pattaya. Non ci voleva molto per tornare a casa, o a volte erano suo padre e sua madre che lo portavano a casa.

La settimana precedente, i suoi genitori erano andati a trovare sua sorella, che stava studiando a Bangkok. Dato che era comodo da visitare, avevano portato anche qualche rambutan, durian e mangostano a scuola per Akk. Era troppa da mangiare, così ne aveva portata a scuola per condividerla con lo Zio Sitt, che lo aveva gentilmente aiutato molte volte con i suoi compiti da Prefetto. Gentilezza ed educazione erano gli insegnamenti che suo padre aveva tramandato a lui e sua sorella fin dall’infanzia.

«Ehi, aspetta!» Interruppe Khan, alzando la mano e spalancando gli occhi. «Quindi, sei arrivato giusto in tempo perché l’auto dello zio Sitt scivolasse giù e li colpisse?!»

Quando avevano condotto i Nong nella sala dell’amministrazione, lui e Khan avevano visto l’interrogatorio delle persone sulla scena dell’incidente.

Zio Sitt era venuto dal nord-est per lavorare. Anche se quel lavoro aveva un buon stipendio, non era comunque felice.

Fu un peccato che l’auto responsabile dello Zio avesse improvvisamente colpito quella degli studenti, quasi ferendo i ragazzi. Non sapeva come sarebbe stato punito.

Akk strinse le labbra: «All’inizio, lo Zio Sitt era andato a fare compere per la governante. Lei lo aveva aspettato così a lungo che quando è arrivato, si è fermata per aiutarlo a scaricare l’auto…»

Il punto in cui lo Zio Sitt aveva parcheggiato si trovava sotto l’edificio di fronte a loro, sul pendio che portava al cancello di carico e scarico. Poiché la sua auto era lì, i giovani manifestanti avevano dovuto parcheggiare in fondo alla rampa, per portare alcune cose dalla porta al bagagliaio.

«Alla fine, come ha fatto l’auto a scivolare e colpire i ragazzi?»

Akk rispose: «La governante mi ha detto che ha mandato qualcuno in cucina per aiutarla a portare la spesa. Quindi mi ha detto che Zio Sitt ha fatto retromarcia per lasciare spazio davanti alla porta. Quando l’ha fatto, si è dimenticato di togliere la retromarcia. Di fretta, ha parcheggiato l’auto e ha tirato il freno a mano, ma probabilmente non l’ha tirato fino in fondo, quindi l’auto ha fatto marcia indietro!»

«Dannazione!»

A Wat non importava della situazione e avanzò la sua teoria. «Lo Zio Sitt guida da molto tempo, il problema della sicurezza all’interno della scuola dovrebbe avere la precedenza. Perché non si sono organizzati meglio?»

«Sei preoccupato che non mangerai molti rambutan*?»

*(N/T: Il rambutan, frutto ricco di vitamina C e B, è utile per la salute e la cura del sistema nervoso e della pelle.)

«No, no.» Akk guardò il ragazzo e poi si rivolse a Wat. «La penso come te, dovresti provare a chiedere di nuovo allo Zio Sitt. Uno dice che non ha cambiato marcia, ma l’altro che era di fretta e che si è dimenticato. Non ne è più sicuro!»

«Se non ne è sicuro lui, chi può aiutarlo a difendersi?»

«Ovviamente non ha neanche chiuso la portiera della macchina.»

Wat alzò gli occhi al cielo, il suo volto serio. Anche i suoi occhi erano difficili da leggere, fino a quando alla fine disse: «Cosa intendi?»

Diverse immagini saltarono nella sua testa in meno di un secondo, ma Akk le bloccò in modo che la sua mente non vagasse troppo. «Non voglio dire niente.» Anche se la sua voce sembrava suggerire qualcos’altro. «È solo quello che ha detto lo Zio.»

Gli occhi di Wat mostravano i segni di una domanda più profonda. 

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