INVISIBLE MOON – CAPITOLO 30

La Luna Lontana

«La luna splendente può sembrare vicina, ma è ancora fuori portata.»

#WINisWIND

Non capivo P’In. Non capivo più nemmeno me stesso.

Entrambi eravamo in ascensore. Sebbene P’In mi avesse già lasciato la mano, eravamo rimasti ancora in silenzio.

In quel momento, c’era solo silenzio tra la Luna caduta, io, e la splendente Luna Invisibile, P’In.

Era già il tramonto, quindi sarei dovuto andare a trovare qualcosa da mangiare per cena e tornare al dormitorio, farmi una doccia e studiare. Tuttavia, non avevo fame e non volevo ancora andarmene.

La Luna effimera, io, aveva semplicemente seguito quella Luna Invisibile. Senza fare altro, senza alcun posto dove andare, camminavo semplicemente con P’In.

Dato che non mi ero truccato, ero semplicemente aria in quel momento. Win invisibile. E poiché P’In era la Luna invisibile, se non voleva essere visto nessuno lo notava.

Ero curioso. Dove mi porterà? Dato che non aveva detto niente, aveva solo fatto strada fino a quando non ci trovammo di fronte al cancello dell’università. Quella sera era stato organizzato un mercato notturno temporaneo nelle vicinanze. C’erano molti cibi e vari tipi di bancarelle. Mi guardai intorno, era abbastanza affollato, ma nessuno notava me e P’In.

Mi chiesi se P’In volesse comprare qualcosa, ma era appena passato davanti senza nemmeno dare un’occhiata. P’In si diresse al minimarket non molto lontano, quindi lo seguii.

«Uh…P’In, cosa vuoi comprare?»

«Cibo per gatti.» disse mentre controllava lo scaffale del cibo per animali domestici.

«Oh…» Allora capii, P’In aveva detto che il cibo per gatti era finito e mi aveva detto di andare a comprarlo con lui prima.

Quindi, in realtà voleva solo comprare cibo per gatti.

Ma il negozio non era così lontano, era facile arrivarci. Perché aveva bisogno di qualcuno che lo accompagnasse? Cercai di capire il motivo, ma comunque non ci riuscii.

«Tonno o salmone?» P’In mi chiese quale gusto di cibo per gatti scegliere.

«Uh…» Non avevo mai avuto un animale domestico prima d’ora.

«Quale sapore preferisce il tuo gatto?»

«Non lo so.» disse: «Non l’ho mai chiesto al gatto.»

«Eh?» Sbattei le palpebre.

Che cosa? P’In! Se lo chiedessi e il gatto ti potesse rispondere, non sarebbe sicuramente un gatto normale!

«Uh…» Usai un altro modo per chiedere. «Quale finisce più velocemente?»

«Non ne sono sicuro.» disse con tono piatto. «Quasi contemporaneamente.»

«Uh…» Mi grattai la testa, non avevo idea di come aiutare. «P’In, perché non li compri entrambi?» Suggerii. «Così il tuo gatto può mangiare gusti diversi.»

«Oh, buona idea.» P’In concordò, così portò quelle due scatolette alla cassa e uscimmo dal negozio.

I lampioni erano molto luminosi. Mentre stavamo camminando, P’In fissò a lungo la mia maglietta. Mi diedi un’occhiata, preoccupandomi se fossi sporco, ma non lo ero. La mia maglietta era viola, un po’ grande, con il logo di un albero di rattan e la scritta ‘DomWhai’.

«Non mi piace questa maglietta.» P’In criticò la mia maglietta.

«Ehm…» dissi. «Era di P’Wayu. L’ho solo presa in prestito, gliela restituirò più tardi.»

P’In guardò la mia maglietta e non disse una parola. Mentre attraversavamo il mercato notturno sulla via del ritorno, vedemmo una serie di bancarelle di abbigliamento. Pensavo che P’In avrebbe avuto fretta di dar da mangiare al suo gatto, ma si fermò a una bancarella di vestiti maschili.

«Quanto costa?» P’In indicò una camicia grigia a maniche corte.

«199 baht.» disse il venditore. P’In non contrattò nemmeno, la pagò e basta.

«Niente busta di plastica.» P’In aggiunse, prese la camicia e si fermò prima di porgermela.

«Indossala.» P’In disse brevemente e io sussultai. 

«Vuoi che la indossi adesso?» 

«Sì.» Lui annuì. «Di notte fa freddo.»

«Oh? Non fa così freddo. Sto bene.» Non volevo dire di no, ma ero confuso. Il tempo non era affatto freddo.

«L’ho già comprata.» P’In guardò la camicia che aveva in mano. Non sapevo perché, ma le sue parole mi fecero prevedere che sarebbe stato triste se non l’avessi indossata.

«Va bene. La indosserò.» La presi e la indossai sopra la maglietta che avevo già.

«Abbottonala.» disse P’In.

«Va bene.» obbedii. Non sapevo se avrei dovuto piangere o ridere.

Finalmente capii perché P’In aveva comprato quella camicia.

Semplicemente non voleva vedere la scritta ‘DomWhai’ su di me. Doveva davvero non piacergli quella maglietta di P’Wayu.

Ecco perché mi aveva comprato una camicia grigia, il colore dei DomKati.
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P’In davvero preferiva che fossi solo nel suo fandom? O era solo la mia immaginazione?

Alla fine tornammo ai dormitori. Pensavo che tutto fosse finito e che ci saremmo separati, ma quando lo salutai, disse: «Che ne dici di dare da mangiare al gatto insieme?»

Sembrava che stesse implorando, quindi non potevo rifiutare.

Ero di nuovo nel suo dormitorio. La sua camera era ancora ordinata e pulita. L’esatto opposto della stanza di P’Wayu.

P’In versò del cibo per gatti in una ciotola e tenne il resto sullo scaffale. Uscì sulla terrazza e io lo seguii.

Faceva un po’ più freddo che al piano di sotto. Ero contento di indossare la camicia che aveva comprato.

«Tienila.» P’In mi porse la ciotola del gatto e si guardò intorno.

«Tri.» P’In chiamò. «Tri, Tri.»

All’inizio mi chiesi cosa stesse dicendo, finché non capii che era il nome di un gatto.

«Miao~»

Il gatto apparve, saltò sulla terrazza e fece le fusa. Subito capii perché P’In lo chiamava ‘Tri’, era un gatto tricolore.

Ma sul serio. Perché non ha scelto un nome più creativo? Non ha bisogno di nominare gli animali in base al loro aspetto tutte le volte. Prima quel cane bianco randagio di nome ‘Khao’ e ora il suo gatto tricolore randagio si chiamava ‘Tri’.

Bene, ero contento di essere già stato chiamato ‘Win’, altrimenti avrebbe potuto chiamarmi ‘Fade’.*

*(N/T: in Thailandia, i soprannomi non vengono dati solo dai genitori, ma anche da amici e insegnanti, a volte anche da indovini. ‘Fade’ significa ‘svanire’.)

«Affamato?» chiese P’In al gatto, che si stava accoccolando alle sue gambe. Così si abbassò e lo accarezzò, poi il gatto si sdraiò sulla schiena, lasciando che gli accarezzasse il ventre.

Questo gatto sta cercando di sedurre P’In. Mi accigliai.

«P’In, lo sai? I gatti tricolori sono sempre femmine.» L’avevo letto in un articolo. Diceva che il cromosoma X del gatto ne determina il colore. Poiché le femmine hanno il cromosoma XX, possono avere tre colori, mentre il maschio aveva solo il cromosoma XY.

«Veramente?» P’In apparentemente era incuriosito. Stava osservando mentre toccava la pancia del gatto.

«Vero. Tri non ha quella cosa.»

Quello che aveva appena detto mi fece arrossire.

Aspetta cosa? Perché ha dovuto dirlo ad alta voce?

«Miao~»

Al gatto probabilmente non piacevano le persone che parlavano del suo sesso. Quindi miagolò forte, usando la testa per strofinare contro P’In.

«Carina.» P’In lodò il gatto.

Aggrottai di nuovo la fronte, poi chiesi senza pensare…

«P’In, tra me e il gatto, chi è più carino?»

Volevo rimangiarmi le mie parole. Cosa ho appena chiesto? Sono geloso di un gatto, davvero?

Tuttavia, anche se mi vergognavo così tanto, volevo comunque conoscere la sua risposta. Così lo guardai, in attesa.

P’In si fermò dall’accarezzare il gatto. Mi guardò riflettendo.

«Di’ miao.» disse P’In.

«Che cosa?» Sbattei le palpebre.

«Se dici miao, allora posso dirlo.» disse in tono piatto.

«Uh…» Ero sbalordito.

Voleva che imitassi il suono del gatto, così poteva confrontare?

Non sapevo se mi stesse prendendo in giro o meno, ma quando vidi il gatto che mi guardava sentii come se mi stesse sfidando e non volevo perdere.

Quindi, feci la cosa più imbarazzante di tutta la mia vita.

«M… Miao~»

Feci il verso di un gatto, con le mani che si muovevano come le zampe.

Dopo averlo fatto, volevo davvero scappare. Dio mio. È così imbarazzante.

P’In, tuttavia, improvvisamente rise ad alta voce. I suoi occhi sorridevano. Lo guardai e caddi in un sogno ad occhi aperti.

La luna sorridente era così affascinante.

Non avevo idea da quanto tempo lo stavo guardando. Uscii dalla trance quando il gatto mi chiamò mentre guardava la ciotola del cibo che avevo in mano.

«Tri ha fame.» disse P’In, quindi misi giù la ciotola. Il gatto venne a mangiare e sembrava gradire.

Giusto! Ho già emesso un miagolio. P’In si è limitato a ridere ma non mi ha dato una risposta!

«P’In, chi è più carino?» chiesi di nuovo. In realtà, non mi aspettavo che rispondesse.

Ma poi…

«Tu ovviamente.» P’In rispose guardando la luna. Non mi guardò.
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La sua risposta mi rese timido. Aveva detto che ero più carino del gatto. Ero felice e timido allo stesso tempo.

Felice di vincere contro il gatto. Davvero?

Prima che dicessi altro, P’In cambiò argomento.

«E se ti chiedessi di continuare a stare con me in questo modo, sarebbe troppo egoistico?»

P’In si rivolse a me. La Luna non sorrideva più. La sua espressione era molto seria. Avevo bisogno di regolare anche io il mio umore.

«Di cosa stai parlando?» Non riuscivo a capire cosa intendesse.

«Puoi darmi più tempo?» P’In continuò ma non mi guardò.

Stavo cercando di seguire.

«Intendi… su me e te?» La mia voce era instabile perché avevo paura di parlare di quell’argomento.

«Sì.» Lui annuì.

Il mio respiro era pesante. Ero preoccupato, mi sentivo a disagio ed ero in attesa.

P’In ha appena detto che vuole del tempo per pensare a noi? Il che significa che non mi ha ancora rifiutato? Ho ancora speranza? O vuole dire che non si sente a suo agio a stare con me, quindi ha bisogno di più tempo per stare lontano, prima di tornare ad essere fratelli di codice proprio come eravamo prima?

Non ero sicuro di cosa volesse dire, ma non volevo che si sentisse male per questo.

«Comunque, sei ancora il mio senior e amico di codice.» Scelsi di farlo sentire a suo agio.

Anche se non volevo essere solo un suo junior o amico.

I suoi occhi incontrarono i miei, la sua espressione era molto strana.

«Win, capisci davvero?»

«Cosa intendi?» Ero confuso.

Tuttavia, P’In rimase in silenzio. Riportò lo sguardo sulla luna e non mi guardò più.

«Non importa.» disse con leggerezza. Non ero sicuro se stesse parlando con me o con la luna.

«Se vuoi essere un UNISTAR, dimentica quello che ho detto.»

Anch’io rimasi in silenzio.

«Scusa per tutto.» La sua voce stava quasi sussurrando.

Forse mi ero sopravvalutato, pensando di poter capire meglio P’In.

In effetti, forse non lo capivo affatto.

Anche se potevo essere il più vicino a P’In, quel giorno non riuscivo nemmeno a capire i suoi pensieri.

Seguii il suo sguardo. Il cielo era limpido con qualche nuvola e si vedeva la luna splendere magnificamente.

Mentre guardavo la luna da lì, sembrava così luminosa come se fosse molto vicina a noi.

Ma in realtà era così lontana.

Se avessimo allungato la mano verso la luna, avremmo potuto toccare solo l’aria vuota.
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Nana86
Ecco perché mi aveva comprato una camicia grigia, il colore dei DomKati." Leggi il resto »

SICURAMENTE!!!!!

Nana86
Se avessimo allungato la mano verso la luna, avremmo potuto toccare solo l'aria vuota." Leggi il resto »

Ma cosa non ti è chiaro???????? Madre santa….

Martagiot16
Ecco perché mi aveva comprato una camicia grigia, il colore dei DomKati." Leggi il resto »

O forse lo ha fatto per marcare il territorio?! 🤣

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