EN OF LOVE: TILS – CAPITOLO 16

Ci apparteniamo

– Praram –

Provai con tutto me stesso a tirar via la mano intrecciata a quella di P’Nuea, che le teneva saldamente alzate e in mostra. Nuea sapeva bene che ci avrei provato, per questo teneva strette le nostre mani come se ci fosse una colla potentissima. Era la prima volta per me e le mie guance diventarono più rosse che mai e, nonostante la sensazione mi piacesse, continuavo ad essere timido. 

«Oh! Il mio amico ha dichiarato la sua proprietà.» A distrarmi dai miei pensieri furono le parole di YiWaa.

«Sai benissimo che sto flirtando con lui e che ci vediamo spesso.» P’Nuea si guardò intorno, lo feci anch’io e notai che tutti ci stavano guardando. 

«Ma se ci stai provando con Praram, perché tieni la mano di Pralak?» P’Kla guardò prima me e poi il mio gemello, il quale stava indossando la mia maglietta. Sentii la leggera risata di Pralak, si stava chiaramente divertendo in quella situazione.

Mi aveva promesso che si fosse preso tutte le responsabilità per la foto postata su Facebook, rispondendo alle domande che mi sarebbero state rivolte. Accettai pensando sarebbe stata un’ottima idea, dato che non sapevo mai cosa dire quando mi chiedevano di Nuea. La prima domanda che gli fu posta però mi rese nervoso per diversi minuti a causa della sua risposta. Fortunatamente, quando entrai in classe, tutti pensavano fossi Pralak. 

«Questo è Praram, quello è Pralak.» P’Nuea indicò il mio gemello. 

«Cosa?» 

«Indosso la maglietta di Praram.» rispose infine Pralak. 

«Ho risposto io, ma sono certo che Praram fosse d’accordo.» insinuò il mio gemello. 

«Con quale parte dovrei essere d’accordo?» mi voltai a rimproverare Pralak.

«Allora perché non gli hai lasciato ancora la mano?» P’Lee indicò le nostre mani ancora unite tra loro. 

«Non la lascerò andare.» P’Nuea strinse le nostre mani ancora più forte.

«Non la lascerai andare? Non avete nessuna relazione eppure riesci ad essere così spudorato?» esclamò P’Pan alla persona vicino a me. 

«Sì, le terrò strette finché non si fonderanno tra loro.» 

«Le vostre mani non sono d’acciaio, non potranno mai fondersi con il calore dei vostri corpi. Non sei neanche poi così tanto bello, ma sei ancora stupido.» replicò Kla. 

«Se non sono bello allora come sono? Credi di essere molto bello bassotto?» P’Nuea stuzzicò Kla, il quale si irritò all’istante.

«Non sono basso!!»

Tolsi velocemente la mano dalla stretta di Nuea prima che lui potesse accorgersene, se non l’avessi fatto la discussione con i suoi amici sarebbe andata avanti per secoli.

«Pensavo che non avresti finito prima delle cinque.» gli dissi all’improvviso. Non erano neanche le cinque quindi avevo supposto che fosse uscito prima. 

«Abbiamo finito prima.» spiegò voltandosi verso di me. «C’è del cibo? Sono così stanco…» mormorò le ultime parole, mi piaceva il suono della sua voce.  

«Oh! Non litigherai con me?» chiese vittorioso P’Kla. 

«Mi arrendo.» rispose semplicemente P’Nuea. 

«Wow! Avete sentito tutti? Nuea si è arreso a me!» Si rivolse eccitato verso i suoi amici.

«No, mi sono arreso a Praram.» mormorò piano la persona accanto a me; ma io riuscii a sentirlo al disopra di tutte le altre voci. Lo guardai con la coda dell’occhio, bastò per far si che i nostri occhi si incontrassero per avere la conferma di quello che avevo sentito. Non riuscii a trattenere un sorriso, e gli altri iniziarono a prenderci in giro.  

«Da quant’è che siete intimi fino a questo punto?» chiese poi YiWaa.

«Non so fino a che punto, so solo che stiamo risolvendo la domanda quattro.» si intromise P’Mark severo. 

«Mark sii più gentile, perché devi mettergli tanta fretta? Ha bisogno di rilassarsi un po’» rispose P’Nuea. 

«Riposiamoci tutti insieme, giusto? Ridicolo, stiamo disegnando una semplice linea.» Mark si voltò per sorridere a P’Nuea. Inoltre non riuscii a fare a meno di ridere, soprattutto dopo aver visto la faccia irritata di Nuea, il mio sorriso diventò sempre più grande.

«Em… immagino che non dovremo disturbare troppo.» P’Nuea mise il broncio. 

Continuammo a studiare con Mark fino alle sei di sera, alcuni senior ci lasciarono per tornare a casa, li salutammo formalmente prima di tornare a studiare. P’Vee e P’Nuea era seduti affianco a me e stavano svolgendo il loro progetto. Una volta aver capito che avremmo studiato per un’altra ora con P’Mark, Nuea si alzò per andare a prendere qualcosa da mangiare. Iniziai a sentirmi in colpa, mi aveva detto ore prima di avere fame e io gli avevo promesso che gli avrei portato qualcosa da sgranocchiare, ma alla fine non avevo comprato nulla.

«Finito! Questo è per Nuea, quando torna daglielo, me ne vado adesso.» P’Tee mi porse alcune fogli.

«È la nostra parte per il progetto di gruppo, digli di finire anche la sua parte.» Anche P’Lee mi passò dei documenti. 

«Ok, va bene.» risposi semplicemente.

«Ohw!! Con una faccia carina come quella… dai vieni a fare una foto.» esclamò improvvisamente P’Lee.

«Anche io?» Pralak alzò di scatto lo sguardo dal libro che stava leggendo, era più interessato a quello che stava succedendo. 

Lee e Tee si sedettero vicino a noi. P’Lee allungò le labbra verso la mia guancia come per darmi un bacio e lo stesso fece Tee con Pralak, poi chiesero a Mark se potesse scattare la foto. Quest’ultimo premette velocemente il pulsante per poi restituire il telefono al proprietario. 

«Per favore sii felice, fai un bel sorriso. Anche se ci sono due bei giovani ragazzi delle superiori da guardare, amo comunque il mio Mark.» disse P’Lee accarezzando il mento di Mark. 

«Adesso basta, se continuiamo così non finiranno mai i compiti.» Mi piaceva quel lato di P’Mark, mi piaceva imparare da lui, era sempre preciso e corretto. Ci diceva quante ore avremmo dovuto studiare e quanti compiti avremmo dovuto fare.  Aveva stilato un programma e lo aveva portato con sé per consegnarne uno a Pralak ed uno a me. Si adattava perfettamente con gli esami da dare. Seguendo il programma c’erano solo poche lezioni da svolgere prima degli esami. 

«E va bene, me ne vado, ma lo faccio per amor tuo.» acconsentì P’Tee. Mark si limitò a scuotere la testa verso di loro, non sembrava gli importasse affatto che i due parlassero del fascino del suo volto. Lo guardai anche io, ma non capivo cosa ci trovassero di bello, per me il suo volto aveva un’espressione stufa. Mark era carino solo quando era con P’Vee.

«Continuate a lavorare, io vado in bagno.» disse Mark prima di alzarsi. 

«Devo andarci anch’io.» lo seguì Pralak. 

«Oh… ed io?» Se entrambi fossero andati al bagno, io sarei rimasto solo. Non avevo paura perché alla fine c’erano ancora molte altre persone, il problema era che non conoscevo nessuno. 

«Prenditi cura delle nostre cose, torniamo subito.» parlò il mio gemello, P’Mark sorrise come per dargli ragione. 

«Non ci vorrà molto, P’Nuea sta arrivando. Vee mi ha appena inviato un messaggio.» Dopo aver ascoltato P’Mark, annuii rassegnato.

Una volta che se ne furono andati, chinai il capo per continuare i miei esercizi. Ci misi un po’ perché avevo dimenticato cosa stavo facendo, era tutta colpa della frase pronunciata da Mark. Aveva semplicemente detto che P’Nuea sarebbe tornato presto, come poteva quella frase destabilizzarmi così tanto?

«Nong!»

«Si?» Alzai il volto per rispondere al richiamo di un mio senior, il quale si stava avvicinando a me. Era uno dei senior seduti vicino al nostro tavolo. Notai che i suoi amici mi stavano fissando, non appena posai lo sguardo su di loro tutti si voltarono rapidamente. 

«Ti ho portato un po’ di torta. Ho visto che studi da ore con Mark, non vi lascia nemmeno fare una pausa.» spiegò bprima di offrimi una torta al tè verde e un frappè.

«Grazie.» Sorrisi gentilmente accettando quelle leccornie. Si presentò come P’Em, mi chiese se potesse sedersi a farmi compagnia perché ero tutto solo. Non sapevo cosa dirgli così annuì semplicemente mentre gli sorridevo.

«Vieni qui a fare lezioni con Mark tutti i giorni?» 

«Solo tre o quattro giorni, dipende da quando siamo liberi e abbiamo la possibilità di incontrarci.» Ridemmo e parlammo per un po’ di studio e di luoghi adatti per farlo. 

«Riesci a capire facilmente?» 

«Sì, P’Mark è davvero bravo, anche se ci fa studiare molto, quando ci spiega le cose le fa sembrare facilissime.» Presi un boccone di torta ed assaggiai anche il frappè.

«È buono?» chiese subito P’Em. Annuì soltanto perché avevo ancora il cucchiaino in bocca. Era davvero deliziosa e dolce, con un leggero sentore di tè verde. Il frappè era morbido e liscio, amalgamato alla perfezione prima di essere stato versato nel ghiaccio.

«Sei un amico di P’Mark?» chiesi poi.

«Sì, siamo nella stessa classe.» Poi aggiunse: «Sembra ti piaccia davvero tanto.» 

«È delizioso! Dove l’hai comprato?» Pensai di suggerire quel post a P’Kan, quando non studiava oppure non era in giro con P’Bar, avremmo potuto andarci insieme. 

«In realtà lo ha comprato un mio amico. Ma io non mangio la torta al tè verde e dopo averti visto seduto quì tutto solo, ho pensato di portartela.» 

«Beh, allora dove l’ha comprato il tuo amico?» 

«Mmh… non lo so, dovrò chiederglielo. Dammi il tuo LINE, così quando lo saprò te lo invierò.»  Avevo dato un’altra cucchiaiata alla torta ed avevo il cucchiaino in bocca quindi annuì di nuovo. Presi il telefono e lo sbloccai per aprire LINE ed infine consegnargli il telefono. 

Il telefono però, venne bruscamente strappato dalle mani di P’Em, alzai lo sguardo e vidi P’Nuea che dopo aver preso il mio telefono dalle mani di Em lo aveva sostituito con il suo. 

«Aggiungi pure il mio LINE, potrai parlare con me.» Nuea aveva gli occhi fissi su Em. 

«Cosa? Stavamo parlando della torta.» Em sembrava confuso, lo sentivo dalla sua voce dato che era rivolto verso Nuea. 

«Parleremo anche noi di torte.» Quella voce che prima mi stuzzicava dolcemente adesso era cupa. Sembrava scontento di qualcosa, ma non riuscivo a capire per cosa. Io e quel Phi stavamo solo parlando di dove avesse comprato quella torta, ci stavamo scambiando i nostri ID LINE per darmi l’indirizzo della pasticceria. Perché era arrabbiato?

«P’Nuea…» Lo richiamai per sentire la sua voce, volevo capire se fosse irritato per colpa mia o altro. 

«Era d’accordo che ci scambiassimo i nostri ID LINE e poi quel telefono è di Pralak non il tuo.» 

«Questo è Praram!» Nuea alzò talmente tanto la voce che i ragazzi degli altri tavoli si voltarono tutti verso di me. 

«Praram?» P’Em si girò verso di me con un’espressione ancora più confusa.

«Sì, lui è Praram. La persona con cui ci sto provando.» esclamò P’Nuea alzando la mano per spazzolarsi i capelli e spostarli all’indietro. 

«Ci stai solo provando, giusto?» 

«Tu…» P’Nuea prese P’Em per il bavero della camicia guardandolo dritto negli occhi.

«Nuea non qui.» P’Vee cercò di far calmare P’Nuea tirandogli via le mani dal collo della camicia di P’Em.

«P’Nuea, qualcosa non va?» Ero preoccupato, volevo sapere la ragione che lo spingeva a comportarsi in quel modo. Era geloso per causa mia? Se fosse stato così bastava dirlo, e io non avrei dato il mio LINE a quel ragazzo. Doveva soltanto dirmelo ed io non lo avrei fatto.

«Non c’è nulla.» La sua voce sembrava calma adesso. «Aggiungilo pure.» Senza dire altro porse il mio telefono e lo diede a P’Em.   

«Se scopro il nome del negozio, te lo farò sapere.» disse Em.

«Grazie.» risposi gentilmente mentre lui si limitò a sorridermi. Sentì P’Em ridere di P’Nuea prima di andarsene. Nuea mi guardò ancora per qualche istante prima di sedersi dove prima c’era Em. Vee tirò un profondo sospiro prima di accomodarsi accanto al suo amico. Il bel ragazzo chiese dove fosse il suo ragazzo ed io gli spiegai che lui e Pralak erano andati in bagno poco prima. Mentre Vee mi parlava dei suoi acquisti Nuea si chiuse in un silenzio tombale.

«P’Nuea stai bene?» Volevo assicurarmi che stesse bene.

«Ha preso anche della torta all’arancia!» P’Vee tirò fuori dal sacchetto la torta arancione, posai lo sguardo sulla torta al tè verde con ancora il cucchiaio in mano. 

«Huh.» Il sospiro di P’Nuea mi fece spostare l’attenzione su di lui. Il suo volto era cupo, era chiaramente arrabbiato per qualcosa. Volevo solo che me lo dicesse chiaramente. 

«Non mi piace la torta all’arancia.» Non era per ripicca, davvero i dolci all’arancia non mi piacevano. Sì, mi piaceva il succo all’arancia ma ciò non voleva dire che mi piacevano tutti i prodotti aromatizzati all’arancia. Anche la marmellata, la detestavo. 

«Non ti piace il sapore dell’arancia, quello del tè verde però si.» La sua voce continuava ad essere fredda, avrei voluto tanto rispondergli per confermare quello che aveva detto, ma sentivo che fosse ancora turbato, quindi decisi di non dire nulla; non volevo ferire i suoi sentimenti. 

«Non voglio più mangiarla.» Spinsi via la torta al tè verde, sperando di fare la cosa giusta. 

Il mio telefono prese a vibrare per l’arrivo di un messaggio su LINE. Sbloccai il telefono ed entrai nell’app, il contatto era sconosciuto, poi mi capii che era P’Em ad avermi scritto mandandomi il nome della pasticceria. Non sapevo dove si trovasse perché era una pasticceria del centro città in cui probabilmente ci avrei portato Kan. Poi gentilmente mi rispose che se ne avessi voluto ancora mi avrebbe accompagnato volentieri, quando lessi l’ultimo messaggio però mi fece ridere accidentalmente.

M Em: Pensavo fossi Pralak.

M Em: Ma vedere P’Nuea arrabbiato, è stato davvero divertente. Sono sicuro che P’Nuea non ti lascerà andare così facilmente.  

Accidenti! Perché mai le parole di uno sconosciuto dovevano rendermi tanto timido da non riuscire a trattenere un sorriso?

«Cosa, una torta all’arancia? Chi l’ha portata?» Arrivò Pralak, sedendosi accanto a me. Distolsi subito l’attenzione dal mio telefono per guardare P’Nuea. 

«L’ho presa io.» Finalmente P’Nuea parlò dolcemente.

«Hai commesso un errore Phi. A nessuno dei due piacciono le torte con le marmellate di agrumi.» spiegò il mio gemello. 

«Non lo sapevo. Non sapevo ti piacessero le torta al tè verde invece che all’arancia.» Sentivo un tono sarcastico nella sua voce.

Perché pensava così tanto a quella sciocchezza?

«Torta al tè verde?» Pralak mi guardò con occhi felici. «Cosa? Ce n’e una sola? P’Nuea non è giusto! Cerchi sempre di accontentare Praram, e non pensi mai a me.» Sembrava arrabbiato, ma poi prese il piattino con il pezzo di torta restante e lo mangiò.

«Beh, ha molte altre persone che cercando di accontentarlo.» Ancora una volta P’Nuea aveva quell’atteggiamento. 

«Qual è il tuo problema?» Quando mi resi conto che il suo malumore era venuto fuori per causa mia, mi decisi a parlargli. 

«Nessuno.» diede una risposta secca.

«Cosa succede tra loro?» P’Mark chiese preoccupato al suo fidanzato.

«Quando siamo tornati ha visto Em che dava la torta a Praram, e da quel momento che è così.» spiegò Vee.

«Se sei geloso allora dillo P’Nuea.» disse P’Mark senza alcuno scrupolo.

«E che ragione avrei per essere geloso di lui?» Anche se aveva risposto alla domanda di P’Mark, lui continuava a fissare me.

«Lui ti ha appena chiesto cosa c’è che va, e tu gli hai risposto con “niente”.» Questa volta era stato P’Vee a parlare.

«Beh, io…»

«Tu cosa?» Alla domanda di Vee, P’Nuea rimase in silenzio. 

«Io… io non ho tutti questi diritti verso di lui.» Tutti questi diritti? Le parole di Nuea erano davvero importanti. Sorrisi dall’imbarazzo e scostai lo sguardo sui miei libri facendo finta di non essere interessato alla persona di fronte a me, anche se sapevo benissimo che mi stava guardando. 

Quello voleva dire che tutto quello che avevo fatto non era stato chiaro? Tutti i segnali, tutte le cose che avevo fatto per lui, non erano abbastanza per fargli capire che ci stavo provando con lui? Non l’avevo mai respinto, inoltre, aveva incontrato e parlato con i miei genitori. Eravamo arrivati alla fase della conoscenza della mia famiglia, se non aveva i diritti dopo quello; cosa dovevo fare? Era così difficile esprimere i propri sentimenti? Non avevo mai negato o cercato di complicare le cose, P’Nuea doveva solo chiedere.

Tornammo a studiare fino alle 19, P’Vee e P’Nuea erano rimasti ad aspettarci tutti il tempo. 

Quando c’erano dei momenti di pausa P’Vee stuzzicava ed infastidiva il suo ragazzo. Quanto a P’Nuea, era rimasto lì seduto senza muoversi e in silenzio per tutto il tempo. 

«Praram, ci sono almeno tre o quattro calcoli errati qui, come mai?» Dopo che Mark ebbe finito di controllare il mio lavoro, si voltò verso di me per via di alcuni errori. 

«Emh…» Non sapevo cosa dirgli, la mia mente era altrove per colpa della persona seduta accanto a me. 

«Vuoi mangiare la torta fino a perdere la testa?» Il mio gemello sorrise finché non mi voltai verso di lui lanciandogli un’occhiataccia. 

«Non riesci mai a stare zitto?» Continuava a ridere sommessamente, finché sul suo voltò non si disegnò un ghigno divertito. 

«Me ne vado.» P’Nuea si alzò improvvisamente. 

«Perché te ne vai? Pensavo volessi uscire a mangiare qualcosa.» Anche P’Vee era stranito.

«È già pieno per aver mangiato la torta, non ce n’è più bisogno.» 

«Si può sapere qual è il tuo problema? Non c’è bisogno di essere così sarcastico.» Sputai quelle parole senza accorgermene, non riuscivo più a tollerare la sua freddezza.

«Non sono sarcastico.»

«Si invece, lo sei.» Mi alzai per fronteggiarlo. Mi fissò non appena lo guardai dritto negli occhi.

«Pralak come tornerete a casa?» Fece un profondo sospiro prima di fare questa domanda a mio fratello.

«Verrà nostro padre a prenderci.» Pralak mi guardò confuso. 

«Allora dì a tuo padre che porterò io Praram a casa.» Mi prese per il polso e mi portò alla macchina. Ero confuso, non sapevo neppure perché avessi accettato di seguirlo. 

Mi arrivò presto un messaggio LINE di Pralak, il quale mi avvertiva che P’Kan sapeva già tutto e che in quel momento si trovava da P’Bar. Nostro fratello maggiore avrebbe detto a nostro Padre che io e Pralak avremmo passato la notte lì. Quindi quello che mi stava dicendo era che una volta aver concluso la questione con P’Nuea, sarei dovuto andare da P’Kan.

*******************

«Io… non so cosa dire.» parlò una volta entrati nel suo dormitorio. 

«Beh, cosa vorresti che dicessi?» chiesi per poi abbassare lo sguardo per leggere ancora una volta il messaggio di Pralak.

«Sono qui proprio di fronte a te. Sto cercando di parlarti, ma a te a quanto pare non interessa. Non ti piaceva la torta all’arancia e ok va bene, mi dispiace per questo, ma… ti comporti come se ti interessasse più lui di me.» 

«Chi?»

«Ai’Em, ecco chi.» rispose Nuea.

«Non gli ho parlato.» 

«Huh!» P’Nuea faceva fatica ad ingoiare la saliva, così prese un bicchiere d’acqua dal frigo per calmarsi. 

«Se mi hai portato qui solo per litigare, beh… puoi benissimo riportarmi indietro.» Mi accomodai sul divano anche se il proprietario della stanza non mi aveva ancora dato il permesso. 

«Non ti ho portato qui per litigare.» P’Nuea mi porse gentilmente un bicchiere di succo all’arancia. «Sono solo geloso.» 

Sbuffai stordito e scocciato da quel suo modo di fare, il ragazzo che fino a pochi attimi prima era freddo adesso parlava tranquillamente. Era stato cupo e distaccato, poi improvvisamente aveva iniziato a parlare gentilmente e non sembrava neppure poi così tanto sicuro di sé.

«Non mi sono mai sentito così prima d’ora, non sono mai stato geloso con nessuno. Non ho mai corteggiato qualcuno, di solito erano gli altri a venire da me. Per questo delle volte posso confonderti o ferirti, ma credimi, io sto cercando di fare meglio, per te.» 

«Phi…» Non riuscivo a rispondergli.

«Sai bene com’ero prima, tutti mi venivano dietro, ma tu sei la prima persona che ho cercato. Perché sono così? Non lo so neppure io, non so quante ragioni abbia per essere così protettivo nei tuoi confronti, non so cosa fare per farti innamorare di me o anche semplicemente per far in modo che io ti piaccia.» 

«…»

«Praram, so di non essere una brava persona.» 

«…»

«Ma io voglio essere la tua persona.» 

Ero lì seduto come un idiota, come quelle persone che restano sedute, per anni, ad ascoltare senza dire nulla rimanendo immobili. Riuscivo solo a sbattere le palpebre per cercare di controllare il battito troppo veloce del mio cuore. 

Non sapevo da dove Nuea prendesse tutto quel coraggio. Solo poco tempo prima mi stavo lamentando del suo sarcasmo; adesso invece, mi stava parlando del suo passato, dei suoi sentimenti chiedendomi di appartenergli. In quel momento il mio cuore ballava a ritmo con le sue parole. 

Parole che cercavano di dirmi qualcosa, ma che faticavano ad uscire.

«Praram se provi ciò che provo io, puoi prendere tutto di me. Prenditi cura di questo di cuore solitario ed insegnagli ad amare per davvero. Puoi farlo?» 

«…»

«Ci proverò anch’io, ma ti prego mostrami la giusta strada da seguire .» 

«P’Nuea…»

«Sii il mio ragazzo Praram, ti prego. Prenditi cura del mio cuore ed aiutami ad amarti nel modo giusto. Perché voglio che tu mi ami per davvero Praram. Lo voglio così tanto.» I suoi occhi mi imploravano, mi trasmettevano un calore intenso ed un infinita dolcezza. Ero commosso dalle sue parole e dai suoi sentimenti sinceri. 

Quelle parole erano più che semplici sentimenti, Nuea stava disperatamente cercando delle risposte. Era forse amore? O qualunque cosa ci fosse tra persone come noi che provavano quelle emozioni. Il suo sguardo supplichevole mi portò alla realtà, mi stava chiedendo di prenderlo per mano e guidarlo verso il nostro amore. 

«Quindi vuoi che io sia il tuo ragazzo? Oppure mi stai chiedendo altro, non riesco a capirlo?» In realtà avevo capito benissimo cosa stava dicendo, ma vedere il suo sguardo confuso mi divertiva un sacco. 

«Oh, mi stai prendendo in giro, perché lo fai?» Dopo aver visto il mio sguardo divertito, capì cosa stavo facendo. 

«Mi piace quando sei così.»

«Se ti piaccio, allora sii il mio ragazzo.» Sarebbe sbagliato avere una persona così protettiva al mio fianco in modo da poter cercare insieme l’amore?

Mi avvicinai lentamente al suo collo, lo baciai gentilmente prima di morderlo divertito. 

«Ahi! Che male.» reagì subito al morso che gli diedi. 

«Hai già qualcuno a cui appartieni.» professai abbassando lo sguardo sulle mie mani.

«Anche tu appartieni già a qualcuno.» P’Nuea si avvicinò sempre di più, mi cinse la vita con il suo braccio per farmi accomodare più vicino a lui. Il suo volto era luminoso e rilassato, i suoi occhi erano felici e la sua bocca si era allargata in un dolce sorriso. 

«Non essere così carino davanti agli altri.» Quando sussurrò quella frase, sentii le sue labbra sfiorarmi l’orecchio. Riuscii solo ad annuire, mi sentivo come se fossi entrato in un mondo parallelo, come se il mio corpo stesse fluttuando in un epoca lontana. Avvicinò le sue labbra per poi adagiarle delicatamente sulla mia fronte. 

«Phi… P’Nuea.» Lo spinsi appena e lui si allontanò.

«Hai paura di me?» sorrise. «Non ho intenzione di fare nulla, volevo solo dirti che adesso anche tu mi appartieni.»

«Ti piace dire tutte queste cose.» Abbassai d’istinto la testa per nascondere l’imbarazzo causato da quelle parole.

«Spero che tu capisca che non parlo spesso in questo modo alle persone.» 

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