INVISIBLE MOON – CAPITOLO 13

La Luna nascosta

«La luna invisibile potrebbe essere la luna splendente che si nasconde dietro la nuvola.»

#WINisWIND

Dopo aver finito di parlare al telefono, rimasi immobile e confuso, finché P’In non mi inviò alcuni messaggi e allegò una immagine.

-P’In: (Immagine della mappa)-

-P’In: 7 ° piano.-

-P’In: Chiama quando arrivi, ti accompagno.-

Nonostante mi avesse mandato dei brevi messaggi, potevo sentire un po’ di calore nel mio cuore. Anche se non sapevo perché mi avesse detto di incontrarlo, gli importava comunque di me. Era preoccupato che mi perdessi, così mi aveva mandato una mappa e una volta arrivato sarebbe venuto a prendermi.

Il centro commerciale Mineral Wales non era così lontano dalla mia università, solo circa tre stazioni di sky train. Camminai per 10 minuti fino alla stazione dei treni, non era fatto un viaggio difficile.

Sulla strada, mi resi conto che stavo prestando più attenzione alle pubblicità degli Unistar del solito. In effetti, erano in giro per la Thailandia da alcuni anni, ma era la prima volta che mi interessavano davvero. Lo notai e ci feci maggiore attenzione.

La pubblicità all’esterno di una cabina era la nuova versione del telefono cellulare di MW Electronic e gli Unistar erano gli ambasciatori del marchio. Quando salii sul treno, vidi la nuova collezione di vestiti degli Unistar, e i passeggeri parlavano di loro. Qualcuno in piedi accanto a me stava anche guardando UNISTAR SHOWTIME sul suo cellulare. Qualcuno dall’altra parte stava anche guardando i profili Twitter degli Unistar.

«Ahhh, P’In in questa foto è estremamente bello.»

Sentii un gruppo di studentesse menzionare P’In, così non potei fare a meno di sporgermi per guardare. Stavano guardando il photobook degli Unistar che poteva costare migliaia di baht.

P’In è davvero bello in ogni foto, pensai. Ancora una volta, dovevo ringraziare la mia invisibilità per potermi intromettere in tutto ciò che volevo sapere, senza che nessuno se ne accorgesse.

«Ho comprato tre scatole di gelatina di latte di cocco per mia madre. Ogni cosa in questa pasticceria è così deliziosa.» Un gruppo di donne vicino a me stava parlando.

Quando sentii parlare di ‘latte di cocco’, rimasi sorpreso e deglutii. Mi sentivo semplicemente affamato. Mi piacerebbe mangiare anche un po’ di latte di cocco.

«Mio figlio studia alla scuola Internazionale.»

Rimasi di nuovo sorpreso quando sentii la parola ‘In‘. Aspetta, è ‘internazionale’, non P’In.

«In questo momento quasi tutte le compagnie aeree possono effettuare il check- in online.»

Improvvisamente mi voltai quando sentii di nuovo ‘In‘, che era ‘check-in’, non P’In. Ancora.

«L’internet di questa società è così dannatamente lenta.»

«Domani andrò in Indonesia.»

«Non mi piace usare Instagram.»

«Hai già ricevuto l’email di fattura in posta?»

«Amo ascoltare la musica indie.»

«Ieri ho visto il documentario dell’impero Inca.»

«Oh no.» Mi misi le mani tra i capelli.

Cosa c’era di sbagliato in me? Perché continuo a riportare nella mia testa tutte le ‘In’ delle parole di tutti. Significano tutti altri In, non esattamente P’In. Cosa sta succedendo?

Quando arrivai alla stazione di destinazione, uscii dall’uscita che si collegava all’ingresso del centro commerciale. Vidi alcuni studenti universitari raccogliere fondi per il volontariato che aiutavano le campagne. Ricordai P’In. Se fosse stato P’In, avrebbe messo i soldi nella cassetta delle donazioni senza esitazione.

Così anche io, donai venti baht. Anche se era difficile farmi notare da qualcuno, ero felice, così felice, di poter fare qualcosa di buono come faceva sempre P’In.

Entrato nel centro commerciale, vidi la pasticceria che vendeva torte al cocco. Mi fermai e guardai per così tanto tempo che mi distrassi. Cercai di liberarmi dai miei pensieri. Non sono venuto qui per mangiare. Sono venuto qui per vedere P’In.

Entrai nell’ascensore di vetro e raggiunsi il settimo piano. Ogni piano aveva una spiegazione dettagliata, come ad esempio, il 6 ° piano era un teatro, il 7 ° piano c’era uno studio fotografico che i fotografi esterni potevano affittare, ma per lo più occupati da opere multimediali MW.

Al settimo piano, c’era la reception dell’ufficio e delle guardie di sicurezza. Anche se ero abbastanza invisibile da intrufolarmi senza essere notato, non potevo comunque essere invisibile dalle telecamere a circuito chiuso. L’unica cosa da fare era chiamare P’In e dire che ero arrivato.

P’In rispose alla mia chiamata in pochi secondi.

[Arrivato?]

«Si, adesso sono al settimo piano.»

[Va bene, aspetta un momento.]

Dopo che riattaccò, aspettai e mi guardai intorno. Questo posto è molto ben arredato.

«WIN.»

Una voce familiare mi attrasse. Era la prima volta che P’In mi chiamava col mio soprannome. Il mio piccolo cuore tremò. Quando lo vidi, sussultai, improvvisamente, il mio cuore iniziò a battere forte, molto forte.

P’In indossava l’uniforme universitaria proprio come me, ma in più il suo viso era ben truccato e la sua pettinatura era così bella. A quanto pare, avrebbe fatto da modello per un servizio fotografico.

Il mio unico pensiero in quel momento era: Dannazione! P’In è tremendamente bello!

«Posso accompagnarlo? Solo mezz’ora.» P’In disse all’addetta alla reception che lo stava ancora guardando con gli occhi lucidi. Lei annuì, sconvolta. Probabilmente non lo aveva nemmeno ascoltato, concentrandosi solo sul suo viso d’angelo.

Dopo che ci fu concesso il permesso, P’In si rivolse a me e mi fece un cenno.

«Vieni qui.»

«S-sì?» Rimasi confuso per un momento, prima di rispondergli e seguirlo.

Passai davanti ad altri studi, lo staff era impegnato con la preparazione dello sfondo, delle luci e delle telecamere. P’In aprì la porta del camerino con il cartello scritto – Per i membri UNISTAR-.

Il mio corpo si irrigidì quando entrai, pensando di incontrare gli altri membri Unistar. Ero troppo nervoso per presentarmi, per fortuna non c’era nessuno.

«Aspetta qui.» Mi disse P’In, senza emozioni come sempre.

Annuii, obbediente, e mi sedetti davanti allo specchio per il trucco.

Ero rimasto solo poiché P’In era già uscito, così osservai la stanza. Era proprio il camerino di un Unistar. Se non lavorassi nell’azienda MW o non facessi parte della famiglia di codice di un membro degli Unistar, non avresti mai la possibilità di entrare lì.

La stanza era grande: c’erano un sacco di attrezzature e accessori per capelli. Gli stand erano pieni di vestiti appesi e ognuno di esso aveva un’etichetta con il nome ‘Leo’, ‘Sea’, ‘Wayu’, ‘Natee’ e ‘In’.

Non ci volle molto prima che la porta si aprisse di nuovo. Vidi P’In tornare con un altro ragazzo, vestito in modo super trendy, i suoi occhi mi stavano scrutando, come se mi stesse valutando.

«Quindi questo è il ragazzo di cui mi hai parlato, giusto?»

Quando lo disse, alzai le mani in segno di rispetto e lui mi salutò con un sorriso.

«Giusto.» P’In annuì.

«Beh, posso guardare più da vicino?»

Poi, avvicinò la sedia e si sedette di fronte a me, seguito da P’In.

«Stai fermo, ragazzino.»

Quel tipo mi scostò leggermente i capelli con la mano, mi sollevò un po’ il mento, guardandomi in faccia da diverse angolazioni, e riflettendo.

Mi bloccai, nervosamente.

«Questo ragazzo non è affatto male. Basterà cambiare la riga dei capelli, tagliare un po’ di capelli e sistemare l’acconciatura giusta. Sarà fantastico!»

Sbattevo le palpebre, perché non avevo idea di cosa stesse parlando.

«Ti va bene?» mi chiese P’In.

«Uhh, cosa devo fare?» decisi di chiedere.

«N’In non te l’ha ancora detto?» Il ragazzo sembrava un po’ sorpreso.

«Oh giusto.» P’In aveva appena realizzato. «Mi dispiace.»

«Va bene.» Al ragazzo sembrava non importare, poi si voltò per rivolgersi a me.

«Sono un parrucchiere della MW. Per oggi gli Unistar hanno finito le riprese pubblicitarie. Ho altro lavoro da fare, ma N’In mi ha chiesto un favore per aiutare il suo junior per fargli una nuova acconciatura. Beh, sei tu.»

«Cosa, io?» indicai me stesso.

«Sì! Di solito non lo faccio con gli estranei, ma lo farò dato che il piccolo e bello N’In mi ha supplicato. Lavoriamo insieme da anni e N’In non mi aveva mai chiesto di fare nulla per lui. Deve davvero volerti aiutare. Come potevo rifiutare una richiesta così dolce? Quindi lascia che ti faccia una nuova pettinatura. Per favore, stai fermo.»

Dopodiché, prese tutto l’occorrente da parrucchiere e il mantello. Stavo guardando P’In mentre anche lui guardava me allo stesso tempo.

«Grazie mille, P’In.» Sentivo che P’In era premuroso, ma allo stesso tempo sentivo essere sopraffatto da lui, che si si limitò ad annuire.

Poi, nella stanza si sentiva solo il suono delle forbici e della lacca per capelli. Continuavo ad essere ancora congelato durante il taglio dei capelli. I miei capelli non venivano tagliati per un mese. Normalmente andavo dal barbiere locale vicino a casa mia. Non avevo mai provato con un parrucchiere professionista prima. Ovviamente perché era troppo costoso.

Ci volle un po’, ma non troppo, prima che l’hairstylist iniziasse a usare tinture per capelli, pettine e gel per capelli per fissare i miei capelli. Non avevo mai provato a farlo prima, quindi studiai e memorizzai come lo faceva. Davvero interessante.

«Ecco fatto.» Mi tolse il mantello e mi aiutò a spazzolare via i residui di capelli sui miei vestiti. Poi, mi portò allo specchio.

«Wow!» esclamai.

All’inizio ero sorpreso di vedere me stesso. Rispetto a prima, era cambiato solo il mio taglio di capelli, ma il mio aspetto era diventato molto diverso.

Non avevo mai pensato che spostando un po’ di più la riga dei capelli e facendo un nuovo stile di capelli sarei diventato così bello.

«Se hai tempo per truccarti e tingere i capelli di un tono castano, sarà sicuramente perfetto!» suggerì il ragazzo.

«Grazie mille.» P’In alzò la mano in segno di rispetto al ragazzo e io lo imitai.

«Prego. N’In è come la mia famiglia. Bene, allora, N’In, non dimenticare di aspettare per un servizio fotografico PR tra 20 minuti.»

«Va bene.» rispose P’In e il parrucchiere uscì dalla stanza.

«P’In, hai ancora un altro lavoro da fare, vero?»

Provavo ancora più rispetto verso di lui dopo aver saputo che P’In aveva appena terminato le riprese dal modello degli Unistar. Si era preso solo una pausa prima di un altro progetto solista. Tuttavia, P’In mi aveva chiesto di venire durante la sua pausa.

«Sì.» P’In disse leggermente. «Per favore, siediti.»

«Sì?»

All’inizio stavo per andarmene, perché non volevo più disturbarlo. Tuttavia, P’In mi chiese di tornare a sedermi.

«Non è ancora finita.» disse P’In. Mise una borsa nera sul tavolo e quando la aprì, vidi molti cosmetici maschili, tra cui cipria, tinta per le labbra, matita per sopracciglia e così via.

P’In usò un fazzoletto bagnato e uno asciutto per pulire il mio viso. Quando venni toccato da lui per la prima volta, mi sentii un po’ stordito, dovetti aggrapparmi alla sedia e chiudere gli occhi per rendere stabile la mia sensazione.

Solo quando P’In prese una cipria in polvere e la aprì che resi conto che mi avrebbe truccato.

A proposito, questi trucchi sono…

«Sono tutti tuoi?» Sebbene potessero essere i cosmetici che gli idol tendevano a usare, rimasi un po’ sorpreso dal fatto che P’In ne avesse un sacco.

«No.»

«Oh? Allora di chi sono?»

Eh? Ha preso i trucchi di qualcun altro per truccarmi?

«Wayu.» Rispose, senza emozioni, e tamponando leggermente il viso con il cuscinetto.

Aspetta, cosa ha appena detto?

«Cosa? Sono di P’Wayu?» Il mio viso divenne pallido.

Questo cosmetico non apparteneva a P’In, infatti, stava usando i cosmetici di P’Wayu per truccarmi!

«Te l’ha prestato P’Wayu?» chiesi all’improvviso.

«No.» P’In mi stava ancora truccando con la cipria, come se non ci fosse nulla di sbagliato in quello.

«Eh? Come l’hai presa?» Rimasi scioccato, sul serio.

Se P’Wayu lo sapesse, sarebbe arrabbiato con me?

«L’ho vista e l’ho presa.»

«Cosa? E a P’Wayu non interessa?» Mi chiedevo.

Non appena lo chiesi, il cellulare di P’In iniziò a squillare.

P’In mise la cipria sul tavolo e prese il telefono.

«Oh, sta chiamando.» Il suo viso era ancora impassibile.

Rispose e poi mise il vivavoce, poi continuò a truccarmi.

[P’In! Non riesco a trovare la mia borsa per il trucco. L’hai presa di nuovo tu, vero?]

La voce di P’Wayu era così chiara dal telefono.

«Si l’ho fatto.» P’In lo ammise mentre mi pettinava le sopracciglia.

[Cosa? P’In!!! Di nuovo tu!]

Secondo la protesta di P’Wayu, P’In non lo aveva fatto per la prima volta, ovviamente.

[Perché non chiedi alla nostra agenzia? Te ne possono dare una gratis, così non avresti bisogno di prendere in prestito il mio così spesso.]

«Non così spesso.» disse P’In mentre avvicinava il viso a me. Si stava concentrando a pettinarmi le sopracciglia, così mi morsi il labbro. Il mio cuore batteva un po’ più veloce di prima.

[P’In… sul serio. Sono nervoso ora. Quando finisci di usarla, devi restituirmela immediatamente. Devo truccarmi tutti i giorni. Altrimenti, non posso andare all’università. Non posso lasciare che i miei fan mi vedano senza trucco! Mai! E se i miei fan non possono accettare la mia faccia senza trucco e passano al fandom del cane, P’In, devi esserne responsabile! Okay?!]

Cercai di trattenere la mia risata mentre P’Wayu diceva qualcosa di così esagerato. P’Wayu senza trucco era ancora bello, senza dubbio. Non era come se i suoi fan non avessero mai visto la sua foto prima di diventare un idol. Comunque, capii quanto fosse importante il trucco per le celebrità. Il loro aspetto doveva essere perfetto ogni volta che si trovava alla luce.

«Va bene, te la restituirò quando sarò tornato.» lo rassicurò P’In, così P’Wayu riattaccò.

Sussultai quando P’In applicò una tinta rossa sulle mie labbra. Non mostrava alcuna espressione, ma sembrava concentrato. Più lo guardavo e più mi distraevo, quindi dovetti distogliere la mia attenzione.

Al termine, compressi un po’ le mie labbra, ora tutto era fatto.

«Dio mio!»

Mi guardai allo specchio, sorpreso.

Chi è questa persona nello specchio?

Pensavo di essere cambiato molto dopo aver cambiato la mia pettinatura, tuttavia, dopo aver applicato il trucco, ero quasi diventata una persona diversa, completamente.

Non ero più quel Win invisibile.

Come ho fatto a trasformarmi in un ragazzo dal viso dolce e super carino come questo?!

Questa persona allo specchio non sono io!

Deve essere un famoso idol di una boy band, ma non io!

Spalancai gli occhi mentre mi guardavo a lungo allo specchio. Mi pizzicai persino la guancia per sapere che non stavo sognando. Stavo persino agitando la mano convincermi che quella persona ero esattamente io.

«Uhm… davvero invisibile.» P’In era in piedi al mio fianco e mi guardava allo specchio.

«Ehm, sì.» annuii. «Sono sempre invisibile agli altri.»

«Non quello.» P’In scosse la testa.

«Eh?» Ero confuso. «Cosa intendevi?»

«Luna invisibile.» disse, non staccando gli occhi da me.

Inclinai il collo, stordito, e indicai P’In.

«P’In, sei tu la Luna Invisibile.»

P’In, tuttavia, scosse di nuovo la testa e indicò, invece, me.

«Cosa? Io?» Indicai me stesso confuso.

«Sì.» P’In annuì.

Stavo per chiedere: Cosa intendi esattamente?

Tuttavia, mi sembrava di capire cosa stesse cercando di dire.

La ‘Luna Invisibile’ poteva essere la luna splendente, ma che si nascondeva dietro la nuvola, come P’In.

Nel frattempo….

La ‘Luna invisibile’ poteva essere la luna che era oscurata dalla nebbia e dalle nuvole fino a diventare invisibile.

Tuttavia, quando la nuvola di nebbia veniva spazzata via, la luna che era sempre stata inosservata, cominciava a brillare, magicamente.

Solo la persona invisibile poteva vedere un’altra persona invisibile.

E allo stesso modo….

Solo la Luna Invisibile poteva vedere la vera Luna nascosta.

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