INVISIBLE MOON – CAPITOLO 32

L’aria leggera

«Voglio solo essere l’aria leggera, che indugia al chiaro di luna.»

#WINisWIND

Suonò il campanello della mia stanza e interruppi la lettura dei miei libri di testo.

Chi è? Ero curioso. Era notte fonda, quindi pensavo potesse essere probabilmente uno dei miei compagni di classe. A volte venivano in camera mia per discutere dei compiti o per invitarmi a cenare fuori.

Aprii la porta e rimasi sorpreso.

«P’Wayu! Come conoscevi la mia stanza?» Ero molto sicuro di non avergli detto il numero della mia camera.

«Ho chiesto al personale del dormitorio dove fosse Archawin Deshsakul e lui me l’ha detto.» Scrollò le spalle e io sussultai: Gliel’hanno detto così facilmente?

Tuttavia, P’Wayu era un UNISTAR. Tutti lo avrebbero sicuramente riconosciuto. Non c’era da stupirsi che glielo avessero detto senza indugi.

«Uh… Beh, c’è qualcosa in cui posso aiutarti?» Speravo che non fosse venuto fin lì solo perché voleva parlare della sua battuta.

«L’altro giorno hai lasciato la tua camicia nella mia stanza, quindi te l’ho fatta lavare dalla cameriera. Ecco a te.»

P’Wayu mi consegnò un sacchetto di carta che conteneva la mia uniforme da studente. Era tutta pulita e asciugata.

«Oh, grazie mille. Me ne ero completamente dimenticato. Mi dispiace per averti disturbato.» La presi e mi sentii in colpa.

«Ehi, nessun problema. È solo una piccola cosa.» P’Wayu agitò le mani perché non era un grosso problema per lui.

«E…» P’Wayu pensò a qualcosa. «Ho già visto il tuo video. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Coraggio!»

«Grazie.» Ero felice che fosse anche preoccupato per me.

«Beh, riguardo alla maglietta DomWhai che ti ho dato quel giorno.» iniziò P’Wayu.

«Oh giusto!» Mi ricordai che l’avevo presa in prestito da lui e non l’avevo ancora restituita.

«P’Wayu, te la restituirò. Solo un momento.» Stavo per tirarla fuori, ma P’Wayu mi interruppe.

«No, non ce n’è bisogno. Te l’ho già data.»

Allora perché ha menzionato la maglietta?

«Sono solo curioso.» P’Wayu sorrise. «Quel giorno, P’In ha visto la tua maglietta?»

Ricordai che P’In se ne era lamentato. Mi aveva persino comprato una camicia nuova da indossare sopra.

«L’ha vista.» risposi.

«Veramente?» P’Wayu sembrava eccitato.

«Gli è piaciuta?»

«Uh…» pensai alla sua espressione e deglutii. «Sembrava che a P’In non piacesse.»

Pensavo che P’Wayu sarebbe stato infelice, ma a quanto pare stava ridendo a crepapelle.

«Hahaha. Lo sapevo!» Sembrava essere molto divertente per lui. «Accidenti! Voglio davvero vedere la sua faccia. La prossima volta, non dimenticare di fare una foto.»

La prossima volta? Sul serio?

«Beh, riguardo a quello che ha fatto trapelare le foto. Ho sentito che P’Kwang ha già trovato il colpevole.» disse P’Wayu.

«Davvero? Chi?» Ero molto curioso. Dal momento che quella persona aveva molte delle mie foto, probabilmente mi era molto vicina. Quella persona doveva essere qualche studente della mia università.

«Ho sentito che è tuo amico.»

«Mio amico?» Ero scioccato. C’era qualcuno dei miei amici a cui non piacevo fino a quel punto?

«All’inizio, P’Kwang aveva in programma di perseguitarlo, ma dopo aver scoperto che è solo uno studente, non voleva che si ingigantisse la situazione. Non voleva rovinare la vita di quello studente perché ciò avrebbe potuto rovinare l’immagine dell’azienda. E quello studente è anche tuo amico. Oh, ho sentito che anche P’Kwang ha discusso con il tuo docente… Com’è che si chiama? Chana? Sì, quindi se questo problema può finire con un accordo, sarà meglio per tutti. Perché non lo chiedi al tuo docente?» P’Wayu spiegò.

«Va bene, grazie mille.» Sapendo che P’Kwang aveva trovato il colpevole, fui sollevato. Ma ero ancora preoccupato perché P’Wayu aveva detto che era mio amico.

«Beh… Come ha fatto P’Kwang a trovare il colpevole?» Non potei fare a meno di chiedere. Dal momento che non c’era voluto molto tempo, sembrava che P’Kwang avesse un incredibile team di supporto.

«L’ha fatto il ragazzo di P’Kwang.» P’Wayu sorrise. «Il suo ragazzo è il migliore in informatica. Niente nel mondo digitale può nascondersi da lui.»

«Oh! Il ragazzo di P’Kwang.» esclamai piano, quindi il partner di P’Kwang era davvero un uomo.

«Sì! Ecco fatto. Adesso devo andare. Domani devo svegliarmi presto. Bubye*.» Mi salutò con un sorriso.

*(N/T: al solito, Wayu che storpia le parole.)

«Ciao ciao.»

P’Wayu se n’era già andato, ma quello che mi aveva appena detto mi faceva indugiare.

Qualcuno stava cercando di rovinare la reputazione mia e di P’In, era mio amico e non gli piacevo.

Stavo cercando di capire se avevo mai fatto in modo che qualcuno mi odiasse prima…

O potrebbe essere… Non dirmelo…

Quando riuscii a pensare a una persona, ebbi una brutta sensazione al riguardo.

Ma potrebbe non essere lui.

Potevo solo sperarlo.

La mattina dopo, il signor Chana mi disse di andare nel suo ufficio. Fui sorpreso di trovare anche un altro studente già lì.

Era Boss.
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Mi sentii molto a disagio. Temevo che quello che pensavo fosse vero.

«Salve, signor Chana.» Alzai le mani in segno di rispetto e mi sedetti accanto a Boss, nervosamente.

Il signor Chana andò dritto al punto.

«Bodin, Archawin, voi due siete buoni amici, vero? Allora perché l’hai fatto, Bodin? Qualche motivo? Dimmi.»

Quello che aveva detto l’insegnante confermò la mia ipotesi.

Boss era stato colui che aveva fatto trapelare quelle foto. Davvero?

«Ho solo condiviso quello che ho visto.» Boss disse senza sensi di colpa.

Rimasi così scioccato nel sentire ciò. La sua espressione in quel momento era davvero fredda. Non era come il ragazzo amichevole che avevo conosciuto.

«Ma Archawin è tuo amico. Come puoi pensare che quello che hai fatto fosse giusto?» Al signor Chana non piaque come aveva reagito, ovviamente.

«Beh, è ​​stato giusto quando ha scelto il candidato Luna?» chiese Boss.

«Era così ovvio che P’In intendeva selezionare Win in primo luogo. Allora perché avevamo ancora bisogno di una competizione?»

Ero così ferito da quello che aveva detto. In realtà, avevo temuto che pensasse in quel modo da quando ero stato scelto, ma si era semplicemente congratulato con me e mi parlava come al solito. Non avevo idea che il suo sorriso amichevole fosse tutto falso, che mi odiasse così tanto per questo.

Ero sia scioccato che triste.

«Ti ho già dato una spiegazione.» disse il signor Chana. «Te lo ripeto. In quella competizione, credi davvero che la tua risposta sia stata migliore di quella di Archawin? La tua era così comune, proprio come qualsiasi altro candidato. Se fossi un giudice, sceglieresti comunque te stesso?» 

Boss rimase immobile, senza dire niente.

«Comunque…» continuò il signor Chana. «Il tuo post è stato cancellato. Non voglio renderlo un problema, ma tieni presente, Bodin, che PD Kwang e io ti abbiamo aiutato questa volta. Altrimenti, se la MW avesse avuto l’intenzione di denunciarti, come avresti potuto difenderti? Questa volta la MW ti ha lasciato andare facilmente, ma non pensare che ci sarà mai una seconda volta. Capito?»

Boss e io non osammo dire neanche una parola.

«Se non c’è nient’altro, potete andare.» Il signor Chana ci congedò.

«Grazie, signor Chana.» Entrambi alzammo le mani per rendergli omaggio e lasciammo il suo ufficio.

Appena uscimmo, Boss non mi guardò nemmeno, si era solo precipitato fuori. Dovetti corrergli dietro velocemente.

«Ehi! Boss! Boss!» chiamai il suo nome così tante volte finché non si fermò e si girò di nuovo verso di me, freddamente.

«Che cosa?» chiese concisamente.

«Mi dispiace. Non sapevo di averti fatto stare male. Mi dispiace davvero!»

Boss tacque.

«Win, hai già tutto quello che volevi. Sei il finalista di UNISTAR e quella voce è già stata risolta. Non abbiamo bisogno di parlarne di nuovo.»

Apparentemente Boss non voleva parlare con me. Stava cercando di andarsene in fretta, ma lo fermai.

«Boss, per favore, non fare così.» lo pregai.

«Voglio essere tuo amico. Lo sai? Il primo giorno che sono venuto qui, non avevo nemmeno un amico, ma sei stata la prima persona a parlarmi. Potevi vedermi e questo mi ha reso molto felice. Quindi, possiamo ancora essere amici?»

Boss si accigliò, mi guardò dubbioso.

«Sei strano. Ho già cercando di rovinarti la vita e tu vuoi ancora essere mio amico?»

«Capisco i tuoi sentimenti. Va tutto bene. Posso perdonarti.»

La sua espressione cambiò un po’.

«Non è stata colpa tua.» Gli spiegai. «Non avrei mai pensato nemmeno io che sarei diventato la Luna. Ti ammiro così tanto. Sei molto bravo in tutto: sei bello, bravo negli sport, bravo a socializzare con le persone. Io non posso fare nemmeno quello che fai tu.»

Mi sono fermato e ho continuato: «Lo so, pensi che io non meriti di essere la Luna. Lo penso anche io. Penso che tu sia più adatto.»

La sua espressione divenne visibilmente più rilassata.

«Non è così.» disse. «Il tuo atteggiamento e la tua mentalità sono migliori della mia. Ecco perché sei stato scelto.»

«Ma tu vuoi essere la Luna, vero? Anche tu vuoi essere un UNISTAR, vero?» chiesi.

«Perché no?» Boss non lo nascose.

«Beh, giusto.» continuai: «Allora, perché vuoi essere un UNISTAR?»

«Fama, soldi, reputazione, chi nel mondo non li vuole?» disse apertamente.

«Capisco…» annuii. «Voglio esserlo anch’io, ma per un motivo diverso.»

Sospirò.

«Forse, quello che hai postato su Twitter è in realtà la verità.»

Sembrava confuso.

«Ma non è colpa di P’In. Sono sempre stato io. Voglio essere la Luna, voglio essere un UNISTAR…» dissi tristemente. «Perché… voglio stare con P’In.»

Boss spalancò gli occhi.

«Sì, quello che sospettavi è vero. Mi piace P’In.»

«Aspetta… Cosa? È vero?» Boss era scioccato.

«Sì. Mi sono innamorato di P’In, ma non gli piaccio in quel modo.» Quasi piansi quando ne parlai.

«Sono un ragazzo, ma mi piace anche un ragazzo. È divertente, non credi? Ma non posso farci niente. P’In è così buono con me. Come posso pensarlo in quel modo? Sono la persona peggiore al mondo.»

Boss era sbalordito perché stavo quasi piangendo.

«Aspetta… per quel post…» cercò di spiegare Boss. «In realtà, sapevo già che tu e P’In non vi stavate frequentando.» disse Boss goffamente.

«Volevo far trapelare una voce falsa. Ero sconvolto perché sentivo che la concorrenza non era leale. Voi due siete così vicini l’uno all’altro. Ti ho visto visitare il suo dormitorio e sei corso fuori per lui. Ti ho seguito e di nascosto ho fatto quelle foto. Volevo solo trovare i difetti in quello che entrambi fate. Pensavo che fossi stato selezionato come Luna a causa di P’In. Se P’In non ti stava supportando, come avresti fatto a vincere? Ho solo pensato che fosse ingiusto. Ma… non ho mai pensato che sarebbero stati i tuoi veri sentimenti.»

«Ho capito. Non è colpa tua.» Mi sentii molto infelice. «Ma quella sensazione è solo una cotta unilaterale. Va bene se vengo criticato dalla società, ma non voglio che P’In sia coinvolto. Non ha fatto nulla di male. Sono solo io.»

«Mi dispiace, davvero, sono dispiaciuto.» Boss sembrava pentito. «Per tutto. Ti ho frainteso. So perché non meritavo di essere la Luna. Stavo solo sopravvalutando me stesso.»

«Non importa. Capisco. Anche a me dispiace.» dissi sinceramente.

«Grazie!» disse Boss con leggerezza. «Ma proprio non capisco. Ti ho fatto una cosa così brutta. Perché non sei arrabbiato con me?»

«Perché sei mio amico.» dissi. «Questo genere di cose possono succedere tra amici, giusto? Ma se ci apriamo l’un l’altro, credo che la nostra amicizia sarà più forte.»

«Sei così ottimista.» mi disse. «Mi fa sentire come se fossi una persona così cattiva.»

«No. Non lo sei affatto.» Sorrisi.

«Beh…» Mi guardò, contemplando. «Sei davvero carino, in realtà.»

«Eh? Carino?» Sbattei le palpebre. Cosa vuole dire?

«Cosa state facendo?»

Improvvisamente, sentii una voce familiare da dietro e sussultai.

«P’In…!» Rimasi sorpreso mentre si dirigeva verso di noi.

«Amico di codice o maritino…? Sul serio!» Boss mormorò e sospirò.
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P’In stava fissando Boss, la sua espressione era priva di emozioni.

«Va bene. Adesso devo andare. A dopo.» Boss agitò la mano.

«Oh, adesso vai?» Non capivo perché volesse andarsene così all’improvviso.

«Sì.» disse Boss. «Oh, penso che tu stia fraintendendo qualcosa.»

Boss lanciò un’occhiata a P’In, poi guardò me e continuò. «Non sottovalutarti, ciao.»

«Eh?» Non avevo idea di cosa stesse parlando, ma se n’era andato senza ulteriori spiegazioni.

«Di cosa stavi parlando?» chiese P’In.

«Oh…» Mi sentivo un po’ imbarazzato perché P’In era così vicino a me, quindi, evitai il contatto visivo con lui.

«Riguardo alla foto trapelata, ma abbiamo già fatto pace. L’ho perdonato e ora mi capisce. Quindi spero che possa perdonarlo anche tu. Aveva le sue ragioni. Possiamo ancora essere amici.»

«Bene.» P’In annuì. «Se lo dici tu.»

«Davvero? Grazie P’In!» Ero così sollevato che P’In fosse disposto a perdonare Boss.

«Sì, ma…» P’In mi guardò. «Solo un amico, va bene?»

«Eh?» esclamai. Ha detto ‘amico’ giusto? Perché ha bisogno di sottolinearlo di nuovo?

P’In inclinò la testa, continuando a guardarmi. Apparentemente si era reso conto che ero confuso, ma non spiegò nemmeno. Semplicemente mi toccò la testa dolcemente.

Sbattei le palpebre, sentendomi così sorpreso dall’essere accarezzato da lui. Era un tocco così caldo.

«Fighting!» disse P’In con leggerezza prima di ritirare la mano e andarsene.

Continuai a guardarlo finché non scomparve dalla mia vista.

Sebbene entrambi fossimo solo senior e junior, quelle poche parole e quel leggero tocco potevano farmi volare il cuore.

«Grazie, P’In.» sussurrai anche se P’In non poteva sentirlo.
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