INVISIBLE MOON – CAPITOLO 18

L’aria evaporata

«Il calore della Luna potrebbe far evaporare l’aria.»

#WINisWIND

«Adoro leggere libri e articoli, ma non mi piacciono molto i libri di testo. Oh, ho partecipato a un concorso di cultura generale, ma non ho vinto…» spiegai a P’In dopo che mi aveva chiesto perché sapevo così tante cose.

In effetti, avevo una buona memoria, ma riuscivo a ricordare solo ciò che mi interessava o qualunque cosa intendessi ricordare. Ad esempio, sapevo del riso Jasmine perché mi piaceva mangiarlo, sapevo anche del cocco perché mi piaceva mangiarlo di recente. E sapevo di P’In e UNISTAR perché… ahh… perché? Perché sapevo così tanto su di loro?

Qualunque cosa fosse, era vero che avevo una vasta conoscenza, ma avevo un limite di comprensione perché potevo ricordare solo le cose di base. Non ero bravo a comprendere conoscenze approfondite o complesse. Questo era il motivo per cui i miei studi non erano eccezionali anche se avevo un’ottima memoria. Sfortunatamente, nella mia scuola non c’era un corso di cultura generale, quindi la mia abilità speciale era piuttosto inutile nella mia ricerca dell’eccellenza accademica.

«Perché non hai vinto?» chiese P’In e mi tornò in mente un ricordo pietoso.

«Beh, in quel concorso sapevo davvero tutte le risposte, ma il giudice non si è accorto di me quando ho alzato la mano…» sospirai. La mia maledizione dell’invisibile era sempre una seccatura.

P’In si fermò per un po’ prima di continuare a chiedere.

«Allora sapresti farlo?»

Ero scioccato. P’In voleva che dimostrassi la mia conoscenza sulla cultura generale per il concorso Luna? Come?

«Davvero? Ma nessuno ha mai svolto questo tipo di abilità nella nostra università prima d’ora.» Non ero sicuro.

In generale, le persone preferirebbero spettacoli divertenti ed eccitanti, piacevoli da guardare e ascoltare. Non riuscivo a immaginare che tipo di performance di cultura generale potesse interessare le persone.

P’In poi abbassò le posate, si avvicinò al divano, prese un pezzo di carta, tornò e me lo porse.

Era l’elenco dei giudici per il concorso XU Luna e Stella di quest’anno.

Sapevo che normalmente la mia università avrebbe cambiato i giudici ogni anno. Ogni anno, gli insegnanti di ogni facoltà sarebbero stati selezionati casualmente per assicurare che fossero equi. Tuttavia, quell’anno era speciale, poiché c’erano studenti che avrebbero fatto parte della giuria: P’Wayu e P’In, gli attuali membri degli UNISTAR.

«Gli insegnanti di tre facoltà.» disse P’In.

Spostai la mia attenzione sui profili degli insegnanti.

Il primo giudice era il Capo del Dipartimento della Facoltà di Architettura. Il secondo era il Professore Associato della Facoltà di Scienze, Dipartimento di Astronomia, e il terzo era un docente speciale della Facoltà di Lettere, Dipartimento di Lingua Cinese.

«Sul palco, lascia che siano i giudici a fare domande.» P’In mi spiegò come esibirmi, nel suo solito modo breve. Cercai di immaginarlo.

Se salivo sul palco e dicevo loro che la mia abilità speciale era la cultura generale, i giudici avrebbero potuto chiedermi qualsiasi cosa che non fosse una conoscenza avanzata. In effetti, non era un’abilità molto eccitante o impressionante come un talento musicale o una recitazione. Tuttavia, supponendo che avrei risposto a tutte le domande che mi avrebbero posto, sarebbe stata una novità.

La sua idea in effetti non era male. Ero abbastanza d’accordo con lui. Era meglio che farmi eseguire qualcosa di comune in cui non ero nemmeno bravo. Quella insolita esibizione probabilmente avrebbe potuto rivelarsi memorabile per il pubblico.

Tuttavia, riguardo alle mie capacità ero dubbioso. Sapevo varie cose, ma avrei potuto non saperne abbastanza.

«P’In, come posso assicurarmi di essere in grado di rispondere a tutte le domande dei giudici?»

«Basta che ti prepari.» disse P’In indicando il foglio che avevo in mano.

«In breve, le domande riguarderanno le loro materie.»

P’In spiegò brevemente e lo capii.

Ciò che aveva detto P’In aveva senso. In un breve periodo di tempo per chiedere qualcosa, la maggior parte delle persone si atterrebbe naturalmente al proprio campo di competenza. Ad esempio, l’insegnante della facoltà di architettura avrebbe potuto chiedere informazioni su case ed edifici, l’insegnante del dipartimento di astronomia su pianeti e stelle e l’insegnante di lingua cinese sulla cultura cinese. Quindi, avrei potuto prepararmi leggendo e memorizzando tutte quelle aree di conoscenza.

«Mangia.»

Dopo aver discusso della performance, P’In mi esortò a continuare a mangiare, così continuammo a farlo.

Fu il pasto più delizioso di sempre!

Una volta finito di mangiare, mi offrii di lavare i piatti. P’In non disse una parola, pulì solamente il tavolo e i banconi.

Mentre lavavo vicino al lavandino, pensai a qualcosa. Anche se avevo incontrato occasionalmente P’In, non avevo mai avuto la possibilità di chiederglielo, quindi quella poteva essere una buona opportunità.

«P’In… qualche giorno fa ho fatto il giro del cavalcavia, ma quel vecchio non c’era più. Sai dov’è andato?»

Gli chiesi del vecchio a cui P’In dava spesso da mangiare.

«È tornato a casa.» rispose P’In, continuando a pulire il tavolo.

«Tornato a casa…» rimasi un po’ sorpreso. Da come ricordavo, quel vecchio era stato scaricato dal figlio per debiti o cose del genere e ora era già tornato a casa con lui?

«Una fondazione senza scopo di lucro ha aiutato a trovarlo, sono andato e ho incontrato suo figlio.» disse P’In senza guardarmi.

«Hai contattato suo figlio?» gli chiesi.

«Sì.» P’In annuì.

«Come hai convinto il figlio?» Ero curioso.

«Non lo so.» P’In sembrava all’oscuro del motivo.

«Sono solo andato a trovarlo. Sembrava scioccato e ha promesso di riprendersi suo padre.»

Rimasi confuso con la sua spiegazione per un po’. Dall’espressione di P’In, probabilmente, non capiva nemmeno lui il motivo per cui il figlio fosse improvvisamente disposto a riprendersi il padre.

Mentre ci pensavo, la realizzazione mi colpì e mi fece ridere.

Ora capisco. Dio! È incredibile.

La mia ipotesi? P’In probabilmente era andato a incontrare il figlio e gli aveva detto che suo padre stava affrontando delle difficoltà, ma lo stava ancora aspettando. La sua intenzione era solo quella di far provare compassione al ragazzo, nient’altro. Ma P’In aveva detto che lui era sembrato davvero scioccato. Quindi probabilmente il figlio poteva già sapere chi fosse la persona di fronte a lui, sapeva che era il membro degli UNISTAR che avevano una buona reputazione di responsabilità sociale. P’In, che si vedeva così di rado, era andato a trovarlo lui stesso. Come poteva il figlio pensare in altro modo? Doveva essere spaventato a morte. Era ovvio che se il figlio avesse continuato a ignorare il padre e a trascurarlo, allora l’anziano sarebbe diventato responsabilità di P’In. Se i fan lo avessero scoperto, allora lui sarebbe stato nei guai.

Tuttavia, di tutto questo, la cosa più divertente era che P’In non si rendeva nemmeno conto di cosa aveva fatto.

«Perchè ridi?» P’In inclinò la testa. Era in piedi accanto a me, aspettando che finissi di lavare i piatti per poter lavare il panno.

«No, niente.» trattenni la mia risata. P’In era davvero una persona incredibile.

«P’In.» Dato che avevo avuto la possibilità di parlare, non volevo fermarmi. «Dai ancora da mangiare ai pesci e ai cani randagi di recente?»

Pensai al lungomare vicino alla nostra università che P’In di solito visitava.

«Non spesso.» disse P’In. «I pesci non hanno fame, i cani hanno una casa.»

La sua risposta mi fece pensare a quello che avevo fatto prima. Avevo postato su Twitter e avevo reso quel posto un’attrazione. I fan di P’In venivano a prendersi cura dei cani randagi e davano sempre da mangiare ai pesci, e sembrava che anche il pane della nonna venisse esaurito ogni giorno.

Tuttavia, non ero ancora sicuro di come la pensasse lui.

«P’In. Ti va bene?»

«Perchè no?» disse. «È per il meglio.»

«Oh.» annuii. «In realtà, se lo avessi semplicemente pubblicato o detto ai tuoi fan, sarebbero sicuramente disposti ad aiutare.»

«No.» P’In rispose immediatamente. «Hanno già fatto molto. Se posso, lo farò da solo.»

Sorrisi per i DomKati dopo aver sentito la sua risposta. P’In era davvero diverso dagli altri idol. Sebbene non esprimesse molte emozioni, si preoccupava davvero per i suoi fan. Sebbene loro fossero disposti ad aiutare, P’In pensava comunque che avevano già fatto molto. P’In cercava di fare del suo meglio da solo senza disturbare nessun altro.

Come potevano i DomKati non innamorarsi di lui?

Ma mi stavo ancora chiedendo: P’In sa che ho postato quel tweet? Ma non osavo chiederglielo.

«P’In. Lascia che sia io a lavare il panno.» presi il panno usato e lo lavai.

P’In era fermo, quindi raccolse un altro panno pulito per asciugare i piatti lavati, così ci sarebbe stato più spazio per posizionare gli altri.

Pensai che avrei dovuto smettere di chiedere, ma non potevo…

«P’In, a proposito della rosa… il giorno della rosa…»

Anche se avevo sollevato l’argomento, finii per piegare la testa.

Non potevo fare a meno di chiedermi: Ci sono tante belle donne nella nostra università, ma perché sono stato io a ricevere la sua rosa?

«Perché… me l’hai data?»

Dopo che P’In ascoltò la mia domanda, smise di pulire e mi chiese.

«Non ti piace?»

«Mi piace!» risposi immediatamente perché non volevo che P’In fraintendesse.

Strinsi le mie labbra dopo che quelle parole mi sfuggirono di bocca.

Ho solo detto “mi piace” inconsciamente. Mi sembrava di arrossire.

«Ti piace?» P’In ripeté le parole. Le mie mani iniziarono a tremare.

«Sì, mi… mi piace.» Anche la mia voce tremava. Il mondo intorno a me sembrava offuscato.

Il panno era già stato lavato, ma la mia mano era troppo debole per chiudere il rubinetto, quindi l’acqua continuava a scorrere attraverso la mia mano.

P’In mi guardò e vide le mie mani inzuppate, così mi aiutò a chiudere il rubinetto. Fui sorpreso quando lui si avvicinò. Sentivo di nuovo il suo profumo e potevo solo abbassare la testa, come una tartaruga che si ritira nel suo guscio.

«Grazie.» disse P’In leggermente mentre si avvicinava, estraendo delicatamente il panno dalla mia mano.

Sia le mie mani che le gambe erano diventate deboli. Non sapevo se P’In mi aveva ringraziato per averlo aiutato a lavare i panni o se lo aveva fatto per aver apprezzato la sua rosa.

Ma non potevo più sopportarlo. Il mio corpo era inerte e dovetti tenermi al bancone mentre tornavo al tavolo da pranzo.

Dopo che P’In appese il panno, si girò di nuovo verso di me.

«Vuoi mangiare le fragole?» Quindi tirò fuori dal frigo una scatola di fragole e le lavò.

«Oh, grazie, P’In.» gli dissi sentendomi sollevato dal fatto che l’argomento fosse cambiato.

P’In mi ha invitato a mangiare le fragole? La mia immaginazione si scatenò, poiché le fragole di solito simboleggiano tenerezza e dolcezza. Arrossii mentre immaginavo me stesso e P’In mentre mangiavamo qualcosa di tenero e dolce insieme.

Mangerà solo le fragole e nient’altro, vero? Tornai in me.

P’In si sedette di fronte a me con una ciotola di fragole. Diedi un’occhiata alle fragole fresche e rosse. Sembravano carine e ovviamente sarebbero state dolci.

«Ne vuoi?» P’In ne scelse una e spinse la ciotola verso di me. Lo ringraziai e ne scelsi una anch’io.

Morsi lentamente la fragola e sgranai gli occhi. Era davvero succosa e deliziosa. Così fresca e dolce. Non avevo idea di dove le avesse comprate, o forse era un regalo dei fan.

Stavo masticando felicemente la fragola.

P’In era così gentile. Non solo mi aveva offerto un pasto e aveva cucinato per me, ma mi aveva anche servito della frutta. P’In era sicuramente il miglior senior del codice amico.

Capii che avrei dovuto ripagarlo anche io. Ma cosa posso dargli? Oh, giusto. Avevo una barretta di cioccolato nella mia borsa, l’avevo comprata come merenda quella stessa mattina.

«P’In. Per favore, aspetta un momento.»

Presi la mia borsa e la cercai. Dov’è? Non riuscivo a ricordare dove l’avessi messa. C’era troppa roba nella mia borsa.

«P’In, mi dispiace ma farò solo…» dissi mentre tiravo fuori dalla borsa un mucchio di cose come quaderni, libri, un astuccio e così via, così sarebbe stato più facile trovare il cioccolato.

Ero determinato a trovare quella barretta di cioccolato.

«Trovata!» borbottai e la tirai fuori. Era sul fondo della mia borsa, ma era ancora in buone condizioni, né schiacciata né sciolta.

«P’In, per te…»

Stavo per passare la tavoletta di cioccolato a P’In, ma all’improvviso mi fermai.

P’In teneva in mano qualcosa e lo guardava con un’espressione curiosa.

Quando capii di cosa si trattava, quasi urlai.

«Oh no!» Rimasi scioccato perché era il burrocacao che avevo comprato di recente.

Normalmente, non avrei portato cosmetici con me. È solo che mi era piaciuto molto e non avrei potuto vivere senza di esso, quindi l’avevo tenuto con me tutto il tempo.

Il problema era che non era un normale burrocacao. Il tubo era etichettato UNILIP e il marchio era “Molly Welly”. Ma dall’altra parte del tubo c’era il personaggio di P’In con il logo UNISTAR.

Si capiva che si trattava di un prodotto UNISTAR anche se guardavano dal pianeta Plutone*, era ovvio che il proprietario era un fan degli UNISTAR.

*(NdT: “Guardando dal pianeta Plutone” è uno slang tailandese, ha lo stesso significato di “solo uno sguardo”.)

Assolutamente no, è imbarazzante!

«Mi piace questo profumo!» sbottai una scusa in una frazione di secondo perché non volevo che P’In si sentisse strano per me.

Come posso dire di averlo comprato perché mi piace P’In?

P’In mi guardò, la sua espressione era curiosa.

«È per mia sorella.» tentai in fretta di elaborare.

«Mia sorella è una fan degli UNISTAR. Usa sempre questo balsamo per le labbra e mi piace proprio il profumo. Quindi ne ho comprato uno anch’io.»

Sapevo che menzionare P’Wun era una scusa sciocca. In effetti, non ho mentito, beh, non del tutto. Perché mia sorella era davvero una fan degli UNISTAR. Avevo sentito che una volta era riuscita ad acquistare un biglietto per un fanmeet. Non ero sicuro di chi preferisse di più, poiché lei continuava a cambiare i suoi bias, anche più spesso dei vestiti, a seconda del suo umore.

P’In rimase in silenzio per un po’. Iniziai a sentirmi preoccupato: Potrebbe dubitare di me.

«P’In…» esitai a chiamarlo.

Improvvisamente, P’In si alzò in piedi e si diresse verso la sua camera da letto.

Divenni nervoso. È arrabbiato con me? È infelice con me? Cosa dovrei fare ora? Devo dirgli la verità?

Mentre ero in ansia, P’In uscì dalla sua camera da letto. La sua mano teneva una bottiglia e me la porse.

Lo guardai stupito.

«Prova questo.» disse P’In.

Così istintivamente la presi.

Era una semplice bottiglia di vetro con uno spray sulla parte superiore e un liquido trasparente all’interno. Notai l’etichetta e capii che era il marchio del profumo.

«Me lo stai dando?» Ero sorpreso.

«Ti piace il profumo.» rispose P’In, prima di allungare la mano per premere lo spray. Il profumo si diffuse intorno a noi, era un odore molto delicato e piacevole.

«Oh, questo odore!» I miei occhi si spalancarono di nuovo nella realizzazione.

Giustro! Era il profumo di P’In, ma non esattamente. Il profumo di P’In aveva una fragranza di latte di cocco più concentrata.

Oh giusto! Se mescoliamo questo profumo con quello del latte di cocco, risulterebbe esattamente come il profumo del balsamo per le labbra, il profumo unico di P’In. Dal momento che P’In usava questo profumo e produceva latte di cocco fresco ogni giorno, era diventato naturalmente il suo profumo personale.

«E tu?» Mi preoccupai. All’inizio avevo intenzione di dargli una barretta di cioccolato in cambio della condivisione delle fragole, ma si era concluso con P’In che mi aveva regalato una bottiglia di profumo.

«Ne ho un altro.» disse P’In. «Ti piace, prendilo.»

Sgranai di nuovo gli occhi. Per riassumere, P’In mi aveva dato il suo profumo perché gli avevo detto che mi piaceva quello del burrocacao. Nonostante il fatto che in realtà lo amassi, era solo una scusa per evitare malintesi. E invece di farmi sentire imbarazzato, P’In mi aveva regalato una bottiglia di profumo simile a quello del balsamo per le labbra perché il profumo di quella gamma di balsami per le labbra imitava il profumo personale di ogni membro UNISTAR.

Dio! Sono un Win così cattivo e stupido.

«Lo apprezzo molto, ma non credo di poterlo accettare.» abbassai la testa per la vergogna.

Oggi ho ricevuto troppo da lui senza alcuna possibilità di ripagarlo.

«Non ti piace?» P’In inclinò leggermente il collo.

«Mi piace… mi piace davvero.» dissi e deglutii.

Perché P’In continuava a chiedere se mi piacesse o no e a farmi dire ‘mi piace’ ogni volta? Non mi lasciava altra scelta che ammetterlo.

Ho già detto “mi piace” inconsciamente di nuovo. Cosa dovrei fare?

Questa volta, tuttavia, ero determinato a dargli la barretta di cioccolato.

«P’In. Per favore, prendi la mia cioccolata.» Alla fine gliela consegnai.

La prese, ma si fermò e chiese…

«Oggi è San Valentino?» P’In mi guardò.

«Eh?» rimasi sbalordito: «No, non è febbraio.»

«O il White Day?» P’In inclinò la testa.

«Non è nemmeno marzo.» risposi confuso.

«Uh. Allora, perché me lo stai regalando?» chiese P’In.

«Oh, te l’ho dato perché…» pensai per un secondo.

Volevo dirgli che intendevo ripagarlo, ma quando confrontai il prezzo tra il cioccolato e il profumo, il divario era ovviamente troppo grande.

«Perché ti ammiro.» Alla fine risposi.

P’In tacque, apparentemente chiedendosi cosa avessi appena detto.

«Non è un regalo di San Valentino.» mormorò P’In.

«Eh?» Rimasi scioccato, cercando di ripensare a ciò che aveva detto.

Ho dato del cioccolato a P’In e lui mi ha chiesto se è San Valentino o il White day o no. Quindi potrebbe essere che… P’In ha frainteso che gli ho dato una cioccolata come confessione d’amore?!

Stavo arrossendo. La mia faccia era così calda che ero sicuro di essere diventato rosso.

P’In alzò gli occhi dalla tavoletta di cioccolato che teneva in mano e mi guardò. Sbatté le palpebre, due volte.

«Perché hai la faccia rossa?» chiese P’In. Non distolse gli occhi da me.

«Cosa?» esclamai, toccandomi il viso.

La mia faccia è diventata troppo rossa?

Inaspettatamente, P’In non solo lo disse, ma allungò anche la mano dal tavolo da pranzo e la posò leggermente sulla guancia.

Quando percepii il tocco della sua mano calda, sentii che il calore del mio viso scorreva su tutto il mio corpo. Potevo persino sentire il suono del mio cuore battere così forte.

«Rosso, come la fragola.» commentò P’In.

«È… è così… così?» La mia voce tremava. Ero troppo nervoso per dire un’altra parola.

«Sì.» P’In annuì. Ritrasse la mano e la usò, la stessa mano che mi aveva accarezzato la guancia, per infilarsi in bocca un’altra fragola.

«Yum.» disse P’In mentre masticava la fragola, guardandomi allo stesso tempo senza mostrare emozioni.

Deglutii a fatica.

P’In stava solo mangiando una fragola. Ma dopo avermi punzecchiato la guancia, avermi detto che la mia faccia era rossa come una fragola e aver detto “Yum”…

Pensavo di essere nei guai, il mio cuore era nei guai, a causa delle sue semplici azioni.

Come se dovessi trasformarmi in aria surriscaldata, che evapora, fluttua ed esplode come fuochi d’artificio.

A causa della luna invisibile.

☽————☽ 

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