TONARI NO USOTSUKI – SPECIALE

Un regalo per te

«Itou-san, quella custodia per carte d’identità è carina.»

Stava facendo qualche ricerca al telefono, con una tazza di caffè nell’altra mano, nella sala relax dell’ufficio, quando una delle dipendenti che passava di lì si fermò a parlare.

«Tu la pensi così? Grazie.»

Il porta carte d’identità, con piccole iniziali sul cinturino, era stato un regalo di Takase non molto tempo prima. Aveva ricevuto un piccolo messaggio da Takase, cosa rara in un giorno feriale. 

-Possiamo incontrarci, solo per un po’?- 

E così erano andati a pranzo insieme. Viene a salutarmi anche quando deve solo una commissione commissione da fare vicino al mio ufficio, aveva pensato Yuuichi felicemente, e proprio mentre stavano lasciando il ristorante, Takase gli aveva consegnato una piccola scatola regalo.

«Ecco.» disse, imbarazzato. «Forse un fine settimana sarebbe stato meglio, ma è oggi, quindi va bene.»

«È oggi?»

«Il 14 febbraio.»

Yuuichi non aveva ancora idea di cosa stesse parlando, ma vide la discreta etichetta di San Valentino nella confezione regalo, e finalmente capì.

«OH! San Valentino.»

Aveva ricevuto un paio di piccoli cioccolatini incartati da alcune delle ragazze dell’ufficio, e qualche allestimento di vari negozi aveva attirato la sua attenzione qua e là, ma forse perché non sentiva di avere molto legame con l’evento, gli era completamente sfuggito di mente.

«Mi dispiace, me ne sono completamente dimenticato.»

«Non pensavo comunque che avrei ricevuto dei cioccolatini da te, va bene così.» Takase sembrava avere una strana fretta e rise. «Resto sempre a dormire da te, quindi questo è un ringraziamento per questo.»

La relazione andava abbastanza bene da quando avevano iniziato a frequentarsi. Si incontravano immancabilmente ogni fine settimana e lui restava spesso a casa. Sempre più cose di Takase finivano nell’appartamento di Yuuichi.

«Sono felice che tu resti, Takase-san, non hai bisogno di darmi niente. Ma grazie!»

«Aprilo.» disse Takase, e quando Yuuichi aprì il pacchetto, c’era l’elegante portadocumenti che ora aveva attirato l’attenzione della donna in ufficio.

Era di un raffinato colore verde, e vi erano incise le sue iniziali in uno stile non troppo formale: gli piaceva moltissimo, e lo usava sempre, ma era un po’ preoccupato su cosa avrebbe dovuto regalare in cambio.

Era in momenti come questi che finiva per ricordare il suo ex ragazzo, anche se aveva deciso di dimenticarlo. Tooru era uno che lo mostrava immediatamente in faccia quando qualcosa non gli piaceva. Se Yuuichi gli regalava qualcosa che lui trovava noioso, rideva a crepapelle e diceva in tono cattivo: «Lo sapevo, non capisci affatto cosa mi piace, vero?»

Yuuichi si ritrovava a cercare ‘regali per il White Day’ sul suo smartphone ogni volta che aveva del tempo libero, ma niente lo colpiva davvero.

«Sul serio, cosa andrebbe bene?»

Più ci pensava, più le sue preoccupazioni diventavano profonde e diventava sempre più ansioso al riguardo.

Forse sarebbe stato più intelligente chiedere a Takase cosa voleva? Sembrava un po’ rozzo, ma voleva dare a Takase qualcosa che gli sarebbe piaciuto davvero. Sicuramente Takase gli avrebbe detto di non preoccuparsi di dargli qualcosa in cambio, ma forse se fosse stato qualcosa di intangibile… Magari avrebbero potuto andare a fare shopping insieme?

«White Day? Oh, va bene qualsiasi cosa.» Poteva già sentirlo.

Quel fine settimana, al bar dove si incontravano sempre, provò ad aprirsi. «Voglio regalarti qualcosa per il White Day, Takase-san.»

Gli occhi di Takase si spalancarono e rispose proprio come Yuuichi si aspettava. «Sono solo grato che tu mi lasci stare sempre da te, e volevo farti un regalo, quindi il San Valentino è stata una buona scusa.»

«Ma voglio farti un regalo anch’io.»

«Davvero?»

«Davvero!» rispose con enfasi, ma Takase disse semplicemente: «Beh, non vedo l’ora allora.»

«Okay, allora pensa a cosa vuoi, Takase-san. Ci ho pensato così tanto che non so più cosa sia giusto, sento che finirò per scegliere qualcosa di strano.»

«Ma non posso semplicemente dirtelo.»

Per un istante, Yuuichi temette che Takase gli stesse dicendo di smetterla di essere così pigro e di pensarci da solo, ma Takase vide l’espressione sul suo viso e sorrise, essendosi preoccupato.

«Non è quello che intendevo.» continuò. «Quello che voglio è qualcosa che hai scelto tu. Qualunque cosa sia, Yuuichi, purché tu la scelga, ne sarò felice. Ma non so cosa potrebbe essere, suppongo.»

Yuuichi pensò per un momento, e poi sussurrò: «È vero, è proprio vero…!»

Il porta carte d’identità scelto da Takase era di un colore fantastico ed era piacevole al tatto, e ovviamente era rimasto colpito dal suo buon gusto, ma soprattutto, più di ogni altra cosa, era felice che Takase-san avesse scelto qualcosa pensando a lui.

«È proprio vero.» ripeté.

«Lo so, vero?»

«Già!»

Entrambi risero allegramente, e Yuuichi sentì tutta l’ansia che aveva represso fino a un minuto prima scomparire come se fosse stata tutta una bugia. Ora era concentrato ed emozionato.

«E pensare più e più volte su cosa potrebbe essere utile per un regalo è piuttosto divertente, non è vero?»

Cercare un regalo per un amante che trovava valore nel darglielo non era altro che pura gioia.

«Non vedo l’ora che arrivi il White Day.» sostenne ancora Takase.

«Sì!»

Quando sei felicemente innamorato, tutto luccica e tutto ciò che mangi ha un sapore dolce.Scacciando una volta per tutte dal suo cervello gli ultimi resti della faccia imbronciata di un vecchio fidanzato, Yuuichi addentò un nuovo amore.

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