THARNTYPE – CAPITOLO 1

Una volta che odi, non puoi scappare

Forti urla di incitazione riempirono l’aria non appena il sub emerse dall’acqua.

«Amico! È stato fantastico!»

«Troppo figo Type. Come hai fatto?»

«Amico dovresti insegnarci alcuni dei tuoi trucchi.»

Gli studenti guardavano meravigliati mentre il loro amico creava scherzosamente delle bolle che assomigliavano a fiori bianchi sulla superficie trasparente dell’acqua, increspando la superficie a bordo piscina.

Il signor Thiwat, meglio noto tra loro come Type, era originario della costa meridionale della Thailandia. Spesso si comportava come un pescatore subacqueo dopo aver ottenuto l’autorizzazione dall’allenatore a nuotare liberamente, a differenza degli altri allievi costretti a seguire alla lettera le istruzioni del corso base, e così aveva trascorso l’ultima ora immergendosi o eseguendo varie acrobazie, intrattenendo un’intera folla della sua facoltà.

Il corso di nuoto era uno di quelli obbligatori per gli studenti al primo anno della Facoltà di Scienze dello Sport, ma a coloro già in grado di nuotare veniva concesso di allenarsi liberamente, mentre tutti gli altri erano tenuti a seguire le rigide istruzioni impartite loro ed allenarsi più duramente degli altri.

L’obiettivo del corso era quello di saper nuotare ed apprendere le basi del nuoto se si voleva conseguire un buon voto, ma Type per stuzzicare un pò i suoi amici si divertiva ad eseguire divertenti acrobazie acquatiche che al contempo mandavano su tutte le furie il loro allenatore.

«Thiwat! Basta con lo show. Sincronizzati con gli altri e smettila di fare di testa tua! Sii onesto se non sai come farlo! Non aggrapparti alla sbarra di metallo come se tutta la tua vita dipendesse da questo!»

La voce rimbombante dell’istruttore si mescolava al suono delle chiacchiere e degli schizzi d’acqua. Poiché il corso era obbligatorio, ogni matricola era presente, incluso Techno, un amico di Type fin dalle superiori.

Se si era interessati a saperne di più sulla relazione tra quei due, bisognava tornare ai tempi del festival dello sport delle quattro stagioni*. 

Type aveva scienze motorie mentre Techno, arte. I due avevano un altro amico che si era diplomato in calcio e che si era unito a loro nella stessa università.

*(N/T: È un’attività scolastica Studenti-Insegnanti che si tiene a scuola ogni anno.)

La loro scuola aveva circa dieci diverse specializzazioni ma c’erano solo cinque colori di camicia tra cui scegliere. Pertanto, tutti i dipartimenti erano stati divisi in cinque facoltà in base al colore della maglietta indossata durante l’evento.

Era divertente che il gruppo di Type fosse combinato con quello di Noh.

Non avevano confidenza dalla quinta elementare. Tuttavia, poiché il loro gruppo non aveva abbastanza giocatori per partecipare, Type e Techno erano tra quelli che erano stati reclutati per unirsi alla squadra di calcio. Ci avevano provato una volta e avevano vinto la prima partita che li portò ad una serie di vittorie fino al giorno per il titolo del campionato. Entrambi eccellevano nello sport, il che fece sì che Type decidesse finalmente di dedicarsi alla facoltà di Scienze dello Sport qualche anno dopo.

Al tempo i tre erano diventati ottimi amici.

Il problema era che Noh, quello più basso, era tanto bravo a calciare una palla, ma non sapeva nuotare.

«Amico, sei orribile.» Type rideva mentre osservava il suo amico nuotare miseramente, tenendo la barra di metallo come supporto. Si era unito alle altre matricole imparando le basi nella piccola piscina per bambini a poca distanza dall’enorme struttura acquatica.

«Sta zitto!» Ribatté il ragazzo più basso. «Non farti dare un calcio in testa idiota.» Si comportava in modo scontroso nonostante la sua conoscenza pari a zero per i combattimenti sottomarini.

«Wooi!» Il ragazzo con la pelle abbronzata e la figura snella alzó le mani per impedire ai piedi dell’altro di finirgli dritti in faccia. «Pensi davvero di poter vincere contro di me? Non essere stupido.» Type si girò in acqua mostrando al suo amico il modo corretto di calciare come tattica di combattimento offensiva. Quella volta, si assicuró che l’insegnante non stesse guardando nella loro direzione.

«Non sono stupido. Dopotutto faccio ancora parte della squadra.»

«Solo perché hai gli arti ben sviluppati non significa che hai il cervello ben sviluppato, Noh.» Type lo prese in giro mentre lanciava schizzi d’acqua al piccolo ragazzo continuando a calciare.

Il clima era caldo e l’acqua fredda. Era un giorno perfetto per rinfrescarsi dopo un’intera giornata sotto il caldo torrido e garantiva al giovane sub del sud di avere la meglio così da prendere in giro ancora un po’ il suo amico.

Stanchi ed esausti, entrambi si appoggiarono alla superficie di cemento della piscina per rilassarsi.

«Ehi. Vuoi venire a giocare a pallone con me più tardi?» Chiese la persona di fianco a Type.

«No, sono troppo pigro per venire. Davvero non so giocare bene. A differenza di te. Gioco solo per divertirmi.» Type rispose in tono serio divertendo il suo amico.

«Allora, potresti essere l’allenatore o forse il capitano della squadra.» gli suggerí l’altro.

«Hai sentito quello che ho appena detto? O le tue orecchie sono otturate dall’acqua.» Gli occhi di Type si restrinsero a due fessure. «Inoltre, non voglio che tu pianga più tardi se trasporto dalla vena competitiva tu picchiassi.» 

Type ricordó quella volta in cui avevano giocato la partita delle Quattro Stagioni. Non appena entrato in campo, lui aveva preso la palla e puntato immediatamente alla porta. Type aveva seguito Noh, gli altri giocatori ripiegavano in difesa mentre gli avversari si erano avvicinati per fermarli nei pressi dell’area di rigore. 

L’obiettivo era stato fissato.

«Non essere così pieno di te.» Noh replicó. «In quel momento ero alle tue spalle per proteggerti.» Il ragazzo basso inizió ad ansimare per la stanchezza. Sembrava che non tutti quelli che si allenavano correndo per il campo avessero una gran resistenza in acqua, così Type imitò l’amico sedendosi anche lui a bordo vasca.

«Hmm. Beh, se mi annoio, immagino di potermi unire a voi ragazzi più tardi.»

«Fidati di me, amico. Non lo sarai. Inoltre, voglio vedere i nuovi che si uniscono ai provini. Ho un piano di gestione pronto per ogni evenienza.» Era ovvio. Se aveva qualcosa a che fare con il calcio, l’umore di Techno passava da idiota a modalità seria, ma quello era anche uno dei motivi perché i suoi amici non avevano mai capito il perché lui avesse scelto una specializzazione diversa da quella calcistica. Per quanto riguardava Type, sentire il suo amico parlarne gli faceva venire voglia di prendere un pezzo di legno e colpirlo dritto in testa.

«Ehm …Quando è stato il momento di scegliere la specializzazione per il college, ho selezionato l’opzione sbagliata e sono finito nella facoltà in cui volevo andare.»

Era la ragione più stupida che Type avesse mai sentito da qualcuno.

«Ciao, Type … Che ne dici di saltare le attività di benvenuto per le matricole di stasera e andare a cercare qualcosa da mangiare invece?»

«Non credo di potermi unire a voi ragazzi. Mangerò nella mia camera. Ho promesso al mio compagno di stanza che questa volta sarei stato io a offrire il cibo. Amico! Quel ragazzo mi ha sfamato per così tanto tempo. Voglio sdebitarmi con lui.»

«Oh … A proposito, per il tuo compagno di stanza … ehm … Aspetta … Cos’è questo?»

Gli occhi di Type si spalancarono quando sorprese l’amico a sussultare per il dolore. «Cosa ti è successo?»

«Io … penso di avere dei crampi.»

«Che cosa?!»

Prima di rendersene conto Techno aveva già allentato la presa dalla barra di metallo e stava affondando sott’acqua.

«Type! Type! Aiutami.» Il suo amico piangeva gorgogliando.

Type si precipitó in suo aiuto. Non riusciva a credere a quel ragazzo. La piscina non era poi così profonda e loro avrebbero dovuto essere preparati nel caso di crampi alle gambe durante un’immersione, ma Noh stava reagendo nel modo esattamente opposto. 

Type non riuisciva a spiegarsi come un uomo così stupido fosse venuto al mondo.

«Hooi, Noh! Smettila! Non dimenarti idiota! Cazzo!»

«Sto annegando! Morirò! Morirò! Type!» Invece di stringere le mani attorno al collo di Type, che lo teneva saldo, Noh stava soffocando il suo amico mentre continuava a urlare di stare annegando quando in realtà l’acqua raggiungeva appena il suo mento e i suoi piedi toccavano il fondo della vasca. Il suo amico continuó ad urlare più e più volte mentre si dimenava isterico, ma non ascoltava affatto quello che lui gli stava dicendo. Fino a quando uno dei bagnini non notó la confusione e si fece  strada verso di loro.

«Cosa sta succedendo? State bene ragazzi?»

«Mi dispiace, Khun* ma il mio amico qui si comporta da stupido.» Type rispose miseramente. L’uomo accanto a lui aveva stretta una mano tra i suoi capelli, quasi a strapparli. Noh impiegó un po’ a riprendersi prima di iniziare a recitare timidamente e decide di lasciar andare i capelli del suo migliore amico, mormorando dopo le sue scuse.

*(N/T: Khun qui significa Signora)

L’istruttrice sorrise vedendo quanto carino era il ragazzino che recitava e annuí. «La prossima volta ti insegnerò come reagire a situazioni come questa.» Proseguendo poi, «ti senti bene adesso? Stai attento la prossima volta, ok?» E li lasciò nuotando verso il gruppo successivo.

«Scusa.»

«Sì, dovresti.» Type tenne per sé la propria lezione per il suo amico idiota. «Mi hai quasi strappato i capelli con quella strana acrobazia che hai appena fatto! La prossima volta che lo farai, ti darò un calcio sugli stinchi.» E Type giurò che la prossima volta sarebbe rimasto il più lontano possibile da lui.

Chi avrebbe mai immaginato che un uomo capace di muoversi come un uragano sul terreno diventasse rigido come una tavola nell’acqua?

«Aspetta, cosa mi hai chiesto prima di iniziare a fare lo stupido?» Type chiese nel momento in cui entrambi furono di nuovo calmi.

«Io … me lo sono dimenticato.»

«Fantastico! Bene. Bere troppo cloro può causare comunque l’Alzheimer. Non sapevo che l’effetto potesse essere così veloce.» Type si concentrò di nuovo sull’insegnante che aveva iniziato a dare loro alcuni suggerimenti per la prossima lezione. Noh accanto a lui si sforzava il più possibile di ricordare cosa dovesse dire all’amico dato che non erano insieme nello stesso blocco così spesso.

Arrrgh! Perché non me lo ricordo? Stavo per dirlo poco fa, ma mi è sfuggito di mente. So che è una cosa molto importante che dovrei dirgli, ma non ho idea di cosa sia adesso.

«Accidenti a te Champ! Stare accanto a te mi fa sembrare così piccolo. Sei tremendamente grande!»

«Hahaha! C’è un campo di boxe vicino al nostro quartiere ed è per questo che ho molte possibilità di esercitarmi con i pugni e i calci. I risultati mi hanno dato tutto questo.»

«Non mi sorprende che esci sempre per andare in palestra.»

Tutti erano riuniti nello spogliatoio, Type era impegnato a strofinarsi i capelli con un asciugamano mentre si massaggiava il cuoio capelluto. Voleva assicurarsi di non avere alcuna perdita di capelli dopo che Noh gli aveva quasi fatto cadere la testa durante il fiasco in piscina di poco fa.

I suoi amici stavano facendo molto rumore, ridendo per alcune battute senza senso. Alcuni parlavano di ragazze, mentre altri parlavano di cose cattive che avevano visto su Internet, ma c’era un certo gruppo di persone che confrontava le loro dimensioni del corpo in un angolo con i loro vestiti ancora addosso. Stavano circondando quel ragazzo muscoloso che si chiamava Champ.

Champ era un altro compagno di classe della loro ‘classe di professioni’. Non era alto come Type o basso come Noh ma era molto più pesante di quei due messi insieme. Non erano davvero sorpresi di scoprire che era nel campo della boxe. Se un giorno fossero finiti in una rissa, il loro avversario non ne sarebbe uscito vivo.

«E tu Type? Forse dovresti provarlo almeno una volta.» Un amico suggerì. «La tua figura ricorda quella di una ragazza con belle curve. Probabilmente dovresti guadagnare molto più peso.»

Il giovane ribatte: «Assolutamente no, cazzo. Ecco perché non vado mai in palestra, pervertito!»

«E perché?»

«Ha paura di avere un mal di testa.» Champ ridacchiante rispose per conto suo mentre indossò la maglietta. Quello che aveva detto era una combinazione di uno scherzo e di un dato di fatto.

«Dai, non sono troppo arrogante o altro.» Type spiegò. «Sono semplicemente troppo bello e troppo leggero per essere circondato da quegli uomini enormi. Non lo so, ma sono troppo inquietanti. Sono andato in questo bagno pubblico una volta. Non riuscivo nemmeno a prendere il sapone. Cominciano a fissarmi con i loro sguardi affamati e i loro occhi sono concentrati sul mio culo. Mi hanno spaventato a morte!»

«HAHAHA!» I suoi amici scoppiarono a ridere. Per quanto riguardava Type, potè solo scuotere la testa. Non era divertente, sul serio.

Ovviamente. Non avrebbero mai capito. Non avevano idea di come ci si sentiva ad essere fissati da uomini dall’aspetto duro. Faceva sentire l’uomo dentro di lui spaventato e sudato. Era peggio che essere sfruttato da una ragazza!

Cosa ci poteva fare? Non gli piacevano. Li odiava!

«AHAH! Adesso me lo ricordo, cazzo!» Le persone stavano ancora ridendo tra loro quando il giovane che aveva avuto l’Alzheimer saltò nel mezzo della discussione. Sembrava abbastanza allarmato.

«Cosa ti è successo?» I suoi amici lo fissarono meravigliati e chiesero. «Il tuo cervello è stato danneggiato dopo aver bevuto troppo cloro?»

«No, no, no.» Guardò il giovane alto che indossò un cipiglio sul viso. «Questo ti preoccupa molto, Type.» Sembrava mortalmente serio. Più ne parlava, più la sua voce si trasformava in panico. E con sorpresa di Type, il ragazzo lo afferrò per un braccio e lo tirò in un angolo assicurandosi che gli altri amici non sentissero quello che stava per dirgli.

«Qual è il problema, Noh?» Type gli chiese impazientemente.

«Voglio chiedertelo. Hai già pensato di trasferirti in un dormitorio diverso?»

«Eh? Muoviti? Perché dovrei trasferirmi in un dormitorio diverso?» Type stava diventando sempre più confuso.

Prima dell’inizio dell’Università, Noh aveva offerto una stanza nella sua casa a Type, ma il giovane si era rifiutato. La famiglia di Noh viveva nelle vicinanze. Gli aveva detto che ai suoi genitori non dispiaceva averlo in giro da quando era diventato un amico di famiglia, ma suo padre aveva insistito che avrebbe dovuto vivere nei dormitori per almeno un anno prima di discutere ulteriormente della sua decisione di vivere fuori dal campus.

Guardandosi intorno, Noh si assicurò che nessun altro stesse ascoltando prima di sussurrare qualcosa all’orecchio dell’altro ragazzo. «Il tuo compagno di stanza si chiama Tharn? Per caso.»

«Sì, è Tharn. Cosa sai su di lui?» Type annuì. All’improvviso si ricordò di quel suo bellissimo compagno di stanza: un giovane con un tono chiaro della pelle e qualche tratto straniero. Non riusciva a pensare a nessun motivo per essere arrabbiato con lui, ma decise comunque di ascoltare ciò che Noh stava per dire.

«Ho sentito alcune voci su di lui che potrebbero farti accapponare la pelle e digrignare i denti come un matto.»

«Ehi, ehi. Smettila di girarci intornop, idiota.» Il ragazzo più alto rimproverò il suo amico. La sua pazienza si stava esaurendo. «Sembra a posto ed è un bravo ragazzo. In effetti, è un batterista in una band a scuola.» Type sembrava così orgoglioso di informare il suo migliore amico sul suo nuovo compagno di stanza.

«Type, ascolta …»

«Capisco. Non puoi relazionarti dal momento che non sei un fan di quelle boyband là fuori ma sono così fantastici, possono facilmente afferrare quelle ragazze quando vogliono …»

«Err … Type?»

«E ricorda. È di sangue misto, quindi immagina come possa essere così attraente rispetto a quei normali membri della band.»

«Type!»

«Non solo quello …»

«TYPE!!!» Noh ne aveva abbastanza delle sue divagazioni. Strinse le mani su entrambi i lati della testa del ragazzo più alto e lo avvicinò, così da potergli finalmente parlare.

E’ l’ultima cosa che voleva sentire oggi.

«Il tuo compagno di stanza è gay, Type! È gay!» lo sibilò sul suo viso in modo che solo Type potesse sentirlo. «La gente parla del tuo compagno di stanza, Tharn è gay.»

Dopo aver sentito questo, il giovane del sud si fermò, rigido come una tavola. I suoi occhi si spalancarono insieme alla sua bocca ed il suo cervello smise di funzionare. L’unica cosa che continuava a ripetersi nella sua testa era la frase ‘lui è gay’ sputata fuori dalla bocca di Noh più e più volte.

Il modo in cui aveva capito cosa gli era stato detto era che c’era una creatura vivente nella sua stanza in quel momento che sembrava essere qualcosa che disprezzava di più al mondo.

Un uomo gay … Tharn!

«Devo cambiare dormitorio …» Borbottò tra i respiri profondi dopo alcuni secondi in cui era rimasto sotto shock.

Erano rimaste solo poche persone nello spogliatoio quando finirono di parlare. Alcuni notarono l’improvviso cambiamento dell’umore allegro del giovane. Dovevano essersi chiesti: ‘Come può un viso sorridente improvvisamente diventare così arrabbiato?’

Il forte rumore di qualcosa che sbattè proveniente dalla porta dell’armadietto chiusa con forza, li sorprese.

Type indossò rapidamente la sua uniforme, si precipitò fuori senza nemmeno guardare il suo amico che stava lì, appeso a bocca aperta. I loro amici rimasti cercarono di chiedere: «Noh, cosa sta succedendo?» Ma lui lanciò loro un sorriso forzato e seguì il suo amico da dietro.

Non doveva nemmeno indovinare dove stesse andando: l’ufficio del dormitorio degli studenti.

Sì. Dove altro?

No, quella volta era abbastanza sicuro. Type, che era attualmente in preda a una furia, avrebbe causato sicuramente problemi che avrebbero potuto far finire il tutto in un disastro.

Un paio di mani si posarono sulla scrivania della reception con un forte tonfo.

«Devo cambiare stanza! ORA!» Type stava litigando con la donna in carica alla reception. Aveva il viso rosso e i pugni serrati mentre la osservava guardare la soap opera pomeridiana su una TV a schermo piatto. Allo stesso tempo ers impegnata a spiegargli la situazione.

«Tutte le camere sono già occupate e abbiamo una lunga lista d’attesa quest’anno. Ti rendi conto di quanto sei fortunato ad averne presa una? Molte di quelle degli anni superiori devono trasferirsi fuori dal campus solo per fare spazio a matricole come te. Dovresti considerarti fortunato per avere una delle migliori stanze dell’edificio, in effetti.»

«Non importa.» Il giovane studente sportivo cercò di farsi strada. «Ho bisogno di una nuova stanza VELOCEMENTE! Esiste un elenco in cui i residenti possono richiedere un cambio di compagno di stanza, Paar? (Zia)»

Il suo modo di affrontarla rovinò l’umore di quest’ultima. Non era ancora troppo vecchia per essere chiamata ‘Paar’ «Se qualcuno volesse cambiare stanza, lo farebbero tra loro invece di presentarsi qui urlando sciocchezze.» si accigliò.

«Ma Paar, questo dovrebbe essere l’ufficio del dormitorio, giusto?» Type continuava a discutere senza alcuna intenzione di arrendersi. Non gli sarebbe importato se la stanza avesse l’aspetto di un bagno. Ovunque andava bene finché non doveva vivere da nessuna parte vicino ai gay, e anche a quei Kratoey, (Trans) non ne voleva assolutamente nessuno!

«Type, calmati.»

«Come posso calmarmi?» Povero Noh. Type finì per sfogare le sue frustrazioni urlando di fronte alla faccia del suo migliore amico. «Ho pensato che stesse giocando con le ragazze per tutto questo tempo. Chi avrebbe mai pensato …? Lui … Lui … AAARGGH!» Era disperato.

La signora alla reception si sentì un po’ dispiaciuta per lui ed emise un sospiro: «Sai, se hai davvero dei problemi con il tuo compagno di stanza, posso prendere accordi per te.» si offrì.

La sua preoccupazione avrebbe dovuto essere etichettata come valida indipendentemente. «Sì! Ho un problema con il mio compagno di stanza, Paar.» Giusto. Type voleva lamentarsi di Tharn ma non poteva dirle il motivo.

«Che cos’è?» La signora lo guardò sospettosamente. «Meglio che sia qualcosa di serio, altrimenti, non posso aiutarti.»

Perché la sua vita universitaria doveva essere così fottutamente complicata?

«Il mio compagno di stanza è …» Stop. Aspetta un minuto…

Type si fermò prima di riuscire a svelare la verità. Il suo cervello iniziò a lavorare velocemente. Se si fermava a pensarci, il suo compagno di stanza non aveva fatto davvero nulla di male. Non avrebbe dovuto essere così duro ed inventare storie solo per umiliare l’altro ragazzo. Quel bastardo doveva sicuramente nascondere qualcosa di malvagio dentro di lui, ma doveva ancora scoprirlo.

Al diavolo! Non poteva dirle che stava cambiando stanza con qualcun altro perché il suo compagno di stanza era gay. «Solo non importa il motivo, Paar, per favore? Non riesco proprio a sopportarlo.» Supplicò con l’aspetto più pietoso che potesse fare con il suo bel viso.

La pazienza della donna sparì, la signora appoggiò entrambe le mani sui fianchi e guardò Type: «Chiamami ‘Paar’ un’ultima volta e puoi chiedere aiuto al bidello. Provaci.»

«Scusa, Pii.» Type cercò di sembrare apologetico. Avrebbe fatto meglio a collaborare con lei o sarebbe rimasto bloccato con quel coglione di Tharn per sempre.

«Non puoi semplicemente cambiare stanza senza un motivo valido, ragazzo.» Spiegò con uno sguardo comprensivo. «E anche piccoli problemi come essere sciatto o non aiutare con le pulizie non sono accettabili« Aggiunto. «Dai. Siete solo voi due nella stanza. Ne potete parlare tra di voi.»

Quella conversazione non lo stava portando altrove. Type stava perdendo la speranza. «C’è un altro modo in cui posso risolvere con? Pii?»

«Hmm …» La signora alla reception aveva bisogno di tagliare corto o quel monello non avrebbe finito di infastidirla. «Che ne dici di … Vai a trovare qualcuno che è disposto a cambiare stanza con te e vieni qui subito dopo? Pii qui si occuperà del resto.»

Type sorrise beffardo, come se ci fosse stato qualcuno là fuori che fosse stato disposto a farlo per lui. Probabilmente a meno che quel tizio non fosse un fan sfegatato di quel bastardo, sarebbe stato l’uomo più fortunato della terra.

«Grazie, Paar.» Le fece un sorriso schifato e si girò senza guardarsi indietro. La signora rimase sbalordita, non riuscì nemmeno a pronunciare le parolacce che restarono nella sua mente.

«Bene, te l’ho detto. Devi prima calmarti.» Noh lo consolò non appena lasciarono il suo ufficio. «Guarda. Il ragazzo non ha fatto niente di male contro di te. Forse puoi vivere con lui senza guardare che genere gli piace, in qualche modo.»

Type gli lanciò uno sguardo ardente. «Perché non vivi con lui da solo? Te lo sto dicendo. Non c’è modo che io rimanga nello stesso posto con quel finocchio!»

«Ehi, rilassati, puoi?» Noh cerca di mantenere il passo perché Il suo amico stava camminando troppo in fretta. «Ancora non capisco. Siamo amici da molto tempo ma, perché odi così tanto gli omosessuali?» Sembrava confuso. «Posso capire che non ti piacciono che siano permalosi con te o che odi quando cercano di afferrarti il pacco. È un po’ inquietante, lo so ma … Non puoi odiarli da così tanto tempo, Type.»

Quella era una cosa che il ragazzo più basso si chiedeva da tempo del suo amico. Aveva diversi amici che erano amici con Kratoeys (Trans) e uomini gay e li trovava divertenti. Allora, li prendeva anche in giro solleticando i loro capezzoli così finivano per ridacchiare e strillare rivelando la loro voce effeminata. Erano gruppi divertenti di persone. Perché Type aveva rancore nei loro confronti?

Odiare i gay rendeva la tua vita davvero difficile. Erano ovunque. Anche la relazione tra due uomini stava diventando comune al giorno d’oggi.

La sua domanda stupì l’altro ragazzo ed i suoi occhi si infiammarono di rabbia.

«Quando dico che li odio, significa che li disprezzo fino all’ultimo respiro!» Type insistette. «Non lo so con te ma non tornerò in quella stanza in un modo o nell’altro.» E con grande sorpresa di Noh, il suo amico si precipitò nei dormitori e iniziò a bussare a una porta dopo l’altra.

«Che cosa stai facendo? Moccioso testardo!» Il ragazzo più basso sibilò di orrore ma non ebbe altra scelta che accarezzare il suo amico da dietro.

«Sì?» Un ragazzo con gli occhiali con la montatura spessa aprì loro la porta.

Type spinse Noh in modo che fosse lui a negoziare con il proprietario del dormitorio. Puttana schifosa! Come osi coinvolgermi nelle tue stupide buffonate!

«Salve signore!» Il ragazzo più basso non ebbe altra scelta che salutare il proprietario della stanza nel modo più brillante possibile. «Il mio amico qui vuole cambiare stanza con …»

«Vorrei cambiare stanza con te.» Type incalzò. La sua voce roca spaventò il povero ragazzo che chiuse con forza la porta davanti ai loro volti senza dare loro la possibilità di parlare.

«Vedi? Non vogliono cambiare stanza. Andiamo.» Fece un tentativo di ritirarsi ma il suo amico afferrò entrambe le sue spalle e lo spinse verso la stanza successiva.

«Non andrai da nessuna parte.» Il ragazzo più alto ringhiò. «Busseremo a ciascuna di queste stanze fino a quando uno di loro non accetterà di cambiare stanza con me.»

Che cazzo?! Scherzi a parte, non ho nulla a che fare con tutto questo!

«Cosa vuoi?» Un ragazzo più alto, con una voce profonda e virile, aprì la porta, salutando entrambi con uno sguardo acuto. I suoi occhi si ammorbidirono nel momento in cui si posarono sul bel coglione, Thiwat che aveva una delle sopracciglia sollevate. Quel brusco cambiamento di umore sembrò stranamente sospetto e tanto più quello sguardo civettuolo.

Noh divenne silenzioso. Per quanto riguardava Type … Beh, i suoi occhi si spalancano per lo shock dopo aver seguito la direzione in cui il suo amico stava guardando.

Questo ragazzo è completamente nudo davanti a loro!

«Err … Il mio amico qui desidera cam-«

«No!» Type intervenne e trascinò via il suo amico veloce come un fulmine.

«Merda!» Noh esclamò. Il povero ragazzo era ancora sotto shock. «Che cazzo è stato?!»

«Non so.» Si trattava più di convincere se stesso che di convincere l’altro. «Guarda! Non abbiamo visto niente! Prendi?»

«Cazzo! È enorme!» Esclamò il ragazzo.

«Vuoi morire?!» Ringhiò.

«Scusa.»

«Andiamo al prossimo.» gli suggerì. Type pensò a controllare online la possibile esistenza di pillole per perdere la memoria. Ne avrebbe bisogno a dozzine se fossero esistite!

L’occupante aprì a malapena la porta ma la chiude immediatamente nel momento in cui vide la faccia scontrosa di Type.

«Ti sembro così spaventoso?» Il tizio della facoltà di scienze sportive diede dei calci alla porta con rabbia, giurando di picchiare forte il ragazzo una volta che lo avrebbe visto a scuola il giorno successivo.

Noh afferrò il suo amico per un braccio e lo trascinò via. «Type, basta, amico.» Stava cercando di fermare il ragazzo dal contorcersi per tornare indietro e dare un calcio alla porta un’ultima volta. «Andiamo nelle altre stanze. C’è ancora molto da scegliere. Dai.» Lo convinse.

Questa è di gran lunga l’ultima stanza che c’è.

Un uomo con una chitarra aprì la porta.

«Ciao!» Type sentì una spinta sul fianco, era Noh che gli diceva di mettere il suo miglior sorriso per impressionare il proprietario della stanza, la sua ultima speranza. «Il mio amico qui vorrebbe cambiare stanza. Mi chiedevo se sei disposto a prenderlo come nuovo compagno di stanza.»

L’uomo indugiò con gli occhi su Thiwat che non riuscì a distogliere lo sguardo aspro dal suo viso. «Mi dispiace, non si può fare.» Scosse la testa prima di rientrare.

Il piede di Type colpì il muro.

«Cosa c’è che non va in voi due, coglioni?» Lo stesso occupante venne fuori ma questa volta si diresse verso la loro direzione come un toro impazzito.

«Corri!» Noh urlò per tenere cara la vita. Corsero il più velocemente possibile dall’ultima stanza fino a quando non finirono proprio di fronte all’ingresso del dormitorio.

Era passata un’ora da quando avevano iniziato a bussare alle porte dei residenti. Type era stato trascinato dai suoi amici per partecipare all’evento di benvenuto delle matricole. La loro giornata si era conclusa verso le otto e aveva trascorso le restanti ore a bussare alle porte rimanenti che non avevano visitato il pomeriggio prima dell’evento. Tutti i loro sforzi finirono invano e Techno stava già insistendo per tornare a casa.

Non riusciva affatto a cambiare stanza. Perché preoccuparsi? Avrebbe finito per incontrarlo solo ogni giorno. Che differenza avrebbe fatto?

Erano le nove e mezzo di sera quando finalmente Type venne convinto dal suo amico a ritirarsi nella sua stanza, quella che condivideva con Tharn. Era così stanco che decise di rimanere fermo sul letto in attesa del ritorno del suo compagno di stanza che non si era ancora presentato. Era così determinato a confrontarlo in modo che uno dei due se ne andasse. Non gliene fregava niente di come, ma doveva essere fatto a qualunque costo.

Cinque minuti dopo sentì un rumore scricchiolante e la porta si aprì.

«Hey.» Tharn lo salutò. «Sei a casa presto oggi.»

Type non disse niente, stava cercando di impedire alle sue gambe di tremare follemente sotto le lenzuola.

«Sei affamato?» gli chiese. Il giovane alzò lo sguardo e notò la borsa di cibo in mano.

Fanculo! Aveva portato di nuovo alcuni dei suoi snack preferiti. Che diamine c’era di sbagliato in questo tizio? Lo faceva dal primo giorno. L’inferno lo sapeva, se non avesse scoperto la sessualità del suo compagno di stanza, avrebbe potuto scherzare prendendo in giro quel ragazzo per essersi preso troppo cura di lui. Ed ora sembrava troppo imbarazzante anche sentendo i suoi stessi pensieri.

Tharn provò a parlargli della sua giornata a scuola, ma l’altro ragazzo semplicemente grugnì o borbottò parole incoerenti come risposta. A giudicare dall’espressione seccata sul suo viso, sembrava che stesse aspettando che tornasse a casa, e quindi posizionò la borsa sul tavolo in stile giapponese, che conteneva il cibo acquistato dal negozio di alimentari insieme a una scatola che conteneva riso appena cotto.

Type non poté negare il fatto che fosse davvero un bravo ragazzo. Non era sicuro però se lo stava facendo apposta.

«Tharn!» Scattò fuori dai suoi pensieri.

«Hmm?»

«Ho qualcosa da chiederti.» Sembrò agitarsi. Il suo compagno di stanza alzò le sopracciglia, chiedendosi cosa gli fosse successo.

«Che cosa succede?»

«Tharn, è vero?»

«Cosa?»

«Sei gay?»

Ci fu un breve momento di silenzio. Il ragazzo appena entrato restò immobile accanto al suo lato del letto. La domanda di Type lo colse di sorpresa. Tharn sapeva che sarebbe successo. Ciò che lo aveva fatto sentire un po’ sorpreso era il modo in cui il suo compagno di stanza aveva sollevato la questione e sembrava essere preoccupato per questo.

«Tharn, te lo sto chiedendo.»

«Sì.» Ammette. Tharn si girò su se stesso, rivelando la sua bellezza davanti al tizio irrequieto. «Perché? C’è un problema?»

«Sì!» Type sembrò serio. «Uno grosso.» Aggiunse: «Lascia che sia chiaro con te, amico … non mi piacciono i gay.»

Il suono fragoroso del cucchiaio che venne lasciato cadere riempì la stanza. Quella non avrebbe dovuto essere una sorpresa per Tharn. In passato aveva incontrato persone che odiavano i gay e gli stava bene. Era deludente perdere un potenziale amico durante la prima settimana con cui condividevi anche la stessa stanza.

«Mi hai sentito? Ho detto: ‘Odio i gay’.» Ripetè.

La voce di Tharn iniziè a sembrare fredda. «Allora? Cosa vuoi che faccia?»

«O lasci questa stanza o lo farò io.» Suggerì il giovane.

Sta scherzando, vero?

«Quindi stai dicendo che mi trovi disgustoso solo perché sono gay?» Sembrava così calmo nonostante il comportamento ripugnante di quest’ultimo.

«Sì, è esatto.»

«E che cosa avrebbe a che fare la mia preferenza sessuale con te che vivi nella stessa stanza con me?» Le sue parole suonarono più cattive mentre la loro conversazione richiese più tempo.

«Nessuna!» Ammise. «Ma io non sto nella stessa stanza con un finocchio!»

La sua ultima goccia di pazienza sparì, l’affermazione di Type scatenò un diavolo dentro di lui, la faccia divina di Tharn si trasformò in qualcosa di oscuro e formidabile. «Se è così, perché non ti trasferisci da solo, allora?» Ringhiò. «Non sono io ad avere il problema qui ma lo sei tu.»

FANCULO!!! Da quando i loro volti erano diventati così vicini? Il naso di Tharn stava per colpire il suo muso, ma erano i suoi occhi i più spaventosi. Lo guardavano con un’intensità che era in grado di succhiare la sua anima dal suo corpo.

«Tharn. Lo dirò un’ultima volta. Odio i gay!» Type impostò il confine tra di loro. «Se avessi saputo che eri uno di loro quando ci siamo incontrati, non mi sarei mai avvicinato!»

«Non sono affari miei.» Tharn rispose. «Ad ogni modo, non mi trasferirò. Anche se ciò significherebbe dover sopportare un idiota di mente ristretta come te.»

«Non posso sopportare di vivere sotto stesso tetto con te, coglione!» Entrambi i ragazzi si stavano urlando a vicenda.

«Allora dovresti andartene!» Il bel giovanotto fece la sua richiesta. «Non so quale merda hai passato per pensare a me in quel modo, ma anche se ti sbarazzassi di me, non sopravvivrai mai a questa società con lo schifo che hai in testa.»

Mentre parlò, Tharn fece un passo avanti alla volta, senza interrompere il contatto visivo. Type si ritrovò appoggiato al muro con la faccia a un passo dal suo compagno di stanza. Era intrappolato!

«Cosa pensi di star facendo!?» Type spinse via l’altro ragazzo. «Levati di dosso!» 

Dannazione! Quello stronzo era un duro! Stava facendo fatica ad allontanarsi da lui.

«Congratulazioni, ragazzino.» Un ghigno giocoso si curvò all’angolo delle labbra di Tharn. «Temo che dovrai vivere con questo finocchio per un anno intero, eh. Buona fortuna, amico. Spero che ti piaccia il tuo soggiorno.» Detto questo, spinse il suo compagno di stanza un’ultima volta prima di precipitarsi fuori dalla stanza. Type rimase lì disteso sul letto a sembrare così vulnerabile con quell’espressione esterrefatta sul viso.

Ho perso. Bene! Quel coglione era più difficile da gestire di quanto pensasse. Ma non si sarebbe arreso così facilmente. Avrebbe trovato un modo per sbarazzarsi di lui prima che questa stanza si trasformasse in un inferno vivente per entrambi!

Non avrebbe lasciato che accadesse.

E aspetta un minuto … Lo aveva appena chiamato ‘ragazzino’?

Tharn, coglione! Nessuno mi chiama con quel nome! Lo giuro, te la farò pagare per quello! E mi assicurerò di trovare qualcuno disposto a cambiare stanza prima che questa settimana finisca!

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