BLUE KISS – CAPITOLO V

Figlio unico

Casa di Pete

Pete arrivò davanti la sua maestosa casa. L’indomani ci sarebbe stato un quiz, sapeva che non sarebbe stato in grado di studiare e prepararlo tutto da solo. Dato che aveva legato con Kao, aveva costretto l’amico a portarsi il cambio e a restare a dormire da lui quella notte, in modo che Kao potesse essere il suo tutor personale. Il nuovo amico, che non aveva avuto scelta, poteva solo grattarsi la testa, ma alla fine… aveva accettato di fermarsi a dormire a casa di Pete.

«Da quando prendi seriamente gli impegni universitari?» chiese Kao. Si sentì infastidito e voleva insultare quell’essere egocentrico. Come poteva Pete costringerlo a dormire fuori in quel modo?

«Da anni.»

«Chiami il tuo approccio “serio”?»

«Non vuol dire che io sia bravo.»

Pete sospirò quando Kao, indirettamente, gli diede nuovamente dello stupido. Cosa poteva farci se il suo cervello riusciva ad arrivare solo fin lì? Non era abbastanza, per dimostrare di stare lavorando sodo, portare Kao a casa sua per insegnargli?

«Prima mi odiavi.» 

«Perché devi rivangare il passato? Abbiamo legato ora e stop.»

«Va bene, non ne parlerò più. Ma sono curioso di sapere chi fosse il tuo insegnante prima che legassimo.»

«Sandee ovviamente, ma ora ha passato a te il suo fardello.» Pete guardò la reazione di Kao e vide su di lui un’espressione annoiata. «Sei così crudele da rifiutarti di insegnarmi? Sei davvero mio amico?»

«Sarei venuto qui con te se mi rifiutassi di insegnarti?»

«Grandioso, amico mio!»

«La prossima volta mi faccio pagare.»

«Quanto vuoi. Mio padre è ricco, me lo posso permettere.»

Kao alzò gli occhi al cielo, estremamente infastidito. Pete parcheggiò la macchina di fronte casa e scesero. Pete diede le chiavi della macchina al domestico che avrebbe portato la macchina in garage. Poi, entrarono nella sontuosa e grande casa di Pete che rifletteva la ricchezza della sua famiglia.

Kao non era abituato a queste situazioni, dato che raramente dormiva a casa dei suoi amici. E se dormiva a casa di Pete, di solito c’erano anche gli altri ragazzi; questa era la prima volta che si fermava a dormire da Pete completamente da solo.

No, no, no, no! Niente panico! Non mostrare nessun segno che il tuo cuore sta battendo forte Kao! 

Ripeté a se stesso per calmarsi.

«Mio padre è già a casa, credo. Salutiamolo prima.»

«Ok.» acconsentì Kao con una faccia posata, mentre il suo cuore batteva forte. Si sentì in un certo senso nervoso quando Pete gli prese il braccio per andare ad incontrare Pon, suo padre, in salotto.

Pon stava guardando il telegiornale; quando vide Pete e Kao entrare, il suo sguardo sembrava chiedere quale fosse il problema.

«Kao si ferma a dormire stanotte, l’ho costretto ad aiutarmi a studiare per un quiz che abbiamo domani.» Pete disse a suo padre.

«Salve.» Kao unì i palmi delle mani al petto come segno di rispetto verso il padre di Pete.

Kao aveva già incontrato suo padre in passato; sembrava severo e solenne, il suo viso bello e affilato. Aveva un’aura di potere perché era un alto dirigente che aveva sotto di lui molti impiegati, ma Kao sapeva che in realtà era una persona gentile.

«E gli altri ragazzi?» Pon chiese.

«Mi hanno scaricato il fardello.» scherzò Kao.

«Beh, fantastico. Lo lascio nelle tue mani; può essere stupido, ma impara velocemente.»

«Mi stai facendo un complimento o insultando?» Pete sbottò.

«Entrambi.» disse Pon con tono severo «Ora che è all’università, è davvero un sollievo vedere che ha dei buoni amici che gli danno il buon esempio. Pete era un vero piantagrane alle superiori. Creava problemi e faceva a botte.»

«Papà! Smettila di mettermi in ridicolo.»

«Ho sentito che sei un tipo intelligente, Kao. Sei anche bello, immagino tu sia popolare tra le ragazze.»

Pon guardò Kao con occhi gentili… Kao era un bravo studente, educato e rispettoso. Tutti gli adulti si complimentavano con i suoi genitori per averlo cresciuto così bene.

«A Kao interessa solo studiare, non gli interessano le ragazze.»

«Molto bene! Non fare come Pete, lui è pazzo delle ragazze ma quando si tratta di studiare fa schifo.» Pon scosse la testa come se ne avesse decisamente abbastanza del figlio. «Ad ogni modo, Kao per favore, prenditi cura di lui. Pensalo come un atto di carità; ho solo lui, voglio che abbia un futuro radioso, che sposi una brava ragazza e che abbia dei figli che possano portare avanti il nome di famiglia.»

«Ok.» promise Kao, con un sorriso forzato.

Alle ultime parole del padre di Pete; Kao, per un momento, provò una fitta al cuore.

«Kao, andiamo di sopra, se restiamo qui ancora un po’ mio padre mi farà allo spiedo.»

Pete spinse frettolosamente Kao per la schiena fuori dal salotto perché aveva notato che era diventato silenzioso; pensava che Kao fosse annoiato nel sentire suo padre che lo assillava. Ma Kao, in realtà, era frastornato da quello che Pon aveva detto.

Comunque Kao provò a nascondere i suoi sentimenti ed a comportarsi come se non fosse successo nulla.

«Non prendere troppo sul serio le sue parole, stava solo blaterando… non significa nulla.»

«Non ha detto nulla di male, ha detto tutte quelle cose perché ci tiene a te.»

«Si lo so, non assillarmi più di così.»

«Ma sono curioso…»

«Di cosa?»

«Come hai fatto a passare il test d’ingresso? Sappiamo tutti che serve un punteggio alto per poter entrare nella nostra facoltà, persino miei amici non ce l’hanno fatta.»

Pete ci pensò su per un momento mentre stavano entrando in camera sua, chiuse la porta e accese il portatile come d’abitudine.

La camera di Pete era spaziosa, pulita e arredata molto bene. Ma non era opera di Pete, lui era quello che la rendeva sempre sporca e la domestica gliela faceva trovare nuovamente pulita.

«È stato un colpo di fortuna.»

«In quale tempio sei andato a pregare? Mi sa che hai dato in offerta un sacco di soldi.»

«Sono un uomo fortunato, i miei “punti fortuna” sono fottutamente alti.»

Pete spinse la testa di Kao dolcemente e in modo scherzoso quando il suo telefono suonò; lo prese e guardò lo schermo, poi fece un sorriso smagliante quando vide che era la ragazza che stava frequentando in quel periodo.

La prima fase di questa relazione lo rendeva ancora pazzo di lei, quindi era normale che fosse eccitato quando lo chiamava.

«La tua ragazza?» chiese Kao.

«Bravo! È Fongbeer.»

«Che fastidioso!»

«Non essere geloso, amico.»

Pete alzò le sopracciglia e si allontanò per parlare con Fongbeer mentre Kao fissava la schiena di Pete, pensando che avesse molte ragazze con cui “parlare”. Fin dal primo anno di università, non c’è stato un momento in cui Pete non uscisse con qualcuno.

«Non essere triste, piccola. Non ci possiamo vedere oggi perchè devo studiare, ho un quiz domani.» La voce di Pete arrivò alle orecchie di Kao, «Credimi, non sto parlando con nessun’altra tranne te.»

Non sono geloso della tua vita sentimentale, sono geloso di Fongbeer perché le appartieni.

Kao scorreva la bacheca nel suo smartphone ma ogni parola che Pete aveva pronunciato risuonava nella sua mente. La sensazione che provava era quella di avere un ago che gli pungeva il cuore ed anche se provava a dirsi di non rimuginarci troppo su, perché in fondo sapeva che a Pete piacevano le ragazze e non avrebbe cambiato sponda, Kao non poteva fare a meno di innamorarsi di lui. Se ne fosse stato in grado, i suoi sentimenti non avrebbero raggiunto questo punto.

*******************

Dormitorio di June

Mentre King si preparava per uscire, June sedeva sul divano, facendo finta di guardare la tv come se non gli importasse, ma in verità… June osservava silenziosamente se King si comportava in modo strano o se avesse appuntamenti con qualcuno, perché King stava diventando sempre più sospetto ogni giorno che passava.

«Si, si. Sto uscendo.» King disse al suo amico al telefono in procinto di precipitarsi fuori dalla camera.

«Dove vai?» June chiese immediatamente.

«Devo uscire.» King rispose distrattamente.

«Sei uscito spesso ultimamente… anzi tutti i giorni, dove li prendi tutti questi soldi?»

«I miei amici offrono, non pago tutte le sere.»

Dopo averlo detto, King aprì la porta e se ne andò immediatamente, come se avesse paura che June potesse fargli altre domande. June, che era rimasto solo nella stanza, pensò per un po’ cosa fare, poi decise di seguire il suo amico.

Quella sera, June promise a sé stesso che avrebbe scoperto dove sarebbe andato King e cosa avrebbe fatto. Se si fosse scoperto che King stava facendo qualcosa di illegale, June aveva ancora l’occasione di metterlo in guardia e di farlo tornare il vecchio sé stesso in tempo. June credeva ancora che King non fosse una persona cattiva o crudele.

Se davvero aveva fatto qualcosa di sbagliato, doveva averlo fatto di impulso.

Perché va così di fretta?

Pensò June mentre seguiva King silenziosamente. King andava di fretta e si guardava intorno come se stesse scappando da qualcosa e June stava attento a non farsi scoprire.

Quando aveva seguito King fino alla strada principale, il ragazzo per qualche ragione, era sparito.

«Dov’è andato? Come fa ad essere così veloce?!»

June borbottò frustrato mentre si guardava intorno per la strada, ma non c’era segno di King. Lo avrebbe visto se King fosse salito su una macchina, era come se sapesse di essere seguito, quindi si era subito nascosto da qualche parte. Improvvisamente, il telefono di June suonò, aggrottò le sopracciglia e fu sorpreso di vedere chi lo stesse chiamando… era King.

Forse sapeva che lo stavo seguendo.

«Che succede?» June rispose al telefono, facendo del suo meglio per mantenere una voce neutra.

«Dove sei?» chiese King.

«In camera, ovviamente.»

«Davvero?»

«Per che cavolo me lo chiedi?»

«Così… pensavo che fossi sulla strada principale.»

June si bloccò e strinse i denti, incazzandosi per essere stato scoperto.

«Smettila di seguirmi! Se vuoi che restiamo amici, finiscila di farti gli affari miei!»

«King! L’ho fatto perché sono preoccupato per te!»

«Lo so, ma… questa volta è meglio se ne rimani fuori.»

King riattaccò immediatamente, come se non volesse lasciare il tempo a June di fare altre domande e questo fece solo aumentare la curiosità di June riguardo cosa stesse facendo. Analizzando il comportamento di King, doveva essere qualcosa di terribile!

*******************

Il giorno dopo

Facoltà di Ingegneria
Università N

«É la prima volta nella mia vita che penso di poter prendere un buon voto dopo aver finito un quiz.»

Pete si vantava mentre stavano uscendo tutti insieme dall’aula visto che l’ultima lezione era terminata. Sandee e Thada sembravano annoiati, erano contenti che Pete studiasse di più e fosse diventato più intelligente, ma erano anche stanchi del suo vantarsi, non importava se lo stesse facendo per scherzare o per nascondere il suo imbarazzo.

«Dovresti portare una ghirlanda a Kao nel giorno degli insegnanti per ringraziarlo.» Thada non parlava molto, ma quando lo faceva, era brutale. Pete lo guardò male mentre Kao stava ridendo a crepapelle senza provare a difendere Pete.

«Devi portarne una anche per Sandee.»

Pete reagì e diede uno schiaffo sulla testa di Thada che non era più intelligente di lui, sarebbe morto in classe se Sandee non l’avesse aiutato.

«Smettetela di litigare, basta che entrambi ci portiate delle ghirlande nel giorno degli insegnanti.» disse Sandee.

«Non vedo l’ora.» Kao sorrise sfacciatamente.

Loro quattro si stavano godendo la chiacchierata finché non si accorsero che qualcosa non andava; June era stranamente troppo silenzioso quando, normalmente, era quello allegro e logorroico. Si guardarono tra di loro e poi guardarono June. Sembrava davvero serio come se stesse pensando a qualcosa che lo tormentava.

«Perché se così silenzioso? Il quiz era troppo difficile?» Thada gli mise un braccio intorno al collo, cercando di tirargli su il morale. «Non ti preoccupare, non conta molto in percentuale, Kao può insegnarti la prossima volta. Se è abbastanza bravo da far prendere a Pete un punteggio più alto… possono farcela tutti.»

«Vorresti dire che sono la persona più stupida al mondo?» Pete chiese subito.

«Non ho detto questo.» rispose Thada.

Ma June stava ancora in silenzio. Normalmente, avrebbe già detto qualcosa per far incazzare Thada e Pete solo per divertirsi.

«Che succede June? Sembri abbastanza stressato ultimamente, si tratta ancora di King?» chiese Kao. Iniziarono a preoccuparsi quando June rimase in silenzio. «Faresti meglio a dirci cosa ti passa per la testa invece di affrontarlo da solo.»

«Credo che riguardi King.» disse Sandee.

«Già, si sta comportando in maniera molto strana… ma comunque, probabilmente non è nulla.» Anche se June voleva dire tutto, non era ancora sicuro di cosa stesse combinando King, quindi non voleva calunniare il suo amico.

«Che ne dite di fare festa stasera?» chiese Pete.

«Ancora?!» Sandee sembrò proprio stufa.

«Dobbiamo festeggiare dato che prenderò un buon voto.» Pete cercò di risollevare un po’ gli animi.

«Sei sicuro che prenderai un buon voto?» Kao provò a far arrabbiare Pete.

«Non disprezzare le tue capacità di insegnante.»

«Non disprezzo me stesso, disprezzo te.»

«Kao!» Pete stava per prendere per il collo Kao perché gli aveva implicitamente dato di nuovo dello stupido.

«Andate voi ragazzi, mi è venuto un mal di testa, mi riposerò un po’ stasera.» Nel momento in cui June rifiutò di andare, si scambiarono di nuovo una serie di sguardi. Era molto strano perchè June raramente diceva no alle feste.

«Vai a riposare, dato che il nostro gruppo non è al completo stasera, facciamo un’altra volta.» disse Sandee.

«Va bene! La prossima volta allora!» Pete si arrese.

Quindi si separarono e andarono a casa. June rimase da solo con un’espressione seria. Stava pensando al suo piano per stasera. Quella mattina, aveva sentito che King si sarebbe incontrato con i suoi amici da qualche parte. Se avesse seguito King in quel posto, avrebbe scoperto la verità. Con chi era stato King in questi giorni e per caso aveva fatto qualcosa di brutto?

Finalmente, June aveva deciso che avrebbe seguito ancora una volta King, doveva scoprire cosa stava combinando!

*******************

Di fronte al dormitorio di June

King probabilmente era preoccupato del fatto che June potesse seguirlo, quindi non era tornato al dormitorio. Non sapeva che June aveva già scoperto dove si sarebbe incontrato con i suoi amici. Quando June era arrivato al dormitorio, aveva studiato il percorso per arrivare a destinazione e calcolato quanto ci avrebbe messo per arrivare, poi era uscito e aveva preso un taxi nella strada principale.

Ma June fu sorpreso quando vide la macchina di Pete parcheggiata di fronte al dormitorio, che lo aspettava.

«Sali in macchina.» Kao aprì il finestrino e urlò a June che se ne stava lì impalato.

Non era sicuro se fosse il caso di dirgli del suo piano. Non voleva mettere nei casini i suoi amici. «Stai uscendo, no?! Salta su! Veniamo con te, perderai il tuo tempo se rimani lì immobile come una statua di cera di Madame Tussauds.»

[N/T: Madame Tussauds è il famoso museo delle cere che ha sedi in tutto il mondo.]

«Come fate a sapere che sto uscendo?»

«Sali in macchina e basta! Siamo più veloci di un taxi.» disse Pete. 

June ci pensò per un secondo, poi salì in macchina.

«Cosa vi porta qui ragazzi?»

«Prima dimmi dove andiamo, poi parliamo.»

«Stiamo andando…» June gli disse la destinazione e Pete aggrottò le sopracciglia, chiedendosi come mai June volesse andare lì perché non era un posto che frequentavano di solito, lontano e nei sobborghi. June pensò che fosse il momento di dirlo a tutti. «Sto seguendo King, incontrerà i suoi amici lì, voglio sapere cosa combina.»

«Ecco perché non volevi fare festa con noi… dovevi seguire King.» Pete disse mentre si affrettò ad accendere la macchina.

«Potreste adesso dirmi come mai, tutto ad un tratto, mi stavate aspettando qui?»

«Non è che siamo venuti qui così dal nulla.» spiegò Kao. «Pete voleva far festa, aveva visto che eri stressato e ci ha chiesto nuovamente di uscire, quindi siamo venuti a prenderti. Stavamo per entrare nel viale quando ti abbiamo visto venire fuori, quindi abbiamo parcheggiato qui.»

«Cosa pensi stia per fare King?» chiese Thada.

«Non lo so.» June non voleva dire ciò che stava pensando dato che facendolo avrebbe potuto diffamare King. Voleva solo vedere con i suoi occhi se quello che pensava era corretto. «Comunque dovremmo portare Sandee a casa prima?»

«Perché dovrei andare a casa?» Sandee urlò immediatamente. Sapeva che June ci teneva a lei, ma non era il tipo di ragazza che sarebbe stata un peso per qualcuno. «Sono tua amica anche io, June.»

«Falla venire con noi, una ragazza cazzuta come lei non è un peso, mi prenderò cura io di lei.» disse Thada.

«Ecco l’orgoglio di questa ship, le vostre shippers non sono qui ora, quindi non c’è bisogno di fare fanservice.»

[N/T: ‘ship X&Y’ significa che ti piacerebbe vedere insieme X&Y o allo stesso modo se X&Y sono realmente una coppia, significa che approvi e che ti piacciono insieme.

SHIPPARE due persone significa quindi che ti piace o le vorresti vedere legate da un sentimento d’amore. In molti casi queste coppie, reali o no, hanno dei gruppi di fan che li seguono. In questo caso Kao sta prendendo in giro la coppia Sandee/Thada. 

Fanservice, di solito, è la parola usata per indicare scene o parti inserite dallo studio di produzione, che non hanno un peso reale sulla trama, ma sono presenti solo per soddisfare le richieste di un certo tipo di pubblico sia maschile che femminile. Kao ritiene che con la sua frase da eroe Thada stesse facendo fanservice per le loro fan.]

«Stai zitto Kao!» Thada lo guardò male.

Alla fine sarebbero andati tutti quanti insieme alla destinazione comunicata dal loro amico. 

June sperava che… non importava cosa sarebbe successo quella stasera, avrebbe scoperto la verità; altrimenti non sarebbe stato in grado di concentrarsi su nient’altro.

*Continua*


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